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Capra e calcoli. L'eterna lotta tra gli algoritmi e il caos
Senza il motore a scoppio non ci sarebbero le autoambulanze ma nemmeno gli incidenti stradali. Il doppio lato della medaglia vale per qualsiasi frutto dell'ingegno umano. Ogni avanzamento tecnologico, che spesso nasce per risolvere un problema, altrettanto spesso è il punto di partenza di altri grattacapi. Per il computer non è diverso. Marco Malvaldi e Dino Leporini raccontano l'origine, lo sviluppo, i problemi che un computer è in grado di risolvere, la sua mostruosa velocità, le conseguenze del suo utilizzo. A volte i risultati sono meravigliosi, come la possibilità di prevedere il tempo atmosferico o di salvare vite umane attraverso la progettazione di veicoli sempre più sicuri. Altre volte, come è facile immaginare, i risultati sono disastrosi, tragici o semplicemente ridicoli: dalla crisi economica statunitense del 2009 al prezzo di 24 milioni di dollari richiesto da un rivenditore online per un testo universitario sulle abitudini delle mosche. Ma le questioni non finiscono qui. È possibile immaginare che un computer possa intuire? È in grado di capire quando scherziamo o potrà mai sviluppare una coscienza? Domande meno scontate di quanto potrebbe sembrare... -
Cose viste. Storie di uomini e altri animali
Dai cani randagi crudelmente soppressi in Romania alle bambine cambogiane vendute per una notte ai nuovi ricchi cinesi, dal massacro degli yazidi in Siria a quello degli elefanti in Africa, questo libro racconta in presa diretta molti degli orrori che funestano il nostro pianeta. Le 'cose viste' da Pietro Del Re, da anni inviato di guerra, sono lo sterminio tra popoli e nazioni rivali e la violenza sull'ambiente e le sue creature più fragili, uccelli equatoriali o balene della Norvegia. Sono cronache, queste, che spaziano su più continenti, e senza distinzione di specie, con la convinzione che l'avvicinarsi il più possibile al dramma per ascoltare vittime e aguzzini, dannati e salvati, sia l'unico modo per smontare i meccanismi del Male, svelandone a volte gli ingranaggi meno visibili. Nel buio di tanto orrore brilla talvolta una scintilla di speranza nella tenacia, nel sorriso o nel coraggio di coloro che non si piegano davanti al crimine e all'ingiustizia. Sono loro che possono riscattare il mondo dall'abominio. -
Le origini del teatro moderno. Da Jarry a Brecht
I primi decenni del Novecento rappresentano per la storia del teatro un'epoca rivoluzionaria e scandalosa. Protagonisti di questa stagione straordinaria sono figure come Jarry, Strindberg, Craig, Appia, Stanislavskij, Marinetti, Mejerchol'd, Brecht e Artaud, per citarne solo alcuni. Il libro ricostruisce le teorie drammaturgiche elaborate in quegli anni, ne rievoca in dettaglio gli spettacoli più importanti e soprattutto mette in evidenza lo strettissimo legame tra regia e scenografia, aspetto quest'ultimo che spiega molti tratti anche del teatro contemporaneo. -
Il primato della politica nell'Italia del Novecento. Studi in onore di Emilio Gentile
Il Novecento è stato il secolo del primato della politica. Con quali obiettivi e in quali forme questo primato si è manifestato? Sono le domande intorno alle quali ruotano i saggi che compongono questo libro, ispirati agli studi di Emilio Gentile, lo storico italiano che, più di ogni altro, ha dedicato la sua ricerca ai caratteri costitutivi del nostro secolo. -
Gli africani siamo noi. Alle origini dell'uomo
Non bisognerebbe affrontare le sfide del Ventunesimo secolo con l'armamentario concettuale e ideologico del Settecento, ma succede. La convivenza fra persone di provenienze diverse, portatrici di diverse esperienze, stili di vita e convinzioni, pone problemi complessi. Per una curiosa reazione, molti invocano soluzioni illusoriamente semplici - fili spinati, muri, quote di immigrati, fogli di via - rispolverando vecchissime teorie sull'insanabile differenza razziale fra popoli del nord e del sud. Questo testo cerca, al contrario, di stimolare qualche ragionamento. Prima di tutto, sulle responsabilità di molti scienziati nel fornire giustificazioni di comodo per lo schiavismo e il colonialismo; e poi su quanto le teorie della razza, che pure hanno generato sofferenze e conflitti enormi e reali, si siano rivelate irrealistiche, incoerenti e incapaci di farci comprendere la natura delle nostre differenze. ""Gli africani siamo noi"""" racconta anche un po' delle cose che abbiamo capito da quando la biologia ha abbandonato il paradigma razziale: parla di come nel nostro genoma restino tracce di lontane migrazioni preistoriche; e anche di come forme umane diverse, forse specie umane diverse, si siano succedute e abbiano coesistito, finché sessantamila anni fa i nostri antenati, partendo dall'Africa, si sono diffusi su tutto il pianeta."" -
Eguaglianza
Da Platone e Aristotele sino a Rawls e Habermas, un'antologia di testi sull'eguaglianza tratti dai classici del pensiero filosofico e politico. -
Voltaire. Contro i fanatici
"Nella grande manifestazione celebratasi a Parigi all'indomani dell'attentato di Charlie Hebdo, sono stati esposti innumerevoli striscioni con 10 slogan 'Je suis Charlie', su molti dei quali campeggiava l'inconfondibile sagoma di Voltaire. E nei giorni successivi, in Francia, sono state vendute decine di migliaia di copie del Trattato sulla tolleranza, una delle opere emblematiche del principe degli illuministi. Qualcosa di simile era accaduto anche quando l'Ayatollah Khomeini aveva lanciato la sua fatwa mortale contro Salman Rushdie per i suoi 'Versi satanici'. Io mi trovavo a Londra e ricordo che, durante la manifestazione di solidarietà per Rushdie, a Trafalgar Square mi imbattei in uno striscione che recitava: 'Avvertite Voltaire!'."""" Come si spiega? Attraverso l'accurata selezione di pagine tratte dai libri di Voltaire, Fernando Savater ce ne mostra le ragioni: leggendo le sue parole comprendiamo la loro forza rivoluzionaria. Fu Voltaire il primo a identificare e denunciare il fanatismo come la malattia più pericolosa per la convivenza pacifica all'interno di qualsiasi comunità civile; e ancora oggi Voltaire continua a essere l'emblema della lotta contro il fanatismo e in difesa delle libertà minacciate, soprattutto quelle di coscienza e di espressione." -
Crimini di guerra. Storia e memoria del caso italiano
Crimini di guerra sono stati perpetrati in Italia fin dall'Unità con la repressione del brigantaggio e altri sono stati commessi da italiani già a partire dalle spedizioni coloniali in Africa Orientale e in Libia. Ma è soprattutto durante il ventennio fascista che l'Italia si rende responsabile della violazione dei più elementari diritti umani nelle guerre in Etiopia, Somalia, Spagna e - ancor più - nel corso della seconda guerra mondiale. In particolare, tra il 1940 e il 1943, insieme alla Germania, è protagonista di numerosi eccidi di civili in Jugoslavia, Grecia, Albania, ma anche in Russia e in Francia. Poi, tra il 1943 e il 1945, il nostro paese subisce stragi efferate a opera dei nazisti, sostenuti dai fascisti della Repubblica di Salò. Per questo motivo, l'Italia viene a trovarsi nella particolare situazione di essere considerata responsabile e vittima di crimini di guerra al punto da impedirle, nei decenni successivi, di riconoscere tanto le responsabilità dei propri soldati in Africa Orientale e soprattutto nei Balcani, così come di perseguire i nazifascisti colpevoli delle stragi compiute sul suo territorio. Questa vera e propria strategia politica di occultamento ha subito un parziale ripensamento solo dopo la fine della guerra fredda. Dal 2005 a oggi sono state emesse numerose sentenze che hanno contribuito a rinnovare il rapporto tra storia e memoria su una delle questioni più tragiche e controverse della storia nazionale. -
Storie di pascolo vagante
Marzia Verona ci accompagna in un viaggio sorprendente alla scoperta del mondo dei pastori nomadi, tra le pratiche antichissime della transumanza e del ""pascolo vagante"""". È un lungo cammino che parte dagli alpeggi in alta quota, scende lungo le valli per arrivare in pianura, sempre alla ricerca di erba per sfamare quotidianamente il gregge. In queste pagine, il racconto intenso e vivido di vite che scorrono lontane dai ritmi e dalle regole del presente, e che hanno molto da insegnare a noi uomini e donne contemporanei. Per i pastori erranti diverso è il modo di intendere il tempo, che scorre lentissimo nell'attesa. Le giornate sono in funzione delle esigenze degli animali. Si impara un modo nuovo di leggere e rispettare il paesaggio e il territorio. Si vive consapevoli di avere delle responsabilità, perché chi guida le pecore deve scegliere sempre il cammino migliore. Tra il fiume bianco delle greggi, l'appassionato richiamo a un altro modo di stare al mondo."" -
L' invenzione di Regalpetra. Carteggio 1955-1988
"Bari, 18 gennaio 1956 """"Caro Sciascia, dopo aver molto cercato, abbiamo trovato un titolo che mi auguro Le piaccia: Le parrocchie di Regalpetra. Spiegheremo nel risvolto della sovraccoperta che R. è un paese che non esiste, ma che proprio per questo rappresenta bene un aspetto saliente della società meridionale: la mancanza degli scambi tra i gruppi chiusi in loro stessi, la mancanza di interessamento per la comunità, la formazione cioè di tante parrocchie che non si dialettizzano, che non cercano nemmeno d incontrarsi."""" (Vito Laterza). Introduzione di Tullio De Mauro." -
Storia del Giappone. Ediz. ampliata
Il Giappone è una realtà culturalmente distante che sfida la nostra conoscenza e le nostre categorie interpretative. Convinzioni e pregiudizi alimentano spesso una visione distorta, dimostrando come la sua percezione in termini di 'Estremo Oriente' continui ad agire a molti livelli della nostra comprensione. Con una metodologia storiografica innovativa, questo libro riduce le distanze narrando la storia del Giappone nei suoi aspetti economici, sociali, politici e culturali, dalle origini sino ai giorni nostri. La parte finale si concentra sulle recenti trasformazioni che hanno peraltro contribuito a ridisegnare la fisionomia della società giapponese nel nuovo millennio: dalle nuove strategie in politica interna ed estera al disastro della centrale nucleare di Fukushima, dai mutamenti nel mondo del lavoro a quelli nella struttura familiare e negli stili di vita. -
Exodus. I tabù dell'immigrazione
"Poche sono le politiche pubbliche che hanno bisogno di analisi accessibili e spassionate quanto l'immigrazione. In questo libro voglio scuotere le posizioni che si sono ormai polarizzate: da un lato l'ostilità nei confronti dei migranti, intrisa di accenti xenofobi e razzisti, ampiamente diffusa tra i comuni cittadini, dall'altro lo sprezzante ritornello delle élites liberali, condiviso dagli studiosi delle scienze sociali, secondo cui la politica delle porte aperte è un imperativo etico che in più garantisce grandi benefici.""""" -
Storia linguistica dell'Italia repubblicana dal 1946 ai nostri giorni
La svolta istituzionale e politica del 1946 rinnovò profondamente l'Italia, nel costume, nella cultura e nel linguaggio. Le città erano piene di cumuli di macerie, ma nella pace ritrovata le speranze prevalevano. In quel bisogno di esprimersi, la lingua comune fu chiamata a rispondere a una pluralità di impieghi e registri prima sconosciuta, e così accadde anche ai dialetti. Parte da questa volontà di nuovo la Storia linguistica dell'Italia repubblicana, che si propone di continuare fino all'oggi la Storia linguistica dell'Italia unita dedicata agli anni dal 1861 al secondo dopoguerra. Il libro racconta il quadro delle condizioni linguistiche e culturali del paese a metà Novecento: un paese contadino segnato da bassa scolarità, analfabetismo, predominio dei dialetti. Individua poi i mutamenti di natura economica, sociale, politica e le luci e le ombre di quel che è avvenuto nel linguaggio: largo uso dell'italiano nel parlare, ma continua disaffezione alla lettura, nuovo ruolo dei dialetti, scarsa consuetudine con le scienze, mediocri livelli di competenza della popolazione adulta, difficoltà della scuola. L'ultimo capitolo, infine, mostra come tutto ciò incida sui modi di adoperare la nostra lingua: sul vocabolario e la grammatica che usiamo, parlando in privato o in pubblico, o scrivendo testi giornalistici, amministrativi e burocratici, letterari o scientifici. -
Babel
Viviamo in mare aperto, sotto l'onda continua, senza un punto fermo e uno strumento che misuri il peso e la distanza delle cose. Nulla sembra stare più al suo posto, molto sembra non avere più un suo posto. Non vediamo la direzione di marcia, così solchiamo un territorio sconosciuto, in ordine sparso. I principi che hanno sostanziato l'ethos repubblicano, quel sistema di regole che ha orientato i rapporti di autorità e le modalità della loro legittimazione, i valori condivisi e la loro gerarchia, fino ad arrivare al nostro comportamento e ai nostri stili di vita, devono essere ripensati alla radice perché non sembrano più adatti all'esperienza e alla comprensione di un mondo che ha subito la più travolgente dilatazione spaziale e al contempo l'inedita connessione globale. -
Italia longobarda. Il regno, i Franchi, il papato
Nel 700 d.C. l'Italia è divisa in due regni, quello longobardo e quello bizantino. Dopo decenni di lotta, nel 680, regna un accordo di pace. Tra le due aree, quella sottoposta a maggiori tensioni è quella bizantina a sud dove le élites italiche si sono più volte poste in posizione di fronda rispetto al centro imperiale. Al nord, invece, il regno longobardo è al suo apice, la società è saldamente inquadrata dalle gerarchie laiche, guidate da duchi e ufficiali pubblici, e ha le potenzialità per governare tutta la penisola. Non sarà così e la sua sconfitta cancellerà anche la sua lunga storia. Stefano Gasparri recupera la memoria dei Longobardi in Italia e presenta la loro società senza trascurare neppure i contatti e i rapporti avuti con la stessa Chiesa romana. Sarà, infatti, quest'ultima ad avere la meglio, fra Longobardi e bizantini, e sarà proprio il papato con la sua azione a impedire il passaggio dell'intera Italia nelle mani dei re ""barbari"""". Con tre conseguenze importanti: la conquista franca dell'Italia, la creazione del primo impero medievale e l'impianto di una dominazione territoriale da parte della Chiesa di Roma. Per arrivare a questo, come indaga Gasparri, è stata fondamentale la forte operazione di propaganda intorno ai due grandi progetti, franco e papale. Il loro proselitismo ha dominato la scena dell'occidente europeo nella seconda metà dell'VIII secolo e costruito un pregiudizio negativo nei confronti dei Longobardi dal quale val la pena liberarsi."" -
L'eredità di Roma. Storia d'Europa dal 400 al 1000 d. C.
Dopo il crollo dell'impero romano d'Occidente, dal V al X secolo, sullo sfondo di un'Europa ampia che va dall'Irlanda a Costantinopoli e alla Russia, dalla Scandinavia a tutta l'area mediterranea, si incontrano, si scontrano, si organizzano popoli diversi come i Goti, i Franchi, i Vandali, i Bizantini, gli Arabi, i Vichinghi. Sono loro i protagonisti dell'Occidente post-romano, dell'impero bizantino e degli imperi d'Oriente, dell'impero carolingio e post-carolingio. Saranno loro a dare una nuova forma al mondo dopo Roma: tutti si dovranno confrontare con la sua eredità, mediandola, traendone spunto, rinnegandola. Solo dopo sei secoli dal tracollo dell'impero, l'ombra di Roma comincerà così lentamente a scomparire. L'alto Medioevo è stato spesso ridotto dalla storiografia tradizionale a puro intermezzo temporale tra l'impero romano e l'alba del Rinascimento, o all'opposto esaltato come origine quasi mitica delle identità nazionali europee. Per la prima volta un grande storico restituisce la complessità, i cambiamenti sociali, politici, culturali di un pezzo di storia spesso trascurato, dove l'Europa odierna affonda le sue radici. -
Eros e virtù. Aristocratiche e borghesi da Watteau a Manet. Ediz. illustrata
Perché la nuova società nata dalla Rivoluzione non viene costruita tanto senza le donne, ma piuttosto contro le donne.«Numerose immagini illustrano il saggio, che è così anche un'antologia dedicata alle donne e – essendo i pittori tutti uomini – alla sensualità.» Corrado Augias, Il Venerdì di RepubblicaWatteau e Manet con due loro famosi quadri, L'insegna di Gersaint e Il balcone, ci mettono sotto gli occhi il mutamento fondamentale che ha luogo tra XVIII e XIX secolo nella cultura europea. Nel Settecento le nobildonne godono di molte libertà, sessuali, intellettuali e politiche. Una parte influente della più qualificata cultura d'opposizione (con Jean-Jacques Rousseau in testa) scatena un durissimo attacco contro queste libertà, direttamente collegato all'attacco politico contro i nobili e i sovrani. Il nuovo mondo che esce dall'esperienza della Rivoluzione fa tesoro di questa elaborazione, e di conseguenza mette le donne 'al loro posto': 'angeli del focolare', chiuse nella loro prigione domestica, questo sono le nipoti ottocentesche delle gentildonne di ancién régime, di cui non hanno più né le libertà sessuali, né quelle intellettuali, né quelle politiche. E così, nell'Ottocento borghese, il potere maschile trionfa. È un potere moralisticamente severo. E tuttavia è anche un potere pronto ad abbandonarsi a fantasie di dominio sessuale: è ciò che ci viene documentato dalla pittura di nudo, molto di moda per tutto l'Ottocento, e tutta concentrata sulle nudità di donne giovani e attraenti. -
La leggenda nera dei templari
Nell'anno 1099 i crociati venuti dall'Occidente conquistano Gerusalemme e fondano un regno cristiano nella Città Santa. Pochi anni dopo il re di Gerusalemme patrocina la formazione di una milizia religiosa, un corpo di combattenti che dovranno difendere i pellegrini in viaggio verso i luoghi santi. E sposta il quartier generale di questo corpo scelto presso il luogo più carismatico di Gerusalemme: le rovine del Tempio del Signore, quello edificato duemila anni prima da re Salomone con l'aiuto del leggendario architetto fenicio Hiram. Circonfuso da un'aura di leggenda sin dalle sue origini, l'ordine dei Templari conosce un'espansione incredibile che lo porta a diventare una vastissima multinazionale finalizzata alla difesa della Terrasanta. I Templari non sono soltanto gloriosi combattenti, sono anche abilissimi banchieri che gestiscono la tesoreria di vari regni cristiani. Il loro successo incrementa la leggenda che li circonda, e quando nel 1307 il re di Francia Filippo IV detto il Bello li accuserà di eresia con l'aiuto dell'Inquisizione, la storia si tingerà di toni oscuri. Sciolto da papa Clemente V nel 1312, l'ordine dei Templari non avrebbe mai smesso di affascinare il mondo e di vivere nella leggenda postuma, rinnovandosi nei secoli in forme diverse, fino alle pagine de ""Il codice da Vinci"""" di Dan Brown. Ma cosa ha permesso a questo mito di non estinguersi, anzi di trarre forza dal trascorrere del tempo accrescendosi di dettagli nuovi?"" -
Il sugo della storia
Alla fine dei ""Promessi sposi"""", Alessandro Manzoni tira le somme del racconto appena concluso e presenta 'il sugo della storia'. Che non è il suo svolgimento, né il 'come va a finire', e neppure la morale. Il sugo è il meccanismo generatore, il motore che muove l'azione dall'interno. È un'ennesima metafora gastronomica, giacché agli uomini viene spontaneo da sempre rappresentare il mondo come una cucina, una pentola, un cibo. Nel caso del sugo, la metafora funziona perché anche in cucina - come nelle storie - è il sugo a dare senso e personalità ai piatti. Salse, sughi, condimenti si aggiungono e si combinano all'ingrediente principale ma non sono accessori secondari: hanno un'importanza decisiva nel definire lo specifico carattere della vivanda, e con esso gusti, abitudini, identità gastronomiche e culturali. In queste storie, che hanno al centro il cibo, Massimo Montanari racconta gesti, atteggiamenti, mode, pratiche, riflessioni, vicende che spaziano nei secoli e tra i continenti, e da cui spremere il sugo per il piacere di tutti noi."" -
La metamorfosi del mondo
Ulrich Beck, in questo libro, ci parla dello stato di choc in cui viviamo. Perché la metamorfosi del mondo produce un’esplosione che manda all’aria le certezze su cui si fonda la società contemporanea, quelle che finora sono state le costanti antropologiche della nostra vita e della nostra concezione del vivere comune.rnrn«Non capisco più il mondo»: è l’affermazione su cui si troverebbe d’accordo la maggioranza delle persone di ogni parte del globo. E con ragione. Il nostro mondo è attraversato da un vero e proprio processo di metamorfosi: non è cambiamento sociale, non è trasformazione, non è evoluzione, non è rivoluzione, non è crisi. La metamorfosi è una modalità di cambiamento della natura dell’esistenza umana. Chiama in causa il nostro modo di essere nel mondo.rnÈ innegabile che viviamo in un mondo sempre più difficile da decodificare. Non sta semplicemente cambiando: è in metamorfosi. Ciò che prima veniva escluso a priori, perché totalmente inconcepibile, accade. Sono eventi globali che passano generalmente inosservati e si affermano, al di là della sfera della politica e della democrazia, come effetti secondari di una radicale modernizzazione tecnica ed economica. Basta pensare alla serie di avvenimenti accaduti negli ultimi decenni: la caduta del Muro di Berlino, gli attentati dell’11 settembre, il catastrofico mutamento climatico in tutto il mondo, il disastro del reattore di Fukushima, fino alle crisi della finanza e dell’euro e alle minacce alla libertà create, come ci ha rivelato Edward Snowden, dalla sorveglianza totalitaria nell’era della comunicazione digitale.