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Cittadinanza opaca
Il libro intende indagare il carattere opaco della cittadinanza femminile, inteso come persistenza di dispositivi socio-simbolici che riconducono costantemente la soggettività delle donne a funzione sociale. Questa dinamica proietta nel presente le sue ombre, producendo nuove forme di assoggettamento. L'opacità che ancora oggi circonda il lavoro di cura - non considerato lavoro, ma attività naturale delle donne, connessa alla maternità e al contesto familiare - è emblematica del funzionalismo del corpo delle donne. Le più svariate forme di disparità che le donne vivono non sono dovute all'incompiutezza delle leggi o ad un deficit dei diritti, bensì alla permanenza della divisione sessuale del lavoro e di una condizione strutturale dei rapporti di potere tra i sessi. Il volume si sviluppa lungo cinque nuclei argomentativi, volti a tracciare un bilancio sulla cittadinanza femminile: cittadinanza, lavoro, welfare, saperi, migrazione. In tali ambiti è possibile rinvenire una rinnovata forma dei processi di addomesticamento del femminile. Il filo conduttore di ogni capitolo è rappresentato dal lavoro. Inteso, nel senso più ampio, come riproduzione della vita (funzione sociale, cura, socializzazione) costituisce l'aspetto su cui si è più esercitato il disciplinamento del corpo femminile. Corpo naturalizzato, a servizio prima della modernizzazione capitalistica e poi sussunto nelle performance della nuova razionalità neoliberale. -
Critica marxista (2019). Vol. 2
La storica rivista di cultura politica italiana, nata nel 1963, presenta indagini e commenti sull'attualità politica, sociale, economica, e riflessioni teoriche e storiografiche. -
Lavorare tutti? Crisi, diseguaglianze e lo Stato come datore di lavoro di ultima istanza
Lo Stato come datore di lavoro di ultima istanza torna come ipotesi nel dibattito politico e accademico. Negli Stati Uniti le proposte di Lavoro garantito pubblico e il Green New Deal, che prevede lavoro garantito pubblico, hanno suscitato grande interesse. Di cosa parliamo? Della possibilità e necessità di intervenire, creando lavoro, in ambiti quali l'adattamento e la lotta al cambiamento climatico e il lavoro di cura in società avanzate e complesse come quelle occidentali. Si tratta di ipotesi sensate? Ce ne sarebbe bisogno negli Stati Uniti? E nell'Italia del «Reddito di cittadinanza»? Forse, se è vero che in tutto l'Occidente aumentano le diseguaglianze e il lavoro viene pagato sempre meno. ""Lavorare tutti?"""" ricostruisce le proposte americane di lavoro garantito e il dibattito accademico e politico che hanno suscitato, ricorda le esperienze precedenti dal New Deal in poi, offre una fotografia della società americana, delle sue diseguaglianze, dei suoi ritardi, dei milioni rimasti indietro. Divisioni e diseguaglianze spiegano tanto la vittoria di Trump quanto la popolarità di figure come Bernie Sanders e Alexandria Ocasio-Cortez. Spostando poi il fuoco sulla situazione italiana, il volume, arricchito da una introduzione teorica di Laura Pennacchi, prova a fare alcune ipotesi su un'idea di lavoro garantito a partire da un quadro del mercato del lavoro e dei bisogni insoddisfatti del nostro paese. Prefazione di Gianna Fracassi. Introduzione di Laura Pennacchi. Postfazione di Riccardo Sanna."" -
Bilateralità. Welfare e contrattazione: esperienze europee a confronto
Nel presente testo sono riuniti gli atti del seminario Bilateralità, welfare e contrattazione: esperienze europee a confronto che si è svolto a Roma il 2 luglio 2019. Si tratta del più recente del ciclo di eventi che la Cgil nazionale, in collaborazione con la Fondazione Giuseppe Di Vittorio, ha voluto dedicare all'approfondimento dei diversi aspetti che caratterizzano la bilateralità, con lo scopo di evidenziarne la pluralità di sfaccettature e di punti di osservazione e cercare di leggerne, prospetticamente, lo sviluppo. Il volume completa così una serie di iniziative sul tema della ""bilateralità"""" che la Cgil nazionale ha realizzato nell'arco di alcuni anni (2015-2019). Iniziative che hanno formato le tappe del percorso di costruzione di un autonomo pensiero declinato nei suoi vari segmenti. Il viaggio si è sviluppato attraverso occasioni di confronto con le maggiori categorie industriali della Cgil, allargandosi successivamente al coinvolgimento delle più importanti controparti storicamente sensibili a questa tematica, per arrivare alle stesse organizzazioni di Cisl e Uil e ai rappresentanti delle maggiori Federazioni sindacali europee."" -
A braccia aperte. Storie di ordinaria resistenza al razzismo
C'è un'Italia che dice no, e che resiste alla paura riversata sui social network da migliaia di account, veri o falsi che siano. La paura dello straniero, cavalcata a bella posta da forze politiche interessate. Di contro esiste un pezzo di paese che spesso non ha voce, ma che si dà da fare con tenacia, impegno e coraggio. Ed è qui che l'autore è andato a indagare: un lungo cammino alla ricerca di persone, istituzioni, associazioni e sindacati che con le loro azioni hanno fatto da contrappeso al razzismo pervasivo degli ultimi anni. Il volume raccoglie un reportage pubblicato a più riprese su «Rassegna sindacale» a partire dal giugno 2018 e con taglio narrativo illumina le tappe del viaggio attraverso la penisola: si va dal sindacato di strada per tutelare i braccianti sikh nelle campagne dell'Agro Pontino, a quello che vince in tribunale contro i sindaci-sceriffi del Nord per l'incostituzionalità delle loro ordinanze discriminatorie; dalla difesa dei lavoratori bangladesi nel cantiere navale di Monfalcone, alle lotte per la legalità nella piana di Gioia Tauro; dalla scuola di accoglienza di Ventimiglia, alla Ferrara che cerca di resistere all'onda leghista; fino agli straordinari sincretismi dei laboratori artigianali per la centenaria festa della Madonna della Bruna di Matera gestiti da richiedenti asilo, o della Camera del lavoro di Catania che apre le porte alle tradizioni delle molteplici comunità di stranieri della città. Chiosano efficacemente il reportage la sentita testimonianza di Pietro Bartolo - il medico di Lampedusaora parlamentare europeo - e gli attimi di realtà colti da suggestivi scatti fotografici. Prefazione di: Maurizio Landini. Postfazione di: Giuseppe Massafra. -
Annali Fondazione Giuseppe Di Vittorio. La contrattazione che cambia (2018)
A quaranta anni dalla nascita dell'IRES, nell'ambito di un programma triennale rivolto alle diverse attività dell'Istituto, la Fondazione Giuseppe Di Vittorio con questo volume valorizza l'attività del settore della ricerca. La pubblicazione, dedicata a Lorenzo Birindelli, si sviluppa in capitoli specifici curati da diversi ricercatori della Fondazione che approfondiscono il tema della contrattazione. L'Annale prevede anche importanti contributi esterni e una postfazione di Giuliano Amato, primo presidente dell'IRES-CGIL. La Fondazione Giuseppe Di Vittorio è l'istituto nazionale della CGIL per la ricerca storica, economica, sociale e della formazione sindacale. -
Emilio Gabaglio. Il sindacato senza frontiere
Emilio Gabaglio è nato a Como nel 1937. Laureato in Economia alla Cattolica di Mi-ano, ha iniziato a collaborare con le ACLI della sua città fin dai tempi dell'università. Nel 1969, succeduto a Livio Labor come presidente nazionale, negli anni della fine del coliate-ralismo con la Democrazia Cristiana, al convegno di studi di Vallombro-sa dell'agosto 1970 ha avanzato la proposta di una «ipotesi socialista» come possibile campo d'impegno dei lavoratori cristiani, fatti salvi i valori che garantiscono lo sviluppo integrale dell'uomo, entrando però in conflitto con la gerarchia ecclesiastica fino ad incorrere nella «deplorazione» di Paolo VI. Passato alla CISL, è stato responsabile del dipartimento internazionale, e poi segretario confederale. Dal 1991 al 2003 è stato segretario generale della Confederazione Europea dei Sindacati, lavorando al raggiungimento dell'unità del sindacalismo europeo e alla crescita del suo ruolo negli anni in cui il dialogo sociale ha prodotto, con la presidenza della Commissione di Jacques Delors, i risultati più alti e concreti. Una lunga esperienza di elaborazione, di pazienti progressi, anche di rotture; cinquant'anni di solidarietà con le organizzazioni sindacali, dalla Spagna franchista all'America Latina delle dittature militari, dall'ex Jugoslavia alla Polonia di Solidarnosc, che in questa intervista vengono ripercorsi. -
I poveri possono parlare? Soggetti, problemi, alleanze
Sull'onda degli effetti esplosivi della pandemia e di una crisi economica e sociale più che decennale, il tema della povertà è tornato al centro del discorso pubblico e della produzione culturale. Il successo di film come Joker e Parasite sta lì a testimoniarlo. Contestualmente un'altra crisi, non meno lunga e lacerante, ha investito il vocabolario politico novecentesco, che non riesce più a fare presa su una realtà radicalmente trasformata. Da più parti si invoca oggi la sostituzione del concetto di classe con quello di popolo, e dell'opposizione orizzontale destra-sinistra con quella verticale al-to/basso. Ma questa operazione, apparentemente plausibile, risulta politicamente problematica e logicamente a-poretica. Chi sta in basso, e chi in alto? Chi sta in basso può davvero parlare, e come? E quando parla, che valore siamo tenuti a dare alla sua parola? Obiettivo di questo volume è usare la categoria di povertà per articolare queste domande e abbozzare delle risposte attraverso i contributi di cinque giovani ricercatori provenienti da prospettive disciplinari diverse: diritto, sociologia, etnografia, filosofia politica, critica letteraria. La scommessa che li accomuna è che le questioni metodologiche poste nei rispettivi campi dal confronto con l'oggetto ""povertà"""" possano essere messe al servizio di un lavoro di concettualizzazione politica. L'analisi dei singoli casi-studio produce subito uno spostamento: dalla povertà ai poveri. E non tanto ciò che i poveri sono, ma ciò che i poveri fanno. Questione dunque di pratiche, non di identità. Da qui un ulteriore risultato: mostrare come i confini fra i poveri e """"noi"""" siano molto più labili di quanto si creda. E come dunque la povertà possa rivelarsi l'indice di una nuova politica dell'emancipazione e della libertà."" -
Comit la metamorfosi. Da Gotha della finanza a Galleria d’Arte
Sulla storia della Comit è molto ricco il catalogo delle pubblicazioni scritte da affermati storici, politici, giornalisti ed economisti per il ruolo di primo piano che l'Istituto di Piazza della Scala ha rivestito sia in Italia che all'estero. Scarsamente indagata è invece la faccia della medaglia riproducente la variegata attività della Banca «vista e vissuta da un lavoratore e dirigente sindacale». Aspetto interessante sia per il numero dei lavoratori coinvolti a livello nazionale sia perché trattasi della testimonianza di un dipendente Comit nonché dirigente sindacale di base, dalla data di assunzione (1974) a quella dell'«ammaina bandiera» (2001), con la fusione per incorporazione della Bci in Banca Intesa. Fa molto riflettere lo iato fra le giovanili attese legate alle «fresche» lezioni bocco-niane, nonché al mito del lavoro sicuro, e il duro impatto vissuto dall'autore per le mansioni noiose e ripetitive, pur essendo assegnato ad un ufficio specializzato. Da qui prende sostanzialmente avvio l'interesse di Michele Sala per le tematiche sindacali nelle file della Cgil dei bancari (Fisac). Il testo ripercorre le aree tematiche più significative delle azioni sindacali in azienda: leggerle, a decenni di distanza, fa davvero riflettere sullo sviluppo degli eventi e sulla maturità acquisita con l'esperienza e con gli anni. Fra i tanti argomenti, assume rilevanza la contrattazione integrativa aziendale su una serie di materie quali lo sviluppo professionale e le condizioni di lavoro in un periodo di grandi cambiamenti, nonché il salario aziendale con riferimento alla determinazione del premio di produttività, le azioni positive e pari opportunità, con due progetti che hanno «fatto scuola». «Ammainata» la bandiera della Comit con l'elisione del suo storico piccolo acronimo Bci dal logo e dalla denominazione sociale, nel 2011 le «viene reso l'onore delle armi», adibendo a Museo nazionale di arte moderna lo storico edificio di Piazza della Scala 6 a Milano, mantenendo l'insegna Banca Commerciale Italiana. Quell'edificio, che tante attese aveva suscitato nell'autore nel 1974 all'atto di varcarne il portone, è rimasto a emblema di tanta esperienza accumulata, umana, professionale e culturale. -
Critica marxista (2021). Vol. 1-2
La storica rivista di cultura politica italiana, nata nel 1963, presenta indagini e commenti sull'attualità politica, sociale, economica, e riflessioni teoriche e storiografiche. -
Rivista giuridica del lavoro e della previdenza sociale (2021). Vol. 1: Gennaio-marzo
Rivista fondata da Aurelio Becca e da Ugo Natoli. Diretta da Umberto Carabelli. -
Quo vadis rider. La lotta umana e sindacale dei ciclofattorini
Un racconto. Un’inchiesta. Un contributo di approfondimento giuridico, sociologico e culturale con uno sguardo che al giorno d’oggi va ben oltre i confini nazionali. Fra sentenze e contratti, orizzonti mediatici e testimonianze in carne e ossa, questo libro si propone di suscitare una presa di coscienza, individuale e collettiva, su cosa è diventato e su come rischia di configurarsi il lavoro gestito dagli algoritmi in un mondo che già corre velocissimo. A maggior ragione è decisivo che a rappresentare nelle sedi istituzionali il lavoro e le figure dei ciclofattorini ci sia una conoscenza il più possibile interconnessa e condivisa, quindi all’altezza della situazione. Prefazione di Tania Scacchetti e Introduzione a cura di Filippo Ceccarelli. -
Rete nera. Non ci sono lupi solitari
Se parliamo degli attentati del Bataclan, di Nizza, Bruxelles e Manchester, in Occidente tutti hanno immediata memoria del terrorismo islamico. La musica cambia se parliamo del terrorismo suprematista e xenofobo: Oklahoma City, Utoya, Christchurch, El Paso. I ricordi si fanno più confusi, in alcuni casi fuorvianti. Eppure sono attentati che hanno causato centinaia e centinaia di morti. Il libro analizza le azioni, il pensiero dei killer suprematisti, i loro manifesti politici, che condividono sul web e non solo, i punti di contatto tra nazionalismo e xenofobia. Lo stragista di Utoya elencò già nel 2011 i partiti che avrebbero potuto dare una mano per prendere il potere: Russia Unita di Putin, il Front National di Le Pen, la Lega, Forza Nuova, Fpö, Pvv, Vlaams Belang. Una parte di queste forze avrebbe poi formato nel 2015 un gruppo unico all'Europarlamento e sarebbe anche andata al governo in alcuni Paesi, tra cui l'Italia. E che dire del killer di Christchurch, australiano, che si radicalizza in Europa e fa donazioni ai movimenti identitari di Francia e Austria? Il suo manifesto politico si intitola «La grande sostituzione», come il saggio del francese Renaud Camus. La teoria di base è semplice: gli occidentali bianchi devono ricominciare a fare più figli e gli immigrati devono tornare a casa loro. Per svegliare le coscienze e respingere gli «invasori» ogni mezzo è lecito, stragi di innocenti comprese. Fino a qualche anno fa chi avrebbe potuto immaginare l'assalto al Congresso Usa? Gli Stati Uniti di Trump e la Russia di Putin soffiano sul fuoco del nazionalismo allo scopo di indebolire l'Unione Europea? Terrorismo islamico e terrorismo suprematista alimentano allo stesso modo lo «scontro di civiltà» teorizzato da Samuel P. Huntington. Perché i media e l'opinione pubblica danno un peso diverso alle due facce della stessa medaglia? Il libro accende un riflettore su questi temi, finora trascurati e sottostimati. -
Lo spazio pubblico
I mutamenti sociali degli ultimi anni hanno mostrato l'esigenza di rimettere in discussione il tema dello spazio pubblico, portando all'apertura di forti dibattiti circa la sua natura e le sue definizioni. Una delle cause principali delle ambiguità che segnano tali discussioni deriva dal continuo oscillare tra l'idea di spazio pubblico come spazio fisico e materiale e l'idea di spazio pubblico nel suo senso metaforico, come arena politica. L'intento del volume è mostrare come lo spazio pubblico, in quanto spazio politico, sia sempre legato alla sua dimensione materiale. Procedendo attraverso la ricostruzione genealogica e l'analisi critica delle recenti dinamiche sociali e politiche secondo la prospettiva del conflitto e della differenza, queste pagine cercano di evidenziare gli slittamenti, i ritorni, le reinvenzioni dietro i diversi usi del concetto, articolandone e problematizzandone gli assunti, mostrandone le implicite visioni ed esigenze politiche. -
Strumenti del nuovo sviluppo. I fondi per la formazione continua. Una scomessa da giocare
I Fondi per la formazione continua sono organismi gestiti congiuntamente dalle organizzazioni sindacali e imprenditoriali, che dovranno organizzare, dirigere e finanziare piani di formazione per i lavoratori occupati nelle imprese italiane, utilizzando lo 0,30% del monte salari che da anni viene versato all'Inps per questo scopo. Le parti sociali in Italia e in tutta Europa hanno scommesso sulle risorse umane come punto di sintesi tra gli interessi dell'impresa e quelli dei lavoratori e del sindacato. Il libro offre un'informazione sulla genesi, la configurazione e il futuro utilizzo di tali strumenti, fornendo un vademecum per tutti coloro che nel sindacato, nelle associazioni d'impresa e nel sistema formativo se ne dovranno occupare. -
La formazione continua dei lavoratori. Fondo sociale europeo, accordi, norme nazionali
Il volume intende ripercorrere le tappe fondamentali dell'itinerario normativo che ha consentito nell'ultimo decennio di porre le basi, in Italia, del sistema di formazione continua. Nella prima parte si rivisitano i momenti della politica europea in materia. Dopo aver analizzato il ruolo e le caratteristiche dei fondi strutturali, si espongono i risultati prodotti dagli investimenti compiuti attraverso le risorse dell'Obiettivo 4 della programmazione 1994-99 del Fondo sociale europeo. La parte finale si occupa della nuova programmazione 2000-2006 dei Fondi strutturali e, in particolare, analizza i contenuti del Quadro comunitario di sostegno - Obiettivo 3, che riguarda gli investimenti del Fondo sociale europeo sulle risorse umane. -
Dopo lunghe e cordiali discussioni. La storia della contrattazione sindacale alla Fiat in 600 accordi dal 1921 al 2003
«Dopo lunghe e cordiali discussioni» è la formula più volte utilizzata nel preambolo degli accordi sindacali alla Fiat alla fine degli anni sessanta, uno dei periodi più conflittuali della storia aziendale: l'evidente contraddittorietà sembra riassumere l'essenza stessa delle relazioni industriali nell'azienda torinese. Le contraddizioni e i problemi irrisolti del passato determinano molti degli elementi di mancato sviluppo delle relazioni industriali del presente: la comprensione di questi limiti e di questa «diversità» della Fiat è il primo passo per proporsi, in una fase di radicali cambiamenti degli assetti produttivi e proprietari, un nuovo approccio al problema dei rapporti tra sindacati e azienda. -
La cittadinanza sociale fra vie locali e universalità. Voci a confronto
A due anni dalla legge quadro sul sistema socio-assistenziale e dalla riforma del Titolo V della Costituzione approvate dal Governo dell'Ulivo, e in concomitanza con l'uscita del Libro bianco sui welfare dell'attuale Governo di centro destra, rappresentanti delle forze politiche e sociali, del Terzo settore, del mondo universitario e della ricerca, decisori locali, esperti riflettono sulla tematica dell'equilibrio fra territorialità delle politiche e universalità dei livelli di inclusione. Sostenere i percorsi, le opzioni, le strategie programmatorie e di gestione espressi dai vari contesti locali è tanto necessario quanto supportare un principio di convergenza che crei condizioni di parità sociale e territoriale: questa la tesi del volume. -
I lunedì dell'economia della Fondazione Giuseppe di Vittorio. Vol. 1
I ""Lunedì dell'economia"""" hanno caratterizzato il primo anno di attività pubblica della Fondazione Giuseppe Di Vittorio e del suo Comitato scientifico, nella città di Milano. Gli appuntamenti hanno toccato temi rilevanti quali lo scenario macroeconomico, la competitività, il diritto del lavoro, il welfare. L'attualità degli argomenti trattati si è sempre misurata con uno spessore alto di approfondimento e sollecitazione di ricerca, realizzando così una fusione ricca tra l'approccio teorico e uno più immediatamente legato all'intervento contingente."" -
Globalizzazione e relazioni industriali. Consultazione dei lavoratori nelle imprese transnazionali
In che modo il sindacalismo europeo può ancora porsi come un protagonista assoluto sulla scena globale e in seno alle nostre società? Una risposta può venire dal sistema di regolazione lavoristica adottato dall'Unione Europea, che sembra rappresentare oggi uno scenario ottimale per sperimentare un nuovo diritto del lavoro di livello sovranazionale, soprattutto per il ruolo riconosciuto all'autonomia collettiva delle parti sociali nella formazione di un diritto europeo del lavoro. Il libro passa in rassegna sia il profilo formale e socio-giuridico della normativa, sia la qualità della sua applicazione pratica.