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Fra servitù e servizio. Storia della leva in Italia dall’Unità alla Grande guerra
La leva ha segnato la vita degli italiani. Tanto più lo ha fatto in età liberale, quando si è indissolubilmente intrecciata con fenomeni come il Risorgimento, la costruzione dello Stato e il suo rapportarsi con la Chiesa, il volontarismo, il colonialismo, le grandi migrazioni, lo sviluppo economico e urbanistico, la politicizzazione e la nazionalizzazione delle masse, la loro scolarizzazione e medicalizzazione, nonché la costruzione di nuovi modelli pedagogici e di mascolinità. Nel ricostruire norme, pratiche, discorsi e quotidianità del servizio militare fra Unità e Grande guerra questo libro indaga dunque per la prima volta la coscrizione a tutto tondo e nei suoi rapporti con analoghi istituti stranieri, facendone una chiave per ragionare sul mondo in divisa, sulle sue relazioni con la sfera civile e più in generale sulle vicende del primo cinquantennio postunitario. Perché dalla caserma alla trincea passa una parte importante della storia d’Italia. -
La scoperta della destra. Il Movimento Sociale Italiano e gli Stati Uniti
Prendendo come punto di osservazione la rappresentazione della politica statunitense durante la guerra fredda e negli anni immediatamente successivi alla sua fine, questo volume ricostruisce la storia del Movimento Sociale Italiano, indagando anche come il Msi abbia accolto la cultura americana veicolata attraverso il cinema, la musica e i mezzi di comunicazione di massa. Giovandosi di documentazione archivistica, sono stati ricostruiti anche gli sporadici e infruttuosi tentativi operati dai dirigenti del partito per istituire rapporti con la politica statunitense. Attraverso lo specchio americano, il libro restituisce continuità, discontinuità e differenziazioni della cultura politica del Msi dalle origini alla nascita di Alleanza Nazionale. -
Fare storia politica. Studi dedicati a Paolo Pombeni
I saggi qui raccolti, scritti da studiosi che a vario titolo possono considerarsi allievi di Paolo Pombeni, affrontano da diverse angolature il tema del ""politico"""". Si tratta di riflessioni che, partendo da una pluralità di ambiti, periodi e paesi - dalla questione della periodizzazione ai fascismi, dalla Gran Bretagna di fine Ottocento alla Francia di Pompidou e all'Italia repubblicana -, mostrano come, anche grazie al gruppo di lavoro che ha raccolto le suggestioni innovative introdotte da Pombeni a partire dagli anni '80, si siano profondamente modificati il significato oltre che l'impostazione metodologica della storia politica nella storiografia italiana dell'ultimo quarantennio. Tale approccio, come emerge dalla lettura dei saggi, valorizza il dialogo fra la storia e le scienze sociali, privilegiando la comparazione e la dimensione transnazionale dei fenomeni storici. Pur distanti nei contenuti, i saggi offrono un interessante spaccato dei grandi problemi che hanno caratterizzato l'età contemporanea fino ai nostri giorni."" -
L' Italia racconta Israele 1948-2018
Nei settant'anni trascorsi dalla nascita dello Stato di Israele, come sono cambiate le percezioni e le narrazioni della vicenda all'interno della cultura, della società e della politica italiane? A partire dal 14 maggio 1948, e con una scansione decennale che arriva fino a oggi, l'anniversario della proclamazione dello Stato di Israele costituisce il punto di partenza per raccontare persistenze e mutamenti di sensibilità, orientamenti, rappresentazioni, stereotipi e, a volte, pregiudizi, con cui giornalisti, intellettuali e politici italiani hanno interpretato e narrato la complessità politica, religiosa e sociale di questa nuova realtà. Con un'attenzione ai grandi temi e problemi della politica internazionale e ai gravi avvenimenti bellici che hanno interessato la regione mediorientale, gli otto saggi raccolti nel volume propongono una periodizzazione originale e storicamente significativa: la messa a fuoco dei caratteri specifici di ogni anniversario, al di là degli aspetti meramente celebrativi, offre uno spaccato della storia della cultura, della società e dell'informazione in Italia in settant'anni di vita democratica. -
Una marchesa in viaggio per l'Italia. Diario di Margherita Boccapaduli (1794-1795)
Come viveva una donna ""savante"""" del Settecento? Il diario fino a oggi in gran parte inedito che la marchesa romana Margherita Boccapaduli scrisse nel corso del viaggio fatto con Alessandro Verri nel Nord e nel Sud dell'Italia, poco prima dell'arrivo delle truppe napoleoniche, costituisce una fonte preziosa per la storia culturale del Settecento. Vera donna di eccellenza dell'età dei Lumi, totalmente autodidatta, Margherita si era nutrita di letture classiche coltivando anche una curiosità appassionata per le scienze naturali. Nel suo palazzo di Roma, sede di un famoso e ambito salotto letterario frequentato da dotti italiani e stranieri, aveva fatto allestire da Piranesi un gabinetto scientifico che possiamo vedere riprodotto nel famoso ritratto della marchesa eseguito dal pittore francese Laurent Pécheux. Non più giovanissima, in un'epoca in cui il Grand Tour era riservato agli uomini e in cui il viaggio comportava fatiche e rischi di ogni genere, Margherita attraversò tutta l'Italia, raccontando poi nel suo diario le tappe, gli incontri e le magnificenze viste. A completamento di questo eccezionale racconto di una dama colta dell'epoca, vengono pubblicate in appendice le lettere che Verri inviò durante il viaggio a Domenico Genovesi, segretario della marchesa, di fondamentale importanza per la ricostruzione dell'intera vicenda."" -
Lo specchio della famiglia. Cultura figurativa e letteraria al castello della Manta
Celebre per gli affreschi tardogotici della sua sala di rappresentanza, il castello della Manta (bene FAI - Fondo Ambiente Italiano oggi in provincia di Cuneo) fu teatro di vicende culturali assai più articolate, sviluppatesi dal XV secolo sino alle soglie del Novecento. Il volume ricostruisce l’intreccio degli episodi figurativi e letterari sorti intorno alla dimora, portando alla luce i processi di autorappresentazione e costruzione della memoria familiare che ne guidarono la realizzazione. Il quadro che emerge ha al suo centro le successive generazioni dei signori del luogo, i Saluzzo della Manta, e l’evoluzione delle loro iniziative culturali in parallelo al contesto politico, in un confronto costante con il regno di Francia e il ducato di Savoia. -
De Sanctis e la «Storia». Nuova ediz.
La ""Storia della letteratura italiana"""" di De Sanctis è stata protagonista della scena culturale e politica dopo l'Unità: pur non avendo niente del manuale scolastico, piacque ai borghesi colti della nuova Italia. A loro consegnò un'idea della nostra letteratura diventata il duraturo paradigma dell'intera storia d'Italia e della stessa identità nazionale. Un'idea al tempo stesso semplice, chiara e forte: con l'eccezione di Dante, la nostra letteratura conferma la lunga """"decadenza"""" e la """"servitù"""" della storia d'Italia nell'età moderna. De Sanctis, sempre con la tensione e la passione narrativa che della Storia fa un capolavoro, giudica negativamente gli scrittori da Petrarca a Metastasio, incapaci di quella «serietà di un contenuto vivente nella coscienza» che è, o dovrà essere, il fattore distintivo della «nuova letteratura» della nuova Italia. Questo libro, che nella sua prima edizione ha vinto il Premio De Sanctis 2018 per la saggistica, descrive l'impianto argomentativo della Storia con una minuziosa, e innovativa, analisi del suo lessico, documentando le forzature propriamente teoriche e ideologiche del mythos che inventa, ma anche le contraddizioni che lo innervano."" -
Le commissioni ducali ai rettori della Dalmazia (1409-1514)
"Le commissioni ducali ai rettori della Dalmazia (1409-1514)"""" propone, per la prima volta in edizione rispondente a criteri attuali, i formulari anonimi di commissione per redigere le istruzioni che, in forma di ‘libello’, erano consegnate ai funzionari neoeletti in partenza per i distretti adriatici. Si tratta, in particolare, del secondo corpus tradito: esso andò a sostituire i testi rilasciati ai primi conti veneziani, testi che funsero da formulari per i loro successori alla carica e pubblicati nel volume """"Le commissioni ducali ai rettori d’Istria e Dalmazia (1287-1361)"""", della medesima collana. I documenti presentati in questa edizione furono redatti, invece, col rientro della Dalmazia nell’orbita veneziana a partire dalla dedizione di Zara nell’estate del 1409, e sono tutti tratti dal registro 6 del fondo Collegio, Formulari di commissioni, conservato presso l’Archivio di Stato di Venezia. In quanto scritture d’uso, i formulari furono soggetti, nel tempo, a modifiche e aggiornamenti normativi. I saggi introduttivi illustrano caratteri e contenuti della fonte, degli interventi successivi di correzione e del registro 6 in cui i testi sono traditi." -
La Roma dei papi. La corte e la politica internazionale (secoli XV-XVII)
Questo volume illustra in una prospettiva cronologica e spaziale molto ampia le dinamiche della corte, della società e della politica internazionale della Roma dei papi in età moderna. I saggi qui riuniti affrontano diversi temi e momenti, problematizzando pratiche storiografiche consolidate e cercando di rispondere alle domande poste dalla ricerca storica più recente a proposito dei linguaggi, delle dinamiche di potere e della mobilità sociale. Sono indagate le istanze più nascoste della storia del papato, le complesse trame di governo, i numerosi e spesso concorrenti poli di potere e le minacce al corpo fisico e simbolico del pontefice. Le contraddizioni fra la dimensione universale del papato e la sua ""italianità"""" sono esaminate nell'ambito dei più larghi mutamenti nei rapporti fra gli Stati con una proiezione non solo europea e mediterranea, ma anche nella duplice direzione delle Americhe e dell'Estremo Oriente. Nella """"Roma dei papi"""" tante linee di studio si intrecciano e mostrano la profonda originalità della ricerca storica di Maria Antonietta Visceglia, che indica nella città del papa un attore indiscutibile di una storia globale."" -
La libertà nelle città comunali e signorili italiane
Le ricerche raccolte in questo volume indagano in modo originale il significato della libertà politica nelle città comunali e signorili italiane, sottraendosi alla precomprensione che la ritiene espressione di una forma di governo repubblicana antagonistica a quella signorile e non limitandosi alla mera analisi delle elaborazioni intellettuali. Condotta su uno spettro ampio di documentazione e da una prospettiva metodologica che mette in relazione i testi letterari e dottrinari con le fonti cosiddette della ""pratica"""" e iconografiche, la ricognizione esplora la pluralità di nozioni e di declinazioni assunte dalla libertà nello spazio politico delle città italiane sul lungo periodo tra i secoli XII e XIV: una condizione giuridica alternativa alla servitù, un insieme di consuetudini e di immunità, uno status privilegiato di autonomia, una mitopoiesi identitaria, un'ideologia antitirannica, una rivendicazione di non dipendenza, una condizione di non interferenza garantita dall'impero, dalla Chiesa, dai regimi di popolo o da quelli signorili."" -
Il movimento del '77. Radici, snodi, luoghi
Fratello minore del '68, detonatore degli anni di piombo, incubatore del ""riflusso"""", irripetibile spazio liberato? Sfuggente a ogni definizione univoca e luogo di contraddizioni non componibili, disperato e radicale – nonostante l'insistito ricorso all'ironia e al paradosso – come solo i momenti di passaggio sanno essere, il movimento del '77 fu effige della transizione epocale che avrebbe traghettato il paese dal secolo breve agli incerti lidi della postmodernità. Una peculiarità tutta italiana, al termine di un decennio, i Settanta, che rappresentò un tornante decisivo della modernizzazione culturale e civile, ma nel quale i conflitti sociali, la violenza politica e i fenomeni eversivi di destra e di sinistra raggiunsero livelli imparagonabili al resto d'Europa. Frutto di ricerche storiche originali, i saggi qui raccolti gettano nuova luce – affrontandone gli snodi politici, le peculiarità culturali, le articolazioni territoriali – su un movimento collettivo che si confrontò frontalmente e drammaticamente, senza alcuna ipocrisia, con la crisi che investiva i fondamenti politici e ideali della società di massa del Novecento."" -
Per una polizia nuova. Il movimento per la riforma della Pubblica Sicurezza (1969-1981)
Nel corso degli anni Settanta la polizia fu attraversata, come altri settori della società italiana, da proteste e forti richieste di cambiamento. Da questi fermenti nacque, dal basso e all'interno dell'istituzione, un movimento che si pose l'obiettivo di condurre la Pubblica Sicurezza a una riforma profonda che ne garantisse la smilitarizzazione e ne rendesse possibile la sindacalizzazione. In pochi anni le adesioni dei poliziotti al movimento per la riforma e alla sua organizzazione clandestina crebbero vertiginosamente. Dopo aver creato una solida rete di comitati locali e aver raccolto migliaia di simpatizzanti, il movimento uscì allo scoperto. In un Paese segnato dalla violenza crescente di terrorismo e criminalità, i poliziotti riuscirono a portare i problemi della polizia al centro del dibattito politico. La riforma giunse soltanto nell'aprile del 1981 e rispose solo in parte, come scoprirà il lettore, alle richieste del movimento. -
Guerre civili in Italia (1796-1799)
Nel 1796 il generale Napoleone Bonaparte avvia l'occupazione francese di gran parte della penisola italiana, che porterà alla creazione delle repubbliche Cispadana, Cisalpina, Ligure, Romana e Napoletana. Questa sintesi del triennio mette in risalto le novità prodotte dalla rivoluzione: il movimento patriottico, il controllo sul mondo ecclesiastico, le costituzioni e il riconoscimento dei culti, l'emancipazione degli ebrei. Cambiano le istituzioni, i rapporti tra Stato e Chiesa, le mentalità collettive, e le varie società sono spaccate da guerre civili: vecchie e nuove élites si scontrano per la conquista del potere politico; le masse popolari, protagoniste della lotta antifrancese, perseguendo propri obiettivi individuano i loro nemici nei ceti più ricchi, sia repubblicani che reazionari: una minaccia che spinge questi ultimi a preparare quel compromesso sociale e politico che li vedrà uniti nel periodo napoleonico. -
Il lavoro delle donne nell'Italia contemporanea
Come sono cambiate, nella storia, le leggi e le obbligazioni morali che regolano il lavoro femminile? E come hanno influito sulle pratiche concrete? I mariti ""normalmente"""" mantenevano le mogli, considerando incompatibile con il proprio onore la loro presenza negli spazi pubblici? Oppure le donne hanno sempre lavorato, in casa e fuori? Il lavoro era fonte di autostima e diritti o era solo una penosa incombenza cui ci si doveva assegnare? Le domande sono molte e il dibattito è intenso, ma per la prima volta questa sintesi vuole offrire una risposta. Possiamo così ripercorrere una nuova storia delle italiane dall'Ottocento a oggi, seguendo per le varie figure professionali le tensioni fra rappresentazioni ed esperienze. Mestieri e soggetti ripopolano una scena dominata fino a oggi dal mito della fabbrica fordista: contadine e domestiche, setaiole e trecciaiole, sarte e ricamatrici. E poi telefoniste, commesse, dattilografe, maestre e infermiere, avvocatesse, donne medico e magistrato. Ma anche lavoratrici della casa, con il loro lavoro di cura. Fino alle giovani di oggi, esposte nuovamente alla precarietà e al disincanto di una rivoluzione incompiuta."" -
Purgatorio e antipurgatorio. Un'indagine dantesca
La struttura del Purgatorio è studiata, in questo nuovo saggio che Gennaro Sasso dedica alla Commedia, non tanto in base alla divisione delle sue parti e dei criteri teologici che Dante adottò nel costruirla, quanto piuttosto attraverso il lavoro compiuto dalle anime per pervenire al luogo deputato alla loro purgazione. Grande attenzione è consacrata all'Antipurgatorio, cioè alla zona che si trova al di qua della porta che immette nel Purgatorio vero e proprio. Le questioni che questa zona pone all'interprete sono molteplici e insidiose e Sasso ha cercato di individuarle insistendo su quello che sembra essere il loro tratto fondamentale, cioè l'assenza di rigide divisioni e la ""libertà"""" di movimento che caratterizza la condizione delle anime: di qui la sua differenza dalla parte della montagna che costituisce il vero e proprio Purgatorio; ma anche dal cosiddetto Antinferno, che appartiene all'Inferno a tutti gli effetti e ne costituisce il primo cerchio."" -
Italia e Germania dopo la caduta del muro. Politica, cultura, economia
Negli incontri ufficiali le autorità politiche italiane e tedesche sono solite descrivere i rapporti bilaterali come eccellenti. Eppure, attenti osservatori hanno richiamato l'attenzione sul progressivo allontanamento tra Italia e Germania iniziato dopo la caduta del Muro di Berlino e la riunificazione tedesca. Si è parlato infatti di un processo di 'estraniazione strisciante' fra i due paesi, uno, l'Italia, alle prese con una profonda crisi del sistema politico ed economico, l'altro, la Germania, capace invece di ritagliarsi un ruolo da protagonista sulla scena europea e internazionale nell'età della globalizzazione. Non sono mancati inoltre momenti di frizione politica che hanno riattivato vecchi pregiudizi reciproci e questioni legate al retaggio della Seconda guerra mondiale. Siamo dunque in presenza di un distacco temporaneo e poco incisivo tra i due paesi fondatori della Comunità europea oppure di un processo più profondo, sintomo di una nuova fase segnata dalla crisi del progetto dell'Unione europea? -
«Infeliçe e sventuratta coca Querina». I racconti originali del naufragio dei Veneziani nei mari del Nord
1431. La cocca del patrizio veneziano Pietro Querini, diretta verso le Fiandre, esce di rotta a causa di una serie di violenti fortunali e viene abbandonata in mezzo al mare dai suoi marinai. Solo pochi superstiti approderanno su uno scoglio delle isole Lofoten, in Norvegia, ben oltre il Circolo Polare Artico, e - naufraghi - saranno salvati dalla popolazione del luogo. I dettagli del viaggio e di questo miracoloso salvataggio sono descritti da una duplice narrazione, una curata dallo stesso Querini e l'altra che è la trascrizione della testimonianza di due suoi compagni di navigazione, Cristofalo Fioravante e Nicolò de Michiele. Il naufragio della ""cocca querina"""" deve la sua fortuna letteraria a Giovanni Battista Ramusio, il quale, nel Cinquecento, pubblicò le fonti manoscritte, manipolandone abilmente diverse parti. Il presente volume, invece, restituisce la veste originale di quel racconto, permettendo da un lato di apprezzarne la schietta lingua veneziana del XV secolo e dall'altro di entrare nell'officina del Ramusio e svelare i suoi interventi sul testo, motivati da esigenze linguistico-letterarie e da necessità storiche."" -
Complotti e raggiri. Verità, non verità, verità nascoste
Questo libro a più voci si interroga su una vasta materia compendiabile in due domande: quante e quali sono le facce della post-verità e se di post-verità, di verità alternative, è lecito discorrere in una fase già avanzata della civiltà digitale. Il vero, il falso - e le mille sfumature intermedie che li separano - caratterizzano il menu informativo di un presente convulso e contraddittorio e di una pubblica opinione mai così compulsivamente informata e altrettanto debolmente formata. C'è poi l'area, fascinosa e romanzesca, del complotto, della verità nascosta, filtrata e custodita da poteri evocati come occulti. Le ""verità alternative"""" si generano, infatti, in modo incontrollato e obbediscono alla logica dell'avversione e della differenza rispetto a quelle dell'establishment scientifico, culturale e politico che tradizionalmente guida le scelte collettive. Da qui un'opinione pubblica miscredente, o superstiziosamente disposta a credere a un linguaggio onirico, generalmente ambiguo e volutamente non decodificabile, che però opera sulle credenze, sui simboli e, quindi, sull'inconscio delle persone."" -
Collalto. Storia di un casato millenario
Nell’ottobre del 958 Berengario II d’Ivrea, re d’Italia, concedeva a un eminente personaggio dell’area trevigiana di nome Rambaldo la corte pubblica di Lovadina, sulla riva destra del fiume Piave. Si trattava del capostipite della famiglia dei conti di Treviso, più tardi noti come Collalto, che diverranno tra i maggiori protagonisti delle vicende storiche di questo territorio lungo tutti i secoli successivi. Con la fondazione, e la sua costante cura, dell’abbazia di Sant’Eustachio a Nervesa (1062) e l’edificazione dei castelli di Collalto (1110) e di San Salvatore (1245), a presidio del medio Piave, il casato seppe costruire e difendere nel tempo un organismo territoriale, di stretta emanazione imperiale, sul genere di quello dei piccoli stati padani dei Correggio, dei Pico della Mirandola, dei Gonzaga o dei Guastalla con cui i Collalto intrecciarono assai spesso gli interessi famigliari grazie ad accorti matrimoni. -
La scuola è il nostro Vietnam. Il ’68 e l’istruzione secondaria italiana
Il ’68 non è solo università e in Italia, più che in tutta Europa, si caratterizza per il protagonismo delle scuole secondarie, che forniscono alla contestazione basi di massa. Scioperi, occupazioni e proteste, dal Nord al Sud, dal centro alla periferia, travolgono senza distinzione licei, istituti tecnici, magistrali e professionali, ignorando gerarchie culturali e sociali di lunghissimo periodo. I contestatori appartengono alla prima generazione che ha frequentato la scuola media unica istituita nel 1962: sono i Gianni e i Pierino di Lettera a una professoressa. Hanno di fronte insegnanti, presidi e autorità le cui certezze, con il montare degli eventi, entrano irreversibilmente in crisi. Grazie a fonti inedite e finora mai utilizzate, il volume ricostruisce un fenomeno poco conosciuto, un conflitto intenso e radicale, in cui riformismo e contestazione globale, diritto allo studio e rifiuto della scuola si intrecciano e si contraddicono. Un punto di vista originale, che consente di mettere in discussione molti luoghi comuni e di scattare un’istantanea del paese sospeso tra passato e futuro, anticipando molti dei nodi del decennio successivo, non a caso definito “lungo ’68”.