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Scale e tribunali dell'aldilà. Saggi di cultura medievale intorno a Dante
Il volume indaga alcuni dei più celebri motivi dell'immaginario medievale che, disseminati tra i racconti di viaggio e di visioni dell'aldilà, tra le leggende e le cronache medievali, percorrono in modo significativo la poesia e la prosa dantesca. Tali motivi danno forma alla riflessione teologica, filosofica e giuridica del poeta e fioriscono nella sua poesia volgare. La Commedia, con il suo pluristilismo e plurilinguismo, è un collettore straordinario delle riflessioni dottrinali, delle tradizioni letterarie antiche e medievali, e di quei simboli che, riplasmati dal genio del poeta, illustrano la nascita e lo sviluppo dell'Europa medievale e delle sue letterature. Scale, tribunali e regni oltremondani sono l'espediente letterario per contemplare l'invisibile, giudicare il visibile e rappresentare l'inenarrabile. Radicata all'esperienza terrena ma tesa verso l'oltre, la poesia della Commedia è una scala a Dio e un tribunale della storia. -
Aggiornamenti sulla «Commedia». Vol. 2
«Dopo un primo volume nel quale sono stati trattati argomenti relativi a una scelta di canti della Commedia, il secondo affronta ora temi di storico interesse esegetico, dalla leggenda dei primi sette canti dell'Inferno, intorno ai quali si discute su una presunta loro stesura in anni anteriori all'esilio, e dunque di una loro possibile origine fiorentina, alla questione della lingua che, con eccellente competenza di fonti e interconnessioni testuali, Massimiliano Corrado analizza con fine ricostruzione storico-esegetica.» (dalla nota introduttiva) -
Bagnini. Il mestiere di salvare la vita in spiaggia
La foto di copertina ritrae undici maschi adulti con la stessa maglia, presumibilmente anni '50, nella maglia c'è uno scudetto, a forma di salvagente. Una squadra di calcio fra amici? Non sono undici calciatori dilettanti, sono undici pescatori cervesi che, rispettando il mare d'estate, sospendono la pesca in attesa del ripopolamento, trovano un impiego perché sanno nuotare e iniziano a lavorare come ""bagnini di salvataggio"""". Una delle persone nella foto è Gianni Foli, padre di Mauro, che ha trovato questa bellissima immagine tra i cassetti di casa. Un'immagine che rappresenta un momento di passaggio e che certifica una rivoluzione sociale ed economica nella vita di Cervia: il turismo e i servizi di spiaggia che prendono il sopravvento sulla pesca. Nel primo libro, Andè in mèr, abbiamo raccontato e ritratto le persone che ancora oggi tenacemente e con grande qualità pescano e coltivano il nostro mare. In questo abbiamo voluto raccontare i """"Bagnini di salvataggio"""", un'esperienza nata anche grazie a un gruppo di pescatori: non era da tutti saper nuotare settant'anni fa."" -
G. Ruffini. Libertà del segno. Catalogo della mostra (Ravenna, 20 novembre-11 dicembre 2021). Ediz. illustrata
Catalogo della Mostra ""Giulio Ruffini. Libertà del segno"""", Ravenna Biblioteca Classense 20 novembre - 11 dicembre 2021."" -
G. Ruffini. La traccia che resta. Disegni 1953-2005-The trail that remains. Drawings 1953-2005. Ediz. illustrata
«Il comitato scientifico che ha ideato e curato il progetto in omaggio all'opera di Giulio Ruffini per celebrarne il centenario della nascita ha voluto disseminare in un territorio interprovinciale tra Romagna ed Emilia una serie di mostre in sedi diverse col proposito di creare una condivisione del mondo poetico e artistico dell'artista. L'intento è stato soprattutto quello di sollecitare alla memoria collettiva e a quanti lo conobbero la trasversalità dei contenuti etici e artistici di Ruffini che solo l'ampiezza della sua produzione espressiva e la sua profondità nell'esplorare i temi della modernità ha permesso.L'effetto di coinvolgimento e di trascinamento critico e storico ha toccato in questo itinerario anche le corde emotive dei tanti estimatori dell'artista. Ruffini ha attraversato e interpretato, dagli anni '50 del Novecento sino alla sua scomparsa, la complessità delle correnti artistiche di quei decenni e le istanze di cultura attraverso i tanti temi da lui affrontati, dal lavoro alla solidarietà e l'antifascismo, alla incontrovertibile trasformazione sociale e urbana che andava cancellando un mondo ormai arcaico come quello contadino. La gratitudine dell'Assessorato alla Cultura e dei Musei Comunali di Rimini va all'Associazione Percorsi, all'Accademia di Belle Arti di Ravenna e al coordinamento di Paola Babini che ha intessuto le fila curatoriali tra Bagnacavallo, Bologna, Faenza, Ravenna, Rimini e, in modo particolare, a Maria Luisa Ruffini e a Roberto Minguzzi che hanno permesso l'esplorazione dell'atelier del pittore mettendo a disposizione materiali e opere e competenze. In questa costellazione di mostre ripartite in quella `area vasta' che è culturalmente la Romagna, a cui Ruffini ha dedicato cicli pittorici e grafici e che ha sempre portato nel cuore, Rimini ospita una selezione di oltre sessanta disegni dell'artista provenienti dall'Archivio Ruffini e da collezioni private. Un riconoscimento alla sua instancabile attività e alla sua capacità di accompagnare da protagonista una lunga stagione fatta di pronunciamenti e di rinnovamento nelle arti.» (Jamil Sadegholvaad Sindaco di Rimini) -
L' arcivescovo Antonio Codronchi. Beni ecclesiastici e politiche culturali a Ravenna tra Settecento e Ottocento
"Nel mettere a fuoco la politica culturale dell'imolese Antonio Codronchi (1748-1826), che fu arcivescovo di Ravenna tra il 1785 e il 1826, don Pawel Szczepaniak ci consegna uno studio attento e circostanziato, supportato da una ragguardevole ricerca d'archivio che gli permette di indagare l'attività del prelato negli ambiti della tutela del patrimonio artistico ravennate e come mecenate di imprese decorative di rilievo nel Duomo cittadino e nel Palazzo Arcivescovile. Dopo aver tracciato una introduzione di carattere storico in grado di ricostruire, attraverso le cronache del tempo e la bibliografia specialistica, le drammatiche vicende legate all'arrivo dell'esercito francese in città nel 1796, il testo si sofferma sulla biografia del prelato, dalla sua elezione ad arcivescovo di Ravenna fino alle iniziative che ebbe modo di promuovere dopo il suo arrivo in città. Uno snodo storico critico di grande interesse è rappresentato dal rapporto, assai discusso dalla storiografia, con Napoleone Bonaparte, che viene qui riesaminato alla luce di un carteggio, in gran parte inedito, che don Pawel ha rinvenuto nell'Archivio privato della famiglia Pasolini Dall'Onda, erede del patrimonio Codronchi. L'attenta rilettura di questo scambio epistolare è stata l'occasione per mettere a fuoco le azioni operate da Codronchi, teologo di spessore e politico lungimirante, in difesa della città e per la tutela del suo patrimonio ecclesiastico, avvenimenti di molto rilievo che smentiscono le accuse più o meno velate di parte della storiografia tradizionale che lo ha ritenuto una pedina nella politica di saccheggio dei francesi. Accanto al carteggio fra Codronchi e Napoleone, il cuore del lavoro è rappresentato da un gran numero di testimonianze d'archivio inedite che si sono rivelate di estremo interesse per mettere a fuoco la storia artistica di Ravenna a cavallo tra Sette e Ottocento."""" (Barbara Ghelfi)" -
Per amore di giustizia. Dante fra diritto, politica e teologia
La giustizia, nell'opera di Dante, è un tema capitale e al contempo sfuggente. La pluralità degli ambiti a cui afferisce - etica, diritto, politica, teologia e autobiografia - ne acuisce la straordinaria complessità. Lungi dal volere offrire un quadro esaustivo, questo volume getta luce su alcuni degli aspetti chiave della riflessione dantesca in merito alla questione della giustizia tenendo conto tanto delle idee che circolavano nella Firenze tardo duecentesca e delle dinamiche politiche e culturali che la animavano, quanto delle ambizioni didattiche dell'Alighieri e delle strategie letterarie che egli adotta per perseguire i propri obiettivi, sia prima che dopo l'esilio. Virtù che attribuisce a ciascuno il suo, e che necessita di conoscenza, consapevolezza e amore, la giustizia regola la vita in comune e determina la salvezza eterna dei singoli, configurandosi come un punto di contatto fondamentale fra l'essere umano, il suo prossimo e Dio. -
Cantando come donna innamorata
"La Commedia è un pretesto. Cioè una scrittura che viene prima, distante per lingua, pensiero, credenza, ma impastata di futuro, un immenso giacimento di storie che dicono di noi. Quanto in femina foco d'amor e Le Divine donne di Dante sono scritture per la scena che percorrono itinerari possibili, grazie alla fecondità di una poesia lontana, temuta a volte, appiattita spesso, che sa essere smisurata, traboccante, eccelsa. Donne d'Inferno, da Francesca a Manto, di Purgatorio, da Pia a Matelda, di Paradiso, da Piccarda ad Anna, incardinate in un oltre che altro non è che il coraggio di porre domande, di abitare ogni unicità, di camminare un passo dopo l'altro, dall'abisso al più alto dei cieli.""""" -
Santi, giullari, romanzieri, poeti. Studi per Franco Suitner
Le pagine di questo volume, che interessano autori e generi da san Francesco a Primo Levi, intendono essere un saluto corale e un segno di gratitudine nei confronti di Franco Suitner. Dopo la formazione padovana, Suitner è stato docente a Leida, a Ca' Foscari e infine a Roma Tre. Un'esperienza di ricerca e insegnamento nutritasi di frequenti scambi e rapporti, che gli ha consentito di maturare una visione ampia e osmotica delle letterature europee, particolarmente attenta al periodo tardomedievale e al contempo aperta alle scritture di autori quali Manzoni e Gadda. I saggi qui raccolti, offerti da amici e colleghi, ambiscono a rispecchiare l'orizzonte cangiante e complesso degli interessi del festeggiato e la sua capacità di riunire voci apparentemente diverse e lontane. -
I pinaroli
Quest'opera - che si rilega strettamente all'altra Porta Nuova dello stesso Guberti e con cui costituisce una sorta di saga romagnola degli umili di Via Carraie a Ravenna - raccoglie una serie di racconti unitariamente sottesi dal tema della pineta. Questi pinaroli - donne e uomini, vecchie e ragazzi - non escono da un testo che mescoli più o meno abilmente antropologia culturale e scienza folklorica: non sono qui come testimoni di una presenza anche residuale di un costume e di una mentalità o della sopravvivenza di un modo di abbigliarsi e di parlare. Sono uomini interi e sanguigni che, prima di tramontare, raccontano ai loro discendenti (e Guberti ne è il poetico depositario) la loro umana vicenda. Uniti tutti nel comune vivere affacciati sulla stessa strada, nel comune lavoro in pineta, nella comune aspirazione ad una società saggia e giusta. Hanno a questo riguardo una fede politica: sono anarchici, socialisti, repubblicani, cristiani. Sono miti e tranquilli: a volte scattano in azioni violente ma sanno essere razionali, hanno il senso delle cose che si devono fare o sopportare, operano con la coscienza che, anche se pochi, purché fermi nelle loro convinzioni, il mondo sociale possono modificarlo e renderlo degno di accoglierli nella loro dignità. Intorno a loro ci può essere lo Stato, spesso ostile, con tutte le sue istituzioni. Ma dentro di loro c'è una coscienza che li sollecita a combattere con la determinazione che è dei credenti. A volte nella loro misura e nella loro gestualità quasi liturgica paiono asceti della Tebaide, simili e della stessa struttura dei grandi mistici del Medioevo. Colloquiano misticamente con la divinità, non quella celeste ma quella che si coglie negli uccelli, nella vita segreta e musicale della pineta, nelle albe e nei tramonti. Ed è questo segno di religiosità intima, raccolta, pudica che sottolinea l'appassionante vicenda degli uomini che fluiscono sotto lo sguardo commosso, mai flebile o dolciastro, dell'autore - che di loro tratteggia profili intensi, con accenti colmi di ammirazione come per dei modelli di umanità. A volta sembra di riascoltare i discorsi e di rivedere i gesti misurati di padron 'Ntoni dei Malavoglia verghiani. Ed è In copertina: disegno dell'autore PIETRO GUBERTI dipinge sin dal 1945 ed ha esposto in mostre collettive e personali in varie città. I primi libri di poesia sono del 1969 e 1970. Ha vinto, nel 71, il Premio del Presidente del Consiglio. Nel 1976 ha pubblicato Porta Nuova, racconto sulla vita di un borgo di Ravenna dal primo novecento alla liberazione. E. 18,00 un'ideale sorella del vecchio patriarca siciliano la Rosina che trascorre l'intera sua esistenza come legata alla carriola. Era lo strumento del suo lavoro: ne diventa la bara. E quella bara-carriola diventa nella parola del Guberti un piccolo carro di trionfo della vecchia che così completa la sua dedizione coraggiosa ed indefessa al lavoro e alla vita. Accanto a lei ci sono gli altri pinaroli che come obbedendo ad una voce segreta si avviano lungo la pineta alla ricerca di un'umanità semplice e pura,... -
Philip Roth e l'Italia. Storia di un amore incostante
Questo volume nasce da una constatazione: Philip Roth (1933-2018), universalmente riconosciuto come una delle voci fondamentali della letteratura americana, sembra essere più noto (e più ammirato) in Italia che negli Stati Uniti. Da qui, alcune domande. Come e perché si è arrivati a questa situazione? Le cose sono sempre state così? Quali sono gli aspetti peculiari della ricezione italiana di Roth? Per affrontare un argomento tanto vasto, si è scelto di prendere in considerazione diversi aspetti: la presenza dello scrittore nel mercato editoriale, i suoi rapporti diretti e indiretti con la letteratura italiana, le sue conoscenze nella Penisola, le scelte dei traduttori dei suoi libri, le reazioni del pubblico e della critica, la rappresentazione del Bel Paese nei suoi romanzi (e l'elenco potrebbe continuare). Sulla base dell'analisi di una grande mole di documenti - lettere inedite, saggi accademici, articoli giornalistici, recensioni, interviste, opere letterarie di vario genere - Philip Roth e l'Italia. Storia di un amore incostante intende fornire alcune linee interpretative e, al contempo, aprire il campo a ulteriori ricerche. Oltre ad approfondire la conoscenza di una figura centrale della cultura contemporanea, lo studio della sua relazione con l'Italia diviene un modo per esaminare, di riflesso, l'evoluzione, le tendenze e le contraddizioni della cultura italiana degli ultimi 60 anni. -
Sergio Belacchi. Ediz. italiana e inglese
Catalogo della Mostra ""Mosaici e Archeomosaici"""" 15 - 27 giugno 2022, Palazzo Bracci Pagani, Fano."" -
Il caso di Menghino Mezzani tra Dante e la Romagna
Custode della memoria di Dante in area romagnola, fu Domenico di Ugolino Mezzani, comunemente conosciuto come Menghino, nato nell'ultimo quarto del sec. XIII e morto nell'agosto 1376. La sua famiglia, originaria di Mezzano (a nord di Ravenna), si era poi stabilita a Pezzolo presso Russi. Coluccio Salutati, in una lettera del 2 ottobre 1399 al cancelliere Niccolò da Tuderano, ricorda come egli fosse «familiaris et socius Dantis nostri». In quest'epistola Coluccio, che desiderava avere un esemplare corretto della Commedia, «opus divinissimum», per far fronte a quella molesta corruzione che ha invaso tutti i libri, scrive di aver sentito che Menghino era considerato un esperto del poema sacro. Il Mezzani, a quanto pare, dedicò a Dante un epitaffio di sei esametri ritmici: «Inclita fama cuius universum penetrat orbem» (Dante 'la cui inclita fama penetra per tutto l'universo'). Il suo nome è stato accostato a un manoscritto del sec. XIV, datato 1363, che dopo essere transitato per la collezione di Thomas Phillipps (con segnatura 8881), è ora ad Austin, University of Texas, Chronicle Library, H.R.C. 45. Il testo del poema è preceduto da sommari in terza rima (per Inferno e Purgatorio) e accompagnato da glosse esegetiche in latino per gran parte dell'Inferno e per qualche canto del Purgatorio. Sebbene la ricerca abbia dimostrato che questo manoscritto non possa essere considerato autografo di Menghino e dunque occorra rinunciare a identificarlo con il volume ricercato da Coluccio, l'apparato esegetico di questo codice (collocabile in area romagnola) riveste particolare interesse nell'ambito della fortuna di Dante nel sec. XIV. Di grande valore, al di là dei risultati letterari conseguiti, sono i sommari in terza rima per le prime due cantiche, qui editi criticamente, che, se non sono attribuibili a Menghino, a lui, studioso di Dante, furono tuttavia indirizzati. -
«Per raggio di stella». Cecco d'Ascoli e la cultura volgare tra Due e Trecento
«Virtù s'acquista per raggio di stella»: con questo verso, dal tono gnomico, Cecco d'Ascoli condensa nel secondo libro dell'Acerba la sua definizione della virtù, individuando nella favorevole disposizione astrale le prerogative dei diversi temperamenti umani. Esso simboleggia una riflessione che investe tanto l'attività accademica dello Stabili, quanto la sua opera letteraria, e che racchiude le molteplici chiavi di lettura a cui la sua produzione può essere sottoposta. Con l'Acerba Cecco intende fornire una summa del sapere enciclopedico del Trecento ed espandere il proprio pubblico, prettamente universitario, mediante l'uso del volgare. Oltre all'astronomia e all'astrologia, ambiti prediletti dall'autore, vi si trovano infatti questioni morali, problemi medici e dottrinali, nonché una complessa e a tratti contraddittoria riflessione politica sull'Italia del primo Trecento. Il dialogo con accademici e letterati è uno snodo fondamentale dell'esposizione ed esso delinea al contempo un panorama intellettuale variegato, soprattutto a Bologna, in cui Cecco rivestì un ruolo di primo piano. È proprio dall'approccio dialettico, suggerito dallo stesso autore, che questo libro intende partire per tracciare la biografia di un personaggio da subito divenuto leggendario, ed esplorare i grandi temi che emergono dalla lettura delle sue opere. Oltre all'ombra imponente di Dante, fondamentale contrappunto stilistico e filosofico, spiccano infatti le menzioni di Cavalcanti, Cino da Pistoia, Dino del Garbo, così come le spie testuali che aiutano a ricostruire la biblioteca stabiliana. Ne consegue che nella produzione di Cecco non c'è solo l'impronta dell'eretico perseguitato, del negromante o del feroce contestatore di Dante, ma soprattutto quella del poeta-docente, che rilegge il suo tempo attraverso la lente del determinismo astrologico e difende caparbiamente la propria categoria professionale. -
Superman. Action comics. Vol. 7
Metropolis è stata catturata! Per salvarla Superman dovrà forzare i suoi ancora immaturi poteri come non mai, sfruttando qualsiasi risorsa possa trovare all'interno dell'astronave che contiene la sua città. Grant Morrison prosegue il suo racconto delle origini dell'Uomo d'Acciaio. In appendice una storia speciale con protagonista Acciaio. -
Batman. Nuova serie 50. Vol. 107
Batman finalmente può scontrarsi con il super-criminale Mister Bloom, anche se avrà bisogno dell'aiuto di Bruce Wayne. Jim Gordon poi si appresta a svolgere una missione con la Justice League e metterà in mostra le sue qualità di detective per aiutare Wonder Woman, Superman e gli altri eroi. Nel frattempo Spyral ha affidato un nuovo incarico a Dick Grayson: quali segreti nasconde l'Agente Zero? -
Batman. Il cavaliere oscuro. Vol. 44
Grayson contro Red Robin! Dick Grayson si prepara a scavare nel passato di Red Robin: la bat-famiglia ne trarrà giovamento? I Robin invece tenteranno di riprendersi da un'altra perdita, ma dovranno anche guardarsi dal terribile Mietitore! Eiko Hasigawa nel frattempo ha deciso di abbandonare il ruolo di Catwoman e la lista degli amici di Selina Kyle diventa sempre più corta! -
Razza suprema. Batman. Il cavaliere oscuro III. Vol. 3
Batman ha una grande forza e un'altrettanto grande debolezza: è solo un uomo. Quando avrà bisogno d'aiuto potrà affidarsi alla famiglia più Super che esista? -
Evoluzione. Batman. Vol. 1
In seguito agli eventi di Batman: terra di nessuno l'intera Gotham City è stata ricostruita, ma le sue strade sono funestate da una criminalità senza precedenti e l'arrivo di un'assassina inviata da Ra's Al Ghul non farà che peggiorare la situazione. Inizia la riproposizione di Batman di un ispirato Greg Rucka. -
Lanterna verde. Nuova serie 72. Vol. 50
Prima di scoprire perché il Corpo delle Lanterna Verdi è scomparso e l'ha costretto a fronteggiare incredibili nemici da solo, Hal Jordan deve evitare che l'universo si sgretoli. John Stewart e le altre Lanterne Verdi nel frattempo devono sfruttare la loro ultima possibilità per tornare a casa, mentre Starfire, decisa a ottenere il lavoro all'acquario, affronterà una sfida proveniente da una galassia lontanissima.