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Una vacanza romana e altri scritti
"Una vacanza romana e altri scritti"""" è una raccolta di scritti di Hemy James già parte del volume """"Ore italiane"""" (1909) - dedicati alla città di Roma e ai suoi dintorni, visitati da James in uno dei suoi numerosi viaggi in Italia. La città diventa nelle sue parole lo scenario di una dialettica mai risolta tra la fascinazione per la Storia e la repulsione nei confronti della mole ingombrante del passato, che l'Urbe porta con sé. La Roma dei ruderi di campagna, ma anche delle toghe purpuree dei monsignori, dei nuovi quotidiani liberi dalla censura papale e dei contadini con cappelli di paglia lungo le vie, dei monumenti capitolini e della folla fluviale sul Corso. Lo humour e l'ironia sottilissima dello scrittore americano si sposano con le descrizioni pittoriche e pittoresche dei luoghi e delle genti, riportando alla luce una coinvolgente tonalità tipicamente romana. Con fotografie di Carlo Mapelli." -
Era necessario che Gesù morisse per noi? Interpretazioni della morte di Gesù
In questo nostro mondo pluralistico e secolarizzato, il concetto che Gesù sia morto ""per noi"""" - anzi, che """"doveva"""" morire per la nostra salvezza - ha perso molta della plausibilità che aveva un tempo. Abbiamo tuttavia sempre a disposizione una strada per chiarire che cosa significhi la simbologia associata alla morte di Gesù: il ritorno alle fonti. A questo invita Fischer, e invita non solo i cristiani insicuri, ma tutti coloro che vogliono comprendere senza pregiudizi uno dei simboli centrali della fede cristiana."" -
Portogallo
Negli ultimi anni lo sviluppo urbano, le nuove autostrade spagnole e una maggior fiducia nelle proprie possibilità stanno lentamente cambiando l'aspetto economico del Portogallo, rendendolo una delle star d'Europa. Nonostante i cambiamenti però le città sono ancora pervase da quell'atmosfera rilassante delle vecchie città europee, e le coste, nonostante la sovrappopolazione delle zone troppo turistiche e inquinate, restano per la maggior parte inesplorate e selvagge. I viaggiatori hanno qui un'ampia scelta, tra i luoghi turistici e senza sorprese delle Algarve, i campi da golf e gli sport acquatici, le escursioni nelle montagne remote oppure semplicemente il sole e il mare per una vacanza tradizionale nelle sue bellissime spiagge. -
L'imperatore di Portugallia
L'Imperatore di Portugallia è un romanzo sull'amore, la sua nostalgia, le sue proiezioni, la sua vera o apparente follia.«E nello stesso istante capì cos'era stato a far battere il suo cuore. E non soltanto questo: cominciò anche a intuire cosa gli era mancato per tutta la vita. Perché chi non sente battere il cuore nel dolore o nella gioia non può di certo essere considerato un vero essere umano.»Dal momento in cui la piccola Klara Gulla viene al mondo, il cuore del padre Jan comincia a battere e il miracolo di quel battito, di quella tardiva scoperta di un'emozione mai provata, della felicità e della sofferenza che ne sono le immancabili compagne, trasformerà tutta la sua vita, dandole valore e significato. L'amore diventa la lente attraverso la quale vede la realtà e, quando questa è troppo squallida e amara, la trasfigura. Se la sua Klara Gulla , partita a cercar fortuna, non scrive e non torna, non è, come dicono voci maligne, perché è andata a finir male: il mistero che la circonda non può che nascondere un destino troppo straordinario per essere rivelato. Lontano, in una mitica Portugallia, dove non esistono il male e la miseria, la figlia è diventata imperatrice. E Jan, il contadino di Skrolycka, nelle sperdute valli delle Askedalar, comincerà a vivere da imperatore, con la follia di chi, cieco all'apparenza delle cose, si fa veggente e, misurando con il metro dell'assoluto, varca i confini dell'umano per entrare nel meraviglioso.COME COMINCIAPer quanto vecchio diventasse, Jan Andersson di Skrolycka non poté mai stancarsi di raccontare di quel giorno in cui la sua bambina era venuta al mondo.Era uscito presto quel mattino per andare a cercare la levatrice e altra gente che potesse aiutarlo; poi per tutto il resto della mattinata e per un buon tratto del pomeriggio era rimasto a sedere sul ceppo della legnaia, senza aver altro da fare che aspettare.Fuori pioveva a dirotto; e non mancò di prendersi anche lui la sua parte di pioggia, benché si potesse dire che stava seduto al coperto. L'umidità filtrava dalle pareti e le gocce cadevano sopra di lui dal tetto sconnesso; sul più bello, il vento gli rovesciò addosso un intero scroscio attraverso l'apertura senza porta della legnaia.""Chissà se qualcuno pensa che sono contento di vedermi arrivare questo bambino"""", brontolò Jan mentre se ne stava lì seduto; e diede un calcio a un legnetto secco, facendolo volare fuori nel cortile. """"Perché è proprio la peggiore disgrazia che mi poteva capitare. Quando ci sposammo, Katrinna e io, fu perché ci eravamo stancati di fare la serva e il garzone a casa di Erik di Falla e volevamo dormire sotto un nostro tetto, ma non certo per avere bambini""""."" -
Chi si ricorda di Yngve Frej
«Rimarremo qui come ruderi del passato»: è questa la sensazione che hanno i quattro vecchi che vivono a Braten, un gruppetto di case sperdute nella foresta svedese, ultima isola abitata nel progressivo spopolamento della regione. E per ironica protesta contro un mondo che non sa pià cosa farsene di loro, in cui non hanno più un ruolo e di cui non capiscono più granché, decidono di scrivere «Ruderi» sulla freccia che indica il sentiero per la loro fattoria, ben lontani dall'immaginare le conseguenze di quello scherzo in cui si sono inconsapevolmente lanciati e che li spingerà a prendere amabilmente in giro i turisti a caccia di antichità arrivati improvvisamente a sconvolgere la loro estate. È la fine di un mondo il tema del romanzo, non un mondo guardato con la beota nostalgia di chi, come dice uno dei protagonisti, della sua durezza «non sa strettamente niente», ma con quella consapevolezza che grava sulla nostra coscienza collettiva dell'eccessivo prezzo umano che viene pagato all'avanzare della modernità, della razionalizzazione economica, del progresso. La vendita dell'anima, in cambio della televisione. Con la scomparsa di quell'ultima generazione di piccoli artigiani e coltivatori, spariranno i valori incarnati dai vecchi: il radicamento alla terra, il perpetuarsi delle tradizioni, i riti collettivi legati al lavoro, un'obbligata solidarietà, modi e ritmi più naturali del vivere. Ma il mondo non fa che cambiare, si muove, si agita, ha fretta, ed è destino della vecchiaia, con i suoi gesti lenti, la sua fatica, i suoi dialoghi ripetitivi, rimanerne fuori. I vecchi di Braten lo sanno, ma la loro contestazione, libertaria e perdente, è proprio quella di non adeguarsi, di accettare di rimanere come sono, ""ruderi"""" di un passato che noi abbiamo perduto."" -
Al mare
Le vacanze dell’infanzia, quel periodo che ritorna con la sua magica ciclicità, con le sue giornate apparentemente sempre uguali, in cui non succede nulla di raccontabile e che sembrano sospendere, nella loro uniformità, il passare del tempo. I giochi sulla spiaggia, le passeggiate sul lungomare, il gelato serale, la caccia alle zanzare, le scottature di sole, il mondo separato e serio dei bambini che guardano a quello estraneo degli adulti cogliendone le incongruenze e accettandone l’incomprensibilità. Un mondo dominato dalle Madri, quasi mitiche figure che sovrintendono ai riti, ne dettano con sicurezza i modi e i ritmi, e restano le incontrastate custodi di una felicità che non deriva da nient’altro che da un’irripetibile intensità di rapporto con il quotidiano. È da questo che nasce la nostalgia di quell’epoca, comunque sia stata, come di un paradiso perduto: quell’adesione alla vita, l’apertura al possibile, quella fedeltà all’ora e al qui che non sapremo mantenere e che ci porterà a percepire il passaggio all’età adulta come un tradimento di noi stessi e di ciò che era essenziale all’autenticità dell’esistere. Sono le vacanze al mare della sua famiglia a Ostenda che de Kuyper racconta, guardando a distanza il bambino che era e sovrapponendovi a tratti lo scrittore che è. Un Amarcord belga, popolato da figure fissate dalla lente di ingrandimento di un acuto sguardo infantile; gli anni Cinquanta di un mondo che non esiste più e che pure ci sembra così parte del nostro passato. -
Storia con cane
Un romanzo a sfondo autobiografico costituito da una serie di racconti e di lettere apparentemente disorganiche e dispersive, ma in realtà aderenti a un piano unitario: si tratta infatti di un ripiegamento introspettivo dell'autore in se stesso, nell'intento di porre degli interrogativi, che per lo più rimangono senza risposta, sul senso dell'essere, sul problema morale e del male. -
La casa del felice ritorno
Dopo un'infanzia trascorsa insieme, un amore da adolescenti e molti anni di separazione, Olavi Harjula e Lys Bergman si ritrovano nella Finlandia della loro giovinezza. Una lettera li obbliga a ripercorrere il passato e rievocare l'improvvisa scomparsa di Hanna, loro piccola amica, bambina speciale dal passato sconosciuto. Qual è stato il destino di quella giovane orfana di guerra, così affezionata ala famiglia Bergman da essere considerata come una figlia? Esiste un legame tra la passione del padre di Lys per i riti pagani e la misteriosa scomparsa di Hanna, o bisogna piuttosto indagare nel passato africano del padre missionario, affascinato dal continente nero? Cosa pensare della morte improvvisa del dottor Bergman? -
I veleni della dolce Linnea
Nel giardino di una casetta rossa, nella quieta campagna dei dintorni di Helsinki, un'esile vecchietta sta annaffiando la sua aiuola di violette. Le rondini volteggiano cinguettando, i calabroni ronzano, un gatto sonnecchia sul prato. Ma l'idillio, ahimè, è solo apparente: la vita tranquilla di Linnea Ravaska, ottuagenaria vedova di colonnello, è avvelenata da una banda di malfattori che piomba ogni mese dalla capitale per estorcerle la pensione. Lo snaturato nipote Kauko e i suoi degni accoliti non si accontentano di derubarla, ma devastano tutto quanto si trovano davanti, torturano il gatto, picchiano per gioco, saccheggiano, sporcano, distruggono, senza che Linnea osi ribellarsi, fino al fatidico giorno in cui il troppo è troppo. -
Il libro di Blanche e Marie
Albori del Novecento, Parigi, un crinale storico, artistico e scientifico di portata rivoluzionaria. Marie Curie e la sua assistente, Blanche Wittman, un tempo paziente prediletta del celebre dottor Charcot, stanno terminando la ricerca che porterà alla scoperta del radio. Profili di una galleria straordinaria di interpreti e testimoni: August Strindberg e Sigmund Freud, ancora studente, spettatori delle teatralizzazioni che Charcot dirigeva per le sue tesi, Pierre Curie, già Nobel per la fisica, Einstein e Paul Langevin, che diventerà l'amante di Marie, ma anche i cafè di Montmartre che celebravano in quegli anni la ""Danse des fous"""" di Jane Avril, un tempo come Blanche internata alla Salpêtrière e ora musa di Toulouse Lautrec. Il libro delle domande che Blanche scrive altro non è che un interrogarsi sconvolgente sulla natura profonda dell'amore, sulle connessioni che legano arte, scienza, rivelazione e vita."" -
Per non saper né leggere né scrivere
Affetto da un'incurabile forma di alessia, il protagonista frequenta la scuola dell'obbligo senza imparare alcunché, ma in compenso a casa apprende ""tutto ciò che occorre sapere"""" dal nonno, professore in pensione, anch'egli colpito da cecità verbale in seguito a un principio di congelamento. Insieme trascorrono ore in compagnia della Bibbia illustrata dal Doré, nella rara edizione che contiene solo le incisioni - il nonno a raccontare le storie e il nipote a immagazzinarle sotto forma di immagini. Finendo per conoscerle tanto bene da essere in grado, molti anni dopo, perduto l'amato volume, di ridisegnarle tratto per tratto. Il protagonista attraversa sereno la sua lunga esistenza nella fede assoluta nell'amore del padre, un severo ispettore forestale che, non sopportando l'onta di un figlio analfabeta, l'aveva rinchiuso per molti anni in un istituto per ineducabili. Di lui conserva gelosamente una lettera, che ovviamente non può leggere ma sul contenuto della quale non ha dubbi, certo com'è dell'amore paterno che deve averla ispirata. Anche quando scoprirà che la verità è un'altra. Accanto al protagonista si muovono attraverso la storia diversi personaggi, dal giornalista Manfred Marklund al forzuto Elis di Lillåberg e alla conferenziera che ha dedicato una vita a studiare le vite dei santi, già comparsi nei due precedenti romanzi, Miele e La ricetta perfetta, che con questo vanno a formare un trittico colorito sul Västerbotten e i suoi quanto mai originali abitanti."" -
L'allegra apocalisse
La Terra non ci sopporta più. E basta un'enorme sbronza collettiva a New York per i festeggiamenti del nuovo Millennio e uno sciopero dei netturbini di Manhattan a scatenare una disastrosa catastrofe ecologica. Ah, mondo infame! Sarà arrivata l'Apocalisse? Parigi è finita sotto sei metri d'acqua e i pesci si aggirano per le strade e i caffè di Montparnasse, a San Pietroburgo esplode una centrale nucleare, nel mondo stravolto si scatena la Terza guerra mondiale, mancano le fonti di energia e l'economia globale è crollata. Ma in mezzo ai boschi del Kainuu, nella Finlandia centrale, Asser Toropainen, un vecchio comunista ""grande bruciachiese"""", in punto di morte ha destinato tutti i suoi beni per costruire un tempio. E tutt'attorno quest'improbabile santuario è cresciuta una comunità silvestre di gente laboriosa e gaudente che vive di caccia pesca e giardinaggio, in autarchia e prosperità, indifferente alla catastrofe universale. Un gruppo di strampalati personaggi paasilinniani tanto geniali quanto testardi, che naviga in mezzo ai marosi di un pianeta che va in malora con l'incoscienza di un'Utopia senza tempo. Paasilinna immagina un passato e un futuro nemmeno così lontani, contemplando la vanità delle ideologie e del consumismo, e le farneticazioni della nostra civiltà inutilmente complicata. E se l'Apocalisse deve venire, che venga pure. Paasilinna non è certo il tipo da farsene un problema."" -
L'anno del coniglio
Vatanescu, clandestino rumeno in Finlandia, arriva nel mondo da cui Vatanen, il leggendario eroe dell'""Anno della lepre"""" di Arto Paasilinna, era fuggito: il libero, prospero e frenetico Occidente. Forte di un contratto a tempo indeterminato da mendicante per Jegor Kugar, ex agente del KGB nonché trafficante di droga, armi ed esseri umani, è pronto a intraprendere la sua epica scalata verso l'integrazione - e a comprare al figlio Miklos quelle scarpette da calcio che ha sempre sognato. Ma la carriera di accattone è tutt'altro che promettente e Vatanescu, presa la fuga, si ritrova sballottato da Helsinki alla Lapponia, braccato da polizia e mafia russa, con un coniglio salvato in un parco come inseparabile talismano. A quarant'anni dal famoso romanzo di Paasilinna, Tuomas Kyrö racconta l'epopea di un outsider dei nostri giorni, trascinato per tutti i gradini della società e i trabocchetti della burocrazia, le battaglie di filantropi, ambientalisti, politici e i sogni di una prestigiatrice incompresa. Perché se Vatanen ha potuto scegliere la natura e la libertà, Vatanescu non ha altra scelta che rincorrere un posto a lui negato nel sistema, per arrivare a concludere perplesso: """"Non sapevo che la vita facile potesse essere tanto difficile"""". La sua ingenuità diventa humour sottile in un viaggio nell'eterna corsa alla felicità, dove c'è chi parte con scarpe lucide e chi con ciabatte sfondate, ma lotta perché il figlio possa giocarsi la sua partita con un vero paio di scarpe con i tacchetti."" -
La fattoria dei malfattori
Jalmari Jyllänketo, ispettore capo dei servizi segreti finlandesi, è inviato nel cuore della Lapponia con una missione speciale: scoprire cosa si nasconde dietro la Palude delle Renne, un vecchio kolchoz ora trasformato in una fiorente azienda agricola biologica. Corre voce che la proprietaria Ilona Kärmeskallio, eroica paladina dell'ecosostenibile, abbia ucciso il marito con le proprie mani e commesso le peggiori atrocità. Vestiti i panni di ispettore bio, l'agente segreto s'infiltra con piacere in questo paradiso salutista, che con funamboliche tecniche agrarie ricava dalla terra artica le migliori erbe aromatiche d'Europa e dove perfino la vecchia miniera di ferro scavata nelle viscere della montagna è stata convertita in un'avanguardistica fungaia. Non c'è che dire, la Palude delle Renne merita il più esclusivo bollino bio. Ma proprio nella fungaia c'è qualcosa che non torna: perché è sormontata da una torretta di guardia, avvolta da un silenzio spettrale e chiusa da un portone di acciaio? Da dove vengono le urla che Jalmari ha sentito nel suo labirinto di gallerie sotterranee? E cosa ci fanno a zappare la terra del kolchoz un noto parlamentare, un teppista nazi e il vescovo Röpelinen? Con la sua fantasia senza confini e il suo humour senza filtri, Arto Paasilinna torna a puntare la lente sulle più scomode domande aperte della società. -
Per antiche strade. Un viaggio nella storia d'Europa
Con una prosa elegante e coinvolgente, attraverso un meticoloso lavoro di documentazione che si alterna all’esperienza in prima persona, Mathijs Deen ci regala un saggio narrativo capace di gettare uno sguardo originale sul continente europeo, sulla sua storia e i suoi abitanti. rnLe strade europee esistono da migliaia di anni e sono state consumate dai piedi e dalle ruote di tutti coloro che le hanno usate per emigrare, per commerciare, per attaccare eserciti nemici o semplicemente per fare ritorno a casa. Straordinario viaggio nel tempo e nella cultura d’Europa, Per antiche strade è un libro capace di trasformare le strade in storie e di dar voce a tutti gli uomini che le hanno percorse.rnNell’ultimo milione di anni moltissimi viaggiatori hanno vagato per l’Europa, dal misterioso Homo antecessor le cui impronte sono state trovate sulla costa dell’Inghilterra, fino ai guidatori sulle autostrade di oggi. Sotto ogni traccia se ne trova una più antica, sotto ogni strada asfaltata c’è una vecchia mulattiera, su ogni sentiero le impronte di antichi cacciatori o delle loro prede. Eppure, a differenza delle celebri highways statunitensi che hanno contribuito a dare forma all’identità di un paese, le strade europee hanno un ruolo ambivalente e non sempre sono state viste come un bene comune che ha contribuito a unificare il continente. Alla ricerca di una spiegazione, lo scrittore olandese Mathijs Deen segue le orme di rifugiati, banditi, pellegrini, ciclisti, cercatori di fortuna e conquistatori che si sono fatti strada lungo le coste, i fiumi e le vie d’Europa. Ripercorrendo lui stesso quelle strade, ci racconta del bandito Bulla che terrorizzò la Via Appia intorno al 200 d.C.; di Gudrid, la prima donna islandese a toccare suolo americano, viaggiatrice instancabile che intorno all’anno 1000 intraprese un pellegrinaggio verso Roma; di un ebreo sefardita che portò il meglio del teatro spagnolo ad Amsterdam nel 1640; di Coenraad Nell, un suo antenato asmatico costretto a seguire in Russia l’esercito di Napoleone; del figlio di un fabbro londinese che a inizio Novecento guidò alle prime gare su strada. -
Campo di pietra
Per il giornalista Jonas, una breve vacanza con le figlie tra i boschi, il mare e le pietre brulle delle isole Åland è un'occasione per lavorare in pace alla biografia di un detestato magnate dei media chiamato semplicemente «Y»: vero e proprio corruttore di parole, pronto a usarle per creare scandali e facile patetismo, è la nemesi di Jonas, che per tutta la vita le ha curate, perché fossero sempre chiare, aderenti ai fatti, inscalfibili, come la pietra del misterioso campo dietro la casa estiva. Eppure, come il campo, quell'ossessione per la parola rischia di diventare arida e sterile: ha ormai allontanato Jonas dalla famiglia e dagli altri, che lui ha sempre vessato perché fossero precisi e non si ripetessero. Vedovo, con la moglie aveva già rotto da tempo, di amici non ne ha e solo le due figlie, Karin e Maria, cercano ancora di avvicinarlo, invitandolo in vacanza con loro. E se in quei giorni non riesce a scrivere come vorrebbe, una quotidianità più leggera e più semplice può comunque aiutarlo a schiarirsi le idee, a interessarsi finalmente alla sensibile Maria, a trovare spazio per l'amicizia dopo una vita in isolamento. Il manoscritto della biografia che si porta sempre dietro diventerà così lo specchio in cui osservare se stesso, i propri errori e i propri fallimenti, per provare, tardivamente e senza sapere come, a fare ammenda. Identificandosi con lo sguardo del suo protagonista, Tove Jansson racconta della solitudine degli scrittori e della vocazione che si fa ossessione, della ricerca delle parole più giuste e della lotta contro il loro abuso. -
Animali che nessuno ha visto tranne noi. Ediz. a colori
Il vincitore del premio del Consiglio Nordico per il miglior libro per ragazzi e del premio Snöbollen per il miglior albo svedese illustrato dell’anno ci racconta di animali solo all’apparenza un po’ strani: nell’uno o nell’altro, ciascuno di noi potrà ritrovare almeno un pezzetto di sé.rnrnIn illustrazioni crepitanti di colori dimorano animali che nessuno ha mai visto – eccetto, naturalmente, Ulf Stark e Linda Bondestam. Popolano un mondo dove non sempre è facile trovare il proprio posto: ci sono l’Escaloppo, che si sente isolato da tutto, gli Aspettaespera, con la loro vita sospesa nell’attesa non si sa di cosa, il Bumbumbo, che ingoia l’amarezza di essere nato brutto... Pochi sono davvero felici della vita che gli è toccata, ma c’è chi riesce a trovare una strategia per vivere contento: la Giornaliera sta al mondo un solo giorno, ma se lo gode tutto; lo Gnoccantropo si muove a stento tanto è grosso, ma poi in sogno riesce perfino a volare; l’Ombrarella, di giorno prigioniera di un corpo, la notte se ne libera per danzare fino al mattino. Sono tutte curiose creature che hanno qualcosa in comune con la fauna esistente e con gli abitanti della Valle dei Mumin, ma allo stesso tempo somigliano tremendamente a ciascuno di noi. Ulf Stark e Linda Bondestam affrontano con grazia il tema delle tante difficoltà del vivere sfumandolo nella giocosità, nell’ironia e nell’inventiva del loro variopinto amalgama di versi e disegni. Età di lettura: da 3 anni. -
La storia di Sardegna. Sintesi. Ediz. tedesca
Casula rivede la storia sarda secondo la nuova Dottrina della Statualità che riduce d'importanza i periodi in cui l'isola fu un semplice possedimento coloniale di potenze esterne straniere ed esalta invece le entità giuridiche che in essa si formarono nell'evo medio e nell'età romana. -
Amore fuori programma
Lia è un'aspirante cantante con un bel caratterino. Ironica, diretta, leale, la ragazza guarda alla vita con occhio disincantato e non si fa troppe illusioni sull'amore. Incontrare Stefano metterà a dura prova la sua pazienza. Fin dal primo incontro sono scintille a causa di una profonda incompatibilità di carattere. Stefano è un brillante avvocato, bello, ricco e di buona famiglia. Il classico figlio di papà, categoria che Lia ha sempre evitato come la peste. Non sopporta la totale assenza di freni della ragazza, che dice quello che pensa in qualsiasi momento, anche a sproposito. La sua capacità di spiazzarlo lo irrita, soprattutto perché Lia tocca inconsapevolmente i suoi nervi scoperti. Lei lo odia, lui la odia: è sicuramente amore. -
Territori da cucire 2015-2022. Un progetto del Teatro delle Ariette per la comunità
Territori da cucire 2015-2022. Un progetto del Teatro delle Ariette per la comunità racconta le prime otto edizioni del progetto che sta tuttora proseguendo in Valsamoggia. Il volume è pensato e realizzato insieme a coloro che a vario titolo hanno concorso a Territori da cucire e permette di conoscere peculiarità e trasformazioni intervenute nel corso del tempo attraverso una cronistoria, interviste, materiali, riflessioni, approfondimenti e immagini. Un progetto che si inserisce nel lungo percorso che la Compagnia conduce da sempre nei confronti del pubblico e della comunità.