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L' ultima castellana
Nella vita può capitare di ascoltare involontariamente storie a cui mai avremmo pensato: Maria è l'ultima castellana, l'ultima erede di una famiglia nobile non solo di rango ma anche e soprattutto di valori. Niente, oggi, farebbe sospettare il passato glorioso di questa donna, solo i suoi modi gentili... -
Cose di Francia
È il Corrado Alvaro critico letterario, cinematografico e teatrale che emerge da queste pagine. Una parte fondamentale dell'esperienza poco nota dello scrittore nonché del traduttore all'estero. Alvaro si confronta con gli intellettuali e artisti francesi più in voga all'epoca, maestri delle arti che hanno segnato il Novecento e lo fa con estrema originalità. -
Come dentro un sogno. La narrativa di Dante Maffia tra realtà e surrealismo mediterraneo
Occuparsi degli scritti di Dante Maffia non è facile, l'ho potuto constatare con alcuni studenti di Tor Vergata ai quali ho assegnato varie tesi di laurea. Maffia è un vulcano in eruzione, un incessante fluire di sorprese che si muovono in direzione della poesia, della saggistica, della narrativa e perfino del teatro, e quindi è necessario scegliere un campo specifico per indagarne gli esiti, per goderne le pagine senza lasciarsi prendere dall'irruenza. È quel che ha fatto Marco Onofrio scrivendo questo saggio che riguarda i racconti e i romanzi di Maffia, da ""Corradino"""" fino a """"Gli italiani preferiscono le straniere"""", senza trascurare nulla, individuando i temi portanti dello scrittore, le sintonie coi grandi del passato e le fioriture originali che si proiettano nel futuro. Un libro che servirà, da oggi in poi, per entrare più agevolmente nella narrativa di Maffia, per percorrerla con """"complicità"""", con abbandono, con certezza di attraversare il mondo dentro un sogno che si muove meravigliosamente tra realtà e surrealismo mediterraneo, come ebbe a dire Mario Luzi nella prefazione a """"Caro Baudelaire""""."" -
L' urlo di Reggio. Un progetto per la rinascita della città
"Attraverso uno scatto d'orgoglio, si può contribuire a fare in modo che, dopo il gelido inverno in cui è precipitata da oltre un decennio, Reggio possa intravedere di nuovo la luce e sentire il tepore della primavera"""". La crisi economica più di quella ideologica sta sovvertendo il mondo e il sistema sociale esistente. Reggio ne risente, ma è una città abituata alla crisi, la vive da anni in solitudine, senza reagire. Viviamo come in un teatro che non ha più attori sul palcoscenico, come sostengono molti studiosi, ci sono ormai solo spettatori. I nostri padri ci hanno lasciato una società libera e democratica e noi dobbiamo mettere questa libertà e questa democrazia al servizio del progresso e della rinascita di Reggio.""""" -
Trilogia dell'istante
"I miei istanti sono scritti sulla pelle. Li leggo, al buio, in uno specchio che me li riflette tutti uno per uno, senza obliarne alcuno. Gli istanti sono fumo appuntito.""""" -
Sole nato
Il mondo a cavallo fra gli anni Cinquanta e Sessanta e racconta la vicenda di Gori e dei suoi amici. Un periodo dominato da uno scontro politico e sociale in Calabria e nel Meridione, dove si concretizzano sempre più il fallimento dell'occupazione delle terre di Campuluongu e l'incapacità degli intellettuali di vivificare quei movimenti di lotta. ""Micu Scupetta"""", nonostante la bandiera rossa in cui si avvolge, rimane sempre """"nu sciancatu"""" e gli """"zappaturi"""" e i """"vrazzali"""" ritornano a essere """"pietri de strata"""" L'alta Italia industriale e le sue macchine """"agghjutti cristiani"""" incombono sulla comunità. Il destino di Gori è già tracciato: deve partire anche lui, come gli altri. Ecco allora Maria figlia di Don Giuvà. La ragazza ricambia i sentimenti di Gori, ma Don Giuvà non può permettere che la figlia diventi moglie di un emigrato; per la figlia pretende qualcuno con ettari di uliveto o un buon mestiere. Una storia di amore contrastato e di lontananza dalla terra."" -
La giusta causa. Racconti scritti in treno
Un insegnante, trasferito d'ufficio presso scuole lontane, inventa compagni di viaggio per far passare il tempo sui treni e corriere. Idee, fatti, personaggi conosciuti in altre vite o in altre scuole o in altre terre: dalla Liguria, alla Calabria e ritorno. Cronache da viaggio, brevi rinvenimenti mnemonici, pensieri divertenti o malinconici di chi guarda distrattamente dal finestrino d'un treno negli interminabili viaggi pendolari. Bozzetti, quindi, schegge di cronaca della memoria o metafora della condizione randagia di qualsiasi persona che si muova per lavoro. Oppure caratteristica di certo insegnamento coatto alla migrazione. Misconosciuto, dovendo cambiare scuola tutti gli anni: sempre più lontana, sempre più arroccata,raggomitolata sui tornanti montani dei quali non si conosce il bandolo. I fatti raccontati sono, per la maggior parte autentici, non tanto perché vissuti in prima persona, quanto perché facenti parte del bagaglio personale della tradizione orale tramandata. Con l'elemento ""treno"""" da supporto visivo e sonoro degli spostamenti giornalieri casa-scuola e viceversa."" -
Tra le righe della toga
L'opera si compone di 18 racconti. L'autore prende spunto da episodi di vita vissuta, non solo professionale. Al termine di ognuno di essi c'è un aspetto pedagogico morale, perseguito non con il tono del cattedratico saccente, ma dell'uomo semplice, attento e comprensivo delle umane debolezze e delle negative abitudini, anche di giudici ed avvocati a dir poco disinvolti. In questo variegato mondo di personaggi c'è spazio per il legale scaltro, che non rispetta le regole del gioco. Altre volte il racconto trae spunto da episodi dell'infanzia e dell'adolescenza, che, pur tra le mille difficoltà e rinunce di una famiglia numerosa, è trascorsa felice e spensierata, anche se non scevra di pericoli di ogni genere, da quelli riguardanti l'incolumità fisica ad altri ben più insidiosi di insospettabili vicini di casa... L'opera si chiude con una sorta di romanzo ""Il morto presunto""""."" -
L' obayifo di Rosarno
Abeiku vive tra i rifiuti tecnologici ai margini di una discarica di Accra, non ha nessuno, dorme in un vecchio freezer e si sfama rimestando tra i rifiuti in cerca di qualcosa di utile da rivendere. È soltanto un ragazzino, che desidera il calore di una famiglia e che nel sonno ha ancora paura dell'obayifo, minacciosa figura mitologica da sempre agitata come spauracchio dai più anziani. Dimenticato dal mondo come tanti coetanei, con loro condivide la stessa vita di miseria, solitudine e fiumi velenosi esalati dalla discarica, che mietono ogni giorno vittime giovanissime. Così, dopo anni passati ad accumulare i soldi necessari, decide di fare il grande passo e affrontare il viaggio attraverso il deserto e il canale di Sicilia. Qui Abeiku conosce un anziano zingaro che fa il robivecchi, rimestando tra i rifiuti, proprio come faceva lui in Ghana, e tra i due è subito amicizia. Ma il destino è dietro l'angolo e presto a Rosarno si alzeranno le barricate e si accenderanno i fuochi della rivolta. -
L' ente edilizio a Reggio Calabria. Nel centenario della sua istituzione (D.R. 18.6.1914, n. 700)
L'obiettivo dell'Ente edilizio, negli anni del suo funzionamento dal 1914 al 1952, è stato quello di realizzare alloggi popolari a favore degli abitanti di Reggio Calabria che avevano avuto distrutta la propria casa in conseguenza del terremoto del 1908. Sono stati edificati, in tal modo, ampi settori del nucleo urbano principale di Reggio Calabria e l'attività dell'Ente edilizio ha contribuito molto a dare alla città dello Stretto un nuovo volto, seguendo lo schema di pianificazione urbanistica derivante dalla suddivisione dell'area urbana principale nei 419 isolati originati dal Piano Regolatore del 1911, e diventando così il più importante soggetto protagonista della ricostruzione post 1908. -
Macerie
"Intrecciando cronaca e letteratura, Miriam Marino racconta l'impotenza dei pacifisti israeliani, sullo sfondo delle due Intifade, il cui impegno si assottiglia e s'infrange contro il muro dell'odio e dei grandi interessi. Nessuno spazio di vita è esente dal dolore. Tikva, la protagonista, però, ha scelto il suo campo. E un 'dolore diverso' da quello che l'attanaglia da mesi la raggiunge a Hebron. La bellezza di Jamal la colpisce 'come un pugno allo stomaco', portando per un attimo l'illusione di poter chiudere la porta all'angoscia. Ma la parola 'Tajush', che in arabo vuol dire 'insieme', non sarà per domani. E nell'epilogo del romanzo, lucido e intenso come l'impegno dell'autrice per la causa palestinese, emerge una 'dolorosa consapevolezza': il genocidio dei palestinesi continua, 'avvolto nella menzogna e nel silenzio' di quel discorso mediatico che dipinge i conflitti a misura dei potenti"""". (Dalla Prefazione di Geraldina Colotti)" -
L' illusione del mio infinito
È l'amore il filo conduttore delle liriche di Giovanni Foti, cantato in tutte le forme e sfumature, libero nei versi destrutturati, nelle immagini sfumate, nelle parole, talvolta desuete. È immediato il riconoscersi, il rispecchiarsi in questa dialettica di tormento e piacere, indispensabili e intrecciati l'uno all'altro; l'autore ci dona sentimenti ed emozioni, impressioni e ricordi, dolori e gioie e le imprime a fuoco vivo sulla carta, salvandoli così dal dolo della dimenticanza, all'interno di una visione personale coinvolgente che raggiunge i lettori, i quali trasportati, ne assaporeranno l'intensità... -
La giusta corda
Questa seconda silloge di Virginia Iacopino matura i suoi temi centrali, l'amore per Dio, la natura ed il bene dell'umanità, focalizzando due punti forti, quali l'invettiva di matrice politica, ed il riscatto di natura religiosa. -
L' uomo dei tramonti che amava la politica
Una commovente e lucida riflessione sulla solitudine della vecchiaia, sulle delusioni, politiche e private, di un ex giornalista di successo che ripercorre la sua vicenda umana e professionale con sguardo appassionato ma consapevole dell'imminenza della fine. -
Rivoluzione calabrese. Ricordanze inedite di un patriota fuorilegge (Reggio Calabria 1819-Corfù 1881)
Un luogo comune che si è abbastanza radicato nella storiografia ufficiale vuole la Calabria produttrice più di briganti che di seta. Anche questo luogo comune possiede un fondo di verità. Se riflettiamo, infatti, sulle cause prime del brigantaggio politico e del banditismo sociale, l'affermazione rimane per noi parzialmente vera per gran parte degli anni del Viceregno spagnolo e del decennio di dominazione francese: finché la sericoltura ha garantito un relativo grado di benessere anche ai contadini. Alle ""vurganti"""" (operaie calabresi addette al bigatto) e ai piccoli imprenditori del settore, minore è stata l'incidenza dei fenomeni di ribellismo individuale o di rivolta armata per bande, combattuta più o meno consapevolmente dal ceto rurale. Il memoriale di Giovanni La Motta ci mostra questo aspetto e altri della società, riportandoci alle cause reali della rivolta meridionale all'immobilismo borbonico."" -
Ho quasi quarant'anni. Un'anamnesi sentimentale
"Bellezza, dovrebbe essere insegnata fin da piccoli, quell'esaltante affinamento dei sensi che diventano, così, capaci di cogliere impercettibili e delicate sfumature di gradevolezza, anche in momenti di intima solitudine ed in corpi e pensieri umanamente e fortunatamente imperfetti. Bellezza e azzardo, quel coraggio capace di distaccarsi dal coro rumoroso e triste che fa da commento gregoriano all'omologazione, che fa sorridere per strada ad un passante senza un motivo razionale (e ché? Vuole un motivo per sorridere?), che fa uscire di casa con indosso un allegro accostamento di colori azzardati capaci di rispecchiare e trasmettere lo spettro interiore. Bellezza e fantasia, quell'impercettibile carica elettrica che fa guardare le cose, gli eventi e le persone da un punto di vista splendidamente, liberamente e concretamente infantile, verde incompiuto...""""." -
Gli intrusi. Fascino mortale
In un mondo dominato da tecnologie sempre più all'avanguardia, una scoperta sconvolgente genera morte e distruzione. In mano a un'organizzazione criminale senza scrupoli, la possibilità di godere di un elisir di lunga vita diventa prerogativa di pochi eletti, costi quel che costi. L'obiettivo è allora quello di eliminare gli ""intrusi"""" tramite un virus letale che si fa metafora dei rischi legati all'alienazione tecnologica."" -
Frammenti di storie semplici
Esercitare la professione di giudice non è di certo cosa semplice: c'è chi, come il nostro protagonista, lo fa nel pieno rispetto dei principi costituzionali e chi, come molti dei personaggi che incontriamo nel romanzo (specchio di una realtà desolante), sceglie invece la via della corruzione. Con uno sguardo critico e attento al contesto sociale e politico, Roberto Oliveri del Castillo accompagna il lettore all'interno dell'universo giudiziario, messo a nudo nella sua complessa galleria di vizi e virtù. ""Questi frammenti di storie semplici parlano di giustizia e, a volte, di ingiustizia; di verità negata e violata da chi dovrebbe farla emergere. Sono storie che ci devono far ricordare che è sempre necessario parlare di giustizia, mentre l'ingiustizia si nutre di silenzio."""""" -
Il fiore dei gitani
Solo chi ha sofferto veramente riconosce il dolore della sofferenza. Rachel ha conosciuto la solitudine, l'abbandono, la violenza, l'odio, l'emarginazione, la povertà, la fame, il senso di nullità. Il più delle volte questa sofferenza diventa il suo linguaggio, la sola espressione per comunicare con il prossimo. Senza usare le parole la protagonista racconta questo disagio in un altro modo, con i suoi gesti quotidiani verso il prossimo. Rachel aveva conosciuto l'amore, sapeva che cosa era l'amore, glielo aveva insegnato la sua famiglia, con tenerezza, la dolcezza, il rispetto per la vita, per il prossimo e per la natura. Non ci pensa due volte a sacrificare la sua esistenza per donarla al fratello più sfortunato. Lei viveva nell'amore, ogni suo gesto era colmo d'amore. Una volta qualcuno disse che l'odio genera odio. Ma sicuramente l'amore genera amore. -
Avanti all'anima mia. Il paesaggio calabrese nello sguardo di Theodore Brenson. Con i 52 disegni del viaggio in Calabria e l'epistolario inedito Brenson-Lacquaniti
Raffaele Gaetano, innamorato della Calabria vista con lo sguardo dei viaggiatori stranieri, si rivolge ancora una volta a questo filone interpretativo con la riedizione di 52 disegni di Theodore Brenson, architetto e pittore lettone che trascorse in regione l'estate del 1927. Il titolo originale della pubblicazione del 1929, ""Visioni di Calabria"""", è stato sostituito dall'altro meno impersonale e più sofisticato di """"Avanti all'anima mia"""", ricavato proprio da una lettera dello stesso artista, a esprimere il concetto di una visione nuova in cui il paesaggio acquista il suo significato dalle percezioni emotive di chi lo guarda.""