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Il corpo della terra
Prodotto a tiratura limitata (99 esemplari contrassegnati con numeri arabi da 1 a 99, 9 con numeri romani da I a IX e 3 prove d'autore), il volume è stampato su carta pregiata e rilegato a mano. Ogni esemplare si caratterizza come libro d'artista, taccuino e oggetto da collezione che affianca al contenuto iconografico il piacere delle sensazioni materiche e della fattura artigianale. Contiene 12 pagine di disegni e appunti realizzati espressamente da Peppe Ferraro e 80 pagine nelle quali custodire altri disegni o altri appunti. -
Raccoglitore di sogni. Ediz. illustrata
Luogo ideale per raccogliere i sogni e le visioni di chi utilizzerà questo volumetto è per Felix Policastro una costruzione utopica, sotterranea come quelle scavate per centinaia di metri nella terra dalle formiche: un mondo perfetto, strutturato per livelli e cavità, o camere, in cui si svolgono le attività di una comunità operosa (la stanza dove andare in letargo, quella delle muffe, nella zona più umida dell’intera costruzione, ecc.), ricordo o precipitato ultimo delle città ideali generate dalla cultura illuminata del Settecento, informale e sotterranea anziché geometrica e solare, metafora di una organizzazione sociale perduta per sempre, come il rapporto con la natura e la terra. Il tutto in 12 pagine, estremo compendio, cui si aggiungono 80 pagine bianche nelle quali il lettore, collezionista e narratore, potrà custodire altri disegni o appunti. Il volume è stampato su carta pregiata e si caratterizza come libro d’artista, taccuino e oggetto da collezione che affianca al contenuto iconografico il piacere delle sensazioni materiche e della fattura artigianale. -
Il mansionario dell'umanista
La notte laboriosa di un professore universitario, esperto di numeri tabelle e percentuali, viene sconvolta dal trovare tra le sue carte un insieme di fogli disordinati, dove sono abbozzati lirici resoconti di vita di donne e uomini impegnati a sostenere le fatiche del lavoro. Il mansionario che così si delinea è dunque il resoconto di un'epoca dura, del modo di sostenere la difficoltà del particolare presente, che reiterate e fredde definizioni sociologiche tendono a normalizzare, così come dell'universale racchiuso nelle istituzioni, realizzazioni consolatorie che si alimentano d'una necessaria violenza. Ma è anche il tentativo di un recupero sognante di una dimensione possibile dell'organizzazione umana, una dimensione che le parole (contenitori sonori del pensiero e delle emozioni dell'uomo) costruiscono per dare vita al sentimento di essere al mondo, e per tollerare l'ordine implacabile che la direzione del lavoro dell'universo impone. È infine la storia di un parricidio, ossia dell'amorosa compiacenza che tra carnefice e vittima realizza un incruento atto simbolico, rito di fondazione e di passaggio sempre necessario per pensare e rendere fruttuoso il futuro. -
Il fico d'india come identità dei luoghi e motore di sviluppo economico
I fenomeni della dispersione scolastica e dello spopolamento delle aree interne, con conseguente impoverimento delle comunità locali e progressiva perdita dell'identità, qui come in molte altre regioni del Mezzogiorno d'Italia, sono entrambi riconducibili alla scarsa fiducia dei giovani nell'inserimento lavorativo e rappresentano le due facce di una stessa medaglia, conseguenza di un malessere diffuso che può essere contrastato con azioni mirate in grado di restituire loro la speranza in un possibile futuro lavorativo. Con il progetto ""Benessere Giovani-Organizziamoci"""" la Regione Campania ha voluto sensibilizzare e accompagnare i giovani alla cultura d'impresa e all'acquisizione di competenze, favorire la loro crescita personale, la cittadinanza attiva e la conoscenza del territorio, infine dare spazio alle loro propensioni artistiche e creative. Partendo da queste premesse, le attività svolte (di conoscenza del territorio, di sostegno e accompagnamento al lavoro, i laboratori creativi e quelli esperenziali) sono state incentrate sul fico d'India come identità dei luoghi e opportunità di sviluppo economico così come di seguito specificato."" -
Percorsi erratici nell'architettura
Il libro raccoglie una serie di lezioni tenute dall'autore nella Facoltà di Architettura Valle Giulia negli Anni Duemila, al suo ritorno come docente a Roma dopo aver insegnato per un settennio Composizione Architettonica e Urbana allo IUAV di Venezia. L'obiettivo di queste riflessioni riguarda una serie di aspetti centrali del costruire. Si tratta di condizioni concettuali e operative viste sia nella loro continuità sia considerate nei loro cambiamenti, alla luce delle ultime tendenze che si sono manifestate nell'ambito delle teorie architettoniche. -
Bestiario delle cose non dette. Atlante di zoologia fantastica. Ediz. illustrata
La narrazione grafica del volume s'inserisce in una direttrice fantasy dal grande successo letterario, fumettistico e cinematografico, in cui s'intrecciano fiaba, favola, arte e pseudoscienza, che raccontano la sovrabbondanza di informazioni e sensi del nostro Tempo, talvolta ""goticamente"""" legati insieme. Con divertita ironia l'autrice ci offre un pastiche di ibridazioni visive e psichiche in cui gli animali, dalle fogge talora umanoidi talora più simili ad oggetti, sembrano voler simboleggiare la creolizzazione dell'identità globale, umana-animale-vegetale, ove è superata qualsiasi soluzione di continuità. Isabella BeatoIn forma di monoculo o di esaocchi l'Autrice ci offre invenzioni lessicali impensate. Semènfago, Sólemmàne, Còninverso, provocano la fantasia ad abbandonarsi all'animalità futuribile. Questa l'inimitabile visione, che Cynthia Anguissola d'Altoè scripsit e pinxit tra mito, revisione ironica della poesia, Witz nobile che tempera il tragico, riconoscendo al Calebebe (insieme di cammello, leone, gobba marsupiale) la capacità neonatale di assoggettare anche l'arca di Noè. Antonio Vitolo"" -
Castel Morrone. La storia illustrata
Un viaggio nella storia di Castel Morrone, ripercorrendo gli eventi principali e i personaggi vissuti nelle varie epoche, partendo da una ricostruzione figurativa basata sulle millenarie e secolari testimonianze lasciate sul territorio e quelle trascritte negli anni sui libri. Insieme ad un pizzico di immaginazione, le forme della storia si amalgamano con i colori della natura, offrendo così una visione unitaria dove le guerre e la morte sono superate dalla pace e dalla vita. -
Castel Morrone 70. Il solco tra arte e partecipazione sociale
Cosa distingue il rito del solco e le altre tradizioni contadine di Castel Morrone dalle tante consuetudini rurali dell'entroterra casertano? Cosa le rende uniche e nuovamente disponibile alla narrazione del contemporaneo? Nella primavera del 1975, il giovane Giovanni Tariello riprendeva i contenuti profondi del rito del solco per trasformarlo in un happening concettuale nei giardini della Flora di Caserta. Così lo scavo tracciato nella terra, attività propiziatoria e devozionale, diventava il “solco rosso” che attraversa il globo terrestre proiettando il significato rituale su scala planetaria. L'anno successivo recuperava nuovamente quel rito e tracciava il solco nel luogo deputato, a Castel Morrone. Successivamente ripeteva l'esperimento con altre pratiche, tutte di origine contadina: la Zeza, I dodici mesi, l'infiorata del Corpus Domini, Il volo, ma anche il lancio dello strummolo, la campana, in gergo 'U tizzù, o le cene contadine, portando fisicamente i contadini e le tradizioni morronesi nelle gallerie d'arte, riscuotendo consensi e riconoscimenti da parte della critica militante e in particolare di Enrico Crispolti, uno dei massimi storici dell'arte italiana. Infine, dando ad un paesino di pochi abitanti una visibilità internazionale, ritrovo di personaggi di spicco dell'arte contemporanea. -
Bestiario delle cose non dette. Atlante di zoologia fantastica
"Con divertita ironia l'autrice ci offre un pastiche di ibridazioni visive e psichiche in cui gli animali, dalle fogge talora umanoidi talora più simili ad oggetti, sembrano voler simboleggiare la creolizzazione dell'identità globale, umana-animale-vegetale, ove è superata qualsiasi soluzione di continuità."""" (Isabella Beato). """"In forma di monoculo o di esaocchi l'Autrice ci offre invenzioni lessicali impensate. Semènfago, Sólemmàne, Còninverso, provocano la fantasia ad abbandonarsi all'animalità futuribile. Questa l'inimitabile visione, che Cynthia Anguissola d'Altoè scripsit e pinxit tra mito, revisione ironica della poesia, Witz nobile che tempera il tragico, riconoscendo al Calebebe (insieme di cammello, leone, gobba marsupiale) la capacità neonatale di assoggettare anche l'arca di Noè."""" (Antonio Vitolo)" -
Story frame
Non sono storie, racconti, ma frame, istantanee, immagini catturate da un occhio che osserva e a tratti registra, guidato dall'istinto o dalla volontà o dal caso; frammenti di vita che spesso sembrano non avere un inizio né una fine e sicuramente non un senso, ma che, tuttavia, ci riguardano e coinvolgono. Il progetto a quattro mani, del fotografo e dello scrittore (ma prima ancora filmaker e artista visivo) nasce infatti su Instagram e rispetta le regole di una comunicazione che ha dimora nell'era dei social e che può diventare, quando chi scrive e chi fotografa hanno la padronanze dei mezzi espressivi, un esempio di buona letteratura. -
Nous Irons à Paris. Poesia visuale e sperimentale, arte comportamentale e ambientale, 1971-2021. Naples-Paris. Ediz. illustrata
Curato da Domenico Mennillo, questo studio si incentra su autori e gruppi di Napoli e dell'area campana legati alle idee e alle esperienze delle avanguardie e delle neoavanguardie artistiche della città di Parigi. Uscito originariamente in Francia, sul n. 9 della rivista internazionale 591, raccoglie esperienze nate tra il 1971 e il 2021. Ciò che lo caratterizza è l'autonomia dei lavori dei gruppi e delle persone coinvolte rispetto alle ricerche degli anni '50, '60 e '70; autonomia ma al tempo stesso punto di raccolta e di rielaborazione di idee e visioni che hanno caratterizzato l'intero Novecento e che continuano a vivere attraverso il tradimento-slittamento di artisti e intellettuali che non rinunciano a confrontarsi con quelle esperienze. Il volume è inoltre arricchito dalle sezioni realizzate dal direttore della rivista 591, Jean-François Bory, una delle figure di riferimento della poesia visuale internazionale del secondo Novecento, e da Gigliola Fazzini, attraverso un excursus di autori della scena artistica nazionale e internazionale. -
Sostanze sonore
Attraverso le sue vignette psicofilosofiche François Zille, antropologo visivo, utilizza la metafora del fiore per parlare della genesi dell’universo, quella che lui chiama “grande vibrazione quantica originaria”. Ne vengono fuori disegni visionari e fortemente iconici, essenziali e giocosi quanto densi di contenuti simbolici: il fiore saggio, triste, pazzo, illuminato o mutante, ragazza sexi, tableau che piange, macho man spaziale. Il disegno riprodotto in copertina, infine, “Art” o “Spatial Artoy”, anche se l’autore non ne parla, sembra un giocattolo spaziale dotato di superpoteri artistici e iconografici. Il tutto in 12 pagine, estremo compendio, cui si aggiungono 80 pagine bianche nelle quali il lettore, collezionista e narratore, potrà custodire altri disegni o appunti. Il volume è stampato su carta pregiata e si caratterizza come libro d’artista, taccuino e oggetto da collezione che affianca al contenuto iconografico il piacere delle sensazioni materiche e della fattura artigianale. -
La cena dei cervelli. Ediz. illustrata
L’opera di Policastro è netta nel separare, precisa nell’indicare, dedita a un compito forse impossibile: tracciare un confine per sceverare verità nella confusione dell’arte. Così scrive Angela Tecce nella prefazione al libro d’artista “Tepuy”, da cui questo piccolo volume è tratto. Sei le sezioni: Abbecedario o degli elementi, tavola sinottica dei segni con i quali costruire il racconto visivo; Viaggio lungo il fiume Orinoco o delle origini, il legno, lo scudo, la croce, l’albero; La cena dei cervelli o dell’antropofagia, i ritratti dei convitati al banchetto rituale e simbolico, appunto i cervelli; Gli utensili o della dissezione, gli strumenti per compiere l’opera; La rappresentazione del cibo o della commedia umana, l’umanità che si offre in pasto ai convitati; infine Architetture da tavola o dell’Utopia, l’uomo e la tazza-navicella spaziale scagliata verso i viaggi siderali della visione e dell’utopia. Il tutto in 12 pagine, estremo compendio, cui si aggiungono 80 pagine bianche nelle quali il lettore, collezionista e narratore, potrà custodire altri disegni o appunti. Il volume, a tiratura limitata di 99 esemplari, è impresso su carta pregiata e rilegato a mano. -
Orgasmo
Viola Vocich è la poetessa che ci mancava. Le sue poesie parlano di sesso e di recriminazioni sul sesso che manca. In un certo senso la sua scrittura si contrappone al poetico, ma senza lacerare la lingua, senza spintonarla da nessuna parte. Lei si limita a essere spietatamente sincera e con questa semplice operazione ci porta davanti agli occhi una poesia depurata di ogni retorica, di ogni intellettualismo. Si scrive col corpo e Viola non ha bisogno di ricordarcelo con proclami retorici, ma ci mette direttamente a contatto con gli umori di un corpo infiammato dal desiderio. Mentre leggiamo entriamo subito in intimità con questa scrittura senza umidità, senza aloni. Viola ama e conosce benissimo molti luoghi dell'amore, a cominciare da quello che possiamo raggiungere con le parole. Sulla sua pagina la salute etica e il desiderio più spudorato si intrecciano meravigliosamente. Un po' Catullo, un po' Etty Hillesum. Detto altrimenti: una poesia e una poetessa che non avevamo ed ora sono qui ad arricchire il nostro paesaggio letterario. (Franco Arminio) -
Euridice dice. Nuova ediz.
Euridice dice è il contraltare dell’ipse dixit, la parola femminile, trasversale, ubiqua, meridiana che si contrappone al discorso lineare e si ribella a un sistema che, prima ancora che sociale, è del pensiero e della scrittura.Tre donne mitiche, nel senso letterale del termine, sospese tra l’eros e la morte, si ribellano all’immagine che viene loro tradizionalmente attribuita: Euridice, Proserpina e Desdemona. Come la prima rifiuta di riprendere il suo ruolo ancillare di pubblico adorante il canto di Orfeo, così la seconda rifiuta di ubbidire a Zeus Olimpio che la destina a vivere sei mesi negli Inferi e sei sulla terra, lì moglie di Ade, qui figlia di Demetra; così infine Desdemona rifiuta di vivere una morte ingiusta che la consegni al mondo donna infedele. E sceglie il ruolo importante – seppure ambiguo – di regina dell’harem di un sultano. -
Effimero
Quarantadue poesie di spunto autobiografico e di riflessione sull'impazzimento della nostra società. L'effimero ci governa, ci illude, nasconde quello che di profondo e solido abita in ognuno. Tanti argomenti familiari, d'amore e sociali rappresentati con parola leggera, a volte rimata, infiocchettata con semplicità; una parola, essa stessa, inconcludente, effimera. Un modo diverso per esprimere la nostalgia di chi ci ha lasciato, il rimpianto per le occasioni mancate, la passione, la malattia, la violenza sulle donne, la violenza delle donne, il viaggio, il tempo sprecato nella precarietà dei rapporti, la solitudine delle happy hours, di un'esistenza modaiola, quella dei ritocchi estetici, di Facebook, dell'iPhone. -
Diario di una cameriera superstar
"Diario di una cameriera superstar"""" è un titolo frivolo e leggermente imbarazzante, ma è quello che rappresenta meglio questa storia. Si tratta di vita vera e vissuta, inizia tra i banchi di scuola, prosegue nel mondo del lavoro, si complica attraverso viaggi in Europa, si infittisce nei diari di viaggio. Il finale è aperto, a libera interpretazione, sta al lettore decidere cosa accadrà dopo. È la storia di una ragazza come tante, una ragazza con dei sogni impossibili che, scrivendo, vuole riscattarsi in un mondo sempre pronto a giudicare dalle apparenze. Indossare un grembiule, chinare la testa e sporcarsi le mani è quello che fa, non quello che è." -
Il sentiero delle cinque pietre-The path of the five stones
Una baby boomer italoamericana, combattuta tra i rigori del protestantesimo e l'indulgenza del cattolicesimo, racconta uno scorcio d'America e d'Italia dal dopoguerra fino a oggi. È nell'area della Baia di San Francisco, nella Silicon Valley del business frenetico, che inizia il suo viaggio guidato dalle cinque pietre, che la mano di Dio le mostra in sogno. La sua singolare carriera professionale si intreccia alla ricerca spirituale: dalla Apple computer a un campo-scuola buddista, dai bambini malati terminali all'orientamento pastorale in un carcere femminile federale. La prova più importante arriva con la diagnosi di tumore. Dopo la guarigione, si è ritirata in un borgo italiano. -
Quelli che stanno peggio
Nella vita è importante imparare a guardare tutto nel modo giusto e con la giusta prospettiva. Per chi ha problemi di vista, come Michela, questa può dimostrarsi un'impresa impegnativa. In ""Quelli che stanno peggio"""", la protagonista ci guida attraverso il suo mondo fatto di importanti vittorie personali e rovinose cadute. Animato dallo studio, dal lavoro e dalle sue tante passioni. Abitato da amici, amori e dalla sua numerosa famiglia. Tanti incontri che la accompagnano in un percorso interiore profondo e che le insegnano anche a vivere meglio la sua disabilità."" -
Minimo comun sax tenore
Tre storie d'amore tormentate e difficili, unite tra loro da un destino ""curvilineo e sinuoso"""" a forma di sax tenore. E complicate dalle concrete difficoltà quotidiane tipiche dei nostri tempi, dalle quali nemmeno il sentimento più grande può esimersi dal dover fare i conti: tra precariato economico e distanze laceranti, c'è un """"minimo comun sax tenore"""" ad intersecare tra loro tutte queste vicende. Nelle quali le figure femminili sono preponderanti e decisive, mentre sullo sfondo c'è sempre la medesima città: Parigi, proprio quella dove questo magnifico strumento a fiato venne brevettato.""