Sfoglia il Catalogo ibs035
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 2181-2200 di 10000 Articoli:
-
Denso oscuro
"Denso oscuro"""" è una silloge poetica che racconta una storia, dove l'oscurità predomina e l'amore, a volte, dona qualche spiraglio di luce. Protagonista un poeta disincantato e messo a nudo. Tutte le sue riflessioni e speranze, il suo rapporto con la natura e l'umanità, i suoi sentimenti e le sue denunce. Su tutto prevale la voglia di urlare un malessere che cova nell'angolo più recondito del suo animo, dove il buio è più denso. Ciononostante, in quelle tenebre tutto sembra più reale del mondo di astrattezze nel quale si sente rinchiuso e dal quale vorrebbe evadere, perciò è un'oscurità che non fa paura, ma diventa un rifugio. Per tutta l'opera il poeta sfiderà le proprie tenebre interiori e cercherà un po' di luce inseguendo la persona che ama, così da poter illuminare il suo denso e oscuro riparo. Prefazione di Gian Luca Guillaume." -
La giostra sulla luna
Alla Giostra sulla Luna si arriva dopo aver abbandonato il sentiero battuto, dopo aver camminato a lungo su un terreno incerto, senza luce e segnaletica. Quello che trovi, quando arrivi, è un paradiso malinconico che sembra portarti lontano, ma che ti riporta sempre dove eri quando sei partito, con qualcosa in più, però. -
Vuoto denso e luna abitata
Ci sono cose di cui non è possibile parlare “sensatamente”, eppure sono proprie queste le più urgenti da dire. Sono tali il senso di confine, di mondo, di esistenza, sentori diffusi di cui non è possibile affermare con certezza se corrispondano a reali profili dell’essere o non siano altro che allucinazioni cognitive. È la carne viva di questo dubbio, diamantino e irrisolvibile, a innervare questa raccolta di poesie, composizioni lievi e inesorabili levigate con un linguaggio semplice incline a raccogliersi intorno a idee fragili e indistruttibili come quelle di inizio, fine, nulla, non assimilabili al commercio linguistico quotidiano ma avvicinabili dalla parola poetica, apertamente inautentica e per questo titolata a dire l’indicibile. -
Lettere a un giovane lettore
Quanta vita perdiamo noi lettori, quanti incontri ci sfuggono, eludono senza rimpianti il nostro sguardo, quanti punti di vista risultano falsati dalla nostra comoda e sicura prospettiva fatta solo di parole, perché è così, alla fine il mondo che scegliamo di abitare non è il mondo reale, neppure lontanamente: somiglia a una specie di rifugio, a una torbida caverna dalla quale possiamo escludere chiunque. E la gioia che talvolta assaporiamo è un sentimento che ricorda la disperazione, è uno stato mentale che sugge la sua linfa vitale dal più pericoloso isolamento. -
El setè sestiere. Il settimo sestiere
Settimo sestiere può sembrare una contraddizione e richiede un chiarimento: Il Settimo Sestiere è un sestiere, cioè un quartiere di Venezia, che non esiste, ma al contempo esiste dappertutto. È il distretto dell'immaginazione che rende permeabili i confini del tempo e fa dialogare i personaggi veri del passato e del presente con i più vari immaginari senza che la logica temporale possa diventare un ostacolo. È il distretto che diluisce le forme convenzionali: le persone, gli animali e gli oggetti si esprimono e comunicano fra loro tramite il linguaggio umano. Setè Sestiere, titolo originale in catalano, sono due parole, una per ogni lingua: due lingue vicine e in costante relazione. Composta da 21 poesie, come le 21 fermate del vaporetto della Linea 1 che attraversa il Canal Grande. Come le fermate, ogni poesia è il punto di partenza di un percorso personale in una città che offre infinità di tragitti veri quanto fittizi dove perderci o trovarci. -
Eterna è la notte
Perdere una persona cara è sempre un’esperienza difficile e traumatica. Perdere l’amata madre per l’autrice lo è stato in modo particolare e ha così deciso di dare voce ai suoi turbamenti e ai suoi malesseri in questa breve e intensa raccolta di poesie. Con i pochi componimenti adolescenziali all’inizio, con i quali delinea un’idea di vita romantica ma disincantata ci farà sprofondare poi, con i componimenti legati alla morte della madre e alla vita subito dopo, nell’abisso del dolore, ma anche dell’accettazione della morte. Luana Augusta Nebuloni ci guida in un ideale e doloroso percorso di elaborazione del lutto in cui le tenebre sembrano fare da padrone e in cui la morte sembra avvolgere ogni cosa come in una eterna notte. Dove le rime e i versi liberi si incatenano impetuosi e graffiano. L’autrice saprà, così, condurci al cospetto delle paure che albergano in ognuno di noi. -
Inquietudine in versi
Inquietudine in versi è una raccolta di poesie che rivela un carattere essenzialmente introspettivo, con un riferimento all’esperienza dell’autrice e con la volontà speranzosa di proporre un rispecchiamento al lettore, chiunque egli sia e qualunque sia la sua storia. Alcune poesie sono frutto di un atto istintivo e passionale, altre sono l’esito di una profonda ricerca – in fieri – del sé. Si offre ampia voce al negativo insito nell’animo umano, ma non ci si adagia su un esiziale pessimismo; il dolore, infatti, è considerato parte integrante di un cammino esistenziale improntato alla consapevolezza e al desiderio di verità e di amore. -
Il cinghiale bianco
L'omicidio di un'albergatrice scuote la pace delle colline senesi, ma anche la malinconica tranquillità di un anziano professore che, per esperienza personale, dubita delle conclusioni affrettate degli inquirenti sull'omicidio. Della stessa opinione è l'avvocato che si trova a difendere, in gratuito patrocinio, le sorti giudiziarie dell'imputato. Un giallo con due protagonisti, uno maschile e uno femminile ""investigatori per caso"""" che si alternano nei primi capitoli del racconto, mescolando le circostanze drammatiche della loro esistenza alla involontaria ironia del vivere quotidiano. Quando alla fine le loro indagini si incroceranno, emergerà il retroscena sconcertante dell'intera vicenda, lasciando al lettore la certezza del delitto e la speranza del castigo."" -
sBrani
sBrani rivendica già dal titolo la sua natura frammentaria e incostante, tesa alla ricerca della forza d’impatto. Ogni strappo nel tessuto vivo dell’esistenza diventa un brano con una propria autonomia stilistica e prospettica. Ne risulta un’opera istintiva, sincera, eterogenea; a suo modo rigorosa. Autobiografica nella misura in cui la poesia non può che essere universale. -
Ponti di rive opposte
«La poesia di José Russotti è poesia della vita e sulla vita. Da quest’ordine esistenziale e, soprattutto, da questo singolare rapporto con il reale si forma la visione delle cose che la poesia rivela. Si tratta di un sentimento che assume su di sé dolorosamente la dimensione della provvisorietà e del limite umano. Ne scaturisce una rara capacità di comprensione e di scoperta come verità altra e parallela che soltanto la poesia può ritrovare e rappresentare. Nella sua poesia di parole “deragliate” e splendide metafore rappresenta “l’oltre” del reale sempre vivente nell’umanità di ogni luogo e di ogni tempo.» (Amalia De Luca) -
Vade Retro. Archeologia della follia
Richiamando alla memoria il 'percorso' clinico della sorella, l'autrice di questo saggio cerca di far ordine su quanto appreso da questa esperienza. La necessità di dare un senso a questa (e ad altre) complessità umane e di rispondere a domande rimaste in sospeso per tanti anni la spingono ad approfondire il processo di 'deistituzionalizzazione' delle cure del disagio psichico, iniziate con la legge 180 del 1979. Attraverso l'incontro con la figura di Franco Basaglia nella sua accezione più politica che clinica, il saggio mette in luce ciò che finora era rimasto nascosto nell'immensa bibliografia esistente sull'argomento. In questo senso l'impostazione che ci si trova di fronte è quella dello scavare e del costruire, facendo emergere dalla polvere la necessità sentita e impellente di un dialogo multidisciplinare che superi (una volta per tutte) una 'certa visione' del 'folle' e della 'follia'. -
Castigo
Raccolta di poesie. -
La modernità del fondamentalismo. Credenze e secolarizzazione al tempo del fondamentalismo
La secolarizzazione è un processo in evoluzione che si adatta alle nuove sfide della modernità. Il saggio mostra in che modo la secolarizzazione sia un processo sociale e mentale che esiste – anche – indipendentemente da fattori come la modernizzazione o la razionalizzazione capitalistica. E studia la tendenza umana che mira a controllare le paure del mondo e delle sue incertezze, inclusa la sacralizzazione dell'esistenza. Una disposizione che si apprende e si trasmette attraverso la socializzazione, la trasmissione culturale e la costruzione delle identità personali e sociali. Il testo offre una panoramica completa sull'argomento senza inutili prolissità accademiche. -
Tumulti
“Il dolore a volte non ha una ragione, un viso, neppure un nome”. L'esigenza di esporre in atto compiuto la propria sfera interiore è la forza motrice che spinge, da sempre, ogni artista. Dalla necessità di condividere stati d'animo nasce la poesia e il miracolo di cui è capace, quando ti fa sentire a casa anche senza un indirizzo in cui andare. -
Rutinaria
Un viaggio nelle periferie della mente, dove finisce il pensiero quando da tutti i doveri se la svigna. Come impiega i pensieri un impiegato, pigiato sul metrò? Cosa sceglie di immaginare? Sceglie o è scelto? Chi popola la nostra mente? Quali luoghi più o meno reali e quali esseri più o meno umani? Quanto siamo consapevoli dei nostri gesti quotidiani? e dei nostri desideri più o meno lontani? Si può scendere dall’impalcatura prima che sia troppo tardi? O non bisogna fuggire, bisogna stare nel giorno, perfezionarlo, arredarlo, renderlo abitabile? Bisogna uscire da noi stessi! Ma gli altri chi sono? Passo più tempo con il pc che con gli umani. Più con il mouse che con le mie mani. Che rapporto c’è tra uomini e macchine? Siamo padroni dei droni o servi del server? Tante domande, qualche risposta: non lasciamo che ogni giorno senza meta, si ripeta, nel nostro chiuso e piccolissimo pianeta. -
Camminando al buio
Non siamo più bambini, siamo uomini in miniatura incattiviti dalla disperazione. Jaamal ha 12 anni e dalla Siria, dov’è nato, approda con i fratelli e il padre in un campo profughi tra Bosnia e Croazia da dove il gruppo spera di arrivare in Italia o in Germania, magari tentando il pericolosissimo “The Game” che può costare loro la vita. Nahid ha la stessa età, abita a Kabul e sogna di essere una bambina “normale”, andare a scuola e innamorarsi. Scrive lettere alla sua più cara amica fuggita con la famiglia in un villaggio poco distante. Un giorno trova un rossetto nascosto in uno scrigno; chi sarà la sua misteriosa proprietaria? Hassam, 16 anni, vive in un povero villaggio del Ciad dov’è stato assoldato da una banda di ribelli, ma lui non vuole diventare un soldato e intraprende un rocambolesco viaggio attraverso il deserto durante il quale sperimenterà il dolore, l’umiliazione e l’amore. Tre percorsi distanti gli uni dagli altri ma destinati a incrociarsi. Camminando al buio racconta un pezzo di storia contemporanea reinventandola attraverso la fantasia dell’autrice. Età di lettura: da 10 anni. -
Nel folto
Andare nel Folto, riprendendo figurativamente le occorrenze in Dante e Luzi del termine, è scavare non solo nel ""perché"""" della poesia, ma anche e innanzitutto nel suo """"come"""", interrogandosi sulle pulsioni intimamente biologiche e intellettuali da cui nasce e per cui è scelta, sulle connessioni logiche (o illogiche), memoriali, tradizionali o intertestuali da cui è formata, sulle modalità con cui è prodotta e che permettono di distinguerla da altri strumenti linguistici ed espressivi, tentando di ricongiungersi materialmente con essa. Un rapporto diretto con la poesia, con la memoria e col mondo materiale è dimostrato come possibile, ma non per questo salvifico o meno inquietante."" -
Scolastica
C’è una terra / dove l’eroe può essere un colluso / e gli ulivi tagliati non sono tagliati / le auto bruciate non sono bruciate / In questa terra / i segnali stradali / sono conficcati nell’asfalto bucato / e i cani randagi vagano dopo i muretti. -
Prendersi in mano
Simona Stoppino, ligure, da sempre in poesia, riscopre con questa raccolta la lingua madre che anni di vita in Inghilterra, Olanda e Germania avevano relegato al colloquio con sé stessa e con la famiglia. Il ritorno alla sua terra suscita in lei l’urgenza di riappropriarsi della sua voce. Scrive in endecasillabi, un metro antico, amico del ricordo, della memoria, ma anche nuovo, prepotentemente affabulatore: un ritmo che è scoperta di sé, ora dolorosa, ora trionfante. La poesia di Simona Stoppino è scritta a corpo. Come suggerisce il titolo della raccolta, è parola manuale: non passiva registrazione di sensazioni, ma percorso tattile sulla pelle viva, incisione profonda nella carne dell’anima. -
Il mare la sera
Dell’essere e morire / in mezzo al nulla / sulla mia roccia / stilla eterna musa. / Nel breve incanto / afflitto taciturno / un bianco pudore / muove l’aria stanca. / Ode alla vita sognata / solitudine grata / ai silenzi fioriti / come stelle all’occaso.