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Barricate
Quando si parla di mafia e di antimafia infiniti sono gli elementi che si contrappongono. Ed è come un ""gioco"""" di luci e ombre in cui ciascun elemento lavora per scardinare le barricate dell'altro. Sono barricate invisibili, non percepibili ad occhio nudo, eppure così reali. Reali come ciascun personaggio che, proprio perché barricato nella propria trincea, lotta quotidianamente per affermare i propri principi, le proprie idee..."" -
Memorie di un serial killer
Ulderico Persichetti, stimato e ambizioso reporter, entra in carcere per realizzare un sensazionale colpo giornalistico e intervistare ""il mostro di Torre Rocciosa"""", il più famoso assassino seriale del nuovo secolo. I due uomini danno vita a un confronto sorprendentemente schietto nel quale il killer, oltre a illustrare con dovizia di particolari i suoi raccapriccianti delitti, mette a nudo le debolezze del giornalista e ne smaschera il suo oscuro passato."" -
Dicotomie e 41 bis
Dicotomia è il nostro esistere, come dicotomia è la nostra quotidiana lotta tra il bene e il male. Tutto dipende dal nostro punto di vista, dal nostro modo di vedere le cose e gli eventi. Eventi che possono lacerarci l'anima oppure fomentare il nostro delirio di onnipotenza. A noi l'ardua scelta: da che parte stare? -
La feccia
"La feccia, residuo della botte impasto evacuazione intestinale come da definizione etimologica, ha, sorprendentemente, nel caso di Farruggio il sapore dolce-amaro del reale e della ricerca trascendentale, di una verità corpuscolare allergizzante, del """"rimpianto di non aver potato i rami del nulla"""", da godere, come sembra giustamente consigliare il poeta all'interno del suo omonimo volume, """"sopra un tappeto di ortiche""""."""" (Dalla prefazione di Andrea G. G. Parasiliti)." -
Scimmietta
Antonio Taranto ha svolto l'attività di psichiatra per quarant'anni. Ha sempre praticato la disciplina dell'ascolto empatico e non giudicante. Così ha raccolto tante storie che, inizialmente, apparivano bizzarre, ma che, spesso, riuscivano a trovare un senso. Ora le storie tornano rimescolate ed elaborate dal suo iperuranio e diventano racconto. -
Il paese dei pendoli
Gli abitanti di San Melario oscillavano tranquilli tra il bar, la chiesa e la spiaggia, quando furono tutti attirati al parco da un impiccato senza nome. Penzolava silenzioso, come altri pendoli prima di lui, rinnovando così la più antica tradizione locale. Chi si è appeso? Se lo chiedono i giovani, che sognano di staccarsi come quel corpo misterioso dal suolo tiranno del paese. Se lo chiedono gli adulti, che progettano nuove strade per arrivare al centro della comunità, dove si trova ora l'impiccato. Se lo chiedono i vecchi, che ricordano epoche remote, attorcigliatesi intorno al collo come una corda. Non se lo chiedono i folli, già liberi da ogni prigionia e da ogni domanda. La risposta giace proprio in questo mare di vite, a ognuna delle quali è dedicato un capitolo, e le cui prospettive s'intrecciano come onde cariche di abitudini, vizi e segreti. Solo la discesa nei suoi abissi svelerà il volto nascosto e terribile di San Melario, raccontandone la storia sommersa da decenni. Benvenuti nel Paese dei Pendoli. Preparatevi a oscillare. -
Altre carte di Ka
La voce di Ka detta da sempre e per l'eternità, il taccuino e la matita registrano. Il me o tutti i miei sé in ascolto ricevono, mentre cammino, viaggio, mangio, bevo, penso, parlo, dormo, sogno, piango, rido o semplicemente aspetto. Frammenti di linguaggi, scampoli, trucioli, tessere dimenticate, batuffoli, grani, schegge, bioccoli, detriti che la voce lirica, artigiana che produce a mano, s'ingegna a cucire. Finiti su foglietti sparsi: scarti di discorsi, derive di espressioni, sintagmi laceri, abbozzi di storie, ad accostarli fanno affreschi. Ma chi è Ka? Non lo so: è impalpabile, è la forza vitale che ci mantiene vivi e ci cambia perché impara con noi, è indipendente, sovrascrive il nostro codice genetico e lo infutura. Già era noto nell'Egitto delle piramidi. È l'altro che disegna il mio io, forse la voce dell'altro che mi dice chi sono. Dove attingo un pensiero, uno spunto per campare, un modo di far ricomparire anche l'amore. -
Diasporo
La poesia di Diasporo nasce da un'espansione tentacolare, procede per una dinamica a scarti, di episodi disgiunti, diacronici, sul fondo di una società narcotizzata e di un presente cieco. La scelta di evadere da una pronuncia solo privata declina una liricità scissa e ricomposta, tra tensione individuale - un soggetto mutilo ma investito di una missione quasi sacrale - e motivo storico-civile. Nel testo si snoda l'eco di una spiritualità mai rimossa, la dolorosa riflessione sul Novecento e uno sguardo non rassegnato all'ineffabilità dell'oggi, dove il trauma per i valori tramontati o drammaticamente in torsione emette duro il richiamo a un'inalienabile radice umana. E se per eccesso di trame viene meno la possibilità stessa di connessione, nel frammento si riconosce traccia residuale di totalità. -
Nigredo
La Nigredo, prima fase della ""Grande Opera"""" alchemica, è la distruzione creativa, il principio della trasformazione delle impurità interne che troverà compimento nelle fasi successive dell'Albedo e Rubedo. Analogamente, il passaggio definitivo all'età adulta è uno di quei momenti cruciali in cui le illusioni, le convinzioni e gli spasimi irrazionali vengono per forza di cose decomposti in un unico calderone di severa autocritica e necessita di transizione dolorosa verso una sintesi di esistenza più equilibrata e consapevole."" -
Il lago di Venere. Indagine del botanico di Corte alla Reggia di Caserta
Il cadavere di una giovane donna viene rinvenuto sulla statua di Venere, nel Giardino Inglese della Reggia di Caserta. Siamo nella seconda metà del 700, nel Regno di Napoli, e le implicazioni dell'omicidio possono causare problemi politici. Per questo la Regina Maria Carolina chiede al botanico di Corte Andrew Gardner di condurre un'indagine privata sul caso. Lo aiuteranno i suoi sottoposti Ettore e Achille gemelli dal temperamento opposto, la governante Carmela ottima cuoca e grande impicciona, e Bartolomeo un cocchiere dalla grande sensibilità. La squadra si trova a investigare su nobili e popolani in luoghi caratteristici - i giardini della Reggia di Caserta, gli scavi di Pompei, la Napoli dei vicoli e dei monasteri, il teatro S. Carlo, il palazzo Di Sangro, la Colonia di San Leucio - tra atmosfere barocche e la meraviglia di specie botaniche singolari. -
The dark side of the school
Il libro ripercorre in uno stile brillante e in toni agrodolci momenti ed episodi salienti della carriera quarantennale di un ex insegnante con l'intento precipuo di descrivere il declino della nostra scuola liceale sotto i colpi delle riforme che, nel tempo, l'hanno snaturata e degradata sul piano didattico e culturale. Alla narrazione autobiografica segue, nel finale, una batteria di trentatré (anti)tesi, ovvero provocazioni, intorno a temi e problemi cruciali della nostra istruzione superiore. -
Al piano. Sul filo della follia
"Al Piano"""" narra l’esperienza di un reparto psichiatrico per adulti affetti da autismo e schizofrenia attraverso gli occhi della protagonista Alma Forgianti. È un racconto diretto e schietto, nessuna forma di patetismo filtra quelle paure e quelle angosce che nascono dal contatto con persone così difficili, eppure così fragili. Non mancano tuttavia episodi commoventi, o quelli che regalano sorrisi, sebbene tirati. Il libro mette a nudo una realtà che troppe volte viene ignorata o, peggio ancora, rimossa dalla nostra società in cui tutto deve essere bello e vincente. Ecco il mondo del Piano: è un mondo che stona con il nostro immaginario e i nostri schemi sociali, non è migliore né peggiore di quella dimensione che siamo abituati a riconoscere come “normale”: semplicemente, e meravigliosamente, è diverso." -
Parole e paroli
Una poesia di alto contenuto esistenziale, il tessuto di un verso limpido che pone in evidenza l'essenzialità della parola. Il nucleo della vita emerge intatto nelle sue variegate stagioni. Anche il silenzio diventa parola con versi asciutti, quasi ungarettiani, che penetrano nella pelle come lame: ""il seme dell'uomo, / nel grembo fecondo, / vive ogni giorno / l'inesorabile pena"""". Solo la poesia allevia il dolore, come dice il poeta con Parole: """"il giorno rinasce / al suono suadente / del verso compiuto"""", e con Paroli """"'a bucca, ca sapi di fêli, / 'a vulissi pi' diri paroli duci."""""" -
Cenere
"Cenere"""" ha come protagonisti un figlio, una madre, l’isola e il groviglio di sentimenti che accompagnano le vicende di ognuno. Centrale nella trama è il giovane Anania, vicino al riscatto sociale, lacerato dalla vergogna e dai dubbi legati all'abbandono da parte della madre. Nel 1916, Febo Mari, nome d’arte del messinese Alfredo Giovanni Leopoldo Rodriguez, regista e attore, interpretò il ruolo del giovane Anania in una pellicola muta in cui Eleonora Duse recitò la parte della madre. Fu l’unica interpretazione cinematografica della famosa attrice teatrale. La pellicola, restaurata di recente, ha la durata di circa trenta minuti e la forte mimica espressiva degli attori, secondo i canoni cinematografici del momento, sottolinea i sentimenti e le emozioni dei protagonisti." -
La fata e la lupa
La scomparsa di un notaio, che parte da casa per un affare e non fa ritorno. Un delegato di pubblica sicurezza, veneto a Messina per punizione, che si barcamena tra ipotesi di suicidio, omicidio, di sparizione volontaria, rapimento. Una città vivace, con un porto ancora attivo che ne è il fulcro, ma alle prese con una crisi economica ormai conclamata e una delinquenza diffusa. Una lotta politica accesa, che non risparmia colpi bassi. Un incontro/scontro tra due facce di un'Italia ancora giovane. Un pretesto per raccontare una città che, almeno in quella forma, non esiste più da oltre cent'anni. -
L' uomo senza pelle
In questa raccolta di poesie l'autore è un uomo senza pelle, alla ricerca della sua natura che intravede solo nel sottosuolo, nelle viscere, sotto l'epidermide. Il viaggio del poeta va in una direzione diversa da quella dei più. Mentre il mondo galoppa furibondo verso un'ascesa illimitata, l'autore si fa minimo e scende, verso la materia, verso la sostanza, sotto la superficie. La poesia non è dunque consolazione, balsamo: è scontro, necessità, carne lacerata, vita. La soluzione, dunque, è una sola: scrivere. Scrivere per discendere negli abissi, con le spalle coperte e la forza necessaria per scovare, sul fondale, tesori e perle preziose. -
Torino nera
L'efferato omicidio di un prete sconvolge Torino. Il caso viene affidato all'ispettore Claudio Trani, uomo duro e dal passato tormentato. Il delitto colpisce Claudio in modo particolare perché suo fratello minore, Marco, è un prete. Affiancato dal collega e amico di sempre, il viceispettore Michele Corsino, e dall'agente Deborah Valli, appena rientrata da una sospensione dal servizio, Claudio si trova coinvolto in un'indagine oscura e torbida, in cui il Diavolo si nasconde in piena vista. -
Giaculerie
Il nucleo tematico intorno cui ruotano tutti gli scritti è la vita, eletta a interlocutrice di questa silloge, che è al tempo stesso monologo e dialogo. Il titolo è un gioco di parole che unisce insieme i due termini ""giocolerie"""" e """"giaculatorie"""". La divisione della raccolta in due tempi non è casuale, ché il tempo è da sempre leit motiv, filo di Arianna nel labirinto della scrittura creativa. Nella seconda parte, scandita dallo scirocco nefasto e disfacente, è narrata in prosa, fra le varie poesie, la giornata di un uomo, non meglio definito, che dalla veranda della sua casa al mare guarda scorrere l'estate, come uno spettatore abulico e afasico."" -
Ifigenia e Agamennone. Una figlia, un padre
"Ifigenia e Agamennone. Una figlia, un padre"""" è opera non conforme ed elegiaca. In essa il ritmo lessicale compenetra la catabasi di due contrapposti personaggi. Un'intensa polifonia conduce a un esito necessario. Una prosa poetica intarsiata da un linguaggio incoercibile consente di penetrare i moti interiori di due sopraffatti simulacri. Una caustica considerazione sull'inanità dei rapporti umani innanzi alla caducità dell'esistenza terrena." -
Ansiose geometrie
Questi componimenti poetici hanno per oggetto enti geometrici e narrano di volumetrie e teoremi immaginari, il loro declinare nell'ombra o lo svanire nella luce. In essi ci si duole per l'irrisolto rapporto tra finito e infinito, tra verità, incertezza e dubbio; luce e ombra; permanenza e lo scorrere temporale. Ci sono triangoli che feriscono con i loro angoli affilati, rette parallele di cui l'una si smarrisce lasciando l'altra vagare solitaria nell'infinito; figure piane vittime d'ingannevoli aporie, altre che acquisiscono volumetrie incongrue; mappe incerte che disorientano e testimoniano il turbamento dei cartografi. Sono figurazioni di geometrie ansiose e accadimenti immaginari, forse sognati nelle notti argentine da Borges; frammenti di teoremi ignoti; dimostrazioni apocrife o paradossali, appena affioranti dall'ombra, oppure in attesa di sprofondare in essa. Claudio Zanini, nato a Trieste, vive a Milano. È scrittore, poeta e appassionato pittore. In quest'ultima veste ha esposto in Italia e all'estero. Pratica diverse forme di scrittura, pubblicando finora cinque romanzi (ha vinto il premio Morselli del 2013). Questa è la sua prima raccolta poetica.