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Fifth dimension. Psichedelia USA 1966-1974
Diviso in sette scene (le più significative: San Francisco e Los Angeles, New York e la Terra della Signora Elettrica), Fifth Dimension di Claudio Gargano è un caleidoscopio di suoni.rn«Sei anni (1966-1974) rievocati dagli autori con puntualità e passione» - il Venerdì di RepubblicarnA partire dalla Summer of Love, trae ispirazione da quelle che Allen Ginsberg chiama le Droghe Benevole, le sostanze chimiche che non danno assuefazione, l’Lsd che aspira a diventare un estatico strumento di conoscenza in grado di svolgere il ruolo di alimento base della Nazione Hippie e, come raccomanda l’autore di Howl, di allargare l’area della coscienza, per raggiungere l’Illuminazione e ottenere, secondo i Jefferson Airplane, “free minds, free bodies, free dope, free music”. Dopo un trip di mezzo secolo, giunge da lontane galassie l’onda lisergica di Janis Joplin, Country Joe & The Fish, Grateful Dead, Jefferson Airplane, Quicksilver Messenger Service, 13th Floor Elevators, Byrds, Doors, Love, Spirit, Velvet Underground, David Crosby, Jimi Hendrix (la nebbia purpurea sprigionata dalle corde della sua Fender Stratocaster dipinge di blues una musica che equivale a un tuffo nelle zone d’ombra dell’Io) e delle altre settanta formazioni che volano eight miles high. -
Jovanotti live: io c'ero! Una vita in tour
Io non sono una ""fan"""" di Jovanotti. Sono una """"fun"""" di Lorenzo. Non voglio sposarlo, non vado sotto casa sua, non commento i suoi post sui social, non cerco di incontrarlo perché mi viene il panico. Lo seguo e lo ascolto perché mi motiva e negli anni mi ha sempre dato spunti di vita, c'è sempre stato al momento giusto. Cos'è Lorenzo per me? Una religione. Vado ai suoi concerti perché mi diverto. E andare """"ai"""" concerti è diverso da andare """"al"""" concerto. Ne ho visti 157. Il mio viaggio lungo trent'anni che voglio raccontare per come è stato fino a qui: naturale, sfaccettato, impegnativo, entusiasmante, appassionato, arricchente. Un viaggio che tocca città italiane e straniere, stadi e palazzetti, parrocchie e auditorium. Vissuto in compagnia di amici vecchi e nuovi, compagni di esperienza sbalzati con me per una manciata di ore in una dimensione unica. Un viaggio pieno di vita che non è ancora finito ma che ad oggi vale la pena di essere raccontato per farlo ricordare a chi c'era e renderlo immaginabile a chi non c'era. La mia storia di vita in tour."" -
Emozioni private. Lucio Battisti. Una biografia psicologica
Emozioni private è un testo prezioso nella sterminata bibliografia battistiana. La vita e le opere del grande artista scomparso vent'anni fa sono oggetto di un'accuratissima ricerca di informazioni condotta attraverso i giudizi di chi lo ha frequentato più da vicino, a cominciare da Mogol, che in una lunga conversazione con l'autrice svela molti segreti della sua amicizia e della sua fertile collaborazione con Lucio.rn La ricerca effettuata da Amalia Mancini mette in luce una personalità che nei suoi tratti esteriori e nei suoi discreti comportamenti di uomo di spettacolo non manifestava a tutti la sua intima essenza, così bene trasmessa invece nella sua musica. Già nella prima parte del volume sono posti in rilievo quei temi che verranno poi ripercorsi nella seconda parte, che analizza le singole opere: il tema dell'amore, della malinconia, della libertà, della natura, dell'ecologia, della paura, dell'alienazione, della solitudine, del timore di una catastrofe naturale e umana. «Ascoltare significa qualcosa» dice Lucio, e riascoltare può essere un'operazione stimolante e coinvolgente. Questo libro, perciò, stimola e coinvolge trascinando a sua volta il lettore che viene sospinto a risentire parole e musica dell'opera di Lucio Battisti, immortale nel suono e nel ricordo. Con un'intervista esclusiva a Mogol. -
Donne rocciose. 50 ritratti di femmine rock, dalla contestazione alle ragazze del 2000
Un ambiente prettamente maschile, quello del rock. Addirittura machista, che ha tradizionalmente considerato l’altra metà del cielo come accessorio per rendere più stuzzicanti i video o, nel caso di artiste di evidente peso, come l’eccezione che conferma la regola e non come qualcosa di assoluta-mente normale, se non da valorizzare. Donne Rocciose – tratto in parte da una serie di articoli usciti esclusivamente in Rete e ora proposti in versione ampliata e aggiornata – è qui per fare giustizia. Ogni capitolo tratteggia prima una breve biografia dell’artista, per poi trarre le conclusioni sulla sua importanza come musicista e sui suoi tratti caratteriali, ponendo in primo piano la donna dietro il personaggio, fissando le coordinate del suo successo e del modo in cui possa essere considerata un modello. È proprio quest’ultima parte a costituire il nocciolo duro del libro. Le artiste – dalle grandi sacerdotesse del passato alle nuove ribelli contemporanee – sono state raggruppate seguendo una linea temporale che parte dagli anni Sessanta e giunge fino ai nostri giorni, tenendo come criterio per la divisione quello della pubblicazione del loro primo album o della loro prima apparizione ufficiale. All’inizio di ogni capitolo è stato poi inserito un “disco consigliato”, in modo da prendere (o riprendere) contatto con l’artista per iniziare un eventuale percorso di ricerca e riscoperta di tutta la sua carriera. -
No Beethoven. La mia vita dentro e fuori i Weather Report
Dai suoi esordi con le big band di Stan Kenton e Maynard Ferguson fino alle più recenti avventure nello spazio sonoro, Peter Erskine è un testimone privilegiato della storia del jazz degli ultimi quarant’anni, grazie, ma non solo, alla sua militanza nel gruppo dei Weather Report. Batterista tra i più grandi di sempre, musicista e compositore sopraffino, in molti lo hanno voluto accanto per valorizzare la propria musica: Michael Brecker, Joni Mitchell, gli Steely Dan, Elvis Costello, Pat Metheny sono solo alcuni dei personaggi che si avvicendano in queste pagine, e offrono all’autore lo spunto per raccontare la musica e per riflettere sulla creatività e sull’ispirazione. Il Peter Erskine che emerge da questo libro, però, è anche e prima di tutto un batterista, una persona profondamente legata ai suoi strumenti e alle persone che ne hanno fatto la storia: i musicisti, ma anche gli artigiani che, con la loro geniale creatività, insieme a loro ne inventano il suono. Il tono pragmatico del professionista, del session man e del discografico lascia tuttavia sempre spazio a quello incantato del fan e dell’appassionato, nel ripercorrere le tappe più importanti, gli incontri più determinanti e i momenti più toccanti del suo viaggio di musicista e di uomo. Come appunto quello con Joe Zawinul, Wayne Shorter e Jaco Pastorius, ovvero i Weather Report. Grazie al suo stile di scrittura piacevole e divertente, il batterista riscrive la storia “privata” di una delle più grandi band di tutti i tempi, condendo il racconto con foto inedite, e un’appendice con i cinquanta migliori dischi da lui incisi. Un libro per tutti: batteristi, musicisti, semplici appassionati, lettori curiosi e voraci. Introduzione di Mitch Haupers. -
Tutto Conte. Il racconto di 240 canzoni
Questo non è un libro ma un invito e, insieme, una provocazione. L'invito è quello di riascoltare tutti i 240 brani pubblicati da Paolo Conte in quasi mezzo secolo, in ordine di apparizione, raccontandoli in rapide schede che diventano parole in sottofondo, senza disturbare. La provocazione è quella di accompagnare ogni canzone con un giudizio in stelline, come quelle che si danno ai film: soggettive certo, di cui non tener conto ovvio, ma che comunque hanno un perché artistico, storico, ribaldo. Dalle stelle alle stelline, del jazz, della poesia, soprattutto della musica. Colta, popolare, esotica, etnica, dalla mazurka al boogie, dalla marcetta alla beguine, dalla rumba al foxtrot, dal liscio alla sinfonia. Spartiti sui quali nascono testi geniali e sorprendenti, origami di parole e sensazioni senza coordinate cronologiche, storiche, geografiche o politiche, di un genio che ama l'enigmistica, risolve rebus impossibili e inventa i nuovi sensi della musica: l'olfatto e l'udito. Ci fa annusare il cuoio delle scarpe dei ballerini in una balera di periferia, l'umidità di nebbia densa della pianura padana, l'aroma di tabacco dolce di una sala da tè d'antan, il profumo di violetta di una donna abbandonata sul canapè. Ci fa tendere l'orecchio allo scricchiolio del parquet di una stanza d'albergo, al vento che agita i foulard in una notte parigina, al fruscio di accappatoi caldi e profumati di lavanda e al vibrare di una carta da gioco contro i raggi di una bicicletta. -
Steve Harris. The man behind the Iron Mask
Con oltre 100 milioni di copie vendute in tutto il mondo, 34 album pubblicati di cui 16 in studio di registrazione, gli Iron Maiden sono, con ogni probabilità, la heavy metal band più amata dell'intera scena internazionale; centinaia, infatti, sono gli autori e recensori che si sono cimentati nella complessa quanto articolata ricerca della biografia ""perfetta"""" che narri le gesta della storica band britannica, ma dell'uomo dietro alla sua creazione ben poco è trapelato, troppo poco è stato raccontato di colui che in una fredda nottata dell'operosa Londra del 1975 diede vita al sogno che, ancora oggi pressoché immutato, muove tre generazioni di fan in tutto il pianeta. Con l'attenzione e la perizia di chi profana il luogo dell'anima più intimo e profondo di una leggenda vivente, questo libro intende raccontare la storia di Steve Harris, la storia dell'uomo dietro l'artista; la storia del leader della Vergine di Ferro."" -
Giorgio Gaber-Jacques Brel. Dialogo. In parole, canzoni e immagini. Testo francese a fronte
Non un saggio sui due autori, non un’antologia dei loro testi, ma un “montaggio” che mette in dialogo i due artisti, prolungando la loro voce, in un percorso narrativo inedito. Se Giorgio Gaber e Jacques Brel si fossero incontrati avrebbero sicuramente avuto molte cose da dirsi... Gaber-Brel è l’incontro di due artisti, due persone, due pensieri. È uno studio che ripercorre alcune delle tematiche fondamentali di Giorgio Gaber e Jacques Brel e che li affianca per la prima volta in una scelta di brani tratti dal loro repertorio musicale e teatrale. Ma non è solo questo. È il piacere di riparlare, di far riparlare Gaber e Brel e, soprattutto, la possibilità di rileggerli in termini nuovi, in dialogo tra loro. Gli interventi parlati – citazioni testuali estratte da interviste, conversazioni, discorsi fatti fuori scena – sono il vero motore del “dialogo”: un luogo del pensiero dove si delineano i contorni e si articolano le motivazioni di fondo della loro originale esperienza artistica. Sospinti dalla corrente delle loro idee, Gaber e Brel parlano, si ascoltano, si interrogano; e se da un lato è l’approfondimento dei singoli temi delle canzoni a interessarci, è nel movimento stesso del “dialogo” che la parola s’investe direttamente nell’opera svelando la loro vita e la ricerca che l’ha attraversata. -
Gli incroci del rock. I grandi gruppi degli anni '70
Con questo volume Giuseppe Scaravilli, leader dei Malibran, ripercorre l’irripetibile stagione del rock anni Settanta, utilizzando l’escamotage narrativo dell’incrocio tra le biografie delle varie band, progressive e non, mettendo insieme una documentazione esaustiva, frutto di decenni di passione, e una scrittura scorrevole e avvincente, ricca di testimonianze dettagliate e di aneddoti interessanti. Non mancano i resoconti degli eventi che hanno segnato la musica degli anni Settanta in Italia, dai grandi festival agli scontri per la musica gratis. A completare il tutto, il volume presenta un inserto fotografico che racconta per immagini quanto si può leggere nel testo, con inedite foto d’epoca – preparate e restaurate per l’occasione – che ritraggono le band mentre sono impegnate sul palco. Sono trascorsi ormai decenni da tutto questo, ma è rimasta la musica a testimoniare una delle stagioni più creative della nostra storia, una stagione che non è semplicemente alle nostre spalle, ma risuona forte al presente nei sogni, negli ideali e nel desiderio di scoprire cose nuove che animavano i giovani del tempo. E che ancora ci indicano la via. Con Led Zeppelin, Black Sabbath, Deep Purple, Genesis, King Crimson, Malibran, Jethro Tull, Banco del Mutuo Soccorso, Van der Graaf Generator, Premiata Forneria Marconi, Area, Pink Floyd, Gentle Giant, Yes, Free, The Who, Traffic, Supertramp, Camel e tanti altri. -
Rebel rebel. Cronistoria narrativa di 50 album (quasi) ribelli degli anni '90
Puzzare adolescenza è un modo di mordere la vita che non tornerà più. E credere di fare a meno della musica non solo è inutile, ma anche dannoso. Per cui in questa cronistoria semiseria, semivera e semitica, ci sono: 1. Una babelica ricostruzione di album che negli anni Novanta andavano alla grande fra i senza peli dissennati a cavallo tra i 14 e i 18 anni. Grunge, punk e nu metal: c’è stato da essere ribelli per almeno un decennio. 2. Una narrazione di formazione che sfoggia luoghi, mode e tempi dell’ambiente milanese e di periferia. Roba brutta, insomma. Non è una guida, ma quasi. Non è un romanzo, ma quasi. È rivolto a tutti quelli che hanno voglia di rivivere un pezzetto di storia – non per forza memorabile – che ha tra le sue fila reperti come le cassette Tdk, la Playstation a 999.000 lire e il Berlusconi più in forma che l’Olgettina ricordi. Rebel rebel è un inno alla rivolta giovanile, quella che cova dentro ognuno di noi quando siamo convinti che il No future sia la nostra unica via di fuga da un mondo che non ci piace così com’è, senza più Enrico Silvestrin a condurre Select! su Mtv. -
Se mai qualcuno capirà Rino Gaetano
Chi era veramente Salvatore Antonio Gaetano, detto Pino? Quali erano i suoi sogni e quali sono stati i suoi maestri? Cosa ha avuto a che fare con Ettore Petrolini, Piero Ciampi, Eugene lonesco, Enzo Jannacci, Vladimir Majakovskij, Matteo Salvatore? Che rapporti aveva con i cantautori degli anni Settanta? E con la politica? Perché è stato dimenticato per lungo tempo dopo la sua morte prematura, per tornare prepotentemente alla ribalta 25 anni dopo, tra discutibili fiction, maree di libri e fin troppe antologie con inediti? E infine, che eredità ha lasciato alle nuove generazioni di songwriter e cantanti pop e chi si merita davvero l'abusata etichetta di ""nuovo Rino Gaetano""""? Nato a Crotone e vissuto a Roma, figlio di emigranti e """"mascotte"""" del Folkstudio, amico di Venditti e De Gregori ma anche del Barone di Montesacro e dei contadini calabresi, Gaetano è scomparso nel 1981, a soli 30 anni, in un incidente stradale del tutto simile a quello di uno dei suoi idoli, Fred Buscaglione. Freddie del Curatolo, musicologo e a sua volta cantautore, rivive la storia, il mondo e le suggestioni del """"fratello figlio unico"""" della canzone italiana: un genio dotato di una sensibilità fuori dal comune, di ironia e capacità di sviscerare i malcostumi italiani e mettere alla berlina la classe politica, la mondanità, i media e l'alta finanza senza smettere di far sorridere e allo stesso tempo riflettere e senza mai celare l'amore per il suo Paese e per il Sud. Un artista genuino e inquieto che mal digeriva le regole del music business e che oggi forse nessuno avrebbe il coraggio di produrre."" -
Heavy. Dal blues del Mississippi al black metal norvegese
Nei due anni antecedenti la sua morte, avvenuta a soli ventisette anni, Robert Johnson ha inciso un pugno di brani di capitale importanza per lo sviluppo tanto del blues, quanto del rock. Il chitarrista che ha venduto l'anima al diavolo, come vuole la leggenda, è il punto di partenza della nostra storia, articolata in 150 tappe e altrettanti brani, alla scoperta di quegli artisti che, via via, hanno contribuito di più a un'evoluzione heavy della musica popolare del Novecento. Il libro segue il filo rosso che collega il re del Delta Blues, vissuto sulle sponde del Mississippi negli anni Trenta, a un gruppo di metallari norvegesi, abbigliati con pelle e borchie e con la faccia pitturata. Assistiamo alle orrorifiche performance di Screa-min' Jay Hawkins sulle note di I Put a Spell on You e di Alice Cooper. Vediamo Keith Moon far esplodere la batteria durante un programma televisivo e Jimi Hendrix dar fuoco alla chitarra sul palco del festival di Monterey. Siamo presenti alla nascita dell'hard rock con Cream, Blue Cheer, Led Zeppelin e Deep Purple, e a quella del metal con Black Sabbath, Judas Priest e Motorhead, perdendoci anche tra le pieghe della storia, per incontrare i meno conosciuti Leaf Hound, Lucifer's Friend e Sir Lord Baltimore. Passiamo infine dal virtuosismo tecnico di Eddie Van Halen e Ritchie Blackmore alla furia distruttiva di Metallica, Slayer e Morbid Angel. Un viaggio lungo un secolo, vissuto con intensa passione per il blues, il rock e il metal e, più in generale, per quella musica che ha avuto il coraggio di sfidare regole e convenzioni, guadagnando così gloria eterna. -
Growin' up. Siamo cresciuti insieme. Bruce Springsteen in the Italian land
"Growin' up"""" è il racconto del vincolo che lega Bruce Springsteen e l'Italia alla luce del suo legame di sangue con il nostro Paese (non solo attraverso la mamma Adele) e con i fan tricolori. L'analisi — statistica, aneddotica e artistica — contempla tutti i concerti e anche le apparizioni secondarie tenute da Bruce in Italia: dallo storico 21 giugno 1985 per finire con la data romana al Circo Massimo del 16 luglio 2016. Scalette precisissime, cronache minuziose e foto esclusive sono la base di un lavoro complesso e articolato, adatto alla lettura degli appassionati più incalliti quanto dei neofiti. Il volume comprende le prefazioni illustri di Willie Nile, Elliott Murphy, Graziano Romani e Alessandro """"Ale"""" Besentini, un'approfondita analisi sociologica legata alla teatralità e al pubblico del r'n'r show, tabelle riassuntive delle apparizioni italiane, le setlist di tutti i concerti e gli elenchi di tutti (ma proprio tutti) i musicisti che lo hanno affiancato sui palchi tricolori. Senza dimenticare la meticolosa valutazione degli show, gli aneddoti quasi sconosciuti e le curiosità mai emerse (ma evitando il gossip). Inoltre, alcune prestigiose figure analizzano lo stile chitarristico, l'uso dell'armonica, le caratteristiche vocali, l'uso della voce, la poetica, la psicologia, la visione politica e persino le prestazioni atletiche dell'artista. Ampio spazio viene riservato anche alla ricostruzione delle sue origini italiane, alle esperienze dei connazionali che hanno diviso il palco con lui, degli organizzatori (su tutti, Claudio Trotta) e del singolare mondo del pit." -
A modo mio. La tragica parabola di Sid Vicious
Eroinomane, alcolizzato, miserabile, violento, vanitoso, senza talento musicale e presunto omicida. Sid Vicious, bassista dei Sex Pistols, è stato questo. Ma non solo. Fu anche intelligente, ironico, carismatico, brillante, oltre che un innovatore straordinario delle mode e una delle poche personalità in grado di rappresentare un’intera epoca. Non a caso è oggi una vera e propria icona universalmente riconosciuta. La catena al collo, i capelli a istrice, l’immancabile chiodo e il caratteristico ghigno continuano, dopo più di quarant’anni, a essere copiati, imitati e rappresentati ovunque. Il 2 febbraio 1979, un’overdose d’eroina segnava la fine di una vita umana e l’inizio di un mito. Dietro il personaggio pubblico, però, c’è un mosaico molto più difficile da comprendere e interpretare. La storia dell’inetto che aveva trasformato una finzione rock in una vita patetica e drammatica, come raccontarono i quotidiani dell’epoca, è solo un lato della vicenda. Troppo facile archiviare Vicious come un fumetto sanguinario del punk: la storia è più complicata, più complessa e, soprattutto, più interessante. In quel sacco destinato all’obitorio, c’era non tanto il cadavere della tormentata star del punk quanto quello di un ragazzo inglese di 21 anni dalle molte identità e dalle altrettante contraddizioni. Questo libro racconta la tragica parabola di Simon John Ritchie, uno spilungone che un tempo rideva di tutto e di tutti. Come in un docufilm, attraverso una voce narrante, le testimonianze di chi lo ha conosciuto e i documenti della polizia, ricostruisce, passo dopo passo, l’intera storia della leggenda del punk. -
Metal progressive italiano. La storia e i fondamentali stranieri
Il genere musicale metal si è nel tempo ramificato in più sottogeneri; il più sperimentale e ricercato è il metal progressive. Per quanto l'anno zero sia sempre stato collegato al primo album degli americani Dream Theater negli anni Ottanta, in realtà la storia parte dalla fine degli anni Settanta. Questo libro vuole testimoniare un mondo sonoro affascinante, ricco di sperimentazioni e di soluzioni sbalorditive a partire dai capostipiti stranieri fino a tutti i gruppi italiani che hanno tentato di modificare le coordinate del metal. Un viaggio nella Penisola regione per regione, con nomi e discografie a testimonianza di un folto sottobosco di gruppi italiani. All'interno anche la spiegazione di tutti i sottogeneri metal e il significato del termine metal progressive. -
Baby rock. 50 canzoni per crescere piccoli demoni
A 10 anni sceglierà da solo che musica ascoltare, sicuri di voler correre il rischio? Certo che no. Quindi, al lavoro. Gimme shock treatment cantavano i Ramones: vai con il lavaggio del cervello! Per creare veri rockettari vi servono passione per la materia e aneddoti curiosi. In questa battaglia vi promettiamo un mucchio di alleati, solisti e band degli ultimi 70 anni, che desiderano più di voi che riusciate nell’impresa. 50 canzoni e 2 visioni, quella di un padre rockettaro e di una mamma che “evviva il rock!, soprattutto se l’alternativa è la trap”. Il viaggio sarà divertente e la meta – sedervi fra 15 anni ad ascoltare un buon disco scelto da lui – vi riempirà di gioia! Ma dovete iniziare subito perché a 6 anni i vostri figli inizieranno a subire l’influsso commerciale della radio e del famigerato web. E in un attimo, un oscuro attimo, anche voi vi ritroverete, impotenti e semi-imbambolati, sul divano a sentire le strofe senza cuore di un 16enne, che poteva anche diventare un vero cantautore, ma è finito così, ammettiamolo, per colpa dei genitori. Quindi avete una grande responsabilità. Ascoltare, vedere, conoscere i Kiss, per dirne una, sarà un’esperienza unica per vostro figlio. E se più tardi vi chiederà di risentire quel brano, allora saprete di essere sulla buona strada. Ma non potete farvi trovare impreparati quando domanderà “Hai altre canzoni così?”. Certo che le avrete. Qui ce ne sono 50, con relativi consigli e risposte sfiziose alle loro domande, tutte già testate da noi. Insomma, lunga vita al rock and roll, anzi, Long live rock’n’roll, brano dei Rainbow che vi darà l’occasione di parlare di Ritchie Blackmore, il chitarrista che inventò il riff di Smoke on the Water. E qui, largo a un immaginifico racconto di acque in fiamme e colonne di fumo che si innalzano verso il cielo, roba che manco il Signore degli anelli! Dunque volume e schermo sempre a portata di mano: con il rock, oltre al sound giusto, potrete regalare alla vostra stirpe più emozioni di una battaglia tra unicorni e draghi, tra supereroi e apocalittiche creature del male. E nessuno lo sa meglio di voi: anche questo è amore! -
Unadimille. Mille canzoni italiane dal 2000 a oggi, raccontate
Dal pionierismo 2step del Tiziano Ferro di Xdono alla trap di Sfera Ebbasta, Tedua e Rkomi, la canzone italiana dopo il Duemila si è evoluta incorporando nuovi suoni globali e piegandoli alla nostra tradizione melodica. La crisi del mercato discografico fisico ha (quasi) fatto scomparire supporti e album come entità artistiche. Ma non le canzoni, che invece proliferano: saltando di playlist in playlist, penetrando in tutti i nuovi spazi disponibili, uno spot su YouTube, una radio in store, la puntata di una serie tv. Lo streaming ha anche trasformato l’attitudine degli italiani al genere: se negli anni Zero la scena indie e la musica definita “commerciale” sembravano gli unici antipodi possibili, con l’hip hop che cresceva ma restava ostracizzato dai media generalisti e snobbato da tanta critica, nei Dieci il gusto diventa reticolare, mescolando ipotesi e sonorità e soprattutto nuovo pubblico ai concerti, e rendendo obsolete le antiche contrapposizioni. Basta la vittoria a Sanremo di un artista come Mahmood nel 2019 a sparigliare le carte, e a far discutere ancora l’Italia intera di canzoni (e non solo). Unadimille è un catalogo e un atlante di questi vent’anni di canzone italiana. Nato dall’esperienza del blog Unadimille.it, raccoglie 1.000 schede di altrettante canzoni pubblicate dal 2000 al 2019, realizzate da oltre 500 autori attivi nei generi più disparati: rap, trap, r’n’b, elettronica, indie, rock, latin, folk, cantautorato classico, pop da classifica, itpop, artpop… Per ognuna delle canzoni è fornito un commento analitico che mette in luce gli aspetti più emblematici ed eventualmente innovativi del brano. -
Born Losers. Pepite e lastre di selce. Sulle orme degli eroi perduti e perdenti del garage-punk
Born Losers è la guida ideale per affrontare un viaggio in mezzo secolo di musica garage. Il percorso si snoda lungo sei decenni soffermandosi in maniera più organica sugli anni Ottanta, ovvero gli anni del grande revival Sixties e dell'esplosione di un fenomeno chiamato neo-garage che ha contagiato centinaia di migliaia di teenager in tutto il mondo. Da allora sulla musica garage si è scritto molto ma sempre in maniera piuttosto carbonara. Ovvero: chi sa dove cercare sa cosa può trovare. Bello, esclusivo, privilegiato. Però nel garage si può anche inciampare per caso, ma poi è meglio fornirsi di una guida che offra dei punti di riferimento basilari, elementari, che non cada nel fanatismo cieco o nel nozionismo petulante e alla lunga noioso. Serve un libro che tracci delle coordinate chiare, delle mappe che siano leggibili a tutti e non solo a chi è un collezionista sfegatato di dischi e strumenti. Born Losers si propone dunque di parlare del rock'n'roll e di farlo usando un linguaggio rock'n'roll, schietto nella misura in cui affronta l'argomento esaltando vizi e virtù dei protagonisti, alcuni dei quali chiamati a mettersi in gioco in prima persona. Born Losers è dedicato quindi principalmente ai neofiti, ma non è di loro pertinenza esclusiva. Reverendo Lys è certo che chi, come lui, ha praticato per anni queste strade troverà un ottimo pretesto per ritirare fuori le clave. Prefazione di Federico Guglielmi. -
Lazarus. Il senso di Bowie per il teatro
Bowie: un coltello da battaglia, dalla lama grossa, spessa e larga. Utile nella caccia. David Bowie – all’anagrafe David Robert Jones – non avrebbe potuto scegliere pseudonimo migliore. La sua personalità tagliente e incisiva, dall’energia selvaggia, tocca ogni campo: musica, cinema, teatro, fotografia, pittura, letteratura, filosofia e persino magia nera. Poco umano e molto alieno, nel suo utilizzo delle maschere si rintracciano elementi del teatro goldoniano della Commedia dell’Arte e del teatro giapponese, con la tecnica di cambiarsi sulla scena e interpretare anche ruoli femminili. Capace di fondere tradizione e avanguardia, mette in scena idee e personaggi in divenire, scrivendo un’unica grande storia fatta di citazioni e riferimenti continui. Bowie interpreta il ruolo di regista attento e attore credibile del suo personale teatro rock. L’androgino Ziggy, il folle Aladdin Sane, l’inquietante Halloween Jack, lo shakespeariano e glaciale Duca Bianco, alternati al brechtiano Baal e al disagiato Joseph Merrick alias The Elephant Man di Pomerance, si susseguono sul palcoscenico, avvalorando quella profonda sensibilità, conoscenza e predisposizione all’arte di rappresentare insita in David Bowie. Esploratore delle possibilità umane applicate alla musica, sceglie l’alieno Thomas Jerome Newton – l’uomo che cadde sulla terra, già protagonista del film di Nicolas Roeg – come ultimo alter ego. Tra curiosità e approfondimenti, veri e propri flash sulla vita del genio poliedrico, Lazarus: il senso di Bowie per il teatro – arricchito da interviste e testimonianze – sintetizza l’evoluzione artistica che lo ha condotto fino al suo ultimo viaggio spettacolare. Un perfetto colpo di scena, un autentico coup de théâtre: Lazarus. -
Freddie Mercury. Una biografia intima
Questa è la storia di chi voleva vivere per sempre. Freddie Mercury scintillava per l'innato carisma, e non è stato dimenticato: oltre cento statue in tutto il mondo documentano la sua gloria. Ma questo libro racconta l'uomo, prima che l'artista, e lo fa con la voce intima di chi ha vissuto al suo fianco, giorno dopo giorno, per oltre dodici anni. Peter Freestone si è preso cura di Freddie ricoprendo i ruoli più disparati: per lui ha cucinato e ha lavato piatti, è stato maggiordomo, cameriere, valletto, segretario, amanuense, uomo delle pulizie, consulente. E baby-sitter. Lo ha visto all'opera quando la sua capacità creativa era straripante ed è stato testimone delle sue frustrazioni davanti alle avversità della vita. Gli ha fatto anche da guardia del corpo e alla fine, ovviamente, da infermiere. Prefazione di Stefano Sperduti, voce italiana di Rami Malek/Freddie Mercury nel film ""Bohemian Rhapsody"""".""