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Introduzione alla cultura visuale
Attraverso la storia e la teoria della cultura visuale, dagli studi sulla prospettiva rinascimentale a Internet, passando per la fotografia, il cinema e la televisione, Mirzoeff si chiede come e perché i mezzi di comunicazione basati sulla dimensione visuale hanno assunto un ruolo così centrale nella nostra vita quotidiana. L'ipotesi sostenuta è che oggi la forma primaria di approccio e comprensione del mondo è visuale, e non più testuale, come è stato per secoli. -
Per farla finita con la famiglia. Dall'aborto alle parentele postumane
"Il binomio """"biologia e capitalismo"""" ha condizionato la riproduzione della vita sul pianeta in modo devastante. I danni che la riproduzione dei ricchi e bianchi sapiens arreca agli ecosistemi hanno provocato l'estinzione di troppe forme di vita. Invece di curare e riprodurre la sola popolazione occidentale bisognerebbe generare parentele postumane e decoloniali con persone razzializzate, legami transgenere che superino la dicotomia maschio/femmina, ma anche parentele transpecie con gli animali non-umani, con le piante, con le forme di vita create nei laboratori del tecno-capitalismo globale: dalle mucche clonate alle cellule immortalizzate. Ricorrendo alle analisi e alle utopie fantascientifiche femministe ci libereremo dalla """"misura di tutte le cose"""", l'Uomo, e dalla sua incubatrice, la famiglia eterosessuale.""""" -
Polizie, sicurezza e insicurezze
"Police partout, justice nulle part"""", pronunciava Victor Hugo nel suo discorso al Parlamento francese del 1851. Una frase divenuta lo slogan di numerose proteste che ancora oggi si ripetono. Eppure, la maggioranza della popolazione sembra soddisfatta dell'operato delle polizie. Come spiegare allora questa soddisfazione di fronte alle tante, troppe vittime delle molteplici insicurezze ignorate, di fronte all'evidenza che è mancata loro quella protezione che lo Stato e le forze dell'ordine dovrebbero garantire? Esito di una trentennale ricerca sul campo delle realtà protette e di quelle prive di tutela, questo libro muove dalle testimonianze dirette di operatori, agenti, magistrati e vittime per capire i cambiamenti nella sicurezza e nelle insicurezze, rispondendo alla domanda: cosa sono diventate oggi le polizie?" -
Rosemarie. La figlia più amata del miracolo tedesco
Era il 1° novembre 1957 quando Rosemarie Nitribitt veniva trovata strozzata nel proprio appartamento di Francoforte. La prematura scomparsa della cocotte di lusso, famosa per la clientela di magnati dell'industria e per l'inseparabile Mercedes 190SL, ebbe un forte impatto mediatico: i giornali si prodigarono in rivelazioni piccanti e le indagini sul delitto appassionarono per mesi l'opinione pubblica della Germania occidentale. Tuttavia, come nel caso italiano della ventunenne Wilma Montesi (1953), l'assassino è rimasto ignoto. Da protagonista di un episodio di cronaca nera, Rosemarie è diventata il simbolo di ciò che sta dietro la facciata del miracolo economico tedesco grazie all'interpretazione critica che il giornalista Erich Kuby diede del delitto e del suo contesto. Questa è stata accolta con enorme successo sia nella versione cinematografica (La ragazza Rosemarie, 1958, regia di Rolf Thiele) sia in quella narrativa. -
Sugli spalti. In viaggio negli stadi del mondo: storie di sport, popoli e ribelli
Se unissimo i fedeli delle tre principali religioni monoteiste, probabilmente non raggiungeremmo il numero delle persone che seguono assiduamente il calcio. Ecco perché il calcio non è solo un gioco e gli stadi non sono solo dei campi sportivi. Essi sono lo specchio della realtà in cui sorgono, il termometro culturale della società che li popola e riflettono il contesto storico, sociale e antropologico cui appartengono. Sugli spalti raccoglie venticinque storie che, a partire da uno stadio di calcio e spesso debordando dal suo perimetro, raccontano, oltre lo sport, dei popoli e delle vicissitudini che animano questo ambiente. Come se ogni stadio fosse la pagina di un libro che custodisce una memoria umana fatta di epopee, non solo sportive, che si conservano nell'immaginario collettivo. -
Podemos e il populismo di sinistra. Dalla protesta al governo
Nel 2014 Podemos irrompe sulla scena elettorale spagnola disorientando l'opinione pubblica: sull'onda della mobilitazione degli Indignados sfida il bipartitismo spagnolo e si scaglia contro il sistema politico ed economico. È un partito ipertecnologico, spesso definito ""populista"""", che supera i rituali e i dogmi della sinistra classica e che coniuga un radicale antiliberismo a un discorso pop pieno di riferimenti all'universo culturale moderno. È un partito nato per vincere, e non per partecipare. Solo cinque anni dopo Podemos giunge al governo, a seguito di una folle rincorsa e di numerose battaglie. Il libro analizza la storia, le caratteristiche e le sfide di Podemos per guardare senza pregiudizi alle condizioni storiche e alle caratteristiche del populismo di sinistra."" -
Light art paradigma della modernità. Luce come «oper-azione» di arte relazionale
La luce artificiale comprende i concetti di miracolo ""laico"""" della modernità e di progresso tecnologico, con specifiche premesse di reversibilità che questa materia dell'effimero, fluida e ambivalente, include. La luce nell'arte è metafora, simbolo, concetto visibile dell'invisibile, è carica di diversi significati che si materializzano attraverso le possibilità combinatorie tra forma e colore dei supporti luminosi: dal neon a sofisticati sistemi digitali per ambienti immersivi e multimediali dall'appeal scenografico, in cui la partecipazione dello spettatore è parte strutturale dell'opera che si fa relazione. Il libro analizza l'attitudine """"umanistica"""" della Light Art italiana, evidenziando come e perché si differenzia da quella americana o anglosassone, più pragmatica nel linguaggio. La Light Art è indagata in maniera trasversale, unendo l'aspetto tecnico con quello cognitivo-estetico-poetico, in quanto l'uno comprende l'altro, come la notte insegue il giorno, l'ombra la luce e l'arte la rivelazione di alterità di impatto emotivo."" -
Il tempo e gli altri. La politica del tempo in antropologia
"Il tempo e gli altri"""" è una critica serrata a come noi occidentali costruiamo le """"nostre"""" rappresentazioni degli """"Altri"""", riducendoli spesso a ricettacoli di immobilità in uno Spazio e in un Tempo diversi e separati dai nostri. Anticipatore di tendenze e di teorie affermatesi solo in seguito, Johannes Fabian ricolloca noi e gli Altri nello stesso Spazio e nello stesso Tempo, promuovendo un dialogo in cui tutti sono protagonisti e portatori di una propria, unica e significativa storia, perché ognuno di noi rappresenta una cultura fluida e mutevole. In un ampio affresco che attraversa la filosofia e la teologia, la storia e la linguistica, la pedagogia e la politica, Fabian indaga gli usi e gli abusi del Tempo quale essenziale marcatore di differenze, restituendo un'opera che ha cambiato il modo in cui gli antropologi pensano e costruiscono i loro oggetti di studio: le persone." -
Scrivere la storia, costruire l'archivio. Note per una storiografia del cinema e dei media
A partire dal Convegno di Brighton del 1978 e dalle elaborazioni della New Film History, la ricerca storica ha progressivamente spostato il proprio baricentro dalla ricognizione critica a forme che ricordano to scavo archeologico e che hanno come proprio luogo d'elezione l'archivio. Esso si presta così a essere un sistema di organizzazione e di canonizzazione della memoria collettiva che ha trovato nel XX secolo uno straordinario momento di sistematizzazione teorico-epistemologica. In altri termini, l'archivio è la condizione di possibilità di una sfera culturale e della riflessione storica che a essa si lega: stabilisce che cosa sia dentro o fuori rispetto aí dibattiti che le dominano, che cosa sia possibile conservare a livello storico e che cosa non lo sia. All'interno di questo volume, si indagheranno attraverso più prospettive te principali questioni relative alla storiografia del cinema e dei media: il suo orizzonte istituzionale, il rapporto tra materialità ed elaborazione storica, ""l'allargamento dell'archivio"""" dovuto all'inclusione di """"oggetti storici"""" prima trascurati, le diverse forme che può assumere un archivio e la sua funzione per discipline """"giovani"""" come la storia del cinema e dei media."" -
Aging girls. Identità femminile, sessualità e invecchiamento nella cultura mediale italiana
Nel 2017, la serie antologica Feud: Bette and Joan (FX), firmata da Ryan Murphy, ha fornito un'occasione importante per riflettere sulle discriminazioni di genere - in particolare quelle legate all'età delle attrici - nell'evoluzione del sistema audiovisivo statunitense. Nella serie, a distanza di oltre cinquant'anni da ""Che fine ha fatto Baby Jane?"""" (1962), Jessica Lange (68 anni) e Susan Sarandon (71 anni) rimettono in scena i celebri ruoli che furono di Joan Crawford e Bette Davis. A quali età si collocano, socialmente e culturalmente, le """"soglie"""" della vecchiaia? Come distinguono la """"mezza"""" dalla """"terza"""" età? Come queste stesse soglie vengono diversamente negoziate e rappresentate in rapporto alle identità di genere, in particolare a quella femminile? Come si caratterizza e muta la relazione tra processi di aging e sessualità? Come quella tra aging e canoni della bellezza femminile? E, ancora, come si caratterizza e cambia il rapporto tra aging e celebrity? In stretto dialogo con l'ambito internazionale degli Aging studies, il volume intende sfruttare la preziosa occasione di riflessione offerta da Feud per rilanciare l'indagine nel contesto della cultura e dei media italiani e analizzare i rapporti tra aging, identità femminili, sfera sessuale e sistemi industriali nella cultura mediale contemporanea ampiamente intesa: cinema, televisione, stampa, pubblicità, social media. Contributi di: Luca Barra, Sara Casoli, Clementina Casula, M. Elena D'Amelio, Paola De Rosa, Danielle Hipkins, Veronica Innocenti, Giacomo Manzoli, Roy Menarini, Dalila Missero, Marica Spalletta."" -
La moda fra senso e cambiamento. Teorie, oggetti, spazi
Ambizione di questa antologia è indicare, rappresentare e interpretare ogni ambito della semiotica della moda, proponendosi come un manuale agile sia per studenti sia per appassionati della materia. I testi raccolti sono organizzati in tre sezioni - teorie, oggetti e spazi - che indicano i percorsi principali della disciplina e le sue applicazioni pratiche. Si comincia dalle questioni legate alla moda come fenomeno culturale e semiotico per poi procedere con l'articolazione delle relazioni tra oggetti e spazi, da indagare mediante un'accurata metodologia e griglie d'analisi. Negli oggetti e negli spazi il discorso di moda si innesta con quello di marca, generando una peculiare costellazione di senso in varie forme: capi, accessori, spazi fisici e digitali, performance artistiche e d'intrattenimento. Non solo comunicazione, consumi e marketing, ma anche creolizzazione valoriale con l'heritage e l'arte, in cui la moda ha il compito di dare corpo e identità a vere e proprie forme di vita. -
Vent'anni e poi. Conversazioni con Michel Foucault su amore e rivoluzione
Pubblicato per la prima volta nel 1978, questo libro raccoglie una serie di conversazioni tra un ventenne sconosciuto, militante di sinistra attivo nei movimenti omosessuali, e un interlocutore molto più grande di lui, che all'epoca aveva preferito mantenere l'anonimato per evitare che la sua fama eclissasse le parole del ragazzo. La presente edizione, arricchita da uno scritto dello stesso autore redatto quarant'anni dopo quei dialoghi, getta una nuova luce su un testo che inizialmente non riscosse successo. Quell'interlocutore appassionato, che senza posa incalzava Thierry Voeltzel su temi quali la sessualità, la politica, il lavoro, l'amore, la droga, il piacere e la famiglia, era Michel Foucault. Da qui la duplice importanza del libro: da un lato, la vertiginosa distanza che ci separa dall'esperienza pur così prossima di Thierry; dall'altro, l'occasione per inattese e inedite incursioni nel pensiero di uno dei più grandi teorici del Novecento. -
I confini contano. Perché l'umanità deve riscoprire l'arte di tracciare frontiere
Nel dibattito pubblico è sempre più ricorrente l'appello ad ""abbattere le frontiere"""" e brulicano i commentatori che, in epoca di globalizzazione e migrazioni di massa, ritengono i confini irrilevanti, discriminatori o reazionari. Non si tratta solo dei cosiddetti 'no borders', e non sono solo le frontiere tra gli Stati a essere sotto attacco, ma il concetto stesso di confine. Nelle società occidentali, infatti, anche le tradizionali linee di demarcazione tra pubblico e privato, uomini e donne, adulti e bambini, esseri umani e animali, cittadini e non cittadini sono spesso condannate come arbitrarie, innaturali e ingiuste. E ciò mentre imperversa la politica dell'identità, che paradossalmente non fa che tracciare nuovi confini simbolici. Frank Furedi mette in guardia da una società culturalmente alla deriva, che fatica a produrre senso e significato e che, a livello individuale e collettivo, tende a svalutare la facoltà di esprimere giudizi. Anche per questo è fondamentale che l'umanità riscopra l'arte di tracciare confini."" -
Diari segreti
I Diari segreti di Ludwig Wittgenstein costituiscono il resoconto, la conseguenza e la testimonianza di quella rapida risoluzione che spinse il filosofo a iscriversi come volontario nell'esercito allo scoppio del primo conflitto mondiale. Punto di snodo della sua speculazione filosofica, la decisione di arruolarsi venne presa dopo un lungo periodo vissuto in completa solitudine e si configurò come un radicale mutamento di vita, come estinzione di un percorso personale prevedibile e precostituito, come una condizione imprescindibile per il proseguimento del suo lavoro intellettuale. Da quel che si sa, Wittgenstein non avrebbe per nulla apprezzato tutta questa attenzione per la sua persona e l'avrebbe senz'altro considerata il sintomo di un'inutile e invadente curiosità. Eppure, la vita di Wittgenstein attrae proprio perché è la vita di un filosofo in grado di sedurre i propri allievi e non solo. -
Dopo il neoliberalismo. Indagine collettiva sul futuro
Quale potrebbe essere l'esito del tormentato processo di transizione che stiamo vivendo? Quale blocco sociale si dovrebbe o potrebbe costruire per marciare verso una civiltà postcapitalista? Quali forme dovrebbe o potrebbe assumere il socialismo del XXI secolo? Dopo il tramonto dell'egemonia americana ci aspettano la rivoluzione o il caos sistemico? Quali idee per una nuova alleanza tra ambientalismo e socialismo? Perché rivendicare la sovranità nazionale non implica regredire ai nazionalismi del secolo scorso? A questi e altri interrogativi cercano di rispondere i dieci autori - Pierluigi Fagan, Carlo Formenti, Carlo Galli, Manolo Monereo, Piero Pagliani, Onofrio Romano, Raffaele Sciortino, Alessandro Somma, Alessandro Visalli e Andrea Zhok - che hanno collaborato alla stesura di questo volume sugli scenari ipotetici di un futuro che potrebbe ridisegnare la geopolitica mondiale e rivoluzionare i rapporti di forza tra classi sociali, popoli e nazioni. -
Un pensiero anarchico. Filosofia, azione e storia in Reiner Schürmann
Il rapporto tra Martin Heidegger e la politica è un tema al centro della discussione da molti decenni ed è tornato di grande attualità dopo la pubblicazione dei primi Quaderni neri, dal 2014 in poi. Tuttavia, non si tratta soltanto di una questione biografica, ma di un insieme di domande relative al suo pensiero, alla riflessione filosofico-politica che ne è derivata e, da ultimo, alle fortune della tradizione ermeneutica cui Heidegger ha dato i natali. Questo libro propone un percorso nell'intreccio - talvolta labirintico - del dibattito, ricostruendo le posizioni di Reiner Schürmann (1941-1993). Interprete tra i più originali della tradizione heideggeriana, Schürmann indaga la relazione con l'orizzonte problematico della politica e della filosofia pratica, ben prima dell'uscita dei Quaderni neri, con posizioni che si riveleranno particolarmente feconde. Il cuore della sua riflessione è l'idea che la realtà sia retta da fondamenti metafisici che determinano il pensiero, l'azione e gli edifici valoriali: fondamenti che possono però essere sovvertiti in chiave anarchica. Quello di Schürmann è insomma un ""pensiero dell'anarchia"""", intesa in senso etimologico come assenza di fondamento o, meglio, come scoperta dei punti di rottura presenti in ogni paradigma assoluto. In questo vasto programma Schürmann riserva il primo posto alla prassi: all'attiva decostruzione dei principi che crediamo immutabili, ma che in realtà sono storicamente condizionati. Più che la teoria, è proprio la pratica a offrire una prospettiva liberante ed emancipativa che combatte la violenza della metafisica."" -
La competenza esperta. Tipologie e trasmissione
La crisi dell'expertise coincide oggi con il ruolo che le decisioni politiche e scientifiche hanno assunto nell'affrontare e risolvere problemi comunitari di enorme portata: dall'inquinamento ambientale all'immigrazione, dai vaccini alle pandemie. Da un lato urge una competenza da specialisti, acquisita per gradi, o il sapere tacito e incorporato dei ""dilettanti per professione"""", che intercedono e traducono fra più saperi. Dall'altro queste conoscenze e capacità sono avversate, e tutti si sentono in diritto di dire la propria. È un paradosso. La rete è stracarica di informazioni alla rinfusa in un regime di consultocrazia, senza un'auctoritas che ne garantisca il rigore e con istruzioni per qualsiasi cosa: dalla salute all'alimentazione, dal sesso agli esami di maturità. L'esperto asociale, geloso del proprio lavoro o incapace di comunicarlo, è sostituito da un'anonima élite tecnocratica, che si impone sulla volontà generale, o dall'esperto social, rassicurante venditore di significato che decide per il collettivo pur non avendo fatto gavetta. Questo libro indaga i tipi di competenza - nelle lingue, in medicina, nella dietetica, a scuola, in informatica, nell'arte, in fotografia e in musica - per come si formano e per come vengono trasmessi e appresi oggi, in un'era in cui credenze alte ed energie del vivere coesistono con opinioni a bassa intensità e di rapida escussione."" -
Podemos. Un profilo organizzativo
Il volume si inserisce nell'ambito della letteratura organizzativa dei partiti politici, prendendo in esame il caso di Podemos quale giovane impresa politica di successo. In un tempo di grandi crisi di legittimità delle istituzioni, l'iter di Podemos - dalla piazza al governo - offre uno schema analitico utile per delineare una possibile strategia d'uscita dai dilemmi cui le organizzazioni devono far fronte. E ciò come modalità di resilienza dei corpi intermedi, risignificandone il ruolo e ricostruendone la legittimità. -
Appartenersi. Verso un modello complesso di interpetazione del riconoscimento
Il bisogno di conoscenza guida da sempre il cammino dell'uomo al singolare e in società. Senza di essa si vivrebbe in preda all'angoscia per i molti rischi cui ci si sente esposti. Conoscere se stessi, l'altro, riconoscerlo sono attività di enorme complessità, sulle quali si costruiscono l'appartenenza, la cittadinanza e i processi di inclusione o esclusione da cui discende la possibilità o meno di essere società, ancor prima che di fare società. I soggetti diversi da ""noi"""", se stranieri, sono portatori di un'alterità radicale che provoca istinti di chiusura, se non aggressivi. Disinnescare il dispositivo di misconoscimento e disumanizzazione dell'altro è possibile facendo chiarezza su alcuni concetti relativi alla relazionalità - come identità, alterità, riconoscimento e appartenenza - che, dopo un'eclisse dovuta alla prospettiva individualista e strumentale, stanno tornando a rivelarsi fondamentali. Partendo da questi è possibile ripensare un sociale condiviso e più giusto."" -
Politica e violenza. Teorie e pratiche del conflitto sociale
Il presente lavoro intende riempire un ""vuoto"""", per quanto paradossale: nonostante non manchino teorie e riflessioni sul ruolo della violenza all'interno della politica e della società, raramente queste sono riuscite ad analizzare tale tematica senza lasciarsi tentare dallo scandalismo o dalla morbosità. Anche le scienze sociali sono coinvolte nell'incapacità di spezzare il binarismo: identificare la violenza semplicemente come criminalità oppure, più raramente, minimizzarla per proporre un'immagine bonaria ed edulcorata di coloro che l'hanno praticata o che ancora la praticano Nel Novecento, però, la violenza politica non è stata un argomento tabù, casomai una sorta di Giano bifronte, dal momento che animava da un lato uno dei criteri di legittimità dello Stato (""""detentore del monopolio della violenza legittima"""", appunto), dall'altro le rivendicazioni di quelle organizzazioni politiche radicali che, negli anni Settanta e Ottanta, cercavano una sorta di """"diritto alla violenza"""". E oggi? Dentro un panorama politico in apparenza """"pacificato"""", il presente volume offre al lettore una serie di casi empirici e di riflessioni teoriche sul nesso tra politica e violenza nella società contemporanea.""