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Notti stellate
Ostinato, divertente e spesso in rotta con tutti, Marcello è un eroe maldestro eppure pieno di candore. Assomiglia all'Arturo Bandini di John Fante. Ma è calato in una «vita violenta» dalla quale solo l'immaginazione può salvarlo. rnrn«Dentro la pancia di Rosa c'ero io, che arrivavo insieme al giardino. Il nome fu tanto discusso, dato che i nonni erano stati accontentati tutti. Mamma si era fissata che mi voleva chiamare Maurizio, ma a papà questo nome suonava male. Gli venne in mente allora un amico di mio fratello Antonio, un ragazzetto buono, educato, che si chiamava Marcello. Sperava che se mi metteva il suo nome uscivo come lui. Invece no: focu fu».rnrnrnMarcello è cresciuto nelle baracche lungo la fiumara di Marrani, alla periferia di Reggio Calabria, ed è alla fiumara che da bambino passa i pomeriggi. Tra carcasse di auto, elettrodomestici rotti e confezioni di caramelle scadute, in quella discarica a cielo aperto la sua fantasia trasforma tutto in gioco. È lí che porta il suo cane pieno di zecche, che sfoglia riviste porno, che si nasconde quando la madre lo fa arrabbiare. A casa non c'è nemmeno il bidet e lui dorme nel letto dei genitori: il padre zappa, e la madre, personaggio indimenticabile, per quanto ci provi non riesce ad arginare le sue rivolte; di sette figli, è proprio il piccolino a dare piú problemi. Come accade solo nei migliori romanzi, comico e tragico si fondono nelle avventure di questo ragazzino sedotto e spaventato dalle cattive compagnie, troppo povero per sognare un riscatto, ma cosí capace di meraviglia che non può non cercarlo con tutto sé stesso. -
Atlante occidentale. Con il Taccuino di Ginevra. Nuova ediz.
Un romanzo, uscito a metà degli anni Ottanta, che fece epoca misurandosi con le scoperte della fisica e anticipando alcune mutazioni radicali del nostro tempo. Viene riproposto in questa nuova edizione arricchito dal diario inedito che Del Giudice scrisse durante i giorni del sopralluogo al Cern di Ginevra prima di scrivere il romanzo. La prefazione è di un famoso fisico italiano che al Cern ha lavorato per molti anni e che, oltre ad amare il romanzo di Del Giudice, nelle pagine del diario ginevrino ha riconosciuto colleghi, situazioni e atmosfere a lui ben note.«""Atlante occidentale"""" mi ha intrigato fin dal primo momento in cui l'ho avuto fra le mani, più di trent'anni fa» – Guido Tonelli«Eccolo qua il romanzo dell'incontro fra i due esploratori: lo scrittore che scandaglia gli angoli piú intimi e nascosti dell'animo umano e lo scienziato che indaga i componenti piú minuti della materia. Due mondi apparentemente distanti che nascondono in realtà insospettabili analogie. A prima vista il mondo di Pietro Brahe è quanto di piú solido e materiale si possa immaginare: acceleratori e apparati grandi come case, magneti, rivelatori, cavi e circuiti elettronici. Ma basta scavare appena al di sotto di questa superficie per scoprire che le strutture piú nascoste e recondite della materia sono elusive, hanno forme cangianti, talvolta inafferrabili. Non cosí dissimili quindi dalle impalpabili mutevolezze che rendono imprevedibile il comportamento intimo dei protagonisti dei romanzi di Ira Epstein. Fino al punto che i due punti di vista quasi si rovesciano: """"lui vedeva cose di cui non c'era immagine"""" pensava di sé Pietro Brahe, mentre lo scrittore argomentava: """"Nel mio (lavoro), come le ho già spiegato, si vede parecchio. Si vede cosí tanto che resta ben poco da immaginare"""". Il regno della concretezza e della realtà materiale che si rovescia, come in uno specchio, in quello dell'immaginazione e della finzione letteraria.» (dalla prefazione di Guido Tonelli)"" -
L' oca d'oro. Commedia dell'arte e mistero in due parti
Il testamento di un teatro che non è piú, ma che rivive ancora una volta in tutto il suo splendore.rn«L'oca d'oro è comunque, e soprattutto, una Commedia dell'Arte e Mistero in due parti, che non è mai andata in scena e che oggi, una quarantina d'anni dopo il suo concepimento, si presenta al pubblico come sotto forma di libro» - Paola Zanuttini, Il Venerdìrn Tutto ha inizio con un prete, un medico e alcuni commedianti al capezzale del loro capocomico moribondo. Frasi di circostanza, un po' di impazienza per l'agonia troppo lunga. Poi, proprio quando il polso sembra fermarsi, il moribondo riesce faticosamente a parlare. Rimprovera gli attori, li dispone in modo che non lo «impallino», gli spiega che quando lui dice «non piangete!» loro devono piangere piú forte, fa ingrandire il suo nome al centro del manifesto che annuncia la sua morte come fosse una locandina, e infine muore davvero invocando, con le ultime parole, l'applauso. Con questa scena spassosa, parodia dell'Attore di ogni tempo, inizia L'oca d'oro , una vera e propria summa del teatro secondo De Simone. Dalla commedia dell'arte a Molière, da Shakespeare a Goethe, da Pirandello a Brecht, da Scarpetta a Totò, le scene comiche che si susseguono sono invenzioni che evocano una tradizione colta e popolare, lingue e dialetti diversi, canzoni e madrigali riscritti con la consueta e affascinante filologia creativa di De Simone. -
Punto Omega
Un'inquieta e misteriosa meditazione sul destino di ogni uomo.In una casa isolata nel deserto due uomini discutono della natura del tempo e del significato dell'agire umano nella storia. Discutono e aspettano. Uno, Richard Elster, è un anziano intellettuale per niente pentito dell'appoggio che ha dato al governo nella guerra in Iraq, l'altro è un giovane regista che vorrebbe girare un documentario su di lui. L'improvvisa scomparsa della figlia di Elster li costringe a interrompere discussioni e attese e a cercare altre risposte per altre domande: che cosa è capitato alla ragazza? Scelta, fatalità oppure orrendo crimine? L'intensità della scrittura di DeLillo al servizio di una straordinaria riflessione sull'enigma del tempo, il tempo in cui ogni momento perduto è la vita, la nuda vita. -
Alessandro Magno
Da oltre duemila anni Alessandro rappresenta il mito dell'eroe che, dall'Occidente alla Cina, ha alimentato un fiume di leggende e di racconti fantastici. Un personaggio grande ed eccessivo in tutto: nel suo coraggio di guerriero, nell'ira e nella generosità, nella vastità delle sue ambizioni e delle sue conquiste, nella fine prematura. In dieci anni, il giovane Alessandro distrugge un impero che si reggeva da duecento, diventa mille volte più ricco di qualsiasi altro monarca al mondo, e si accinge a una spedizione in India che sembra sovrumana anche a chi lo venera come un dio. Lane Fox ricostruisce quest'avventura incredibile, consegnandoci un ritratto di forte suggestione. -
Bartleby lo scrivano. Testo originale a fronte
«Un libro triste e veritiero»: cosí Jorge Luis Borges definisce Bartleby lo scrivano (1853). Bartleby, «per natura o sue sventure… incline ad una squallida disperazione », s'impiega presso un ufficio di Wall Street. Il muro implicito nel nome della strada appare materialmente a sbarrare le finestre della sua stanza e subito s'accampa come metafora di un'esistenza senza sbocchi. Eppure Bartleby, con la sua operosità pallida e silenziosa prima, e poi con l'inflessibilità a sottomettersi agli ordini del padrone, dà a questo scorcio di commedia umana, fatta di minuzie, priva di toni altisonanti, una definitiva e indimenticabile dimensione tragica. -
Mastro-don Gesualdo (1889)
«Masi, il garzone, corse a svegliare don Gesualdo prima dell'alba...»Giancarlo Mazzacurati ha sottratto Mastro-don Gesualdo alla monumentalità del testo scolastico, a tutti quegli involucri che l'hanno imbalsamato per rivelarne la pura forza narrativa. La prima edizione del 1888, qui inserita in appendice dopo quella del 1889, e continuamente confrontata all'interno del commento, indica il «percorso» seguito da Verga e mostra la formazione e trasformazione dell'opera nelle diverse fasi di stesura. Un modo per entrare nella macchina narrativa dello scrittore siciliano e scoprire «le dinamiche e le tensioni che scorrono sotto l'ultima vernice, la piú cristallizzata, appunto, dall'abitudine».In appendice l'edizione del 1888. -
Donne che non perdonano
Prima edizione mondialern«Un libro che tocca e affronta apertamente la sopraffazione e il #MeToo nel racconto incrociato delle disavventure di tre donne nella Svezia odierna, alle prese con uomini che, a vario titolo, stanno rendendo la loro vita un vero inferno.» Francesco Musolino - La Gazzetta del Sudrn «È vero, stava per uccidere un uomo, ma avrebbe anche liberato una donna. La somma algebrica delle sue azioni sarebbe stata uguale a zero. E poi un'altra persona avrebbe liberato lei.»rn«Allungò una mano per aprire la portiera. Chiusa. Si tastò le tasche. Niente. Le chiavi non c’erano. – No, non adesso. Tutto, ma non questo, – gemette.”rnUna donna tradita dall'uomo per il quale ha rinunciato alla sua carriera. Una donna che vive al limite, sfruttata, abusata. Una donna che subisce violenza proprio dal marito che tanto ha amato. Tre donne che il destino unisce per un fine comune. I conti, alla fine, si pagano. rn«È vero, stava per uccidere un uomo, ma avrebbe anche liberato una donna. La somma algebrica delle sue azioni sarebbe stata uguale a zero. E poi un'altra persona avrebbe liberato lei.»rnUna trama perfetta. Camilla Läckberg è una fuoriclasse. -
Alla ricerca della morale perduta
Morale è una parola bella e austera. Ma cosa indica davvero? Da dove arriva il nostro senso del bene e del male? E soprattutto, perché proprio oggi, che pare essere andata definitivamente perduta, ne abbiamo più che mai bisogno?rnAlcuni credono che la morale sia sorta con la paura del tuono. Il cielo emetteva fragori e gli esseri umani intimoriti s'inventarono leggi e comandamenti ai quali obbedire per tenerlo buono. Altri fanno coincidere la sua nascita con quella della società, con la necessità di darsi dei limiti individuali per favorire la felicità collettiva. Le persone davvero colte poi la morale hanno iniziato a trovarla noiosa, preferendole lo stile. Che bisogno c'è di occuparsi del giusto e dell'ingiusto se possiamo pensare al bello, si dicevano, convinti di porsi una domanda retorica. Ma leggendo questo dialogo a distanza tra Scalfari e Voltaire, ci rendiamo conto che di morale, chiunque l'abbia loro concessa, questi miseri animali che sono gli uomini sembrano averne sempre più bisogno. Perché non sarà certo il buon gusto a farci andare oltre noi stessi per comprendere e rendere giustizia alla sofferenza degli altri. -
I racconti delle donne
Annalena Benini compone un canone imprevisto e contemporaneo, in cui le donne riconosceranno molto di sé e gli uomini, oggetto d'amore e di guerra, potranno specchiarsi.«Dopo ogni racconto c'è un breve articolo-saggio della curatrice, e sono tutti densi di perle, aneddoti, rivelazioni.» - Sette Che cosa pensano le donne, a che cosa credono, quante vittorie, sconfitte, speranze e segreti hanno dentro di sé? Quanta rabbia e quanto divertimento? Fuori dal solito affresco di eroine affrante, abbandonate, sottomesse, oppure impossibili e ribelli, c'è un mondo vivissimo, sorprendente e complesso che chiede di essere raccontato, e c'è il movimento mai stanco della scrittura e dell'esistenza. È la festa della società sovversiva delle ragazze. Annalena Benini è andata a cercare, fra i racconti piú belli della narrativa mondiale, i luoghi in cui le donne dicono chi sono davvero, dentro il semplice e inesauribile groviglio dell'essere vive. Dal valzer con un imbranato di Dorothy Parker all'invidia di Kathryn Chetkovich per il fidanzato Jonathan Franzen, dal ricordo del tradimento in Alice Munro al pozzo in cui a volte cadono le donne nella visione di Natalia Ginzburg, fino alla vertigine del suicidio di Saffo secondo Marguerite Yourcenar. È un patto con la verità: non nasconderemo niente, ma è anche la scoperta di un'idea concreta, intima e spietata della realtà e della letteratura. L'amicizia, l'invidia, l'amore, lo smarrimento, il sesso, la paura, l'ambizione, i figli, gli uomini, le risate, il coraggio. E la libertà: conquistarla, gettarla via, riprendersela in un istante di grazia. Raccontare le donne significa raccontare una forza che all'improvviso squarcia tutto, oppure si nasconde, o cammina piano e prepara la strada a chi verrà dopo. Da Virginia Woolf a Chimamanda Ngozi Adichie, da Clarice Lispector a Patrizia Cavalli, le venti storie che animano questo libro sono prima di tutto meravigliose: con intelligenza, sincerità e ironia descrivono un mondo vivissimo e sempre in movimento. -
Una cena al centro della terra
Englander, con un thriller dal meccanismo perfetto, riesce a mostrare tutta la complessa assurdità della vita degli uomini costretti a prendere parte a battaglie molto piú grandi di loro. Traduzione di Silvia Pareschi.rn «Un libro magnifico: un'opera di precisione psicologica e forza morale che cattura con pari immediatezza sia l'eterna verità umana sia gli smarrimenti del presente». - Colson WhiteheadrnrnIl Prigioniero Z è un uomo senza piú identità né futuro. Da dodici anni è rinchiuso in una segreta nel deserto del Negev con la sola compagnia del suo indefesso sorvegliante, nella vana attesa che il Generale gli restituisca la vita. Ma com'è finito in quella cella desolata? Quale guerra di spie, quali doppi giochi e tradimenti, fra New York e Gaza, Parigi e Berlino, l'hanno condotto fino a lí? E qual è davvero la sua colpa? Aver lasciato che la coscienza interferisse con la causa? Aver mentito troppo, o troppo poco? Aver amato ciecamente chi non era ciò che sembrava? -
Da soli
Cristina Comencini racconta tutto quello che avviene quando un matrimonio entra in crisi: la collezione dei perché (o la febbre di cancellarli), lo slancio verso il futuro (o il culto del passato), la disillusione che spunta da tutte le parti, la certezza che niente cancellerà quella storia d'amore.rn«Cristina Comencini ci dice che la sofferenza è di tutti, ma non lo è allo stesso modo per tutte e tutti, perché c'è una differenza irriducibile tra il modo in cui la sofferenza è rappresentata dagli uomini e dalle donne, anche se poi tutto si mescola, si sovrappone, oppure si confonde». - Pierluigi Battista rnCristina Comencini attraverso le parole dei suoi personaggi, costruisce una storia valorosamente sentimentale: la vita di chi, pur avendone già vissuta una, ha l'audacia di cambiare. Prima esistevano due coppie. Ora ci sono quattro adulti vivi, ricchi di rimpianti, momenti tristi e rughe allegre, sconcertati da tutta questa libertà. Ci si incontra sotto la luna, sul ponte di una nave, e ci si innamora. Venticinque anni dopo ci si lascia chissà dove e perché, senza bisogno della luna. È successo cosí anche ad Andrea e Marta e a Laura e Piero che ora, increduli, fanno i conti con la solitudine. -
La vita delle ragazze e delle donne
Pubblicato nel 1971, La vita delle ragazze e delle donne è l'unico romanzo di Alice Munro. Ed è anche l'autobiografia, meravigliosamente mascherata, dei suoi anni giovanili. Anni densi di incroci, passioni e delusioni che hanno segnato nel profondo la sua esistenza di donna e scrittrice. Traduzione di Susanna Basso.rn «Perché quel che volevo era ogni singola cosa, ogni strato di conversazione e pensiero, pennellata di luce su una corteccia d'albero come su un muro, ogni odore, ogni buca, dolore, fessura, illusione, tenuti immobili, insieme: in un'inestinguibile radiosità» Del Jordan vive nella campagna dell'Ontario, e l'idea che inizia a farsi delle donne è quella che si può fare una bambina il cui padre alleva e scuoia volpi. Crescendo però frequenta sempre di piú la città, e si avventura tra modelli femminili che sembrano aprire a un mondo di possibilità completamente nuove. Esplora le prime pulsioni adolescenziali e capisce che all'amore segue inesorabile la perdita. E infine scopre la scrittura, ancora di salvezza nel mare di cose e persone che passano e svaniscono. -
Invidia il prossimo tuo
Non c'è nulla di piú odioso del successo degli altri. E nulla ci dà piú gioia del vederli crollare. Alan è un celebre critico gastronomico. È felicemente sposato, ha tre figli e una grande casa a pochi minuti dal centro di Londra. Quando all'uscita della metropolitana rivede quello che in gioventú era il suo «migliore amico», sulle prime non crede ai propri occhi. Craig, il Craig che sembrava destinato a diventare una rockstar di fama internazionale, è ridotto a chiedere l'elemosina ai passanti. Alan non deve pensarci su piú di tanto, giusto il tempo di una birra. Lo aiuterà. Lo ospiterà a casa sua fino a quando Craig non si sarà rimesso in carreggiata. Lo fa perché è generoso? Oh, certo. Perché i vecchi amici vanno aiutati? Sicuro, come no. Eppure diciamocelo, sostenere Craig gli dà un piacere sottile e feroce: lui ce l'ha fatta, Craig no. Ma Alan sconterà il bene che sta facendo, non c'è dubbio, e la sua vita perfetta sarà rovinata da una sola, sconsiderata buona azione. -
La vicevita. Treni e viaggi in treno
Chi sta in treno, è segno che vuole andare da qualche parte. Il suo scopo, cioè, risiede altrove. È ciò che chiamerei: la vicevita.rnrnIncontri con pendolari all'alba, compagni di cuccetta, giocatori di carte, conoscenti, sconosciuti, controllori o abusivi senza biglietto, sferraglianti regionali che attraversano la Ciociaria o velocissimi convogli giapponesi: questi micro-racconti invitano a meditare sugli errori di destinazione, sui ritardi o su quei momenti di vuoto che si spalancano durante certe misteriose soste in campagna. Valerio Magrelli ricostruisce insomma una ramificata serie di avventure, senza dimenticare da un lato i ricordi dei trenini giocattolo, dall'altro i risvolti più tragici del mondo ferroviario (uno fra tutti: la strage di Bologna). Così facendo, giunge a consegnarci una specie di «viceautobiografia», o forse una piccola enciclopedia del viaggio, in grado di svelare gli aspetti tragicomici dell'esistenza umana e della convivenza civile. -
Come prima delle madri
Pietro apre gli occhi e vede una realtà sconosciuta: un collegio, un posto squadrato anche fisicamente, cinto da un muro oltre il quale s'intuisce l'acqua. Forse è un'isola. Ma lui non sa perché è lì. Nella sua mente ci sono sprazzi di Eden: c'è una ragazza che corre con lui, è Irina, la sua fata compagna di giochi. E da qualche parte, altrove, ci sono le immagini di un corpo femminile impossibilitato a muoversi, in un luogo misterioso. Tornato a casa, vedrà la madre, bellissima e terribile, intrattenersi con stranieri che lui solo non vuole riconoscere come nazisti e sulla lapide di Irina e fra le pagine del suo diario segreto apprenderà infinite cose sulle persone e sui tempi attorno a lui. -
Rovina
Le strade della pianura padana possono diventare un'ossessione. Costruzioni su costruzioni. Costruzioni non finite, abbandonate, bruciate. E altre che saranno destinate a fare la stessa fine. La continua violenza inflitta a un territorio che sembra sopportare tutto in nome del progresso. Ma il progresso nasconde un lato oscuro. In questo racconto-saggio a parlare sono i protagonisti di una delle tante storie nere che abitano le terre del fatturato e del profitto. L'uno dopo l'altro, come in una pièce teatrale, gli interpreti si confessano. Nessuno pronuncia la parola speculazione edilizia, perché ben di peggio è quel che gli è toccato: in modo intrecciato, diverso, sempre disperato, la vita di ognuno è precipitata in rovina. Via Emilia, tratto Parma-Reggio: Tir, rumore e cantieri… sempre cantieri. Capannoni vuoti, villette a schiera, fiumi di cemento che si mangiano la pianura un ettaro alla volta. Ma quando ci scappa il morto ammazzato tutto, come un castello di carte, comincia a crollare. -
Sabbia nera
Dalla Sicilia arriva una nuova serie di gialli. Ma stavolta la protagonista è una donna. rn«La vicequestora Giovanna Guarrasi, detta Vanina, ha l'acume, la tenacia e la fantasia di una grande poliziotta». Giancarlo De Cataldo «Una storia secca, ritmica, scandita, che ti avvolge e ti stritola pagina dopo pagina, sospesa sul ponte instabile tra un passato che non vuole saperne di farsi seppellire e un presente mai del tutto comprensibile». - Maurizio de Giovannirnrnrn«La chiameranno l' antimontalbano , ma non è vero. Cristina Cassar Scalia è lei e basta, e Sabbia nera è un gran bel romanzo». - Carlo LucarellirnrnMentre Catania è avvolta da una pioggia di ceneri dell'Etna, nell'ala abbandonata di una villa signorile viene ritrovato il corpo di una donna mummificato dal tempo. Del caso è incaricato il vicequestore Giovanna Guarrasi, detta Vanina, trentanovenne palermitana trasferita alla Mobile di Catania. La casa è fatiscente, pressoché abbandonata dal 1959 e saltuariamente abitata da Alfio Burrano, unico erede del patrimonio di famiglia. Risalire all'identità del cadavere è complicato, e per riuscirci alla testarda e scontrosa Vanina servirà l'aiuto del commissario in pensione Biagio Patanè. Districandosi tra le ragnatele del tempo, il vicequestore svelerà una storia di avidità e risentimento che tutti credevano ormai sepolta per sempre, e che invece trascinerà con sé una striscia di sangue fino ai giorni nostri. -
L' agente del caos
Originalissimo e ricco di personaggi sopra le righe, L'agente del caos dà voce, senza moralismo e ipocrisia, all'autocoscienza segreta e dionisiaca di un'intera generazione. rn«Tra fatti storici e personaggi veri e le necessarie scorciatoie romanzesche, tra conspiracy al quadrato e la paura e l'attrazione dei ""viaggi"""" proibiti, De Cataldo muove il suo racconto con spericolata bravura. Un romanzo dove niente avviene per caso». - Ranieri Polese, «Corriere della Sera» rnrnI ragazzi volevano cambiare il mondo. Jay Dark doveva distruggere i ragazzi. In ogni caso, il mondo non fu mai piú lo stesso. Dopo la pubblicazione di un breve romanzo ispirato alla vita di Jay Dark, agente provocatore americano la cui missione era inondare di droga i movimenti rivoluzionari degli anni Sessanta-Settanta per annullarne lo slancio, uno scrittore di Roma viene contattato da un avvocato californiano, un certo Flint, che ha letto il libro ed è perplesso. La vera storia di Jay Dark è molto diversa, lui può raccontarla: lui c'era. Si spalanca cosí all'improvviso uno scenario internazionale stupefacente, un'autentica camera delle meraviglie che attraversa trent'anni di storia occidentale, tra servizi deviati, ex nazisti, trafficanti, terroristi, poliziotti onesti e poliziotti corrotti, sesso, ideali e concerti rock."" -
Il gioco degli dèi
Vincitore del Premio Scanno 2019. Finalista al Premio Asti d'Appello 2020.rn Chi è Malik Mir Sultan Khan? L'uomo misterioso di cui parla tutta New York, lo scacchista col turbante che ha battuto Capablanca, rimane un enigma per chiunque lo incontri.«La breve carriera del giovane servo rispecchia la tentata rivolta dell'India all'imperialismo britannico. Nel gioco degli scacchi lo scrittore cela anche il gioco del mondo» - Settern«Maurensig con la sua scrittura elegante racconta in un'avvincente partita a scacchi la vita e le gesta di questo personaggio straordinario, recuperando con la narrazione la sua memoria perduta» – Il Messaggerorn Si sa che è nato nella foresta del Punjab, dove ha imparato l'antica arte del chaturanga , si sa che una tigre lo insegue da sempre e che Mrs Abbott gli ha lasciato in eredità la sua Rolls-Royce. In bilico fra Oriente e Occidente, talento e strategia, karma e destino, la storia vera e immaginaria dell'umile servo che per un istante divenne re. «Non ero io a inventare o a progettare, mi limitavo ad aspettare che il genio preposto al gioco mi desse il suggerimento giusto. Essere supportati dagli dèi non è poi quella gran cosa che tutti credono». Il chaturanga è l'antenato indiano degli scacchi. Si dice che quando gli uomini sono concentrati su quelle pedine dalle strane forme animali dimentichino tutto, come se dalle loro mosse potesse dipendere la distruzione o la salvezza dell'intero universo. Apprenderne l'arte è un percorso impervio, ma non per Malik Mir Sultan Khan. Gli dèi, o il caso, gli hanno donato un talento naturale che lo porterà in breve tempo a diventare il più imbattibile scacchista degli anni Trenta. Ma un dono divino può essere duro da sopportare, soprattutto per chi sa di essere destinato ad attraversare l'esistenza soltanto da spettatore. Nei suoi sogni di bambino è apparsa una tigre, che poi si è fatta reale portandogli via entrambi i genitori. Ma sarà quella stessa tigre a permettergli di entrare alla corte del maharaja che – notando la sua abilità nel gioco – lo condurrà in Europa a gareggiare nei piú importanti tornei di scacchi. Cosí il giovane servo, da molti considerato un idiot savant , arriverà ad affermarsi fino a battere l'ex campione del mondo Capablanca, intrecciando la propria storia con quella di un'Europa lacerata, ormai sull'orlo della Seconda guerra mondiale. Paolo Maurensig torna a muovere i suoi personaggi nell'universo affascinante e ricco di storie degli scacchi, regalandoci il ritratto sorprendente di un personaggio che ribalta continuamente l'immagine del campione, e i nostri pregiudizi occidentali.