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Ecologie complesse. Pensare l'arte oltre l'umano
"Ecologie complesse"""" è una raccolta di articoli dedicati al tema dell'arte e del postumano. Cinque dei contributi - di Alberto Micali e Nicolò Pasqualini, Edith Doove, Vincenzo Di Rosa, Federica Fontana, Massimiliano Viel - sono stati selezionati tra quelli già pubblicati nei numeri 10 e 11 della rivista """"Scenari"""" nella sezione Fare il postumano e, ai fini di questa nuova pubblicazione, rivisti ed estesi. Due di essi sono stati appositamente tradotti in italiano ed è stato elaborato un nuovo articolo di Gabriela Galati, curatrice del volume. Il lavoro nasce da una riflessione necessaria e attuale sulla declinazione degli sviluppi teorici e critici del postumanesimo nelle diverse aree della pratica artistica ed estetica. La consapevolezza riguardo alla necessità di lavorare, sviluppare e mettere in pratica etiche, estetiche e politiche non antropocentriche si sta sicuramente diffondendo, ma il cambio di paradigma è ancora molto lontano dall'essere pervasivo." -
Figure del controllo. Jane Austen, Sherlock Holmes e Dracula nell'immaginario transmediale del XXI secolo
Tra le decine di classici ottocenteschi che oggi vengono riproposti o riutilizzati - in maniera spesso spregiudicata - per far fronte all'insaziabile fame di narrazione dei pubblici contemporanei, perché i più gettonati sono proprio ""Orgoglio e pregiudizio"""" di Jane Austen, """"Le avventure di Sherlock Holmes"""" di Arthur Conan Doyle e """"Dracula"""" di Bram Stoker? Se l'epoca attuale rifunzionalizza solamente alcuni dei miti e delle figure dell'Ottocento per esorcizzare paure o soddisfare desideri sul piano simbolico, si potrebbe avanzare che le paure e i desideri tipici della modernità, seppur riadattati alle trasformazioni contemporanee, mantengano un nucleo profondo che non è variato di molto nel corso del tempo e che prescinde in buona parte dalle culture specifiche, visto il successo planetario. Partendo dall'analisi delle ragioni che portarono al successo quelle opere nel periodo storico in cui furono pubblicate, l'obiettivo del libro è capire perché esse abbiano così tanto successo nell'attuale industria culturale transmediale, sia mainstream (cinema, neoserialità televisiva, videogame, fumetti) sia underground (fanfiction, social reading). Tali testi si pongono, infatti, come centri di riflessione su un immaginario, e su un lavoro intorno all'immaginario, che prende forma e si definisce nell'Ottocento, ma che - rifunzionalizzato - mantiene ancora oggi una sua forte centralità."" -
Vidding grrls. Nuovi sguardi sulle pratiche di genere nei fandom
Il volume si propone di esplorare le pratiche spettatoriali fandomiche e le pratiche di riuso e remix grassroots di contenuti mediali in un'ottica di genere, attraverso il caso di una longeva comunità di fandom prevalentemente femminile, quella legata alla pratica del fan vidding. La storia della comunità - che si snoda in una molteplicità di gruppi e sottogruppi dagli anni '70 a oggi, e che afferisce principalmente all'ambiente statunitense e anglofono - risulta emblematica per indagare più da vicino alcuni snodi di ricerca che si pongono nelle intersezioni tra media studies, cultural studies, fan studies e gender studies. In particolare, si evidenzia come le pratiche (più o meno contemporanee) di spettatorialità attiva e produttiva tipiche del fandom si intersechino con gli studi riguardanti le pratiche di spettatorialità femminile, unite alla pratica del riuso di immagini mediali in chiave critica e analitica. -
L' agitatrice rossa. Teatro, femminismo, arte e rivoluzione
"Questa strada si chiama/via Asja Lacis/dal nome di colei che/da ingegnere/l'ha aperta dentro l'autore."""" Con queste parole Walter Benjamin apriva Strada a senso unico. Ma quale strada aveva aperto Lacis in Benjamin? Per comprenderlo a fondo, """"L'agitatrice rossa"""" presenta un'ampia raccolta di scritti della regista teatrale e militante lettone, alcuni dei quali mai editi in Italia. La prima parte del volume raccoglie testi di carattere biografico che, attraverso un appassionante itinerario artistico-politico, ci portano dalla Lettonia alla Russia sovietica, dagli ozi di Capri alla tumultuosa realtà della Germania weimariana, rendendo tangibili gli incontri che lo scandiscono e orientano. La seconda e la terza parte, invece, sono dedicate alla produzione teorica di Lacis: ai suoi primi scritti programmatici sul teatro politico a Riga e sulle tendenze del teatro sovietico, nonché sul cinema per l'infanzia e sulla situazione del teatro francese si aggiungono gli appunti sui viaggi in Italia e alcuni saggi come Napoli, scritto a quattro mani con l'amico Benjamin. Un'accurata selezione dal suo libro del 1935 sul teatro proletario e agit-prop tedesco, """"Teatro rivoluzionario in Germania"""", conclude il volume, fornendo uno sguardo e un approfondimento teorico di rara ampiezza sulle Avanguardie europee del Ventesimo secolo e sulla comune volontà di cambiare il mondo a partire dal basso." -
Post scriptum comunista. Nuova ediz.
Tentare una definizione filosofica di comunismo, o almeno aggiornarla. Basterebbe questo a decretare l'importanza del libro di Boris Groys, che a tal fine esamina il linguaggio dello stalinismo e i suoi legami con il sistema sovietico dal 1917 fino alla sua autodissoluzione dialettica nel 1989, per poi chiedersi: è possibile che il comunismo riemerga nel XXI secolo? Supporre che il comunismo sovietico sia archiviabile come un'esperienza ormai conclusa significa, secondo Groys, accondiscendere alle peggiori inclinazioni della filosofia della storia, in cui ricadono molte diagnosi epocali della comunicazione contemporanea. Perché, se con comunismo si intende una sorta di ""svolta linguistica"""" nella prassi sociale, il sogno di produrre rapporti sociali sulla base egualitaria del linguaggio non può che riproporsi nella storia dell'uomo."" -
La vita sociale delle cose. Una prospettiva culturale sulle merci di scambio
Il significato che le persone attribuiscono agli oggetti deriva necessariamente dalle transazioni e dalle motivazioni umane, specialmente dal modo in cui gli oggetti stessi sono usati e fatti circolare.rnrn«Arjun Appadurai ci mostra come i valori economici delle merci convivano con quelli simbolici. In qualsiasi civiltà umana» - Marino Niola, RobinsonrnConcentrandosi sugli aspetti dello scambio che sono definiti culturalmente e sui processi di circolazione che vengono regolati socialmente, il volume illustra i modi in cui le persone trovano valore negli oggetti e come questi a loro volta diano valore alle relazioni sociali. Partendo dalla considerazione che anche le cose conducono una vita sociale, gli antropologi e gli storici che hanno contribuito alla stesura di quest'opera hanno esaminato le modalità in cui le cose sono vendute e commerciate in una molteplicità di ambienti sociali e culturali, passati e presenti. I loro saggi fanno così da ponte tra diverse discipline - dalla storia sociale all'antropologia culturale e all'economia - segnando una tappa fondamentale nella comprensione della vita economica e della sociologia della cultura. -
Una teoria dell'imperialismo. Il viaggio delle merci
Che fine ha fatto l'imperialismo? Ormai scomparso dall'attuale panorama del dibattitto pubblico, Prabhat e Utsa Patnaik insistono sull'urgenza del tema, indagando le relazioni commerciali che governano il rapporto tra le economie del Nord del mondo e i paesi tropicali e subtropicali del Sud globale. Seguendo le rotte delle merci - prodotti agricoli e petrolio, in primis -, i due economisti indiani mostrano come l'imperialismo oggi sia più aggressivo che mai: il Sud del mondo si trova costretto in scomode catene di valore/approvvigionamento che rinforzano il dominio militare, tecnologico-finanziario e persino ""energetico"""" del Nord globale. Malgrado i suoi effetti catastrofici, questa forma d'imperialismo potrebbe essere l'occasione per un nuovo inizio basato sulla resistenza rivoluzionaria dei popoli attraverso il rovesciamento dell'imperialismo stesso, inteso come manifestazione globale del capitalismo. Con un commento di David Harvey."" -
Come finirà il capitalismo? Anatomia di un sistema in crisi
Dopo anni di salute malferma, il capitalismo versa ora in condizioni critiche. La crescita ha ceduto il passo alla stagnazione, la disuguaglianza ha condotto all'instabilità sociale e la fiducia nell'economia è ormai svanita. In Come finirà il capitalismo? Wolfgang Streeck tratteggia l'alba di sovvertimenti epocali. Del resto, il matrimonio fra democrazia e capitalismo - partner male assortiti convolati a nozze tra le macerie della Seconda guerra mondiale - è giunto al capolinea, le istituzioni di regolamentazione che un tempo arginavano gli eccessi del settore finanziario sono ora crollate e, dopo la vittoria del capitalismo alla fine della Guerra fredda, non esiste più un organo politico in grado di arrestare l'avanzata della liberalizzazione dei mercati. Il nostro è ormai un mondo definito da una crescita in costante declino, dalla governance oligarchica, da una sfera pubblica sempre più ristretta, dalla corruzione istituzionale e dall'anarchia internazionale, e nessuna cura per questi mali s'intravede all'orizzonte. -
Motori e miti della modernità. Comunicazione e immaginario industriale
Vapore ed elettricità sono stati il motore dei mutamenti sociali durante tutta la modernità. La comprensione sociologica di questa fase storica non può prescindere da un'accurata analisi di ciò che l'accelerazione dei trasporti tra Ottocento e Novecento ha costituito per l'esperienza umana. L'estensione delle reti ferroviarie, in particolare, è stata un elemento imprescindibile del successo della rivoluzione industriale: la possibilità di velocizzare e aumentare gli scambi commerciali ha rappresentato uno straordinario volano di sviluppo per il mondo occidentale, contribuendo a giganteschi mutamenti nelle configurazioni urbane e perfino negli orizzonti dell'immaginario umano, nella percezione del tempo e dello spazio. ""Motori e miti della modernità"""" prova a esplorare connessioni che la sociologia sembra aver sorprendentemente trascurato."" -
Snorri Sturluson. Edda
Noto col titolo islandese ""Edda Snorra Sturlusonar"""", tratto dal manoscritto più antico che lo contiene, l'Edda è il principale trattato teorico dedicato all'arte scaldica del Medioevo scandinavo, attribuito non senza incertezze a Snorri Sturluson. Membro del potente clan degli Sturlungar, Snorri fu raffinato poeta, storico e cinico uomo di potere, assassinato su ordine del re di Norvegia Hákon IV nel 1241. La """"sua"""" Edda - da non confondere con l'omonima raccolta poetica trascritta mezzo secolo più tardi - è un capolavoro ideologico di arte retorica e mito, realizzato a partire dagli anni '20 del XIII secolo, benché tra ritocchi e integrazioni la forma attuale potrebbe rappresentare il risultato di mani diverse. Il volume analizza il contesto storico coevo, le fonti manoscritte e ciascun capitolo dell'opera, soffermandosi infine sulla sua ricezione nel corso dei secoli e sul suo valore antiquario, che ne fanno un autentico oggetto di culto del mainstream medievalista."" -
Abiezione e oppressione. Le radici inconsce del razzismo
Lungi dal rappresentare un retaggio ormai superato, razzismo, sessismo e omofobia sono ancora riscontrabili in abitudini quotidiane, in sentimenti e reazioni corporee, in significati culturali sedimentati al punto da costituire strutture inconsce di oppressione. Nei saggi raccolti in Abiezione e oppressione, la filosofa statunitense Iris Marion Young indaga le reazioni di avversione che strutturano le società contemporanee, cosiddette liberali e tolleranti, nelle quali una certa estetica dei corpi si sostituisce alle legittimazioni ufficiali dell'oppressione. Ricorrendo alle categorie di abiezione e di pregiudizio inconscio, l'autrice analizza in che modo le paure e le avversioni automatiche - che ancora oggi definiscono alcuni gruppi come disprezzabili - interagiscano con l'angoscia di soggetti alle prese con una società complessa e mutevole. -
Metamorfosi dell'intelligenza. Che fare del nostro Blue Brain?
Non trovando una definizione per l'intelligenza, gli psicologi hanno cominciato a misurarla; dopo il fallimento dei test di misurazione, i biologi l'hanno allora cercata nei geni; ma, poiché la genetica restava silenziosa, è stato il cervello stesso con il suo sviluppo epigenetico a costruire il nuovo laboratorio della mente. Oggi, l'intelligenza autorizza la propria simulazione con i chip sinaptici: i programmi Human Brain e Blue Brain hanno mappato il cervello umano nella sua interezza, fino a produrre una coscienza artificiale in grado di auto-trasformarsi accedendo al proprio codice sorgente. Superando le posture tecnofobiche oggi diffuse, Metamorfosi dell'intelligenza ingaggia un dialogo tra autonomia e automatismo, mostrando il ruolo che il concetto di intelligenza può ancora giocare nel prolifico dibattito sulla democrazia sperimentale. -
Il dilemma dell'aragosta. La forza della vulnerabilità
Non tutti sanno che l'aragosta nasce nuda e solo successivamente la natura le fornisce un abito su misura. Ma questo non cresce con lei: col tempo si trasforma in una gabbia e poi in una tortura. Così, quando la corazza diventa opprimente, l'aragosta la getta via e resta nuda: senza protezione, sola, in attesa di crearsene una nuova. È questo il dilemma dell'aragosta, ripreso da Stefano De Matteis in chiave metaforica per una lettura antropologica dell'attualità: lasciare le proprie corazze, identità di ferro o monolitiche, smettere di trincerarsi in certezze che si trasformano in gabbie e procurano sofferenze, per esporsi invece al rischio, mettendosi a nudo, creando uno spazio di riflessione e di elaborazione, di dialogo e di confronto. La vulnerabilità si trasforma così in un punto di forza: produce il cambiamento e prelude alla ricostruzione di una nuova vita, tanto sul piano individuale quanto su quello collettivo. -
La miseria simbolica. Vol. 1: epoca iperindustriale, L'.
Quello a cui stiamo assistendo oggi è un processo di digitalizzazione estrema e assoluta, un processo che mira a innovare l'infrastruttura tecnologica della nostra società, ma a causa del quale stiamo perdendo ogni possibilità di identificazione. La ""miseria del simbolico"""" di cui parla Bernard Stiegler non è soltanto quel triste vuoto che viveva il proletario alienato dal lavoro, ma anche il vuoto d'esperienza del consumatore odierno, privato della possibilità di determinare i propri desideri e totalmente condizionato dalle logiche di consumo. L'estetica è l'arma privilegiata della tecnologia industriale, e il cinema il suo campo di battaglia preferito: entrambi concorrono ad avvelenare l'esperienza individuale e collettiva. Tuttavia, è proprio nel cuore di questi due campi che l'autore rintraccia l'antidoto per sfuggire alla miseria antropologica che stiamo vivendo e per ritrovare quel sentimento comune che è condizione preliminare e necessaria alla vita pubblica."" -
Antropologia del corpo
In ""Antropologia del corpo"""" David Le Breton indaga il tema dell'invenzione del corpo occidentale e della relatività delle sue rappresentazioni sociali nel mondo contemporaneo. Facendo del corpo il filo conduttore della sua analisi, l'autore propone un'antropologia del presente che prende in prestito la """"deviazione"""" dell'etnologia e della storia per apprezzare - attraverso una prospettiva insolita e tanto più feconda - una serie di pratiche, discorsi, rappresentazioni e immaginazioni che coinvolgono il corpo nelle nostre società contemporanee."" -
Globalists
Nella prima storia intellettuale del globalismo neoliberale, Quinn Slobodian segue il percorso di un gruppo di pensatori, dalle ceneri dell'Impero asburgico alla creazione dell'Organizzazione mondiale del commercio, dimostrando come il neoliberalismo sia nato non tanto con l'obiettivo di ridimensionare lo Stato e di abolire le regolamentazioni quanto col fine di riorganizzarli a livello globale. Partendo dalla dissoluzione degli imperi dopo la Prima guerra mondiale, quando il nazionalismo, il socialismo e l'autodeterminazione democratica minacciavano la stabilità del sistema capitalistico globale, Slobodian reclama un nuovo modo di organizzare il mondo: lungi dal rigettare lo Stato regolatore, auspica governi e istituzioni globali capaci di isolare i mercati dagli Stati sovrani, dai cambiamenti politici e dalle turbolente rivendicazioni democratiche di maggiore uguaglianza e giustizia sociale. -
L' Europa in camicia nera. L'estrema destra dagli anni Novanta a oggi
Date le modifiche cui è andato incontro il concetto di destra nel mondo e nella storia, anche quello di estrema destra è cambiato più volte. Ne L'Europa in camicia nera lo storico Elia Rosati prova a delineare come si siano evolute, trasformate o riorganizzate le destre radicali europeo-occidentali dagli anni Novanta a oggi. E ciò ponendo in rilievo come le culture politiche neofasciste/neonaziste, identitarie, reazionarie e tradizionaliste cattoliche abbiano affrontato e cavalcato l'impatto dei fenomeni globali, della nascita dell'Unione Europea e delle crisi economico-finanziarie sulla società europea. Il risultato è uno studio storico estremamente accurato e stimolante che guida il lettore nelle pieghe più oscure delle nostre società per cercare le radici del ""fascismo del terzo millennio""""."" -
Il contrattacco delle immagini. Tecnica, media e idolatria a partire da Vilém Flusser
L'emergere di nuove forme di immagini si accompagna a una domanda sempre più urgente: come l'interazione con queste immagini ci stia trasformando. Con la guida di un filosofo asistematico ed eccentrico, ma capace di grandi intuizioni, quale Vilém Flusser, Il contrattacco delle immagini prende le mosse da una riflessione sulla tecnica, tenendo conto dei processi di interiorizzazione e di esteriorizzazione, per comprendere le immagini come tecnologie in grado di modellare il modo in cui vediamo il mondo. Risalendo genealogicamente al problema dell'idolatria, che sembra aver raggiunto oggi una nuova attualità, il volume mira a individuare gli aspetti dai quali dovremmo stare in guardia e quelli che invece potrebbero migliorarci. Il carattere manipolabile delle nuove immagini può infatti rivelarsi una risorsa, se impariamo a giocare con loro. -
Antropologia del linguaggio. Nuova ediz.
Con questo manuale, ormai diventato un classico, Alessandro Duranti è riuscito ad affermare il ruolo decisivo dell'antropologia del linguaggio nelle scienze umane. Il testo muove dalla consapevolezza che ""il linguaggio non è solo parte integrante della cultura, ma un modello per creare e riprodurre l'intera realtà sociale"""". Con questa certezza l'autore affronta in forma sistematica gli aspetti della lingua come pratica culturale e strumento simbolico: dall'analisi della conversazione alla pragmatica del discorso, fino allo studio delle varietà linguistiche e delle comunità multilingui. Le prospettive teoriche - essenziali le parti dedicate alla nozione di cultura e alla diversità linguistica - si misurano con l'analisi della metodologia d'indagine etnografica e di trascrizione, cioè con il perno dell'antropologia del linguaggio come pratica scientifica. La lingua si identifica con l'interazione sociale e, dunque, con ogni forma di analisi dell'esperienza. Per l'antropologo del linguaggio, essa è allora allo stesso tempo oggetto e soggetto di studio, fenomeno che si amplifica fino a confondersi con l'intero universo sociale. Tra parola e oggetto, tra parola e azione non c'è più frattura, ma quel campo di infinite connessioni che è l'essenza della condizione umana."" -
Narratori italiani del Duemila. Scritti di stilistica militante
Il volume riporta le letture di circa ottanta romanzi dell'ultimo ventennio, precedute da riflessioni sullo statuto della critica. Vi si pratica una stilistica militante: i giudizi di valore di volta in volta espressi sono fondati su ricognizioni formali dei testi, nella convinzione che quella dello stile possa essere una chiave di accesso privilegiata, utile a capire meglio anche gli aspetti tematici. Particolare impegno viene messo nella segnalazione di opere prime meritevoli, magari poco visibili, che è uno dei compiti più importanti che la critica militante possa svolgere. In altre occasioni, invece, si mostrano i limiti di romanzi mediocri o addirittura pessimi di scrittori di successo, operazione che ha una precisa funzione ""ecologica"""". Viene molto valorizzata la prosa che esorbita dall'italiano medio, in ogni direzione possibile. Il consenso però va anche alle scritture che usano efficacemente la medietà espressiva come strumento adatto a determinati scopi di rappresentazione del mondo.""