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Verso Bad Godesberg. La socialdemocrazia e le scienze sociali di fronte alla nuova società tedesca (1945-1963)
In questo volume Francesca Traldi ricostruisce il ruolo svolto dalle scienze sociali all'interno della socialdemocrazia tedesca, dalla fine della Seconda guerra mondiale agli inizi degli anni Sessanta. Questo arco di tempo si inaugura con la rinascita del partito della SPD, per concludersi quasi venti anni più tardi con l'affermazione di una nuova classe dirigente e di un nuovo assetto politico istituzionale. In questo contesto si considera in particolare l'influsso che di volta in volta le nuove scienze sociali hanno esercitato all'interno del partito. Tale obiettivo è perseguito, pur senza pretesa di esaustività, attraverso due momenti: in primo luogo, ripercorrendo la ricostruzione del partito, la rinascita delle scuole di partito e il dibattito politico che coinvolse la direzione centrale. In secondo luogo, soffermandosi sul dibattito interno alle varie correnti del partilo stesso, e specificamente sulla figura di alcuni scienziati sociali di riferimento che grande parte ebbero nel processo di trasformazione della SPD da partito di classe a partito di massa, abbracciando il riformismo. -
La stagione della programmazione. Grandi imprese e Stato dal dopoguerra agli anni Settanta
Nella stagione del riformismo italiano che va dal dopoguerra agli anni Sessanta si giunse, dopo un lungo e travagliato percorso, alla costituzione di un sistema di programmazione economica nazionale. Nell'elaborazione del progetto fondamentale fu il ruolo degli uffici studi economici di alcune grandi imprese, pubbliche e private, che svolsero un lungo e prezioso lavoro di elaborazione teorica e pratica. Ma nonostante il coinvolgimento diretto dei quadri dirigenti di tali istituzioni nel sistema di programmazione nazionale, le difficoltà politiche, la particolare configurazione istituzionale data al sistema e il suo uso distorto ne decretarono di fatto il fallimento. Il volume di Fabio Lavista ripercorre passo per passo la storia di questo importante progetto e del suo insuccesso, che, rendendo impossibile la definizione di politiche industriali chiare e condivise, ebbe conseguenze negative di lungo periodo non soltanto sulla performance delle imprese, specie di quelle pubbliche, ma sull'intero sistema economico nazionale. -
Politiche attive del lavoro, servizi per l'impiego e valutazione. Esperienze e percorsi in Italia e in Europa
Negli ultimi dieci anni il ricorso ai programmi di politica del lavoro è divenuto una delle linee di policy più importanti dei sistemi nazionali di welfare state. Le politiche attive per il lavoro e le modalità di una loro integrazione con quelle passive (di più vecchia data) sono uno strumento chiave della strategia europea per l'occupazione: le politiche attive svolgono infatti un ruolo centrale nell'accrescimento dell'entità e dell'elasticità dell'offerta di lavoro. Questo volume offre una panoramica completa dei percorsi di implementazione nazionali e regionali, esaminando aspetti distintivi quali i contesti di riferimento, le istituzioni coinvolte (in particolare il ruolo dei servizi pubblici per l'impiego), i gruppi target delle politiche, il nesso tra politiche attive e dinamiche macroeconomiche, le strumentazioni e le problematiche di attuazione concreta delle misure adottate, nonché il monitoraggio e la valutazione di efficacia di queste ultime. -
L' Africa e gli africani nella formazione del mondo atlantico. 1400-1800
Uscito qualche anno fa negli Stati Uniti, questo studio è considerato una pietra miliare sulla via di una nuova valutazione del ruolo giocato dall'Africa nello sviluppo del ""mondo atlantico"""", cioè della rete di rapporti fra Europa, America e Africa che andò formandosi nel corso dell'età moderna, e che nella tratta degli schiavi ebbe una delle sue componenti più importanti. Due sono gli aspetti messi in luce da Thornton: da un lato il ruolo pienamente attivo giocato dagli stati africani nei rapporti con l'Europa e nella stessa tratta degli schiavi, dall'altro la diffusa e forte influenza che nel Nuovo Mondo gli africani ebbero dal punto di vista sociale e culturale. La lettura di Thornton contesta dunque la visione tradizionale di un'Africa puramente passiva, vittima dell'iniziativa europea."" -
Il Piano Marshall e l'Italia
Lanciato dagli Stati Uniti nel 1947 e durato quattro anni, l'European Recovery Program (ERP), noto come Piano Marshall, consistette in un gigantesco programma di aiuti economico-finanziari ai paesi europei dopo le distruzioni della seconda guerra mondiale. Questo studio basato su una ricerca originale descrive la realizzazione del Piano e per la prima volta concretamente misura gli effetti che esso ebbe sull'industria italiana. Dopo un inquadramento generale sulla genesi del Piano e la sua suddivisione all'interno dei paesi europei, l'autrice esamina la situazione dell'industria italiana all'indomani del conflitto, gli aiuti americani precedenti il Piano, il funzionamento e gli obiettivi dell'ERP e i suoi effetti sull'industria. Il Piano Marshall costituì di fatto la precondizione del miracolo economico: fu uno strumento di modernizzazione strutturale dell'industria, favorì grandemente lo sviluppo della siderurgia, dell'energia e della meccanica ma ebbe anche un ruolo di rilievo nel diffondere una più moderna mentalità imprenditoriale e nell'incentivare l'integrazione europea. -
La governance tra politica e diritto
La governance indica un metodo di governo aperto ad un numero e tipologia di attori molto più estesi di quelli della democrazia rappresentativa: non solo stati e pubblici poteri, ma anche organizzazioni internazionali, corti, gruppi di esperti, associazioni professionali, parti sociali, società civile, imprese, Ong. È la risposta nei fatti alla crisi del modello taylor-fordista delle imprese capitalistiche e del modello burocratico delle amministrazioni pubbliche,che ha rivelato quanto la risoluzione dei problemi collettivi attraverso strutture verticali di autorità fosse ormai un meccanismo inefficace e inefficiente. Il nuovo modello di governo rischia ora di soppiantare completamente tutto l'armamentario teorico-concettuale che fa capo alla democrazia rappresentativa: la legge della maggioranza, la divisione dei poteri, la preminenza del legislativo sul giudiziario, il rigore delle procedure, la certezza del diritto. Politica e diritto si trovano a vivere una nuova stagione, fatta di ridefinizioni, di logiche della deroga e di obiettivi da raggiungere, di soluzioni pattizie, approdando verso norme e regole che implicano obblighi o impegni ma non li accompagnano con sanzioni e mirano al raggiungimento di effetti pratici. -
Capitalismo, mercato e democrazia
La complessa relazione che il capitalismo intrattiene con la democrazia si caratterizza come legame necessario o come contrasto irriducibile? E se sono veri sia il legame che il contrasto, qual è la via d'uscita? Salvati sviluppa le sue argomentazioni confrontandosi con le tesi di altri studiosi contemporanei: R. Phillips e R. Reich sulle caratteristiche del capitalismo americano; A. Glyn su keynesismo e neoliberismo, i due principali regimi di politica economica del dopoguerra; R. Dahrendorf sulla difficile «quadratura del cerchio» tra libertà, crescita economica e coesione sociale; J. Attali sulle possibili misure di politica economica e sociale condivisibili da destra e sinistra; M. Castells su media e democrazia; J. Dunn sul conflitto tra democrazia come ideale politico e democrazia come forma di governo. Fiducioso, nonostante tutto, che la conciliazione fra capitalismo e democrazia sia possibile, anche se difficile, Salvati privilegia un atteggiamento riformistico, concreto e insieme riflessivo, lontano dal modo ideologico, gridato e approssimativo con cui temi di questa importanza sono affrontati nel dibattito politico e nella stampa quotidiana. -
Le vie della seta
Questo volume fa luce su quello che costituì il principale motore dei rapporti fra Cina e Europa: il commercio della seta. Le autrici ripercorrono i differenti itinerari, sia terrestri sia marittimi, lungo i quali esso si svolse nel corso di millecinquecento anni, dal secondo secolo a.C. al 1300, dedicando una particolare attenzione al mutare delle condizioni politiche, economiche e anche religiose che di volta in volta favorirono oppure ostacolarono lo sviluppo delle comunicazioni eurasiatiche. Seguire le vie della seta in una prospettiva globale, come fa questo libro, ci permette di comprendere l'impatto decisivo che gli scambi tecnologici e culturali, favoriti dallo sviluppo dei trasporti e delle comunicazioni, ebbero sulle popolazioni e sulle aree interessate. Lungi dall'essere appannaggio esclusivo della modernità, tali scambi rivelano come molto di ciò che consideriamo originario della nostra cultura regionale o locale in realtà è stato importato da un'altra zona del mondo. -
L' Italia dei cattolici. Dal Risorgimento a oggi
Fin dagli anni del Risorgimento i cattolici italiani avevano incontrato l'idea di nazione, pur rimanendo estranei a uno Stato nazionale costituitosi contro il potere temporale del papa. Il libro mette in luce una visione ""guelfa"""" che attraversa tutta la storia d'Italia, ispirandosi a un'idea alternativa di nazione, centrata sulla tradizione religiosa. Ne discute gli effetti e le manifestazioni non sempre omogenee. All'inizio del Novecento il guelfismo contribuì a tenere lontani i cattolici dalle degenerazioni nazionaliste. Durante il fascismo, se da un lato li avvicinò al regime nazionale che aveva risolto la questione romana, dall'altro li indusse a distanziarsi dalle sue tendenze totalitarie. Nel dopoguerra si palesò un nuovo paradosso: mentre l'affermazione politica della DC pareva sancire il successo della sempiterna """"Italia cattolica"""", si veniva consumando la secolarizzazione della società. Questa nuova edizione dà conto del risveglio del mito guelfo, dell'attuale protagonismo pubblico della Chiesa e della nuova, ambigua funzione che il richiamo alla tradizione cattolica nazionale assume, in un'Italia sempre più pluralistica."" -
Giustizia
Il volume ripercorre la storia millenaria della nozione di ""giustizia"""", un concetto che ha visto fiorire intorno a sé una incalcolabile varietà di posizioni. Se Platone la collocava all'interno di una concezione metafisica dell'ordine, Aristotele provvide a stabilire un legame inscindibile tra giustizia e uguaglianza. Gli stoici e poi Tommaso sottolinearono dal canto loro il rapporto fondamentale tra giustizia e diritto naturale, inaugurando così un filone di pensiero che giunge fino al giusnaturalismo moderno. In età moderna, con Machiavelli e Hobbes, la giustizia diventa mera obbedienza alla volontà del sovrano. Poi, in epoche via via più vicine, verrà considerata alla luce della separazione tra ambito morale e ambito giuridico (Kant e Hegel), sarà intesa come """"giustizia sociale"""" (Marx) o concepita come ciò che può aumentare la felicità degli esseri sensibili (Rawls, Sen, Nussbaum)."" -
La sessualità degli italiani
Verginità, rapporti prematrimoniali, sesso occasionale, convivenze, contraccezione, infedeltà, masturbazione, rapporti omoerotici... cosa ne pensano gli italiani e come si comportano effettivamente nelle loro vicende sessuali e amorose? Questo volume - che ha alle spalle un grosso lavoro di ricerca su un campione di popolazione di più di 7.000 soggetti tra uomini e donne dai 18 ai 70 anni - ci racconta molte cose dei sentimenti, le aspettative, i comportamenti e l'identità sessuale degli italiani, ma soprattutto cerca di ricostruire e spiegare i mutamenti che nel corso del '900 ha conosciuto la cultura sessuale del nostro paese. Il confronto tra le generazioni mostra in maniera netta il diffondersi di una visione più fluida, libertaria e individualistica del sesso, svincolato dalla riproduzione e centrato su emozione, affetto e ricerca del piacere. Le convinzioni religiose mantengono un loro peso specifico, ma molti sono i punti di disaccordo rispetto alla morale sessuale e famigliare proposta dalla chiesa cattolica. La doppia morale di genere appare in declino, ma non sconfitta, e fa la sua riapparizione tra i maschi più giovani dove l'adesione al modello predatorio si combina con la crescente diffusione di una concezione edonistica della sessualità. -
Effetto Tenco. Genealogia della canzone d'autore
"Dal jazz delle cantine al rock 'n'roll degli sconclusionati festival giovanili, dalla scuola francese a quella genovese, fino alla """"rivoluzione mancata"""" del beat italico... Tenco è stato il cantore dei lati più oscuri dei """"favolosi"""" anni 60, di quel decennio spezzato ha incarnato le contraddizioni più laceranti ma anche i fermenti più creativi. Fino al gesto estremo che gli conferirà una statura tragica. Proiettando un'ombra su tutta la canzone d'autore e la musica alternativa"""". Con queste parole si apre la presentazione di Luigi Tenco su uno dei più popolari siti web musicali italiani. Diffusa è dunque la percezione di trovarsi davanti a una figura di svolta, per certi aspetti fondativa. È la vicenda al centro di questo libro, che mostra - in una vivida, originale rilettura - come il suicidio di un cantante durante una """"banale"""" competizione di musica """"leggera"""" si sia trasformato inaspettatamente, e anzi contro la volontà di molti, in un trauma collettivo capace di generare una significativa, duplice, innovazione: la definizione della canzone d'autore come nuovo genere musicale e la consacrazione del cantautore come identità culturale." -
Lo smarrimento dell'uomo moderno
Le società moderne sembrano fatalmente contrassegnate dall'incapacità di elaborare significati condivisi, e perciò di assicurare coesione. Le ""agenzie"""" che in passato se ne facevano carico - famiglia, scuola, chiesa, stato appaiono ormai inadeguate ad assolvere queste funzioni, condannando l'individuo a un angoscioso isolamento e sconcerto. Spesso ci è capitato di ascoltare questa diagnosi, variamente declinata. Ma è davvero fondata, oppure una mera riformulazione dell'""""eterno lamento"""" per un mondo paventato come vacillante solo perché le nostre opere sono caduche e la nostra esistenza irrevocabilmente segnata dalla finitezza? A un simile quesito Berger e Luckmann rispondono esaminando le conseguenze che modernizzazione, pluralismo e secolarizzazione hanno avuto sulla vita sociale, nel tentativo di stabilire se esistono ancora, e se possono essere salvaguardati, orientamenti di valore sottratti a una concorrenza regolata dal """"mercato"""". Due grandi veterani della riflessione sull'uomo e sulla società ci aiutano a dipanare il groviglio dei nostri personali smarrimenti, con una lucidità pacata prossima a farsi saggezza."" -
Per violino solo. La mia infanzia nell'aldiqua (1938-1945)
Per un ebreo italiano classe 1933 come Aldo Zargani il periodo che va dal varo delle leggi razziali fasciste nel 1938 al 1945 ha inevitabilmente un carattere duplice: sono gli anni della persecuzione e della paura ma anche gli anni favolosi dell'infanzia, anni fatali e fatati. In questo libro Zargani ripercorre le traversie sue e della sua famiglia in quei ""sette anni di guai"""": la perdita del lavoro del padre violinista, l'esclusione dalle scuole, l'espatrio fallito, la fuga da Torino attraverso il Piemonte, l'arresto dei genitori, il collegio, la deportazione dei parenti; ma se quell'esperienza si incide nella carne del bambino come una ferita immedicabile, la memoria che la rivisita sa tuttavia estrarne anche quella galleria di personaggi e situazioni comiche o grottesche che comunque abita l'infanzia, donde l'impasto impossibile di un """"amarcord"""" ilare e luttuoso, di un """"giornalino di Giamburrasca"""" che racconta una storia di spavento e dolore. Una prova di virtuosismo narrativo, certo, ma anche un modo vitale per liberarsi del peso di quell'esperienza e di trasmetterne la memoria: magari, da nonno a nipote, come una favola un po' divertente e un po' paurosa."" -
Il problema dell'ateismo
Con ""Il problema dell'ateismo"""" Augusto Del Noce si confronta con la modernità, compiendo una serrata critica della sua filosofia come processo di secolarizzazione che conduce all'idea dell'uomo creatore e trova il suo compimento nell'antropologia materialistica del marxismo. Autentico classico del pensiero cattolico, in questa nuova edizione il libro è arricchito da un saggio di Massimo Cacciari."" -
Modernità e olocausto
Sia la memoria collettiva sia la letteratura scientifica hanno tentato di eludere il significato più profondo dell'olocausto, riducendolo a un episodio della storia millenaria dell'antisemitismo o considerandolo un incidente di percorso, una barbara ma temporanea deviazione dalla via maestra della civilizzazione. A queste rassicuranti interpretazioni l'autore contrappone una spietata analisi di quanto accadde nei campi di sterminio non come una sorta di ""malattia"""" sociale, ma come fenomeno legato alla condizione """"normale"""" della società. Secondo Bauman l'olocausto è inestricabilmente connesso alla logica della modernità così come si è sviluppata in Occidente. La razionalizzazione e la burocratizzazione tipiche della civiltà occidentale sono state condizione necessaria del genocidio nazista: esso fu l'esito dell'incontro fra lo sconvolgimento sociale causato dalla modernizzazione, con il suo portato di angosciose insicurezze, e i poderosi strumenti di ingegneria sociale creati dalla modernità stessa. La lezione dell'olocausto va dunque appresa nella sua radicalità, specie in un mondo ancora una volta travagliato da concitate trasformazioni e rinnovati problemi di convivenza fra culture ed etnie."" -
Le basi morali di una società arretrata
Le tesi elaborate in questo libro ormai classico non hanno mai smesso di suscitare interesse, ben oltre i confini dell'accademia. L'espressione ""familismo amorale"""", coniata da Banfield per spiegare l'arretratezza, o meglio la mancanza di reazione all'arretratezza, di Montegrano (dietro cui si nasconde Chiaromonte, in Basilicata, alla metà degli anni '50), è diventata di uso corrente per etichettare una molteplicità di fenomeni, ma soprattutto per individuare un presunto """"difetto"""" fondamentale della società italiana. Avverso allo spirito di comunità, disposto a cooperare solo in vista di un proprio tornaconto, il familista amorale si comporta secondo la seguente """"regola aurea"""": massimizzare i vantaggi materiali e immediati della famiglia nucleare, supporre che tutti gli altri agiscano allo stesso modo. Una chiave interpretativa assai discussa, che si è dimostrata tuttavia di irriducibile efficacia nell'indicare i guasti provocati dalla cronica carenza di senso civico, come sottolinea l'importante introduzione di Arnaldo Bagnasco a questa riedizione del volume."" -
Cosa ci fa restare insieme? Attaccamento ed esiti della relazione di coppia
Quali sono gli aspetti e le caratteristiche individuali che entrano in gioco in una storia d'amore? Come si combinano tra loro? Quali influenze producono sul clima emotivo e sugli esiti di un rapporto (felicità o infelicità, rottura o stabilità)? A partire dalle principali conclusioni raggiunte in seno alla prospettiva della teoria dell'attaccamento, gli autori forniscono una originale ed efficace lettura delle dinamiche della relazione di coppia dal punto di vista della regolazione degli affetti e dell'intreccio tra i sistemi motivazionali dell'attaccamento, dell'accudimento e della sessualità. Un utile strumento per tutti i professionisti della terapia di coppia nell'analisi e gestione delle difficoltà e fatiche della relazione a due. -
Neuropsicologia forense
Un giudice vuole sapere se l'imputato ha agito con piena coscienza e volontà; un altro se il testimone o una vittima di reato sono credibili; un terzo se un certo evento (un trauma cerebrale o emozionale) ha prodotto un qualche tipo di danno sulla vittima; un altro se quella persona è in grado di provvedere ai propri interessi o se deve essere assistita o sostituita da un tutore... Questi sono solo alcuni dei più importanti ambiti in cui il neuropsicologo viene chiamato in causa. La neuropsicologia non è dunque più solo un campo di ricerca, ma anche una professione a cui si rivolgono giudici, avvocati e operatori nell'ambito del diritto penale e civile. Questo volume fornisce uno strumento per l'esercizio di tale professione: dalle questioni deontologiche ed etiche che entrano in gioco nella valutazione neuropsicologica, agli strumenti utilizzati, al problema della simulazione e dei comportamenti falsificatori. -
La polis greca
La storia della Grecia antica è caratterizzata dalla centralità dell'esperienza politica vissuta nell'ambito della comunità cittadina, la polis. Essa costituisce, per i Greci, la principale forma di stato. Questo agile volume ricapitola con chiarezza la storia e le caratteristiche della polis. Dopo averne ripercorso la definizione negli autori antichi e nella storiografia moderna, l'autrice traccia l'evoluzione storica della polis, espone le diverse forme della sua costituzione, il rapporto della polis con il territorio, la condizione delle diverse categorie di abitanti: i cittadini, le donne, gli stranieri, gli schiavi. Infine riassume la fine dell'esperienza della polis nei regni ellenistici.