Sfoglia il Catalogo ibs045
<<<- Torna al MenuCatalogo
Mostrati 41-60 di 345 Articoli:
-
Paolo Conte. Il viaggiatore dei paesaggi cantati
Su Paolo Conte è stato detto tutto, anzi no. Le sue canzoni sono talmente piene di angoli nascosti che non si finisce mai di perlustrarle. E più che di volti, sono popolate di luoghi. Coordinate dell'anima che l'ispirazione trasforma in dipinti, acquerelli in grado di evocare profumi di spezie e assolati tramonti, nella penombra dei bar che la sera accendono le insegne per catturare l'attenzione del viaggiatore in transito. ""Il viaggiatore dei paesaggi cantati"""" non è quindi una mera biografia, ma una guida tesa a individuare tra i solchi dei Paesi il significato di una nota. Dalle città dell'altrove ai luoghi degli addii, dalle strade suonanti alle balere danzanti, le geografie dell'artista astigiano diventano crocevia esistenziali scanditi da ritmi che conquistano con la caparbietà di una milonga argentina. Alle prese con lo sterminato canzoniere contiano, Ernesto Capasso si lascia guidare e a sua volta conduce il lettore lungo le latitudini che Italo Calvino descrive nelle sue Città invisibili: """"L'altrove è uno specchio in negativo. Il viaggiatore riconosce il poco che è suo, scoprendo il molto che non ha avuto e non avrà"""". Proprio il gusto dell'assenza, di luoghi inesplorati di cui si avverte il profumo senza scorgerne i confini, è uno dei tratti essenziali della poetica dell'artista intento a disegnare traiettorie rintracciabili soltanto sull'atlante della musica. Un libro fatto di stazioni di partenza, mai d'arrivo, di itinerari dell'anima, di melodie in cammino."" -
Number (ninety) nine. John Lennon in 99 canzoni
Cosa resta di un mito? Cosa ne perpetua il fascino e la presenza nell'immaginario collettivo? Da dove si deve partire per annullare la tragica notte di Manhattan e iniziare a comprendere, finalmente, l'arte complessa e sottile di uno dei più grandi musicisti di sempre? Parafrasando il celebre collage sonoro posto al centro del White Album, la risposta offerta da questo rigoroso volume è alquanto semplice: basta ripercorrerne l'intera opera attraverso l'analisi delle novantanove canzoni più significative. Il libro si divide in due parti. La prima ruota inizialmente intorno a ingenui amori adolescenziali consumati al ritmo del rock'n'roll degli anni Cinquanta e poi a un'ottica ormai adulta che, in nome di un autobiografismo mai smentito, privilegia amori più conflittuali e irrisolti, lasciando affiorare una personalità contraddittoria che il Beatle non esita a mettere a nudo; questa seconda fase coincide con gli Studio Years e con la grande stagione psichedelica; la terza, iniziata con il viaggio in India (1968) e scandita dal doppio White Album, vede Lennon impegnato in una profonda revisione di tutte le utopie che lui stesso ha contribuito a diffondere (la rivoluzione, l'esperienza psichedelica, l'Oriente). La seconda parte segue la carriera solistica di Lennon con l'apporto della Plastic Ono Band. -
Vasco, Fabrizio e i Beatles spiegati a mio figlio
Spiegare Vasco, De Gregori, De André, Gaber, il rock'n'roll, i Beatles a mio figlio, fargli capire persino cos'era un 33 giri, è una maledettissima impresa. Non perché non ascolti musica: perché generalmente non gliene frega nulla. Il dialogo tra questa generazione e quella dei padri, cioè la mia, si incaglia in modo desolante nell'ingorgo dei media cui a fatica un padre riesce a star dietro. Paradossalmente però, la generazione dei padri, cioè la mia, riversa - o peggio ancora - vomita addosso a quella dei figli molti più contenuti di quanto sia avvenuto in passato. Lo fa in modo emotivo, insistente, spesso persino arrogante, sottintendendo il tradizionale ""tu non capisci niente"""". E così si rischia un'incomunicabilità assoluta. La musica pop è uno dei massimi esempi di questa incomunicabilità. I ragazzi ascoltano la musica in misura nettamente maggiore di quanto lo facessimo noi, ma spesso, almeno così si dice, in modo più superficiale. Lo streaming, la musica liquida è tanto comoda e accessibile, ma rende tutto più volubile. Nessuno distingue più nulla. E così, quando un padre come me ascolta o parla di una canzone pop che gli ha cambiato la vita, e di questo ne è assolutamente sicuro, e cerca di trasmettere le proprie emozioni ai figli, prova un senso di frustrazione devastante. Il libro contiene le risposte a queste domande. Spiegare Vasco, Faber, i Beatles e molto altro a mio figlio è una maledettissima impresa, un lavoro sporco. Ma qualcuno, finalmente, deve pur farlo."" -
Cosmik Debris. Storia e improvvisazioni di Frank Zappa
«Difficile da raccontare questo libro di Greg Russo Cosmik Debris, che ha come sottotitolo Storie e improvvisazioni di Frank Zappa e che racconta il suo tortuoso ed esaltante percorso artistico e umano da bambino, quando a sette anni suonava la batteria, a esploratore di suoni a ""pornografo""""» - Antonia Lodetti, Il GiornalernrnArtista geniale e poliedrico, iconoclasta e visionario, Frank Zappa ha lasciato un marchio indelebile su tutto il XX secolo musicale. La sua sterminata produzione, così come la vita e la filosofia, sono state più volte passate al setaccio da orde di critici e storici, ai quali si deve una prima, seppur approssimativa, sistemazione. Molte, però, sono le domande inevase, le risposte da formulare, le ipotesi da costruire. Cosmik Debris, il colossale lavoro di catalogazione messo a punto da Greg Russo, non ambisce a sfatare teorie o a montare nuove interpretazioni: si limita, piuttosto, ai fatti. Dati concreti, liste, oggetti, informazioni spesso inedite, raccolte con precisione certosina e curiosità da investigatore: fatti attraverso i quali l'autore ricostruisce, tessera dopo tessera, il mosaico dettagliatissimo della vita e dell'attività musicale di Frank Vincent Zappa. All'interno del volume, Russo porta alla luce eventi e informazioni sconosciute, o sulle quali talvolta lo stesso chitarrista di Baltimora contribuì a creare un po' di confusione (come, ad esempio, l'esatto momento in cui si appassionò alla musica di Edgard Varese, o la famigerata irruzione della polizia nello Studio Z di Cucamonga, e relativo arresto con l'accusa di pornografia), mettendole in fila all'interno della più completa ricostruzione della carriera e della produzione musicale zappiana mai apparsa finora. Discografia, concertografia, l'esatta cronologia delle apparizioni radiofoniche e televisive, indice alfabetico di tutti i brani, ritagli di giornale, foto inedite, immagini rarissime - e molto, molto altro - rendono questo volume """"il"""" testo di rifermento per ogni zappiano passato, presente e futuro."" -
The dark stuff. Scritti sul rock
Nel mondo estremamente competitivo del rock ci sono due tipologie di persone: le superstar e gli schiavi, le leggende viventi e quelli che si consumano lentamente. In The Dark Stuff Nick Kent, il più celebre giornalista britannico, delinea i profili di ventidue tra i talenti più dotati e al contempo votati all’autodistruzione, da Brian Wilson a Miles Davis, da Jerry Lee Lewis a Keith Richards, da Syd Barrett a Kurt Cobain. Allargando i confini del new journalism, Kent – che suonò la chitarra nei Sex Pistols nel 1975 e fu poi il frontman dei Subterraneans – va in tour con i musicisti, ascolta le loro confessioni intime, ne cattura la decadenza e i pensieri turbolenti con una capacità di analisi rara nel mondo del rock multimilionario. Ma anziché celebrare lo stile di vita “sesso, droga e rock’n’roll” dei suoi soggetti – che lui stesso ha in gran parte condiviso – l’autore lo disseziona con chirurgica precisione e uno sguardo critico penetrante. Pubblicato originariamente nel 1994, The Dark Stuff è stato aggiornato e arricchito con capitoli su Eminem, Johnny Cash, Prince e Iggy Pop. -
Good vibrations. La storia dei Beach Boys
Tre fratelli (Brian, Dennis e Cari Wilson), un cugino (Mike Love) e un amico dei tempi del liceo (Al Jardine), uniti da un'innata passione per la musica e trascinati dall'estro di Brian Wilson, controverso, sofferente, rivoluzionario, timido, geniale, fra i più grandi musicisti del secolo scorso. Signori, ecco i Beach Boys, la più grande band d'America. Come su una tavola da surf, i quattro ragazzi hanno cavalcato le onde del successo e del fallimento a più riprese: dall'allegria di “Surfin' USA” passando per l'immensità di “Pet sounds” e il mistero mai svelato di SMILE, l'album che avrebbe dovuto cambiare la storia del rock e che invece non vide mai la luce. Mai diventati icona generazionale, ma band in continua evoluzione e involuzione, i Beach Boys hanno attraversato trionfi e cadute, risalite e clamorosi fallimenti, crisi mistiche e amicizie pericolose, dischi d'oro e battaglie legali, separazioni e ricongiungimenti. Questo è il primo libro scritto in Italia sui Beach Boys. Non semplicemente una storia di Brian Wilson e compagni, ma un vero e proprio tesoro di informazioni: tutto, ma proprio tutto, quello che avreste voluto sapere su concerti, dischi, libri, film, Dvd, con un corredo di notizie, curiosità, statistiche, una mappa turistica dei luoghi frequentati dai Beach Boys in gioventù, premi, riconoscimenti, riflessioni e narrazione. Una nota scritta di suo pugno da Brian Wilson e la prefazione del più grande storico della band, l'americano David Leaf, completano questa opera indispensabile per ogni serio appassionato di musica. -
Fra le corde. Storie di chitarre e chitarristi
A cosa si deve il successo che la chitarra ha avuto per quasi tutto il ventesimo secolo, prestando la voce a bluesmcn ciechi, a eleganti flamenqueros, a poeti e rivoluzionari, a rockstar fracassone (non tutte), ad autorevoli sperimentatori e a raffinati jazzisti, senza mai tradire il suo accento fieramente popolare? Come si è evoluta in un secolo rispetto alle esigenze dei musicisti? Cosa l'ha resa oggetto così desiderabile da farne, nell'ultimo trentennio del Novecento, anche un oggetto da collezionisti? Cosa unisce, fra i tanti, Dave Van Ronk a Ralph Towner e Jorma Kaukonen ad Andy Summers e a James Taylor? Messo insieme nel 2008 quasi per scherzo, questo libro non dava risposte. Però segnava punti cospicui da cui tracciare possibili e personali navigazioni. Celidoni ne ha tenuto conto, ma solo un po'. liceo allora una nuova edizione, riveduta, arricchita e corretta. Fra le corde racconta della passione per la chitarra, e non solo quella dell'autore. Lo fa con storie scritte negli anni per riviste di settore e giornali, e con inediti liberi dal rigore di spazi e scadenze. Sono ritratti di persone che hanno dedicato alla musica tutta la vita, con una dedizione che va ben oltre la professione di musicisti, inventori o costruttori. A volte incontrati di persona, altre volte, solo grazie al loro lavoro, l'autore li ha osservati, trovando buoni punti di vista per raccontarli. -
Italian nightclubbing. Deliri, follie e rock'n'roll negli storici club del Bel Paese
Era il 17 febbraio del 1965 quando aprì i battenti il mitico Piper Club di Roma. Da quella prima notte di baldoria i ragazzi non hanno più smesso di ballare, divertirsi e ascoltare musica, aggregandosi nei locali dello Stivale per cavalcare le nuove mode che impazzavano in Europa e negli States. Attraverso aneddoti, episodi e ricostruzioni, questo libro racconta la storia delle discoteche e dei locali più caldi e di tendenza, immergendosi in tre decenni di vita italiana, dai favolosi anni Sessanta a quelli della Generazione X degli Ottanta. Tra hippy sotto trip, punk dalle creste colorate, travoltini in completo bianco e oscuri darkettoni, sfogliare Italian Nightclubbing sarà come fare un salto al Divina o al Plastic, in cerca dei soggetti più stravaganti e della disco più cool di Milano; al Banana Moon, tempio del rinascimento del rock fiorentino; al Black Out di Roma, club famoso anche in Inghilterra; alla monumentale Baia degli Angeli di Gabicce Mare, archetipo della discoteca italiana; al torinese Tuxedo, per ballare la migliore new wave in circolazione, e in molti altri ancora. Con le testimonianze, tra gli altri, di Claudio Cecchetto, Dj Ringo, Ernesto Assante, Dario Salvatori, Roberto D'Agostino, Awana-Gana e Bruno Casini, un viaggio nella sfavillante notte del divertimento made in Italy. -
Frank Zappa. L'autobiografia
"In genere un'autobiografia è opera di qualcuno che considera la propria vita fonte di incredibile interesse. Io non lo penso della mia ma sono tali e tanti i volumi stupidi che trattano di me, che ho creduto opportuno ci fosse almeno un libro serio sul mio conto."""" Con ironica modestia Frank Zappa spiega così i motivi di questa lunga confessione pubblica scritta cinque anni prima della morte. Musicista brillante e paradossale, Zappa si rivela velenosamente anche come narratore. Nel suo mirino non solo fulgide memorie anni '60 ma anche scabrosi temi del nostro tempo, dal puritanesimo sessuofobico al fondamentalismo religioso, dalle meschinità dello show business alla crisi del comunismo e della democrazia americana." -
Istrioni e sirene. Vol. 1: Da Johnny Adams a The Four Freshmen
Un secolo di voci rappresentative della formidabile varietà multiculturale, ricchezza emotiva e dinamicità di espressione della musica nordamericana, in un arco ampio ma coerente che va dal jazz al pop, toccando le aree più creative, veraci o commerciali delle diverse epoche. “Istrioni e sirene” è una guida dettagliata a centinaia di interpreti che hanno dato originalità e profondità, eleganza melodica, vividezza di racconto e intensità ritmica, al songbook policromo di Tin Pan Alley, Broadway e Hollywood, alle forme del blues e dei suoi derivati, all’eccitante repertorio jazzistico o alle toccanti ballate country e soul: maestri e innovatori come Al Jolson e Louis Armstrong, Bing Crosby e Billie Holiday, Jimmie Rodgers e Big Bill Broonzy, Dinah Washington e B.B. King, Mahalia Jackson e Aretha Franklin, Jerry Lee Lewis e George Jones, Frank Sinatra e Tom Waits, oltre a individualisti e storytellers di minore risonanza ma di grande talento e ispirazione, da Lee Morse a Ollie Nightingale, da Otis Spann a Meredith d’Ambrosio, le cui personalità e le cui qualità stilistiche e virtù espressive sono qui illustrate, e spesso confrontate tra di loro, attraverso una scelta di registrazioni significative e di notevole rilevanza storica. Dall’Usignolo di New Orleans, Johnny Adams, ai meravigliosi armonizzatori jazz del Midwest, i Four Freshmen, questo è il primo di tre volumi che esplorano alfabeticamente la grande tradizione vocale nordamericana, tra jazz, blues, soul, country, gospel e pop. -
Musical box. Le canzoni dei Genesis dalla A alla Z
Non tutti sanno che, quando quei quattro ragazzini di buona famiglia cominciarono a buttare giù canzoni fra le mura di un austero college inglese, nessuno di loro aveva alcuna intenzione di creare una band. L'idea era infatti di scrivere pezzi che qualcun altro avrebbe dovuto interpretare. Fortunatamente nessuno li prese sul serio, e così quei brani Gabriel, Banks, Rutherford e Phillips si rassegnarono a suonarseli e cantarseli da soli. Una filosofia che, alla fine, ha accompagnato tutta la parabola della band, in trent'anni di dischi e quasi quaranta di musica. Anni nei quali i Genesis hanno contraddistinto l'era migliore del progressive rock e cavalcato il periodo più fortunato del pop-rock senza mai venir meno al loro credo: scrivere canzoni valide, persino quando queste passavano in second'ordine rispetto alla complessità di progetti- album. Questo libro non racconta la storia dei Genesis, ma la storia dei loro brani, si tratti degli hit degli anni Ottanta o delle complesse opere del decennio precedente. Con le testimonianze degli stessi membri del gruppo, viene delineata la nascita di ogni canzone, se ne analizzano testi e musica, se ne ricordano le versioni alternative e la cronistoria sul palco, tracciando il ritratto più approfondito possibile sulla musica dei Genesis. -
Il jazz e le cose. 33 storie tra musica, realtà, utopia
Le “cose”, nel senso di storie ricorrenti, sono quelle dei luoghi, dei fatti, della gente che suona, ama, vive il jazz portandolo sulla sommità dell’intero universo suono, perché improvvisare o swingare risulta ormai una parte fondamentale della nostra vita tra musica, cronaca, realtà, perché insomma il jazz è anche il perno della cultura, dell’arte, dello spettacolo, del trascendente, dell’industria, della politica, del quotidiano, della società dei secoli XX e XXI. Le cose fondanti del jazz medesimo – come pure le arti o le idee sul jazz – appaiono in questo libro via via importanti, decisive, utopistiche, tenere, rabbiose, furenti, sensuali, fino a spostare il discorso su tutto ciò che effettivamente il jazz richiama quando tutti noi il jazz lo ascoltiamo, lo suoniamo, lo viviamo. Il jazz dunque come “cose” di annate (2020, 1970, 1920), supporti (Album, Cd), identità (Giovani, Natività), criticità (Anoressia, Guerra, Prigione), geografia (Luna, Umbria, Zulu), istituzioni (Scuola, unesco), curiosità (Domande, Proust), dualismi (Eco/Marx, Storia/Geografia), ciclicità (Nascita, Stagioni), concetti (Improvvisazione, Teoria, Tragico), musiche “affini” (disco-music, rock), autorappresentazioni (Civiltà, Collezionismo, I Love Jazz) e molto altro ancora da scoprire riga per riga. Prefazione di Silvia Belfiore, introduzione di Laszlo Kovacs. -
Figli delle stelle. Uomini, idee e miti dietro la scena musicale alternativa tedesca dell’età dell’oro dal Krautrock alla Musica Cosmica
Figli delle stelle non è un classico libro tematico né un mero elenco di formazioni musicali, con la disamina delle opere date alle stampe. In questo singolare volume si dà piuttosto spazio a tutte quelle figure di contorno, ma per questo non meno importanti dei musicisti, che hanno contribuito a far affiorare il fenomeno di due movimenti musicali che hanno cambiato il corso della storia a partire dagli anni Settanta: il Krautrock e la Musica Cosmica. In sintesi, l’autore è andato a indagare dietro le quinte per raccontare di quegli uomini che come a teatro lavorano dietro il palco, ma sono ugualmente importanti, anzi indispensabili, per la riuscita dello spettacolo. Uomini quali Rolf-Ulrich Kaiser, Uwe Nettelbeck, i tecnici del suono Dieter Dierks e Conny Plank e altri che nella narrazione del tutto all’interno dei libri tematici vengono liquidati con poche pagine o qualche breve cenno, quando invece sono stati il collante e la linfa vitale di un intero movimento musicale e di pensiero. Senza di essi molto si sarebbe perso o non avrebbe avuto la stessa forza dirompente, e di certo non avremmo avuto i dischi epocali dei Kraftwerk o degli Amon Düül, degli Ash Ra Tempel e dei Popol Vuh, dei Tangerine Dream e dei Faust, nomi ormai leggendari e ancora amatissimi da un pubblico fedele e raffinato. -
Neo Prog. Storia e discografia essenziale
Il progressive rock negli anni Settanta ha vissuto il massimo del suo splendore, salvo conoscere un importante stop nel 1978. Il prog fan che ha amato questa musica così articolata e ricca di emozioni si trova improvvisamente circondato da punk, musica da discoteca e new wave, non proprio il suo habitat emozionale. Ci pensa il neo prog a ridargli forti emozioni nei primi anni Ottanta, con tanti dischi di successo. Questo libro enciclopedico narra la storia del neo prog, e porta a conoscenza dei gruppi più significativi suddivisi per nazioni. Gli approfondimenti, con analisi delle discografie relative, sono un passaggio essenziale che rende la lettura un viatico per la curiosità. Marillion, IQ, Pendragon, sono solo tre dei nomi che hanno fatto la storia di questo nuovo genere, e il libro propone un’immersione anche nei testi e nella loro musica. Non mancano incursioni sulle nuove leve come Arena e Spock’s Beard. E la storia continua con estremo piacere sino ai nostri giorni. Un libro esaustivo, unico nel suo genere. Prefazione di Loris Furlan. -
When the revolution comes. La cultura afroamericana dalla tratta degli schiavi al Black Lives Matter
L’espressione musicale ha sempre accompagnato i movimenti, gli spostamenti, le peregrinazioni, a partire, anche, dalla tratta degli schiavi. Dal banjo degli hobos sino ai lavoratori saltuari adibiti alla costruzione delle ferrovie, dagli inoccupati ai taglialegna delle grandi traversate coast to coast, ai virtuosismi dei suonatori di kora che il lento fluire del fiume Niger ha accompagnato di villaggio in villaggio. Il “moto” forzato e doloroso dei popoli africani ha prodotto in ogni luogo e tempo scintille di resistenza, di alterità culturale e sociale. La Seconda guerra mondiale ha dato vita al bebop con gli assolo dei sax simili al saettare dei proiettili. La mancata integrazione delle comunità nere da Detroit a New York ha reso gutturali le scale musicali del free jazz come a intonare la disperazione per la perdita di Martin Luther King e Malcolm X. Negli anni Trenta l’Harlem Renaissance fu la risposta del “popolo del blues” alla Grande Depressione e quindi poesia, arte muraria, teatro di avanguardia, un caleidoscopio, concentrato e vulcanico, come mai più si sarebbe visto negli Stati Uniti. “When the revolution comes” racconta tutto questo e annoda i fili che legano la grande ondata della lotta per i diritti civili, le contestazioni contro la guerra in Vietnam, le tensioni sociali della “guerra interna” contro gli afroamericani, la nascita del Black Panther Party e di una profonda sottocultura nera, identitaria, non solamente difensiva, fino al movimento Black Lives Matter che sta legittimamente alzando la voce nell’America di oggi, ancora incapace di fare i conti con il razzismo atavico che scuote le fondamenta della sua democrazia. Prefazione di Sandro Portelli. -
Il fuoco indimenticabile. 40 anni di U2: gli album, le canzoni, la storia
La musica degli U2 ha scosso il mondo intero, raccontando gli umori della società contemporanea, dalla periferia di Dublino ai sobborghi degli Stati Uniti, dalla Germania riunita all’Europa moderna, e lo ha fatto assorbendo stili e suoni diversi, mettendo in luce un’evoluzione costante che per quattro decenni ha accompagnato gli ascoltatori di tutto il mondo. Dal selvaggio post-punk degli esordi al blues affogato nella spiritualità, dal rock post-industriale filtrato dall’elettronica al ritorno alle origini, in una forma più sobria e matura. La carriera degli U2 sa di miracoloso: quasi nessuno è riuscito a rimanere per così tanto tempo sulla cresta dell’onda e a raccogliere una serie così sterminata di successi, infrangendo ogni record, seducendo generazioni di ascoltatori. Una band che non si è mai piegata alle mode, neanche nelle sue vesti più commerciali, e che ha influenzato correnti musicali grazie all’invenzione di suoni con una tecnica basilare, derivata dal punk e dal post-punk, ma incredibile nella ricerca sonora. Il materiale accumulato in quarant’anni di carriera è molto, e tutto costruito con acuta intelligenza. ""Il fuoco indimenticabile"""" non è solo una biografia, ma è anche e soprattutto un’analisi di ogni album e di ogni brano rilasciato dalla band irlandese. Un lavoro che racconta la musica, spiega i testi e interpreta la filosofia alla base del mito U2."" -
40 anni da Litfiba
Quarant’anni e anche più passati a fare musica. Dall’esperienza Cafè Caracas, alla nascita di una delle più longeve rock band italiane, i Litfiba. Federico “Ghigo” Renzulli racconta e si racconta, a cuore aperto e senza segreti. Ed è il racconto nudo e crudo, senza prediche o sermoni, di una grande passione per la musica: Ghigo riflette, ricorda, e traccia un percorso in cui nulla è nascosto ma tutto è alla luce del sole, un percorso da seguire con attenzione per capire quanto la musica abbia indirizzato la sua vita con tutte le vittorie e gli immancabili scazzi. L’infanzia, l’esperienza londinese, la voglia di vivere la musica d’oltremanica, il periodo punk, la new wave e il ritorno in Italia. Tredici album in studio con i Litfiba, oltre a una decina di live e tre raccolte. Grazie a questo libro potremo seguire il lavoro in studio, le prove in sala, il dietro le quinte dei live e dei video, i viaggi su e giù per l’Italia e non solo, in poche parole la vita di un rocker italiano. I Litfiba hanno vissuto cambi di formazione e addii traumatici, ma Ghigo c’è sempre stato e c’è, pronto a trascinarli con la sua inseparabile chitarra. E poi, si narra anche la storia recentissima e quel progetto No.Vox, di composizioni puramente strumentali, che mette insieme le sue radici e tutte le sue passioni musicali. Ghigo Renzulli non è solo l’unico membro stabilmente presente nella band, è anche e soprattutto uno dei chitarristi più rappresentativi del panorama rock italiano. Il suo sound unico e inconfondibile è un vero e proprio marchio di fabbrica. -
Us and them. La distopia rock dei Pink Floyd
Quella dei Pink Floyd è una vicenda ancora oggi difficile da definire: ricca di lati oscuri, fratture emotive e cicatrici interiori mai rimarginate. Dietro la nozione di pinkfloydiano, ormai imprescindibile, si annidano suoni, parole, immagini e ossessioni, che hanno dato adito a molteplici letture in cui talvolta è annegato il tentativo di capire cosa ci fosse realmente dietro “il muro”. Questo è avvenuto a favore di una visione, spesso idolatrica, o limitata all’analisi di un solo singolo aspetto scaturito dalla multisensorialità di cui una simile esperienza è intrisa. Il procedere della storia emotiva della band ha senza dubbio raggiunto i suoi massimi storici nel decennio 1973-1983: gli anni del dominio del genio di Roger Waters e delle sue ossessioni. La paura costante di non essere all’altezza della lotta ideologica di cui si era fatto portavoce, insieme alla metamorfosi mostruosa di una band sempre più inglobata all’interno delle dinamiche della “macchina” dello show business, hanno portato alla costruzione di una vera e propria distopia rock in cui il gruppo e la sua vicenda interna sarebbero diventati metafora di problemi e questioni di più ampio respiro sociale, umanitario e politico. La verità nascosta in una parola sempre più rivelatrice, ma al contempo resa meno presente dall’imponente emergenza di immagini e suoni, è l’oggetto di studio di questa analisi. Utilizzando gli strumenti tipici della filologia si è tentato di scavare nell’io lirico e narrativo, tra le parole e le immagini sonore che hanno permesso di costruire questa magnifica distopia della contemporaneità. Si attua così una focalizzazione sulla profondità psicologica che sottende i testi e le armonie dei quattro principali concept album: the dark side of the moon, wish you were here, animals e the wall, tentando di risalire alle cause prime e alle influenze culturali che li hanno generati. Prefazione di Giovanni Luciani. -
The drummers's book. Metodo completo per batterie. Vol. 3: Livello avanzato
La principale caratteristica di questo metodo consiste nell’organizzazione delle materie in sezioni distinte: Solfeggio – Snare Drum – Drum Set. Tutti gli argomenti sono organizzati partendo dallo studio della sezione “solfeggio ritmico”, che diventa la guida per poi accedere alle sezioni dedicate alla tecnica degli arti superiori e allo strumento. L’andamento dei contenuti è costantemente lineare e progressivo. Lo studente o l’insegnante che desideri avvalersi di questa metodologia potrà riscontrare sin dalle prime pagine il carattere dinamico e divertente dello studio proposto. Sezione Solfeggio Organizzata in ordine progressivo di difficoltà, pensata per l’assimilazione delle figure ritmiche e il potenziamento dell’abilità di lettura. Questa, sin dal primo capitolo, diventa una guida per poter accedere in modo immediato e chiaro allo studio delle sezioni successive. Sezione Snare Drum Ideata per lo sviluppo della coordinazione degli arti superiori, la velocità, il controllo dinamico e il fraseggio. Sezione Drum Set Rappresenta il punto di arrivo del testo, ossia l’applicazione pratica sullo strumento attraverso lo sviluppo dei concetti elaborati nelle sezioni Solfeggio e Snare Drum. -
Le nove vite di Steve Winwood
Ben pochi, o forse lui soltanto, hanno attraversato la storia della musica inglese con tre gruppi epocali come lo Spencer Davis Group (1963-1967), i Traffic (1967-1974) e i Blind Faith (1969). Steve Winwood è senza dubbio una delle figure di maggior talento, eleganza e visione che il pop abbia mai partorito. Ragazzo prodigio nello Spencer Davis Group (co-autore di un grande classico come Gimme Some Lovin’ alla tenera età di 18 anni), leader dei Traffic e mattatore nei Blind Faith, resta anche in seguito da solista un autore ricco di inventiva, un versatile polistrumentista, intrattenitore di lusso, musicista provetto, abilissimo nel giocare su più tavoli. Concede poco a chi sogna genialoidi impennate ma le sue canzoni sono sempre coinvolgenti, talvolta levigate ma di grande spessore. Il suo è l’universo di un musicista tra i più completi e fertili nel panorama del rock internazionale con quell’organo Hammond suonato con rara maestria e quella voce inossidabile da “negro bianco” che ha saputo fondere con naturalezza il soul black e il rock white. “Le nove vite di Steve Winwood” ripercorre l’intera, fluviale carriera dell’artista, oggi splendido settantenne amato e riverito da ogni collega e da tutti i veri appassionati di musica. Prefazione di Aldo Pedron.