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Il potere, la carriera e la vita. Memorie di un mestiere vissuto controcorrente
Gli errori, i vizi, i riti, le responsabilità degli uomini di potere nella testimonianza di un Grande manager d’azienda. E i suoi consigli.rnrnIl potere può essere una malattia e bisogna essere capaci di guarirne. Parola di chi il potere l’ha gestito per molti anni essendo stato dirigente di Olivetti, di Eni, Enel, Unipol, Rai, Poste italiane, Luiss, e che in questo libro prova a raccontarsi e a rovesciare molti luoghi comuni sul mestiere del manager. La sua ricetta è diretta e sorprendente: mettere al centro le emozioni che, se ben governate, costituiscono la vera risorsa di una persona e di un’azienda.rnPer questo, secondo Celli, gli ambienti di lavoro devono essere concepiti in modo chern“ognuno possa esprimersi al meglio secondo potenzialità e forme di intelligenza specifica”. Non è facile. C’è molto da svecchiare. Le logiche aziendali del Novecento fondate su gerarchie verticali e l’evidenza dei soli numeri come criterio decisionale fondamentale stanno rivelando tutta la loro incongruità. Le persone non sono numeri e “non è una scelta intelligente quella di usare gli uomini solo come macinatori di risultati”.rnUn libro che si legge con passione perché sincero e rivelatore, tra ricordi personali (la collaborazione con dirigenti come Tatò, Mincato, Cagliari, De Benedetti, Bernabé) e ricette per affrontare le grandi trasformazioni che stanno rivoluzionando il mondo dell’impresa. Ecco che cosa i “potenti” di oggi possono lasciare in eredità ai “potenti” di domani. -
Mai avere paura. Vita di un legionario non pentito
La scelta a 37 anni, il cambio d'identità, l'addestramento, il cameratismo, le armi, le missioni nei teatri di guerra. La prima vivida testimonianza di una vita trascorsanei ranghi di un corpo leggendario.«La Legione mi ha offerto una nuova appartenenza e una nuova ragione per restare in vita.»«Imbraccio il mio Famas, mi basterebbe sfiorare il grilletto per mandare quell'uomo all'altro mondo. Ma all'improvviso lui si gira e comincia a guardarmi. L'ordine non arriva. Quel giorno sono stato fortunato.»«Questa è la Legione: uno strano mix di durezza e umanità.»Non è un gioco, non stiamo guardando un film o giocando con la PlayStation. Questa è la storia non di un soldato pentito o di un killer alla ricerca di un nuovo perdono ma di un padre di famiglia che per dare un nuovo senso alla sua esistenza decide di arruolarsi nella Legione straniera. Una scelta estrema e sofferta, non senza conseguenze. Una storia lunga e movimentata, dal momento in cui Pagliaro, desideroso di mettersi in gioco, dopo aver provato senza successo a entrare nella Polizia e dopo aver ripiegato su un normale lavoro di venditore, si presenta alla sede di Aubagne, nella Francia meridionale, e comincia la sua carriera di militare di professione che lo porterà a combattere soprattutto in Africa, là dove rivoluzioni e crisi internazionali richiedono l'impiego di forze militari addestrate. Operazioni di assalto, di difesa, corpo a corpo, cecchinaggio di medio e lungo raggio, uso di armi di vario calibro, da minimitragliatrici a fucili di precisione. Ogni legionario sa qual è il suo compito e che le regole vanno sempre rispettate. Nessun fanatismo, nessun sacrificio inutile: la vita del legionario non ammette protagonismi ed esibizionismi, ed è ben diversa dall'immaginario di coloro che amano la guerra per la guerra e credono al mito romantico dell'eroe pronto a tutto (i “legionari da tastiera”). Vale la pena leggere queste pagine così autentiche e dirette – è la prima testimonianza di un legionario in servizio – per capire che cosa vuol dire davvero avere un nemico di fronte, la necessità di sparargli, la nostra vita contro la sua. -
Come internet sta uccidendo la democrazia. Populismo digitale
Questo libro avanza una diagnosi del populismo, ma soprattutto indica rimedi specifici, costituzionali, politici e mediatici. Invece di sconnettersi dalla rete, come molti sono ormai tentati di fare, bisogna agire come Ulisse con le sirene: restare strettamente legati all’albero della razionalità.rnrnrnAnomalia passeggera o irrimediabile mutazione genetica? Con la passione di chi ha a cuore la cosa pubblica, e le competenze del giurista, Mauro Barberis mostra il cortocircuito populista che sovverte le regole minime della democrazia.rnIl populismo è sempre stato la pecora nera del gregge democratico. Stavolta, però, non siamo di fronte alla solita crisi politica o economica. La democrazia pare aver mutato il proprio dna, e la fonte di questa mutazione è la rivoluzione digitale. La politica ormai si fa sugli smartphone, a colpi di post allarmistici, tweet mattutini e selfie con gli elettori. Il popolo, così, ha l’illusione di poter influire direttamente sulla cosa pubblica. Ma questa pretesa disintermediazione è solo una nuova mediazione, ancor meno trasparente della precedente. Rinchiusi nelle rispettive bolle mediatiche, governi populisti e loro follower si dedicano a tempo pieno all’intrattenimento. I governi sfornano leggi-manifesto per vincere le elezioni. I follower abboccano sempre più distrattamente a news feed selezionati da algoritmi su misura. -
Non fate i bravi. La testimonianza che ci ha lasciato
Per l’umanità, la carica vitale e l’esempio che Nadia ci ha lasciato, come ha scritto don Patriciello, abbiamo verso di lei un forte debito di riconoscenza.rn«Nadia Toffa era una donna che sembrava una ragazza. Era una ragazza che sembrava una roccia. Ma una roccia sottile, bionda, con gli occhi scuri, il sorriso chiaro. E il sorriso era la sua luce: “Ho energia da far impallidire la Via Lattea”.» - Pino Corrias, La Repubblicarn“Ho imparato a non odiare il dolore per imparare ad amare la vita.”rnIl nostro tempo ha bisogno di consumare sempre nuovi eroi. Nadia Toffa lo è diventata, suo malgrado. Giornalista, protagonista di inchieste coraggiose per la trasmissione Le Iene, grazie alla bravura professionale, alla immediata simpatia e autenticità, si è imposta all’attenzione di milioni di persone, giovani e meno giovani. La malattia che l’ha colpita, e che Nadia non ha mai nascosto, l’ha avvicinata alla sofferenza di tanti malati che hanno potuto rispecchiarsi in lei e sentirsi meno soli, e più capiti.rnQuesto libro rivela i suoi pensieri degli ultimi mesi, tra il gennaio e il giugno del 2019, quando, dopo i molti attacchi subiti sulla rete in seguito alla decisione di rendere pubblica la sua condizione, Nadia ha scelto di rimanere in silenzio, mettendo fine alle polemiche. Il suo desiderio, espresso alla mamma Margherita, era che i testi da lei scritti fossero pubblicati, per non nascondere nulla e continuare a essere sé stessa fino alla fine.rnPer l’umanità, la carica vitale e l’esempio che Nadia ci ha lasciato, come ha scritto don Patriciello, abbiamo verso di lei un forte debito di riconoscenza. -
L' uomo nero. Le verità di un arbitro scomodo
Il racconto dall'interno dell'arbitro che ha osato mettere in discussione un sistema rivelandone ombre, condizionamenti e opacità.rn«L'arbitro Gavillucci, come pochi altri visionari, si era fatto l'idea che la legge in Italia fosse uguale per tutti. Ovviamente ne ha pagato le conseguenze. Peggio per lui, ma soprattutto per noi» – Marco Travagliorn«Per la prima volta un arbitro di serie A racconta la sua verità sul mondo del calcio. Per far riflettere tutti, ma soprattutto gli arbitri» – Mario SconcertirnLa testimonianza di Claudio Gavillucci, dismesso dalla serie A nell'estate del 2018 e finito ad arbitrare nei campetti di provincia dopo essere stato tra i primi a sospendere una partita per cori razzisti, rivela una realtà finora sconosciuta e risponde alle tante domande che ogni tifoso o appassionato di calcio si pone. Questo libro è un viaggio nel mondo degli arbitri reso possibile anche grazie alla pubblicazione di documenti inediti e rivelatori. Esiste una sudditanza psicologica rispetto ai club più blasonati? Quanto incidono i media sulle valutazioni dei direttori di gara? Quanto guadagnano gli arbitri? Che contratti e che tutele hanno? Sono davvero indipendenti? Che cosa ha prodotto l'introduzione del Var? A partire dalla sua storia, qui ripercorsa dagli inizi alle luci di San Siro, Gavillucci risponde a questi e altri interrogativi conducendo il lettore nelle segrete stanze di una realtà che fa dell'assoluta riservatezza la sua bandiera. Come un fortino inespugnabile, impermeabile a ogni polemica, errore, scandalo. Forse è finalmente arrivato il momento della trasparenza. -
Certi momenti
Quasi una vita, momento per momento. Quelli più intensi, che nel tempo acquistano ancora più vigore e ritornano in tutta la loro vividezza. L'anarchica, invincibile indifferenza di Antonio, insensibile ai richiami militari e agli orrori della guerra; la bellezza sorprendente dell'incontro con un vescovo libero nella mente e nel cuore; l'indelebile ricordo di quella notte di burrasca quando il padre di Camilleri andò a salvare l'eroico comandante Campanella; l'ultimo saluto a “Foffa”, sola nella vita e negli affetti, prostituta per necessità. Intermezzati gli uni con gli altri ecco l'incontro con Primo Levi e i suoi silenzi, la stravaganza di Gadda, il franco scontro con Pasolini, senza dimenticare Elio Vittorini, Benedetto Croce e ancora il quasi incontro con Antonio Tabucchi. Fra i tanti personaggi si staglia un libro, quello più importante, La condizione umana di André Malraux. -
Ti aspetterò tutta la vita. Pensieri d'amore
I pensieri d’amore che Nadia ha lasciatornin consegna alla madre.rnUn volume di intensa suggestione.rnCome la malattia, anche l’amorernva guardato in facciarne vissuto per quello che può dare,rnqualsiasi fine potrà avere.rnrn«Abbiamo deciso di dar vita alla Fondazione Nadia Toffarnper aiutare tutti quelli che possiamo. Sono ordini suoi,rnio ubbidisco molto volentieri e con tutto l’amore che posso.rnChi mi dà la forza? Lei!» - Margherita ToffarnNegli ultimi mesi della sua vita, seppure debilitata dalla malattia, Nadia non ha mai smesso di scrivere e di esercitare il suo pensiero, dando espressione ai propri sentimenti, anche quelli più intimi. In questi pensieri c’è tutto il cuore di Nadia, il suo temperamento forte, la sua dolcezza e bellezza interiore. Le sue parole sono sincere, a volte anche dure.rnLa vita come l’amore va vissuta qualsiasi direzione prenda, non bisogna avere paura. Il suo impegno di giornalista in prima linea, sempre pronta a dare la parola a chi non ce l’ha, il suo coraggio nel non tirarsi mai indietro sfidando la malattia, i suoi pensieri d’amore, quindi la sua parte più intima e privata, non sono disgiunti. Tutto si tiene, Nadia è sempre la stessa, in privato e in pubblico: diretta, ironica, divertente ma anche triste e arrabbiata. L’amore dice quello che siamo veramente.rnCome per Non fate i bravi (Chiarelettere 2019), questo volume viene pubblicato su precisa richiesta dell’autrice, che ha lasciato alla mamma centinaia di testi elaborati sullo smartphone. -
Chi sbaglia paga. Certezza della pena e della rieducazione. La voce dei detenuti e l'esperienza di un carcere alternativo
Il libro, attraverso le lettere di chi vive la segregazione forzata, esamina la vita di carcerazione della massa di drogati, disadattati, extracomunitari, psicolabili, assassini stipati nelle case circondariali, evidenziando lo stato di sostanziale disordine e l’illegalità cui sono costretti, motivo per il quale la rieducazione risulta impossibile. rn«Il problema non è tenere i detenuti dentro il carcere ma tenerli fuori, e come.» - Gherardo Colombornrn«Oggi il carcere è fondamentalmente stupido. Non serve a niente e costa un enorme ammontare di denaro… Un carcere utile e logico è possibile.» - Don Ettore Cannavera,rnfondatore della Comunità La CollinarnrnSmettere di delinquere si può. Chi sbaglia paga descrive la straordinaria esperienza di un carcere alternativo, la Comunità La Collina di Serdiana (Sardegna), fondata nel 1994 da don Ettore Cannavera: un carcere utile, umano e logico in contrapposizione a una galera segregativa, illogica e inutile (il 70 per cento dei detenuti ritorna in prigione commettendo nuovi reati).rnIl libro, attraverso le lettere di chi vive la segregazione forzata, esamina la vita di carcerazione della massa di drogati, disadattati, extracomunitari, psicolabili, assassini stipati nelle case circondariali, evidenziando lo stato di sostanziale disordine e l’illegalità cui sono costretti, motivo per il quale la rieducazione risulta impossibile. Il contrario di quanto invece avviene a Serdiana che, come racconta Abis, propone un modello di vita di lavoro e legalità orientata alla rieducazione, secondo quanto stabilito dalla Costituzione, in cui è favorita la relazione con il prossimo sotto il costante controllo di educatori professionisti. I risultati ottenuti dalla Comunità in venticinque anni di esperienza (4 per cento di recidiva) dimostrano che è possibile assicurare la giustizia ai cittadini, garantendo la certezza della pena, e rieducare senza sconti i colpevoli di delitti anche gravi, riammettendoli alla fine del percorso detentivo all’interno della società come elementi consapevoli e capaci di comportamento conforme alla legge, dunque senza compromettere la sicurezza collettiva. Prefazione di Gherardo Colombo. -
Non chiamatele fake news
Questo libro racconta con passione e competenza un mondo troppo poco esplorato, anche attraverso testimonianze importanti, come quella di David Quammen, autore del libro Spillover che ha anticipato la vera natura della pandemia di Coronavirus, e di Avaaz, ong impegnata da anni contro la disinformazione.Virus e malattie, vaccini, riscaldamento globale ed emergenza climatica, 5G e campi elettromagnetici, economia e immigrazione, i grandi temi del nostro tempo sono accompagnati da un profluvio di informazioni non sostenute da dati né da una vera ricerca scientifica. Fake news e tesi complottiste sono sempre esistite, eppure non sono mai state così pericolose: la forza che hanno i dispositivi elettronici di amplificarle sembra del tutto incontrollabile. Sempre più persone si informano tramite i social e le piattaforme online, e a risultare minata è la credibilità dei media tradizionali. L’ondata di sfiducia che ha investito istituzioni, partiti e politici ha colpito anche il sistema dell’informazione e questa perdita di autorevolezza è terreno fertile per la diffusione di bufale di ogni tipo, come questo libro ben documenta.rnrnValentina Petrini ha da sempre fatto della ricerca della verità la sua cifra giornalistica, fin dall’inchiesta sull’ex Ilva di Taranto, fra le prime a denunciare l’aumento dell’incidenza di tumori e malattie respiratorie nell’area dell’acciaieria. Oggi, con la trasmissione Fake - La fabbrica delle notizie, sottopone ad attenta verifica ciò che i media spacciano per verità. -
Discorso sulla servitù volontaria
Tre motivi per leggerlo: Perché fa capire meglio di tanti saggi attuali i meccanismi che ci inducono a servire chi ha il potere. Perché dimostra come la tirannia si presenti sotto varie forme non solo violente. E come noi cittadini possiamo difenderci. Perché la sete di dominio contagia tutti: anche i dominati possono diventare dominatori di chi è più fragile di loro. -
Il mio terzo tempo. Nel calcio e nella vita valgono le stesse regole
La testimonianza esclusiva, ricca di episodi inediti, dell'ex campione della Juventus. Un messaggio appassionato a favore della lealtà nello sport e nella vita.«La vittoria più grande per un calciatore è il rispetto dei tifosi avversari. Servono le qualità dell’uomo. E Marchisio le ha» – Alessandro CattelanIn queste pagine c’è molto calcio perché il calcio è la mia vita, ma c’è anche molto della mia vita senza il calcio... c’è un pezzo di me e di quello che penso.Fuoriclasse e ""principino"""", come lo hanno soprannominato i compagni di squadra, in questo libro Claudio Marchisio si racconta, dai primi """"tiracci casalinghi"""" agli esordi sui campi di calcio («avevo sei anni e un male ai piedi mai provato prima...»), fino al suo terzo tempo, con lo sport sempre al centro ma anche una sensibilità e un'attenzione a ciò che accade nel mondo che lo portano a prendere posizioni molto nette e spesso impopolari (sul razzismo, le ingiustizie, l'emergenza climatica), perché un calciatore non è solo un intrattenitore che scende in campo, appassiona il suo pubblico dando il meglio e poi, finito lo spettacolo, scompare. Lo sport ha il fantastico potere d'introdurti ai valori fondamentali della vita. Cominci pensando che ciò che conta è solo diventare il più forte e ti accorgi presto che la chiave di tutto è ben diversa, che esistono gli altri, la squadra è fondamentale, lo spogliatoio può diventare una palestra di vita, e ancora: la condivisione della sfida, l'ammirazione per quei campioni straordinari che sono riusciti a farcela partendo da ambienti e situazioni difficilissimi («ne ho conosciuti molti, Carlos Tévez, Zlatan Ibrahimović, Ronaldinho... a me è stato chiesto di impegnarmi e lavorare sodo, per loro il carico da portare è stato infinitamente più pesante»), la solidarietà e il rispetto dentro e fuori dal campo, la lealtà e l'amicizia con i compagni. Senza tutto questo non vali nulla, non sei nessuno. Ricco di aneddoti, curiosità, suggestioni e spunti di riflessione, questo libro è molto più dell'autobiografia di un grande campione, è il ritratto di un uomo con una passione irresistibile per il calcio e il desiderio di non smettere di interrogarsi sulla vita e sulla società."" -
Non pensare all'elefante! Come riprendersi il discorso politico. Le tecniche per battere la destra e reinventare la sinistra, a partire dalle parole che usiamo ogni giorno
I leader populisti non usano parole a caso, sanno quali reazioni provocheranno nel nostro cervello. In questo libro, bestseller negli Stati Uniti, il linguista e scienziato cognitivo George Lakoff chiarisce i meccanismi attraverso cui il linguaggio politico influenza le nostre scelte.rn«Leggete Lakoff, anzi studiatelo,rne poi mettete in pratica i suoi insegnamenti.». - Dalla prefazione di Gianrico Carofigliornrn«Non pensare all’elefante! è una di quelle letturernche andrebbero ripetute a intervalli regolari.». - Giovanni De Mauro, direttore di “Internazionale”rnrnrnI leader populisti non usano parole a caso, sanno quali reazioni provocheranno nel nostro cervello. In questo libro, bestseller negli Stati Uniti, il linguista e scienziato cognitivo George Lakoff chiarisce i meccanismi attraverso cui il linguaggio politico influenza le nostre scelte.rnLa mente, spiega l’autore, funziona metaforicamente. Ogni parola rimanda a una cornice (o frame) che rappresenta un’idea di mondo. È sorprendente scoprire quanto sia autoassolutoria l’espressione “cambiamento climatico” rispetto a “riscaldamento globale”; come “sgravio fiscale” veicoli l’idea che le tasse siano un inutile fardello; o le metafore “ondata” o “invasione”, associate ai migranti, contribuiscano a rovesciare i termini del problema.rnLa vera sfida è nelle parole. Se si vuole imporre una visione diversa da quella intollerante e populista, bisogna smarcarsi da quel lessico e definire nuovi quadri di riferimento ideali. Significa questo Non pensare all’elefante!: non usare le stesse parole dell’avversario, o si finirà per veicolare le stesse idee. -
La mafia che ho conosciuto. Un racconto per le vecchie e le nuove generazioni
Dall’incontro con Rocco Chinnici,rnFalcone e Borsellinornal maxiprocesso.rnrnDal delitto Pecorelli a Mafia capitale,rnal processo sulla trattativa.rnrnIl racconto di un protagonistarnin prima linea contro le mafierne la criminalità organizzata.rnrn""Ma la trattativa c’è stata o no?""""rn""""L’accordo tra mafia e Stato non è una novità,rnrisale alle origini dell’una e dell’altro"""". rnColloquio tra Alfredo Galasso e il pentito di mafiarnallora suo assistito Angelo Siino,rnex “ministro dei Lavori pubblici” di Cosa nostra.rnAlfredo Galasso ricostruisce nella forma del racconto in prima persona l’avventura di una vita. Una testimonianza esclusiva che attraversa gli ultimi quarant’anni della storia d’Italia, segnati da efferati omicidi, misteri e poteri occulti, logge massoniche, politici corrotti, criminali sanguinari, ma anche da una straordinaria schiera di uomini di Stato integerrimi e combattivi che hanno lottato fino al sacrificio più estremo.rnAvvocato di parte civile in molti processi, amico personale di Falcone, Borsellino e altri protagonisti della lotta alla mafia, Galasso rievoca gli anni della nascita del pool, il maxiprocesso conclusosi a Palermo nel 1992 con la condanna del gotha di Cosa nostra, il processo Pecorelli che vide sul banco degli imputati Giulio Andreotti e infine quello di Mafia Capitale, fornendo per ognuno numerosi particolari inediti. Un testimone d’eccezione, legale tra gli altri dei collaboratori di giustizia Angelo Siino (il “ministro dei Lavori pubblici di Cosa nostra”, custode di svariati segreti e protagonista di tanti processi, compreso quello tuttora in corso sulla Trattativa) e Calogero Brusca, cugino di Giovanni Brusca, il killer di Capaci. Una storia per le giovani generazioni (e non solo), per non dimenticare, ora che la parola mafia sembra quasi scomparsa dai radar dell’informazione."" -
Altrimenti siamo fottuti! Manifesto di disobbedienza civile. Per salvare il pianeta
Dal cofondatore di Extinction Rebellion,rnla strategia per salvare il pianetarnattraverso la disobbedienza civilernrn«Extinction Rebellionrnè il movimento più importanterne promettente della nostra epoca.» - Greta Thunbergrnrn«Gli attivisti di Extinction Rebellionrnnon stanno affatto chiedendo troppo.rnChiedono il giusto.» - Michael Stipernrn«Sono felice di unire la mia vocerna questi giovani che hanno ispiratornun movimento completamente nuovo.» - Emma Thompsonrn«Migliaia di comuni cittadini stanno mettendo a repentaglio la loro libertà per prendere parte alla disobbedienza civile nonviolenta. Tanto coraggio ci ha convinti a uscire dal silenzio e unirci a loro. Vi chiediamo di fare lo stesso.» - rnDalla lettera aperta in sostegno di Extinction Rebellion sottoscritta da oltre cento personaggi pubblici, tra cui Thom Yorke, Jude Law, David Byrne, Neil Gaiman, Benedict Cumberbatch, Brian Eno, Natalie Imbruglia, Bob GeldofrnrnNon c’è tempo da perdere. Il nostro pianeta è in pericolo e le misure adottate dai governi contro il cambiamento climatico hanno fallito. Dal 1990 le emissioni di CO2 sono aumentate del 60 per cento e continuano a crescere. Nel giro di una generazione, tutto ciò che amiamo andrà perduto. Bisogna muoversi subito. Nell’aprile del 2018 Roger Hallam, insieme a un gruppo di quindici attivisti, ambientalisti e scienziati, ha fondato il movimento Extinction Rebellion, che da allora ha organizzato decine di manifestazioni di disobbedienza civile in tutto il mondo. L’obiettivo è spingere i governi a dichiarare l’emergenza climatica. Portare le emissioni a zero entro il 2025. Preparare la transizione verso un futuro in cui saranno le assemblee di cittadini a indirizzare la politica sulle misure da adottare.rnLa strategia è illustrata punto per punto in questo manuale di lotta nonviolenta. Stavolta la ribellione non nasce da un’ideologia. È la scienza a chiederci di reagire. -
Cuori pensanti. 5 brevi lezioni di filosofia per tempi difficili
rnCinque donne indipendenti,rnaudaci, ostili a ogni conformismo.rnrnUn piccolo libro di filosofiarnche rappresenta una continuarnfonte d’ispirazione.rnrnrn«Un piccolo gioiello» - Michela Marzano, RobinsonL’eredità delle filosofe non è soltanto scritta nei loro libri, ma vive nella loro esperienza, nei loro giudizi, nelle scelte etiche, politiche e spirituali. In queste pagine non ho fatto altro che lasciarmi trasportare dalla passione che mi accompagna da molti anni per queste straordinarie figure di pensatrici, cercando di esaltarne il coraggio di amare e di pensare.rnCinque brevi lezioni di filosofia condensate in poco più di cento pagine: un piccolo gioiello che attraversa la vita, gli amori, le inquietudini, le domande, le riflessioni di cinque pensatrici straordinarie che hanno sfidato la morale convenzionale e le cui biografie sono avvolte in un alone di leggenda. Per ognuna di loro, la filosofia non è stata un riparo o un ritiro dal mondo: è stata la pratica audace e ostinata di un addestramento al sentire la vita in tutta la sua ricchezza e complessità, di una vigilanza sulle proprie emozioni, di un raccoglimento capace di lasciar emergere ogni esperienza in tutte le sue sfumature, con assoluta chiarezza. Le loro parole e i loro pensieri sono una continua fonte d’ispirazione, oggi come ieri. Edith Stein, Maria Zambrano, Hannah Arendt, Simone Weil, Etty Hillesum. -
Il sogno di Achille. Il romanzo di Gigi Riva
Il romanzo della vita di Gigi Riva. Questo libro è pubblicato in occasione dei cinquant’anni dalla vittoria dello scudettorndel Cagliari e i cento dalla nascita del Cagliari Calcio. Oggi Gigi Riva è presidente onorario della società.rn“La prima cosa che capì da bambino fu che erano poveri.”rnComincia così il romanzo di un uomo e di un mito, Gigi Riva. Storia di riscatto e di liberazione, com’è sempre stato per i grandi del calcio, da Pelé a Maradona a Messi, a voler citare solo i mostri sacri: e Riva è uno di questi.rnStoria di successi e imprese memorabili, ma anche di cadute, ferite e delusioni. Corre Riva, e con lui corre la storia d’Italia, attraverso anni belli e drammatici, di conquiste civili e sociali (lo Statuto dei lavoratori, le leggi sulla parità dei coniugi, sul divorzio, sulla previdenza sociale) scandite dalle bombe delle stragi che inaugurarono gli anni di piombo. Storia incalzante, appassionata; romanzo di formazione e fotografia di come eravamo, un paese che provava a darsi un’identità, a diventare moderno. Storia di un popolo, anzi di una nazione, la Sardegna, immortalata nell’anno in cui nel calcio italiano accadde l’impensabile: il Cagliari di Riva e dei suoi compagni Albertosi e Reginato, Tampucci, Cera, Niccolai e Tomasini, Domenghini, Nené, Martiradonna e Mancin, Poli, Brugnera, Greatti e Zignoli, Gori e Nastasio, diventa una grande squadra e vince lo scudetto. Era il 1970.rnStoria che parte da Leggiuno, in provincia di Varese, e attraversa l’Italia seguendo le magie, le sfide sportive ma anche umane, le ombre del suo protagonista. L’avventura di Riva e del Cagliari è sogno e realtà. Da allora non ha mai smesso di essere tramandata, di generazione in generazione, da chi c’era e da chi l’ha sentita raccontare.rnUn fatto rivoluzionario, inimmaginabile, meraviglioso. Un manipolo di “figli della guerra”, diciassette calciatori tutti nati durante gli anni del secondo conflitto mondiale, e un allenatore, Manlio Scopigno, detto “il filosofo”, portano la fantasia al potere. È l’epopea di un gruppo di uomini prima ancora che di atleti, e dell’isola che li accolse e li plasmò. L’eterno poema di gioie e tragedie, poesia e sentimenti, coraggio e paure, miserabili debolezze e nobili slanci di cui è capace l’animo umano. -
L'obbedienza non è più una virtù
Don Lorenzo Milani (Firenze 1923-1967). Si avvicina al cristianesimo all'età di vent'anni e a ventiquattro è ordinato sacerdote. Diventa cappellano a San Donato di Calenzano, importante centro operaio vicino a Firenze, dove avvia il suo esperimento di istruzione popolare contro la scuola classista che condanna i più poveri all'ignoranza, dunque alla servitù. È un prete scomodo per la Chiesa, che sceglie di isolarlo esiliandolo in una minuscola comunità sopra Firenze: Sant'Andrea a Barbiana. Siamo nel 1954. Nel 1965 don Milani scrive una lettera aperta a un gruppo di cappellani militari che in un loro comunicato ufficiale avevano definito vile e anticristiana l'obiezione di coscienza. Il gesto gli costa un rinvio a giudizio per apologia di reato e una condanna postuma. Con i ragazzi della scuola di Barbiana don Milani compie una straordinaria avventura umana e spirituale, culminata nel maggio del 1967 con la pubblicazione di ""Lettera a una professoressa"""", opera collettiva oggi letta in tutto il mondo. Introduzione di Roberta De Monticelli."" -
I delitti di via Margutta
Il primo romanzo di una serierndel magistrato che ha indagatornsu tante pagine oscurerndella storia repubblicanarnrnRoma magnifica, sordida e corrotta,rnintrisa di inquietante bellezza.rnPolitici, finanzieri, imprenditori, prelati,rnmassoni, magistrati, poliziotti, agenti segreti,rnfaccendieri, donne fatali e perverse.rnTutto si tiene in un giallo che sorprende,rnprotagonista una coppia di principi intraprendentirne un maggiordomo fedele e molto perspicace.rnLui, il principe Gian Maria Ildebrando Del Monte di Tarquinia, infaticabile giocatore di golf, amante del pericolo e delle belle macchine, con l’animo da filosofo e qualche deragliamento di troppo in gioventù; lei, la bellissima e briosa Gloria Palazzoli, insofferente ai dettami dell’alta società. Con loro il fedelissimo Oliver, maggiordomo ma soprattutto compagno d’avventura, di scuola inglese, già alle dipendenze di Buckingham Palace. Un trio formidabile animato dalla medesima passione: cacciarsi nei pasticci per troppa curiosità.rnSi sa che Roma nasconde segreti inconfessabili, basta indagare un po’ negli ambienti di potere che qualche storia intrigante salta fuori. I tre protagonisti si trovano coinvolti in una serie di delitti efferati che né la polizia né la magistratura riescono a dipanare. Tra cene sontuose, soggiorni a Montecarlo, coppe di champagne e incontri imprevisti, il trio cerca di capire chi è l’autore degli omicidi. Perché tanta violenza, da chi la verità è così ben custodita?rnIn questo sorprendente e brillante romanzo Capaldo non inventa nulla: le storie che racconta con penna lieve e felice sono vere o verosimili, anche se nomi, luoghi e tempi sono di fantasia. Faremo la conoscenza di personaggi complessi e controversi. Capiremo che c’è un filo sottile come la seta, ma forte come l’acciaio, che li lega, perché non esistono i buoni da una parte e i cattivi dall’altra, ma solo uomini e donne con i loro segreti, i loro tanti vizi e le loro poche virtù. -
L'ultimo compagno. Emanuele Macaluso, il romanzo di una vita
Una biografia non solo politica, ma anche umana e sentimentale, dove pubblico e privato s'intrecciano. La storia di un comunista che disubbidiva. L'avventura di una vita fuori dal comune.«Bisognava ribaltare il mondo» ricorda Macaluso evocando la sua iniziazione alla politica. Per oltre un anno e fino a pochi giorni prima della morte, Concetto Vecchio lo ha incontrato nella sua casa romana, nello storico quartiere di Testaccio, per comporre un ritratto a figura intera («più Emanuele e meno comunismo»). Una biografia non solo politica, ma anche umana e sentimentale, dove pubblico e privato s'intrecciano. Sul filo della memoria scorrono le pagine di questo libro che si legge come un romanzo del Novecento. L'infanzia nella Sicilia poverissima, dove i bambini lavoravano piegati tutto il giorno nelle miniere di zolfo. La tubercolosi contratta appena adolescente («ero certo che sarei morto giovane»). L'impegno nel Pci clandestino negli anni del fascismo, quando era ancora un ragazzo ma già ricopriva ruoli di rilievo. I maestri e gli amici di una vita (Luziu Boccadutri, Girolamo Momo Li Causi, Pio La Torre, Leonardo Sciascia, ragazzi fatti col filo e col ferro). Le lotte politiche ma anche le storie d'amore («quando gli alleati bombardarono Caltanissetta, io mi trovavo nel letto di Lina»: per quella relazione con una donna sposata, di cui per la prima volta vengono a galla i documenti giudiziari e le lettere, Macaluso finirà in carcere per il reato di adulterio nel 1944, «colpevoli soltanto di amarci, questa era l'Italia miserabile di allora»). L'impegno antimafia, il Sessantotto, il terrorismo, gli anni Ottanta alla direzione de l'Unità (sua la prima pagina il giorno dei funerali di Enrico Berlinguer: «TUTTI»), fino agli ultimi giorni, quando ormai era diventato un'icona della sinistra italiana. La storia di un comunista che disubbidiva. L'avventura di una vita fuori dal comune. -
Italia occulta. Dal delitto Moro alla strage di Bologna. Il triennio maledetto che sconvolse la Repubblica (1978-1980)
Una sequenza impressionante di stragi, assassinii, complotti, tentativi di colpi di Stato nella ricostruzione inedita del magistrato che ha scoperto la P2, arrestato Liggio e rinviato a giudizio Michele Sindona. Un cumulo di fatti atroci maturati in un arco di tempo ristretto (1978-1980) e rimasti il più delle volte senza giustizia. Qui recuperati e ricostruiti in un disegno complessivo ricco di frammenti e risvolti dimenticati o trascurati durante i processi.«Una storia nera. Una storia purtroppo vera. Italia occulta è un libro importante. Documenta con nettezza un passato torbidoancora non del tutto conosciuto» – Corrado Stajano«Un lavoro monumentale, quello di Turone, con il pregio di una chiarezza cristallina» – Mario Portanova, Il Fatto QuotidianoMoro, Pecorelli, Sindona, Ambrosoli, Mattarella, Amato, la strage di Bologna, la P2, Andreotti. Una sequenza impressionante di stragi, assassinii, complotti, tentativi di colpi di Stato nella ricostruzione inedita del magistrato che ha scoperto la P2, arrestato Liggio e rinviato a giudizio Michele Sindona. Un cumulo di fatti atroci maturati in un arco di tempo ristretto (1978-1980) e rimasti il più delle volte senza giustizia. Qui recuperati e ricostruiti in un disegno complessivo ricco di frammenti e risvolti dimenticati o trascurati durante i processi. Con Turone, testimone e protagonista come magistrato di quella terribile stagione, ci addentriamo tra gli anfratti di storie torbide e sconvolgenti che hanno come protagonisti criminali, terroristi e mafiosi ma pure uomini delle istituzioni, veri traditori della Repubblica. Ciascuno di essi, con responsabilità diverse, ha tramato contro la nostra democrazia. Come dimostra Turone, solo grazie al sacrificio di eroi valorosi tra magistrati, carabinieri, finanzieri e poliziotti, e all'impegno di alcuni politici tenaci e coraggiosi come Tina Anselmi, l'Italia è riuscita a rimanere un paese libero: leggendo queste pagine, minuziosamente documentate e frutto di anni di ricerche, sembra quasi un miracolo che ciò sia potuto accadere. È quindi essenziale riuscire oggi a tenere in mano il filo che lega i fatti di quegli anni terribili, spesso resi volutamente indecifrabili per coprire responsabilità e bugie. Lo dobbiamo alle nuove generazioni, cui Turone soprattutto si rivolge. Nuova appendice con gli aggiornamenti sulla strage di Bologna e sull'omicidio Mattarella. Le motivazioni della sentenza Cavallini del 7 gennaio 2021.