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Il paesaggio nella casa. Una riflessione sul rapporto architettura-paesaggio
Abitare è, attraverso l'insediarsi, l'azione primaria di un radicamento con la terra. Lo spazio abitativo, tra dentro e fuori, è espressione di questo legame. Sentirsi vita indissolubilmente legata ad un luogo, esistere in esso percependolo come parte integrante della propria realtà esistenziale, vuol dire porre il paesaggio come fulcro fondamentale dello spazio dell'abitare. Se nelle forme antiche dell'abitare, tale fulcro della vita domestica era il focolare, archetipa rappresentazione di un'idea tutta introspettiva dell'architettura, oggi il paesaggio rappresenta un elemento caratteristico delle contemporanee inversioni delle modalità abitative e tipologiche. Se, infatti, la casa era riparo, recinto protettivo in cui centralità erano il fuoco e il patio, nell'esperienza contemporanea neghiamo il centro e guardiamo fuori. L'abitazione è, quindi, espressione concettuale e materiale di quest'attuale condizione di esternalizzazione dell'appartenenza ai luoghi, legata alla percezione. -
Unplugged Italy. Tracce di architettura italiana. Ediz. italiana e inglese
" Unplugged Italy"""" raccoglie i progetti e le ricerche di otto giovani studi di architettura italiani che non hanno mai beneficiato, a dispetto della qualità della loro produzione, della pubblicistica di settore in Italia. Gli studi selezionati sono tutte realtà di piccole dimensioni, composte da architetti under 50 e in grado di rappresentare adeguatamente l'articolazione geografica e culturale italiana: da Studiometrico, Studioazero/Transit e Made Associati nel Nord italia a Mdu architetti e 2A+P/A nell'Italia centrale, passando per la Campania con Fgp St.udio e Sdgr Studio si arriva nel profondo Sud con Aion a Siracusa." -
Coderch e l'abitare collettivo
La complessità dei progetti di Coderch sull'abitare collettivo non si risolve nelle questioni funzionali e nelle richieste della committenza, ma emerge dai temi del domestico affrontati in maniera diversa rispetto alle case unifamiliari ben più note, dagli elementi che entrano nella composizione architettonica e nel disegno di nuove forme; il peso volumetrico degli edifici, i rapporti visivi dati dal trattamento dei prospetti, il ruolo della luce nella loro definizione diventano valori intrinseci ai progetti di questi anni. Rileggere l'opera del maestro catalano lontano da una ossessiva intenzione di contestualizzazione storica, alla ricerca di un suo ruolo preciso nel panorama barcellonese, consente di entrare negli edifici urbani ed addentrarsi nella maturità di un personaggio che ha lavorato affinché la sua architettura, sempre profondamente contemporanea, fosse coerentemente lo specchio della sua natura morale. -
L' idea costruita
"L'idea costruita"""" è il manifesto teorico di Alberto Campo Baeza; una raccolta di testi di varia provenienza che manifesta la chiarezza del suo pensiero e la straordinaria coerenza della sua opera. Concentrandosi sui fondamenti della disciplina (la luce, il confronto con la gravità, il valore delle idee, il flusso incessante della storia) l'autore redige un testo colto ma volontariamente antiaccademico, aperto alle suggestioni delle altre discipline artistiche ma con una evidente passione didattica. I testi sui grandi maestri dell'architettura spagnola (Fisac, De la Sota, Sáenz de Oíza, Coderch, Carvajal), mondiale (Mies van der Rohe, Utzon), o sui colleghi della scena internazionale (Ando, Chipperfield, llinás, Vicens e Ramos) mettono in luce il suo percorso culturale e la sua idea di architettura, basata sul suo rigoroso """"más con menos""""." -
Reduce, recycle, reuse. Arti performative per il recupero dello spazio urbano. Ediz. italiana e inglese
Reduce Recycle Reuse, tre concetti indagati trasversalmente tra arte e teatro. Tre azioni efficaci per il recupero urbano e per esplorare il labile confine tra spettacolo e arti visive, responsabile della mutazione degli spazi performativi contemporanei. Il design del riciclo e le tecnologie che lo sostengono segnano l'approccio progettuale per l'integrazione nello spazio urbano di nuove qualità d'uso, attraverso l'immissione di strutture ludiche temporanee, in grado di assumere il ruolo di riqualificatori dello spazio urbano, invitando e coinvolgendo il city-user nei luoghi, quasi dismessi, della città. Tali spazi, resi attraenti dalle installazioni, costituiscono l'impalcato di un work in progress in cui lo scarto indigeno continua ad arricchire lo spazio seguendo le regole individuate dal progetto. -
Tra nevi ingenue
Di luogo in luogo. Per viaggiare, visitare, rivedere nel ricordo - anche letterario. Permangono così atmosfere e suggestioni, immagini lucenti o tenui. Tracce, da cui nascono racconti. Come una flânerie dell'anima. Ogni personaggio ha uno scenario che gli corrisponde, il suo ""io mi fermo qui"""". Sergio il portico d'una vecchia casa, Louis un bistrot, Vittoria un paese di parole, Bruno un cortile, Mara la brughiera... Per alcuni è ossessione. Per altri confortevole rifugio oppure voluttuosa nostalgia. Per tutti sono come paesaggi dentro una boule à neige, che poco basta a risvegliare."" -
Strade del mio tempo
C'è subito qualcosa nella poesia di Teresa che colpisce ma insieme quasi inibisce, resistendo alla analisi che normalmente richiede punte d'appoggio formali, ed è il fatto che essa non assomiglia a nessun'altra. Il corrispettivo ne è l'estraneità anche a qualsiasi lenocinio formale, dalle rime alla composizione secondo versi tradizionali. Teresa parla sì in versi, ma questi sono trovati e dominati non dall'io poetico che solitamente domina, nella modernità, i testi poetici, ma proprio e solo dall'io privato, esistenziale. -
Vite in chiaroscuro
Uomini e donne dentro storie che si sviluppano dalla parte dei perdenti, tre storie per sette temi narrativi. Che sono i rapporti nel chiuso della famiglia, l'amore anche senile, la fuga, l'avventura, le ossessioni, il rifugio nella fantasia, il dramma della guerra. Roberto Curatolo racconta osservando da dentro il cono d'ombra in cui vive la quasi totalità degli esseri umani, e la campionatura affascina. -
Cocci d'infinito
Questo libro racconta un viaggio alla ricerca di se stessi e della profondità dell’esistenza. C’è pessimismo, c’è solitudine, c’è straniamento nelle poesie di Pietro Cappai. La loro forza è proprio in questa consapevolezza dei nostri limiti, nella caducità della nostra esistenza, nell’idea che ci sia sempre una mancanza a renderci fragili e sofferenti. Cappai racconta una disperazione ma lascia indizi di sopravvivenza, piccoli segnali di fumo nel deserto. Per ritrovare se stessi, il proprio nome. Soprattutto la propria vocazione a vivere senza finzioni. -
Volusiano. Dramma spirituale di un magistrato del IV secolo vissuto nella villa del Casale di piazza Armerina
Visitando a piazza Armerina la villa romana del Casale, ci si immerge in un mondo ricco di immagini e di particolari che danno subito l'idea dell'ambiente culturale dei suoi abitatori espressi da mosaici vivacissimi, narrano con efficacia gli usi, i costumi del tempo, il fasto e l'indole di proprietari che avevano, nell'interno della Sicilia, un buon retiro non meno prestigioso di una reggia romana. Chi erano i proprietari della villa? È la domanda che si pone il visitatore. Da chi era frequentata nelle manifestazioni pubbliche? Quali erano le loro aspirazioni? Quali rapporti sociali esistevano fra Volusiano e i coloni che coltivavano il vasto possedimento che raggiungeva Filosofiana. A queste domande ha dato risposta Malfa, dopo uno studio approfondito di testi storici e di documenti epistolari poco noti. Infatti ha ricostruito il linguaggio del tempo, giungendo ad una felicità espressiva degna della migliore letteratura classica. Col metodo della scomposizione e della ricomposizione degli strutturalisti francesi, ha reso intelligibile l'abbondante epistolario di Volusiano a Nicomaco, ricavando episodi e travagli psicologici che altrimenti si sarebbero perduti. -
Il barone rosso leader maximo della Sinistra siciliana
La copertina ci dice chiaramente che il protagonista del libro di Maurizio Di Fazio è il senatore siciliano Mirello Crisafulli, personaggio politico ennese (molto discusso per le sue frequentazioni) dai modi bruschi e sbrigativi ma dai fatti concreti e di sostanza. Un esempio per tutti la realizzazione dell'Università Kore di Enna, fonte di crescita culturale e, si spera, occasione di sviluppo economico per tutta la provincia. Il libro è un mosaico ben congegnato con tutti i tasselli al loro posto che adeguatamente delineano non solo la figura e la personalità del senatore Mirello Crisafulli, ma anche le vicende, i retroscena e le realizzazioni che hanno caratterizzato la sua carriera politica. Fra i tanti articoli di giornali che compongono il libro ci sono quelli a firma di Pietrangelo Buttafuoco, Giuliano Ferrara, Enrico Del Mercato che impreziosiscono e completano l'organicità del libro rendendone più gradevole la lettura e ci fanno comprendere meglio il personaggio politico che è ritenuto il leader maximo della Sinistra siciliana. -
Pizza, quanto ne sai veramente? 7 grandi bugie svelate dall'autore della pizza più cara d'Italia
Le fregature peggiori nel mondo della ristorazione derivano da una manipolazione del cliente che avviene ancor prima che questo entri in un locale: marketing di bassa lega, giornalismo d'accatto, luoghi comuni e frasi fatte ti portano fuori strada senza che te ne accorgi. Se vuoi liberarti dalle false credenze dell'ambiente, proviamo a smontare assieme, pezzo per pezzo, le sette grandi bugie del settore più diffuse con cui ci manipolano a tavola. Il marketing si occupa di studiare la psicologia della vendita, e non c'è niente di male in questo, ma c'è tanta differenza fra persuadere e manipolare, e qui ne parleremo diffusamente. ""Se gestisci una pizzeria o una attività nel food o se, semplicemente, sei un amante di uno dei prodotti culinari italiani più famoso al mondo, allora questo libro si trova nelle mani giuste"""". Prefazione di Stefano Versace e introduzione di Salvatore Massimo Fazio."" -
Verità nascoste. Inganni millenari che ci rendono schiavi
Cos'è l'anima? A che serve? Qual è il suo fine? Chi la possiede e chi no? Perché non ci viene consentito di instaurare un contatto con lei e di acquisire le sue potenzialità? Da sempre l'umanità si è interessata di conoscere ciò che le gira intorno, di comprendere le sfaccettature di ciò che compone la materia e l'universo, ma non si e mai interessata di conoscere la parte più profonda di se stessa, ovvero la sua parte animica e coscienziale. Perché? Perché i filosofi greci scrissero sul timpano del tempio di Apollo: «Conosci te, stesso è conoscerai gli dei e l'universo». Perché nella Bibbia una massima recita: «E voi conoscerete la verità e la verità vi farà liberi?» Il motivo per il quale questa memoria merita, di essere letta sta nel fatto che l'autore, durante i suoi studi e le sue ricerche, ha scoperto qualcosa fuori da ogni considerazione accademica: un disegno che avvolge e penalizza l'uomo ma soprattutto la sua natura divina. Prefazione di Varo Venturi. -
Cleopatra la schiava dei romani. Viaggio introduttivo nella terra dei faraoni
Con il titolo Cleopatra la schiava dei romani, l'autore intende introdurre i lettori in un viaggio nella terra dei faraoni, partendo dalle prime dinastie fino all'ultimo periodo che abbraccia la storia dei Tolomei, con l'ultima regina di questa dinastia: Cleopatra VII. I detrattori della regina Cleopatra e, primo fra tutti Cesare Ottaviano Augusto, oltre che Calpurnia, la moglie di Gaio Giulio Cesare, e alcuni storiografi dell'epoca imperiale, hanno appositamente operato una disinformazione e una distorsione della verità affinché la regina fosse colpita dalla damnatio memoriae. E così è stato. Su di lei è fiorita ogni sorta di leggenda. Quando si leggono le descrizioni che di lei ci hanno lasciato gli autori filo augustei e augustei, bisogna fare molta attenzione e vagliare accuratamente le numerose presunte ""notizie"""" oltre a indagare anche tra autori più neutrali o contrari al pensiero e alla critica imperiale. Alcuni autori ce la descrivono colta, poliglotta, scienziata, filosofa; altri di una spregiudicata sfrontatezza sessuale; altri ancora tanto crudele da eseguire personalmente sadici esperimenti su esseri umani condannati a morte. Ma quanto di questo è frutto della propaganda ostile alla regina e quanto invece esagerato dalla sua stessa corte? Di certo la sua storia fu segnata dall'incontro con gli uomini più potenti del suo tempo che, pur sedotti dal suo fascino fatto di intelligenza e cultura, riuscirono a piegarla ai loro progetti politici. Progetti che Cleopatra accettò per trarne vantaggio per il suo regno, per se stessa e per i suoi figli."" -
Grand tour dell'Etna. Un vulcano senza tempo
L'Etna è il vulcano attivo più alto d'Europa, ma è anche la montagna che ha profondamente plasmato il territorio e il carattere della sua gente. Ne esploreremo i misteri e i sentieri. Oltrepasseremo i confini della realtà scavando tra i miti e i racconti popolari. Ci immedesimeremo in descrizioni e versi, in resoconti di viaggio e di ricerche scientifiche dei primi viaggiatori del Grand Tour, giunti in Sicilia dalla seconda metà del 1700. In questo viaggio, a ritroso nel tempo, conosceremo personaggi illustri e altri meno conosciuti che giungono in Sicilia spinti da diverse motivazioni: la storia, la letteratura, l'arte e la scienza, tutti ugualmente attratti dal fascino vulcanico dell'Etna. L'ascesa al cratere ha inizio dalla città di Catania, distrutta e ricostruita dalla lava, si attraversano i fertili campi e i paesi alle pendici dell'Etna. La zona di deserto lavico si fa sempre più vicina e, prima di affrontare la scalata ai crateri sommitali, si è soliti fare una sosta da cui si riparte a notte tarda per attraversare l'orrido paesaggio e giungere al cratere prima del sorgere del sole. Qui, l'odore di zolfo, il vento e un religioso mistero avvolgono il viaggiatore in una nube di assoluto stupore. Da qui lo sguardo domina su un paesaggio sorprendente fatto di fuoco, di terra, di mare e di cielo, aperto su vasti orizzonti. Un ricco corredo fotografico di illustrazioni d'epoca e di immagini attuali ci aiuteranno a comprendere alcuni aspetti di questo vulcano. Il fascino dell'Etna non ha confini né di tempo, né di spazio; le emozioni che esso suscita sono immutate come il fuoco delle sue eruzioni e rappresenta un forte richiamo per viaggiatori di ieri e di oggi. È questo il gigante che il viaggiatore osserva intimorito, ammira stupito e ricorda per sempre estasiato. Su tutti il vulcano lascia un segno e l'illusione di averlo conquistato, ma, di fatto, siamo noi a essere conquistati dalla Montagna delle Montagne: l'Etna. -
Morte quotidiana
Questa importante opera affronta, con una capacità descrittiva degna di Zola, la vita di una famiglia distrutta dalla noia e dallo squallore. Un romanzo di più ampio respiro rispetto al possibile analogo ""La nausea di Sartre"""", perché, a differenza del romanzo dell'intellettuale francese, cala quel rigetto nella vita in una dimensione concreta e materiale, della vita di tutti i giorni e ha un coraggio quasi spietato a raccontare il dramma di una famiglia, ma forse di un'epoca intera, senza retorica. Emerge poi, non esplicitamente citato, il tema caro alla mistica universale quale quello della """"morte in vita"""", solo rovesciata di segno. I personaggi sono ritratti a meraviglia, indugiando in particolari tutti mai superflui. A Pillat basta un tocco di penna per tratteggiare interi mondi, esteriori e interiori. Il romanzo si apre con una scena che farà ricordare al lettore La finestra sul cortile di Hitchcock, anticipando però la pellicola di otto anni, e si sviluppa intorno alle miserie e alle sofferenze di una famiglia borghese lungo una sola giornata, ricordando in ciò l'Ulisse o La signora Dalloway. Sin dalle prime pagine il lettore non potrà non chiedersi se in fondo a questa morte quotidiana ci sia qualche raggio di luce e di vita."" -
Aspettando l'apocalisse
In quest'opera, l'autore ci fa conoscere la Legione Arcangelo Michele, il movimento ""fascista"""" e cristiano fondato nel 1927 da Corneliu Zelea Codreanu e rimasto attivo sino al 1945, in Romania. Le autorità staliniste credettero ne fosse un elogio, quando invece Pillat voleva soltanto evidenziare in senso molto critico un fenomeno unico non solo della storia romena, ma anche europea. Per questo motivo fu processato. Il romanzo fu terminato nel 1948 e nel 1955 l'autore ne dattilografò due esemplari riveduti e corretti, sottoponendoli ad alcuni amici per averne un giudizio. Dopo il processo, che si concluse con una pesante condanna, le due copie parvero esser state distrutte, sicché Pillat ritenne per sempre perduto il romanzo, morendo con questa convinzione. Nel 2010, però, ne fu per caso rinvenuta una copia presso gli archivi del Consiglio nazionale per lo studio degli archivi della Securitate - CNSAS e subito stampato grazie a Monica, figlia di Dinu, e dello scrittore Gabriel Liiceanu, patron di Humanitas, la più grande casa editrice romena, e discepolo di Noica. Per la prima volta qui si apre uno squarcio schietto sul Movimento legionario, con l'intento di osservare quel fenomeno unico e sconcertante in maniera critica."" -
Negli occhi di Enzo. Conversazione sul Novecento e oltre con l'avvocato Enzo Trantino
Vita, storia, memoria. Negli occhi di Enzo è una passeggiata nel Novecento e oltre con un testimone irripetibile, l'avvocato Enzo Trantino. Un principe del Foro ma anche un protagonista della politica, delle istituzioni e della cultura del nostro Paese, a cavallo tra la sua Sicilia e Roma, dove ha servito per nove legislature come deputato, ricoprendo anche il ruolo di sottosegretario agli Esteri nel primo governo Berlusconi. Dalla militanza nel Partito monarchico di Alfredo Covelli alla confluenza nel Movimento Sociale Italiano di Giorgio Almirante, che l'avrebbe voluto suo successore, dalla nascita di Alleanza nazionale alla destra sociale e conservatrice moderna incarnata da Giorgia Meloni, Trantino racconta al giornalista Valerio Musumeci settant'anni di storia politica italiana, tracciando un bilancio del passato ma immaginando anche una traiettoria per il futuro. Ma l'avvocato ripercorre anche alcuni dei maggiori processi del Novecento, vissuti in prima persona nelle aule dei tribunali, dall'ultimo “delitto d'onore”, avvenuto proprio a Catania negli anni ‘60, al Maxiprocesso di Palermo, passando per la strage di piazza Fontana e quella del Rapido 904. E ancora la stagione dei delitti di mafia, da Carlo Alberto Dalla Chiesa a Giovanni Falcone e Paolo Borsellino, fino alle uccisioni degli amici e colleghi Serafino Famà ed Enzo Fragalà, colpevoli soltanto di aver svolto “con disciplina e onore” la professione forense. Un cammino ricco di incontri, aneddoti, rivelazioni, dall'estrema provincia siciliana ai palazzi del potere romani, dalle aule di giustizia a quelle parlamentari, dai corridoi delle biblioteche alle redazioni dei giornali, arricchito da numerose testimonianze inedite raccolte dall'autore. In ordine rigorosamente alfabetico, quelle di Salvo Andò, Pietrangelo Buttafuoco, Giuliana De Medici, Pietro Isgrò, Enzo Mellia, Antonello Piraneo, Rosario Pezzino, Ruggero Razza, Alessandro Sacchi e Luciano Violante. Non una biografia, non un'intervista, non un romanzo, ma una conversazione a cuore aperto: l'unica formula possibile per raccontare questa storia, che è la storia di un uomo ma anche di una Nazione. Negli occhi di Enzo c'è tutto questo, e molto altro: ci siamo tutti noi. -
Lo spirito e l'arguzia
La collana ""Cultura dell'anima"""" fu ideata da Giovanni Papini e pubblicata da Rocco Carabba dal 1909 al 1938, per un totale di 163 titoli. Dal 2008 la casa editrice Carabba ha deciso di ripubblicare, in ristampa anastatica, nella sua interezza la collana """"Cultura dell'anima"""" in un arco di tempo di cinque anni, con l'uscita di circa trenta volumi annuali."" -
Ikonoklast. Oksana Shachko: arte e rivoluzione
“Una donna ucraina”. Una frase che evocava una fanciulla appariscente oppure una signora un po’ brusca ma bonaria, la classica “badante” pilastro di migliaia di famiglie italiane. Insomma, una sirena tentatrice o una figura protettiva e materna, due ruoli archetipici che attingono entrambi, seppure in maniera diversa, da un pregiudizio etnico e sessista, e collocano la donna ucraina (la mitica “donna dell’Est”) in una posizione eternamente subordinata. Una donna sottomessa, che ha solo il proprio corpo come risorsa per sopravvivere in un mondo che può desiderarla, sfruttarla, o compatirla, ma mai considerarla una pari. Uno stereotipo che è stato fatto a pezzi dalla guerra della Russia contro l’Ucraina, e che Oksana Shachko aveva cercato di ribaltare già dieci anni fa con la campagna “L’Ucraina non è un bordello”. La Shachko, co-fondatrice del gruppo Femen, tentava di disintegrare i simboli del patriarcato trasformando l’esibizione spudorata del proprio corpo in un potente strumento di lotta. E così anche le sue opere. Postfazione di Anna Zafesova.