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«Il nemico interno». Politica, spiritualità e letteratura fra Cinque e Seicento
In questo volume l'intento è quello di esplorare l'emergere e il diffondersi della figura del «nemico interno» nella cultura del primo Seicento come dato rilevante dell'antropologia letteraria e culturale dell'Europa moderna. Dalla teoria politica all'esperienza mistica, dal dramma teatrale alla lirica religiosa e all'oratoria sacra, l'età barocca tende infatti a modellare l'identità individuale e collettiva come esito di una «guerra interna» contro un nemico nascosto e nell'ombra. Attraverso una rilettura di testi letterari ed episodi culturali disparati e apparentemente eterogenei, il volume vorrebbe contribuire a tracciare il profilo di un problema più ampio: in che modo il configurarsi del tema della «guerra interna» nell'età della prima politicizzazione dell'Europa ridefinisce l'eredità del Rinascimento e mette la nostra modernità sotto il segno di un'identità conflittuale che si costituisce costantemente attraverso la rimozione di una parte di sé. -
Il malinteso universale
Il malinteso universale è un omaggio - con una buona dose d'ironia - al genio di Orson Welles, ma soprattutto, come scrive l'autore stesso, una riflessione «sul perché i suoi progetti migliori sono sempre stati interrotti o abbandonati». Ma è anche, come indica il curatore Alessandro Carrera, «un romanzo-puzzle al quale mancherà sempre un pezzo per essere completo, un romanzo-labirinto nel quale si può entrare ma non si può uscire, una meditazione post pirandelliana su personaggi che non hanno più un autore se mai l'hanno avuto, un libro nel quale sembra che non si parli d'altro che di libri che non si possono leggere (in particolare uno, Il dio del labirinto di Herbert Quain) e di film che non si possono vedere (in particolare È tutto vero di Orson Welles)». -
Wilderness
"Wilderness"""" è, per stessa ammissione dell'autore «un divertimento che ho riempito con alcuni personaggi celebri della Hollywood anni cinquanta, Humphrey Bogart, John Huston, Billy Wilder, ma nasce anzitutto da certi sogni intorno a due pellicole sempre amate, Casablanca e Sherlock Junior di Buster Keaton». Protagonista è uno sceneggiatore scontroso e male in arnese che si fa chiamare Shane, che di solito viene pagato per rivedere e riscrivere sceneggiature altrui. Il problema è che ciò che scrive, o anche solo ciò che ha immaginato di scrivere, diventa vero. E siccome per lo più scrive sceneggiature noir, presto si trova in un sacco di guai: la sovrapposizione di finzione e realtà è graduale, ma progressiva e inarrestabile. E il finale è sconosciuto persino a lui." -
Casa Freud
Presentazione di Giuseppe Lupo. È un labirinto milanese questo testo sperimentale inedito di Giuliano Gramigna in cui la città e la letteratura creano un cortocircuito con la psicoanalisi, tra eventi storici e incontri reali o sognati con donne dalle dimensioni felliniane. Lo scrittore e critico letterario del ""Corriere della Sera"""" ci accompagna in «una peregrinazione che non è tanto geografica quanto esistenziale, come per strati», come scrive Giuseppe Lupo citando una dichiarazione dell'autore: «Freud è stata l'altra vera e più importante via di damasco della mia vita». Così questo racconto induce il lettore a interrogarsi sul senso e sull'ordine dati alla propria esistenza."" -
In risaia. Nuova ediz.
Questo romanzo si po Questo romanzo, che è al crocevia della cultura dell'Ottocento, torna nella sua versione definitiva rivelandosi una delle prime testimonianze sul «riso amaro»: una denuncia sociale che nasce dall'introspezione psicologica e si fa letteratura. Nella storia di una ragazza e dei suoi sogni emerge un tema ancora attuale, come dimostra un prezioso testo di Carlo Emilio Gadda qui recuperato. -
La cospirazione dei tarli. L'universo di don Chisciotte
«Ho tolto il suo peso a un uomo perduto»: ""La cospirazione dei tarli"""" può essere letto come una biografia poetica di Cervantes. I tarli non sono quelli in una vecchia edizione del don Chisciotte: sono tarli mentali eppure reali. Infatti questo libro racconta anche la storia di Francesco Pacheco, quel pittore che dipinse tutti i più grandi personaggi spagnoli del suo periodo a eccezione di Cervantes. La ragione è curiosa: Pacheco era ossessionato dal rumore dei tarli nella tela e non riuscirà mai a terminarne l'opera. Spetterà così solamente a Cervantes costruire passo dopo passo la sua vicenda personale e letteraria attraverso la figura del Chisciotte, perché «chi tradisce una segreta abitudine è sotto minaccia di una stagione di fuoco»."" -
Nuova corrente. Vol. 163: Narrazioni della fine. L'apocalisse nella letteratura italiana fra XX e XXI secolo.
Da sempre l'umanità è chiamata a fare i conti con lo spettro della propria fine, così come da sempre pensare l'apocalisse ha significato cercare di svelare il senso ultimo e nascosto della nostra esistenza. A partire dal XX secolo, tra le devastazioni della Storia e le visioni catastrofiche dell'immaginario collettivo, l'apocalittica ansia del disastro si è fatta, nella nostra cultura, sempre più presente e immanente, assurgendo così a paradigma della condizione umana. Gli articoli raccolti in questo fascicolo di ""Nuova corrente"""" interrogano in che modo l'ottica apocalittica e post-apocalittica segni alcune delle più rilevanti esperienze della letteratura italiana dal primo Novecento a oggi, spaziando da Svevo a Manganelli, da Papini a Morselli, da Malaparte a Volponi, passando per le riflessioni poetiche di Levi e De Angelis, fino alla narrativa (Eco, Arpaia) e al reportage (Gatti) del nuovo millennio."" -
Il bambino e la scuola: nel solco di Marcella Balconi. Sviluppo emotivo e apprendimento in un approccio globale
«Tutte le questioni che interrogano chi si occupa dello sviluppo dei bambini transitano in questo libro di grande utilità, che mette al centro l'ascolto dell'altro e delle relazioni affettive, con la consapevolezza che nessuna delle funzioni di chi si prende cura deve soffocare le altre o essere cristallizzata in una prescrizione. Il lavoro clinico dei due autori si inserisce nell'opera e nel pensiero di Marcella Balconi a cento anni dalla nascita e lo prosegue con intensità e coerenza, con la capacità di utilizzare una teoria ""incarnata"""" nella relazione con il bambino invece che """"applicata"""" in modo meccanico. Si gioca, si sogna, si cresce, in una dimensione profondamente relazionale e sociale» (dalla prefazione di Anna Ferruta)."" -
Il mestiere di Omero. Come scrivere per raccontare storie
«Chi racconta storie sa di essere un cavaliere che scorta una bella dama - la sua storia - attraverso il terreno ostile e infido della scrittura»: dalle carte lasciate da Sebastiano Vassalli emergono appunti di scrittura mai raccolti in volume. Sono consigli di metodo fra rituali, strumenti, paure, varianti, correzioni e avvertenze, dal momento che «il linguaggio non è un pongo». Una lettura utile per chi maneggia le parole ma gustosa e rivelatrice anche per gli appassionati dei romanzi dell'autore della chimera, perché «raccontare e ascoltare storie è un bisogno che fa parte della nostra natura». -
Dell'io prigioniero. Pirandello, Levi, Berto, Sanguineti
I quattro scrittori presi in esame, molto diversi fra loro, sono accomunati dall'inesausta ricerca di un indizio che permetta di non smarrirsi nel labirinto. Li unisce infatti una condizione di separatezza e di prigionia, che non necessariamente coincide con i muri di una cella ma che, pur sempre, si configura quale esperienza limite per un io che nella scrittura trova il modo per dare espressione a tale separatezza e contemporaneamente per mantenere vivo il rapporto - alle volte deformato, altre illusorio - con gli altri. Le loro opere diventano così il luogo dove poter sperimentare nuove forme di scrittura capaci di esprimere se stessi e il mondo, dove è consentito all'io prigioniero, per poter sopravvivere, dire di sé e tenere saldamente il filo che ancora lo lega a ciò che è stato, come a ciò che spera e vuole essere, ma soprattutto per imparare a conoscere la propria prigione. -
Autografo (2020). Vol. 63: Metodi a confronto. Tra storia della lingua e filologia.
L'insieme degli interventi qui raccolti offre un punto di osservazione sulle pratiche di ricerca tra storia della lingua e filologia. Si tratta di una carrellata di studi relativi a epoche e generi diversi che, oltre a documentare la vitalità del dialogo tra le due discipline, dimostrano l'efficacia di metodi consolidati nell'edizione e nell'interpretazione dei testi: oggetto di studio le interazioni linguistiche (Tomasin) e le tracce di parlato nelle trascrizioni di documenti pubblici (Musazzo); la fedeltà di copia in epoca pretipografica (Cella) e prassi ecdotiche (Cicchella, Romanini); le postille di Bembo al Decameron (Cursi-Pulsoni) e la prima traduzione italiana del Candide (Antonelli); chiudono il volume i saggi dedicati alla lingua e al lavoro variantistico di autori del Novecento (Brigatti, Colussi, Grignani, Magro). -
Best seller dimenticati. L'Ottocento italiano
Una campionatura di libri di successo ma dimenticati che mostrano un collante risorgimentale e passionale assai vario: con un quadro illuminante della circolazione libraria nell'Ottocento italiano, questo volume svela la valorizzazione identitaria dantesca a cavallo dell'Unità, con le sue metamorfosi tra generi diversi (con novella in versi, tragedia, melodramma, poesia popolare), l'attualizzazione politica della vicenda storica (secondo Guerrazzi, Niccolini e Giovagnoli), memorie e narrativa anticlericale (con Caracciolo e Verga) oltre a romanzi e scritti di contropiede clericale (da Bresciani a don Bosco). È la riscoperta di libri di vario genere e in alcuni casi di successo internazionale, anche assai singolare, come lo Spartaco di Giovagnoli, persistente long seller della Cina comunista. -
Autografo (2020). Vol. 64: carte in gioco. Contributi di varia filologia, Le.
Dedicato a opere e carte del Novecento, questo numero miscellaneo affronta questioni filologiche diversamente complesse. Se i Saggi privilegiano una filologia d'autore che indaga testualità in movimento e organismi archivistici stratificati, gli Inediti e rari mirano alla valorizzazione di singoli documenti, significativi di per sé e nel loro evocare specifici problemi di edizione e ricostruzione storiografica. In un percorso di letture che tocca argomenti e nodi critici eterogenei. Nei Saggi: le copie di lavoro di Pascoli (M. Castoldi), le lettere di Montale alle sue corrispondenti (M.A. Grignani), le poetiche di Gadda e Calvino (S. Massafra), le varianti della Linea gotica di Ottieri (I. Stella), lo stile di Sereni critico (J. Zoppelli). Negli Inediti e rari: il rapporto tra Montale e Galletti, autore del ritratto di copertina (G.B. Boccardo); due lettere di Montale su musica e poesia (E. Santagata); il copione radiofonico Treni e poesia di Caproni (G. Di Febo-Severo); le scritture postreme di Dal Fabbro (C. Londero). -
L' ultimo testimone. Il violino della Shoah e la sua storia
"L'ultimo testimone"""" narra la storia del """"violino della Shoah"""", appartenuto a una famiglia ebrea e finito in campo di concentramento ad Auschwitz, e nasce con l'intento di difenderne l'autenticità attraverso vari documenti e una preziosa testimonianza. Ma, come scrive lo stesso Carlo Alberto Carutti, il libro è anche «occasione di indagine sugli esseri umani in un periodo grave della nostra storia, descrivendo le relazioni all'interno di una famiglia ebrea, mettendo in luce grandi prove di solidarietà anche da parte di esseri umani che non si conoscevano, e i rapporti strettissimi tra il mondo cattolico e il mondo ebraico»." -
L' ippopotamo
Nel centenario di Luciano Erba (1922-2010), poeta appartato eppure tra i più importanti del Novecento, è proposta un'edizione commentata dell'opera più celebre, L'ippopotamo (premio Librex-Guggenheim-Montale), perché «forse la galleria che si apre / l'ippopotamo nel folto della giungla / per arrivare al fiume, ai curvi pascoli» rappresenta l'emblema della ricerca umana, tra natura, attese e sogni. In questi testi Erba predilige una poesia di piccole cose quotidiane per parlare dei grandi interrogativi dell'esistenza e della vita civile, nel dubbio (metafisico e aperto alla speranza) che «forse questo e qualsiasi tracciato... / altro non sono / che eventi privi d'ombra e di riflesso / soltanto un segno che segna se stesso». -
Le anime di Milano. Con un ricordo di Isabella Bossi Fedrigotti
Carlo Castellaneta ha saputo descrivere la sua Milano in tutti gli aspetti, evidenziando il fascino, studiando gli atteggiamenti e descrivendo la storia dei suoi quartieri. Lo scrittore e giornalista del ""Corriere della Sera"""" racconta qui, in testi finora inediti in volume, una metropoli che rappresenta l'Italia del boom economico, del Sessantotto, degli anni di piombo e del passaggio al Duemila: un racconto che è soprattutto un'indagine sull'identità milanese, alla ricerca di quel qualcosa che sembra sfuggire continuamente: «Ma perché Milano è Milano? Ve ne parlo da un'ora, e arrivato alla fine neanch'io so spiegarvelo»."" -
Giovanni Faldella e la scapigliatura piemontese. Atti del Convegno nazionale (San Salvatore Monferrato. 4-5 ottobre 2019)
«L'interesse per gli scapigliati riporta all'entusiasmo con cui tanti di noi riscoprirono espressionisti quali Dossi, Faldella, e Imbriani anche. Tutto ciò lo dobbiamo a Gianfranco Contini, alla sua Introduzione ai racconti della Scapigliatura piemontese (1947-1953). Non è un caso che siano quelli gli anni in cui ci appassionammo al grande Gadda, alla sua anormalità stilistica, che in fondo era già preparata da quegli scapigliati, da quel gruppo (non a caso) di periferici, piemontesi o lombardi, che cominciarono a fabbricarsi una lingua per la prosa giocando tra i due poli opposti, da una parte il toscano dall'altra il dialetto, per arrivare all'esperimento di una inedita tensione stilistica, decisamente espressionistica. Occorreva, diceva proprio Faldella, una ""lingua speciale, minuta e pittoresca"""", allo scopo di evitare """"quella lingua generale e scolorita, che serve egualmente alla stesura dei codici, dei trattati di pace, e degli strumenti di affitto"""".» (dalla presentazione di Gian Luigi Beccaria)"" -
Autografo (2021). Vol. 65: Azionisti e scrittura tra memoria e narrazione.
I percorsi di ricerca raccolti in questo numero di ""Autografo"""", frutto della collaborazione tra il Centro Manoscritti di Pavia e l'Istituto piemontese per la storia della Resistenza e dell'età contemporanea di Torino, prendono le mosse da tre autori di area azionista presenti nel fondo pavese: Carlo Levi (Filippo Benfante), di cui viene qui proposto anche l'inedito Diario 1935 (a cura di Gilda Policastro), Luigi Meneghello (Francesca Caputo, Luciano Zampese), Fausta Cialente (Emmanuela Carbé, Nunzio Ruggiero). Ai loro nomi si affiancano negli altri contributi quelli di Emilio Lussu, Pietro Nenni, Curzio Malaparte, Jacopo Dentici, Dante Livio Bianco, Emanuele Artom, Nuto Revelli, Ferruccio Parri, Giorgio Bassani, Carlo Cassola: per indagare le forme di rappresentazione dell'intellettuale azionista, e per mettere a confronto l'esperienza politica con la sua rappresentazione letteraria (Matteo Castellucci, Pierangelo Lombardi, Clelia Martignoni, Mario Baudino, Mauro Novelli)."" -
Le piante di Darwin e i topi di Leopardi
Tra natura e letteratura questo libro è il racconto appassionato di un confronto tra idee, parlando di animali e di tre autori: Giacomo Leopardi, Erasmus Darwin e suo nipote Charles. Come ha scritto Osip Mandel’stam dei naturalisti, leggerli può spalancare nella nostra vita una radura e, in particolare, «leggere Darwin ci rende attenti, la sua sete di esperienza lo rende affidabile come un reporter sul campo». In queste pagine si scopre come riscoprire Leopardi in chiave naturalistica ha un significato particolare per «capire che siamo fragili, caduchi. Infatti quando Leopardi scrive La Ginestra ha imparato davvero a morire, il suo riso è diventato una forma di bontà, ridendo nello stesso modo di sé, prima che degli altri». -
La traduzione del testo poetico tra XX e XXI secolo
I massimi autori e studiosi sulla traduzione letteraria sono raccolti in un libro di riferimento. Da Bonnefoy e Sanesi a Bacigalupo, Magrelli e Gardini, sono messi in luce i diversi aspetti del tradurre nell’idea, proposta dal curatore Franco Buffoni, tra i massimi esperti del settore a livello europeo, che occorra comprendere e monitorare «il concetto di costante mutamento e trasformazione che è delle lingue e della traduzione, come metafora del nostro esistere».