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Il silenzio di Abram. Mio padre dopo Auschwitz
Ogni volta che posso chiedo a mio padre di parlarmi di Lodz, della sua famiglia, di Auschwitz. Nel farlo sollevo automaticamente la manica della sua camicia, mettendo a nudo il numero tatuato sul suo braccio. Mentre mi parla continuo a fissare quel numero che diventa uno schermo capace di trasformare istantaneamente le sue parole in immagini. Le poche cose che mi racconta, della sua infanzia felice, dell'abbrutimento nel ghetto che aveva prosciugato persino le lacrime che sarebbe stato giusto versare per la morte del padre, dell'ultimo sguardo rivoltogli dalla madre, degli incubi che popolavano le notti ad Auschwitz, me le dice sorridendo. Per i pochi che sono riusciti ad uscirne vivi, e sicuramente per mio padre, dopo Auschwitz è iniziata un'altra esistenza che in nessun caso è riuscita a costruire un ponte sospeso che li collegasse alla vita precedente. Sono io che debbo costruire quel ponte, perché la sua esistenza, subita e vissuta con coraggio, e le contraddizioni, le incertezze, le angosce, le sue debolezze acquistino il senso e la dignità che meritano. -
Torino è casa nostra
"Torino, nel corso degli ultimi anni, ha davvero cambiato pelle e ha cominciato a scrollarsi di dosso gli stereotipi che un tempo saltavano fuori solo a nominarla: la 'grigia città industriale', il 'laboratorio', la 'culla dell'Azionismo' capace di coniugare la 'cultura operaia' con il 'catalogo Einaudi'. Più di ogni altra città italiana, Torino ha saputo rinnovarsi facendo un triplo salto mortale carpiato, e tra un'Olimpiade e una cementificaz... pardon, una riqualificazione urbana, si è magicamente trasformata nella 'Città della Movida'. E allora 'Torino è casa mia' che ho scritto qualche anno fa aveva bisogno di qualcosa di più di una rinfrescata. Così mi sono detto: vale la pena riscriverlo daccapo."""" Ritratto di un luogo fuori del comune, """"Torino è casa nostra"""" racconta, tra momenti di comicità e spunti di riflessione, una città viva e piena di sorprese. Perché Torino è Torino, non è una città come un'altra." -
Portico d'Ottavia
Quel giorno dell'ottobre 1943 la donna fantasma si muoveva per tutta la Casa e gridava a tutti: ""Scappa, scappa"""". Si racconta che quella mattina la si incontrasse sulla soglia degli appartamenti vuoti, nei quadri delle finestre, sui tetti. Arrivava in un fruscio e si dice che sussurrasse: """"Presto, fate presto"""". Età di lettura: da 6 anni."" -
Prima lezione di filosofia antica
L'influenza della filosofia antica nei secoli riguarda non solo l'intera storia del pensiero occidentale, - che qualcuno ha definito ""una serie di note in margine a Platone"""" -, ma anche le nostre categorie mentali i nostri schemi concettuali e il linguaggio che usiamo tutti i giorni. Parole e idee come l'Essere, il Bene, l'Anima, la Conoscenza, la Verità hanno la loro lontana origine nella filosofia greca e nella traduzione del suo vocabolario in latino. Questa """"Prima lezione"""" è un'introduzione al lessico concettuale della filosofia, un percorso imprescindibile che attraverso l'etimologia e la storia delle parole esplora il pensiero filosofico antico. E di quello che da essa è nato."" -
Palinsesto. Storia e tecnica della programmazione televisiva
Il palinsesto è la sequenza di tutto ciò che viene trasmesso in televisione nella giornata, nella settimana, nel mese. Ma è anche un mosaico di contenuti eterogenei, è un processo di composizione sempre presente per gli addetti ai lavori, è l'elemento che definisce l'identità e il 'sapore' dell'offerta per gli spettatori. Luca Barra affronta per la prima volta in modo sistematico il tema del palinsesto: gli strumenti e le regole del buon programmatore, le logiche che sottostanno alla sua composizione, l'evoluzione storica dei palinsesti italiani, gli effetti del digitale e del multichannel. Un volume per comprendere l'elemento principe della grammatica televisiva e i suoi sviluppi futuri. -
Lo Stato non ha vinto. La camorra oltre i casalesi
Il clan dei casalesi non esiste più. È stato sconfitto con l'arresto dei suoi capi e dei latitanti storici Antonio Iovine e Michele Zagaria. ""Lo Stato non ha vinto"""" è il racconto in presa diretta di come questo è avvenuto e delle indagini condotte dal Pubblico Ministero della Direzione distrettuale antimafia di Napoli Antonello Ardituro che per anni ha indagato sugli affari illeciti del clan. È lui che ha coordinato le ricerche che hanno portato alla cattura dei boss latitanti Mario Caterino, Giuseppe Setola e del capo Antonio Iovine, collaboratore di giustizia dal maggio 2014. Leggendo il suo racconto, scritto con Dario Del Porto, scopriremo come si è sgretolata la rete di comando della più potente famiglia di camorra, la trama complessa del suo sistema, i delitti, i protagonisti. Scopriremo che i casalesi hanno perso ma che lo Stato non ha vinto. Perché è stato troppe volte complice, troppe volte connivente, altre volte distratto. I boss sono in carcere, ma il groviglio delle relazioni, dei rapporti, delle trame indicibili, è ancora lì, forte. Per sconfiggere la camorra che va oltre i casalesi e continua a fare affari, non basta arrestare boss e affiliati. E neppure portargli via i beni. Il trono è vuoto ma lo Stato non ha vinto. Non ancora."" -
Lisette e la scoperta dei dinosauri
"La piccola Lisette avanza nella grotta al lume tremolante della lanterna. Anche se non è la prima volta che vi entra, freddi brividi le corrono lungo la schiena ossuta. Poi lo vede. L'occhio di pietra la fissa come fosse ancora vivo. Sono milioni di anni che nessuno aveva più visto quella lunga testa con una cresta su un lato."""" Età di lettura: da 6 anni." -
Silenzi d'autore
Il silenzio personificato come nell'""Orlando furioso"""" di Ariosto; il silenzio meravigliato del montanaro che - in una similitudine della """"Divina Commedia"""" """"ammuta"""" quando vede per la prima volta la città; il religioso silenzio di Chiara d'Assisi e quello """"sfavillante"""" che Elsa Morante coglie nello stupore infantile; il silenzio """"di chiostro e di caserma"""" di Gozzano e il silenzio """"che tutto nega e tutto comprende"""" di Lalla Romano. Il silenzio come reazione all'indicibile crudeltà in Primo Levi. Quante parole può nascondere un silenzio? Moltissime, soprattutto quando è d'autore, carico di significati che vanno oltre quelli veicolati dalla lingua. Bice Mortara Garavelli attraversa le pagine letterarie più note sul silenzio, dalla classicità greco-latina fino alla letteratura dei nostri giorni, lungo un percorso che rivela ciò che l'assenza di parole può dire."" -
Anche se tutti, io no. La Chiesa e l'impegno per la giustizia
Siamo nella Calabria dei silenzi e della paura, saccheggiata dalle cosche e dalla corruzione. Tra gli animatori di Reggio Non Tace, il movimento di cittadini nato nel 2010 per lottare contro la 'ndrangheta e le sue molteplici complicità e connivenze, c'è Giovanni Ladiana, superiore dei gesuiti. Il suo è un cammino che a piccoli passi abbraccia latitudini spirituali lontane e geografie umane vicine: storie spesso di dolore e sofferenza, tra i malati, i barboni, i rifugiati, i più deboli; dal rione Scampia di Napoli al Librino di Catania, dai terremotati dell'Irpinia alle comunità dei villaggi messicani. Mani da operaio, spirito da militante, con in mente i modelli di sant'Ignazio, padre Arrupe ed Etty Hillesum, Giovanni parla della sua scelta di entrare nella Compagnia di Gesù, della distanza da una Chiesa a volte lontana dall'essenzialità del Vangelo, delle speranze suscitate da papa Francesco, del movimento Reggio Non Tace, nato in una terra dove la presenza della 'ndrangheta avvelena la politica e l'ambiente. Senza nascondere la paura per le minacce e le intimidazioni, Giovanni Ladiana continua a spendersi per la missione affidata da Paolo VI ai gesuiti: ""Stare negli incroci della storia, ove vivono i crocifissi d'oggi""""."" -
Prima lezione di storia della lingua italiana
Dal latino all'italiano, dalla lingua popolare alla lingua poetica, dalla grammatica storica all'influenza dei contesti culturali e sociali. In questa ""Prima lezione"""", un grande maestro della linguistica guida il lettore in un percorso puntuale, sostanziato di fatti e di esempi (e perché no, di qualche curiosità), attraverso la disciplina fondamentale per capire la storia e l'evoluzione della nostra lingua."" -
La grande bellezza dell'italiano. Dante, Petrarca, Boccaccio
L'associazione fra l'italiano e la bellezza ricorre da secoli fra le persone colte di tutto il mondo. Nel corso del tempo, la nostra lingua è stata definita armoniosa, delicata, dolce, elegante, gentile, gradevole, graziosa, melodica, piacevole, seducente. ""Gli angeli nel cielo parlano italiano"""", fa dire Thomas Mann al protagonista di un suo romanzo. Tutto cominciò nel Trecento, con i capolavori di Dante, di Petrarca e di Boccaccio. La """"Divina Commedia"""", il """"Canzoniere"""" e il """"Decameron"""" rappresentano il momento di fondazione di un modello linguistico e letterario a lungo ritenuto insuperato. Giuseppe Patota riscopre per noi la bellezza della lingua inventata e usata dai grandi del nostro Trecento, illustrandone le opere e svelandone i segreti. Scopriamo così, pagina dopo pagina, un Dante capace di tendere l'italiano come se fosse un elastico, fino all'estremo della sua capacità espressiva, un Petrarca che domina i numeri e il sistema binario al pari di un genio dell'informatica, un Boccaccio straordinario prestigiatore linguistico che estrae meraviglie verbali dal cilindro del suo """"Decameron""""."" -
L' avventura di un cavaliere medievale
"Vieni con me, partiamo per un viaggio avventuroso, indietro nei secoli, fra il 1160 e il 1220 sotto il regno di Filippo Augusto, nella Francia del Nord. E là, in quell'epoca e in quel paese che ci trasferiremo, raccogliendo tutti i segni che i cavalieri hanno lasciato al loro passaggio. Di quell'epoca rimangono qualche pergamena conservata negli archivi, racconti, storie vere o inventate. Ed è proprio uno di questi testi che ci permette di vedere abbastanza da vicino un cavaliere. Sarà lui il nostro testimone principale."""" Il protagonista di queste pagine si chiamava Arnulfo, era il signore di Ardres. A raccontare la sua storia appassionante, destinata anche ai più giovani, è Georges Duby, tra amori, tornei e battaglie. Età di lettura: da 11 anni." -
La rivoluzione francese raccontata da Lucio Villari
"Quel che accadde in una calda estate a Parigi, nel 1789, si cominciò a conoscere dopo giorni e settimane grazie alle lettere affidate ai postiglioni, ai racconti che volavano di bocca in bocca, ai pochi giornali, alle testimonianze dei viaggiatori stranieri. Da quel momento, per molto tempo, la Francia fu al centro del mondo, mentre il secolo si chiudeva nella più profonda, emozionante inquietudine. Furono anni di violenza e di speranze, anni che accesero paure e sogni di riforme nuove e audaci. Si trattava di dare un senso concreto a tre valori fondamentali: la libertà, la fraternità e l'eguaglianza. Su di essi, più di duecento anni dopo, si continua ancora a discutere. Anche perché riguardano il nostro futuro."""" I protagonisti, i luoghi, i tempi e i segreti della più grande rivoluzione dell'età moderna: un racconto che è un piacere leggere, adatto anche ai più giovani. Età di lettura: da 11 anni." -
Scusi, lei si sente italiano?
Guardando ai sondaggi per il 150° dell'Unità nazionale, due italiani su tre sono orgogliosi di essere tali. Quando però si tratta di spiegare perché, tutto si fa più complicato. ""Cosa ci tiene insieme?"""" è la domanda che meno invecchia, in questo Stato ancora giovane. Per non fermarsi a monumenti (difficili) o stereotipi (troppo facili), due giovani autori, che fanno mezzo secolo insieme, si sono guardati alle spalle. Hanno messo il naso dentro quotidiani e riviste pubblicati tra il 1900 e i primi anni Duemila e hanno raccolto le voci di giornalisti, scrittori e intellettuali, come in un'inchiesta a ritroso. Da Gramsci a Bobbio, da la Capria a Veronesi, passando per Scalfari e Montanelli, si sommano indizi e giudizi, rabbie e speranze. I tic, le eterne maschere italiane, da Arlecchino a don Abbondio; i momenti drammatici o felici della storia unitaria, la memoria e le memorie; la vita quotidiana (che cos'è esattamente 'una giornata da italiani'?). Tutto entra in gioco nel rispondere alla domanda """"Scusi, lei si sente italiano?"""". Per approdare a una risposta razionale e sentimentale insieme, però ferma. Cercata lontano, ma proietatta al futuro."" -
Pop art
Sulla fine degli anni Cinquanta, i tubi di dentifricio di Oldenburg, i cartelloni pubblicitari di Rosenquist, i fumetti di Lichtenstein, le Coca-Cola di Warhol fanno irrompere sulla scena dell'arte figure e cose della vita quotidiana che raccontano in maniera completamente inedita la civiltà dei consumi. Come nessun altro artista del moderno, l'artista pop si lascia coinvolgere volutamente dall'universo metropolitano dominato dai prodotti fabbricati in serie e dai mezzi di comunicazione di massa. Alberto Boatto, uno tra i maggiori critici italiani, racconta la Pop Art attraverso gli incontri con i suoi più grandi esponenti e con le loro opere, negli anni in cui ancora conservavano la fragranza dell'eresia. -
Un anarchico in corsia d'emergenza
Ascoltare o leggere Ascanio Celestini oggi sembra un po' come guardare dall'alto un'autostrada a tre corsie piena di berline aerodinamiche e rimanere ipnotizzati da una piccola 500 del 1967 che procede per conto proprio. Protagonista della scena teatrale italiana, voce di coloro che non compaiono mai nelle storie ufficiali, Celestini è capace di ascoltare tante storie e distillarne una sola e collettiva. -
La civiltà bizantina
Economia e società, educazione e mentalità, letteratura e architettura, arte e ideali di vita: questi i grandi temi scelti da Cyril Mango per presentare la civiltà bizantina (324-1453 d.C). ""Mi interessava prestare attenzione a ciò che i bizantini pensavano - pensavano a proposito di se stessi e degli altri, del passato e del futuro, di come si debba vivere la vita"""". Come in un trittico, tre 'tavole' guidano il lettore. Nella prima Cyril Mango delinea i principali aspetti della vita dei bizantini: popoli e lingue, società ed economia, scomparsa e rinascita delle città, i dissenzienti, il monachesimo, l'istruzione. Nella seconda, descrive il corpus di credenze comuni al bizantino 'medio': il suo rapporto con le potenze del bene e del male, il suo posto nella natura, nella storia, il suo atteggiamento nei confronti degli altri popoli, il suo ideale di umanità. Nell'ultima, illustra i lasciti maggiori di Bisanzio: la letteratura, l'arte e l'architettura."" -
Veneto anno zero
Crolla un'intera classe dirigente. È una voragine che inghiotte amministratori pubblici, politici, parlamentari, ex ministri, imprenditori, tecnici, avvocati, magistrati, giudici, generali. L'inchiesta più lunga sulla corruzione nel Veneto, con l'importo più alto di tangenti mai raggiunto in Italia, dimostra con prove schiaccianti che il Mose, l'opera mastodontica progettata per fermare l'acqua alta, è costruito su una montagna di mazzette e di sprechi. Ma per 'far fuori' un miliardo di euro non basta essere voraci, bisogna sentirsi onnipotenti. (...) Un'inchiesta giornalistica per capire come si è arrivati a questo punto e, soprattutto, se è possibile uscirne. -
Leonardo e la marea
Perché sulla spiaggia ci sono tutti questi legnetti, chiede Leonardo? Perché c'è la marea? Perché le cose pesanti si attraggono? È il mare che di notte porta tutti questi tesori alla luna... L'unica cosa che vede è la luna, e così se ne innamora. Un racconto senza peso per affrontare con la grazia dell'infanzia due immensi misteri, i fenomeni fisici che regolano il mondo e il legame tra due cuori innamorati. Età di lettura: da 6 anni. -
Senza lavoro. La disoccupazione in Italia dall'Unità a oggi
Al momento dell'Unità il lavoro era molto spesso un'esperienza discontinua. Ci si adattava trovando fonti alternative di sostentamento, esercitando diverse attività o spostandosi alla ricerca di un'occupazione. A fine Ottocento nasce una nuova consapevolezza: la mancanza di lavoro è una forma di ingiustizia contro cui occorre lottare. Chi non ha lavoro, e non per sua volontà, non tollera più di essere additato come ozioso o vagabondo. Più tardi il fascismo favorirà il mantenimento di bassi salari e la lotta alla disoccupazione diventerà poco più che uno slogan propagandistico. Sarà solo dopo il disastro della seconda guerra mondiale, in un'Italia con milioni di disoccupati, che l'intero ordinamento giuridico del paese verrà rifondato sul principio del diritto al lavoro, in vista dell'obiettivo quasi sempre disatteso della piena occupazione. Il libro incrocia dati economici, sociali, politici e culturali, proponendo un'analisi originale e completa del fenomeno che da sempre rappresenta una piaga per il nostro paese.