Sfoglia il Catalogo ibs024
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 3461-3480 di 10000 Articoli:
-
I ragazzi della barriera. La storia della banda Cavallero
Con diciotto spericolate rapine alle spalle, i protagonisti di questa vicenda riempirono le prime pagine dei quotidiani dopo l'ultimo sanguinoso assalto a una banca di Milano, avvenuto il 25 settembre 1967. Ciò che i resoconti della stampa hanno omesso sono i come e i perché quegli uomini decisero di passare all'azione diretta. Tutto cominciò negli anni cinquanta in un sobborgo operaio di Torino. A quei tempi la Barriera era un quartiere proletario dove chiamarsi compagno aveva un significato profondo. Comunisti molto attivi e critici nei confronti della linea ufficiale del Partito, a cui presto venne l'idea di compiere rapine per finanziare la rivoluzione. Un romanzo a stretto contatto con la realtà su alcuni uomini e sulle circostanze che li portarono a formare una banda, poi passata dalla cronaca alla storia come la banda Cavallero. -
La banda Bellini. Romanzo sugli anni settanta
Nascosto in un'ambulanza da tre giorni, Giusva tiene l'indice sul grilletto di un fucile da cecchino. Molti sono i conti da saldare. L'uomo da uccidere è Andrea Bellini, biondo, capelli lunghi, un metro e novanta, trench e gli immancabili Ray-Ban. Da anni è a capo del più temuto servizio d'ordine del movimento a Milano, una banda di quartiere che ha scelto la strada della politicizzazione e della militanza, con l'idea di non essere ""servi di nessuno"""" e le immagini del """"Mucchio selvaggio"""" di Peckinpah nella testa... """"La banda Bellini"""" ci trasporta nel contesto e nella testa dei suoi personaggi con la stessa spavalderia, la stessa passione selvatica e tanto cinematografica che fu il sale di quell'epoca. Qui in una nuova edizione rivista parola dopo parola, alla quale si sono aggiunti diversi episodi ancora sconosciuti che Andrea Bellini ha voluto finalmente svelare."" -
Guida liquida al poetry slam. La rivincita della poesia
Nel 2001 in Italia i poetry slam si contavano sulle dita di una mano, oggi invece se ne organizzano a centinaia. Se credete che la poesia sia noiosa è perché non avete mai partecipato a un poetry slam, la nuova frontiera dell'espressione artistica che ha rivoluzionato il mondo dei live. Chiedetelo a tedeschi, francesi, inglesi e a tutti gli appassionati che abitano in nazioni meno arretrate dell'Italia, paesi dove i poetry slam sono ormai più frequentati dei concerti rock. Attraverso la gara, condotta da una comunità libera e temporanea, formata da pubblico, autori e organizzatori senza alcuna barriera gerarchica, il poetry slam accompagna la poesia sul territorio del conflitto, sulla strada, nei bar affollati, nei locali dell'underground: gli unici luoghi dove può nascere un linguaggio condiviso che ancora non esiste. Una guida facile da consultare che consegna al lettore una summa da cui attingere informazioni storiche, riflessioni sociopolitiche, saperi filosofici e antropologici. Antologizza criticamente autori, stili, poesie e raccoglie la più importante serie di interviste ai protagonisti nazionali e internazionali. Un glossario pensante, un regolamento riconosciuto in tutto il mondo, e anche una serie di indicazioni pratiche per organizzare e condurre uno slam, oltre a una mappa delle maggiori scene e dei principali campionati mondiali. -
Cairo calling. L'underground in Egitto prima e dopo la rivoluzione
Una scena underground ancora in piena espansione nonostante lo stato di polizia del generale El Sisi. Siamo sicuri che la rivoluzione egiziana è stata definitivamente sconfitta? Il Cairo chiama ancora, ci chiama da lontano, dalla sua civiltà millenaria, dalla posizione strategica, nel settore più delicato della scacchiera geopolitica del conflitto mondiale. Il Cairo ci chiama perché è una megalopoli dove si concentrano le contraddizioni e le diseguaglianze più atroci del nostro presente, ci chiamano le sue sterminate periferie, dove vive un popolo orgoglioso tenuto nell'ignoranza da troppo tempo. Ci chiama il suo tentativo di sollevarsi e dopo tre anni di regime paranoico ci chiede attenzione e solidarietà. Questo libro, scritto da una donna italiana con padre egiziano, ripercorre cinque anni trascorsi dalla rivolta del gennaio 2011, gli istanti di speranza o di ansia tra una telefonata, un aggancio a skype, un messaggio, le voci dei parenti, dei tanti amici writer e musicisti che le spiegano la situazione, poi due viaggi in Egitto con il registratore in mano a esplorare l'underground. Un memoir affettivo nel quale si intrecciano fatti di cronaca, vicende personali, luoghi, incontri, immaginari e riflessioni. Qui si sente il respiro del Nilo, il vento che soffia su piazza Tahrir e per le vie affollate di Downtown, su e giù per i viali di Zamalek e per i quartieri più popolari, ma soprattutto si ascoltano le voci di una scena controculturale in fermento che tenta ancora oggi di organizzare battaglie... -
Inner sounds nell'orbita del jazz e della musica libera
Per Claudio Fasoli il jazz non è né un repertorio specifico, né esercizio accademico, ma uno stile di vita. Il jazz è infatti la rivolta delle emozioni, è il tipo di musica che può assorbire molti altri generi ed essere ancora jazz. È un virus di libertà, che si è diffuso sulla terra, ibridando tutto ciò che ha trovato lungo la sua storia: il cinema, la poesia, la pittura... ""Inner sounds"""" racconta l'essenza di un artista apprezzato in tutto il mondo; descrive la scena della musica creativa internazionale e i suoi segreti, le collaborazioni e le riflessioni di un musicista che ha sempre avuto una grande capacità di rinnovarsi, di continuare con curiosità a percorrere nuove strade. Un libro denso di testimonianze e di vita, suonata al ritmo dello spirito del tempo, alla ricerca della libertà espressiva: dagli anni della formazione veneziana alle esperienze nella vivace scena bolognese degli anni sessanta, dalla nascita dei mitici Perigeo alle jam session milanesi al Capolinea, dal laboratorio sperimentale del jazz-rock ai festival giovanili all'epoca delle contestazioni, fino ad arrivare al ruolo decisivo della cognizione e dell'insegnamento degli spazi improvvisativi. Completano il volume i contributi di musicisti e di intellettuali, alcuni scritti critici e teorici, una raccolta fotografica e la discografia completa. Saggi introduttivi di Carlo Boccadoro, Franco Careni e Massimo Dona."" -
Once were ravers. Cronache da un vortice esistenziale
Da raver idealista a pusher. Un'avventura on the road, costellata da visioni lisergiche, episodi esilaranti e travagli introspettivi. Italia, 2002. Ernesto, un giovane al tramonto dei vent'anni, lascia il lavoro e decide di dedicarsi alla sua passione: il randagismo da un rave all'altro alla ricerca di piaceri chimici e amori impossibili. È l'epoca del rimbambimento televisivo, dell'euro-ottimismo, ma soprattutto del dopo G8, che oltre ad avere lasciato un morto in terra e mostrato il lato duro della repressione, ha frantumato in mille pezzi i movimenti della controcultura. Le sensazioni amplificate del protagonista si mescolano al flusso dei ritmi ossessivi e sciamanici della tekno. Sullo sfondo le fabbriche, enormi dinosauri dell'età industriale, che riprendono vita grazie a una miriade di giovani provenienti da tutta Europa: studenti fuori tempo massimo, rivoluzionari che hanno perso la bussola, gypsies, cubiste, rapinatori, papponi, punx, squatter, ma soprattutto truffatori e pusher... Sotto l'effetto delle droghe sintetiche sembrano tutti amici ma, spente le luci psichedeliche, ammutoliti i sound system e svanita la scenografia fiabesca, capisce che intorno a lui ci sono solo colleghi, clienti e competitor. Romanzo in cui la realtà sfuma nelle allucinazioni, punto di vista dall'interno di una scena che ha segnato nel profondo una generazione di sognatori. -
Fame. Il romanzo di una fanzine
Nell'estate del 1982 il bilocale di Marta è il punto di incontro per un gruppo di amici, finalmente il clima di repressione degli anni settanta volge al termine e sembra aprirsi un varco denso di nuove opportunità creative. Da un quartiere di Milano i giovani viaggiano alla ricerca di percorsi inesplorati per liberare la loro indole ribelle, smarcandosi dalla malattia del conformismo. L'idea di realizzare una rivista autoprodotta si trasforma in poche settimane nel progetto più totalizzante della loro breve esistenza, anche perché si rendono conto di avere tra le mani un formidabile veicolo per trasmettere la propria voce ad altre periferie delle città europee. Un romanzo tra realtà e finzione che prende spunto dalla storia di ""Fame"""", una delle prime fanzine italiane, scritto da una testimone diretta. Tra squat, musica, alcol e pasticche, gli umori e gli amori si intrecciano, la vita sfocia in un'evoluzione che porta i redattori ad assorbirne gli stili di vita più radicali, dal post punk all'industriai. Sono gli eroi del quotidiano o gli antieroi sociopatici di un'epoca da dimenticare? Poi tutto si ferma. Una corsa per non perdere l'autobus. Un botto. Forse la marmitta di un'auto che passa... Una bolla di sapone avvolge tutto e sospende la realtà portandosela via in un altrove lontano. Carichi di rabbia, impotenza e dolore, i protagonisti si fermano a guardare per un'ultima volta ciò che è stato, fino al momento in cui realizzeranno di non essere più invincibili."" -
Le radici del glicine. Storia di una casa occupata
Provate a immaginare una grande casa liberata nel centro di Milano. Un'isola pirata, un concentrato di libertari, famiglie senzatetto, hippie, comunisti, femministe, cattolici del dissenso, operai riottosi, ragazzi di strada ed ex partigiani. Provate a immaginare di entrare in uno dei luoghi più tolleranti e pieni di energia di tutte le epoche. Allora capirete perché proprio in quello spazio furono ospitati i primi scatenati punk che poi daranno vita allo storico Virus. Via Correggio 18, occupata nel 1975 e sgomberata nel 1984, era un luogo aperto, fulcro di mille incontri trasversali, una sorta di albergo per girovaghi internazionali e asilo per le battaglie sociali del periodo. Un nucleo combattivo di futura umanità in movimento, con iniziative di quartiere, una cassa comune in cui ognuno dava secondo le proprie possibilità, un'assemblea come unica sede decisionale e poi feste o spettacoli teatrali nei capannoni industriali sul retro di un palazzo lussuoso, dove una volta risiedevano i padroni dell'ex fabbrica. In questi appartamenti si era creata una dimensione confusionaria ma quasi idilliaca con una grande terrazza sormontata da meravigliose piante di glicine che riempivano di fiori le primavere degli occupanti, in cui sbocciavano amori e utopie, nascevano bimbi e si sognava un mondo migliore. Questo libro è stato realizzato grazie alle numerose testimonianze degli ex occupanti di via Correggio 18, raccolte e sviluppate in un clima collettivo che richiama i tempi in cui quella casa rappresentava uno dei motori della produzione di flussi desideranti. -
Ma chi ha detto che non c'è. 1977 l'anno del big bang
Poliedrico e caleidoscopico come un albero dai cento fiori diversi, Gianfranco Manfredi ha scritto un libro sulla storia del big bang di quaranta anni fa. ""Ma chi ha detto che non c'è"""" è uno zibaldone di riflessioni concetti che esplora le bellezze e angoli più oscuri di un anno converso, in un confronto serrato con vicende avvenute. Sono affreschi letterari che traggono ispirazione dalla sua famosa canzone, scritti in una prospettiva storica senza mai limitare lo guardo ai cliché o alle ideologie, senza perdere l'ironia e la tenerezza che caratterizzano l'intera opera di Manfredi. Sono percorsi inediti alla ricerca di ciò che si presume non ci sia, ma che in realtà sta nel fondo dei tuoi occhi, sulla punta delle labbra... Ma anche dentro la nube tossica di Seveso o nel funerale di Mao, nell'esplosione del punk o nella testa del reverendo Jim Jones, nelle contraddizioni tra la guerriglia urbana, l'ala creativa del movimento e la galassia della musica alt(r)a. Sta nella provocazione, nel lavoro della talpa, nel femminismo e in Porci con le ali, nella nascita dell'impero del porno e nella febbre del sabato sera. Sta nella battaglia antinucleare e nel blackout di New York, nelle radio libere, in Sandokan, in Ken Parker di Berardi-Milazzo e nel Pentothal di Andrea Pazienza. Sta in tanti di questi odori, forme e colori diversi riuniti in una radice comune da una stesura autoriale."" -
Smagliature digitali. Corpi, generi e tecnologie
Questo libro è un@ cyborg transfemminista queer che guarda attra verso un caleidoscopio. Come muta la relazione che lega corpi e tecnologie? Come si modificano gli spazi che attraversa? Come leggere da una prospettiva intersezionale e di genere le trasformazioni in atto? Il libro affronta queste domande a partire da tre ambiti distinti ma costantemente intrecciati: spazio inteso come ambito di riflessione intorno al quale sviluppare ragionamenti in tema di autodeterminazione, mobilità, attivismo; bios per affrontare il rapporto tra tecnologie e vita attraverso le forme della sua ri/produzione; media per guardare criticamente i processi di soggettivazione innescati in particolar modo dalle tecnologie digitali. Per scriverlo abbiamo pensato al corpo come a una somateca, un archivio di finzioni politiche vive che in nessun modo possono costituire un unico corpus. Le tecnologie occupano oggi uno spazio molto ampio di questo archivio, per gli ineluttabili (poiché voluti, ma anche subiti) legami che i nostri corpi hanno intessuto con esse. Nelle riflessioni sulla relazione tra corpi e tecnologie si pone spesso l'accento sui processi di disincarnazione, di smaterializzazione, da un lato con i toni dell'entusiasmo, dall'altro con quelli della catastrofe. Questo libro è incarnato, si sottrae al binarismo, si insinua negli spazi in beetween, là dove i margini non sono confini. Gli interventi che proponiamo si muovono tra accademia, esperienza e attivismo, provano a elaborare nuove teorie e pratiche di critica radicale al tecnocapitalismo, discutono tra loro concordando o scontrandosi, uniti da un filo conduttore: smascherare i dispositivi di potere e i loro complicati intrecci. -
Elogio alle tag. Arte, writing, decoro e spazio pubblico
Il writing è una forma di espressione urbana, un movimento legato alla città e presente ormai da diversi decenni ovunque nel mondo. Già dagli anni settanta i treni della metropolitana di New York partivano dai sobborghi ricoperti di scritte a spray, invadendo con segni e colori il salotto del centro storico. Per quei giovani figli di schiavi o di migranti era un modo per dire ai residenti dei quartieri alti che esistevano anche loro. Grazie al suo elevato valore simbolico questa pratica illegale è diventata, nel giro di poco tempo, una delle più diffuse tra coloro che provano a intraprendere il tortuoso cammino della critica alle ingiustizie sociali. Il primo passo di questo percorso si chiama tag, una semplice firma, uno scarabocchio su un muro di una città qualsiasi, anonima e respingente, su cui apporre il proprio nickname di strada. Qualcuno le ha chiamate ""pisciate di cane"""", altri le hanno giudicate come l'elemento principale del degrado, in pochi si sono posti degli interrogativi sulla resistenza di questo fenomeno, nessuno ha mai elaborato un pensiero su quanto le tag possono essere preziose nel creare uno specifico senso di solidarietà diffusa nelle comunità che vivono in periferia. """"Elogio alle tag"""" è un volume che indaga le relazioni tra writing, street art e logiche repressive anti degrado, con brevi saggi dell'autore e approfondimenti di sociologi, urbanisti, scrittori e avvocati, ma soprattutto con testimonianze di molti artisti italiani di diverse generazioni."" -
Rifugiato. Un’odissea africana
C’è una sola verità: l’immigrazione è la conseguenza dei programmi del Fondo monetario internazionale e del saccheggio delle risorse da parte delle multinazionali. Non prendetevela con noi e puntate il dito sui veri responsabili.rnDopo il successo in Francia e Germania arriva finalmente nelle librerie italiane il libro di Emmanuel Mbolela, uno dei tanti esseri umani che rischiano la vita intraprendendo un viaggio disperato.rnLa differenza di queste pagine rispetto a molti altri memoir sull’argomento è che Mbolela è un’attivista colmo di dignità con un’instancabile voglia di lottare. In ogni situazione ha sempre tenuto la testa alta, superando le difficoltà che ogni migrante deve affrontare: il racket della dogana, i trafficanti di carne umana, le imboscate nel deserto, il lavoro in nero e la terribile arroganza della polizia africana, per approdare poi in Marocco, dove è rimasto intrappolato per quattro anni. Proprio qui, insieme ad alcuni compatrioti, è riuscito a fondare l’Associazione dei rifugiati congolesi in Marocco (Arcom) che ha promosso clamorose proteste.rnLa sua emozionante e drammatica narrazione ci pone davanti a una realtà di violenza e sfruttamento che le donne, ancor più degli uomini, devono subire giorno dopo giorno.rnL’illustrazione di copertina è di Umberto Torricelli. -
Stringi i denti e bruci dentro. Poesia, musica e dissenso. materiali dal premio Dubito 2017
Alle volte quando scriviamo, quando osserviamo o ascoltiamo qualcosa che ci tocca le corde emotive più interne, capita a tutti di trovarsi a un passo dalla bellezza. All'improvviso siamo colti da una sensazione cristallina, come se ci trovassimo davanti a una piccola luce nel buio, una promessa di una via d'uscita, una liberazione dai legacci quotidiani. Questa dispensa annuale che accompagna l'edizione 2017 del Premio Dubito 2017 con il supporto di alcuni saggi al confine tra poesia e musica, è un libro che aiuta i lettori a trovare quella piccola luce nel buio, offrendo anche degli strumenti di lettura storici e di critica sociale per decodificare il presente e introdurre all'azione. Intitolato come un verso di Alberto Dubito Stringi i denti e bruci dentro si apre con un'intervista a John Giorno, uno dei fondatori della beat generation e continua con una biografia ragionata sul poeta e musicista anglogiamaicano Linton Kwesi Johnson che con i suoi testi arrabbiati, sul ritmo in levare del reggae, è riuscito a scaldare gli animi dei ribelli di tutto il mondo. A seguire gli interventi di Paolo Agrati, uno degli slammer italiani più attivi, del poeta punk Enzo Mansueto, del rapper Kento, del giovane scrittore Paolo Valentino e la cronaca di un concerto della musicista afroamericana Akua Naro. Infine una mappatura dei collettivi di poetry slam in Italia a cura di Dimitri Ruggeri. Stringi i denti e bruci dentro conclude il suo percorso con i testi dei quattro vincitori dell'edizione 2017: Marco Crivelli & Matteo Di Genova (L'Aquila), Alessandro Burbank + Sick & Simpliciter (Venezia), Carlotta Cecchinato (Roma), Davide ScartyDoc Passoni (Monza Brianza). -
Università della strada. Mezzo secolo di controculture a Milano
Cinquant'anni fa Milano iniziò a popolarsi di beat, capelloni, hippie che nel corso dei decenni si sarebbero trasformati in freak e indiani metropolitani, e poi in punk, dark, post-punk, hip-hopper, rapper, raver... Grazie alla loro vivacità sorsero giornali, teatri, festival, radio libere, librerie, gallerie d'arte, centri sociali in case occupate; un insieme di iniziative e luoghi dove incontrarsi e produrre una propria cultura, ogni volta alternativa e di contestazione, dando vita a un caleidoscopio di esperienze. Cifra comune di tali milieu è stato un continuo nomadismo metropolitano, coinvolgente il centro quanto le periferie, che ha finito per caratterizzare l'intero tessuto urbano. Muovendosi sul sottile discrimine fra il legale e l'illegale, proponendosi ora in maniera sincronica ora diacronica, questi movimenti si sono sempre presentati come culture contro lo status quo, data l'esplicita volontà di ribaltare paradigmi e consuetudini. Questo libro propone studi critici alternati a testimonianze di protagonisti delle diverse esperienze underground che si sono susseguite lungo mezzo secolo a Milano; vi consigliamo dì viverlo come se fosse un viaggio all'indietro nel tempo per arrivare al presente seguendo quel robusto filo rosso che le lega indissolubilmente une alle altre. -
Rave in Italy. Gli anni Novanta raccontati dai protagonisti
Se i punk gridavano ""no future"""", i raver sono andati oltre il futuro. Non è più il tempo delle provocazioni nichiliste nel tentativo di combattere da un'altra angolazione il capitalismo, per i raver la catastrofe è già avvenuta. Inutile lottare per cambiare la società, molto meglio trovare delle zone temporaneamente autonome dove sperimentare una vita libera dopo l'apocalisse. Sovrastimolati da sostanze psichedeliche e da interminabili danze sciamaniche, i raver hanno anticipato di due decenni ciò che è diventata l'attuale realtà: la morte della politica e la fine del mondo come lo conoscevamo prima. """"Rave in Italy"""" è una raccolta di interviste e contributi che ricostruiscono gli albori e lo sviluppo della scena in Italia a partire dai primi anni novanta, focalizzandosi sulle tribù autoctone di Torino, Roma, Milano e Bologna. Raccontano la loro storia e quella del movimento non solo musicisti e dj, ma anche donne e uomini che ne hanno fatto parte a vario titolo: elettricisti, grafici, baristi, allestitori, performer, squatter, produttori, pusher, """"buttadentro"""", traveller e frequentatori assidui."" -
Rave new world. L'ultima controcultura
Nella storia della musica e delle culture giovanili non era mai accaduto che uno stile di vita alternativo venisse vietato dalla legge... Qual è stata l'ultima controcultura? Come mai dopo la stagione dei rave non si è più affermata una spinta creativa capace di unire migliaia di persone? Nell'arco di un trentennio la scena dei rave e del movimento free tekno ha forgiato nei circuiti underground generi musicali innovativi come jungle, grime, dubstep. Nonostante la natura utopica, questa cultura pirata, tra azione diretta, neotribalismo e cyberpunk, si è concretizzata in un crogiolo di istanze politico-esistenziali, unendo in una danza collettiva sognatori di comunità liberate, sperimentazione artistica, lotte per i diritti dei gay e controvertici. ""Rave new world"""" raccoglie le testimonianze e gli spunti più interessanti degli studiosi e dei protagonisti a livello internazionale, offrendo al lettore un'inedita panoramica storica che include le numerose idee realizzate, i punti critici e le possibili prospettive dell'ultima delle controculture. Questa nuova edizione aggiornata, per prevenire le criticità legate al consumo di stupefacenti, include un capitolo sulle pratiche di """"riduzione del danno"""", utilizzate da decenni in club e rave europei e ancora oggi considerate illegali in Italia. Interviste a Simon Reynolds, Spirai Tribe, Sound Conspiracy, Mutoid Waste Company, D'Arcangelo, Dj War, Atari Teenage Riot, Kernel Panik, Tekno Mobil Squad e molti altri. Prefazione di Rémi Hess, introduzione di Vanni Santoni e postfazione di Valerio Mattioli."" -
Il fiore del deserto. La rivoluzione delle donne e delle comuni tra l'Iraq e la Siria del nord
Ottobre 2017: gli ultimi miliziani dell'Isis lasciano Raqqa. Marzo 2018: i combattenti delle Ypg-Ypj si ritirano da Afrin, invasa dalla Turchia. Sono passati tre anni dalla resistenza di Kobane ma la Siria del nord è ancora attraversata dalla guerra, mentre gli equilibri tra i diversi attori internazionali continuano a mutare causando nuove devastazioni e vittime innocenti. Resistente e rara come un fiore del deserto, la rivoluzione del Rojava è riuscita a prosperare nonostante si trovi al centro del campo di battaglia. Un progetto in espansione che posa le sue fondamenta su una Federazione multilinguistica e pluralista, dove hanno luogo le più avanzate sperimentazioni sociali e politiche del nostro tempo: autonomia delle donne, cooperazione comunalistica, autogoverno. Da uno scrittore che ha vissuto sul territorio e ha partecipato attivamente alla lotta, un libro che offre le fondamentali chiavi di comprensione del processo in corso, attraverso numerose testimonianze raccolte in diretta e una serie di riflessioni e approfondimenti sulle diverse fasi del conflitto e della maturazione del percorso rivoluzionario. Un viaggio tra comuni agricole, campi profughi autogestiti, eserciti volontari, paesaggi urbani e fronti di combattimento. Squarci di vita quotidiana, pratiche e prospettive di un movimento confederale che pone ancora alla nostra attenzione il problema del rapporto tra stato e trasformazione, avanguardia e popolo, insurrezione e organizzazione, regole e cambiamento, tradizione ed educazione. -
Solitudini connesse. Sprofondare nei social media
Una relazione senza più fiducia reciproca, ma nella quale riponiamo ancora enormi aspettative: non siamo in grado di immaginare il nostro futuro senza avere almeno un social a portata di mano, eppure ci guardiamo intorno in attesa di una qualsiasi via di fuga verso l'esistenza ""disconnessa"""" di un tempo. Vanità, omologazione, dipendenza da like, alienazione? Nessuno di questi motivi è sufficiente, da solo, a spiegare perché non siamo ancora in grado di cancellare il nostro doppio digitale una volta per tutte. È troppo facile, oggi, scrivere un libro contro i social: diverso è capire esattamente cosa ci tenga legati a essi, e cosa siamo diventati dopo anni di esposizione quotidiana al loro flusso interminabile di nuovi """"post"""" e tweet da leggere. Solitudini connesse è il racconto di questa silenziosa trasformazione. Introduzione di Cosimo Accoto."" -
Sbrang gabba gang!
La gabber è un frenetico tentativo di accelerare oltre l'accelerazione, per andare oltre la velocità del flusso di dati del presente. Musica della deprivazione sensoriale, suono supersonico e subumano apprezzato dalle masse di giovani suburbani, balli schizofrenici inframmezzati dalla mossa spastica dello hakken, canzoni per teppisti da periferia in cerca di risse, decine e decine di locali chiusi dalla polizia in via preventiva, sottoproletari vestiti con i più costosi brand in circolazione, hooligan di curve da stadio rasati come skinhead, considerati nazisti, razzisti e maschilisti... Eppure in Olanda, dove è nata la prima scena, il termine gabber vuol dire compagno. Esistono monografie sui generi musicali più oscuri, dal metal estremo all'industriai, ma sono rari i libri di approfondimento sulla cultura legata alla techno hardcore/gabber. Ma questo movimento, nato all'inizio degli anni novanta, si è diffuso in tutto il mondo e ha imposto modi di vestire, comportamenti sociali e stili di vita. In un gioco di specchi dallo spirito dissacrante, il visionario scrittore Riccardo Balli ricostruisce la storia della gabber, miscelando il presente al passato attraverso la lente di ingrandimento dell'avanguardia storica del futurismo. Un volume poliedrico che urla e si concentra, in un ibrido tra fiction e non-fiction, sui componenti quali l'amore per la velocità, il conflitto generazionale, il culto della guerra e la comunicazione sperimentale. Ma stiamo parlando della gabber o del futurismo? La risposta la trovate nei brani hardcore sparati a tutto volume tra le pagine di Sbrang Gabba Gang! -
La nave dei folli. Vita e opere di Ivan della Mea
La prima biografia di Ivan Della Mea, scritta a dieci anni dalla morte, si apre su un'infanzia che sembra tratta da un libro di Dickens o di Zola, sullo sfondo dei Navigli, di Brera e delle atmosfere nere di Scerbanenco. Figlio della guerra, abbandonato in brefotrofio a Lucca, portato a Milano dove visse il mondo dei clochard e dormì spesso in strada. La gioventù di Ivan è la stessa di quei pochi ribelli dei primi anni sessanta che scoprirono improvvisamente l'utopia politica, la sessualità, la musica e la letteratura. Questa rivoluzione culturale gli diede la possibilità di allacciare la sua vita estrema alle più importanti esperienze di ricerca in campo etnomusicale: Il nuovo Canzoniere italiano, i Dischi del Sole e le Edizioni Avanti!. La nascita del folk revival e della canzone d'autore fece di Ivan Della Mea uno dei protagonisti degli anni settanta, i suoi canti furono la colonna sonora delle lotte operaie e delle conquiste sociali. ""Cara moglie"""" è una delle poche canzoni che si diffusero per trasmissione orale, nelle fabbriche e nei cortei. """"El me gatt"""", """"La canzon del Navili"""", """"A quel omm"""", i romanzi noir e le memorie, lo collocano insieme a Jannacci e Bianciardi fra i massimi poeti e narratori urbani del Novecento. Alessio Lega, attraverso testimonianze inedite di collaboratori e familiari, racconta l'epopea di un intellettuale ancora tutto da scoprire.""