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Margini d'Italia. L'esclusione sociale dall'Unità a oggi
I 'margini d'Italia' sono tutto ciò che si è scelto di relegare alla periferia fisica o simbolica della nazione: le popolazioni africane delle colonie, le zone meno sviluppate del meridione, i manicomi prima della loro chiusura, le baraccopoli delle grandi città e i campi nomadi di oggi. È indubbio che l'esclusione di alcuni soggetti e alcuni luoghi contribuisce a determinare l'identità culturale di una nazione. Nel nostro paese l'esclusione sociale non è sempre passata attraverso un progetto politico preciso, ma è sempre stata contrassegnata da un discorso pubblico che ha rappresentato luoghi e persone come marginali. Nel libro, le voci e le fotografie di coloro che hanno contribuito alla segregazione politica e sociale, o l'hanno combattuta, ci raccontano molto sul processo di formazione dell'Italia moderna. II risultato è un ribaltamento di prospettiva nella considerazione della nostra identità, destinato a lasciare il segno nella storiografia italiana. -
Diario di una mamma in pappa
Forse siete diventate madri dopo il primo sguardo al test di gravidanza; avete subito capito cosa fare e come riorganizzare la vostra esistenza meglio di wonder woman. Beate voi. Se invece vi siete accorte di essere diventate mamme solo dopo mesi dalla nascita del fagottino; se le pappe per voi sono una formula alchemica e vi è pure venuto il gomito dell'imboccatrice; se ormai il suono della mail è il diversivo più eccitante di tutta la vostra giornata; se ogni tanto rimpiangete l'ufficio; se la prima volta che siete uscite di nuovo la sera, vi siete addormentate con la cannuccia del cuba libre in bocca; se ora in palestra vi sentite delle marziane e per voi trentotto di febbre vuol dire relax; se vi tocca disquisire sui cibi da femmina e i cibi da maschio; se vostro figlio odia le verdure e urla ""Mi t'ingollo!"""" alla bistecca, nonostante le buone maniere che impartite, allora questo diario è per voi. La mamma in pappa: la sua inadeguatezza e instabile emotività, la sua assurda voglia di diventare madre, continuando a essere quella di prima. Un po' come voi."" -
I racconti della tavola
Pavia, qualche anno dopo il 774. Alla tavola di Carlo Magno, che festeggia la vittoria sui Longobardi, si insinua di nascosto Adelchi, il principe sconfitto. Ma perché si ingegna a spezzare diligentemente tutte le ossa di cervo, di orso e di bue che restano nei piatti? Fonte Avellana, XI secolo. Pier Damiani è malato da tempo. Il suo corpo è debilitato perché nell'eremo il cibo scarseggia, in particolare manca il pesce. I confratelli insistono perché mangi carne, ma lui li rassicura: abbiate fede, il pesce prima o poi arriverà. Sarà Dio stesso a pensarci. Alessandria d'Egitto, XIII secolo. Il cuoco Fabrat vede comparire un povero con un pane in mano. Non ha soldi per comprare altro cibo, tiene il pane sopra la pentola e intercetta il fumo che sale. Fabrat non è di buon umore; si rivolge al povero con modi sgarbati e gli dice: adesso pagami ""di ciò che tu hai preso del mio"""". Il povero si schermisce: ma scusa, io non ho preso dalla tua cucina altro che fumo. Fabrat non molla: pagami quello che mi hai preso. Come andrà a finire? E che avventure sono quelle di Dante Alighieri ospite del re di Napoli, del contadino Bertoldo in fin di vita per non avere rape da mangiare, dei castelli di zucchero presentati al banchetto di nozze del signore di Bologna, del cuoco Martino che lavora a tu per tu con l'umanista Platina? Si leggono d'un fiato le storie di questo libro, senza perderne una."" -
Eloisa e Abelardo
La storia di una passione tra le più affascinanti e tragiche della cultura occidentale: quello fra Abelardo, celebre filosofo del XII secolo, ed Eloisa, sua allieva, è un amore che sopravvive al dolore della tragica separazione. ""La separazione dei corpi non fece altro che avvicinare ancor più i nostri cuori e l'impossibilità stessa di soddisfare il nostro amore ci infiammava ancora di più; perfino la consapevolezza della irrimediabilità dello scandalo ci aveva resi insensibili allo scandalo stesso; il senso di colpa del resto era tanto minore quanto più dolce era stato il piacere del possesso reciproco"""". È il passo di una delle tante lettere scritte da Abelardo a Eloisa alle quali lei risponde dal chiuso del monastero dove giovanissima ha preso i voti. Insieme discutono di filosofia, del mondo che li circonda, delle regole sociali del tempo, del ruolo della donna, dell'idea di amore 'puro e disinteressato'. È il quadro di un'epoca intera che troveremo fra le loro pagine."" -
Comunicare nel museo
Il museo comunica poco e male: esporre fisicamente i pezzi non basta a raggiungere l'obiettivo, primario per l'esistenza stessa della struttura museale, di trasmettere cultura ai visitatori. Eppure l'arte è cultura per eccellenza. Applicando la teoria della comunicazione a quei particolari segni che sono le opere d'arte, questo volume analizza sistematicamente il museo e denuncia come la sua struttura e organizzazione siano incompatibili con le esigenze di una comunicazione efficace. Occorre aprire il museo alle enormi potenzialità connesse a un uso appropriato e intelligente delle nuove tecnologie e cominciare finalmente a esporre per comunicare. Testo di riferimento delle problematiche relative ai musei e alla valorizzazione dei beni culturali, il volume in questa nuova edizione ha conservato invariato il suo impianto teorico ma ha subito una profonda revisione nella sua parte applicativa che ha tenuto conto sia delle numerose nuove esperienze realizzatesi negli ultimi dieci anni sia dell'evoluzione delle tecnologie digitali. -
La vera croce. Storia e leggenda dal Golgota a Roma
Nell'anno 326, secondo un'antichissima tradizione, Elena, madre di Costantino, scopre a Gerusalemme il legno della Croce. Quel 'legno' può, secondo l'imperatrice, ribadire il passaggio fisico di Cristo sulla terra e rendere più salda la fede della comunità dei cristiani, lacerata da divisioni interne. Per sollevare gli animi e stringere i fedeli attorno alla loro storia comune, Elena fa costruire un'imponente basilica sul Golgota, il 'Martyrium', emblema della passione di Cristo. Ma un luogo non è abbastanza. La basilica non può restare un guscio vuoto, bisogna dotarla di un cuore vivo, una reliquia. I Vangeli, però, lo dicono con chiarezza: non è possibile cercare il corpo di Gesù, i cristiani sono destinati ad adorare un sepolcro vuoto. La Croce, allora, può diventare il miglior surrogato di quel corpo. Quel legno intriso prima dal suo sudore, durante l'ascesa al monte Calvario, e poi dal suo sangue, durante le lunghe ore dell'agonia, può cambiare di segno e da patibolo diventare il fondamento della fede cristiana. L'imperatrice cerca, scava e infine trova: da quel momento la reliquia diviene l'emblema della Gerusalemme cristiana e la protagonista di una complessa serie di vicende, sempre al confine tra storia e leggenda, tra realtà e immaginazione. -
Solidarietà. Un'utopia necessaria
La solidarietà è una pretesa anacronistica, inconsapevole di una società divenuta liquida, perennemente segnata dal rischio, dilatata nel globale? I principi appartengono al tempo delle grandi ""narrazioni"""" cancellate dalla post-modernità? La solidarietà è un principio nominato in molte costituzioni, invocato come regola nei rapporti sociali, è al centro di un nuovo concetto di cittadinanza intesa come uguaglianza dei diritti che accompagnano la persona ovunque sia. Appartiene a una logica inclusiva, paritaria, irriducibile al profitto e permette la costruzione di legami sociali nella dimensione propria dell'universalismo. Di legami, si può aggiungere, fraterni, poiché la solidarietà si congiunge con la fraternità. Nei tempi difficili è la forza delle cose a farne avvertire il bisogno ineliminabile. Solo la presenza effettiva dei segni della solidarietà consente di continuare a definire """"democratico"""" un sistema politico. L'esperienza storica ci mostra che, se diventano difficili i tempi per la solidarietà, lo diventano pure per la democrazia."" -
Spartaco
Roma era grande, potente e lenta. Spartaco era piccolo, indomabile e veloce. Come mi spiace che non l'abbiate visto tutti che cos'era, Spartaco, in quei giorni. Era il coraggio, l'onestà, il senso del dovere verso la sua gente. Era lui il capo della rivolta. Migliaia di schiavi lo seguirono, per loro fu come respirare per la prima volta. Età di lettura: da 6 anni. -
Il cinema americano contemporaneo
Da Coppola a Martin Scorsese, da Steven Spielberg a George Lucas, dai fratelli Coen a Tarantino e Wes Anderson. Un percorso attraverso le trasformazioni, i protagonisti, i film - come ""Taxi Driver"""", """"Le iene,"""" """"La 25 ora"""", """"Harry ti presento Sally"""", """"Eyes Wide Shut"""", """"Matrix"""" - che individua le questioni chiave del cinema americano contemporaneo, dalla fine degli anni Sessanta ai giorni nostri."" -
La tirannia degli esperti. Economisti, dittatori e diritti negati dei poveri
"Easterly dimostra che una crescita economica più rapida non può essere la motivazione per calpestare i diritti degli individui e i valori democratici."""" (Joseph Stiglitz, Premio Nobel per l'Economia) """"L'approccio tecnocratico allo sviluppo poggia su una premessa sbagliata: che gli abitanti dei paesi poveri siano troppo inaffidabili per lasciare che prendano da soli le proprie decisioni. Easterly dimostra che questo presupposto è doppiamente errato: è moralmente offensivo e politicamente sbagliato."""" (Paul Romer, New York University) """"Easterly è semplicemente l'economista più interessante e provocatorio fra tutti quelli che oggi scrivono di tematiche legate allo sviluppo."""" (Francis Fukuyama, Stanford University) William Easterly ricostruisce le politiche per lo sviluppo economico messe in atto in Asia, Africa e America Latina da organizzazioni come la Banca Mondiale, le Nazioni Unite, la Gates Foundation, le agenzie di aiuti più note. La sua analisi evidenzia i gravi errori dell'approccio tecnocratico." -
La vita non è in rima (per quello che ne so). Intervista sulle parole e i testi
"La vita non è in rima"""" vuol dire da un lato che i conti non sempre tornano. Dall'altro che, per fortuna, non siamo costretti a vivere secondo uno schema precostituito. E anche questo libro ha uno schema libero. Al centro c'è la scrittura di Ligabue, in tutte le sue forme. Si parte dalle parole - delle sue canzoni, dei suoi libri, dei suoi film - e si arriva a parlare del suo modo di vedere il mondo. La lingua e il dialetto, la famiglia e la politica, il dolore, la speranza, l'arte, il calcio, il sesso, l'amore, l'amicizia, la memoria, la felicità di riuscire a sentirsi - anche solo per un momento - """"leggero, nel vestito migliore, nella testa un po' di sole ed in bocca una canzone"""". Dentro la scrittura di Ligabue c'è una scelta delle parole che rappresenta un punto di vista sulla vita. Ma soprattutto c'è tanta musica, che trasforma e amplifica il senso di ogni parola. Perché per ogni cosa detta c'è sempre un motivo e quel motivo è spesso il modo in cui la canzone ci entra nelle vene, diventa parte di noi. Un libro pieno di spunti sorprendenti - di acume, di dolcezza, di ironia - che farà scoprire Luciano Ligabue a chi ancora non lo conosce bene, ma stupirà anche chi (come ognuno dei suoi tantissimi fan) pensa di sapere già tutto di lui." -
Contro il colonialismo digitale. Istruzioni per continuare a leggere
Chi scrive, produce, vende, legge e fa leggere libri oggi si pone mille domande: l'accelerazione tecnologica sta rendendo obsoleto il libro di carta? Uccide l'idea stessa di libro? E cosa accade nella scuola? Ad esempio, bisogna far acquistare alla propria scuola un tablet per ogni alunno? Le discussioni sono concitate, intervengono ministri affrettati e coloni digitali zelanti pronti a sostenere qualsiasi novità tecnologica. Fioccano le immagini di una nuova generazione a suo agio con lo schermo tattile e l'indice sfiorante, che se pur sarà refrattaria alla lettura avrebbe nuove competenze digitali, tra le quali la capacità di navigare distribuendo l'attenzione su molti schermi. Questo libro sostiene alcune tesi controverse (ma anche di buon senso): che i cosiddetti nativi digitali non esistono e che se veramente esistessero la scuola farebbe meglio ad aiutarli a guardare fuori degli schermi; che non c'è un sostituto elettronico dell'insegnante; e soprattutto che il libro di carta sarà pure a rischio commerciale a causa del suo cugino elettronico, ma è assolutamente insostituibile dal punto di vista cognitivo, perché protegge e non aggredisce la nostra risorsa mentale più preziosa: l'attenzione. -
La lingua batte dove il dente duole
Cos'è la lingua, e cos'è il dialetto? Cosa esprimiamo con l'una e cosa esprimiamo con l'altro? In un susseguirsi di riflessioni, aneddoti e memorie, in cui trovano posto Manzoni e Gassman, Pasolini e il commissario Montalbano, Benigni e Pirandello, oscuri maestri elementari e professori di educazione fisica, poesia, romanzo e teatro, Andrea Camilleri e Tullio De Mauro raccontano come la lingua esprima chi siamo veramente. E una profonda, giusta, verità: in Italia abbiamo tante lingue. -
Senza il vento della storia. La sinistra nell'era del cambiamento
A lungo la sinistra ha pensato che nelle sue vele soffiasse il vento della storia. Oggi che tutto è cambiato, che quel vento non le ha riconosciuto alcuna primazia, che anche il suo popolo non è più lo stesso, la sinistra sembra essersi ritratta in una posizione difensiva e risponde con sdegno all'accusa di conservatorismo. In verità le sue ragioni sono tutt'altro che scomparse, ma per farle rientrare nella partita del mondo è necessario che smetta di sentirsi ospite innocente in un universo cattivo e abbandoni ogni nostalgia. Perché la globalizzazione non è solo una banale restaurazione, non è solo espropriazione e sradicamento, ma un gioco di dimensioni planetarie nel quale nuovi protagonisti si affacciano sulla scena della storia. E a questo gioco largo e imprevedibile, pieno di pericoli e di opportunità, non ci si può sottrarre. -
In Europa son già 103. Troppe lingue per una democrazia?
Vogliamo davvero che alla storia e al presente dell'Europa corrisponda una reale democrazia europea? Se la risposta è sì, bisogna costruire la comunanza di lingua, condizione fondante di vita della pòlis. La voglia di democrazia, la voglia di unità politica e la crescita degli attuali livelli di istruzione sono le condizioni per risolvere la questione linguistica come questione democratica dell'Europa. -
La storia dell'arte. Istruzioni per l'uso. Ediz. illustrata
L'opera d'arte riflette in sé una somma di fattori: la personalità dell'artista, le richieste del committente, il peso della tradizione, il riflesso della cultura contemporanea. A volte i colori possono incarnare un particolare significato, diverso da epoca a epoca e da luogo a luogo (per esempio in Occidente il colore del lutto è il nero, mentre in Cina è il bianco), e perfino i gesti non hanno una lettura univoca: ciò che da noi esprime dileggio, può risultare incomprensibile ad altri popoli. Ricostruire il contesto cronologico e territoriale di un'opera d'arte, e apprezzarne appieno il significato, può dunque voler dire decifrare codici divenuti per noi incomprensibili. Compito dello storico dell'arte è attivare tutti i canali conoscitivi - documentari, storico-filologici, iconologici, di analisi del contesto e della committenza, di storia del gusto e della fortuna critica per approssimarsi il più possibile all'interpretazione autentica dell'opera. Questo libro, che si avvale di una sezione iconografica, si propone di far acquisire al lettore uno sguardo critico e metodologicamente aggiornato sulla storia dell'arte, collocando le opere sullo sfondo di questioni più ampie, quali il ruolo sociale dell'artista nelle diverse epoche - misurato anche sulla base del valore attribuito all'opera in termini di prezzo - o il significato e i limiti delle cosiddette ""etichette storico-critiche"""", come Gotico, Manierismo, Barocco o Rococò."" -
Le case del potere nell'antica Roma
In una striscia di terra, tra il Palatino e il colle Oppio, a ridosso del Foro, l'aristocrazia prende dimora. È questa la parte prestigiosa di Roma, ricca di storia, vicina ai luoghi istituzionali e tuttavia appartata, ben frequentata e piena di bei salotti e di mercati di lusso. Andrea Carandini entra nelle case del potere, nei grandi atri per il ricevimento, nei peristili alla greca affollati di opere d'arte, negli stretti cubicoli con pitture a trompe l'oeil e nelle sale da pranzo con pavimenti a intarsi di marmi colorati. E di questo cuore di Roma descrive le consuetudini e le stranezze nell'epoca di passaggio tra la tarda Repubblica e Nerone, quando la casa diventa luogo di incontri e attività politica, simbolo dello status sociale ed economico, manifestazione della personalità carismatica del proprietario, specchio nitido della sua ambizione e talvolta del suo delirio. -
Minimalismo, arte povera, arte concettuale
L'analisi documentata delle principali ricerche artistiche internazionali che emerse nella seconda metà degli anni Sessanta, sviluppatesi nel decennio successivo e ancor oggi dominanti nel mercato e nel libero dibattito culturale. Di ognuna di queste tendenze e dei loro principali protagonisti da Robert Rauschenberg a Jasper Johns, da Sol LeWitt a Frank Stella, da Pino Pascali a Giulio Paolini - si parla in modo specifico dopo una ricognizione storica sulla situazione artistica negli anni Sessanta nei principali paesi (Stati Uniti, Germania, Francia, Gran Bretagna, Italia). -
L' architettura nel nuovo millennio
Se il ciclo dell'architettura moderna può essere consegnato alla storia, la cultura architettonica può smettere di riflettere su se stessa e riflettere piuttosto sullo scenario fisico mondiale. Il nuovo punto di partenza non deve essere un consuntivo delle esperienze passate, ma un giudizio obiettivo sul loro risultato complessivo: il paesaggio concreto, prodotto di tutti gli interventi avvenuti, delle proposte innovative di ogni genere e delle resistenze contrapposte. Il quadro che ne risulta, ben diverso dai programmi teorici che lo hanno originato, è la base per il lavoro da svolgere nel presente. È per questo motivo che tentare un'analisi ravvicinata dell'attualità architettonica riveste, oggi, un ruolo tanto importante. In questo volume Leonardo Benevolo offre un quadro personale e ragionato delle esperienze più recenti e invita i lettori a riflettere per proprio conto su quel che succede, per inoltrarsi a loro volta nell'ignoto futuro. -
Cecità morale. La perdita di sensibilità nella modernità liquida
Quando il dolore morale perde la salutare funzione di avvertimento, di allarme e di spinta ad aiutare il nostro simile, inizia il tempo della cecità morale. La cultura consumistica trasforma qualsiasi negozio o agenzia di servizi in una farmacia dove rifornirsi di tranquillanti e analgesici per attenuare o placare dolori che in questo caso non sono fisici ma morali. Man mano che la negligenza morale si estende e si intensifica, aumenta a dismisura la domanda di antidolorifici e il ricorso a tranquillanti morali diventa assuefazione. Il risultato è che l'insensibilità morale artificialmente indotta tende a diventare compulsiva, una sorta di 'seconda natura'. Il dolore morale viene soffocato prima che diventi davvero fastidioso e preoccupante, e la trama dei legami umani, intessuta di morale, si fa sempre più fragile e delicata, fino a lacerarsi. I cittadini vengono addestrati a cercare sui mercati, nel consumo, la salvezza dai propri guai, la soluzione ai propri problemi, e la politica si trova (anzi è pungolata, spinta, in ultima analisi costretta) a interpellare i propri governati come consumatori anziché come cittadini, facendo del consumo l'adempimento di un primario dovere civico.