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Vincenzo Saba. Introdurre all'innovazione sindacale. Articoli e interventi (1951-2000)
L'Associazione Vincenzo Saba è nata nel marzo 2012 per ricordare la personalità e l'insegnamento di Vincenzo Saba (1916-2011), impegnato ad accompagnare con la sua attività di studioso e di formatore l'emancipazione morale e materiale delle persone che lavorano attraverso la partecipazione alle organizzazioni sindacali. In tale prospettiva, d'intesa con la Fondazione Enérgeia, l'Associazione ha promosso una ricerca per individuare i tanti contributi di Vincenzo Saba in giornali e riviste sindacali. La selezione degli scritti pubblicati tra gli anni 1951-2000 ora raccolta nel presente volume consente di percepire la sua innovativa forza interpretativa nel valutare alcuni cruciali passaggi dell'evoluzione del sindacalismo italiano. Nello stesso tempo le pagine di Saba offrono l'opportunità di riflettere sul metodo critico necessario a formulare innovative iniziative di rappresentanza sindacale, fondato sul rispetto della natura costitutiva del sindacato come associazione e sulla consapevole visione d'insieme delle trasformazioni della società contemporanea. Prefazione di Mario Scotti. -
Mezzogiorno. Mezzomondo
No, cari Signori: i problemi di sviluppo, di democrazia e di tanti altri urgenti desiderata non sono affatto risolti a Mezzogiorno (Mezza-europa, Mezzo-mediterraneo, Mezzo-pianeta... ed oltre!).Il presente lavoro testimonia come un quarto di secolo fa in Campania e poi nel Sud, nell'Università di Napoli e nell'opinione pubblica, nel dialogo con l'Unione Europea e con il nostro Governo ""nordista"""", si scatenò un imponente movimento di verità sulla realtà produttiva del Mezzogiorno e di sostegno all'industrializzazione leggera meridionale che avrebbe potuto instradare il nostro Paese verso la soluzione del suo storico, principale problema irrisolto. È una eventualità che continua a parlarci: soprattutto nel momento in cui, in condizioni in parte mutate, un'effettiva trasformazione del Mezzogiorno torna all'ordine del giorno e si accredita nell'ambito del possibile, anche tramite l'innovazione e l'attenuarsi del suo isolamento, via influenze e conseguenze possibili che provengono, in realtà, dai quattro angoli del pianeta."" -
De motu animalium. Vol. 1-2
Il De motu animalium (1680-1681) è tra le opere più significative della scuola galileiana e rappresenta una perfetta sintesi tra il pensiero scientifico degli antichi, Archimede ed Euclide, e quello dei moderni, Harvey, Malpighi e Galilei. Questi volumi offrono al lettore italiano, per la prima volta, la traduzione integrale dell'opera, unitamente alla riproduzione delle diciotto tavole che 'raccontano' l'affascinante viaggio di Borelli nella complessa macchina animale. L'autore, grazie ai numerosissimi esperimenti realizzati nel corso di trent'anni, descrive i movimenti esterni (corsa, salto, nuoto, volo, ecc.) e quelli interni (circolazione del sangue, della bile, degli spiriti, ecc.), utilizzando le leggi della meccanica e della fluidodinamica. Alla fine di questo viaggio, lo sforzo di Borelli sembra volto ad affermare che i principi geometrico-matematici che governano il moto degli astri sono gli stessi che sovrintendono all'esistenza degli animali: la vita è una, come uniche sono le leggi che la governano. -
Istituzioni del federalismo. Rivista di studi giuridici e politici (2021). Vol. 2: disciplina del lavoro pubblico a vent'anni dall'approvazione del D.LGS. n. 165/2001, La.
«La riforma dell'organizzazione pubblica, come delineata negli anni Novanta del secolo scorso e sintetizzata poi nel d.lgs. n. 165/2001, disegna un modello di amministrazione largamente tributario delle dottrine sul c.d. New Public Management. Il cardine della riforma è costituito dalla dirigenza pubblica, chiamata oramai ad esercitare poteri organizzativi comparabili a quelli dei datori di lavoro privati. La privatizzazione del rapporto di lavoro dei funzionari (e di parte dell'organizzazione) rappresenta il corollario naturale di questa premessa: attraverso questa nuova leva, si voleva consentire alla dirigenza di operare responsabilmente in funzione del conseguimento del ""risultato"""". La presenza di una dirigenza responsabile costituisce, altresì, snodo essenziale per inverare anche un nuovo criterio di distribuzione delle competenze. Attraverso la valutazione del """"risultato"""", inoltre, si sarebbe permesso alla politica di mantenere il controllo dell'amministrazione secondo modalità diverse dalla stretta gerarchia: da qui l'investimento del legislatore sul principio della c.d. distinzione funzionale tra politica e amministrazione, affidato al potere di indirizzo ministeriale e a successivi momenti di verifica. Le prassi successive hanno, tuttavia, segnalato debolezze, insufficienze, necessità di ripensamenti in relazione a ciascuna delle idee guida del modello originario. Volendo dedicare a questi temi un numero monografico celebrativo della ricorrenza del ventennale del d.lgs. n. 165/2001, il Comitato scientifico della Rivista ha chiesto ad alcuni studiosi riconosciuti di svolgere alcune riflessioni generali sulle riforme dell'organizzazione pubblica e sull'esperienza applicativa successiva. Nel contempo, ha deciso di indire una call for papers, rivolta a studiosi di generazioni ed estrazione diverse, per sollecitare l'emersione di ulteriori spunti di analisi su profili più specifici. L'iniziativa ha raccolto un grande successo, trovando una risposta quasi inaspettata da parte della comunità scientifica. Il numero monografico costituisce, dunque, il frutto di queste diverse iniziative. Il fascicolo si apre con tre diversi saggi, espressione di sensibilità e saperi diversi, che tracciano un quadro generale delle riforme, offrendo un bilancio complessivo delle stesse...» (Dalla Presentazione)"" -
A colpi d'ascia. Legni, crete, storie a sud del Sahara. Ediz. illustrata
Alcune Afriche, più che altre, accolgono l'uomo sui sentieri artistici derivati da aspetti sociali, culturali, credi religiosi. Quattro aree geografiche, a sud del Sahara, ne sono paradigma. Nella ricerca dei sentimenti di chi li ha vissuti, questo libro vuole attraversare un lungo cammino che, reso attuale dagli accadimenti odierni, consegna a noi opere spesso strane, a volte misteriose. Antichi contesti erano quelli in cui gli scultori creavano e vivevano culture per molto tempo sconosciute quali in Nigeria l'arte Nok o Sokoto o Igbo Ukwu, in Ciad quella dei Sao o in Mali dei Bambara e di Djenné, in Costa d'Avorio dei Wan. Indipendentemente dal fatto che la materia utilizzata fosse il legno, la terracotta, il bronzo, la pietra o l'avorio, il senso del vivere insito in ogni appartenenza etnica era determinante ai fini del significato da attribuire alle singole opere. A tal proposito era influente la preferenza per l'aspetto funzionale, spesso rituale, più che estetico. E dunque i manufatti diventano chiave di volta e cifra per capire quel mondo e tutto ciò che ad esso appartiene. Il libro, illustrato da foto delle opere, intende percorrere quel sentiero, in un arco temporale allargato agli Antenati e fino al dopo-vita e in un arcobaleno che aggancia i due estremi. Maschere e statue, feticci e altari, reliquiari e oracoli, vasi e utensili, raccordano e raccontano il visibile e l'invisibile, il mondo materiale e quello degli spiriti; ed ancora schiavitù e libertà, malattia e guarigione. Le incrostazioni e le patine sulle opere sono spesso indici di fede e di tempo. Scarificazioni e cheloidi, chiodi e stoffe, colori e pigmenti, possono contribuire a riconoscerne oltremodo l'appartenenza etnica. -
Mafie transmediali. Forme e generi del nuovo racconto criminale
I testi raccolti in questo libro, nutriti dai dibattiti che ne hanno preceduto e accompagnato la concezione, nascono dall'intento di esplorare l'attuale ecosistema transmediale per dare spazio all'analisi delle modalità di creazione, produzione, diffusione e ricezione in svariati media di opere di finzione basate sulla rappresentazione della criminalità organizzata di stampo mafioso. Senza evitare di affrontare questioni di ordine generale sui nuovi usi transmediali della narrazione, sul significato stesso di ""narrazione transmediale"""", che hanno alimentato vivacissimi scambi e prese di posizione nello scorso decennio, l'obiettivo principale del libro è di saggiare le recenti acquisizioni critico-teoriche per far progredire la riflessione e l'interpretazione in vivo."" -
Formiche (2021). Vol. 173: Italia tra le nuvole. Strategia cloud, tra innovazione e sicurezza, L'.
Formiche è un progetto culturale ed editoriale fondato da Paolo Messa nel 2004 ed animato da un gruppo di trentenni con passione civile e curiosità per tutto ciò che è politica, economia, geografia, ambiente e cultura. Nato come rivista cartacea, oggi l'iniziativa Formiche è articolata attraverso il mensile (disponibile anche in versione elettronica), la testata quotidiana on-line www.formiche.net, un sito di informazione europea in lingua inglese www.anthill.eu, una collana di libri, un programma di seminari a porte chiuse Landscapes ed una Fondazione onlus. -
Giudici precari. Il lavoro senza diritti
Fra le tante questioni che scorrono nelle cronache politiche e giudiziarie, quella dei magistrati onorari è sicuramente fra le più complesse e singolari. Sono considerati funzionari ""onorari"""", né autonomi né subordinati, impegnati in un servizio che da sempre, secondo la legge e le Corti nazionali, è ritenuto estraneo al lavoro propriamente detto. Respinta dalla Corte di giustizia europea e dal Comitato europeo dei diritti sociali, il custode della Carta Sociale Europea, questa posizione è stata considerata anche dalla Commissione europea in contrasto con l'ordinamento europeo, tanto da aprire una procedura di infrazione nei confronti del nostro paese. È?dunque un """"caso giuridico"""" unico ma anche una vicenda emblematica della precarietà del lavoro nel settore pubblico e delle anomalie presenti nel nostro ordinamento, che il volume ricostruisce criticamente fino agli interventi più recenti e discussi. La posta in gioco, va ricordato, è entrare o rimanere fuori dal perimetro del lavoro protetto."" -
Il riscatto nella poetica di Giuseppe Jappelli. L'importanza di Villa Torlonia nella storia del giardino italiano
Nel racconto inserito da Jappelli nei propri giardini, le modalità con cui viene raggiunto il bene di valore ricercato grazie ai principi estetici romantici applicati, sono descritte in un terzo momento del racconto, successivo ai temi della grotta e della torre. Questa seconda parte del tema della torre ha lo scopo di far comprendere al soggetto della narrazione ed alla società intera l'esigenza del riscatto dalla crisi provata per la mancanza della libertà. La conclusione del racconto presente a Villa Torlonia fornisce la prova documentale della conoscenza dell'estetica di Solger da parte dell'architetto veneziano, che ha riflessi nei giardini jappelliani veneti. Di qui l'importanza della Villa nella storia del giardino italiano; Villa Torlonia, d'altro canto, rappresenta già di per sé, un unicum tra i giardini storici per l'ampiezza dei riferimenti letterari ad episodi e luoghi dell'Orlando furioso e per la felice, straordinaria interazione costruita da Jappelli tra poesia ed estetica. L'importanza delle modalità con cui si conclude il suddetto racconto, in cui i valori dell'infinito e del finito compaiono nel rapporto gerarchico ribaltato ed in quello corretto (rispettivamente nella villa romana e nei giardini veneti), nonché la presenza di implicazioni culturali insite nell'estetica di Solger, hanno portato l'autore a ritenere che la conoscenza dei giardini dell'architetto veneziano possa essere funzionale allo sviluppo delle capacità critiche e creative degli studenti con itinerari didattici ed all'interesse del pubblico con gite culturali. Potranno così essere apprezzate le emozioni dello stupore dell'arte, in cui si avvertono, grazie all'estetica di Solger, le premesse della nascente modernità. Il progetto di valorizzazione ipotizzato - che richiede in termini imprescindibili il completamento delle opere di restauro di Villa Torlonia per l'esigenza dei lavori indicati - non esaurisce pertanto la propria portata nel complesso museale romano in quanto gli obiettivi di valorizzazione riguardano anche tutte le altre ville storiche considerate. Prefazione di Claudio Strinati. -
GeoTrade. Rivista di geopolitica e commercio estero (2021). Vol. 2: Compliance necesse est. Come navigare in un mare di restrizioni.
GeoTrade è un un progetto di AWOS - A World of Sanctions. AWOS è un'associazione che promuove il confronto tra imprese ed istituzioni sui temi delle sanzioni economiche e finanziarie internazionali, dell'export control e di tutte le restrizioni al commercio estero causate da rischi geopolitici. Mette a sistema know-how e professionalità per accrescere nelle imprese la cultura e la consapevolezza sulle restrizioni commerciali. -
La Magna Grecia. Paesaggi e storie. Vol. 2
La Grande-Grèce di François Lenormant, con le sue ricchissime e variegate narrazioni diaristiche, è dedicata sì principalmente all'antichità magnogreca, ma si estende anche all'età bizantina e all'età moderna, fino all'Ottocento calabrese e meridionale, manifestando pure una sensibile e acuta attenzione allo spazio antropico e alle bellezze paesaggistiche, alle questioni economiche e sociali. L'opera è articolata in tre volumi. Dopo l'attraversamento della Calabria magnogreca e bizantina, da Sibari a Rossano e alla Valle del Neto, che occupa il primo volume, in questa seconda parte troviamo il seguito del viaggio lungo la costa jonica. Le pagine di questo secondo volume, infatti, sono dedicate a Crotone, Catanzaro e Squillace. L'intelligente curiosità dell'autore, sorretta dalla fluidità e dal fascino di una scrittura esuberante e rigogliosa, ha fatto sì che l'opera divenisse in breve un classico, adoperato come guida dai più importanti viaggiatori stranieri che visitarono la Calabria tra Otto e Novecento, come George Gissing e Norman Douglas. -
La politica come mestiere. Non-manuale per carriere, militanze e cittadinanza
Una volta c'erano i partiti, ormai persi nella notte della memoria collettiva, che risultavano rassicuranti per la loro continuità. Oggi chiamiamo partiti dei ""brand"""" effimeri, concepiti con gli stessi criteri di un prodotto commerciale destinato a durare una stagione o poco più. La loro scomparsa – per l'estinzione di ciò che li faceva vivere, come la democrazia interna, la militanza, l'insediamento territoriale – ha trascinato in un buco nero la politica. Si è parlato e scritto spesso di incompetenza e di de-merito al potere. La verità è che ogni attività umana, ancorché concepita in modo non professionale, ha le sue regole ed esige competenza: insomma, va svolta con professionalità. Una volta ci pensavano i partiti a formare la classe politica, perché non si arrivava al vertice dello Stato ignari dei rudimenti della cultura politica. Oggi si arriva in politica nudi e digiuni. Questo libro cerca di mettere una piccola pezza al vuoto di conoscenza della politica così com'è."" -
Formiche (2021). Vol. 174
"Formiche"""" è un progetto culturale ed editoriale fondato da Paolo Messa nel 2004 ed animato da un gruppo di trentenni con passione civile e curiosità per tutto ciò che è politica, economia, geografia, ambiente e cultura. Nato come rivista cartacea, oggi l'iniziativa Formiche è articolata attraverso il mensile (disponibile anche in versione elettronica), la testata quotidiana on-line formiche.net, un sito di informazione europea in lingua inglese anthill.eu, una collana di libri, un programma di seminari a porte chiuse Landscapes ed una Fondazione onlus." -
Filosofia salvavita. Eterno tempo e diari dell'anima
«Tendo a pensare che una ""filosofia salvifica"""" passi largamente da un et et conciliativo degli opposti in una sorta di """"rimedio al centro"""", rispetto a un Due dell'aut aut il quale segnala in sé stesso l'imperfezione e il limite del nostro vivere nel tempo... Un et et che ci tiene in qualche misura ancora accosto a quell'eterno che il tempo del Due, del prima e del dopo, del """"così oppure cosà"""" dell'aut aut, ci renderà incomprensibile... Un et et salvifico perché, se non altro, dà l'illusione di mirare a quel punto centrale delle cose in cui si compendia il vero e che può essere pur solo traguardo inconseguibile nel tempo, forse nell'eterno.» Queste parole citate da quest'ultimo libro di Giorgio Girard (Cap. 3, parte II), da lui considerato un testamento spirituale, evocano la tensione di tutta una vita verso la riflessione e la conoscenza. La filosofia e la psicologia sono qui intese come antidoto al """"ludibrio del vivere"""" e all'incertezza del tempo in cui viviamo."" -
Pulcherrima civitas Castriboni. Castelbuono 700 anni
Frutto di mezzo secolo di ricerche in archivi italiani e stranieri, il volume ripercorre le vicende sino ai nostri giorni non solo dei castelbuonesi dalla fondazione nel 1317 del castello ""buono"""" da cui il loro paese ha preso il nome, ma anche dei loro antenati che vissero a Ypsigro, come si chiamava il borgo di origine bizantina anteriormente agli anni Venti del Trecento, quando prevalse il toponimo Castelbuono. Nella carenza di fonti sui primi due secoli di vita del paese risaltano nel Trecento le figure del conte Francesco I Ventimiglia e nel Quattrocento del pronipote Giovanni I Ventimiglia, dal 1436 marchese di Geraci, il personaggio più prestigioso della lunga storia della famiglia e della storia castelbuonese. Con la seconda metà del Quattrocento il quadro si allarga e cominciano a scorrere via via in rapida successione i momenti cruciali del paese, i potenti signori feudali, le loro imprese e le continue crisi finanziarie, la loro plurisecolare munificenza alla quale Castelbuono deve non poche opere d'arte, l'aspro contenzioso con la popolazione prolungatosi da metà Settecento per quasi tutto l'Ottocento. E ancora i castelbuonesi con le loro attività economiche, religiose e artistiche e con i loro momenti di follia sfociati in violenti atti di sangue e saccheggi: ricchi e poveri, pastori, contadini, artigiani e commercianti forestieri spesso naturalizzati, religiosi, uomini di cultura, scienziati, amministratori pubblici e più tardi anche prestigiosi uomini politici. All'ombra del potere feudale sorgono tra Sei e Settecento i primi baroni e poi altri ancora nell'Ottocento. E si affermano nuove famiglie che dominano la scena sino a fine Ottocento. Né sono trascurate le donne: religiose, mogli, vedove, figlie di buona famiglia ribelli alla volontà dei padri. La crescita demografica del Cinque-Seicento favorisce uno sviluppo urbanistico impressionante, con la nascita di nuovi quartieri e la costruzione di parecchi conventi e chiese, tra cui la Nuova Matrice. In aggiunta alle attività tradizionali della pastorizia e dell'olivicoltura, si sviluppano nuove produzioni, quella della seta e poi quella della manna, un prodotto che ha dato ai castelbuonesi grandi gioie e grandi amarezze e di cui il volume ricostruisce l'intera vicenda. Sorgono di tanto in tanto diverse attività proto-industriali (lanifici, fonderie, vetrerie, cartiere e ancora fonderie) dalla vita breve e tormentata. Molto spazio infine è dedicato agli ultimi due secoli, sia perché la documentazione è assai più ampia, sia perché meno trattati dalla storiografia e quindi nel complesso scarsamente conosciuti: una conoscenza spesso affidata alla memoria familiare che il tempo scolora e talora stravolge."" -
L' arte come ordalia. Quattro lezioni sull'affresco all'Accademia di Brera
Il libro raccoglie in quattro capitoli le lezioni fondamentali del corso ventennale di Teoria e tecnica dell'affresco tenute dall'autore presso l'Accademia di Brera. In una sorta di rammemorazione, attraverso lo studio dei trattati dell'arte che ne descrivono la pratica, Sorrentino ha inteso avviare uno studio filologico di una tecnica antica, in auge fino alla metà?del XIX secolo. Si tratta, dunque, di un approfondimento che studia la praxis nel periodo storico che va dalla fine del 1300 alla metà del 1500, allorquando si passa dalla tecnica medievale a quella moderna. Esemplare in questo senso è l'arte di Michelangelo. Gli affreschi del Maestro, infatti, rappresentano l'acme di questo tragitto, del quale viene descritta la tensione mistico-religiosa in cui il Buonarroti spinge la sua arte fino ad entrare in una sorta di percorso ordalico. -
Expo Londra 1851. Il racconto in un giornale dell'epoca
Il terzo volume della collana ""I giornali di Minerva"""" è dedicato ad un giornale insolito perché stampato per un'occasione particolare. L'occasione è la grande Esposizione universale di Londra, che è anche il titolo del settimanale durato dal 24 maggio al 2 dicembre 1851. L'Inghilterra è nel pieno dell'epoca vittoriana e della rivoluzione industriale. È probabilmente la prima potenza in Europa e intende mostrare al mondo intero la sua forza. L'esposizione è la prima ad essere universale ed è una grande vetrina che può illustrare il successo raggiunto non solo sul piano economico ma anche su quello sociale. Nel regno di Sardegna Cavour segue con interesse quest'avvenimento e decide di partecipare; ma questo non gli basta. Vuole anche un organo di informazione che segua quasi quotidianamente ciò che succede a Londra e informi l'opinione pubblica. Nasce così il giornale che si potrà avvalere in gran parte di giornalisti francesi, ma anche di studiosi o letterati piemontesi. E il successo sarà enorme. Il giornale oltre tutto è arricchito di tante e belle illustrazioni che ancora adesso ci comunicano l'idea di un grande progetto. Già a partire dal luogo in cui l'Esposizione si svolge, un palazzo interamente di cristallo all'interno di Hyde Park, si vive un'atmosfera fatta di creativa operosità e di abbondanza. Gli articoli non sono soltanto descrittivi, anche se i prodotti innovativi sono veramente tanti; trovano posto anche approfondimenti sia in materia economica che di organizzazione sociale scritti da importanti intellettuali dell'epoca. È significativa anche la presenza di una rubrica dedicata interamente alle donne, che dimostra quanto il giornale voglia presentarsi come un foglio di informazione per tutta la famiglia. Un'ultima annotazione: la pubblicità. Siamo proprio agli inizi della pubblicità sulla stampa periodica. Gli annunci non hanno una posizione definita e spesso sono contigui e quasi confusi con gli articoli. La storia del giornalismo moderno è solo agli inizi."" -
Campi immaginabili. Vol. 64-65
Fondata ne 1990 e diretta da Rocco Mario Morano, la rivista «Campi Immaginabili» si è distinta per aver creato e consolidato proficue occasioni di confronto di idee e metodologie tra i nostri italianisti più qualificati operanti anche all'estero e quelli stranieri. Inclusa nei più importanti repertori bibliografici internazionali delle riviste di studi umanistici, si rivolge al pubblico degli specialisti di letteratura italiana e comparata, offrendo, allo stesso tempo, strumenti utili di consultazione e di aggiornamento ai docenti delle scuole secondarie e spunti e suggerimenti di lettura ai cultori più esigenti e raffinati delle lettere. Per l'apertura a tematiche vaste e complesse, l'indipendenza critica, la dimensione e il valore qualitativo dei contributi, è stata definita «lo spaccato migliore dell'Italia letteraria». Giorgio Bárberi Squarotti ha dichiarato: «La rivista ""Campi Immaginabili"""", con i suoi saggi di carattere filologico e critico e il suo rigore scientifico - abbastanza raro oggi - è diretta in modo eccellente ed estremamente originale anche per scelta di argomenti e di autori di assoluto valore, talora addirittura mai studiati e ricondotti a una visione nuova e del tutto indipendente da qualsiasi scuola o moda o tendenza dominanti»."" -
Formiche (2021). Vol. 175
"Formiche"""" è un progetto culturale ed editoriale fondato da Paolo Messa nel 2004 ed animato da un gruppo di trentenni con passione civile e curiosità per tutto ciò che è politica, economia, geografia, ambiente e cultura. Nato come rivista cartacea, oggi l'iniziativa Formiche è articolata attraverso il mensile (disponibile anche in versione elettronica), la testata quotidiana on-line formiche.net, un sito di informazione europea in lingua inglese anthill.eu, una collana di libri, un programma di seminari a porte chiuse Landscapes ed una Fondazione onlus." -
Il gioco del biliardo. XVI-XIX secolo
Il biliardo, inizialmente gioco dei nobili, diventando popolare fu considerato pericoloso perché induceva all’ozio e all’azzardo ma, nonostante l’avversione delle autorità politiche e religiose, divenne uno degli sport più amati a scapito di altri passatempi. I duellanti del biliardo sembrano archibugieri che con stecche e stecconi sparano colpi con palle d’avorio sul prato verde che somiglia a un campo di battaglia. Le infinite possibilità balistiche dei tragitti rettilinei o curvilinei delle sfere necessitano di un pensiero logico e razionale. L’inconfondibile suono e il roteare delle biglie che vanno zigzagando tra una sponda e l’altra con complicate traiettorie, tuttavia, appaiono anche magie e il giocatore un prestigiatore che non può nascondere i propri trucchi.