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La vita dispari
Finalista al Premio Campiello 2019rnrnPaolo Colagrande compie un prodigio, perché in queste pagine – dove Gianni Celati incontra Woody Allen – il godimento vivissimo di una scrittura straordinaria va a braccetto con un'allegria contagiosa.rn«Il romanzo di Paolo Colagrande fa ruotare intorno al protagonista pettegolezzi, riflessioni intermittenti, buchi e vuoti: il lettore è accompagnato ad assistere alla deriva del racconto stesso, in un gioco di specchi. Perché così è la vita...» - La Letturarn«Un racconto originale, condotto con una scrittura scorrevole, costellata di considerazioni psicologiche e filosofiche, venata di ironia» - Settern«Buttarelli provava a fare quello che vedeva fare agli altri, con enorme fatica. A volte riusciva a reggere la parte per un tratto breve, ma era come se a un certo punto si ritrovasse nel fitto di un bosco senza piú il sentiero tracciato, e allora era piú prudente tornare indietro»rnLa vita dispari è la pirotecnica, profonda ed esilarante parabola umana di un ragazzino che vede solo una metà del mondo, destinato a diventare un adulto che vive solo a metà. E se metà fosse meglio di tutto? La «vita dispari» è quella che – ridendo di noi stessi – conduciamo tutti noi a qualsiasi età quando tentiamo di indovinare la parte mancante delle cose. Quando Buttarelli scompare – e intorno alla sua figura si crea un alone di mistero – non resta che raccogliere, per tentare di fare un po' di chiarezza o forse per aumentare la confusione, la testimonianza del suo amico nullafacente Gualtieri. Ecco che allora si snoda una trama di malintesi e incastri rovinosi, sempre all'insegna del paradosso: la silenziosa guerra con la preside Maribèl, la passione per Eustrella, il fidanzamento simultaneo con otto – otto – compagne di scuola, gli strambi insegnamenti esistenziali impartitigli dal padre putativo, il matrimonio con Ciarma, l'infatuazione per una certa Berengaria. Il mondo, visto dagli occhi di Paolo Colagrande, è un posto in cui l'uomo è stato messo per sbaglio. O per far ridere qualcuno che, di nascosto e da lontano, lo sta osservando. -
L' occhio del monaco. Testo originale a fronte
Luce ovunque, dava un'idea complessiva del suo percorso di poeta. Ora questo nuovo libro si pone probabilmente al vertice, non solo cronologico, di tutta la sua produzione.rnNooteboom è uno dei maggiori scrittori al mondo. Ha scritto romanzi, racconti, reportage di viaggio. Ma lui si considera ed è soprattutto, prima di tutto, un poeta. rn Trentatré poesie, tutte con lo stesso schema metrico. Ognuna è la descrizione di un sogno. Immagini ricorrenti provengono dal luogo dove sono state scritte: una piccola isola del Mare del Nord battuta da un forte vento e illuminata da un faro isolato. Un'isola reale ma anche archetipica: scenario ideale per il flusso di materiali onirici. Cosí le immagini surreali - angeli, conigli, la vecchia madre scomparsa da anni, ecc. - si mescolano alle dune e ai venti dell'isola, a navi di passaggio, alla luce ritmica del faro che entra nel sogno. E non si sa piú che cosa è sogno e che cosa è isola. Ma la differenza - questo lo si capisce bene - non ha alcun senso. -
Idda
Un appassionato romanzo sull'identità, la memoria, la potenza carsica delle relazioni. Michela Marzano ci consegna il ritratto indimenticabile di due donne che, pur appartenendo a mondi diversi e lontani, trovano inaspettatamente l'una nell'altra ciò che avevano perduto. rn«Michela Marzano torna al romanzo. Un'anziana malata e una donna che standole vicino rimette in discussione il passato, perché accanto a chi perde la memoria, ripercorri il passato» - Brunella Schisa, Il VenerdìrnAlessandra è una biologa che insegna a Parigi, dove abita con Pierre. Da anni non va nel Salento, il luogo in cui è nata e che ha lasciato dopo un evento drammatico, perché non riesce a fare i conti con le ombre della sua famiglia. Quando Annie, l'anziana madre di Pierre, è ricoverata in una clinica perché sta progressivamente perdendo la memoria, Alessandra è costretta a rimettere tutto in discussione. Chi siamo quando pezzi interi della nostra vita scivolano via? Che cosa resta di noi? Svuotando la casa della suocera, che deve essere messa in vendita, Alessandra entra nell'universo di questa stenodattilografa degli anni Quaranta, e pian piano ne riscostruisce la quotidianità, come fosse l'unico modo per sapere chi era, adesso che smarrendosi Annie sembra essere diventata un'altra. Nel rapporto con lei, ogni giorno piú intimo, Alessandra si sente dopo tanto tempo di nuovo figlia, e d'improvviso riaffiorano le parole dell'infanzia e i ricordi che aveva soffocato. È grazie a idda, ad Annie, che ora può affrontarli, tornando là dove tutto è cominciato. Bisogna attraversare le macerie, recuperare la propria storia, per scoprire che l'amore sopravvive all'oblio. -
L' architetto come intellettuale
Chi è l'architetto oggi? Nella quasi totalità dei casi, è un professionista il cui mestiere consiste fondamentalmente nel soddisfare, con un impegno e una competenza variabili da individuo a individuo, le richieste della committenza, senza tuttavia alcuna capacità o ambizione di proporre, della città e della società in cui vive, una visione complessiva, e soprattutto critica Che non sempre sia stato cosí lo testimonia una tradizione che, da Leon Battista Alberti a Aldo Rossi, ha visto spesso l'architetto rivestire il ruolo dell'intellettuale: non soltanto quello di ideatore di edifici ma anche quello di autore di «interpretazioni del mondo», in grado, se non immediatamente di modificarlo, almeno di metterlo in discussione. Nel corso della storia gli architetti sono stati via via consiglieri, propositori, pensatori, sognatori, utopisti. Da qualche decennio a questa parte, però, qualcosa sembra mutato: questi ruoli sembrano non appartenere piú ai compiti – e all'orizzonte d'interesse – dell'architetto. Da intellettuale operante a mero esecutore di progetti (per quanto complessi e impegnativi questi possano essere), la traiettoria segna un'involuzione evidente. Alcuni interrogativi s'impongono a questo punto: esiste ancora, nel panorama odierno, qualche architetto erede di quella nobile tradizione? E inoltre: serve ancora l'architetto intellettuale nella società attuale? E servirà in futuro? -
Un paese lontano. Cinque lezioni sulla cultura americana
Nell'osservare la tradizione del romanzo, Franco Moretti ha inaugurato ricerche che hanno immesso aria nuova nelle asfittiche stanze della saggistica letteraria. Allo stesso modo, quando ha affrontato all'Università di Stanford l'insegnamento della «Literary History», decise di tracciare percorsi interdisciplinari inconsueti, incrociando letteratura, cinema e pittura per ripensare l'approccio alla materia. rn«Le cinque ""lezioni americane"""" di Franco Moretti, noto teorico letterario, restituiscono i contorni del cosmopolita intelletuale italiano, con un'oscillazione (simbolica) del suo pendolo professionale da Salerno a Stanford» - Massimiliano Panarari, Il VenerdìrnIl libro raccoglie cinque di queste lezioni esemplari, alla base delle quali vi è la scommessa che ogni insegnante dovrebbe imporsi per svolgere al meglio il proprio compito di fronte a studenti che spesso di storia della letteratura sanno poco o nulla. Cinque saggi brevi e compatti, che individuano alcuni concetti fondamentali della modernità, per riflettere criticamente sullo sviluppo planetario dell'egemonia culturale americana, accostando Whitman a Baudelaire, il western al film noir, Hemingway a Joyce, Miller a Brecht, oppure Vermeer a Hopper e Rembrandt a Warhol. Riflessioni critiche e puntuali analisi stilistiche evidenziano dissonanze, antitesi e conflitti, e compongono una sorta di breviario di educazione estetica, utile a illustrare le diverse realtà culturali e le metamorfosi delle forme artistiche all'interno di distinti contesti sociali, tra Vecchio e Nuovo mondo. Con una missione: risvegliare in ogni lettore il «senso di meraviglia per quel che la letteratura sa fare», dimostrando soprattutto che «vale la pena studiare la letteratura, e non solo leggerla per piacere». «Un sogno, o forse un'ossessione. Nulla deve fermare la marcia della carovana: una preghiera mormorata in fretta, e i morti vengono lasciati per sempre alle spalle; una bambina nasce, e dopo qualche ora è già sul carro. La vita è al tempo stesso implacabilmente quotidiana – sempre lí a far bollire il caffè, a rammendare calzini e lavare l'unica camicia decente – e del tutto imprevedibile: un pericolo che non viene tanto da altri esseri umani (benché il conflitto con gli """"indiani"""" compaia in quasi tutti i film sulla migrazione verso ovest), quanto dall'ostilità della natura: fa sempre troppo caldo, troppo freddo, troppo secco, troppo vento… pioggia, polvere, neve, montagne, rapide…» «L'opera di Edward Hopper è insieme una lontana eco di quella di Vermeer, e il suo rovesciamento. Anche qui, vita di ogni giorno: ma la vivacità dell'Olanda del Seicento è ricaduta nelle antiche associazioni del termine """"quotidiano"""": un che di incolore, mesto, monotono, privo di storia. […] Una vita privata senza vita; e giú in strada, una sfera pubblica senza pubblico. Farmacia : chiusa. Domenica mattina : vuota. È domenica mattina, e dalle ombre si capisce che è presto, dunque è logico che non ci sia in giro nessuno. Ma in arte la causalità è sempre teleologia mascherata: nessuno aveva costretto Hopper a dipingere una farmacia dopo l'orario di chiusura, o una strada all'alba; se lo ha fatto, è perché voleva dipingere lo spazio pubblico come un deserto. È la vera e propria impresa dei Nottambuli : infilare quattro persone... -
La verità al potere. Sei diritti aleatici
Per il pensiero liberale una «politica della verità» è un'assurdità e un pericolo, il principio di una società dogmatica, paralizzata da un potere totalitario e ingiusto. È davvero cosí? La teoria sviluppata in questo libro rovescia l'ipotesi. Uno sguardo piú attento al ruolo del vero e del falso nelle nostre vite ci fa capire che oggi il destino della libertà e della giustizia è inestricabilmente legato al concetto di verità. Ma si tratta di guardare alla verità in un modo diverso: considerando anzitutto il suo speciale potere in democrazia, in cui le credenze (vere, false, incomplete o distorte) dei cittadini orientano le stesse condizioni della vita pubblica. Contro la proliferazione del falso e dell'insensato, una nuova politica della verità deve tutelare, per tutti noi, il diritto alla verità non soltanto in relazione al bisogno di sapere, ma anche al bisogno di essere garantiti in quei beni e valori critici che si legano a un uso razionale delle conoscenze. Ci servono nuovi diritti, e una nuova idea di politica democratica, per tutelare il nostro bisogno di verità e fermare la circolazione incontrollata di insensatezze e falsità dannose per tutti. -
Lezioni di felicità. Esercizi filosofici per il buon uso della vita
Se per guardare la vita con piú leggerezza prendessimo in prestito la saggezza degli antichi? Un viaggio sorprendente alla ricerca di noi stessi e della felicità.rn«Il pregio del saggio è quello di rendere attuale il sapere, decontestualizzando i testi e restituendo aneddoti, frammenti storici, piccoli suggerimenti» - Maria Anna Patti, Robinsonrnrn«All'improvviso ogni cosa si fa spaventosamente semplice. Mi curerò con la filosofia, come gli antichi. Questi libri che non sfioravo da anni, non solo devo tornare a leggerli: devo lasciare che mi insegnino qualcosa, che mi educhino. Ho bisogno di una scuola, e di scuole, la filosofia greca ne ha prodotte a bizzeffe. Comincerà cosí, ora che ne ho piú bisogno, ora che avrei cose ben piú urgenti di cui occuparmi, la mia ricerca della felicità».rn Che cosa succederebbe se di punto in bianco decidessimo di conoscere noi stessi al modo degli antichi Greci? E se per farlo ci scegliessimo per maestri Pitagora e Parmenide, Epitteto e Pirrone, Epicuro e Diogene? Potremmo scoprire che le scuole dell'antichità non hanno mai chiuso davvero – non finché penseremo alla felicità come a un destino da conquistarci. Attraverso la cronaca di sei settimane «filosofiche», ciascuna vissuta nel rispetto dei precetti di una diversa scuola, Ilaria Gaspari ci guida in un insolito esperimento esistenziale, a tratti serissimo, a tratti esilarante. Scopriremo cosí che piegandosi alle regole astruse del pitagorismo si può correggere la pigrizia patologica, mentre i paradossi di Zenone mettono a nudo certe strane contraddizioni nel modo in cui siamo abituati a considerare il ritmo della vita. E se essere epicurei non è cosí piacevole come sembra, il cinismo può regalare gioie inaspettate. Un esercizio di filosofia pratica che ci insegnerà a sentirci padroni dell'attimo che fugge. -
Uno splendido isolamento
Una terra ferita e bellissima. Una donna che mette in discussione il suo passato e il suo presente. Un uomo che combatte per un sogno di giustizia e libertà.rn In una grande casa, immersa nel verde sterminato della campagna irlandese, vive Josie, una donna rimasta ormai sola con i ricordi di un matrimonio infelice. Fino a quando nella sua esistenza non entra McGreevy, un membro dell'Ira inseguito dalla polizia e dall'esercito, che in cerca di un rifugio irrompe tra le mura del suo isolamento. Nell'oscurità e nel silenzio di quella casa, da cui non possono uscire, lentamente si avvicinano: lei vede in lui il figlio che non ha mai avuto, lui le fa comprendere il dramma del loro popolo. Con una scrittura potente e piena di grazia Edna O'Brien ci mostra due solitudini distanti, che si specchiano l'una nell'altra e si riconoscono, ma alle quali il destino tragico della storia non lascerà scampo. Traduzione di Anna Bassan Levi. -
Il lato oscuro di Nane Oca
Questo quarto e ultimo libro della saga è anche una summa e un riepilogo dell'intero ciclo, con una pirotecnica passerella finale di tutti i personaggi del Pavano Antico che hanno animato i romanzi precedenti. «Voglio vedere cosa fanno i ladri e gli assassini, i vigliacchi e i traditori. Voglio vedere cosa fanno quelli del malaffare e capire cosa sia il sangue cattivo». Cosí dice Nane Oca all'inizio della storia. Il suo sarà un lungo viaggio che lo porta in tutti i continenti. Vedrà stragi, carneficine, esplosioni di bombe, parlerà con massacratori, aspiranti martiri, ma anche eremiti e animali sapienti. Alla fine, trovato il vero re del mondo e passato attraverso il corpo del Leviatano, riuscirà a tornare sano e salvo, e piú saggio, fra i suoi amici dei Ronchi Palú, dove tutto era cominciato nel lontano 1992, quando Scabia scrisse il primo romanzo di Nane Oca. La magistrale scrittura di Scabia ancora una volta scioglie le profonde competenze antropologiche, mitologiche, filosofiche e teologiche dell'autore in invenzione linguistica, in visione poetica, in leggerezza fiabesca. Come si può sconfiggere il male del mondo? Attraversandolo senza lasciarsene contagiare. Ma non è facile nemmeno per chi possiede il momón... -
Il libro di Joan
Il libro di Joan è una straordinaria storia d'amore e di lotta che ci ricorda che il futuro è ancora tutto da immaginare.rnrn«Lidia Yuknavitch riesce a mettere insieme gli X-Men e Judith Butler» - Vulture rn «Il libro di Joan è l'incrocio perfetto tra un romanzo postapocalittico e un poema erotico» - The Spectatorrn«La visione del futuro di Yuknavitch sovverte tutto quello che pensiamo di sapere sul sesso, l'identità, la politica, il potere, l'amore» - Financial TimesrnrnAnno 2049. Il riscaldamento globale e le guerre hanno ridotto la Terra a un cumulo di macerie inabitabili. Chi ha potuto permetterselo è scappato su una stazione orbitale diventata l'enclave di ricchi privilegiati su cui governa un dittatore ancora piú ricco e privilegiato. I pochi resistenti si tramandano la leggenda di una giovane donna, forse una pazza, forse una terrorista, forse una santa, che potrebbe salvarli. Ma Joan è morta: è stata giustiziata anni fa. O cosí si dice… In questi tempi oscuri sembra che l'unico realismo possibile sia la distopia. Pochi altri libri sono stati accolti come il romanzo di Lidia Yuknavitch al suo apparire: Il libro di Joan è stato salutato come la piú precisa e cruda cronaca dell'oggi, quasi che solo un racconto di fantascienza (ma di una fantascienza completamente nuova, visionaria e «inaudita») potesse rendere conto di un presente allucinato e violento. Un potere maschile opprimente e violento che dispone del corpo delle donne come una risorsa da prosciugare; le diseguaglianze economiche che rendono il pianeta inabitabile tanto quanto il cambiamento climatico provocato da quelle stesse logiche inique; il discorso politico che fomenta il risentimento attraverso lo spauracchio dell'emergenza continua; la nostalgia di un passato immaginario come unica, posticcia, via di fuga: di tutto questo la Yuknavitch fa il materiale grezzo di un racconto ustionante, un viaggio fantastico tanto estremo quanto emozionante. Fantascienza classica e femminismo radicale, Margaret Atwood e Kathy Acker, «new weird» e Donald Trump. La cronaca del domani è stata raccontata molte volte: ma mai cosí. -
Niente caffè per Spinoza
Vincitore del Premio John Fante Opera Prima 2020 Lei gli legge i filosofi e gli riordina la casa, lui le insegna che nei libri si possono trovare le idee giuste per riordinare anche la vita. Perché lui è un anziano professore capace di vedere nel buio, lei una giovane donna che ha perso la bussola. «Un romanzo delicato, filosofico (ho contato quarantacinque citazioni), ironico e originale» - Brunella Schisa, Il VenerdìE mentre il sole entra a secchiate dai vetri, mentre il libeccio passa «in un baleno dall'orizzonte al midollo, modificando i pensieri e l'umore», il profumo della zuppa di lenticchie si mescola ai Pensieri di Pascal, creando tra i due un'armonia silenziosa e bellissima. «Bisogna che io legga nelle cose piccole verità universali. Ma mi occorre la sua collaborazione», dice il Professore a Maria Vittoria. E non resta che dargli ragione, perché in fondo siamo tutti responsabili della forma che imprimiamo alla felicità, nostra e degli altri. Quando all'ufficio di collocamento le propongono di fare da cameriera e lettrice a un vecchio professore di filosofia che ha perso la vista, Maria Vittoria accetta senza pensarci due volte. Il suo matrimonio sta in piedi «come una capannuccia fatta con gli stuzzicadenti» e tutto, intorno a lei, sembra suggerirle di essere arrivata al capolinea. Il Professore la accoglie nella sua casa piena di vento e di luce e basta poco perché tra i due nasca un rapporto vero, a tratti comico e mordace, a tratti tenero e affettuoso, complice. Con lo stesso piglio livornese gioioso e burbero, Maria Vittoria cucina zucchine e legge per lui stralci di Pascal, Epitteto, Spinoza, Sant'Agostino, Epicuro. Il Professore sa sempre come ritrovare le verità dei grandi pensatori nelle piccole faccende di economia domestica e Maria Vittoria scopre che la filosofia può essere utile nella vita di tutti i giorni. Ogni lettura, per lei, diventa uno strumento per mettere a fuoco delle cose che fino ad allora le erano parse confuse e raccogliere i cocci di un'esistenza trascorsa ad assecondare gli altri. Intorno c'è Livorno, col suo mercato generale, la terrazza Mascagni e Villa Fabbricotti, le chiese affacciate sul mare. E una girandola di personaggi: gli amici coltissimi del Professore, la figlia Elisa, la temibile Vally, cognata maniaca del controllo, la signora Favilla alla costante ricerca di un gatto che le ricorda il suo ex marito, i vecchi studenti che vengono a far visita per imbastire interminabili discussioni. E poi Angelo, ma quello è un discorso a parte. A poco a poco Maria Vittoria e il Professore s'insegneranno molto a vicenda, aiutandosi nel loro opposto viaggio: uno verso la vita e l'altro – come vuole l'ordine delle cose – verso la morte. Senza troppi clamori, con naturalezza, una volta chiuso il libro ci rendiamo conto che la lezione del Professore sedimenta dentro a tutti noi: dai libri che amiamo è possibile ripartire sempre, anche quando ogni cosa intorno ci dice il contrario. -
Dalla cripta
Finalista Premio Dessì 2019 – sezione poesia.L'autore di Cento poesie d'amore a Ladyhawke torna a pubblicare un libro di poesia. Ma attenzione: il libro è completamente diverso.rnrn«Michele Mari dà sempre prova di grande versatilità. Questi endecasillabi riescono nell'impresa di rispondere a voci che non risuonano più» - La LetturarnrnPassati invece siamo di diritto, passanti un giorno e trapassati poi senza tensione, senza piú tragitto; frammenti di memoria, noi e voi, precipiti nel nulla a capofitto perché il passato è tutto, e siamo suoi. L'autore di Cento poesie d'amore a Ladyhawke torna a pubblicare un libro di poesia. Ma attenzione: il libro è completamente diverso. Ci sono sonetti amorosi, omaggi alla tradizione poetica italiana (Dante, Foscolo, Leopardi), poesie oscene secondo il modello comico-realistico, scherzi, versi d'occasione e perfino un poema incentrato su un giocatore del Milan degli anni Ottanta (Mark Hateley). Un libro manieristico, dunque: sapendo però che il cimento con la lingua e le forme della tradizione attraversa gran parte dell'opera di Mari anche in prosa (si pensi a Io venía pien d'angoscia a rimirarti ). Ed è proprio nel lavoro sulla lingua letteraria che Mari riesce a esprimere con maggior forza le vertigini dolorose o gioiose della propria interiorità. Dunque, «dalla cripta» dove giace la tradizione poetica italiana che oggi appare piú desueta, Mari trae materiali che gli permettono di scendere nella cripta di se stesso e trarne deliziosi scheletri.rn -
La prigione della monaca senza volto
Tre cadaveri di donna pietrificati. La Milano manzoniana del Seicento precipita nel terrore. Un nuovo caso per Girolamo Svampa. Una vicenda sconvolgente che metterà a dura prova le sue capacità e i suoi convincimenti. «La prigione della monaca senza volto ha il merito di inchiodare il lettore alla pagina senza sforzi, è una macchina del tempo ideale: comoda oltre che esatta» - Stefania Parmeggiani, Robinsonrn«Nel nuovo thriller storico, La prigione della monaca senza volto, Marcello Simoni coinvolge nella trama personaggi manzoniani. Osa, ma il risultato finale è felice, perché l'autore contemporaneo rende omaggio all'illustre predecessore, ma resta Simoni. E fa quello che sa fare meglio: costruisce una narrazione ricca di enigmi e colpi di scena, piena di dettagli storicamente accurati e dal ritmo avvincente» - Alessia Rastelli, La LetturarnAnno del Signore 1625. A Roma governa Urbano VIII, Milano è sotto il dominio spagnolo. Girolamo Svampa, sempre piú deciso a chiudere i conti con il suo nemico mortale, Gabriele da Saluzzo, viene coinvolto nell'indagine piú pericolosa della sua vita. Il rapimento di una benedettina, figlia del fedele bravo Cagnolo Alfieri, lo porta nella città ambrosiana, dove si imbatte in due enigmi. Il primo riguarda il cadavere pietrificato di una religiosa. Il secondo una monaca murata in una cripta per aver commesso crimini innominabili: suor Virginia de Leyva, la celebre Monaca di Monza. Quest'ultima sembra informata su particolari che potrebbero svelare il mistero della pietrificazione, e inizia a esercitare sull'inquisitore un pericoloso ascendente. Vittima dopo vittima, incalzato dal cardinale Federigo Borromeo – e aiutato da Cagnolo, dall'enciclopedico padre Capiferro, ma soprattutto dalla bella e audace Margherita Basile – lo Svampa scoprirà che il segreto della trasmutazione in pietra risale alle avventure occorse a un pellegrino in Egitto. E ritroverà sulla sua strada un rivale abilissimo che potrebbe risultare impossibile da sconfiggere. -
Veleno. Una storia vera
Vincitore Premio Estense 2020Anche i bambini mentono. E una loro bugia può evocare l'inferno. Una vicenda giudiziaria che ha distrutto intere famiglie. Una storia toccante che si è rivelata un incredibile caso di contagio psicologico.rn Alla fine degli anni Novanta, in due paesi della Bassa Modenese separati da una manciata di chilometri di campi, cascine e banchi di nebbia, sedici bambini vengono tolti alle loro famiglie e trasferiti in località protette. I genitori sono sospettati di appartenere a una setta di pedofili satanisti che compie rituali notturni nei cimiteri sotto la guida di un prete molto conosciuto nella zona. Sono gli stessi bambini che narrano a psicologi e assistenti sociali veri e propri racconti dell'orrore. La rete dei mostri che descrivono pare sterminata, e coinvolge padri, madri, fratelli, zii, conoscenti. Solo che non ci sono testimoni adulti. Nessuno ha mai visto né sentito nulla. Possibile che in quell'angolo di Emilia viga un'omertà tanto profonda da risultare inscalfibile? Quando la realtà dei fatti emergerà sotto una luce nuova, spaventosa almeno quanto la precedente, per molti sarà ormai troppo tardi. Ma qualcuno, forse, avrà una nuova occasione. -
L' Italia che non ci sta. Viaggio in un paese diverso
I come Italia. L'Italia che organizza da sé il futuro, non si rassegna e che Francesco Erbani racconta, dalle valli venete ai monti abruzzesi, dai borghi spopolati in Calabria al napoletano Rione Sanità. Questo libro è un viaggio in luoghi in cui è possibile osservare un'Italia in movimento, che ripopola luoghi abbandonati e custodisce un bene culturale, che applica precetti di sobrietà e di ostinazione; che crede nella dignità del lavoro, che si batte contro il suo sfruttamento e ritiene che, oltre a fornire compensi economici, essa induca un cambio di passo nella propria vita, apra inedite prospettive e svolga un servizio di cui beneficia una collettività piú vasta, di cui si avvantaggiano un luogo e un territorio. Il punto di vista che anima il viaggio è essenzialmente dal basso: il mestiere del cronista detta numerose regole, fra le quali devono primeggiare l'andare a vedere, l'ascolto, il contatto diretto – insostituibili metodi di conoscenza, potenziati e non sostituiti dalla Rete. Il viaggio si nutre delle storie concrete di persone e degli spazi in cui esse agiscono, storie individuali, piú spesso collettive, di relazioni con l'ambiente, di interlocuzione e di conflitti. -
Mars Room
Rachel Kushner, l'autrice da piú parti indicata come l'erede di Don DeLillo, ha scritto il suo capolavoro: un romanzo sulla violenza della bellezza, sull'ossessione delle nostre società per la punizione, sul sogno americano che dalle praterie sconfinate si ribalta nel chiuso di una cella o di una capanna, sulle sconfitte degli ultimi e sulle loro vittorie.rnrn «Kushner è ormai una maestra. Sinceramente non so come faccia a sapere cosí tante cose e a trasformarle in romanzi tanto avvincenti e affascinanti». - George Saundersrn«Kushner fa i conti con Dostoevskij e le sue idee sull'innocenza e il male. Mars Room incede come una muscle car, rombando sulle autostrade della tua mente». -The New York Timesrn« Mars Room merita di essere letto con la stessa quantità di passione, amore e umanità con cui è stato scritto». - Publishers WeeklyrnrnrnUn cellulare della polizia percorre le strade deserte nella notte californiana. Le detenute vanno trasferite quando cala il buio, per tenere distante dagli occhi della gente perbene quel branco di ladre, mogli assassine e madri degeneri. Romy Hall è seduta a bordo, e cerca di farsi gli affari suoi: una delle prime regole che s'imparano in prigione. Di lei non sappiamo molto. Sappiamo però che ha ucciso un uomo e per questo è stata condannata. È successo quando faceva la spogliarellista al Mars Room. Alcuni clienti optavano per il «pacchetto fidanzata» e uno di loro, Kurt Kennedy, si era convinto che lei fosse davvero la sua fidanzata, maturando una gelosia ossessiva e perversa. Romy era scappata a Los Angeles, ma non sembrava esserci modo di fuggire davvero da quell'uomo. Anche se nessuno ha ascoltato la sua versione, Romy è rassegnata ad abbandonarsi agli ingranaggi crudeli di una giustizia vendicativa, paternalista e violenta, pronta a abbandonarsi al suo destino come già faceva nella sua giovinezza randagia e disperata, romantica e perduta. Finché un giorno, anche lí, in fondo all'inferno in cui è precipitata, arriverà una notizia che cambierà tutto… -
Sopruso: istruzioni per l'uso
Nocivi contro innocui: viviamo sotto il segno zodiacale del Sopruso, immersi in un impercettibile pulviscolo di ingiustizie. Basti solo pensare alle continue aggressioni sonore, agli estenuanti allarmi acustici, alle infinite richieste con cui le amministrazioni ci molestano impunemente.rnrn «Cani, antifurto, bimbi, lupi mannari – chi fa rumore è all'oscuro degli altri , figure leggendarie di cui talvolta si favoleggia, ma che evidentemente nessuno ha mai voluto prendere in considerazione. Eppure esistono, cosí come esiste un mondo circostante, e per di piú abitato, che questo libro avrebbe l'ambizione di portare alla luce. Poi c'è la burocrazia».rn In queste pagine furibonde e paradossali, Valerio Magrelli traccia la cupa genealogia della prepotenza, per esortare alla difesa di alcuni diritti ormai dimenticati. Un medico in camice insulta un paziente sdraiato e in mutande (La Radiografia), un intero quartiere insorge contro chi spara musica (La Rivolta), un colpo in banca (La Rapina), una fila alle poste (La Raccomandata). Quattro scene madri per un unico scopo: individuare quelle vessazioni invisibili di cui siamo costantemente oggetto nel corso delle nostre giornate. Come le vittime dei «bravi» manzoniani, Magrelli ha imparato a sue spese fin dall'infanzia la grammatica dell'oltraggio, e la ricorda nell'appendice autobiografica sulla sventurata famiglia dei rosci . Da qui la conclusione: «Tutto conferma che l'Altro rappresenta la fogna dei nostri problemi, la discarica dove sversare ogni difficoltà, il monnezzaro, l'isola ecologica, senza neanche raccolta differenziata». Eppure, dopo la morte di Dio, il suo unico erede è il nostro Prossimo. Ragion per cui, alla fin fine, questo trattatello vuole essere soltanto un grido nel deserto per annunciare la religione del Rispetto. -
Il destino di Roma. Clima, epidemie e la fine di un impero
La grandiosa ricostruzione di uno dei capitoli più misteriosi della storia umana: la caduta dell'Impero romano. Il primo libro che esamina il ruolo decisivo che il cambiamento climatico e le epidemie ebbero nel crollo dell'impero: la storia del trionfo della natura sull'ambizione umana.rn«Scritto in modo stupendo, sontuoso e appassionato, davvero un gran libro di storia» - Peter Browrn«Colto, vivace e aggiornato, di gran lunga il miglior resoconto degli aspetti ecologici e ambientali della storia dell'Impero romano» - J. R. McNeillrn«Kyle Harper è il Gibbon del XXI secolo. Un libro fondamentale» - Ian MorrisrnLa grandiosa ricostruzione di uno dei capitoli piú misteriosi della storia umana: la caduta dell'Impero romano. Il primo libro che esamina il ruolo decisivo che il cambiamento climatico e le epidemie ebbero nel crollo dell'impero: la storia del trionfo della natura sull'ambizione umana. «Scritto in modo stupendo, sontuoso e appassionato, davvero un gran libro di storia». Peter Brown «Colto, vivace e aggiornato, di gran lunga il miglior resoconto degli aspetti ecologici e ambientali della storia dell'Impero romano». J. R. McNeill «Kyle Harper è il Gibbon del XXI secolo. Un libro fondamentale». Ian Morris Intrecciando una solida narrazione storica con la scienza del clima e le scoperte della genetica, Kyle Harper evidenzia come il destino di Roma sia stato deciso non solo da imperatori, soldati e barbari, ma anche da eruzioni vulcaniche, cicli solari, instabilità climatica e virus e batteri devastanti. Il racconto prende le mosse dall'apogeo di Roma nel I secolo a.C., quando l'impero sembrava una superpotenza invincibile, fino alla sua completa disfatta nel VII d.C., quando Roma era ormai politicamente frammentata e impoverita. Harper descrive in che modo i Romani cercarono di resistere a un enorme stress ambientale, finché l'impero non fu piú in grado di sopportare le sfide combinate di una piccola era glaciale e ricorrenti focolai di peste bubbonica. -
La barzelletta ebraica. Un saggio con esempi (meno saggio, più esempi)
In questo saggio scintillante Devorah Baum riflette sulle barzellette ebraiche, su ciò che le contraddistingue, su perché sono importanti per l'identità ebraica e su come funzionano. Un volume che è allo stesso tempo un compendio e un commentario leggero e penetrante.rn«Baum sviscera tutti i livelli dell'umorismo ebraico e si diletta con vari esempi che non risparmiano neanche Dio. E forse qui sta la forza dirompente di queste barzellette» - Fabrizio D'Esposito, Il Fatto QuotidianornChe cos'è che anima l'umorismo ebraico? Perché tanto spesso si pensa agli ebrei come spiritosi? Una brillante batteria di riflessioni sulle barzellette ebraiche, su ciò che le contraddistingue, su perché sono importanti per l'identità ebraica. «Che cos'è un maglione ebraico? Un indumento di lana che un figlio indossa quando sua madre ha freddo». Cosí come è accaduto per gli ebrei, la barzelletta ebraica ha viaggiato intorno al mondo, apprendendo innumerevoli linguaggi diversi, venendo raccontata di fronte a folle piuttosto ostili, ma mantenendo sempre le proprie peculiarità. E dunque, che cos'è che anima la barzelletta ebraica? Perché tanto spesso si pensa agli ebrei come spiritosi? E quanto può essere antica una barzelletta? In questo saggio scintillante Devorah Baum riflette sulle barzellette ebraiche, su ciò che le contraddistingue, su perché sono importanti per l'identità ebraica e su come funzionano. Un volume che è allo stesso tempo un compendio e un commentario leggero e penetrante. A rendere piú stimolante la lettura, la traduzione d'autore di Elena Loewenthal. -
Il morso della reclusa. I casi del commissario Adamsberg. Vol. 9
Il commissario Jean-Baptiste Adamsberg è costretto a rientrare prima del tempo dalle vacanze per seguire le indagini su un omicidio.rn «Nella nebbia ci vedo benissimo. Anzi, meglio che altrove. Quindi sarò chiaro, Danglard. Non credo a una moltiplicazione delle recluse. Non credo a una mutazione del loro veleno, cosí grave e cosí improvvisa. Credo che quei tre uomini siano stati assassinati».rn Il caso è presto risolto, ma la sua attenzione viene subito attirata da quella che sembra una serie di sfortunati incidenti: tre anziani che, nel Sud della Francia, sono stati uccisi da una particolare specie di ragno velenoso, comunemente detto reclusa. Opinione pubblica, studiosi e polizia sono persuasi che si tratti di semplice fatalità, ma Adamsberg non è d'accordo. E, contro tutto e tutti, seguendo il proprio istinto comincia a scandagliare il passato delle vittime.