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Ogni giorno un nuovo inizio
«Mi è stata diagnosticata la sclerosi multipla nel 2007, diversi anni dopo la comparsa dei primi sintomi. Da allora, mi impegno quotidianamente nella comprensione delle sue dinamiche, al fine di mantenere il mio corpo in buona salute ed evitare, quindi, di spianare la strada alla progressione della malattia; non è semplice né sempre possibile, ma penso sia doveroso fare il nostro meglio in tale direzione. A partire dallo stesso anno, ho cominciato ad avventurarmi, a suon di grosse batoste ed umiliazioni, nei meandri di una legislatura a dir poco vergognosa, costruita ad hoc per fare economia sul malato. Indifferenza, ignoranza e voluta mancanza di informazione sono i presupposti più efficaci per mantenere le cose esattamente come stanno. Questa è la ragione che più di tutte mi spinge alla divulgazione di ogni esperienza, di ogni scoperta, per far sì che il malato di sclerosi multipla abbia la sclerosi multipla come unico ostacolo da affrontare; e non è poco.» -
La forza della (mia) vita
Dopo la vittoria dello show Rai ""Ora o mai più"""", Paolo Vallesi si racconta in un libro autobiografico """"La forza della (mia) vita"""". Una vita artistica quella di Paolo legata a doppio filo alla canzone """"La forza della vita"""", classificatasi terza al Festival di Sanremo del 1992 e diventata subito dopo un grande successo discografico. Una canzone che ha segnato l'inizio vero e proprio della sua carriera artistica e al tempo stesso è diventata un punto di riferimento costantemente presente nella sua vita personale e professionale. """"La forza della (mia) vita"""", il libro che prende spunto proprio dal successo discografico, è una breve autobiografia in cui Paolo Vallesi si racconta, ripercorrendo gli avvenimenti della sua esistenza e della sua carriera artistica, ma anche la storia di un grande amore, quello per la musica, nonché gli ideali e le speranze di un uomo del nostro tempo. """"Ho una compagna di vita che fin dall'infanzia mi consola, mi aiuta, mi soddisfa e mi fa felice. Si chiama musica. [...] Da ragazzo, timido quale ero, benché mi relazionassi piuttosto bene e facilmente con gli altri, avevo sempre un po' di pudore nel farlo; anche per questo motivo la musica è sempre stata per me uno strumento con cui creare un rapporto con le altre persone oltre che per esternare emozioni"""". Con queste parole Paolo apre il racconto della sua vita ricca di emozioni e musica. Un riscatto professionale e personale quello di Paolo che ha trovato nella musica la sua ancora di salvezza: """"Ho rinvenuto un messaggio di speranza e di salvezza proprio in una delle mie canzoni più conosciute: La forza della vita. [...] Il resto, come si dice, è narrazione, è storia, è... vita: quando nessuno voleva fare musica con me ho incontrato un musicista che mi ha detto: «Vieni a casa mia che dobbiamo scrivere qualcosa insieme»; quando nessuno voleva investire su di me ho conosciuto un produttore discografico che mi ha proposto un contratto; quando pensavo di aver perso la stima di tutti coloro che mi stavano intorno, Francesco mi ha detto: «Sei il babbo più bravo del mondo.»"""""" -
Il sole è seppia a Borgopigro
Dopo avere letto Il sole è seppia a Borgopigro, ho pensato... ""Che peccato non avere avuto un figlio!"""". Già, perché io ho sempre odiato le favole, ma questi racconti leggeri e surreali, incentrati sugli abitanti stravaganti di Borgopigro, sono nutrimento per la fantasia, sono l'ingresso verso un mondo che non c'è, ma che ci piacerebbe esistesse, insomma sono fiabe del terzo millennio. (Dalla prefazione di Nino Formicola)"" -
Cavalieri pallidi, cavalieri neri. Gesta e opinioni di Clint Eastwood, eroe pop
Attraverso la storia dell'attore, il saggio di Gabutti racconta come è cambiata la percezione degli eroi. Buoni e generosi, da Per un pugno di dollari non hanno più nulla di troppo nobile: un politicamente scorretto con cui il cinema gioca tra immaginario e realtà. rnrn«Il cinema americano gioca sulle ambiguità, suona la carica quando arriva la cavalleria, celebra i suoi campioni... ma c'è sempre un poliziotto corrotto, un politico infido, un difensore di vedove ed orfani che scappa con la cassa» - TuttolibrirnrnrnUn viaggio nel moderno immaginario pop, non soltanto cinematografico, attraverso la carriera di Clint Eastwood, che riassume tutto il catalogo dell'intrattenimento (della politica, della musica, naturalmente anche del cinema, dello sport, dei fumetti, della letteratura fantastica, la fantascienza, il poliziesco, la spy story) che prende corpo nella seconda metà del secolo, quando si verifica una sorta di rivoluzione culturale (e formale insieme). Dopo Sergio Leone, per stare solo al cinema, Hollywood non sarà più la stessa, e così la percezione dell'eroe popolare, che muta e si trasforma in continuazione. Gli eroi, che fino a quel momento erano buoni, generosi, gentili e bene educati come gli sceriffi (e gli ex pugili irlandesi) di John Ford, da Per un pugno di dollari in avanti non hanno più niente di smanceroso o di troppo nobile. Escono di scena i personaggi interpretati per decenni da James Stewort e Gary Cooper. Entra Clint Eastwood. Gli eroi adesso sono sporchi, sarcastici e ambigui come lo straniero senza nome di Leone, oppure violenti, esaltati e nichilisti come i personaggi di Sam Peckinpah, i cui film vengono nella scia di Leone. Oltre che sporco e nichilista, il nuovo eroe popolare è anche politicamente scorretto, machista, conservatore, come l'Ispettore Callaghan, e come lo stesso Eastwood, che alla Clinton preferisce di gran lunga Trump. Più che una biografia su Eastwood è una biografia del nostro immaginario presente. Prima che un libro sul cinema, è un libro su questa rivoluzione, e sulle sarabande sociali (letterarie, politiche e antipolitiche, persino filosofiche) di cui questa rivoluzione è uno dei riflessi. Molto illustrato, le sue illustrazioni sono un percorso a spettro ampio attraverso il testo e intorno al testo. Qualche illustrazione è riferita al cinema, moltissime altre no, tutte fanno riferimento al ruolo dell'eroe nel contemporaneo e alla continua osmosi e ibridazione tra cinema, invenzione, realtà e immaginario. -
Chiese in fiamme. Ediz. illustrata
Nel caldo luglio del 1909, a Barcellona, vennero dati alle fiamme oltre 139 edifici tra chiese, conventi e collegi cattolici. Era la Settimana Tragica, forse la più violenta insurrezione iconoclasta del XX secolo. Una ""rivoluzione di quartiere"""", la cui testimonianza è custodita nelle immagini stampate sulle cartoline di viaggio e nelle colonne di fumo che torreggiavano sul cielo di una Barcellona di ieri. Escuela Moderna/Ateneo Libertario presenta in questo volume la prima raccolta completa delle cartoline catalane prodotte subito dopo l'insurrezione. Fotografie il cui portato storico e rivoluzionario non cessa di riecheggiare nella storia moderna, nelle statue deturpate, nei templi saccheggiati e negli edifici bruciati, dove si ritrova lo stesso spirito insurrezionalista che animò quella settimana di luglio. A mettere in discussione la nozione di sacro, ieri come oggi, sono le fiamme delle insurrezioni, il fumo e le braci delle città. Ma è anche nella distruzione stessa che le icone trovano la possibilità di riemergere: è il sacrificio necessario dei simboli, la tabula rasa, il vuoto della sacralità. Chiese in fiamme ripercorre il ruolo dell'iconoclastia nella storia recente, delle sommosse e dei movimenti che mossero guerra alla rappresentazione. Attraverso le immagini della Settimana Tragica e i testi dell'intellettuale Joan Maragall i Gorina, passando per la storia dell'anarchico libertario Francisco Ferrer i Guardia con la sua Escuela Moderna e l'ingiusta condanna, il volume inquadra le vicende e le pulsioni della distruzione in chiave contemporanea. Un tragitto tra ricerche storiche, testi critici e documenti che racconta un evento capace di racchiudere la storia di un'epoca, la nostra, dove ancora fuochi e fiamme giocano con le altezze vertiginose delle città."" -
Ai confini della docenza. Per la critica dell'università
Il volume presenta una critica dell'università diversa da quelle correnti. La prima parte, dedicata alla crisi dell'università (con contributi di Bellofiore, Vertova, Forges Davanzati e Dal Lago) propone tanto una analisi delle controriforme da Berlinguer a oggi quanto una critica della valutazione della ricerca. Tutte questioni inquadrate sullo sfondo dei cambiamenti del capitalismo e sull'attacco al pensiero critico in economia: il discorso ha però valenza generale. Viene ripubblicato un articolo di Lucio Magri sulla riforma della scuola, nella convinzione che l'università e la scuola non siano mondi a parte ma strettamente integrati. La seconda parte del volume si volge alla critica dell'economia politica, ponendosi in dialogo con il movimento di Rethinking Economics. -
Utopiae finis? Percorsi tra utopismi e progetto
Di fronte alla generale dissoluzione dell'utopismo in un ossessivo presente, alla perdita di memoria in un progressivo distacco dalla riflessione storica, il volume si interroga sul ruolo dell'utopia nella cultura del progetto tra età moderna e contemporanea, alla ricerca di un nuovo orizzonte di speranza. Contributi di: Federico Deambrosis, Alessandro De Magistris, Marco Di Nallo, Manfredo Di Robilant, Catherine Maumi, Manuel Orazi, Luciano Patetta, Agostino Petrillo, Edoardo Piccoli, Antonio Pizza, Aurora Scotti, Luca Skansi, Matteo Vegetti, Leonardo Zuccaro Marchi. -
Restituire la possibilità. Educare alla resilienza con Bernard Lonergan
Nel caso di persone in situazione di disagio o con storie traumatiche alle spalle ci si deve rassegnare a un'azione formativa volta solo al recupero o, al massimo, al contenimento del danno? Perché impegnarsi nell'attività educativa se il futuro di questi soggetti è invincibilmente determinato dal loro passato? Il fenomeno della resilienza umana invita a cambiare i paradigmi che guidano l'azione formativa, focalizzando l'attenzione più sulle risorse residue delle persone che sui danni da loro subiti, o sui rischi sociali ed educativi ai quali sono esposte. L'antropologia filosofica di Bernard Lonergan (1904-1984), che nel concetto di sviluppo trova il proprio punto d'incontro con quello di possibilità metafisica, è esplorata dall'autore in quanto quadro logico e metodologico per la programmazione di attività formative ed educative adatte a sostenere percorsi volti a «restituire la possibilità». -
Un' utopia «intelligente»: l'economia di Bernard Lonergan S. J.
Bernard J.F. Lonergan S.J. (1904-1984) fu un grande teologo che si occupò anche di economia allo scopo di ricavare principi morali dalle sue meccaniche, ossia indicazioni scientificamente fondate non solo su «come l'uomo vive ma su come dovrebbe vivere». Il suo contributo in questo campo resta tuttavia oscuro nonostante molte presentazioni, rimaste su un terreno prevalentemente apologetico. In questo lavoro si presenta una lettura delle opere economiche di Lonergan che ne sottolinea l'affinità con moderne analisi di impostazione neokeynesiana, e anche un'applicazione che le chiarisce ulteriormente e ne mette in evidenza il messaggio centrale con riguardo al nesso tra distribuzione del reddito e sviluppo economico. Un'ordinata dinamica economica, per Lonergan non garantita, richiede comportamenti «intelligenti» che in generale tengano insieme creatività e inclusione e, in particolare, profitti e tempestivo aumento dei salari, considerando il potere dei lavoratori un presidio a questo scopo e non una prevaricazione. Il pensiero economico del teologo, elaborato negli anni Quaranta e poi ripreso nei Settanta del secolo scorso, è in tal modo particolarmente utile in epoca di globalizzazione. Esso si colloca tra le voci che oggi per i paesi avanzati prospettano una ""via alta"""" allo sviluppo nonostante la concorrenza dei paesi emergenti, mentre deleteri modi di vedere dominanti continuano a ritenere ineluttabile la riduzione dei salari e dunque una via """"bassa"""", la quale per questo non ottiene la crescita che promette."" -
Autopsia di un diritto politico. Il voto degli italiani all'estero nelle elezioni del 2018
Con l'avanzata di forze antisistema e populiste, le elezioni per il Parlamento del 2018 hanno completamente ridisegnato la geografia elettorale italiana. Nella circoscrizione estero è, in realtà, il transnazionalismo politico a esser stato messo alla prova, ovvero la capacità dei cittadini italiani residenti oltre confine di partecipare attivamente alle dinamiche elettorali sia nel Paese d'adozione sia in quello d'origine. L'alto tasso di astensionismo e il primeggiare di formazioni politiche pro-sistema ed europeiste non devono però trarre in inganno. Segnali di cambiamento, dalla composizione del corpo elettorale alle liste dei candidati, si sono registrati anche all'estero. In questa collettanea, otto casi di studio, a loro modo rappresentativi della poliedrica realtà della presenza italiana nel mondo, approfondiscono il comportamento di voto, la partecipazione, l'attivismo politico, le tendenze e le controtendenze in altrettanti paesi (Francia, Germania, Regno Unito, Argentina, Brasile, Repubblica Dominicana, Stati Uniti e Australia), offrendo all'analisi delle elezioni del 2018 un'indispensabile prospettiva interpretativa europea e globale. -
Il trauma di Caporetto. Storia, letteratura e arti
La battaglia di Caporetto (24 ottobre - 9 novembre 1917) ha rappresentato un trauma nella storia italiana del Novecento. Ancor oggi, nel linguaggio comune, la parola Caporetto è sinonimo di disastro. In quella battaglia i soldati della 2a Armata vengono respinti dagli austriaci e dai tedeschi al di qua dell'Isonzo e del Tagliamento fino al Piave, mentre i Comandi militari li accusano di diserzione e tradimento. Cento anni dopo, questo volume affronta, in un'ottica pluridisciplinare e interdisciplinare, e alla luce della nozione di ""trauma"""", gli aspetti storici, politici e militari della disfatta. Esso fa largo spazio anche alle testimonianze dei soldati-scrittori la cui esperienza di quei giorni acquista senso se inserita in una dimensione collettiva e storica. Le stratificazioni temporali - relative tanto alla lettura storiografica, militare e politica quanto agli scritti memoriali e letterari - costituiscono un fattore importante per la riappropriazione di un evento che tocca la storia e l'identità italiane."" -
L' Ottobre delle arti
Uno degli eventi più importanti e decisivi della storia del Novecento, la Rivoluzione d'Ottobre, ha avuto, come è noto, ripercussioni cruciali anche nel mondo delle arti. Anzi, si potrebbe forse affermare che proprio l'Ottobre sia stato uno di quei momenti della storia della modernità in cui diversi ambiti della vita si sono in effetti mescolati, modificandosi e influenzandosi a vicenda: la politica, la cultura, l'arte, la morale, persino gli affetti. Il Convegno di cui qui pubblichiamo gli Atti - organizzato dalla Sezione Media Musica e Spettacolo del Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino - ha inteso discutere tanto del ruolo delle arti durante gli anni della Rivoluzione (in particolar modo del cinema, della musica e del teatro) quanto delle eredità che quelle opere e quei maestri hanno consegnato al Novecento maturo, attraverso la discussione di casi specifici ma anche grazie ad alcuni interventi di artisti, preziosissimi come sempre. -
Alle origini del «logos». Studi su «La nascita della filosofia» di Giorgio Colli
«Le origini della filosofia greca, e quindi dell'intero pensiero occidentale, sono misteriose». Così si apre l'importante libro di Giorgio Colli (Adelphi, Milano 1975), al cui studio integrale il gruppo di ricerca Simposio ha dedicato un seminario all'Università di Torino (23-25 ottobre 2017), nell'ambito delle attività del Centro Studi Giorgio Colli. I nove capitoli del breve ma denso testo colliano forniscono un'interpretazione non convenzionale e stimolante della genesi e della genealogia di quella pratica che, almeno a partire da Platone, porta il nome di ""filosofia"""". Questo primo volume dei Quaderni Colliani, attraverso un'analisi critica che si estende anche alle altre opere del filosofo torinese, si propone d'indagare le origini del logos occidentale che, come insegna Colli, si perdono nei labirinti del mito, albergano nelle parole dell'oracolo e si annidano tra le reti dialettiche della retorica. I contributi qui presentati, seguendo lo sviluppo argomentativo e tematico de La nascita della filosofia, spaziano dagli albori della civiltà greca (Apollo e Dioniso, il mito cretese, la divinazione), al pensiero più maturo dei cosiddetti sapienti e dei sofisti, per giungere infine a Platone, l'inventore della """"letteratura"""" filosofica."" -
Identità e strategie politiche del Pci e del Pcf: una comparazione tra il triangolo industriale e la regione del Rhône-Alpes
Georges Lavau definì la comparazione tra il Partito Comunista Italiano e il Partito Comunista Francese «un esercizio classico». Le analogie tra i due maggiori partiti comunisti di Occidente sono infatti tante e tali da far nascere quasi in maniera spontanea la tentazione di ripercorrerne la parabola storica in parallelo. Soprattutto alla ricerca di differenze, come hanno fatto molti studiosi nel passato, ma anche con approcci più complessi capaci di considerare le due vicende come parte di un tutto, il sistema comunista internazionale. La presente ricerca, attraverso un'attenta analisi comparativa, ricostruisce il profilo identitario delle federazioni comuniste del triangolo industriale in Italia e della regione del Rhône-Alpes in Francia, dalla Liberazione fino alla seconda metà degli anni Settanta. L'indagine ha messo in luce identità multiformi e dinamiche, oltre che strategie politiche estremamente diversificate, in ciascuno dei centri oggetto di studio: Milano e l'industria diffusa, Torino e il sistema Fiat, Genova e l'industria di stato, Lione e la meccanica, Grenoble e l'industria tecnologica, Saint Étienne e i suoi bacini carboniferi. La frammentazione, tuttavia, non è affatto sinonimo di disgregazione. Ad unire storie così diverse sono gli individui, quegli uomini e quelle donne che, riuniti sotto la stessa bandiera, hanno cercato di offrire risposte concrete ai problemi della gente, che hanno immaginato, sognato e lottato per costruire una società diversa e migliore, guidati da un'unica ispirazione di fondo: il diffuso ideale di giustizia e uguaglianza sociale. -
Tradizione e talento femminile. I Sonnets from the Portuguese di Elizabeth Barrett Browning
Il volume fornisce un quadro complessivo dei ""Sonnets from the Portuguese"""" di Elizabeth Barrett Browning, canzoniere che raccoglie quarantaquattro sonetti composti tra il 1845 e il 1846 e pubblicati per la prima volta nel 1850. Lo studio presenta un'estesa analisi testuale dell'opera, che ne esamina la ripresa da un lato del canzoniere petrarchesco, dall'altro dei principali modelli inglesi della sonnet sequence Sidney, Spenser e Shakespeare mettendo in luce gli elementi di adesione a tale tradizione e quelli di originalità, identificati in particolare nella dialettica tra soggetto e oggetto poetico, nella ricerca di modelli espressivi femminili, nelle contaminazioni offerte dal linguaggio del teatro e negli schemi narrativi adottati. Grazie a questi ultimi affiorano altresì elementi di parallelismo tra i Sonnets e la fitta corrispondenza epistolare che Elizabeth Barrett e Robert Browning intrattengono negli anni 1845-46 fino al matrimonio e alla fuga in Italia. Da tali epistole, che rappresentano il retroterra del canzoniere, emerge un complesso quadro intertestuale, in cui il dialogo con gli autori del passato e del presente si costruisce sulle citazioni poetiche antiche e moderne e si rispecchia nell'intensa trama dei Sonnets. Attraverso l'analisi condotta in questa sede, tuttavia, le epistole si affermano altresì come opera di assoluta dignità letteraria, espressione di una prosa vibrante in cui Elizabeth Barrett eccelle quanto nella produzione poetica."" -
I viaggi di Veniamin. Vita, arte e destino di un attore ebreo
"Il libro di Ala Zuskin Perelman sul padre è particolarmente importante perché sfida i miti che per lungo tempo hanno costituito la comprensione occidentale della cultura sovietica. Con il proprio tributo al padre, l'autrice ha creato una forma letteraria del tutto nuova; il protagonista, Veniamin Zuskin - semplice attore e uomo modesto e affascinante - incarna i tratti salienti della sua epoca, della sua arte e della sua gente."""" (Joshua Rubinstein, Harvard University). """"L'autrice è riuscita a trovare l'equilibrio ideale tra l'attenzione meticolosa ai dettagli tipica dello studioso e la sensibilità commovente di una figlia. Il tema del teatro yiddish è noto tra gli studi accademici e da oggi nessuno studio sull'argomento potrà fare a meno di questo testo."""" (Gennady Estraikh, New York University). """"Una efficace e commovente biografia del padre, l'attore Veniamin Zuskin, basata sui ricordi, la storia famigliare e un'ammirevole ricerca documentaria."""" (Jeffrey Veidlinger, University of Michigan)" -
«Sicut scriptum est». La parola scritta e i suoi molteplici valori nel millennio medievale
Da sempre gli storici si sono interrogati sugli svariati valori della parola scritta, evidenziando le funzioni sacrali, economico-contabili, giuridiche, politiche, che questa forma di comunicazione ha assunto nel corso delle diverse epoche.Il convegno «Sicut scriptum est» si è proposto di indagare alcune di queste piste di ricerca, limitando il ""campo da gioco"""" al millennio medievale: un tempo di decisive (e spesso sottovalutate) trasformazioni nella fruizione e nella ricezione dei testi scritti. L'attenzione si è rivolta in particolare a tre filoni di indagine: parola scritta e realtà; parola scritta e oralità; la riflessione sulla parola. Gli interventi dei nove autori (tutti giovani ricercatori provenienti dalle varie Università italiane) declinano queste tematiche su un ampio ventaglio cronologico, territoriale e documentario. Si spazia dalle epigrafi (Nastasi) alle fonti epistolari (Cò, Camesasca), dai diplomi e dai registri (Manarini, Paganelli, Serci) alle fonti narrative (Tasca, Pacia); dalla penisola italiana alle aree francese e iberica; al VI secolo agli albori del Rinascimento.Ne scaturisce un mosaico vivace e composito, rappresentativo di alcune delle principali piste di ricerca su cui i giovani medievisti italiani si stanno avviando rispetto al tema della «parola scritta»."" -
La prosa omiletica insulare. Fonti e stilemi: il caso dei sermoni escatologici del Vercelli Book
Prendendo spunto dal commento e dall'analisi di alcuni dei sermoni contenuti nel Vercelli Book (Vercelli, Biblioteca Capitolare, ms. CXVII; seconda metà del secolo x), il volume è una introduzione ad alcuni aspetti stilistici e contenutistici dell'omiletica anonima in lingua inglese antica. Prodotto di uno scriptorium insulare non di facile individuazione, il Vercelli Book costituisce un interessante esempio di miscellanea di testi in prosa e in versi di carattere religioso; all'interno di tale raccolta, un peso primario assume un nucleo di sermoni dal forte impianto escatologico, frutto del riutilizzo e della rilettura di materiali parimenti tratti dalla tradizione latina cristiana, da quella iberno-insulare così come da quella pre-cristiana. Testi che per strutture compositive appaiono in continui rispetto alla tradizione latina dell'ami letica composita, i sermoni escatologici vercellesi risentono in maniera chiara dell'influsso latino e irlandese, così come della forte componente ritmica tanto pregnante in ambito iberno-insulare. Proprio tale propensione verso un incedere ritmato, presente in buona parte della letteratura religiosa anonima inglese antica, appare prodromo di quella prosa allitterante che costituisce elemento portante dell'omiletica dei due grandi predicatori del tardo periodo Anglosassone: }Elfric e Wulf-stan. I sermoni vercellesi risultano in questo senso utile elemento di analisi dell'evoluzione del genere omiletico in ambito insulare nei secoli x e xi, così come importante strumento di lettura della funzione pratica del codice che li contiene. E, insieme a esso, dell'ambito culturale che li ha prodotti. -
Le porte dell'anno: cerimonie stagionali e mascherate animali
Cinquecento anni fa le persone vivevano in un mondo popolato di spiriti, sia buoni che malvagi: demoni e spiriti della foresta e del deserto, ma anche entità che minacciavano la vita quotidiana. Numerose erano anche le entità presenti sul fronte opposto, dominato da Dio, ma popolato da un'infinità di santi, spiriti benevoli, esseri protettori, e così via, che mescolavano disinvoltamente, soprattutto nel mondo popolare delle campagne, temi della religione cristiana dominante con elementi che traevano la loro origine dalle forme religiose pre-cristiane. I carnevali nascono in questo mondo e ne costituiscono parte integrante. Essi rivelano una concezione secondo la quale l'ordine sociale tiene a bada un caos primordiale, che costituisce sia il suo avversario sia la fonte di ogni energia. Lo sforzo necessario per tenere a bada il disordine e mantenere l'ordine della società umana era destinato ad estenuarsi, qualora tale ordine non venisse periodicamente immerso nuovamente nelle energie primordiali del caos per riemergere con forza rinnovata. I carnevali esprimevano tale concezione di un equilibrio precario che doveva essere periodicamente sconvolto e al tempo stesso ritemprato dall'irrompere delle forze del disordine.Nasce così il progetto che sta alla base di questo lavoro: il tentativo di costruire un percorso a ritroso, che porta ad attraversare tempi e civiltà del passato, alla ricerca di una genealogia dei motivi mitici e simbolici che sono identificabili nel sistema delle feste carnevalesche, ma che rivelano una serie di connessioni con molteplici aspetti del passato. Un esercizio di regressione attraverso il tempo, osservando come quei motivi si sono trasformati nel corso delle epoche e delle civiltà, che rivela trasformazioni e continuità, un intreccio complesso di somiglianze e di differenze. -
Forme e metamorfosi della rappresentanza politica 1848 1948 1968
Nei percorsi del mondo moderno e contemporaneo le discussioni sulla rappresentanza, sui suoi vantaggi e sui suoi limiti, sono divenuti punti focali nello sviluppo dei sistemi democratici. In questo volume si ricostruiscono i contesti sociali, politici e culturali di tre fasi storiche particolarmente emblematiche in tale itinerario: il 1848, epoca di discussioni sulla rappresentanza, che modellano ipotesi di nuove statualità; il 1948, quando nei paesi europei e in Italia si ricercano nuove soluzioni istituzionali che fanno balzare in primo piano le differenze tra le culture politiche; il 1968, nel momento in cui contestazione e controcultura mettono radicalmente in discussione rappresentanza, democrazia e la politica stessa.