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Il discorso del potere. Il premio Nobel per l'economia tra scienz...
Il prestigioso premio Nobel è universalmente riconosciuto come la più alta onorificenza scientifica e culturale del nostro tempo. Ma il «premio per l'Economia in memoria di Alfred Nobel», nato successivamente su iniziativa della Banca di Svezia, fin dall'inizio ha suscitato polemiche e contestazioni, persino tra gli stessi vincitori. Con questo premio aggiuntivo, infatti, la scienza economica è stata collocata sullo stesso piano della fisica, della chimica e della medicina, ossia di quegli ambiti della ricerca che Alfred Nobel reputava «i maggiori servizi resi all'umanità». È lecita questa equiparazione? E soprattutto: perché nella scelta dei vincitori l'Accademia delle scienze di Svezia finora ha premiato quasi soltanto la teoria neoclassica dominante, che da decenni plasma il linguaggio della politica e orienta le scelte economiche dei governi? Emiliano Brancaccio e Giacomo Bracci si pongono un obiettivo ambizioso: analizzare e smontare questo «discorso del potere». Ripercorrendo la storia dei vincitori del Nobel per l'Economia dall'inizio del secolo a oggi, portano alla luce tutti i limiti di un premio che sembra orientato a sostenere un unico paradigma teorico e politico anche quando viene seccamente smentito dalla realtà dei fatti. Alla fine di questo percorso gli autori sollevano una domanda maliziosa: per il bene del progresso scientifico e umano, sarà forse il caso di abolire il premio Nobel per l'Economia? ""Il discorso del potere"" è una critica documentata dei rapporti tra la scienza, l'ideologia e la politica economica che dominano il nostro tempo, e ci insegna che un approccio più rigoroso e più realistico ai problemi economici è possibile. Anzi, necessario. -
L' inventore dei cantautori. Nanni Ricordi: una storia orale
Alla fine degli anni cinquanta, Carlo Emanuele Ricordi detto Nanni, rampollo scalpitante dell'illustre famiglia che ha fondato l'editoria musicale, si aggira tra i locali di una Milano in pieno fermento sociale e artistico alla ricerca di voci nuove e talenti inespressi. Una sera sente suonare un certo Giorgio Gaberscik, un'altra è incuriosito dalla voce un po' stonata di un giovane studente di medicina; e lui seduta stante ingaggia gli sconosciuti Gaber e Jannacci per la neonata Dischi Ricordi. Nanni apre le porte di casa sua e trasforma il suo salotto in punto di ritrovo non solo per i Gaber e gli Jannacci, ma anche per Luigi Tenco e Maria Callas, Carla Fracci e Leonard Bernstein, Luchino Visconti e Dario Fo. Le sue feste diventano la fucina della cultura di quegli anni, il luogo in cui si intrecciano i migliori saperi e mestieri: Gino Paoli disegna le copertine dei dischi, Sergio Endrigo scrive per Ornella Vanoni, De André presenta a Nanni De Gregori - «Uno che vale molto più di me». Stanco di un modello Sanremo ancorato al passato, Nanni porterà alla rivoluzione della canzone italiana e alla consacrazione di quelli che diventeranno i grandi cantautori che tutti conosciamo. L'inventore dei cantautori ricostruisce la vita di Ricordi direttamente dalla voce di Nanni e di chi è sempre stato al suo fianco - cantanti, musicisti, produttori, famigliari e amici -, raccontando la gloria e la disfatta di un mondo, quello discografico, cresciuto a dismisura e poi crollato su se stesso per aver perso la propria umanità. Da queste pagine trapelano l'intimità e il calore, le risate, la consapevolezza e il coraggio di chi invece ha avuto «orecchio... tanto, anzi parecchio». E ha inciso i capolavori della musica italiana nella nostra anima e nella nostra storia. -
Nuovo cielo, nuova terra. L'esperienza visionaria in letteratura
In Nuovo cielo, nuova terra Joyce Carol Oates attraversa tutta la letteratura moderna e contemporanea e, con la precisione di un bisturi e la pazienza del rabdomante, va alla ricerca dei filoni nascosti che rappresentano il suo nucleo più prezioso: il tormento e l'estasi di scrittori memorabili.Ogni scrittore è un creatore di trame, eventi, personaggi. Ma esistono artisti la cui visione si estende oltre il mondo materiale e cerca di penetrare le verità celate che muovono gli esseri umani, il destino e i meccanismi stessi dell'universo. Donne e uomini che Joyce Carol Oates non esita a definire «mistici e visionari», eredi degli asceti medievali nella ricerca dei segreti dell'esistenza, la cui opera è percorsa da un anelito irrefrenabile verso ciò che non si può percepire con i sensi ma solo intuire, sognare, desiderare e, a volte, temere. Così i romanzi di Henry James sono permeati da una caduta mitica, dalla perdita dell'innocenza in un mondo ostile e degradato che richiede il sacrificio dei personaggi; Virginia Woolf, invece, non drammatizza tensioni etiche bensì l'ambiguità della vita e dell'individuo, sospeso tra i ruoli sociali e una brama irrealizzata di trascendere il tempo; la poesia di D.H. Lawrence è insieme esperienza religiosa, comunione con il lettore e diario privato di un uomo per cui la vita precede l'arte; le pagine di Harriette Arnow e di Flannery O'Connor aprono squarci devastanti su un mondo crudele e insensato in cui lo spirito deve soccombere alla materia e l'unica salvezza per l'uomo è una fede quasi fisica in un dio inconoscibile; mentre Franz Kafka racconta un'umanità in bilico tra beatitudine e peccato, tra paradiso e inferno, piagata dalla lacerazione della propria stessa mente. In Nuovo cielo, nuova terra Joyce Carol Oates attraversa tutta la letteratura moderna e contemporanea e, con la precisione di un bisturi e la pazienza del rabdomante, va alla ricerca dei filoni nascosti che rappresentano il suo nucleo più prezioso: il tormento e l'estasi di scrittori memorabili. -
Nato nella paura. Letteratura, orrore, esistenza
Cos’è la paura? Cos’è l’orrore? Cos’è l’esistenza? E che legamernsi crea tra le forze della vita e della morte, della realtà e dellarnfinzione fino all’esplosione del perturbante?rnIn un libro intervista da non perdere, lo sguardo, la visionerndel mondo e la potenza creativa di uno dei grandi maestrirndel grottesco.rnThomas Ligotti, autore di culto della letteratura americanarne già pubblicato dal Saggiatore con Teatro Grottesco, La Cospirazione contro la razza umana e Nottuario, unico erederndi H.P. Lovecraft e Edgar Allan Poe, propone un approccio filosofico ai grandi temi di cui già si è occupato comernnarratore. Alla ricerca del senso più profondo delle cose,rnattraverso i sentimenti più oscuri e ancestrali di ogni uomo, dove il disincanto del mondo pulsa come un tamburornbattente. -
Natura morta con custodia di sax. Storie di jazz
Ci sono saggi che parlano di jazz, romanzi ambientati nel mondo del jazz, raccolte di articoli, analisi musicologiche, biografie di jazzisti. E poi c'è ""Natura morta con custodia di sax"" di Geoff Dyer. Libro unico e inafferrabile, oggetto letterario misterioso che sfugge e resiste a ogni tentativo di incasellarlo in un genere, testo mercuriale e metamorfico che muta a ogni nuova lettura, ""Natura morta con custodia di sax"" è un libro sul jazz, sull'influenza che questa musica ha avuto sulla società e la cultura occidentali, sulle vite di alcuni dei musicisti più importanti della storia - Lester Young, Charles Mingus, Thelonious Monk -, vite evocate con tanta vividezza che, secondo Jonathan Lethem, «si può sentire il whisky sulla lingua, l'odore dei mozziconi di sigaretta, i colpi di tosse fra una registrazione e l'altra». Ma ""Natura morta con custodia di sax"" è anche un libro sulla poesia, sulla fotografia, sugli sconfinati spazi americani che un Geoff Dyer giovanissimo attraversa in auto con la fidanzata, ascoltando jazz, solo jazz, mentre guidano sotto un cielo illimitatamente blu. È un libro sulla musica, e su come la musica può cambiare la vita. Sull'arte, sulla bellezza, sulla bellezza imprevedibile della vita. È, soprattutto, un libro sulla scrittura, dove la scrittura si piega fino a diventare puro suono; finché la parola si spoglia della sua rigidità per diventare - in queste pagine che il New Yorkerha definito «notturne réverie musicali» - gioco, continua allusione, improvvisazione, sogno. Con una nuova prefazione dell'autore. -
Crudo
Kathy scrive. Kathy prende il sole a bordo piscina in un resort della Toscana, si ubriaca di porto, frequenta le mostre più in voga di Londra. Kathy sta per sposarsi. Sta legando per sempre la sua felicità a quella di un'altra persona e questo la spaventa. Anzi, Kathy è nel panico, scrolla le notizie sul telefono e legge, legge di un mondo che sta cadendo a pezzi. Cosa deve fare con tutte queste informazioni orrende, con tutto questo odio, questa violenza che la attraversa e la lascia senza fiato, insonne, intorpidita e impotente? Vale la pena di iniziare ad amare sul serio, se la fine del mondo è dietro l'angolo? ""Crudo"", il primo romanzo di Olivia Laing, è una brillante esplorazione dei mali del nostro tempo: rassegnazione, paura, scetticismo non risparmiano la protagonista, una versione contemporanea della scrittrice Kathy Acker. Ma c'è una cura. Non fermiamoci, anche se l'abisso si spalanca sotto di noi, continuiamo a scrivere, ad amare, a addentare gli attimi di felicità. Saliamo su quell'aereo, tuffiamoci in quella piscina. Viviamo, Kathy, come se il futuro non esistesse, perché è così che il futuro si materializza di fronte a noi. -
E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto
Simile a una busta che custodisce un dispaccio giunto da un luogo lontano, la copertina che stringete tra le mani contiene un lungo messaggio inviato a una donna amata, e con lei a tutti i lettori. Questo libro è una lettera d'amore. Come in tutte le lettere più riuscite, fra le sue righe si conserva una limpida traccia della voce di chi l'ha scritta: la voce di John Berger, che qui risuona in tutta la sua calorosa intelligenza, in tutto il suo desiderio di condividere storie e sguardi. L'amore che racconta è svelamento sensuale, mutuo accudimento di fragilità, superamento dei confini individuali. In quest'arte sottile dello sconfinamento, l'amante John Berger si scopre vicino a chiunque sia impegnato ad attraversare una frontiera. A chi migra dal proprio paese, gettando le fondamenta di una nuova casa nel molle terreno dell'altrove; ad artisti come Caravaggio o van Gogh, che vivono un'identificazione metamorfica e sessuale con la materia della pittura; a una lucciola, il cui bianco bagliore sembra provenire da una dimensione remota, invitandolo a varcarne la soglia. L'amore di John Berger è un porsi in bilico tra animale e umano, tra vita e assenza, tra eternità e impermanenza. Tra ora e non più. E i nostri volti, amore mio, leggeri come foto è forse il libro più generoso di un generosissimo scrittore, perché è il più intimo. È la scoperta di come «non ci sia discorso più pubblico e politico, più radicalmente comunitario, di quello sui sentimenti», e la meravigliata dimostrazione che chi ama, come chi guarda, modella eternamente il reale, ridisegnando in ogni istante il fuggevole profilo del mondo. -
Il libro delle nuvole. Manuale pratico e teorico per leggere il cielo
Che cosa significa un'ombra rosa nelle nuvole al tramonto? Quel «cielo a pecorelle» porta davvero «pioggia a catinelle»? Che cosa ci dice sul futuro del nostro pianeta il movimento incessante delle nubi?«Alziamo lo sguardo e impariamo a considerare le nuvole come parte della nostra vita e non tanto come elementi scenografici. Impariamo a leggere il cielo e scopriamo tutti i modi in cui influisce sulla nostra esistenza.»Presi come siamo dalle nostre attività quotidiane, il nostro sguardo è sempre più diretto verso il basso, puntato sullo schermo di un cellulare o di un computer, fisso sulla strada che stiamo percorrendo, diretto ai fornelli della nostra cucina. Chi di noi ha la «testa fra le nuvole» è di solito un distratto o uno svampito, addirittura un perdigiorno. Vincenzo Levizzani è pronto a smentire questo luogo comune: lui la testa «fra le nuvole» l'ha sempre avuta, e ha fatto di questa attitudine una professione. Sulla scia di chi in passato sollevava il mento per guardare il cielo in cerca di ispirazione – viaggiatori, poeti, artisti, sognatori –, lo studioso osserva le nuvole, ma lo fa con occhi diversi, quelli della scienza, e da punti di vista inconsueti: non il prato, la montagna, lo scrittoio, ma il laboratorio, l'aereo, il radar, il satellite. Che cosa significa un'ombra rosa nelle nuvole al tramonto? Quel «cielo a pecorelle» porta davvero «pioggia a catinelle»? Che cosa ci dice sul futuro del nostro pianeta il movimento incessante delle nubi? Tra goccioline, cristalli, Graupel e chicchi di grandine scopriremo la risposta a queste e altre domande e penetreremo l'interno delle nuvole per spiarne i segreti più intimi e nascosti. Vincenzo Levizzani ci conduce in un viaggio appassionante, durante il quale impareremo a leggere il cielo e incontreremo ciò che avranno da dirci sul clima che sta cambiando. Il libro delle nuvole ci trasporta lassù tra loro, per assistere da vicino, con occhi nuovi, al movimento incessante delle nuvole e coglierne tutte le meraviglie. -
Stelle. Il grande racconto delle costellazioni
Questo libro ci mostra che la vasta cupola scura sotto la quale tutti abitiamo ha sempre fornito le risposte alle nostre domande più importanti. Che il cielo è la tela nera su cui ogni civiltà, compresa la nostra, ha dipinto la propria epopea.«Pagina dopo pagina, Aveni ricostruisce le cartografie e le ideologie astrali di quei popoli che riflettevano nei pianeti le loro idee sui caratteri degli uomini.» - Marino Niola, Robinsonrnrn«Anthony Aveni ci offre una narrazione comparata delle leggende celesti, esaminando il significato delle stesse costellazioni per culture diverse.» - La Domenicale del Sole 24 orernrn«Aveni ricostruisce le cartografie e le ideologie astrali di quei popoli e di quei tempi in cui al calare delle tenebre gli uomini cominciavano a contemplare i sovrumani silenzi e profondissima quiete del grande buio e iniziavano a fantasticare.» - Marino Niola, il venerdìrnrnrn«Ripercorrendo i racconti che spiegano e contraddistinguono le costellazioni del nostro universo, l’autore compone un vero e proprio trattato di archeoastronomia e astronomia culturale, in cui la passione archeologica e gli studi astronomici si incontrano per offrire al lettore una rassegna dei modi più curiosi e originali con cui le diverse popolazioni, in tutti i tempi e in tutti gli spazi, hanno rintracciato una correlazione tra cielo e terra.» - Outsiders WebzinernrnUn tempo, sulla Terra, al calare delle tenebre non c'erano altre luci se non quelle della Luna e del cielo stellato; agli esseri umani, ovunque si trovassero, non rimaneva che alzare lo sguardo, contemplare il silenzio e iniziare a fantasticare. Ecco che un gruppo di stelle per i greci assumeva la forma di Orione, gigante cacciatore in grado di camminare sulle acque, mentre ai nativi americani appariva come un'enorme mano, strappata dal Popolo del Tuono a un capo indiano per punirne l'avarizia; dove gli aborigeni australiani vedevano una canoa in cui navigavano tre pescatori, alcuni popoli delle Antille scorgevano la sagoma di Epietembo, marito tradito a cui la moglie, prima di fuggire, mozzò una gamba. Stelle è il racconto delle leggende e dei miti che animano il nostro cielo notturno. Anthony Aveni ci trasporta attraverso gli emisferi e le epoche, alla scoperta delle storie che l'immaginazione dei popoli – egizi e babilonesi, greci e romani, maya e aztechi, navajo e inuit – ha creato sugli astri e sulle costellazioni. Scopriamo così la genesi dello zodiaco cinese, il ruolo fondamentale delle Pleiadi nella scansione del tempo agricolo e dei rituali di molte civiltà, o che le macchie scure della Via Lattea disegnano – gure di animali indispensabili per la cultura andina. Creazione e morte, futuro e aldilà, eros e natura: dalla foresta pluviale amazzonica alla calotta ghiacciata dell'Artico, dalle sconfinate praterie del Nord America alle grandi città precolombiane, Stelle ci mostra che la vasta cupola scura sotto la quale tutti abitiamo ha sempre fornito le risposte alle nostre domande più importanti. Che il cielo è la tela nera su cui ogni civiltà, compresa la nostra, ha dipinto la propria epopea. -
Bim Bum Bam Ketamina
“Bim Bum Bam Ketamina” è la storia di un mondo isterico e ultraviolento, impaziente e tossico, che vive assieme la tragedia dei suoi ultimi giorni e il trionfo del suo desiderio di vita. È il racconto della realtà per come appare al di là dei nostri filtri. La voce che ci accompagna all’interno di questo gorgo terribile ed esilarante è quella del tuttofare Roberto, trentenne senza ambizioni e senza soldi, creatura crudele e ingenua, «uomo in affitto» che si procaccia sempre lavori mal pagati finendo dentro le situazioni più assurde: fare il Personal Shopper Assistant e l’Official Emotions Manager di un’influencer che decide di sposare se stessa; guardare i video di una chef che, dopo anni di violenze subite, sevizia il marito in diretta Instagram; smaltire i rifiuti da laboratorio di una scienziata che costruisce una faccia artificiale per essere identica alla sua amica del cuore; fare psicanalisi con un’intelligenza artificiale; orbitare tra webstar rifatte che scelgono di infilare una mano in un frullatore in live quando non sanno più come intrattenere i propri follower. Testimone di un universo pazzo ed esasperato, che rifiuta ogni regola e ogni morale, Roberto racconta in queste pagine la sua quotidianità surreale, tratteggiando allo stesso tempo la propria incapacità di trovare un posto nel mondo e la tanto temuta – per alcuni, sperata – autoestinzione del genere umano. Il romanzo di esordio di Claudia Grande è il grido di questa umanità al suo estremo confine. Il tentativo di lasciare sul pianeta un’ultima traccia di ciò che siamo stati prima di dissolverci. -
Pensare come Ulisse. Che cosa gli antichi possono insegnarci sull...
Bianca Sorrentino riprende miti e poemi antichi mostrandoci l’importanza di riscoprire l’inesauribile vitalità che pulsa tra le righe delle opere classiche per migliorare il nostro presente. In un mondo in cui futuro e passato sono sacrificati sull’altare dell’istante e tutte le risposte sembrano essere a portata di clic, Pensare come Ulisse svela le ferite e le domande di un’identità perdutamente umana e ci ricorda che siamo gli eredi millenari di sogni e desideri che eternamente si ripetono, «di una storia comune che per sempre ci affratella». E proprio a questa nostra storia dobbiamo guardare per essere i nuovi eroi del tempo che verrà.Siamo figli di un secolo smarrito: bombardati da verità urlate e subito smentite, schiacciati dalle malattie e da una produttività senza fine, abbiamo perso il filo in quel labirinto che è il nostro mondo. A che cosa servono le parole degli antichi nell’universo liquido di Netflix e Amazon, in cui le favole sono sostituite da maratone di serie tv e un algoritmo ci toglie la fatica di esercitare il libero arbitrio? La lettura dei classici può permetterci di abitare un’altra storia, riappropriarci della nostra.rnrnNel ripercorrere le vicende degli eroi del mito, Pensare come Ulisse ci fa scoprire che le loro inquietudini non sono poi così distanti dalle nostre. L’inconsapevolezza di Edipo corrisponde all’autoinganno dell’uomo contemporaneo che, perso nel vortice incontrollato delle fake news, cerca di ritrovare se stesso. Il mito di Orfeo che osa sfidare la morte, poi, è tuttora un monito per chi è sedotto dal desiderio di superare i limiti posti dalla natura. Le ribellioni di Prometeo e Antigone, archetipo delle nostre rivolte, fanno echeggiare l’impegno civile di cui la nostra società pare essere orfana, un’eredità che solo alcune giovani come Greta Thunberg e Kay Sara sembrano saper raccogliere. E se talvolta la tradizione classica condanna al silenzio la voce del femminile, le riscritture contemporanee sanciscono il riscatto per ogni Atalanta – per ogni sposa costretta a sacrificarsi – finalmente in grado di dare coronamento alle proprie aspirazioni. -
Romanzo fantasma
Stabilitosi a Portsmouth dopo la laurea, il giovane Arthur Conan Doyle era assillato dal desiderio di emergere come scrittore; ma il suo primo cimento romanzesco si scontrò con l'inefficienza delle poste inglesi, che smarrirono il manoscritto. Il futuro creatore di Sherlock Holmes lo riscrisse quasi per intero, poi si interruppe e relegò questo suo Romanzo fantasma nel proverbiale fondo di un cassetto, dove il prezioso testo è rimasto fino ad anni recenti. Il debutto di Doyle anticipa curiosamente - e audacemente - le tendenze del romanzo novecentesco; il protagonista, l'arguto cinquantenne John Smith, è costretto a letto da un attacco di gotta e passa il tempo osservando ciò che accade intorno al suo appartamento, dialogando fra sé oppure con qualche raro visitatore. Come il medico, che lo coinvolge in impetuosi entusiasmi positivistici e che agli affezionati sherlockiani ricorderà il celebre dottor Watson, o la compita padrona di casa, «prova generale» della devota Mrs Hudson. Nel pacato, meditabondo John Smith, Conan Doyle offre un autoritratto giovanile di pensatore all'avanguardia, prefigurando i temi che ricorreranno in tutta la sua opera: dai progressi della scienza a una fede emancipata dal bigottismo, dalla riflessione sulla benignità della natura umana all'ammirazione per l'Impero britannico, dalle piccolezze borghesi alla letteratura. Questa sua prima prova è la testimonianza della vulcanicità creativa di uno degli autori più celebri e amati al mondo, e certo più significativi per la definizione dell'immaginario contemporaneo. Un romanzo perduto che, dei fantasmi tanto cari al suo autore, ha entrambe le qualità distintive: la malinconia e l'inesausto mistero. -
Il racconto del cielo. La grande storia dell'Antico Testamento
Il racconto del cielo è un percorso di discernimento, che ci porta a essere più consapevoli di chi siamo; perché conoscere gli uomini, le storie, i personaggi, i misteri e le idee più importanti dell’Antico Testamento significa comprendere la cultura, l’arte e l’etica dell’intera civiltà occidentale. -
Lemon
Kim Hae-on muore il giorno dopo la finale dei mondiali di calcio in Corea del Sud. Il suo corpo, vestito solo di un abito giallo, viene ritrovato nel parco del suo liceo; il cranio spaccato da una pietra. La polizia individua subito due sospetti tra i compagni di scuola: il rampollo Shin Jeong-jun, sulla cui macchina la ragazza è stata vista salire la sera del delitto, e Han Manu, che afferma di averla incrociata di ritorno da una consegna in motorino. Ma i due hanno un alibi e così il caso si chiude senza un colpevole. C'è però qualcuno che non si arrende. Qualcuno convinto che la soluzione si nasconda proprio nei segreti degli studenti. Qualcuno talmente sconvolto dalla morte della ragazza da modellare il volto e il fisico fino ad assomigliarle. Il suo nome è Da-on, Hae-on era sua sorella, e la sua ricerca non avrà termine fino a quando non avrà scoperto la verità; in qualunque modo e a qualunque prezzo. Con Lemon Kwon Yeo-sun dà voce a un'indagine angosciante sulla gelosia e la colpa, che respira le atmosfere di Parasite. Un'opera che attraverso diversi punti di vista disegna il ritratto di un paese diviso, rivelando quanta brutalità e abisso alberghino nei silenzi di ogni vita.«Per molto tempo ho cercato con fervida immaginazione di ricreare nella mia mente il secondo interrogatorio di Han Manu come se volessi incastrare dei mattoncini Lego. Il giovane era stato interrogato ben sette volte ma era questo interrogatorio quello in cui ci si era avvicinati piu` alla verita` e alla direzione che infine avrebbe preso il caso. Ogni volta che immaginavo quell'interrogatorio, stranamente, era sempre presente un carico eccessivo di dettagli ed era come se quei piccoli e incurvati mattoncini Lego stessero cercando in tutti i modi una soluzione per incastrarsi bene. Anche questa volta e` accaduta la stessa cosa. Ho scritto che l'investigatore avrebbe osservato le mani del ragazzo, pensando che non sarebbe stato necessario un colpo forte per colpire una ragazza dalla testa piccola e dai capelli morbidi e lucenti. Il dettaglio relativo ai capelli morbidi e lucenti non sarebbe stato necessario aggiungerlo ma, senza un perche´, lo avevo fatto. Una testa piccola dai capelli mossi, morbidi e lucenti non avrebbe certamente modificato il fatto che era stata colpita al capo con un mattone. Anche se sono passati sedici anni sono ancora legata a quei dettagli chiari, nitidi e superflui. Non riesco a sottrarmi al ricordo perenne della bellezza di mia sorella. Proprio cosi`. Mia sorella era di una bellezza sconvolgente. Nessuno poteva dimenticarla, anche se l'aveva vista una sola volta. La stessa estasi che si prova davanti a un foglio bianco senza scritte. Aveva diciotto anni. Chi ha strappato quel bellissimo foglio? E` stato Han Manu oppure Shin Jeong-jun? E se invece fosse stata una terza persona, un perfetto sconosciuto? Adesso lo so: non chi si sia macchiato del suo omicidio, ma chi di certo non lo ha commesso. No, non e` vero. So benissimo chi e` stato, e il... -
Thomas l'oscuro
“Thomas l’Oscuro” è il primo romanzo di Maurice Blanchot: un’opera che stravolge i codici narrativi consolidati, anticipando con la sua visionarietà le sperimentazioni di Alain Robbe-Grillet e Samuel Beckett. Thomas, il protagonista di questa storia, è un personaggio che sfugge a ogni possibilità di descrizione. A volte sembra umano, altre mostruoso. A volte sembra vivo, altre volte no, e appare sempre in bilico su quel confine sottile che separa le due cose. Lo conosciamo all’inizio del romanzo mentre nuota in mezzo a un mare d’improvviso mutato in tempesta, boccheggiando tra le onde, incerto se sopravvivrà o sarà travolto. Lo ritroviamo in un cimitero, chino sulle ginocchia, intento a scavare con le mani una tomba in cui sdraiarsi e fare esperienza della fine. Ma a conoscere la morte sarà Anne, la giovane donna che Thomas ha incontrato casualmente nell’albergo in cui alloggia, e con la quale ha iniziato una relazione che si è tramutata in un vincolo misterioso e inscindibile. E proprio la malattia e la scomparsa di Anne condurranno Thomas verso una nuova soglia. In questa opera finora inedita in Italia, Maurice Blanchot guida il lettore attraverso sentieri inesplorati della costruzione romanzesca. Quello che Blanchot realizza, ricorrendo a una prosa densa di immagini, è lo scardinamento di ogni consuetudine del pensiero, di ogni meccanismo logico cui siamo educati sin dall’infanzia. Un rappresentazione unica di ciò che può fare e dire la letteratura che, nel suo tentativo di scagliarsi contro l’essere, ci restituisce la natura stessa della nostra esistenza. -
Tempo di neve
Una figlia e sua madre, che vivono da tempo lontane, si danno appuntamento nella capitale giapponese. Non è un viaggio come gli altri: questo ha l'aspetto di un addio. Così come la giovane regola il diaframma della sua Nikon per fissare l'immagine dell'anziana donna per sempre, allo stesso modo è costretta a scegliere quali dettagli del loro rapporto mettere a fuoco e quali invece lasciar galleggiare in superficie e poi disperdere, come sull'acqua increspata dei canali della città. Le due condividono ciotole di noodle fumanti in minuscoli ristoranti, visitano mostre e fanno del loro meglio per evitare che la pioggia di ottobre rovini i loro programmi. Ma rifugiarsi nei ricordi non è sufficiente quando ci si trova in un corpo a corpo privato di ogni traccia di intimità e possibilità di avvicinamento. Qual è allora il significato di questo errare fianco a fianco, se non la ricerca di una serena solitudine nel mondo? Nel confronto in punta di piedi che avviene pagina dopo pagina, la tanto agognata familiarità sembra sfuggire ogni volta e la vicinanza si trasforma lentamente in un'inadeguatezza: l'angoscia di essere ormai fuori tempo massimo. -
Computer e cervello
Quando l'opera che avete fra le mani fece la sua comparsa sugli scaffali delle librerie, le scienze informatiche erano appena nate e non si sospettava nemmeno l'esplosione che avrebbero avuto nei decenni successivi, mentre le neuroscienze erano pronte per il balzo in avanti che le nuove tecnologie avrebbero reso possibile. Era il 1958 e con la sua ricerca John von Neumann apriva le porte agli studi sull'intelligenza artificiale. Computer e cervello, nelle parole del suo autore, è «un approccio alla comprensione del sistema nervoso da parte di un matematico». Per noi si tratta del primo studio sulla relazione tra il modo di operare degli elaboratori e quello del nostro pensiero, sulle capacità computazionali delle macchine e quelle del nostro organo più misterioso. Un punto di non ritorno. Von Neumann esamina il metodo digitale e il metodo analogico, i processi cognitivi artificiali e quelli naturali; i termini costitutivi del suo discorso sono transistor e neuroni, rapidità di trasmissione delle informazioni, velocità di elaborazione dei dati, porte logiche e sinapsi. Una risposta ai quesiti sul modo in cui il cervello riesce a compiere i suoi miracoli cognitivi pur senza essere un computer ancora oggi non c'è. C'è però il tentativo di imitarne il funzionamento nelle reti di neuroni artificiali, terribilmente più veloci nell'elaborazione del «pensiero». Quello che von Neumann auspicava. -
Teatro
Nella regione dell'impossibile c'è un medico che si aggira tra i feriti portando sempre con sé una piccola pianta di menta salvata dal suo giardino: se le bombe dovessero distruggergli la casa, non avrebbe perso davvero tutto. Nella regione dell'impossibile c'è un ospedale da campo in un asilo abbandonato dove, tra le catene della precedente occupazione militare, si fanno nascere bambini, a ricordare che è nei luoghi più oscuri che c'è più bisogno di luce. La regione dell'impossibile è un luogo sorprendente e inatteso: è una terra rasa al suolo dai bombardamenti, in cui uomini e donne cercano ogni giorno di strappare un brandello di speranza all'abisso. ""Nella misura dell'impossibile"", una delle tre opere teatrali di Tiago Rodrigues qui raccolte, è un testo illuminante e intenso, figlio delle interviste condotte dall'autore alle operatrici e agli operatori umanitari della Croce Rossa e di Medici Senza Frontiere. La scrittura sperimentale di Rodrigues scava nelle vicende dei singoli per restituire loro un significato condiviso, tanto più vacillante quanto essenziale. Così, nel ""Coro degli amanti"" siamo condotti nell'intimità di una coppia che condivide pensieri e parole come in un canto unico, spezzato all'improvviso da una corsa in ospedale. Ma i modi in cui la riflessione dei personaggi si confronta con il mondo che li circonda è anche il cuore di ""Catarina e la bellezza d'ammazzar fascisti"": la storia di un'iniziazione ambientata in un villaggio del Portogallo, in cui il membro più giovane della famiglia protagonista è tenuto, da generazioni, a uccidere ritualmente il suo primo fascista, rapito a questo scopo. ""Teatro"" raccoglie la più recente ricerca drammaturgica di Tiago Rodrigues: tre opere profondamente diverse tra loro ma che allo stesso tempo condividono una medesima indagine stilistica sulla responsabilità delle proprie azioni. Perché, in un mondo imprevedibile e caotico come quello che ci circonda, spetta sempre più a noi decidere quali semi piantare. Prefazione di Yves Daccord. -
Rossini
Rossini aveva 37 anni e 39 opere alle spalle quando si ritirò dalle scene teatrali dopo avervi esercitato un'egemonia incontrastata. Eclettico, altalenante tra comico e tragico, e prolifico sperimentatore di generi, raggiunse e impose uno stile sovraregionale, nella fedeltà a un ideale di bellezza ineffabile che la sua musica sempre inseguì: una musica che diede voce ai suoi personaggi esprimendo, con una scrittura vocale e strumentale esaltante, il loro destino, la speranza che li anima, l'allegrezza che li circonda, la felicità che li attende, l'abisso in cui stanno per cadere. Questa musica, «universale più che specifica», fu però scritta e creata nel e per il proprio articolato presente, adattandosi ai contesti e agli artisti con cui Rossini si confrontò nelle sue peregrinazioni. La riconoscibilità immediata del suo linguaggio drammatico segnò così, in tempi di grande mutamento, una strada impossibile da ripercorrere, che conobbe imitatori ma non successori. La fortuna discontinua di Rossini pone ancora oggi molti interrogativi, da cui Andrea Chegai parte per riavvolgere il filo della matassa che i recensori del tempo, i biografi e gli studiosi attuali hanno tentato di sbrogliare. Indagando sui motivi della fama del Pesarese, sui suoi rapporti con impresari, cantanti, scrittori, librettisti e compositori, Chegai riposiziona le opere di Rossini in una prospettiva storica che tiene conto delle trasformazioni sociali, politiche e musicali a cavallo tra Settecento e Ottocento. ""Rossini"" ci permette di approfondire con coinvolgimento e rinnovato sguardo critico la musica di un artista «proteiforme e impenetrabile fino alle ultime note», per ciò che significò al suo tempo e per quello che può ancora significare per noi oggi. -
Io che non amo solo te. I nuovi confini dell'infedeltà
""Io che non amo solo te"" è un'esplorazione dell'infedeltà nella società contemporanea. Una mappa per orientarsi nelle zone grigie dei rapporti sentimentali e comprendere appieno le conseguenze - anche legali - delle nostre azioni. La nostra è una società basata sul principio millenario della monogamia, e tuttavia da quando la monogamia esiste, esiste anche il tradimento. Ma cosa significa «tradire» in una realtà iperconnessa, digitale, esposta continuamente al sesso e al desiderio? Vuol dire inviare un messaggio sexy in una chat su Instagram? Essere iscritti a una dating app? Se per scoprire un flirt entriamo di nascosto nella mail del partner, chi dei due sta compiendo il crimine più grave? Selina Zipponi ci mostra le mille sfaccettature delle nostre gelosie e infedeltà, tra siti d'incontri e scambismo, sexting e atti osceni in luogo pubblico, addentrandosi anche nei territori oscuri della violazione di privacy, dello stalking e del revenge porn e spiegando nel dettaglio, caso per caso, quali sono i rischi dal punto di vista della legge. ""Io che non amo solo te"" è uno strumento per muoverci all'interno di tutto questo con maggiore consapevolezza dei nostri limiti e opportunità: capire come vivere le nostre fantasie con leggerezza, o più in generale quando è bene fermarsi prima di sconvolgere la nostra vita e quella di chi ci sta intorno.