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La scomparsa di Juan Voight
"Il testo cattura, per la sua versatilità, sia il lettore che l'ipotetico spettatore: il carattere surreale, attraverso il linguaggio del teatro dell'assurdo, ci proietta in una dimensione a metà strada tra le immagini enigmatiche di certa pittura onirica e la più concreta tradizione giallistica, della quale riconosciamo le tipiche situazioni di meeting e confronto. L'opera è particolarmente apprezzabile per i rimandi filosofici e per la garbata compostezza e leggerezza con cui vengono trattate anche tematiche importanti.""""" -
Cortometrico
"Ciò che più conquista nell'opera di Luca Quattrini è il trasportare, dalle regioni più profonde del nostro inconscio collettivo, una serie di suggestioni ancestrali, spesso tinte di primitiva ferocia, che vengono, però, inserite in austerità formali più che impeccabili. La sensazione che ne deriva è quella d'una gran dama di corte resa indomita da una frequenza troppo assidua con la belva di cui è amante"""". (Enrico Piccinini)" -
Sapori e leggende
Il volume, illustrato da Dalisca, propone ricette della tradizione accompagnate da interessanti notizie storiche sui principali ingredienti e curiosità attinte dal patrimonio mitologico mediterraneo. Opera finalista al Premio Donne tra ricordi e futuro, Sezione Cucina. -
A nò, come se scrive?. Grammatica insolita del romanesco attuale
Il testo indaga le regole non scritte, ma precise e riconosciute, che delimitano la via per tramandare più chiaramente possibile il dialetto di questa città unica e meravigliosa. La passeggiata di Nonno e Lucia, che fa da filo conduttore alla trattazione, è scritta in dialetto: già nei dialoghi si possono trovare buona parte di quelle regole grammaticali e sintattiche che vengono man mano chiarite nelle pagine esplicative. La forma scelta è insolita quanto originale: abbiamo cercato di unire “l’utile al dilettevole”, anzi: al “dialettevole”. Le vignette di Clotilde Matera rendono più immediato, gradevole e intuitivo l’impianto normativo. Introduzione di Sabrina Ferilli, Roberto Vacca e Rino Caputo. -
La rosa è viva
Una ragazza dei nostri giorni, Gaia, militante neofascista, si imbatte nel diario della sua bisnonna partigiana, internata a Ravensbrück. Le storie della bisnonna e della ragazza procedono parallelamente ed il racconto delle vicende dei nostri tempi sottolinea come le politiche che sfruttano il disagio e la fragilità sociale favoriscano la violenza intesa come xenofobia, omofobia e, soprattutto, la violenza contro le donne. Il contesto odierno si intreccia con quello trascorso, mettendo in evidenza una continuità di lotta che unisce più generazioni di donne. Il racconto del passato, con le atrocità del campo di concentramento, apriranno, in Gaia, la strada al dubbio. -
La voce liberata. Nove ritratti di feminilità negata
Cosa accomuna Penelope, Elena, Cassandra, Lilith, Pandora, Lisistrata e Morgana? Perché Katherine Burkedin, autrice dello romanzo ""La notte della svastica"""", ha dovuto proporsi al mondo letterario con uno pseudonimo maschile? Spesso depositarie di saperi e valori non allineati a quelli dominanti, oppure colpevoli di comportamenti non conformi alla morale unica del mondo patriarcale, dal tempo mitico che le ha generate, emarginate o condannate sono giunte ai nostri giorni attraverso la narrazione ostile o riduttiva della memoria ufficiale. Grazie ad una ricostruzione critica e documentata, le Autrici propongono una rivisitazione di questi personaggi femminili rivelandone lo spessore e la problematicità culturale. Al contempo, pongono l'accento sull'urgenza, per le donne, di appropriarsi finalmente del diritto a far sentire la propria """"voce"""", vale a dire del diritto a raccontare e a raccontarsi. Testi di: Anna Eugenia Morini, Ilaria Franciotti, Federica Crisci, Monica Lanfranco, Stefania Zanda, Rosa Manauzzi, Laura Sofia Cariolato, Valentina Garozzo, Gemma Granetto e Giorgia Bosco."" -
Accendi le parole. 5ª edizione
Il volume comprende i testi vincitori e quelli più significativi del premio ""Accendi le parole V edizione"""". Prefazione di Michela Zanarella."" -
Così è... se ve piace
Fine degli anni '50, in un quartiere popolare di Roma. Una piazzetta, un vecchio palazzo e un'osteria fanno da sfondo alle vicende di personaggi rappresentati come maschere di una ""commedia dell'arte alla romana"""": la portiera zitella, l'oste poeta, la sartina innamorata, il bulletto donnaiolo, il parroco beone, il maresciallo """"tutto d'un pezzo"""", la gentildonna spocchiosa, il macellaio rozzo e, infine, visto che i tempi stanno cambiando, pure la ragazza """"moderna"""". Protagonista: come sempre, l'amore... in una storia che si rispetti, in una storia qualsiasi, potrebbe mai mancare l'amore?"" -
Luminosa claustrofobia
Nell'immaginario poetico di Laura Leoni l'universo stanza si dilata e accoglie e ri-significa gli elementi naturali, disegnando un paesaggio dell'anima denso e suggestivo. Con maestria l'autrice domina la tensione del linguaggio verso l'inesprimibile che la circonda. -
I full-minei
"I microracconti di Full, alias Fulvio Musso, sono piccoli gioielli. Che siano storie di vita o frutto dell'immaginazione dell'autore nascondono in loro, nelle poche righe di cui sono composti, quello che spesso cerchiamo nella letteratura: una chiave di lettura del mondo. Quella che lui ci offre è fatta di tenerezza e ironia, di personaggi indimenticabili – e spesso dai nomi improbabili – per umanità e profondità: non eroi o eroine, non maschere da tragedia, ma tante persone come noi, mai giudicate, mai guardate con occhi morbosi o volgari, anzi, a volte accarezzate dalla grazia dolce che sa evocare l'autore facendo ricorso alla Natura, madre e soccorritrice. Fulvio Musso, molti anni prima che diventasse di moda, ha trovato la formula magica per il web. In tutti i siti “letterari” in cui ha scritto è sempre stato tra i più letti – spesso il più letto – e il suo stile, quello dei “Fullminei”, è diventato un marchio di successo"""". (Dalla Prefazione di Franca Figliolini)" -
Prima di tutto
Questo breve racconto illustrato è tratto da un cartone animato dal titolo ""La favola dei due marinai"""" che introduceva il documentario PRIMA DI TUTTO che ho diretto qualche anno fa, parte della serie """"My journey to meet you"""". Il cartone nasceva dall'esigenza di raccontare in forma di favola un percorso di gestazione per altri che ha permesso ai nostri e a tanti altri bambini di venire al mondo, e questo libro, sempre con le belle illustrazioni di Gisella Penazzi, ha le stesse intenzioni. Chi sente fortemente di voler diventare genitore, ma per qualsiasi motivo non può farlo naturalmente o con l'adozione, deve ricorrere all'aiuto della scienza medica, ma soprattutto alla generosità di altre persone. Volevamo raccontare con onestà questa bella storia non solo ai nostri figli, ma anche a tutti gli altri, grandi e piccini, perché se è vero che le circostanze possono essere inusuali, questi bambini sono comunque stati concepiti nell'amore."" -
Luce sul Carso
Che cosa cerca di dire Nelida Ukmar con questa ricchissima e appassionata raccolta di versi? Seguiamola nel suo cammino di ricerca attraverso gli elementi che compongono un territorio dai colori forti e dai forti contrasti: duro, scabro, generoso e rigoglioso, seducente e misterioso. Così si coglie, con drammatica leggerezza, il mistero del suo Carso. Di quelle acque che scompaiono e riappaiono, di quei cirri alti nel cielo che lo attraversano, di quella bora, di quella luce unica, di quel mare, di quei colori, di quella vita che vive lottando negli anfratti, nei boschi, tra le rocce e lungo impervi sentieri: immagini simboliche di un ciclico rinnovamento. Poesie le sue, dunque, permeate da una profonda sacralità/religiosità dei luoghi, che narrano con andamento prosastico-poetico il chiaroscuro della vita che si riscatta liricamente alla luce della bellezza. (Maria Milena Priviero) -
Klinamen. Testo francese a fronte. Ediz. bilingue
"Enrico Piccinini trova espressioni che ci emozionano, anche se (o proprio perché) non si concedono immediatamente ad una comprensione razionale. Presto ci è chiaro che il suo sentire è quello d'ogni essere umano: stare al mondo fa male, è difficile, a volte insopportabile. La vita è cosa dura, tragica. Per questo poeta la natura non è per niente bucolica, per niente materna. Non si può concederle fiducia, ma si deve, in ogni momento, aggrapparsi alle proprie forze. In lui c'è rabbia, lotta, rancore, raramente gioia, leggerezza mai. Ma questa dura realtà, Enrico Piccinini la canta da poeta, nelle sempre diverse forme che costituiscono il suo audace linguaggio"""". (Nicole Taubes)" -
Dal vero
Il nostro autore cerca, da sempre, un fermo immagine, una spiegazione assoluta allo scorrere apparentemente insensato del tempo. Non confortato da una fede che gli prometta una spiegazione e gli consegni un progetto globale, li cerca nella correlazione con gli elementi naturali, sempre presenti nei suoi versi e nella dilatazione degli istanti in cui la luce sembra illuminare un dettaglio, rendendolo macrocosmo ed eterno... Maresca si unisce agli elementi umani e naturali, con lo stesso approccio, lucido e certo di ciò che lo circonda in quell'istante, capace di fondersi con tutti i sensi al qui e ora ma negandosi il piacere, in maniera del tutto involontaria, di pensare al prosieguo... (Cristina Prina) -
Il novantista
L’atmosfera che si respira già dalle prime battute, i rimandi al teatro dell’assurdo e a certa narrativa distopica nulla tolgono all’originalità di una narrazione che coinvolge il lettore in un turbine di ripetitivi gesti e sovrabbondanti parole, intrecciati ritmicamente con il lavoro ininterrotto della fabbrica, i rumori, i suoni, la luce e lo sfruttamento quasi incessante dei lavoratori. Personaggi-spesso solo voci- situazioni e dialoghi richiamano alla mente figure e vicende storiche del nostro recente passato, ma purtroppo ancora tristemente attuali. L’uomo-macchina si adatta, per forza di cose, a diventare egli stesso un ingranaggio della catena di montaggio, perdendo l’identità, la socialità, le sembianze, la voce. Nella fabbrica che offre lavoro precario a condizioni disumane, si lotta, ci si schiera, si viene accusati senza ragione, si muore. Poi tutto ricomincia, come se tutto ciò che era accaduto fino ad allora si fosse dissolto. In un nuovo inizio, già annunciato. -
Romanzo di un'anamnesi
"Con un piccolo gioco di parole, si potrebbe affermare che """"Romanzo di un'anamnesi"""" è un testo che trova la sua caratteristica principale nell'essere """"in bilico"""". Non solo perché il racconto preciso e volutamente scarno di un corpo non conforme, di una difficoltà motoria vista dagli occhi di una bambina, ha come primo e più forte reagente l'equilibrio - quella capacità che è tra le prime a metterci in relazione col mondo, permettendoci di attraversarlo, e che nell'esperienza della protagonista di questo monologo si rovescia nella presa di coscienza di avere uno strumento diverso, imperfetto, rispetto ai propri compagni. Ma anche e soprattutto perché lo stile del racconto - un racconto teatrale, ben inteso, una presa di parola che presuppone un auditorio, dal palco come dalla pagina - è uno stile che oscilla, che ci porta avanti e indietro nel tempo senza soluzione di continuità, e che si affida a uno stile altrettanto in bilico, tra la scelta di una lingua scarna, che non indugia nella descrizione medica né in quella emotiva del disagio, ma la consegna all'ascolto e alla lettura con brevi decise pennellate"""". Dalla prefazione di Graziano Graziani" -
Dall'esperienza partigiana all'impegno civile
Alessandro Orengo, in arte Vico Faggi, ha poco più di vent'anni quando, alla dissoluzione dell'esercito italiano seguita all'armistizio, si trova a dover scegliere tra l'arruolamento alla Repubblica di Salò e la lotta partigiana. Questa sua esperienza giovanile, frutto di una scelta politica e morale e, nello stesso tempo, straordinario periodo di formazione, costituirà argomento ricorrente nella sua produzione letteraria dal Quaderno Partigiano (1968) fino alla raccolta postuma Poesie per gli amici (2012) e al Taccuino de senectude di cui si riportano passi significativi nella nota curata da Maria Teresa Orengo. -
Il secondo viaggio. Gli imprevedibili effetti di un Grand Tour
È il 1730. Henri, al ritorno a Chartres - è capitano per la Compagnia Danese dei Mari del Nord - viene in possesso di una lettera nella quale l'amico ed ex precettore Bachume lo esorta a raggiungerlo in Italia per soccorrere la loro cara amica Antonia, con cui Henri aveva avuto una intensa storia d'amore. Henri si mette immediatamente in viaggio inseguito dal giovane Didier Florentin, deciso a vendicare un torto subito dal padre. La narrazione segue le vicende dei quattro personaggi i quali si cercano, si sfiorano, si incrociano, si perdono, si ritrovano... Sullo sfondo, miserie e nobiltà di un'Italia feudale, sostanzialmente immobile al di là degli avvicendamenti politici. Una storia di amicizia, di amore, di vendetta, di rapporti col passato narrata con mano leggera, una punta di ironia e un pizzico di paradosso. -
Cronache dalla controra
«Il libro è diviso in tre sezioni tematiche, intitolate rispettivamente L'una, Le due e Le tre e richiamanti la scansione oraria della ""controra"""", vale a dire quel momento che, soprattutto in Meridione, viene inteso come il tempo sospeso del primo pomeriggio dei giorni d'estate, un tempo lento, in cui le attività umane si fermano e le case diventano il mondo tutto: non c'è altro al di fuori di esso e le strade restano abbandonate...» (Dario Boemia)"" -
Accendi le parole. 6ª edizione
L'antologia contiene i vincitori e i migliori testi della sesta edizione del premio. Prefazione di Michela Zanarella.