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Il chiarore del nulla. Modi, forme e spirito dell'arte giapponese
Profondo conoscitore ed amante del Giappone e della sua cultura, tanto da eleggerlo quale sua seconda patria, l'autore regala in questo breve saggio una sorta di viaggio - fra tradizione, sensibilità ed emozione - in un paese tanto affascinante e misterioso quanto solo apparentemente così distante dal nostro. Il punto di partenza è proprio questo: l'influsso della cultura occidentale, già a partire dal XVI secolo, sulla concezione dell'arte - e conseguentemente della vita e del suo modo tutto particolare di concepirla - del Giappone attuale. L'autore prende per mano il lettore e lo accompagna su un sentiero lungo il quale egli apprenderà come qualsiasi attività quotidiana (musica e giardinaggio, bere il té e far la guerra) sia intesa ed amata in Giappone come una forma d'arte. -
In cammino con Heidegger. Conversazioni con Frédéric de Towarnicki
Le ""conversazioni"""" di Jean Beaufret rappresentano una delle occasioni più limpide per ripercorrere il cammino seguito da Heidegger. Già destinatario nel 1946 della celeberrima Lettera sull'umanismo, Beaufret è stato infatti uno dei primi a misurare in tutta la sua ampiezza l'impatto della svolta rappresentata dal pensiero di Heidegger, instaurando con lui un dialogo nel quale la comune esigenza di comprensione trova suggello nell'esercizio del domandare. Divenuto nel corso di un trentennio l'interlocutore privilegiato del filosofo tedesco, Jean Beaufret ha saputo così corrispondere, nel pensiero e nella parola, nei suoi scritti e nel suo insegnamento, al compito oggi più che mai urgente di preparare la possibilità di una comprensione vera, profonda e senza equivoco possibile della filosofia heideggeriana. Questo libro, pubblicato nel 1983 a un anno dalla morte di Beaufret, può a giusto titolo essere considerato uno momento elevato di quella capacità di ascolto che ha reso possibile la nascita in Francia di una scuola di pensiero capace di mantenere viva la medesima trasparenza e fulmineità del colpo d'occhio del suo maestro."" -
L' avventura di Franco Marinotti. Impresa, finanza e politica nella vita di un capitano d'industria
Un'avventura imprenditoriale per tanti aspetti straordinaria quella di Franco Marinotti. Non solo perché egli giunse a scalare le vette del firmamento economico italiano, a capo dagli anni Trenta di uno dei principali complessi industriali come la Snia Viscosa. Ma anche perché furono i lungimiranti accordi commerciali con la Russia di Lenin da lui propiziati, oltretutto agli esordi del regime fascista, ad aprirgli le porte nel mondo degli affari. Una vicenda singolare e complessa, dunque, quella di Marinotti: sia perché segnata dai tratti distintivi di una personalità versatile e di forte temperamento, sia perché strettamente intrecciata ai mutamenti di scenario dell'Italia del suo tempo, dagli ultimi tornanti dell'età liberale al periodo fascista, dal secondo dopoguerra al culmine del ""miracolo economico"""". Questo libro è perciò la storia di una grande impresa e, insieme, una sorta di romanzo, per le molteplici e alterne esperienze del suo protagonista."" -
Promozione delle arti, critica delle forme, tutela delle opere. Scritti militanti e rari (1930-1942)
Il volume raccoglie una selezione della produzione critica di Giulio Carlo Argan degli anni Trenta e primi anni Quaranta intorno a tre nuclei tematici: gli scritti su architettura e urbanistica, gli interventi sull'arte contemporanea e la promozione degli artisti, i testi sui metodi e gli strumenti della storia dell'arte e della tutela (l'insegnamento nella scuola, l'educazione artistica, il restauro, il museo, le esposizioni). Si è voluto in questo modo evidenziare il ruolo svolto dal giovane Argan nel superamento degli stretti confini disciplinari in cui spesso si chiudevano gli storici-filologi dell'arte, intenti prevalentemente all'attribuzione e alla datazione di pitture e sculture del passato. Invece lo studioso torinese, sin dai suoi scritti d'esordio, elabora una lettura formalistica dell'architettura in contrapposizione con le analisi tecniche e tipologiche degli storici-architetti, interviene con scritti di taglio militante sulle più recenti correnti artistiche (dalla presa di posizione sul futurismo, al sostegno al gruppo dei Sei pittori di Torino e poi al gruppo di Corrente), si prodiga per la difesa del patrimonio artistico a ridosso e durante la guerra (collaborando alla stesura della legge di tutela del 1939 e disegnando il progetto fondativo dell'Istituto Centrale del Restauro). -
Il collezionista di suoni
Cosa può rendere eccitante un ballo in maschera se non un delitto? A crepare pugnalato senza un grido è un collezionista abbiente amico del protagonista, Pinuccio d'Alpone, discendente di casata ricca di terre e di ville. Simpatico e viziato, Pinuccio, colto, appassionato d'opera, frivolo e scialacquatore, propenso a passare da un matrimonio all'altro, ha una singolare mania: registrare i rumori di tutto quello che accade sotto il suo naso. Cosa questa che rivela dettagli di ciò che è successo al ballo e succederà dopo, in modo che ogni istante rivive in un suo doppione sonoro, svelando particolari che altrimenti sarebbero sfuggiti a chiunque. Mentre la polizia indaga, Pinuccio non rinuncia alla sua vita da eccentrico perdigiorno che, oltre alla passione per i suoni e per le belle donne, prevede occasionali momenti di relax in una sorta di mondo parallelo, una specie di parco giochi per adulti dove avvengono finti viaggi spaziali, crolli di torri gemelle, avventure in terre esotiche. L'atmosfera è lieve e giocosa, da melodramma rococò rivisitato in chiave ironica, all'insegna del tempo che fugge. -
Oltre il cubismo
Dopo e oltre il Cubismo: dall'incontro fatalmente casuale (nello studio del grande architetto Auguste Perret) fra un giovane, agiato pittore parigino di qualche notorietà, che tra l'altro ha dato vita alla rivista L'Elan, Amédée Ozenfant (1886-1966), ed un altrettanto giovane architetto svizzero di scarsa notorietà, Charles-Edouard Jeanneret (1887-1965), emigrato a Parigi l'anno prima, nel 1918 nasce uno dei più importanti ma meno frequentati manifesti dell'avanguardia artistica novecentesca, ""Après le Cubisme"""". Sarà l'origine del Purismo, meno cruciale ma non poco significativa declinazione dei linguaggi moderni della pittura fatta di chiarezza e precisione. Essa darà i suoi frutti più clamorosi di lì a qualche anno, quando lo svizzero Jeanneret, finalmente denominatosi Le Corbusier, anche attraverso la rivista L'Esprit Nouveau, fondata e condotta con lo stesso Ozenfant, realizzerà le costruzioni paradigmatiche di un razionalismo radicale, chiaro e preciso, divenute ben presto universalmente proverbiali quanto il nome del loro autore. Fortune diverse quelle dei due protagonisti di un'esperienza pittorica relativamente circoscritta e tuttavia intensa e affascinante, così francese, così parigina e così prossima a quel mondo degli oggetti che ritroviamo in tante opere di Braque, Picasso, Gris, Severini, Léger, e naturalmente di Ozenfant e Jeanneret. Vere e suggestive icone della modernità."" -
Lo spazio nella forma. La scultura di Oteiza e l'estetica basca
La grande tradizione della scultura europea delle avanguardie ha un interprete importante nell'artista basco Jorge Oteiza. La sua opera scultorea, sviluppata in gran parte nella seconda metà del Novecento, coniuga neo-plasticismo e costruzione geometrica con la tradizione della sua terra. Caratteristica principale del suo lavoro scultoreo è l'indagine del vuoto, della delimitazione dello spazio. I grandi maestri della cultura architettonica spagnola hanno da sempre attribuito il giusto ruolo all'importanza ed alla coerenza del suo lavoro ed ora questo volume ne permette finalmente la diffusione ad un pubblico più vasto. Al culmine della sua carriera infatti, Oteiza decide di interrompere il suo proposito sperimentale per intraprendere un difficile cammino di interpretazione dell'anima basca, politicamente impegnato nella difesa dell'identità popolare basca. Il suo voler essere a tutti i costi un artista ""scomodo"""" ha impedito il giusto riconoscimento del suo valore artistico, nonostante il fatto che la sua opera e la sua influenza sulla cultura basca abbiano fondato le basi della """"scuola della scultura basca"""". Questo libro, che fra l'altro riporta in appendice un inedito su Oteiza di Carlos Martì Arìs, si presenta oggi come un importante strumento interpretativo dell'intera sua opera, analizzando nel dettaglio le opere del grande artista basco, attraverso la dettagliata lettura dei molti strumenti espressivi che lo stesso Oteiza aveva forgiato."" -
Distruzione e progetto. L'architettura promessa
Associare distruzione e progetto suggerisce una condizione di radicale ambivalenza, segnata in profondità dalla perdita di luoghi e di senso. Come è potuto accadere che l'architettura, invece di contribuire a sostenere il buon vivere, si sia intrecciata con le forme che lo mortificano? Eppure non solo Aristotele e Vitruvio. ma anche autori moderni quali Freud e Marx. Gehlen e Guardini, e prima di loro già Bacone, avevano avvertito questa minaccia. Prudenza, misura, autocontrollo, responsabilità, solidarietà sono state le virtù via via indicate per orientare e incanalare la violenza implicita del fare e impedire così il suo capovolgersi nel contrario, in aggressione alla terra e alla natura. Oggi invece i contrari - il progetto e la distruzione si congiungono e il mondo diviene sempre più inabitabile: dobbiamo allora arrenderci alla ""volontà di potenza"""" di un'epoca segnata dalla tecnica? E non è invece il momento di esercitare la critica delle insostenibili contraddizioni di un movimento storico-economico teso in modo unilaterale al profitto e alla crescita? Questo libro propone una rinnovata diagnosi della contemporaneità e illustra una possibile risposta: opporre alla logica della """"distruzione creatrice . fissata in economia da Schumpeter e ricca di epigoni in architettura da Le Corbusier a Bucktninster Fuller, una concezione ermeneutica del progetto, inteso come essenziale curare, recuperare e solcare."" -
La cultura della pittura
"La cultura della pittura"""" è un libro in cui si guarda all'arte in modo interdisciplinare, con un occhio alla letteratura, alla filosofia, alla scienza, allargando gli orizzonti oltre gli specialismi di ciascuna disciplina. L'ipotesi di fondo è che le opere siano elementi culturali: assieme agli studi iconologici, che nutrono la ricerca, si è compiuto un passo decisivo verso la considerazione dei prodotti artistici quali strumenti di conoscenza storica e sociale dell'epoca cui appartengono. Protagonisti del libro sono gli artisti - non solo con i loro dipinti ma anche con le loro scritture - i teorici dell'arte e i trattatisti, in un viaggio lungo tre secoli in compagnia di Raffaello, Pontormo, Canova, Goethe... Il testo restituisce la parola agli artisti (che tacciono di solito per convenzione), creando dei circoli virtuosi fra la pratica dell'arte e il pensiero, in un fecondo gioco di rimandi fra la letteratura e le immagini." -
Motion, émotions. Architettura, movimento e percezione
Camminare tra le architetture; attraversare in velocità il paesaggio, volare sulla città possono essere non solo esperienze dirette, ma anche, attraverso lo sguardo colto di chi si muove con agilità attraverso il tempo, divenire momenti sostanziali per la comprensione dell'epoca attuale, in cui le molte dimensioni dell'architettura vengono esplorate e messe in crisi. Con una sequenza di visioni tanto inaspettate quanto ricercate, sullo spunto di eventi innestati dal progresso tecnologico, l'autore ci accompagna con sapienza e ironia in una rilettura dei cambiamenti nella percezione del mondo moderno. L'intuizione dei luoghi vissuti con la lentezza della passeggiata a piedi, il movimento e la teatralità della scala, l'irruzione del ferro e della velocità del treno nella tranquilla vita borghese, così come la scoperta del paesaggio aereo e del suo inevitabile impatto sull'immagine della nuova architettura ci sono svelati dall'autore attraverso un suggestivo uso delle immagini, dallo schizzo di dettaglio all'inquadratura fotografica, lasciandoci ad ogni saggio quelle curiosità che stimolano il nostro vivere quotidiano. Gubler, cronista per la ""Casabella"""" di Vittorio Gregotti dal 1982 al 1995 e autore delle famose cartoline, attraversa ora, con la stessa ironia sottile e appassionata, la storia recente della cultura architettonica e dei suoi maestri per offrire, come scrive Mario Botta nella presentazione, """"uno spaccato interpretativo dell'architettura attraverso lo sguardo curioso e disincantato del fruitore."""""" -
Spiritualità e conoscenza nel lavoro dell'ingegnere. Scritti civili e rari
Arturo Danusso è il padre del cemento armato italiano. Colui che ne ha seguito da vicino le prime e più eclatanti applicazioni, come quella per la grande arcata di cento metri realizzata per il Ponte del Risorgimento a Roma nel 1910. Giovanissimo, ebbe grande notorietà internazionale per le sue ricerche sull'utilizzo dell'allora nuovissimo materiale; in particolare rimane di importanza storica il suo ruolo nel definire le prime indicazioni normative per la progettazione di strutture antisismiche a seguito del terremoto di Messina del 1908. Progettista e teorico, ha dedicato la vita all'insegnamento nelle aule del Politecnico di Milano, dove per oltre cinquant'anni ha tenuto il corso di ""Meccanica delle costruzioni"""" nel quale si sono formate tutte le generazioni dei maggiori ingegneri italiani del Novecento. Sempre attento a sviluppare ogni possibile rapporto tra ricerca scientifica e il mondo del lavoro e della produzione è stato fondatore della Scuola di Alta Formazione """"Fratelli Pesenti"""" al Politecnico di Milano e, di nuovo a fianco di Italcementi, costituì nel 1951 a Bergamo l'Istituto Sperimentale Modelli e Strutture-ISMES, storica istituzione nota nel mondo di cui si rimpiange oggi la mancanza. Nato nel 1880 e morto nel 1968 Danusso ha progettato strutture di grandi edifici tra cui alcune icone dell'architettura italiana contemporanea, come la Torre Velasca e il Grattacielo Pirelli."" -
Espressione e creatività
Ecco il caso di un pensatore tanto segretamente influente sulla cultura europea quanto ufficialmente dimenticato o, peggio, annoverato, per il suo esplicito amore neo-romantico per l'arcaico, tra i ""pericolosi"""" nemici della ragione. Osteggiato per l'impostazione (volutamente) non accademica, Ludwig Klages è stato però non solo lo strenuo difensore dei diritti dell'anima al cospetto delle astrazioni imposte dalla razionalità moderna, ma anche l'autorevole fondatore di due scienze sui generis quali la grafologia e la scienza dell'espressione. Pensatore originale e imprevedibile. Klages incomincia a riemergere dall'ingiusto oblio soltanto in questi ultimi anni, in particolare nel campo di una fenomenologia e di un'estetica fondate non più sul distaccato giudizio critico ma sul sentire percettivo, inteso qui come partecipazione """"patica"""" alle qualità espressive del mondo. """"Espressione e creatività"""", che traduce uno studio risalente nel suo nucleo al 1913 e poi pubblicato in forma rivista e ampliata nel 1921. si pone appunto alla base di uno dei più interessanti percorsi della nuova estetica, laddove al centro dell'interesse tornano termini quali """"percezione"""", """"presenza corporea"""", """"sentimento"""", """"atmosfera"""", """"carattere"""", ecc. Superando i confini della fisiognomica tradizionale."" -
Relazioni. Forma e vita nel progetto di architettura. Ediz. illustrata
La chiarezza, la precisione e la coerenza compositiva sono una caratteristica straordinaria di Gonçalo Byrne, uno dei maggiori esponenti dell'architettura portoghese; queste contraddistinguono ogni suo progetto e architettura realizzata. Fondamento del suo lavoro è la definizione delle relazioni tra tutti gli elementi coinvolti nel progetto. Il libro è strutturato in due parti: un dialogo con l'architetto portoghese sull'architettura e sul tema delle relazioni come fondamento del progetto e la presentazione critica di una selezione di sedici opere esemplificative del tema trattato. Nel dialogo si indaga la natura delle relazioni e il processo progettuale in cui esse vengono declinate: relazioni tra architettura e paesaggio, con lo spazio aperto ed il tessuto urbano, con le preesistenze, il contesto ed il patrimonio storico e con la presenza umana che dà vita e abita le architetture. I progetti sono presentati evidenziando la natura delle relazioni di volta in volta attivate, fino a mostrarne gli esiti formali. -
In sintonia con le cose. La base materiale della forma nell'architettura contemporanea
Toccare un mattone, studiarne con attenzione la materia, il colore, la posa e la misura del giunto, avendo nelle orecchie ""My favorite things"""" di John Coltrane e negli occhi un quadro di Gerhard Richter: questa simultaneità di immagini molto concrete e di riferimenti culturali lontani che si intrecciano in questo libro, ben rappresenta la sensibilità colta della nuova generazione degli architetti londinesi contemporanei cui appartiene l'autore, Adam Caruso. Una sensibilità coltivata con il gusto di conoscere la musica del proprio tempo e con la curiosità di capire i movimenti, le posizioni critiche e i concetti espressi dagli autori dell'arte contemporanea, scevra da appesantimenti teorici, riflessiva e profonda per istinto. Il felice contrasto tra la concretezza descrittiva della materia delle architetture - l'autore ama dichiararsi amante di 'praticamente tutta' l'architettura della tradizione - e l'astrazione dei concetti e delle visioni personali restituiscono al lettore un """"incrollabile idealismo e ottimismo"""" grazie alla serenità di un giudizio estetico personale fondato sull'esperienza del progetto."" -
Il bello dell'esperienza. La nuova estetica tedesca
Dopo la riunificazione delle due Germanie, i filosofi tedeschi hanno preso posizione rispetto ai temi dell'arte e della bellezza, senza ignorare quanto stava accadendo tanto in area analitica, quanto in area continentale, e gettando sull'estetica uno sguardo nuovo e comunque ben memore dell'insegnamento dei Grandi Maestri. Uno sguardo critico, che, prestando costantemente attenzione alle concrete esperienze artistiche, si confronta con la filosofia dell'arte di Danto, rinnovando l'armamentario concettuale dell'estetica negativa di Adorno; riprende Sartre e la fenomenologia, per offrire nuove soluzioni alle questioni lasciate aperte dalla filosofia analitica e dalla semiologia; inette a confronto Derrida e Lyotard con Gadamer e Heidegger, per ritrovare le radici feconde di decostruzione ed ermeneutica nel Romanticismo filosofico; s'interroga sulle funzioni dell'estetica per le democrazie occidentali in crisi e, nell'esplorazione della dimensione affettiva, atmosferica, mediale e performativa dell'esperienza estetica, non rinuncia all'approfondimento della riflessione, privilegiando all'ontologia dell'opera d'arte come 'cosa fra cose' l'ontologia dell'arte come dimensione specifica della prassi, dotata di un particolare valore per l'umanità. -
Abitare. Conversazioni e scritti di architettura
Dieci capitoli e un'appendice con due architetture temporanee: una tenda itinerante e il modello in legno del San Carlino. Il presente libro è stato un modo per ripercorrere, e a volte rivedere con occhi diversi, una serie di scritti e riflessioni composti in cinquant’anni di professione. La scelta forzatamente limitata è ricaduta sui temi più cari all’autore: dallo spazio dell'abitare a quello del sacro, dall'importanza e la bellezza della città europea alle contraddizioni registrate nel recente sviluppo edilizio. Non potevano inoltre mancare alcune considerazioni sul suo impegno come fondatore dell'Accademia di architettura e del Teatro dell’architettura di Mendrisio. ma anche un lungo capitolo con il quale ha voluto saldare il debito di riconoscenza verso i Maestri (Le Corbusier, Carlo Scarpa e Louis I. Kahn) che lo hanno accompagnato e lo hanno condotto a sviluppare il suo personale linguaggio. Sono riflessioni scritte in maniera semplice e lineare, che rispecchiano il suo modo di fare architettura. Un modo che predilige forme chiare e facilmente riconoscibili, che possono combinarsi per dare vita a opere ogni volta diverse tra loro, ma inconfondibili del suo stile. Lo stesso accade in queste brevi o lunghe testimonianze che traducono in parole un percorso altrimenti disegnato e che, proprio come i suoi progetti, sono state oggetto di un continuo processo di riflessione. -
Typhus. Una storia d'orgoglio e di redenzione. Un film
Nel 1943 la casa di produzione cinematografica francese Pathé, volendo promuovere la rinascita culturale della Nazione durante l'occupazione tedesca in piena guerra mondiale, propose ad alcuni scrittori di redigere testi che potessero essere adattati per il cinema, dando così voce alla speranza che la liberazione e la fine della guerra avrebbero portato ad una nuova consapevolezza sociale e civile. Sartre, accogliendo l'invito, scrisse ""Typhus"""", il progetto purtroppo non ebbe seguito. Tuttavia nel 1953 il regista Yves Allégret si ispirò a questo testo per realizzare il film, """"Les Orgueilleux"""" (""""Gli orgogliosi""""), interpretato niente meno che da Gérard Philipe e Michèle Morgan, film del quale però Sartre rifiutò la paternità. La sceneggiatura originaria di Jean-Paul Sartre ambienta la narrazione negli anni '40 in una città portuale della Malesia popolata da una nutrita colonia di europei e colpita da un'epidemia di tifo proprio nel bel mezzo della Seconda Guerra mondiale. I protagonisti, Nellie e Georges, si incontrano nel pieno dell'epidemia: la prima è una cantante di locali notturni di dubbia reputazione, con il sogno di intraprendere una vita diversa in Europa, ma con la disponibilità a prostituirsi pur di ottenere un lavoro; il secondo è un medico militare radiato dall'albo e votato con accanimento all'autodistruzione, alcolizzato, è sempre pronto a compiere piccole azioni meschine per una bottiglia di whisky. Entrambi si riconoscono nella vita perduta dell'altro, pur rivendicando con orgoglio il diritto di fare di se stessi ciò che vogliono; nello stesso tempo si accusano reciprocamente di avere distrutto la propria dignità. Inaspettatamente nasce fra i due un amore che vince l'orgoglio e il reciproco disprezzo; insieme intraprendono un percorso di redenzione, ritrovando la dignità perduta e unendo i propri destini nella lotta all'epidemia in nome della solidarietà verso i più deboli. Postfazione di Grégory Cormann e Jeremy Hamers."" -
L' economia svizzera nella globalizzazione. Problemi e opportunità di un sistema-paese
Il volume offre un insieme di contributi di analisi economica per capire i problemi contemporanei del ""sistema-paese"""" Svizzera. Fra i temi affrontati figurano il mercato del lavoro, il tessuto imprenditoriale, lo sviluppo dell'industria e dei servizi, il sistema finanziario, la fiscalità e i flussi finanziari tra i Cantoni e la Confederazione, la sanità, la protezione sociale, l'invecchiamento, i processi migratori, la formazione, la ricerca, l'innovazione, i trasporti e le grandi infrastrutture. Quali sono i punti di forza e i nodi problematici dell'economia svizzera? Quali le opportunità che si prospettano sul piano nazionale e regionale, nel contesto della globalizzazione e del progresso tecnico? Come può l'economia svizzera rispondere alle sfide contribuendo all'interesse generale e al benessere della popolazione? Cosa rende peculiare, dal punto di vista economico, il """"sistema-paese"""" Svizzera?"" -
Madonne del latte. La Senologia nell'arte sacra del Cantone Ticino
Partendo dal tema iconografico - caro alla Storia dell'Arte - delle Madonne allattanti si approda a quello della storia sociale dell'antico costume del baliatico. L'argomento comune è quello dell'allattamento, affine agli interessi della Fondazione Pro-Senologia che ha patrocinato la ricerca. Il testo segue l'evoluzione delle numerose Madonne allattanti delle valli della Svizzera italiana, segnalando molteplici percorsi che invitano a scoprire il territorio. Nella seconda parte del volume la ricerca iconografica cede il passo a quella che riguarda la storia sociale, per integrare le ragioni devozionali della diffusione del culto della Virgo lactans con circostanze collettive che da sempre spettano alle donne. -
Il Papa e il Consiglio Federale. Dalla rottura nel 1873 alla riapertura della Nunziatura a Berna nel 1920
Un secolo è passato da quando, nel novembre 1920, le relazioni diplomatiche tra Svizzera e Santa Sede si riannodano ufficialmente. La riapertura della Nunziatura a Berna è la felice svolta della spettacolare interruzione dei rapporti ufficiali, dal Kulturkampf alla fine della Prima guerra mondiale. Attraverso fonti inedite vaticane e svizzere, questo libro trilingue racconta - nelle tre lingue ufficiali svizzere, lingue parlate correntemente anche in Vaticano - la storia della paziente tessitura dei rapporti ufficiosi tra apa e Consiglio federale. Una storia che li vedrà uniti, durante la Grande guerra, in una cooperazione umanitaria a favore della pace, ponendo le basi per un secolo di rinati rapporti ufficiali.