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Österreich-Austria. Calendario 2024. Ediz. multilingue
Copertina; 12 fogli mensili; foglio riassuntivo; rilegatura a spirale; cellofanatura singola; lunario a 4 lingue. -
Dolomiten Postkartenkalender-Dolomiti–Dolomites. Calendario 2024. Ediz. multilingue
Copertina; 12 fogli mensili; foglio riassuntivo; retrocartone; rilegatura a spirale; lunario a 3 lingue. -
Südtirol Postkartenkalender. Alto Adige–South Tyrol. Calendario 2024. Ediz. multilingue
Copertina; 12 fogli mensili; retrocartone; rilegatura a spirale; lunario a 3 lingue. -
Nachhaltiges Garteln für Einsteiger. Balkon, Hochbeet und Garten. Ressourcenschonend gärtnern mit der Natur
Der umfangreiche Ratgeber fasst alle Grundlagen des Gärtnerns für angehende Hobbygärtner kurz und knapp, praxisnah sowie mit zahlreichen Fotos zusammen. Für Hochbeete, normale Beete oder auch Balkonkästen empfiehlt der Gartenexperte beliebte Gemüsesorten, Kräuter, Obst, Blumen und Stauden und gibt wesentliche Tipps für eine prächtige Ernte. Von der idealen Pflanzenauswahl, über die Vorbereitung des Bodens, Aussaat, Pflanzungen, Pflege und Ernte – Anfänger sowie Geübte werden optimal begleitet. Dabei setzt Andreas Modery, den man aus dem Fernsehen und Radio kennt, auf Nachhaltigkeit sowohl bei der Aktivierung und Förderung der Pflanzen als auch bei der Auswahl des richtigen Gartenwerkzeuges. Bienen und anderen nützlichen Helfern aus der Tierwelt wird ebenso ein Kapitel gewidmet, wie dem sich verändernden Klima und den daraus entstehenden Folgen für unseren Garten. Inklusive Pflanz- und Erntekalendern sowie kurze Rezepte für selbstgemachte Pflanzungsstärkungsmittel. Mit diesem Ratgeber wird jeder Daumen grün! -
Il libro dei canederli. Le migliori ricette delle Dolomiti facili da preparare
I canederli, il “piatto nazionale” delle Dolomiti, sono presenti nella cucina della regione alpina in tutte le grandezze, forme e variazioni. Queste delizie sono un sinonimo della cucina tradizionale contadina di tutte le regioni alpine e sono una pietanza molto versatile. Ben saporiti o dolci, semplici o raffinati, classici o di nuova creazione: i canederli sono un piatto molto vario di cui non si può più fare a meno in cucina. Il canederlo, che un tempo offriva la possibilità di riutilizzare i resti del giorno prima, vive nell'epoca della sostenibilità e della regionalità un vero e proprio rinascimento: è raro che un piatto si possa combinare in modo così vario, reinterpretare con pochi ingredienti e servire come antipasto freddo, zuppa, primo piatto, contorno o addirittura come squisito dessert. Anche nei modi di prepararlo non si pone limite alla fantasia – lessato, cotto al vapore, arrostito, cotto al forno oppure proposto in agrodolce. Il team altoatesino “So kocht Südtirol” mostra con facili spiegazioni come sia veloce e facile cucinare i canederli e i metodi migliori per ottenere un ottimo risultato. Le ricette, provate più volte, sono di facile comprensione e arricchite con tanti suggerimenti e foto che illustrano i procedimenti passo per passo. Non manca una piccola enciclopedia per una perfetta riuscita. -
Un binario per Fiemme. Cenni storici, episodi e vicende paesane sul «trenino» più conteso fra Trento e Bolzano (1891–1963)
I dodici capitoli del libro raccontano, a partire dalla prima idea e fino alla sua realizzazione, la vivace e turbolenta storia della ferrovia per la Val di Fiemme, la bravura tecnica e lo straordinario lavoro profuso dagli uomini che la portarono a termine. Allo stesso tempo viene narrata anche la straordinaria storia del tempo e degli eventi successivi. Il 4 febbraio 1896, la Dieta regionale del Tirolo decide di finanziare la linea ferroviaria Egna-Moena. Per molti anni vi furono, tra Trento e Bolzano, contese e contestazioni per la scelta del tracciato definitivo. Il processo decisionale subì una impennata con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, quando l'esercito austro ungarico si trovò nella necessità di rifornire il fronte del Lagorai. Tra il primo colpo di piccone e l'apertura del tracciato Ora-Castello di Fiemme il 15 aprile 1917 ci vollero appena nove mesi e mezzo. Dismessa la funzione militare, dopo neanche due anni di guerra, la ferrovia viene ad assumere un'importanza crescente per lo sviluppo economico e sociale dell'intero territorio interessato. -
Controluce. Alberto Burri. Una vita d'artista
Se c'è un artista contemporaneo italiano celebrato in tutto il mondo, questi è senz'altro Alberto Burri. Dal Centre Pompidou di Parigi al Guggenheim di New York, dalla Tate Gallery di Londra alla Biennale di Venezia, passando per Chicago, Los Angeles, Lisbona, Madrid, non c'è grande museo del mondo che non gli abbia dedicato spazi e antologiche di prestigio internazionale. I suoi cretti - le gigantesche opere in terre e vinavil - campeggiano da Gibellina a Los Angeles, e i suoi cellotex sono ormai voci essenziali del lessico dell'arte contemporanea. Quello che però meno si conosce è il Burri privato, il burbero medico umbro che, partito per la guerra in Africa, si ritrova catapultato in un campo di prigionia nel deserto del Texas e che, grazie ai cartoni e i pennelli avuti in dono da un lungimirante caporale dell'esercito americano, scopre il suo talento di pittore. Dagli episodi di quei giorni di stenti nel West ai primi passi da artista una volta tornato in Italia nel dopoguerra, prende le mosse il racconto di Alessandra Oddi Baglioni, che da umbra e appassionata d'arte ricostruisce il lato intimo del celeberrimo conterraneo, seguendo il filo del l'immaginazione ma basandosi sulle lettere private, le testimonianze e i ricordi dei tanti che lo hanno conosciuto. -
Storia del peperoncino. Cibi, simboli e culture tra Mediterraneo e mondo
Non esiste sapore più «globale»: Cristoforo Colombo, partito per cercare le Indie delle vecchie spezie, scoprì invece le Americhe del peperoncino; da quel momento, il nuovo re del gusto piccante non ha più smesso di viaggiare in lungo e in largo per i cinque continenti. Difficile, oggi, trovare un posto al mondo in cui non sia presente. Al tempo stesso, non esiste spezia più «locale», più geograficamente connotata, più legata all’identità dei luoghi. Per uno di quegli affascinanti paradossi della storia e della cultura del gusto, nei suoi interminabili viaggi, il peperoncino ha finito con lo scegliersi alcuni luoghi di residenza privilegiati. Tanto che questi luoghi non saprebbero più farne a meno. Tra le terre in cui è sbarcato in forza, conquistando un’indiscussa egemonia, ce n’è una che ne ha fatto il suo vessillo. Al centro del Mediterraneo, nel cuore del nostro Sud, la Calabria si è addirittura identificata, attraverso un plurisecolare processo di simbiosi, con le sue vere o presunte proprietà. Tentatore, erotico, dolce fino al deliquio, amaro fino alle lacrime; maschile; no, femminile; compagno dei digiuni; patrono degli stravizi. Cibo che più di altri si presta ad essere raccontato per la sua storia, materiale e simbolica. Quella delle ricette e quella dei sogni un po’ allucinati lungo i quali le identità si perdono per poi ricrearsi. Rigenerante, effimero, ironico e diabolico, tenero e infuocato Peperoncino. -
I tre moschettieri-Vent'anni dopo
Qual è il segreto? Dove sta la magia? Nella forza del plot? Nella qualità possente dello scenario storico? Nell'alternarsi continuo di ingenuità e malizia? Nella suspense? Forse, più di tutto, nella gioia del raccontare. Questo capolavoro dell'intrigo cattura ad ogni pagina il lettore, lo spiazza, lo depista, lo inganna e lo rende complice, per poi coinvolgerlo in uno strabiliante ""effetto meraviglia"""". A partire dal titolo: non solo I tre moschettieri sono quattro, ma - come ha osservato Umberto Eco - il romanzo è palesemente """"la storia del quarto"""", di d'Artagnan. """"Immaginatevi un Don Chisciotte a diciott'anni"""": è questo il primo impatto del lettore con questo virtuoso della spada, campione di fedeltà incondizionata alla causa del re e di dedizione assoluta alla regina. Sono passati vent'anni da quella """"notte tempestosa e buia"""" che ha chiuso in maniera così tragica e fatale la vicenda dei Tre moschettieri. Da allora, i quattro amici hanno perso completamente la consuetudine di vita comune che li aveva così tanto legati. Sono diventati uomini fatti, in un contesto storico che è profondamente mutato. Quale combinazione di eventi, quale irresistibile attrazione, quale volontà, quale destino li riunirà di nuovo?"" -
Bellezza ed economia dei paesaggi costieri. Ediz. illustrata
Un paesaggio è il frutto dell'incontro tra bellezza ed economia: come tutte, o quasi tutte, le produzioni umane, anche il paesaggio è carico di intenzioni estetiche e come tale può essere letto e interpretato; e allo stesso tempo, poiché mostra su di sé i segni impressi dall'economia, è espressione del modo in cui una comunità governa il proprio territorio per garantirsi la sopravvivenza e, possibilmente, il benessere. Dalla perfetta integrazione di queste due dimensioni, bellezza ed economia, deriva la salute del paesaggio; un'armonia che troppo spesso, in tutto il mondo, manifesta sempre più evidenti segni di crisi. Per recuperare il paesaggio, per salvaguardare i diversi tipi di paesaggio è necessario quindi un progetto che contenga una volontà di bellezza ma che sia anche un progetto economico, non tanto perché lo si debba circostanziare in bilanci e programmi, ma in quanto, per essere credibile, deve possedere la visione di una relazione circolare tra uso, consumo e produzione di risorse che, possibilmente, tenda all'equilibrio. Serve una nuova economia/ecologia, serve che queste due scienze convergano verso un progetto unitario del mondo-casa di tutte le specie viventi. Ciò che occorre è soprattutto un progetto di territorio che non trascuri la conoscenza dei processi che regolano la natura e che guardi al paesaggio oltre la dimensione della città e le relazioni che si svolgono all'interno dell'urbano diffuso. -
Attenti caduta metafore
I morti del muro non si sono aggiornati: i morti non si ammodernano mai. Eppure anche loro hanno una storia che ognuno di noi potrebbe narrare. -
Il sessantotto sequestrato. Cecoslovacchia, Polonia, Jugoslavia e dintorni
«Nella storia d’Europa dei decenni successivi, ilrn’68 non ci appare tanto rilevante per quel che avvenne a Parigi oppure a Torino, a Berlino, a Milanorno a Trento, quanto per i traumi e i rivolgimenti chernsegnarono quell’area dell’Europa “sequestrata” dall’impero sovietico» - rnGuido CrainzrnrnA distanza di cinquant’anni dal simultaneornmanifestarsi dei movimenti di contestazionerndel ’68 in tante parti del Vecchiorncontinente, iniziamo forse a comprenderernche per la sua storia successiva sono rilevantirnsoprattutto i rivolgimenti, i traumi e irnprocessi che segnarono la Cecoslovacchia,rnla Polonia e altre aree dell’Europa «sequestratarn» dall’impero sovietico, per dirla conrnMilan Kundera. Per molti versi quei rivolgimentirnrappresentarono uno spartiacque:rnla conferma definitiva che il «socialismornreale» non era riformabile.rnI processi che attraversarono allora quest’arearnfurono solo apparentemente stroncatirna Praga dai carri armati del Patto di Varsaviarne in Polonia da una brutale offensivarndi regime che assunse violenti toni antisemiti,rnprovocando l’esodo di una ricca comunitàrnintellettuale e di una parte significativarndegli ebrei rimasti nel paese dopo la Shoah.rnIn realtà, pur nel modificarsi di prospettiverne di visioni del mondo, si dipanano darnallora alcuni esili e al tempo stesso straordinarirnfili che portano al 1989, passando perrnCharta 77 in Cecoslovacchia o per il Kor ernSolidarność in Polonia.rnEppure, in quel fatidico ’68, i giovani, glirnintellettuali e i rinnovatori di quei paesi, irnsostenitori di un «socialismo dal volto umanorn», non trovarono nei movimenti studenteschirndell’Occidente quel solidale sostegnornche sarebbe stato necessario. Né lo ebberorndai partiti comunisti europei. Perché? Ernperché in molte ricostruzioni storiche complessive ha prevalso spesso una sostanzialernrimozione di questi aspetti?rnA queste domande e a questi nodi rispondonorni contributi del libro: il saggio dirnapertura di Guido Crainz; quelli di PavelrnKolář, Wlodek Goldkorn, Nicole Janigro,rnAnna Bravo; e i documenti di studenti e intellettualirndi allora, con le successive testimonianzerndi personalità come Jiří Pelikán,rnAdam Michnik, Zygmunt Bauman. -
Una fratellanza inquieta. Donne e uomini di oggi
Ciò che distingue il libro di Nadia Fusini è il tono di una scrittura elegantissima che racconta una realtà sentita e non solo compresa, dove vita e pensiero si curvano a modellare i lineamenti di una nuova possibile esperienza.rnrn«Ci incontreremo senza appartenerci, ci avvicineremo senza strangolarci in legami troppo stretti; accetteremo l’uno dall’altro l’ombra di sconosciuto che ci avvolge. Staremo nell’estraneità reciproca ammirando che l’altro possa fare cose diverse da noi, dire cose che non capiamo, e tuttavia ci riguardano. So che non siamo ancora, davvero, fino in fondo liberi – né uomini, né donne. Non ci parliamo ancora, davvero, da pari a pari».rnrnMai come in questo momento il rapporto tra donne e uomini appare incerto, inquieto, controverso – difficoltà che toccano il cuore stesso dell’identità umana. Riprendendo il filo di una riflessione avviata in un suo libro di più di vent’anni fa, e qui completamente rivisitata, Nadia Fusini affronta con coraggio la criticità di questa relazione, nel progetto di una nuova alleanza che ne ridefinisca il senso, al di là della lotta tra i sessi. Uomo e donna, maschile e femminile sono stati fino ad ora i nomi di un’irriducibile contrapposizione che ha dato intelaiatura al mondo reale; la nozione di realtà che possediamo presuppone tuttora questa trama di parole. Ma i significati di tali nomi e metafore stanno radicalmente mutando nel tempo presente. Chi sono gli uomini, chi le donne? Quale la relazione tra di loro? Quanto e come sono mutati il terreno e le armi dello scontro, le parole dell’incontro? Il come e il quanto di una simile trasformazione sono il cuore del libro di Nadia Fusini, che parla di un mondo dove le identità degli uomini e delle donne non sono determinate soltanto dalla differenza anatomica. Ma colte nella loro irriducibile singolarità.rnUn viaggio, dunque, tra quelle «mille pieghe della seta dell’animo umano» che l’Orlando di Virginia Woolf pensosamente indagava; un viaggio in cerca di una nuova fratellanza inquieta in compagnia delle più alte «consapevolezze» di un secolo, nel corso del quale per la prima volta una generazione di donne ha pensato e concretamente tentato di vivere un rapporto tra pari con l’altro sesso. -
Con altra voce. La traduzione letteraria tra le due guerre
Dal punto di vista della traduzione letteraria, gli anni del fascismo rappresentano un paradosso. Da un lato, l'editoria italiana va assumendo proporzioni di portata industriale e, per rispondere a una richiesta varia e sempre maggiore di nuovi testi e per contenerne al tempo stesso il costo dei diritti, ricorre al mercato estero e alle facilitazioni che ne derivano; dall'altro, si trova spesso di fronte all'ostilità del purismo e del nazionalismo che reclamano piuttosto la messa al bando degli stranieri e che, tramite l'esercizio della censura, impongono tagli gravosi o impediscono del tutto la traduzione e diffusione di alcune opere. Il volume traccia un quadro complessivo del problema sul piano politico-culturale e su quello strettamente letterario: dal rapporto fra l'editoria periodica e quella propriamente libraria all'impostazione specifica di alcune collane dei grandi editori, al dibattito che si avvia sulle modalità e la possibilità stessa del tradurre sia in ordine ai testi poetici, sia alla narrativa e al suo più largo consumo, fino all'analisi di alcune figure centrali del Novecento italiano, come Elio Vittorini o Eugenio Montale. -
Scrivere la vita. 265 lettere e 110 schizzi originali (1872-1890)
Le lettere di Vincent van Gogh sono la più intensa e commovente testimonianza di un artista nella storia della letteratura mondiale. Oltre a essere uno dei più grandi pittori di tutti i tempi, Van Gogh era infatti uno scrittore dal talento straordinario. Le centinaia di lettere scritte al fratello Theo, agli amici artisti - come Paul Gauguin, Georges Seurat, Paul Signac o Émile Bernard - compongono un sorprendente racconto della sua vita, e insieme rappresentano uno strumento indispensabile per penetrare il suo universo artistico. La lettura di queste pagine - una generosa selezione dall'immenso corpus del carteggio, che per il rigore e l'autorevolezza che la ispirano può ritenersi definitiva - mette profondamente in discussione l'immagine del genio capriccioso e irrequieto che siamo abituati a collegare alla figura dell'artista. Van Gogh non era un depresso e un ubriacone, capace poi istintivamente di trasferire sulla tela il mondo che lo circondava. Le sue lettere non sono un insieme di esternazioni irrazionali, prive di coerenza, ma la testimonianza di un genio, di un sottile pensatore, con una precisa visione del mondo, alla costante ricerca del senso dell'esistenza. Le lettere rappresentano per l'artista un vero e proprio laboratorio, di cui egli si serve per sviluppare idee sull'arte, sulla vita, sulla pittura e sulle sue tecniche, sulla letteratura - di cui era un appassionato frequentatore - e sulla condizione umana in genere. Van Gogh scrive incessantemente del suo essere in lotta, dei suoi scarsi successi, della disperazione e della malattia. La sua prosa è affascinante e capace di arrivare dritta al cuore, «nel più puro degli stili» come ha scritto Charles Bukowski. Nelle lettere, la parola scritta e l'immagine spesso si fondono, l'una dà forza all'altra. Van Gogh scriveva e disegnava, componendo schizzi e bozzetti che avrebbero poi dato vita ai suoi capolavori. Il volume contiene, infatti, 110 schizzi originali qui pubblicati a colori e contestualmente ai testi delle lettere. Lo struggente ""document humain"""" rappresentato dal corpus di queste lettere di Van Gogh ha lo stesso fervore della sua arte, e sembra dirci con Van Gogh: «Voglio andare avanti a ogni costo - voglio essere me stesso»."" -
L' economia percepita. Dati, comunicazione e consenso nell'era digitale
L'affermazione di Trump negli Stati Uniti, l'avanzare di partiti ostili al progetto europeo, la vittoria della Brexit, la nascita del primo governo dichiaratamente populista in Italia: nel volgere di soli due anni, il consenso dei cittadini nelle democrazie liberali si è spostato verso chi promette risposte semplicistiche e soluzioni immediate alle sfide di un mondo diventato sempre più complesso. Quale ruolo hanno giocato le politiche economiche in questo cambiamento? Nonostante i dati macroeconomici segnalino l'uscita dalla crisi, aumenta l'insoddisfazione dei cittadini. Come si spiega questo paradosso? Ha a che fare con il sensazionalismo dell'informazione e con il fiume di notizie false nei social media? Ma non dipenderà anche dal senso di ingiustizia determinato dall'aumento vertiginoso delle disuguaglianze? Un comunicatore istituzionale e un giornalista economico guidano il lettore attraverso una realtà articolata e in continuo cambiamento, con l'obiettivo di fissare alcuni punti fermi. Ripercorrono le trasformazioni della nostra epoca che hanno contribuito a disorientare i cittadini, indagano il fenomeno dell'insofferenza contro il sapere, il ruolo spesso ansiogeno dell'informazione, la difficoltà di affermare un modello di comunicazione basato su dati oggettivi, a fronte di una politica che accorcia sempre di più il proprio sguardo verso la prossima scadenza elettorale. Grazie a un'analisi dettagliata del cosiddetto ciclo della notizia, gli autori ricostruiscono l'impatto della disinformazione e delle fake news sull'opinione pubblica, ma anche quello delle false illusioni ingenerate da proposte economiche irrealizzabili, sebbene presentate in nome dell'interesse degli elettori. -
L' età dei barbari. Giambattista Vico e il nostro tempo
Il pensiero di Giambattista Vico è una pietra miliare sulla via di una riflessione della filosofia europea attorno all'idea di modernità. La sua Scienza nuova volle proclamare, alle soglie dell'Illuminismo, una discontinuità, una svolta, un aspro confronto con le filosofie a lui contemporanee, un recupero delle origini, un modo per fare i conti con la storia e con il presente, una consapevolezza del proprio tempo. Il libro ricostruisce l'intensità di queste interazioni tra il filosofo e il suo contesto. Il rapporto di Vico con Cartesio e il cartesianesimo ci conduce nel clima culturale della Napoli tra Seicento e Settecento, mentre il percorso dalla sagesse dei moderni al concetto di «sapienza» permette di collocare la proposta vichiana nello spazio filosofico europeo che in quel momento si va determinando. La riflessione sul corso della storia, tra storia delle nazioni e storia ideale eterna, rivela l'importanza dell'immaginazione e della corporeità nel rapporto imprescindibile tra le diverse culture dei popoli mediterranei, così potentemente cantate e rappresentate dall'epica di Omero. Ed è proprio il tema della modernità in Vico e della modernità di Vico al centro di questa indagine, ricca di implicazioni e di spunti di riflessione per i nostri tempi. La questione della «barbarie ritornata», frutto della degenerazione della ragione storica, e della crisi profonda che essa determina, si rivela così come il terreno più fertile per dialogare con Vico sul disagio della contemporaneità. Il testo dell'introduzione alla Scienza nuova, con la traduzione in italiano moderno a fronte, completa il volume, aiutando il lettore a entrare nelle complessità e nelle suggestioni del grande edificio teorico vichiano. -
Fiabe siciliane. Nuova ediz.
A vent'anni dalla prima pubblicazione in Italia, e a centocinquanta dalla prima edizione in tedesco, le Fiabe siciliane raccolte da Laura Gonzenbach tornano in libreria in una nuova edizione, che si affianca al grande cantiere editoriale dedicato all'opera di Giuseppe Pitrè. A impreziosirla, un inserto iconografico contenente materiale finora inedito (fotografie, disegni, acquerelli) proveniente dall'archivio della famiglia Gonzenbach-Tobler. Pubblicate in tedesco, a Lipsia, nel 1870, queste fiabe costituiscono uno dei più ampi e significativi repertori della tradizione folklorica ottocentesca italiana. L'autrice della raccolta era nata a Messina da una famiglia svizzera trapiantata in Sicilia; il padre, mercante di tessuti, era una delle figure di spicco della ricca comunità di lingua tedesca cittadina e le donne della famiglia erano assolute protagoniste della vita culturale e dei salotti messinesi di metà Ottocento. Nel clima post-risorgimentale, il lavoro della Gonzenbach si inseriva nel filone nord-europeo degli studi demologici e di novellistica comparata, tendendo così a sconfessare una lettura «sicilianista» e autonomistica della tradizione favolistica dell'isola. Tra il 1868 e il 1869 Laura Gonzenbach raccolse un centinaio di fiabe nella Sicilia jonica, mentre di lì a qualche anno l'area occidentale sarebbe divenuta il terreno delle ricerche di Pitrè. I narratori, per la quasi totalità donne, provenivano dalle masserie e dalla servitù domestica della famiglia Gonzenbach e delle altre famiglie straniere. E benché dei metodi e delle modalità di raccolta della Gonzenbach non sia rimasta traccia, è certo che la trascrizione in tedesco fu effettuata secondo il massimo scrupolo e rigore filologico. Il medesimo rigore con cui Luisa Rubini, appassionata curatrice del volume, ha realizzato la prima e unica traduzione italiana mai pubblicata in più di un secolo. E, per restituire alle fiabe il ritmo dell'affabulazione orale e il loro originario timbro siciliano, la traduzione dal tedesco si è avvalsa della sensibilità narrativa di Vincenzo Consolo. La sua «rilettura» del 1999 ha riallacciato i nodi con i luoghi d'origine di questo prezioso repertorio fiabesco, senza mai cadere nella forzatura di intonazioni falsamente sicilianiste. E così, di fiaba in fiaba, si ritrova l'eco delle parlate popolari, in particolare delle tante raccontatrici donne che a loro volta narrano di altrettante protagoniste femminili, popolane e regine, sempre in bilico tra le fatiche terrene e le inaspettate incursioni della magia pronta a ribaltare le loro vite. -
Né in cielo né in terra. Una storia d'amore
"Né in cielo né in terra"""" è il testamento di una gioventù. È la storia di un ragazzo che non riesce ad arrendersi di fronte alla sua umanità. Vittorio vaga per la sua adolescenza in costante ricerca di una riprova che giustifichi la sua arroganza nel credere che ci sia qualcosa in grado di sollevarlo rispetto al resto del mondo. Tormentato dal costante sforzo di spingersi in avventure sempre più folli nel terrore di vedersi scorrere davanti gli anni migliori della sua giovinezza senza averli vissuti fino in fondo, è reso folle dalla sua pretesa di riuscire a vedere il divino riflesso dentro di sé. La sua unica ancora di salvezza sono i suoi più cari amici, Roberto, Camilla e Licoride, raccontati attraverso gli occhi di un protagonista che sta perdendo la testa, che non può fare a meno di mescolare le persone che sono nella realtà con gli eroi protagonisti dei miti studiati tra i banchi del liceo classico." -
Il giocatore di scacchi
Chi possiede i codici per sbloccare le frontiere? Le suggestioni, forse, oppure i sogni!