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Vite rovinate dal pallone. Storie di tifo e ordinaria follia
Il tifoso, animale sociale camaleontico e a tratti pericoloso, i calciatori, gli arbitri sono i protagonisti delle pagine di ""Vite Rovinate dal Pallone. Storie di tifo e ordinaria follia"""" (Giulio Perrone Editore), un'antologia di racconti dedicati allo sport più amato dagli italiani, il calcio. Per """"Vite Rovinate dal Pallone"""" la casa editrice romana devolverà il 10% del ricavato dalle vendite in favore dell'associazione Save The Children, organizzazione per la difesa e la promozione dei diritti dei bambini."" -
Dove vanno a morire le farfalle bianche
C'è una stanza: e molta luce, bianchissima - che avvolge le cose e le scortica. (Come in un quadro di Hopper ripensato da Lucian Freud). Una donna dice io: ed è prima di tutto e soprattutto un corpo. Un «Io-Pelle », bisognerebbe dire, che va incontro al mondo - mescolando il desiderio al dolore di molte ferite (qualche antica cicatrice, nel frattempo, si è riaperta: colpa dei luoghi, degli oggetti; colpa degli uomini, delle loro mani, delle loro camicie). « ...e dove vanno a morire le farfalle bianche/ quelle che nessuno mette in cornice - /seppellirò la lingua; dice / avrei / voluto / essere/io/la/madre/di/tuo/figlio». Sabrina Priolo indaga, con le parole semplici, tattili e appassionate delle canzoni, il sempreverde mistero che ci tiene qui, che la tiene qui: per serena disperazione, per qualcosa che palpita, nonostante: come il sesso e come la vita. (Paolo Di Paolo) -
Effetti collaterali. Dal caso Ricucci a Vanna Marchi
Qual è stato l'effetto collaterale dell'arresto di Ricucci sulla vita di Anna Falchi e su quella di Nicoletta? Cosa pensa davvero il popolo che ha eletto Vanna Marchi a santa moderna, protrettrice/sfruttratrice di deboli e sfortunati? Quand'è che il reality diventa vita vera e pericolosa? Le risposte sono in ""Scatole Cinesi"""" di Giorgio Specioso, """"Il Fratello Maggiore"""" di Tullia Fabiani e gli altri racconti che compongono una raccolta dallo stile incandescente, fatta di vita mischiata a letteratura, protesa verso un genere che potremmo a ragione definire newsfiction. Questa raccolta di racconti nasce dall'attività del sito www.ellittico.org, """"un luogo in cui rendere, in forma letteraria, omissioni e mancanze, non detti e sottointesi (l'ellissi linguistica); coordinate, segni, simboli del sopra-vivere"""", scrive Tullia Fabiani nel manifesto programmatico del gruppo. Attraverso eventi ricchi di sperimentazione dedicati alle letture dei materiali raccolti, Ellittico è diventata ben presto una realtà conosciuta nel web e in Italia."" -
Familiare, allucinante e necessario
Di fronte ai fenomeni più avvertiti del tramonto definitivo delle certezze, di un'estetica della disseminazione, di un comprendere la realtà urbana attraverso il frammentario e l'impermanente, la chiave linguistica resta tuttavia una via essenziale per ricondurre il senso entro il quadro dello scambio concreto, vale a dire di una comunità di parlanti che condividano esperienza e consapevolezza entro un territorio limitato e per questo percepito quale territorio concreto, comprensibile, del proprio quotidiano agire. In tale contesto la poesia di Piero Vaglioni ci appare ben situarsi, innanzitutto nel suo esser voce dialogante, aperta, senza rinviare a certe vie di fuga caratteristiche della postmodernità. (Giuseppe Massara) -
Le notti di san Lorenzo
Esistono creature umane differenti dalla norma, persone, che pur avendo un recapito, un medico di famiglia e un appartamentino a Roma si confondono col nero dei vicoli bui di San Lorenzo, traggono le loro esistenze da un mondo dove le forze della natura seguono leggi non contemplate dagli uomini. Questo libro è scritto da loro, da gente che vive il quartiere di San Lorenzo sentendone tutta la storia pregressa, presente e futura. I racconti si snodano tra le strade dell'antico quartiere romano, si confrontano con gli epitaffi del Campo Verano e danno voce ai suoi sepolti. -
Con gli occhiali da sole anche di notte. Scatti suburbani
Gli obiettivi di questo libro trascendono il prodotto stesso, l'oggetto in sé e le regole dell'industria della cultura. Le storie che vi risiedono sono figlie di un'urgenza: la necessità di scrivere e raccontare. Il bisogno di narrare. Ragion per cui dentro non c'è uno stile, un genere, una linea omologante. Dentro c'è il caos del quotidiano, le variabili del mondo, la complessità del vivere. Dentro troverete i bisogni dei narratori e l'energia dei cantastorie. -
Pensieri crudeli
Una raccolta di racconti contraddistinti dal solito garbo e dall'abituale perizia dello scrittore. Ordinate istantanee di realtà comuni, quadretti di vita che corre sul filo della quotidianità dove, d'un tratto, un anello non tiene, il controllo sfugge e irrompe il germe del caos. La mente umana partorisca allora pensieri crudeli che si trasformano, senza alcuna possibile censura, in realtà allucinate, paure incipienti. Amori che finiscono con epiloghi imprevedibili, famiglie che nascondono, dietro una labile crosta di normalità, segreti indicibili: un viaggio intenso tra l'ignoto e l'inconfessato di realtà umane, fin troppo umane. -
Tutti esplosi. Le trame di Opìfice
Il Centro studi Opìfice di Cagliari, fucina di talenti e motore della vita letteraria sarda, e non solo, ha raccolto le prove più sorprendenti di scrittori di varie generazioni e differente formazione: dalla scrittrice nuorese più volte candidata al nobel per la letteratura, Giovanna Mulas, al direttore di banca che fa corsi di public speaking. Il risultato è un'antologia di racconti in cui si cristallizza la vita, nelle sue molteplici declinazioni, si dipana la storia di molteplici protagonisti, con la cadenza di una scrittura incalzante e ritmata, sperimentale e accattivante. -
Cose che gli aspiranti scrittori farebbero meglio a non fare ma che invece fanno
Ci sono libri che parlano d'amore. Altri che offrono al lettore la possibilità di risolvere un oscuro mistero. Altri ancora che consentono a chi legge di ""vedere"""" luoghi mai visitati di persona... """"Cose che gli aspiranti scrittori farebbero meglio a non fare ma che invece fanno"""" affronta tutti questi temi. L'amore di cui si parla, naturalmente, è quello per i libri, l'oscuro mistero offerto sotto forma di giallo coincide con il meccanismo che consente a un manoscritto di arrivare alla pubblicazione mentre, i luoghi affrontati dalla narrazione, sono gli ambienti di una casa editrice: le scrivanie dei redattori, i telefoni degli uffici stampa, i carrelli dei magazzinieri e, in modo particolare, i modi di agire e di pensare di tutti coloro che, giorno dopo giorno, affollano la stanza di un editor (per mezzo di mail, telefonate, plichi raccomandati, messaggi su facebook e visite personali) per perorare la causa della stampa di un libro. Scritto pensando a tutti coloro che sognano di scalare le classifiche dei best seller o che, più semplicemente, desiderano scoprire cosa si nasconde dietro le quinte del lavoro di un editore, """"Cose che gli aspiranti scrittori farebbero meglio a non fare ma che invece fanno"""" distilla sotto forma di consigli l'esperienza di una vita vissuta tra la carta e l'inchiostro, il frastuono delle macchine tipografiche e gli spietati rendiconti dei librai. Il risultato è un manuale per chi desidera rapportarsi in modo corretto con una casa editrice."" -
Una cauta sapienza. Il medico, la parola e la cura
Cos'è davvero la salute? Tramite un excursus nel repertorio classico e nelle più sapienti iconografie della figura del medico nel corso dei secoli, Paolo Maggi, infettivologo, ripercorre la propria esperienza dimostrandoci che definire in maniera esaustiva il concetto di salute è molto più complesso di quanto sembrerebbe. Perché si tratta di uno stato di completo benessere fisico, psichico e sociale, non di semplice assenza di malattia, e dunque il medico, non deve limitarsi alla semplicistica dicotomia presenza-assenza di malattia, ma entrare in questo complesso gioco di armonie tra corpo, anima, universo. Solo così capirà davvero il suo paziente. E anche la nobiltà del compito a cui è chiamato: vigilare su quella terra di mezzo fra la vita e la morte che è la malattia. Il medico è il custode della soglia. -
Questa lontananza così vicina
Tutto comincia con un'ultima lettera. La più sincera, la più urgente che una donna, D., abbia mai scritto. Poche righe, in cui tira le somme della vita: affetti, riconciliazioni mancate; il suo lavoro di insegnante. Un'esistenza fatta anche di viaggi, di fotografie in bianco e nero, di mari spiati al mattino, quando i colori non sono definitivi; un'esistenza poi taciuta, a scuola, quando bisognava ragionare per mezzi voti e programmi ministeriali; e, forse, difendersi. Dall'altro lato della cattedra, un ragazzo alle prese con le declinazioni latine e le inadeguatezze dell'adolescenza. ""Of Paul"""", lo chiamava lei, scherzando sul nome; e, dopo avergli sondato l'insicurezza nelle parole già mature dei temi, lo congedava per l'estate con qualche consiglio di lettura. D. è morta di tumore un giovedì di giugno, a quarantaquattro anni. Of Paul, ormai sull'altra soglia dell'adolescenza - quella che si chiude senza il rumore che ci si aspettava - scopre di non averla mai compresa davvero quell'insegnante ironica e troppo severa. Il ragazzo ormai cresciuto torna nei luoghi di D., cerca le parole non dette nei diari lasciati a metà, e in quell'ultima lettera che disegna uno spazio abitato di ricordi, diventa la mappa di una geografia a cui fare ritorno con gli occhi del poi. Come in un tema di maturità fuori tempo massimo, Paolo Di Paolo ripercorre i fatti dell'adolescenza e li interroga. Cosa possiamo salvare di ciò che è stato? E degli altri, quando, per una ragione qualunque, li perdiamo?"" -
Buio in sala. Guida breve ai cinema di Roma
"È sempre bene sapere dove si trova l'ospedale, la caserma o la pompa di benzina più vicina a te, è una questione di sopravvivenza. Lo stesso vale per i cinema"""". Quelli storici, quelli d'essai, i cinema-teatro, quello dei piccoli e i cinema-bistrot. Quanti di loro sono sopravvissuti e cosa sono diventati? Un giro in scooter per le vie di Roma, la città del cinema e dei cinema, alla scoperta di un universo di sale che ogni anno inaugurano o falliscono, proiettano anteprime o terze visioni, che vengono occupate, sgomberate, riconvertite in bingo, banche, complessi residenziali o """"ricoveri per piccioni"""". Una mappatura topografica, una guida agevole e introspettiva ai cinema romani. Stefano Scanu ci accompagna a visitarli, ci invita ad entrare, a sederci tra le poltrone di velluto, Lost in translation, per poi uscire dalla porta d' emergenza. Ricostruisce le storie, conversa con chi quegli spazi li ha vissuti o trasformati. Un passaggio a volte malinconico attraverso officine culturali ormai livellate e panoramiche di palazzi dai portoni serrati. Si scopre che esistono legami profondi tra le vicende del cinema e quelle personali, legami che contaminano, s'intrecciano e conducono alla scoperta dell'identità più autentica di questi luoghi." -
El niño del balcon. La Barcellona di Manuel Vazquez Montalban
Cantore di un barcellonismo totale e popolare, fatto di lavoratori e puttane, di storia e malavita, di linguaggi tanto nobili quanto feroci, nessuno ha saputo raccontare la Barcellona del novecento come Manuel vázquez Montalbán. Sempre cercando di mantenere viva quella memoria storica e politica che qualcuno negli anni ha ingenuamenternscambiato per nostalgia della giovinezza e dell’età perduta. e ora che a distanza di tempo la città, assediata dal turismo di massa, non è più quel “paradiso populista” ma si è un po’ imborghesita sotto la bandierarndell’autocompiaciuto postmodernismo catalano, il libro di giuliano Malatesta prova a ricomporre, attraverso la sterminata opera dello scrittore spagnolo, quel pezzo di città-fantasma – il clima culturale dell’epoca,rnla storia del Futbol club Barcelona, i locali antifranchisti, l’ansia di libertà e di trasgressione dei sessanta, quandornBarcellona sembrava molto più vicina a Parigi che non al resto della Spagna – ancora viva sulle pagine ma ormai emarginata dalla realtà. -
Firenze mare
Doppia e sfuggente, inafferrabile come i venti, mutevole come un'onda e volubile come una marea. Firenze, città mai quieta, ha natura essenzialmente acquatica. Ha ritagliato i suoi confini strappando la terra alla voracità del suo mare senza sale, l'Arno. I ponti, anello di congiunzione fra il di qua e il di là, ancorano fra loro i quartieri che si impongono nella città emergendo come isole. Chi ci vive sa che Firenze va attraversata come si naviga il mare; del resto, tutto per le sue strade ha la memoria dell'acqua: dalle targhe commemorative delle alluvioni, ai segni sui muri che indicano le piene del fiume. Croce e delizia di chi ha cercato, forse invano, di domarla e capirla, Firenze mostra a chi sa accoglierlo il proprio aspetto cangiante. Simone Innocenti, attraverso una lingua schietta puntellata di ironia, svela l'anima più segreta di una città che è diventata maschera di se stessa. Da Ponte Vecchio alla Biblioteca Marucelliana, dagli Uffizi a piazza Santa Croce, Firenze mare traccia un itinerario nascosto che entra nei caffè dove hanno preso vita riviste simbolo del Novecento («Solaria», «Campo di Marte» e «La Voce») e incontra i protagonisti che hanno narrato la contraddittoria essenza della città del giglio, da Pratolini a Palazzeschi, da Luzi a Manganelli, da Dante a Campana. Un percorso letterario tra i luoghi archetipici della ""fiorentinità"""", una geografia che, non sapendo scegliere fra cielo e terra, ha preferito seguire l'incanto sterminato del mare facendosi pura acqua."" -
Una sottile linea bianca. Dalle piazze di spaccio alla comunità di San Patrignano
Tanti cominciano quasi per gioco, solo per darsi un tono e sentirsi più forti. Un tiro di canna e i problemi svaniscono: l'indifferenza di mamma e papà, i primi turbamenti d'amore, la paura costante di non essere abbastanza, tutto si perde in quel semplice gesto. All'improvviso, però, la marijuana non basta più ed entrano nel vortice, lasciandosi sedurre da quelle polveri magiche che li fanno sentire invincibili. Vivono oltre il limite, toccano il fondo, rinunciano alla famiglia, non vedono più né se stessi né gli altri, fino a confondersi con la puzza della città. Attenzione, però: non sei un tossico finché non ti buchi, dicono. Ma, quando arrivi a quel punto, devi sperare che qualcuno ti salvi per tornare indietro. Napoli, Roma, Milano, ma anche i piccoli centri come Perugia, Forlì e Pescara, fino ad arrivare a Sofia: Angela Iantosca racconta storie nate in queste città e si addentra nelle piazze della droga per dar voce ai ragazzi e alle ragazze di San Patrignano, la comunità che nel 2018 ha compiuto 40 anni. Sono giovani e adulti, madri e padri, impiegati o senza lavoro, tutti a loro modo disperati. Nella comunità di recupero hanno trovato una mano tesa ad aiutarli, a offrirgli un rifugio e la famiglia che avevano dimenticato di avere. Hanno tirato fuori la propria voce per riscoprire quanto la dipendenza aveva annientato, hanno messo da parte l'egoismo e guardato dentro alle proprie paure, per capire perché è cominciato tutto, prima che fosse davvero troppo tardi. Prefazione di Antonio Nicaso. -
Felice all'infinito
Felice è un ragazzino diverso dagli altri, più leggero del normale, sia nel corpo che nella testa. Magrissimo e con un modo di pensare assai bizzarro, diventa facile bersaglio per i bulli della scuola che lo chiamano l'Alieno, togliendogli il diritto di essere un normale ragazzino che, come tutti, gioca, sogna, sbaglia e si corregge, cade e si rialza. Innamorato del cielo e delle stelle, affascinato dai disegni che gli astri creano nello spazio, Felice parla e si confida con la stella polare, come se fosse una seconda madre capace di comprenderlo nel profondo, al di là di ogni giudizio e pregiudizio. La sua è una quotidianità un poco magica e molto solitaria, condivisa in parte dalla madre, donna fragile nell'anima e nei nervi, e dalla nonna Lea, vivace anziana appassionata di cucina, colei che cura ogni tipo di male con il buono di torte e merende varie. La passione culinaria della nonna riuscirà a contagiare Felice, facendo nascere in lui un incondizionato amore per i fornelli. In poco tempo, la gente attorno scoprirà quale incredibile talento da cuoco si nasconda nel suo cuore e nelle sue mani. Felice comincia allora ad impegnarsi per quella che considera una vera missione da supereroe: cucinare piatti speciali, capaci di rendere gli umani più buoni, meno cattivi nei confronti dei diversi, meno ostili agli Alieni. La sua impresa verrà accolta e dopo riconosciuta, il suo talento premiato con un invito inatteso. Età di lettura: da 9 anni. -
Joe Lansdale. In fondo è una palude
Qual è il segreto di Joe R. Lansdale, lo “Stephen King del Texas Orientale”? Sarà quel “fazzoletto” tenebroso del Sud degli Stati Uniti? Il Texas è enorme e quella porzione dello stato della “Stella Solitaria” è grande quasi quanto mezza Italia. Ed è pieno di avventure smargiasse, di personaggi sopra le righe e di misteri foschi quanto le foreste che ne ricoprono la parte orientale. Il Texas di Joe Lansdale e dei suoi romanzi è una terra ricca di boschi impenetrabili, acquitrini popolati da creature mutanti e uomini sempre in lotta con la natura selvaggia e il cuore malato della propria specie. Joe R. Lansdale è, per molti versi, un uomo comune, il ritratto stesso della normalità. E anche in questo sta l'intrigo che suscita tra i suoi lettori, la sua straordinaria umanità, la sua empatia con l'uomo della strada, la sua umiltà. Tutte caratteristiche che questo libro si prefigge di analizzare e capire, attraverso i lunghi dialoghi che la sua amicizia di vecchia data con l'autore gli ha consentito di intrattenere, attraverso le pagine infinite dei suoi libri, attraverso la conoscenza della sua terra e della sua storia, storia che affonda le radici non tanto nel vicino West quanto nell'ancor più prossimo Sud di cui è parte integrante, attraverso le testimonianze dirette di colleghi, amici e appassionati, tra cui figure come George Martin, Jeffery Deaver, John Carter Cash, Andrew Vachss, Tim Willocks, solo per citarne alcuni. Non mancherà nemmeno un quadro di insieme dell'universo Stati Uniti d'America. Ieri c'era Obama, oggi c'è Trump e la differenza si vede e si sente persino per uno come Lansdale, che non ha mai realmente sventolato il vessillo di questo o quel partito, ma che, negli anni della guerra in Vietnam, si è opposto alla leva e ne ha patito pesanti conseguenze legali. Seba Pezzani ci svelerà proprio gli ingredienti nascosti di quel segreto che è Joe Lansdale, come se qualcuno vi svelasse l'ingrediente segreto della Coca Cola. -
Il Novecento e oltre. Nuova ediz.
Il volume raccoglie una serie di saggi dedicati ad autori, tendenze o generi della letteratura italiana otto-novecentesca, dalla Scapigliatura alle riviste del XX secolo, dalla narrativa degli anni Cinquanta al noir contemporaneo, con uno sguardo alle scritture degli anni Duemila, sempre più veloci, frammentarie, ibridate con linguaggi e saperi non letterari. Sono interventi differenti per rilevanza e spessore, ma unificati dalla scelta di privilegiare forme letterarie fondate sui valori di profondità, lentezza, organicità e autonomia e, insieme, di ricondurre la loro analisi entro l'orizzonte di una ricostruzione della società letteraria, culturale e politica delle varie epoche. -
Black & White
Uno stile narrativo e una prosa elegante avvicinabili a Michael Chabon e Jonathan Lethem con il vantaggio della suspense e l’intrigo di una vicenda dai contorni del noir d’autore.rnPer la collana Hinc Joe diretta da Joe Lansdale per Giulio Perrone Editore, arriva in libreria Black & White di Lewis Shiner, autore del genere fantastico, già vincitore del World Fantasy Award fino a questo momento inedito in Italia. Con Black & White si discosta dal genere fantastico per abbracciare il thriller.rnMichael Cooper, di professione fumettista, raggiunge il padre malato terminale di cancro nel North Carolina, dove un'esistenza di menzogne inizia a dipanarsi davanti ai suoi occhi. Accompagna il padre e la madre da Dallas alla zona urbana di Durham, dove scopre cose inquietanti sulla sua famiglia. È lì, infatti che è costretto a misurarsi con il passato del padre, ossessionato dagli spettri del voodoo, dei suoi adulteri e di un omicidio, per colpa dei quali approderà in un posto chiamato Hayti, un tempo la comunità afroamericana più prospera del Sud. I misteri della famiglia di Michael si trasformano presto in una questione di vita e morte, mentre nuovi conflitti razziali si scatenano, dando libero sfogo alle tensioni che non si sono mai del tutto placate dagli anni Sessanta. Il tutto si svolge in un contesto sociale credibilissimo, quello del tentativo maldestro del governo americano di riqualificare le zone urbane a maggioranza nera, finendo per segregare interi quartieri e comunità, creando società parallele che spesso sono sfuggite del tutto al controllo dello Stato e hanno amplificato le difficoltà che avrebbero dovuto cancellare o, quantomeno, limitare. La comunità afroamericana di Hayti, infatti, è un quartiere malfamato di Durham, centro del North Carolina noto soprattutto per l'ateneo privato di Duke, eccellenza universitaria per pochi eletti, quelli con il portafogli del papà ben foderato. Tra amori complicati e tentativi di una integrazione sempre più difficile, la penna di Lewis Shiner tratteggia un universo che sembra così lontano nel tempo e nello spazio eppure, in qualche modo, riguarda ancora ognuno di noi. -
La nostra casa felice
«Attraverso la storia di due protagoniste - Argentina, vicequestore nella squadra mobile di Reggio Calabria, e Nunzia, figlia del più potente boss della 'ndrangheta - la giornalista Serena Uccello esordisce nella narrativa con La nostra casa felice» - Corriere della Sera Quando sei nella squadra mobile di Reggio Calabria, impari che seguire i silenzi è importante quanto stare dietro alle parole. Quando rincorri latitanti, impari che intrufolarti nelle vite altrui conta più che cercare indizi nelle loro case. A raccogliere questi insegnamenti è Argentina, impegnata nelle indagini nella Piana di Gioia Tauro che hanno portato alla cattura del boss Gregorio e alla fuga del figlio Domenico. La poliziotta, con l'intento di mettersi sulle sue tracce, si trova a seguire i rapporti di sangue, le diramazioni dell'albero genealogico e vede la sua stessa vita risucchiata in quel vortice di ambiguità e di bugie tanto da chiedersi chi sia davvero suo marito Antonio. Conosce Nunzia, la sorella di Domenico, e la ascolta, cerca di tracciare l'origine dei suoi pensieri e la conclusione delle sue riflessioni. Le domande di Nunzia diventano i dubbi di Argentina, così come le sue incertezze. Una forza centripeta risucchia la figlia del boss negli affari della famiglia, fino a metterla in pericolo. E in un sovrapporsi di tensioni, solo la purezza di Miriam, figlia di Nunzia, apre un nuovo squarcio. Ma quando la violenza criminale permea ogni aspetto del vivere quale salvezza può esserci? Le due donne scopriranno la necessità di un gesto definitivo e doloroso e lo intuiranno l'una nel volto dell'altra.