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Un lieve disordine
La raccolta ""Un lieve disordine"""", tradotta in italiano da Mario Scotognella, fu scritta da Jonathan Keates in un arco temporale di dieci anni. Si tratta di quattro novelle nelle quali è pervasiva la presenza dell'Arte, demone che ognuno dei protagonisti crede di poter afferrare. Le aspirazioni di ciascuno, tuttavia, si scontrano con le difficoltà di un tempo e un luogo difficili, vale a dire l'Italia preunitaria col suo sfondo di complotti, di violenza repressiva, di dolore impotente e di idealità confuse. Vi si intravede lo stesso senso di smarrimento e di incertezza morale che incombono sull'Italia di oggi. """"Uno studio più approfondito della storia italiana e della sua cultura - scrive Keates - ha notevolmente inciso sulla mia capacità di comprenderla a fondo. In più è cresciuta la mia conoscenza dell'Italia in sé, della sua lingua e della sua gente. Sento, nondimeno, che questa Italia immaginaria, ricostruita da uno scrittore inglese, possegga una certa attendibilità e sono lieto di sottoporla, finalmente, al giudizio dei lettori italiani""""."" -
Il poeta e i pazzi. Episodi della vita di Gabriel Gale
Straordinario romanzo in forma di racconti, ""Il poeta e i pazzi"""" (1929) riformula le regole del poliziesco attraverso il personaggio di Gabriel Gale, pittore e poeta in grado di tracciare la personalità dei criminali come un modernissimo profiler. Gilbert Keith Chesterton, l'immaginifico creatore di personaggi come Padre Brown, inaugura la nascita del giallo psicologico. Il detective non è più un superuomo dotato di conoscenze e capacità incredibili, ma un """"uomo più degli altri"""" che, scandagliando gli angoli bui del proprio animo, vi riconosce le zone d'ombra dove nascono i crimini. Ma Gabriel Gale spingerà le sue indagini molto più in là: non basta scoprire perché un uomo è morto, il detective filosofico deve farci intuire come restare vivi, conservando la sanità interiore in un mondo che pare averla smarrita. Questa prima edizione integrale presenta gli otto capitoli del ciclo narrativo di Gale in una nuovissima traduzione, arricchita da un apparato di note e un'introduzione indispensabili per comprendere il genio di Chesterton."" -
Censimento degli invisibili
Gli ultimi, coloro che vivono in eterne periferie, dell'anima e dello spazio, ai margini della storia; quelli di cui ci si ricorda solo attraverso statistiche e numeri. Sono loro i protagonisti di Censimento degli invisibili, un duplice e coraggioso viaggio, reale e immaginario, che Cavoni fa snodare lungo due distinti versanti narrativi; da una parte gli invisibili che affiorano dalla realtà, fino a farsi cronaca: malati, migranti, vittime di guerre e regimi; dall'altra il simbolo di un altro viaggio che rispecchia la ricerca di senso di ogni persona. Solo la poesia può predisporsi a un censimento di tutto ciò, cose e persone, che pur viaggiandoci accanto sembrano invisibili. Figure e storie che entrano tutte in un gigantesco museo dell'inquietudine. La seconda sezione ""Ulisse all'idroscalo"""" si pone infatti come il diario personale di un viaggio che partendo dal cuore dell'Europa, arriva alle radici universali dell'umano. Il calvario di Ulisse è quello di ognuno di noi. """"Arriva la fine della poesia / senza aver aperto il pacco delle promesse / in cui non c'era un biglietto per l'infinito / in prima classe, ma solo un semplice giro / intorno al perdono, dietro casa""""."" -
Condannato a vita. Storia di ipocondria e precariato
Lorenzo vive limitato dall'ipocondria. Il cibo, l'igiene, il lavoro, gli spostamenti, il sesso: tutto è un problema a cui pensare ossessivamente. Viviamo la sua routine fatta di paranoie e gabbie emozionali, arrivando a riderne pur provando pena. La ""voce dell'ipocondria"""" suona nella sua testa e ci appare in tutta la sua feroce invadenza. Un evento inaspettato lo porterà, contro la sua volontà, ad affrontare la vita reale mettendo a dura prova la spessa corazza che lo difende da tutte le emozioni, positive e negative."" -
Città senza mura
Flavio Pagano mostra come la creatività scaturisca dalla quotidianità che improvvisamente irradia nuovi significati, poiché letta da una percezione che vede lo straordinario nell'ordinario, capace di narrare non solo le più piccole delle ""sfumature"""" della vita, ma anche gli eventi più dolorosi. Nella sua poesia c'è un'idea di stringersi a raccolta, fare muro, difendersi a oltranza. Ma i suoi versi - sciolti, esametri, settenari o endecasillabi - diventano trasparenti a svelare pensieri e sentimenti, a sbloccare l'anacronismo di scrivere che, da sempre, è il culmine di un percorso di resistenza. Perché l'intento è di resistere disseminando poesia che, malgrado tutto, continua a essere motore di conoscenza e meraviglia. Il titolo di questa raccolta di versi prende spunto dalla poesia """"Felicità"""". La metafora della felicità come stato di grazia, inverosimile e tuttavia irrinunciabile, è resa dall'immagine della città senza mura, la cui vera difesa è di tutt'altra natura. Solo l'amore offre all'uomo riscatto dalla sua condizione di precarietà, colmando il vuoto che il nostro stesso desiderio genera dentro di noi."" -
Carlo Orelli, l'ultimo fante. La Grande Guerra sul Carso
Carlo Orelli nacque a Perugia il 23 dicembre del 1894. Tra i primi soldati a superare il fronte austro-ungarico, fu l'ultimo fante italiano a poterlo raccontare. Vissuto tutta la vita a Roma, a 21 anni, dopo una breve esperienza come operaio, si arruolò. Grazie alla penna del narratore e poeta Nicola Bultrini, Orelli ha descritto ciò che la sua memoria ha sempre conservato. Con la mente ha lasciato Roma e la sua Garbatella per tornare sul Carso, dove ha combattuto. Ne esce un diario equilibratissimo senza ridondanti emozioni, ricco di particolari che di quella guerra trasmettono disumanità e dolore, coraggio e senso del dovere, in molti casi eroismo e martirio. ""Lo sai che significa una guerra? È la morte. E nessuno ha piacere... alla guerra"""". La vicenda di Carlo Orelli - che è morto nel 2005 - è una testimonianza storica oggi quanto mai preziosa."" -
Poesie scelte
"Kishwar Naheed è un'autrice pakistana di straordinaria grandezza, le cui poesie in lingua urdu hanno segnato in modo profondo la storia della letteratura del Pakistan. Vengono in mente i racconti dell'immenso Sadaat Hasan Manto, lo scrittore 'nato indiano e morto pakistano' che aveva sempre condannato la Partizione del subcontinente. Anche Kishwar Naheed è nata indiana e si trova oggi a essere cittadina del Pakistan. Anche le opere della Naheed non celebrano un solo paese e non sono espressione di una sensibilità femminile esclusivamente pakistana. I versi contenuti in questo libro, sono la voce lirica, vibrante e temeraria di una donna che ha scelto di parlare per sé e, nell'utilizzare la parola come una spada, ha incalzato, combattuto e ferito una folta schiera di benpensanti, bigotti e ottusi moralisti di regime. Nonostante i tentativi di contenere la sua voce critica e sferzante, le poesie di Kishwar Naheed hanno conosciuto un successo straordinario. Sono certa che questa prima collezione di poesie, dedicate in particolar modo alle battaglie delle donne, conquisterà anche le lettrici e i lettori italiani."""" (La curatrice)" -
Nel mondo e nella vita. Etica, poesia e amore nel «Padmavat» di Jajasi
Il Padm?vat (""Il poema della donna di loto"""") è una delle opere più importanti delle letterature di ogni tempo e cultura. Scritto nella prima metà del '500 dal poeta sufi Malik Muhammad Jayasi, celebra l'amore come strumento di perfezionamento della vita umana e come fondamento di un'etica di positiva partecipazione al mondo. Basato su narrazioni regionali dell'India del nord e su eventi storici precedenti, il Padm?vat è anche un'enciclopedia della cultura indo-musulmana del tempo: un amalgama di tradizioni colte e popolari, di città e villaggi, di corte e di ascesi, popolato di personaggi dalle qualità e debolezze universali. Questo libro conduce il lettore alla scoperta della poesia, dell'umanità, della bellezza dell'opera di Jayasi, illustrandone i versi più criptici come quelli più lirici, contestualizzandone trama e influssi narrativi, proponendo una valutazione del contributo dei sufi indiani alla costruzione di una cultura inclusiva e moderna. Adatto a un pubblico colto come ai semplici appassionati di religioni dell'India, ai praticanti di yoga o coloro che apprezzano il fascino delle grandi storie d'amore."" -
Omaggio a Guru Gobind Singh. Un ritratto di Khushwant Singh
Al di fuori della comunità Sikh, Gobind Singh (1666-1708), decimo e ultimo Guru dei Sikh, rimane una figura sostanzialmente sconosciuta. E quelle poche informazioni che sono comunemente note, riportano molto spesso una versione distorta della realtà. ""Da qualunque punto di vista lo si osservi - scrive Khushwant Singh, autore di questa eccellente biografia, inedita in Italia - Guru Gobind fu uno degli uomini più straordinari di tutti i tempi. Aveva il dono della poesia, era un guerriero coraggioso e intrepido e un'idealista convinto che fosse necessario lottare per i propri ideali. Ed egli lottò contro pesanti avversità, sacrificando i quattro figli e migliaia di seguaci per quello che credeva fosse un dharma yug: una battaglia per il bene. Tutto ciò per cui i Sikh sono nati, il loro valore in battaglia, il loro spirito di iniziativa, il loro cameratismo e il loro amore per la vita, lo devono a quest'uomo: Gobind Singh. Se le tradizioni inaugurate del Guru sono destinate a scomparire, è indubbio che morirà con loro anche la comunità Sikh. Questa, costituisce di per sé una ragione sufficiente a riesaminare la vita e gli insegnamenti del Guru""""."" -
Storie di uno che voleva scrivere
Forse nessuno lo sa, ma non sono gli scrittori che inventano e scrivono storie, sono le storie che si impossessano degli scrittori e li obbligano in ogni modo e maniera ad essere impresse su carta. Questo è ciò che si legge tra le righe di questo divertente e ironico libro, dove aspiranti scrittori cercano di trovare la strada verso la propria realizzazione. Una trama originale e accattivante, che tiene incollato il lettore alle pagine grazie a uno stile narrativo fresco, diretto, a tratti pungente e irriverente che riesce sempre a strappare a chi legge, a volte un sorriso altre volte una bella risata di cuore. Marco Roncaccia non racconta solo se stesso, ma le vicissitudini, le inquietudini, gli ostacoli e i dubbi che assalgono chiunque è intenzionato a vivere l'avventura del romanziere, trasformando questo libro, sicuramente non in maniera intenzionale, in una divertente bibbia per aspiranti scrittori. E come ogni testo sacro che si rispetti, anche questo libro ha la sua ""Genesi"""", un racconto geniale dove Iddio crea l'incipit, ma poi..."" -
La coesione delle molecole
«Forse non avrete la fortuna, come ho avuto io, di andare a spasso con un poeta. Ma a voi, lettori illuminati che avete tra le mani questo libro prezioso e fragile, basterà senz'altro leggere le sue poesie e guardare le sue fotografie per capire. Delle sue parole vi giungeranno la musica e i silenzi, del suo sguardo vi colpirà la penetrante profondità, dei passi vi resterà l'eco della loro leggerezza. (da ""A spasso con un poeta. A GG da MM"""", di Mara Matta) """"Gli atomi si diradano e non riconosci più le vecchie molecole [...] nuove molecole giocheranno la danza degli atomi"""". In questo gioco la scrittura svolge un ruolo fondamentale nel riavviare il processo, rappresenta quella spinta all'azione, alla vita, alla ricerca di un senso altrimenti inafferrabile: """"Basterà una matita nuova per ricominciare da capo, o crederlo"""". Non una penna però, affinché di nuovo si possa cancellare, correggere, e nuovamente ricominciare. Questi versi sorretti da onestà morale e nobiltà di spirito ci ricordano l'importanza dell'attenzione contemplativa, dell'osservazione rispettosa di se stessi e degli altri: """"Ora è tempo del gentile microscopio"""".» (dalla Prefazione di Maria Laura Gargiulo)"" -
Quartetto sabino. Racconti di una terra antica vista da un'americana
Le quattro novelle - una per stagione - che compongono Quartetto Sabino della scrittrice del New England Gail Spilsbury seguono le vicende dell'artista americana Julie Barrett, che ha cominciato una nuova vita negli oliveti della Sabina, regione storico-geografica dell'Italia centrale, situata tra Umbria, Lazio e Abruzzo. Julie scopre che in Sabina molto dipende dalle differenze culturali, che influiscono non poco sul giudizio che si dà al comportamento delle persone. Ma il tempo che vive nella Terra dei Sabini le insegna che deve fidarsi, come persona e come artista, del Genius Loci, inteso non solo come l'insieme delle caratteristiche naturalistiche, architettoniche, socioculturali, di linguaggio, di abitudini che caratterizzano un luogo, ma anche come «base per lo studio dei fenomeni concreti della vita quotidiana». Perché è solo in questo modo che si può realmente afferrare il Genius Loci, lo ""spirito del luogo"""" che gli antichi riconoscevano come """"quell'opposto"""" con cui l'uomo deve confrontarsi per """"abitare nella possibilità""""."" -
L' allevatore di gorilla
I racconti de ""L'allevatore di gorilla"""" forniscono un affresco del Marocco sorprendentemente moderno. Sorprendono nello scrittore portegno la capacità di documentare e il suo cinismo, che non risparmia nessun ambiente, nessuna classe sociale. Lo scrittore si interessa alla vita in tutte le sue forme: dalla miseria più cupa fino alla ricchezza più ostentata, passando per l'umiliazione degli uomini e delle donne in lotta per l'acquisizione di un pezzo di pane, per l'ansia di soddisfare i bisogni di viaggiatori e turisti in cambio di qualche moneta. Le città e la loro gente sono il debole di Roberto Arlt. I suoi protagonisti sono interessanti: furbi mendicanti, spie, loschi affaristi, schiavi, maghi, contadini, trafficanti nonché donne affascinanti e misteriose, ingenue viaggiatrici, che sono forse le vere protagoniste di questi racconti. Leggendoli d'un fiato si ha l'impressione che Arlt abbia preso febbrilmente appunti scritti e fotografici. Il cinismo e l'ironia emergono grazie a particolari spesso macabri, dominati dal gusto di sorprendere e possibilmente spaventare, disorientandoci con l'estrema modernità delle scelte stilistiche e delle vicende descritte."" -
Sulle ali di stelle
È la storia di Ermanno, un tredicenne che, per un quinquennio rimane succube di Giovanni, un adulto con una natura mefistofelica. Egli entra inizialmente nella vita di questo giovane, in modo quasi eroico, sottraendolo a un pestaggio, poi scoprendone subito il carattere buono, ed essendo di famiglia benestante, gli tesse pian piano la propria ragnatela intorno a lui, in modo da averlo per sempre suo buon prigioniero. Cominciando a comprometterlo in situazioni, dapprima imbarazzanti, come in quelle sessuali, poi sempre più pericolose e punibili dalla legge; dal vandalismo, alla prostituzione, per finire nella droga. Ermanno ricattato da lui fin dal principio con delle foto molto compromettenti, un giorno non potendone più, si ribella e lo uccide involontariamente. Liberatosi finalmente dal suo aguzzino, adesso però, per egli inizierà il tormento e la paura di essere scoperto dagli investigatori. Nella sua angoscia, troverà in Amanda, un ermafrodita innamorata segretamente di lui, che lo aiuterà a venirne fuori, venendo di conseguenza sospettata lei. Poi, Ermanno per una serie di vicissitudini articolate e inverosimili, scorgerà sia la propria essenza spirituale che il vero amore. -
Galleria delle bellezze. Ediz. illustrata
Ludwig I di Wittelsbach, re di Baviera (1786-1868) amò molte donne (dicono 38), di diversa estrazione sociale ma con un tratto in comune: la bellezza. Di 24 di esse, il pittore Joseph Stieler, tra il 1827 e il 1843, eseguì il ritratto. Tali dipinti si trovano nel castello di Nymphenburg, nei sobborghi di Monaco, in un apposito padiglione denominato ""Galleria delle bellezze"""" (Schönheitengalerie). Alcuni di questi ritratti sono stati qui rielaborati in forma di collage a colori, con lo scopo di mettere in rilievo, simbolicamente, alcuni aspetti della condizione e del carattere femminile."" -
La porta del gatto
Il protagonista Tony Assante vive nel ""giardino degli Aquiloni"""", una struttura d'accoglienza nata da un progetto con i suoi amici per trascorrere l'inevitabile vecchiaia. In questo luogo sereno ognuno si lascia andare ai ricordi del passato. Tony racconta la sua vita partendo dalla tragica esperienza del coma. Un susseguirsi di eventi che spesso oltrepassano la dimensione della realtà."" -
Senza pietà
Prefazione di Augusto Grandi. Violento, spietato, a volte disgustoso, ma capace anche di improvvisi, e totalmente inattesi, momenti di tenerezza. È il mondo raccontato da Federico Depetris. Una realtà metropolitana, dichiaratamente frutto di visioni, di incubi, più che di sogni. Ma forse, purtroppo, un mondo reale nella sua totale alienazione, nella sua disperazione assoluta. -
La luna intera
Amaranta è una giovane praticante in uno studio legale. A seguito di una ""proposta indecente"""" del suo superiore lascia il suo posto di lavoro accorgendosi, però, di non avere idea di che cosa fare. Arriverà in suo soccorso l'amica e coinquilina Emma che la spingerà ad intraprendere un viaggio con destinazione la piccola ma accogliente Rivabella. Il viaggio di Amaranta, tuttavia, non sarà solo fisico ma anche, e soprattutto, interno e """"spirituale"""". Nella località della Riviera, Amaranta scoprirà se stessa, le sue potenzialità e la capacità di ricominciare da capo, ritrovando la sua vera strada."" -
Il club dei poeti
Un indiano che parla con gli spiriti, un affascinante e riservato cubano, un genio dei computer, un eccentrico tassista, l'arrogante e aggressivo capo gruppo e una trentenne ultraricca, pazza e viziata. Sarà questo il gruppo a cui Lorelay deciderà di affiancarsi per cercare di risolvere i suoi problemi economici, scoprendo un paese sommerso nella superstizione, dove, a detta degli oriundi, il Diavolo fa la sua apparizione ogni vent'anni, le streghe si radunano nei sabba, e le ragazze più belle possono essere colpite da maligni incantesimi. -
In fondo cercavamo solo un po' di silenzio
La storia, intricata, si scopre un po' alla volta e tiene in sospeso e nel dubbio fino alla fine. Quelle dei protagonisti sono tutte anime in cerca di pace, di silenzio, come dice il titolo del romanzo, perché è già insopportabile il rumore che proviene dal loro intimo. Sono le grida di dolore e le richieste d'aiuto che emergono dai loro cuori feriti. ""In fondo cercavamo solo un po' di silenzio"""" è un romanzo straziante che solo chi ha voglia di fare i conti con le proprie sofferenze può accostarsi a leggere. Si resta inevitabilmente segnati dalle ferite dei protagonisti, che tuttavia facciamo nostre e che ci fanno avvicinare ad essi con sentito e sincero desiderio di confortarli. Ognuno di noi, nasconde qualche piccolo o grande dolore in fondo al cuore o in un angolo segreto della propria anima che lo tormenta e quindi, può rispecchiarsi nel protagonista o in uno degli altri personaggi descritti dall'autore.""