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Triste, solitario y final
È raro che una parodia superi l'originale ma Triste, solitario y final (1973), del grande scrittore argentino Osvaldo Soriano, è anche un'elegia, per il romanzo giallo e per il cinema. Soriano, infatti, resuscita Philip Marlowe, l'investigatore privato di Raymond Chandler diventato oggetto di culto tra i fans del sottogenere, e lo mette sulle piste di Stan Laurel e Oliver Hardy, John Wayne e Charlie Chaplin. Un eroe dell'""hard-boiled school"""" si ritrova faccia a faccia con il vecchio cinema: un commosso, irriverente ricordo di due miti nordamericani diventati universali."" -
Alcune questioni di filosofia morale
Tra il 1965 e il 1966 Hannah Arendt tenne due corsi universitari, il primo alla New York School for Social Research e il secondo all'Università di Chicago, intitolato ""Proposizioni morali fondamentali"""". Il corso alla New School fu suddiviso in quattro lunghe lezioni. Questo volume contiene il testo delle lezioni tenute a New York, a cui sono state aggiunte in nota le variazioni più rilevanti del corso di Chicago."" -
Buono da mangiare
Dalla preistoria ai giorni nostri, dai riti sacrificali all'hamburger del fast-food: appassionante come la trama avventurosa di un romanzo, la ricerca dell'antropologo americano conduce il lettore a continue scoperte, avvicinandolo a gusti e disgusti noti e ignoti, ciascuno specchio di storie affascinanti e di realtà all'apparenza inspiegabili. -
Molestie morali. La violenza perversa nella famiglia e nel lavoro
Questo libro affronta un tema di drammatica attualità, che comincia a essere studiato dagli psicologi e considerato anche dalle organizzazioni del lavoro. Il ""mobbing"""" è al centro dell'attenzione di molte riviste e giornali. È possibile distruggere qualcuno con le parole, gli sguardi, i sottintesi: espressioni come violenza perversa o molestia morale si rifescono a questo tipo di situazioni. Con l'apporto di numerose testimonianze, l'autrice analizza le peculiarità dei rapporti perversi e mette in guardia contro ogni tentativo di banalizzazione. Che si tratti di una coppia, di una famiglia o degli impiegati di un'azienda, il processo che porta le vittime nella spirale della depressione, se non al suicidio, è lo stesso."" -
I ricordi
"I colloqui con se stesso"""" (più noti come """"I ricordi"""") raccolgono dodici libri di meditazione, scritti durante le numerose campagne militari condotte in Asia Minore dal grande imperatore e filosofo che resse le sorti di Roma sul finire del II secolo. Essi rappresentano il documento principale della sua fama letteraria e filosofica. 'I ricordi' raccolgono schegge, sentenze e aforismi. Ogni scritto è sorretto da una morale stoica secondo le cui dottrine Marco Aurelio fu educato negli anni trascorsi, come erede di Adriano a Annio Vero, alla corte imperiale." -
Fiabe
Da Cappuccetto rosso a Hänsel e Gretel, Cenerentola, Biancaneve, Pollicino: le favole che raccontano attraverso storie di nani, giganti, apparizioni angeliche e stregonesche, voci buffe e solenni, tutte le paure e le gioie autentiche dell'uomo. ""All'arte della traduttrice, Clara Bovero - scrisse Italo Calvino a proposito di quest'edizione - si deve la limpidezza con cui risaltano i vari registri stilistici del dettato popolare, e la spontaneità con cui anche poesiole e filastrocche sembrano nate nella nostra lingua""""."" -
I promessi sposi-Storia della colonna infame
«Leggetelo di nascosto, sotto il banco, come fosse un libro proibito» – Umberto EcoLa storia nota di un curato di campagna pauroso e vile che, minacciato dai bravi, si rifiuta di sposare due giovani, è il capolavoro della letteratura italiana dell'Ottocento. Manzoni trova la forma e la lingua perfette solo alla terza edizione, a cui aggiunge Storia della colonna infame: ideale conclusione del romanzo, racconta il processo contro due presunti untori, ulteriore esempio di oppressione dei potenti nei confronti degli umili. I promessi sposi sono, in questo senso, affresco e sintesi della società italiana di ogni tempo: la prepotenza di don Rodrigo, l'ingenuità di Renzo, l'innocenza di Lucia, il coraggio di padre Cristoforo... Ma soprattutto la vigliaccheria di don Abbondio, un brav'uomo che fa quel che deve; ma a fare di piú, se c'è da mettersi in mezzo, proprio non ci sta. Studiati, parodiati, usati come modello, I promessi sposi raccontano un'Italia che non è cambiata mai. -
Tutti i racconti
Il volume raccoglie, per la prima volta, tutti i racconti di Primo Levi, lo scrittore-chimico che si è rivelato come testimone dell'esperienza del lager per affermarsi poi come narratore e saggista. Il libro, curato da Marco Belpoliti, consente al lettore di seguire lungo un percorso coerente lo sviluppo narrativo e stilistico di Primo Levi, evidenziando i molti aspetti dell'opera dello scrittore: le storie autobiografiche ambientate nel lager, i racconti fantastici, i racconti di atmosfera onirico-kafkiana, i racconti di animali costruiti come apologhi morali. -
L' Einaudi in Europa (1943-1957)
Con la caduta del fascismo ma soprattutto alla fine della guerra, la casa editrice Einaudi avvia una politica di sprovincializzazione della cultura italiana che si traduce in un'attività di consolidamento delle relazioni con i paesi e gli editori europei. Se già durante gli anni dell'esilio in Svizzera Giulio Einaudi inizia a riallacciare i contatti interrotti progettando con Ernesto Rossi una collana di ""Éditions européennes"""", è solo nel dopoguerra che riesce a stringere rapporti e contratti con case editrici come Gallimard, Albin Michel, Allen & Unwin, Lawrence & Wishart, Suhrkamp o con agenzie letterarie come la sovietica Mejdunarodnaia Kniga. I libri che importa subiscono trasformazioni: cambiano lingua, veste, forma, si adattano al nuovo contesto. Una molteplicità di figure interviene in questo processo: traduttori, redattori, direttori di collana, perfino correttori di bozze. Allo stesso periodo risalgono i primi tentativi di esportare la cultura italiana all'estero, come quello condotto in Inghilterra per far tradurre le """"Lettere dal carcere"""" di Antonio Gramsci. Piero Sraffa, professore a Cambridge, svolge un ruolo cruciale in queste trattative. Così come è cruciale, in altre mediazioni, quello svolto dai consulenti Einaudi che i percorsi della vita hanno condotto all'estero: Giaime Pintor, ufficiale di stanza a Vichy durante la guerra; Franco Venturi, addetto culturale all'ambasciata italiana a Mosca nel 1947-50..."" -
Daddy
Un libro magistrale e provocatorio in cui il desiderio si fa ossessione, il sesso un'arma, la giovinezza un'esca. Al centro, padri e maschi inadeguati, inetti, perduti, quasi sempre colpevoli nelle complicate relazioni tra uomini e donne, genitori e figli. Dopo il successo de Le ragazze, un'opera tesissima e meravigliosa, che conferma l'impressionante capacità di Emma Cline di immergerci in un mondo vibrante di umanità e ferocia.«Lo stile è sempre alto, ricercato, ma più asciutto, a tratti ironico, scevro dai rischi del virtuosismo che taluni critici imputavano al primo romanzo» - Alessia Rastelli, la Lettura«Cline ha un dono eccezionale per lo stile, ma è la sua penetrante comprensione delle bassezze della contemporaneità a far vibrare di vita i suoi racconti» - The New York Times Book Reviewrn«Un libro scritto così bene che viene voglia di leggere e rileggere tutti i racconti, di rifletterci, di parlarne assolutamente con qualcuno» - The Washington Postrn«Splendido e selvaggio» - The Guardianrn«Storie perfettamente calibrate che confermano l’enorme talento di Emma Cline» - EsquirernUna famiglia perfetta, forse troppo, si riunisce per il Natale sotto lo sguardo di un papà pieno di colpe. Un'aspirante attrice decide di vendere la propria biancheria intima su Internet per arrotondare. Un uomo scopre quanto suo figlio possa diventare crudele. Una giovane baby-sitter provoca uno scandalo e capisce quanto le piaccia stare al centro dell'attenzione. Sono solo alcuni dei racconti di Daddy, che dimostrano, ancora una volta, la profonda conoscenza di Emma Cline degli esseri umani e la sua strepitosa maestria nel linguaggio. -
Danza delle ombre felici
Nel racconto 'Il cowboy della Walker Brothers' è il rapporto tra padre e figlia a dominare i pensieri della bambina, fiera del privilegio di attraversare il territorio con un uomo disposto a portarla con sé, ma deciso a lasciarla sulla soglia del proprio mistero. ""Lo studio"""" incomincia con queste parole: """"La soluzione alla mia vita mi venne in mente una sera mentre stiravo una camicia"""". È la soluzione woolfiana della """"stanza tutta per sé"""", nel cui quieto silenzio si dovrebbe poter rimediare la libertà necessaria alla scrittura. Ma un intruso cortese si intromette in quella solitudine come un pensiero molesto, come il tarlo di un'inadeguatezza e il presagio della futura domanda: 'Chi ti credi di essere?' Quasi in risposta, Munro afferma che 'La pace di Utrecht' fu """"la prima storia che dovevo assolutamente scrivere"""", lo spartiacque artistico dopo il quale 'mi resi conto che alcune cose dovevano essere scritte da me'. Ad esempio la fuga, o meglio le molteplici fughe, da un mondo, da una lingua materna, che il morbo di Parkinson ha reso fonte di imbarazzo, dal dovere di esserci in conflitto con il desiderio di andare. (...) In 'Danza delle ombre felici' l'anziana maestra di pianoforte Miss Marsalles si ostina a invitare le madri dei suoi allievi a un noioso saggio di fine corso. Il prestigio dell'insegnante si è andato ridimensionando come le case in cui abita, e quel rinfresco estivo ha ormai assunto i contorni di un rito doveroso e snervante..."""" (Susanna Basso)"" -
Le scelte che non hai fatto
In questo libro non troverete grandi discorsi filosofici sulle scelte della vita, ma troverete molte storie, e uno sguardo che le attraversa, e vera scrittura. E molte apparenti digressioni, ad esempio su un piccolo Museo degli Amori Finiti, o su un documentario inglese che ha seguito nel tempo la vita di 14 bambini: perché la digressione è il mezzo di chi sa che stando ai bordi si vede il centro. Tutto parte da un assunto: quando facciamo una scelta, che si tratti di amore, lavoro, casa, figli, il più delle volte non è il 100% di noi a decidere: spesso, anzi, è un risicatissimo 51%. Una parte non piccola di noi continua a essere innamorata dell'uomo che stiamo lasciando, dell'appartamento da cui stiamo traslocando, del mondo che stiamo abbandonando. Nella vita, le scelte che non abbiamo fatto continuano a esistere accanto a noi. Pulsano debolmente, come potenzialità inespresse. E non occorre arrivare a provare rimpianto per volere un po' di bene a quelle vite scartate per un soffio. Sono lì, a portata di mano, e può capitare persino di andare a cercarle, come succede appunto in questo libro, nelle facce e nelle storie delle persone che hanno scelto di fare proprio le cose a cui noi abbiamo rinunciato. Per scoprire qualcosa a cui forse non eravamo del tutto preparati, perché il gioco degli specchi, si sa, non è mai scontato. ""Io cercavo pezzi della mia storia, ho incontrato altre storie. E mi sono piaciute""""."" -
Respiro corto
Come una danza leggera e sapiente, ma implacabile, Massimo Carlotto ci conduce nella orgogliosa arroganza del nuovo crimine. E racconta da par suo una grande storia, che spazia dai boschi radioattivi di Cemobyl ai caveau delle banche svizzere. Con una irresistibile gang di privilegiati. Zosim, Sunil, Giuseppe, Inez. La Dromos Gang. Si sono conosciuti studiando economia a Leeds. Brillanti, impeccabilmente vestiti, del tutto amorali ma tra loro fraterni, quattro giovanissimi con pesanti famiglie alle spalle piombano su Marsiglia da ogni parte del globo, per prendersela tutta. Sono convinti che il mondo è di chi corre veloce come il denaro, di chi corre più veloce di tutti, e il resto non merita di vivere. È subito guerra con i vecchi arnesi: un tenace boss corso di lunga carriera, e una poliziotta in disgrazia che ha un'idea tutta sua della giustizia. Mentre un narcotrafficante allo sbaraglio, che porta il nome fatale di un grande calciatore, proverà a giocare la sua esilarante, tragica partita. E Marsiglia, il luogo oggi dello scontro criminale per eccellenza, dove i conflitti si risolvono a colpi di kalashnikov, diventa l'epicentro di un sisma vastissimo, dalle conseguenze del tutto imprevedibili. -
L' arte del dissenso. Pittura e libertinismi nell'Italia del Seicento
La pittura del Seicento in Italia non è contrassegnata esclusivamente dal trionfo del linguaggio barocco, o dal vagheggiamento di un bello ideale, rifugio degli intellettuali di matrice classicista. E infatti, nel secolo di Galileo, dell'atomismo, del meccanicismo, come avrebbe potuto il mondo dell'arte figurativa ignorare le teorie scientifiche e filosofiche, rimanendo completamente impermeabile agli inediti sguardi sul cosmo, sulla natura, sulla storia? D'altro canto, un libertinismo proteiforme, che interessa i vari campi del pensiero e dell'agire umano, percorre l'intero secolo, in modo più o meno carsico, manifestandosi, anche nella produzione artistica, attraverso un atteggiamento che rivede criticamente i valori correnti sostenuti dalla cultura ufficiale nei vari settori del sapere, della religione, della politica e della morale. L'autrice, dunque, allargando la sua indagine dall'ambiente degli artisti a quello della committenza, individua il collegamento di specifici temi e iconografie, distintivi della produzione pittorica seicentesca (quali la ""pittura filosofica"""" o quella di genere), alla speculazione dei novatores, formulando originali letture di dipinti famosi di Guercino, Rubens, Grechetto, Salvator Rosa e altri pittori attivi in Italia nel XVII secolo."" -
L' arte espansa
In questo libro, il cui titolo prende spunto dal testo di Gene Youngblood, ""Expanded Cinema"""", l'autore sostiene che è avvenuta una profonda destabilizzazione del sistema artistico, da lui definita come la svolta """"fringe"""" dell'arte contemporanea. Molte barriere tradizionali sono crollate; si è aperto un orizzonte enormemente più vasto all'interno del quale è difficile orientarsi. Esso comporta molti pericoli, ma offre al contempo nuove opportunità per chi voglia avventurarsi su questo terreno, a condizione di saper trasformare le molte informazioni disordinate e frammentarie di cui disponiamo in un discorso coerente che costituisca una nuova conoscenza estetica in grado di indirizzare un'attività artistica avvincente. La singola produzione artistica non basta più a se stessa, ma richiede per la sua comprensione un corredo di dati che sollecitino la massima attenzione e le conferiscano legittimità e autorevolezza: Perniola introduce perciò il neologismo di """"artistizzazione"""" e si sofferma sulle operazioni che la rendono possibile."" -
Il momento è delicato
Fin dagli esordi il racconto è stato una delle forme preferite da Niccolò Ammaniti. Questo libro ne raccoglie sedici, una piccola summa introdotta dall'autore stesso. Storie che nascono ""da una semplice (e spesso inverosimile) ipotesi"""", da domande che si affacciano sull'assurdo. E ci portano in territori dove non esistono confini tra normalità e follia, tra quotidiano e fantastico. Dove a trascinare il lettore è un ritmo irregolare e perfetto. Perché entrare nel mondo di Ammaniti è come fare un giro sulle montagne russe: ci si muove per scarti imprevisti, rallentamenti inattesi e cadute precipitose."" -
La storia di Genji
"Il 'Genji monogatari' viene spesso indicato come il primo esempio di romanzo psicologico. Se simili attribuzioni suonano sempre alquanto arbitrarie, leggendolo non si può evitare di avvertire quanto si proceda in profondità nello scandagliare l'animo umano e come il quadro che ne deriva sembri spesso in sintonia con il modo di sentire di oggi. Da questo punto di vista, esso merita a buon diritto il titolo di classico della letteratura universale, sebbene solo di recente, in pratica poco più di cento anni, sia entrato nell'orizzonte culturale occidentale e abbia preso a influenzarlo. La sua modernità risiede nella precisa volontà dell'autrice di non limitarsi a presentare intrecci tali da attirare l'attenzione e distrarre dalle pene quotidiane, ma anche di trasmettere sensazioni e sentimenti nella convinzione che altri possano e debbano condividerli. (...) Da questo punto di vista il collegamento con i grandi romanzi occidentali appare inevitabile, ma ogni forma di confronto, classificazione e competizione si rivela alla fine incongrua. Si può dire che Murasaki Shikibu ricorda nelle sue introspezioni Proust o che il 'Genji monogatari' sta al mondo cortese dell'anno Mille come 'Madame Bovary' sta al mondo borghese dell'Ottocento. Ma il 'Genji monogatari' non può non essere letto, analizzato, se possibile apprezzato, come un'opera profondamente, organicamente medievale. (...)."""" (dall'introduzione di Maria Teresa Orsi)" -
Il bestiario del papa
"Dal 13 marzo 2013 siede sull'antica cattedra di Pietro un pontefice che, primo nella storia, ha scelto il nome di Francesco, il santo che ancora oggi tutti associano all'amore nei confronti dell'ancor più antico miracolo della natura creata e dei suoi animali. Certo, i tempi cambiano, e l'enciclica Laudato si' del 2015 è stata debitamente definita 'ecologista' dai media per le novità che contiene. Ma in realtà, papa Francesco si riallaccia a una tradizione, tanto remota quanto ininterrotta, che associa animali e pontefici in un rapporto simbolico e metaforico di stupefacente coerenza, pur nell'estrema varietà dei messaggi. Una storia, anzi un insieme di storie per narrare le quali nessuno strumento ci è parso altrettanto opportuno della più veneranda delle enciclopedie: un bestiario. Nel corso delle pagine che seguiranno, cercheremo di costruirne uno assai particolare, popolato di colombe, draghi, cavalli, asini e cammelli, pappagalli, fenici e pavoni, aquile, leoni, leopardi, corna di ceraste e corni di unicorni, oltre che di orsi ed elefanti, allo scopo di comprendere in qual modo tutti questi animali abbiano contribuito a creare e poi accompagnato - talvolta senza soluzione di continuità e per molti secoli - l'autoaffermazione simbolica del papato nel suo divenire storico e istituzionale; oppure, al contrario, siano stati usati per criticare o delegittimare il pontefice e la Chiesa""""." -
L'isola del tesoro
La fantasia e il dilemma della scelta. Il gioco e il dramma del mare, della guerra e della morte. L'Isola del Tesoro contiene tutto questo insieme a quasi tutti i sentimenti, alle virtú piú nobili e ai peggiori peccati: la lealtà, il coraggio, la paura, il tradimento, la ferocia. E li avvolge in uno scenario di acque e rupi, di spiagge e di taverne, che sono sogno e realtà del diventare adulti.«Sin dall'infanzia, Robert Louis Stevenson per me ha incarnato la felicità» – Jorge Luis Borges«""L'Isola del Tesoro"""" diventerà certamente un classico – anzi lo è già e resterà tale... con le sue stravaganze e le sue divertenti arditezze, con gli echi di ballate e di antichi racconti, tocca tutte le corde dei nostri affetti» – Henry James«Ogni sera, il padre di Robert Louis Stevenson raccontava a se stessso avventure di pirati, di ladri, di briganti e di veccchi marinai. Il figlio faceva lo stesso: la sera si raccontava storie d'avventura, e le sognava nelle ore notturne. Quando, nel settembre 1881, cominciò a scrivere L'Isola del tesoro, gli parve di attingere a un patrimonio famigliare.» Inizia così il saggio di Pietro Citati che introduce questa edizione del romanzo più popolare di Stevenson e le avventure dell'Hispaniola, di Long John Silver, l'ammutinamento, i pirati..."" -
I racconti
Un libro che raccoglie le diverse varietà della scrittura di Volponi, con esiti in molti casi non inferiori a quelli dei suoi più ammirati romanzi.Chissà come è arrivata questa pestilenza: prende chi gli pare e nessuno sa come resisterle anche perché ci siamo arresi ancora prima di prenderla. Ormai è tardi.""Volponi non ha mai pubblicato un libro di racconti, ma ne ha scritti in diverse fasi della sua vita. Questo volume li raccoglie tutti. Da Annibale Rama, centrato sulla messa a punto di un personal computer (nel 1965!) ad Accingersi all'impresa, la storia di un antiquario ossessionato dalla ricerca delle lastre di rame originali di alcune incisioni del Canaletto; da La fonte, il racconto di un mondo più violento e feroce che mai durante la peste a Siena nel 1348, a Iride, splendido ritratto di donna, una sindacalista che vive da sola in un quartiere popolare di Milano. E poi favole crudeli, apologhi politico-filosofici, e i racconti giovanili. """"In Talete, come in altri racconti, si rende apprezzabile il tema volponiano della speranza utopica: si istituisce, infatti, una solidarietà fra l'utopia espressa sul piano dei significati (il saggio morente e sconfitto, toccato dalla luce, così come il tordo, il grifone, la suora degli altri racconti) e l'utopia espressa sul piano dei significanti, dove la lingua dei colori e dei corpi e le scaglie di luce, in prossimità della morte dei personaggi, parlano sempre del futuro, del non-ancora-esistente, riproponendo intatta l'unità di violenza e di grazia che sostiene l'intera scrittura di Volponi."""" (dalla prefazione di Emanuele Zinato)""