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Kasparov insegna gli scacchi
""Insegnare gli scacchi"" non significa solo illustrare le regole e i principi fondamentali del gioco, ma implica molto di più. Vuol dire cercare di trasmettere a chi ascolta il fascino, il mistero e la propria passione per questo gioco. E in questo libro Garry Kasparov ""insegna gli scacchi"" proprio così, comunicando al lettore non solo le strategie e le tattiche delle varie fasi di una partita, ma anche quella componente tipicamente umana senza la quale il gioco degli scacchi sarebbe forse solo un inutile rompicapo. -
Il mister
Vecto Zoran, il Mister di questo romanzo di Manlio Cancogni è un personaggio di fantasia anche se esplicitamente ispirato all'allenatore boemo Zdenek Zeman che ""della fantasia ha fatto arte e mestiere"". Pubblicato nel 2000, dopo che si era conclusa la prima esperienza di Zeman sulla panchina della Roma, viene riproposto in occasione della ricomparsa del praghese come allenatore della squadra giallorossa. Siamo a Roma negli anni Trenta in piena epoca fascista. Nel quartiere Savoia si disputa il campionato calcistico dilettanti e Zoran diventa giocatore e allenatore del Malafronte. Ha grande carisma, incanta il pubblico (in particolare il giovane Ugo) con le sue finte, le sue giocate geniali, la precisione e la delicatezza con cui tratta la palla, il modo in cui tiene unita la squadra e la porta in vetta alla classifica. Finché un giorno scompare in circostanze misteriose... -
Sentenza di morte. Montefalco, 13 aprile 1944: una feroce esecuzione
13 aprile 1944: due giovani di 19 anni vengono fucilati contro un muro del cimitero di Montefalco, in provincia di Perugia, perché renitenti alla leva della RSI dopo l'8 settembre 1943. Si chiamavano Americo Fiorani e Luigi Moretti. Nel piccolo Comune umbro non si è mai spento lo sdegno di fronte alla feroce esecuzione, avvenuta dopo un processo sommario. Proprio partendo dalle testimonianze della gente del posto, la storia dei due giovani viene ricostruita con un'approfondita ricerca negli archivi comunali di Montefalco e negli Archivi di Stato di Firenze e di Perugia: da faldoni polverosi e dimenticati riemergono documenti ufficiali dell'epoca, rapporti delle forze dell'ordine e delle Autorità locali, gli atti processuali delle inchieste aperte nel dopoguerra. Appaiono chiaramente non solo l'assurdità dell'operato dei dirigenti della RSI che hanno agito a scopo esemplare, ma anche il tormento delle altre giovani vittime dell'evento: i membri del plotone di esecuzione costretti a eseguire la condanna contro ogni umano sentimento. Un dramma che nemmeno il processo che ebbe luogo a Firenze nel 1946 contribuì a chiarire in modo definitivo e su cui questo libro vuole ora raccontare la verità. -
Theatrum mentis. Saggi sul pensiero di Aldo Masullo
I contributi raccolti in questo volume indagano il pensiero di Aldo Masullo a partire da diverse angolazioni disciplinari, dalla filosofia alla sociologia e alla letteratura, prendendo le mosse da un suo recente libro per allargare poi lo sguardo a tutta la sua opera filosofica. Gli autori, riuniti nell'Accademia di Belle Arti di Napoli in una mattinata di studio sulla ricerca critica di Masullo, ne hanno discusso a partire dal ""Piccolo teatro filosofico"" (Mursia, 2012), testo in cui convergono i molti fili della filosofia del pathos. Si tratta di una pratica dialettica, che si esercita nella ricerca dell'incontro con l'altro, ed è il lavoro con cui ogni soggetto scopre dentro di sé, prima di ogni forma del sé, il costitutivo altro. Così si genera la tensione etica (politica, nel senso più puro della parola) di una riflessione che mira a comprendere il nocciolo profondo, pre-sociale, del senso ""erotico"" della vita umana, che già il Platone del ""Simposio"" e del ""Fedro"" aveva indicato come via privilegiata verso l'amore per la sapienza. -
La progettazione dei giochi da tavolo. Strumenti, tecniche e desi...
Per inventare un gioco da tavolo sono necessari un'idea iniziale, una manciata di dadi e qualche segnalino. Ma non bastano. Questo manuale illustra una serie di principi e tecniche in grado di supportare l'inventore di giochi nell'espressione della sua creatività. Il testo è corredato da un catalogo di 51 design pattern: una raccolta di idee di progettazione che è possibile riconoscere in molti giochi di successo e che ciascuno potrà riutilizzare nelle proprie creazioni, reinterpretandole in modo originale. Accanto a pattern che hanno già un nome consolidato, come Jolly o Asta, numerosi altri vengono definiti e analizzati per la prima volta in questo manuale. -
La guancia sull'asfalto
""E dorme con la guancia sull'asfalto, lungo quanto una scopa col cappello, a una spanna gli passano le ruote dei camion che lo sfiorano di lato"". ""Attendevamo da tempo che il fondatore del Realismo Terminale desse un saggio compiuto della sua produzione più recente, a dieci anni dal Cielo di lardo; ed eccoci serviti, con questo lauto dono di novanta poesie, tante quanti i numeri della tombola. Suggestione per suggestione, a scorrere i titoli, spavaldamente icastici nella loro asciutta referenzialità, viene subito da pensare alla smorfia, dove sono racchiusi e spiegati tutti i casi della vita. E questo è, in fondo, il libro di Oldani: un variopinto caravanserraglio di oggetti e di persone shakerati nell'immensa betoniera del terzo millennio. Facendo leva sul portentoso congegno della similitudine rovesciata, sua geniale invenzione, riscrive a briglie sciolte la realtà e l'immaginario, fino a darci, con sorprendente facilità, una nuova enciclopedia del mondo. Non aggiunge parole al vocabolario, ma «amplifica la dimensione del linguaggio, provocandogli una precisa mutazione espressiva». Peraltro, a tanto egli giunge senza ricorrere agli effetti speciali cui si affidano parecchi suoi colleghi, convinti che non si possa scrivere vera poesia senza fare gli oscuri o i preziosi: colpisce, al contrario, nei testi di Oldani, la relativa semplicità dei mezzi impiegati, che ricalcano, a volte, moduli e ritmi fin quasi popolareschi. Oldani invera il monito secondo cui bisogna farsi piccoli per essere grandi in un altrove. Ma dietro il fanciullino esuberante, che sa godere, per istinto, di ogni minima cosa, si nasconde l'uomo che ha conosciuto le crudeltà del mondo, anche se prova ad ammorbidirle a colpi d'ironia: ciò che il titolo della raccolta esprime così bene, nella sua forma ossimorica."" Giuseppe Langella. -
Vita e dottrina di Buddha. Il Dhammapada
«Lo scopo di questo libro è introdurre ai fondamentali insegnamenti di Buddha e al classico Dhammapada il lettore che desideri avere un'idea compendiosa della vita e degli insegnamenti di Buddha, per l'importanza che hanno nella vita di oggi.» Così, nella Prefazione, l'Autore presenta l'opera mettendone in evidenza la funzione di breve, ma esauriente, introduzione alla conoscenza di una delle più diffuse religioni del mondo. Nella prima parte la vita e gli insegnamenti di Gautama Buddha, nella seconda la traduzione, a cura dell'autore, del Dhammapada, il «Nuovo Testamento» buddhista, e il confronto con le diverse traduzioni degli originali in lingua Pali, nella quale il Buddha pensò, parlò e predicò. -
Filostrato
Opera giovanile del Boccaccio, nota per essere il primo poema in cui viene adottato lo strumento metrico dell'ottava narrativa, racconta la storia di Troiolo, ultimo figlio di Priamo, e dell'amore ricambiato di Criseida, figlia del sacerdote di Apollo. Durante uno scambio di prigionieri, la giovane donna si reca al campo dei greci accompagnata dall'eroe acheo Diomede. Troiolo, temendo il tradimento di Criseida, accecato dall'ira si appresta a vendicarsi su Diomede, ma viene prima ucciso da Achille. Narrativa e lirica s'incrociano in questo testo che si avvale di un commento che registra la fitta trama di echi, le riprese tematiche, i tópoi letterari, le situazioni poetiche appartenenti tanto all'area popolareggiante quanto alla tradizione letteraria (dai classici Ovidio e Virgilio a Cino da Pistoia e Petrarca). -
Il relitto-Catriona-Il riflusso della marea. Romanzi 1892-1894
Il relitto (1892) è un romanzo diviso in due parti tra loro molto diverse: la prima ambientata a San Francisco è definita da Stevenson ""un romanzo di costumi"", la seconda una narrazione di avventure negli atolli dei mari del Sud; sono unite da un legame psicologico che esprime rispettivamente il senso di energia e di violenza negli uomini. Catríona (1893) è la continuazione delle vicende narrate ne Il ragazzo rapito che si concludono con il matrimonio dei due giovani protagonisti, conformemente al convenzionalismo vittoriano. Il riflusso della marea (1894) narra le avventure di tre uomini che a Tahiti rubano uno scafo malridotto per finire su un'isola sperduta abitata da pochi indigeni dove regna un uomo bianco arricchitosi con la pesca delle perle. -
Il mare è il tuo specchio
Le avventure narrate in queste pagine si dipanano lungo la rotta di un viaggio iniziato molto tempo fa sulla spiaggia di Alassio e che ha toccato il Mediterraneo, l’Atlantico del Nord, l’Artico, le coste americane, il Pacifico, l’Australia, l’Estremo Oriente e le quasi sconosciute coste della Siberia. Il fascino del mare è irresistibile e la situazione di isolamento porterà il protagonista a venire in contatto con luoghi, animali e persone che lo aiuteranno a comprendere se stesso. -
Il dolce sorriso della morte. Un uomo, i suoi demoni
Milano, periferia sud-ovest. Marco Bordoni è un consulente finanziario che vive sotto l’ala protettiva della madre e teme qualsiasi contatto con il genere femminile, che percepisce come una minaccia. Riaffiorano gli incubi di un passato violento, fra un padre alcolizzato e un vicino di casa che abusò di lui. È così che emerge il suo lato oscuro, da cui trae nutrimento, a suo modo, senza provare alcun rimorso. L’ispettore capo Barzagli indaga, con il supporto di uno psicoterapeuta esperto di profili criminali, maturando ben presto una vera e propria ossessione nei confronti dell’autore di una scia di omicidi brutali che inizia a collegare fra loro. Nell’eterna sfida fra buoni e cattivi il confine sarà molto più sottile di quanto si possa immaginare. -
Morte e fama. Ultime poesie 1993-1997
Questo è l'ultimo libro del grande poeta americano. Alien Ginsberg, l'uomo simbolo della Beat Generation, maestro di saggezza per generazioni di lettori, straordinariamente curioso e aperto, con ""Morte e fama"" consegna al lettore gli ultimi respiri poetici che hanno cambiato il ritmo della letteratura americana. Composti tra il 1993 e il 1997, questi versi giocosi, semplificati e provocatori, capaci a volte di far sembrare il mondo la sciocchezza amara che in definitiva è, offrono una caleidoscopica gamma di intonazioni. La protesta, l'ironia, l'eros, la visionarietà whitmaniana, la meditazione buddhista si affidano a un registro nuovo, colmo di intenerita celebrazione della quotidianità che culmina nello struggimento di ""Cose che non farò"", la poesia con cui Ginsberg, mentre si congeda dal mondo, magnifica ancora una volta il suo attaccamento alla vita. -
Architettura & teatro. Spazio, progetto e arti sceniche
Per secoli, la trasformazione degli spazi teatrali e l'adeguamento delle loro strutture architettoniche sono stati garantiti da una fertile corrispondenza di pensiero tra gli artisti e gli architetti, entrambe figure artigianali legate da un comune senso del ""fare"". Il punto più alto è stato probabilmente raggiunto con l'esperienza, nell'Italia del Settecento, dell'architetto-scenografo, figura unica in cui converge la duplice competenza della realizzazione dell'edificio teatrale e dell'allestimento scenografico. L'attenzione posta alla curvatura del soffitto, ai materiali e all'illuminazione derivava da un sapere sperimentale tramandatosi per generazioni. Nel corso del XX secolo tuttavia le conoscenze si specializzano e si allontanano, in alcuni casi vanno perdute. In Italia, tra gli anni Sessanta e Ottanta, molti teatri storici sono stati martoriati da ""messe a norma"" scriteriate e ristrutturati in modo illogico (camerini lontani dal palco, tecnologie sofisticate che complicano le operazioni di scena), a dimostrazione della perdita di una consapevolezza tecnica e artigianale che per secoli ha fatto la fortuna dei teatri italiani (basti pensare alla famiglia Bibiena o a Juvarra, Vanvitelli e Piermarini). Questo libro evidenzia la peculiare complessità dell'edificio teatrale e sottolinea l'urgenza del recupero di una relazione feconda tra committenti, architetti e artisti. -
Interazione del colore. Esercizi per imparare a vedere
Pubblicato per la prima volta nel 1963, ""Interazione del colore"" fu pensato da Josef Albers come un manuale di supporto didattico per artisti, docenti e studenti. Nelle sue pagine, attraverso esperimenti ed esempi pratici, viene illustrata la teoria del colore sviluppata dall'autore durante gli anni di insegnamento al Bauhaus. Lo scopo delle lezioni di Josef Albers è sviluppare l'occhio per il colore, quella sensibilità per la luce e le tonalità che il solo studio teorico dell'ottica e dei sistemi cromatici non può in alcun modo affinare. Il risultato è un percorso semplice ma articolato che vuole essere uno stimolo alla formazione di un ""pensare pratico"" in cui l'esperimento e la scoperta accompagnano la creatività. Cinquant'anni dopo la sua prima edizione, Interazione del colore è ormai un caposaldo nello studio del colore. Questa nuova edizione presenta una selezione aggiornata e ampliata delle tavole a colori che illustrano i principi espressi da Albers nel corso di lezioni e dimostrazioni. -
Segni. Fenomenologia e struttralismo, linguaggio e politica. Cost...
Ispirano, alludono, dialogano tra loro, riescono a mettere in luce, come in un ritratto picassiano, una personalità formidabile. I segni che Maurice Merleau-Ponty lascia della sua filosofia, in questa che fu l'ultima raccolta di saggi pubblicata in vita, sono un insieme di indizi improvvisi ricevuti dagli eventi, dai libri e dalle cose, e restituiscono da angolature diverse il medesimo volto di un intellettuale eclettico, inquieto, e allo stesso tempo capace di divincolarsi nel groviglio di complessità del mondo contemporaneo. ""Segni"" - che il Saggiatore ripropone nella storica edizione curata da Andrea Bonomi - trova il proprio carattere unitario in un preciso stile filosofico, che apre le porte alla tradizione orientale e alla lettura del cuore turbato di Montaigne, oltre che al neorazionalismo di Einstein. Grazie all'apporto della nuova antropologia di Mauss e Lévi-Strauss, mette a punto una fenomenologia che ritorna continuamente sui propri momenti costitutivi. Lo strutturalismo insegna a Merleau-Ponty un nuovo modo di vedere l'essere: un ""sistema a più entrate"" il cui centro è ovunque e in nessun luogo, e all'interno del quale il linguaggio può essere letto come parola dell'essere stesso, una parola che nasce dalla carne del mondo, e porta in sé i segni della storia. -
La carne
La carne è la perturbante opera prima di EmmarnGlass: una fiaba-incubo lirica e bizzarra, una storiarndi iniziazione tragica all’umano destino, il raccontorndi come il male a un certo punto, brutalmente,rnpenetra la vita che, da lì in avanti, non può occuparsirnd’altro che di fare i conti con il male – perchérnla vita questo è: una storia di sopravvivenza, nonrnsempre a lieto fine. rnrnC’era una volta un uomo fatto di salsicce. E c’erarnuna volta una ragazza vegetariana. L’uomo fattorndi salsicce aggredisce la ragazza vegetariana. Larnragazza vegetariana torna a casa col sangue cherncola lungo le cosce, sutura la ferita con ago e filo ernprova a fare come se niente fosse.rnMa fare come se niente fosse è difficile, perchérnl’uomo fatto di salsicce non smette di perseguitarla:rnspiandola dal bosco vicino a scuola, affacciandosirna una finestra, spuntando da un lampione. Larnragazza vegetariana non riesce a dormire, con ilrnricordo di quella gigantesca bocca spalancata, nonrnriesce a concentrarsi, con quell’odore di grassornbruciato nelle narici, non riesce a mangiare, conrnlo stomaco gonfi o e teso come un tamburo. Senternqualcosa di mostruoso crescerle dentro.rnPer riavere indietro la sua vita – andare a scuola,rna nuotare, incontrare il fidanzato – la ragazza vegetarianarnassale l’uomo fatto di salsicce e lo cucinarna un barbecue di famiglia. Poi si butta in piscina,rnma il suo corpo si spolpa e diventa un osso. E poi larnragazza vegetariana e l’uomo fatto di salsicce nonrnc’erano più.rnLa carne è la perturbante opera prima di EmmarnGlass: una fiaba-incubo lirica e bizzarra, una storiarndi iniziazione tragica all’umano destino, il raccontorndi come il male a un certo punto, brutalmente,rnpenetra la vita che, da lì in avanti, non può occuparsirnd’altro che di fare i conti con il male – perchérnla vita questo è: una storia di sopravvivenza, nonrnsempre a lieto fine. Emma Glass la articola con unarnprosa ritmica, percussiva, viscerale; un linguaggiornche ha nello sperimentalismo di James Joyce il piùrndiretto ascendente. L’indicibile, difatti, necessita dirnmagia per essere proferito, comunicato, elaborato.rnL’innominabile deve essere sublimato. E la magiarndell’arte è l’unico strumento che abbiamo. -
Suite lirica. Scritti musicali e letterari
Personalità unica nell'ambiente artistico mitteleuropeo di inizio Novecento, alfiere di quanto di più moderno c'era nella sperimentazione musicale del suo tempo e insieme custode della tradizione romantica del XIX secolo, Alban Berg è stato forse il più innovatore tra gli innovatori. Non ebbe una vita facile: a diciotto anni soffrì di una grave forma di depressione che lo portò a tentare il suicidio; nevrotico e ipocondriaco, di fronte all'iniziale diffidenza di una Vienna che non capiva la sua arte meditò di abbandonare la composizione e dedicarsi unicamente alla scrittura. Se l'importanza di Wozzeck e Lulu nell'evoluzione della musica è infatti nota a tutti, pochi sanno che Berg fu anche un appassionato letterato: durante la sua tormentata adolescenza si cimentò nella scrittura teatrale, ispirandosi a Ibsen e Strindberg; sognava di diventare poeta e leggeva Goethe, Schopenhauer, Nietzsche; aveva un'innata e profonda sensibilità letteraria, che in lui si fondeva naturalmente con la musica, come se note e parole fossero un unico linguaggio. «Apparteneva a quel piccolo gruppo di musicisti che vedono gli uomini nello stesso modo degli scrittori» disse di lui Elias Canetti. Analisi e saggi musicali, invettive, interviste, drammi, aforismi e acrostici dedicati agli amici Schönberg, Loos e Kraus: Anna Maria Morazzoni ha raccolto tutta l'opera critica e letteraria di Berg, composta in poco più di vent'anni, prima che una banale infezione mal curata lo portasse via, in una vigilia di Natale di metà anni trenta. ""Suite lirica"" è la vivida testimonianza del fermento culturale di un'epoca che stava vivendo gli ultimi anni di grandezza, ma anche e soprattutto il lascito intellettuale e umano di un gigante della musica, contemporanea e di sempre. Prefazione di Michele Girardi. -
Trans-Atlantico
«Salpate, navigate, Compatriotti, verso la Nazione vostra! Affinché con il Martirio suo martirizzi voi, i Figli vostri e le mogli, fino alla Morte, all'Agonia, affinché lei stessa agonizzando nell'agonia della propria Demenza vi renda Dementi e Indemoniati.» Gombrowicz salpa con il transatlantico Chrobry e dalla Polonia approda a Buenos Aires. Scoppia la Seconda guerra mondiale e lui decide di non tornare in patria, di non arruolarsi e andare a morire al fronte insieme alla gioventù polacca. Inizia a frequentare la comunità dei suoi compatrioti, ma quando deve scegliere se schierarsi con loro o con gli argentini, con i padri o con i figli, con il vecchio o con il nuovo, con la patria d'origine o quella di adozione opta per quest'ultima, mandando a gambe all'aria tradizioni e appartenenza. ""Trans-Atlantico"" è, nelle parole di Gombrowicz stesso, «l'opera più coraggiosa che io abbia mai scritto»; è «una nave corsara che contrabbanda un forte carico di dinamite» e vuole far saltare in aria i sentimenti nazionali, vivi nel XX come nel XXI secolo, è «un tentativo di psicoanalisi nazionale», la richiesta di una revisione profonda del rapporto tra uomo e patria. Di più, Trans-Atlantico è un attacco irridente e feroce alla mentalità conservatrice, al perbenismo, agli stereotipi e alle convenzioni, insomma a tutte le zavorre che opprimono i giovani e chiunque propugni rinnovamento e libertà. È un romanzo che è satira, critica, trattato, divertimento, assurdità, dramma e resa dei conti finale. È l'opera più ironica e iconoclasta di uno degli autori più geniali ed eterodossi che il Novecento abbia conosciuto. Postfazione di Francesco M. Cataluccio. -
Sul cinema
Meglio dimenticare la logora liturgia delle domande e delle risposte: fin dalle prime righe, questo volume ha i contorni di una gioiosa ribellione, a cominciare dall'aperta minaccia che Fellini rivolge al proprio interlocutore: «Vedrai, sarà un tormento questa intervista. A molte domande non risponderò, ad altre mi sottrarrò con i soliti raccontini più o meno inventati, e quando avrai messo insieme il libretto vorrò rivederlo tutto, correggerlo, cercherò di impedirne la pubblicazione, cancellerò le domande, le risposte, tenterò di riscriverlo. Ci aspetta una stagione grama, delusioni, rabbie, avvocati». Consumato giostraio delle sue visioni e delle sue malinconie, allergico alle domande, refrattario alle opinioni, Fellini trascina il libro in una fantasmagoria comica e sensuale, così personale e ricca di ricordi, così simile al mondo di sogno delle sue pellicole. Ci sono Rimini scomparsa nella nebbia, il circo e via Veneto. Ci sono Nino Rota, Ennio Flaiano e Marcello Mastroianni. Ci sono le minute osservazioni di un regista su un reale che ai suoi occhi appare velato di mistero, simile a un set con ristoranti vuoti e chiese deserte, popolato da clown, cialtroni e prostitute. «Un happening continuo fra la vita e la rappresentazione della vita», questo sono i film di Fellini. Film che qui scorrono a uno a uno: ""I Vitelloni"", ""La strada"" profonda e oscura, ""Le notti di Cabiria"" sfuggite alla censura, ""8 1/2"" tortuoso e cangiante. E con loro i registi più amati: il rituale e magico Kurosawa, il cinema puro di John Ford, l'incantevole Bufluel. ""Sul cinema"" è un dialogo che corre sui fili sospesi della fantasticheria e della memoria, riuscendo nondimeno ad affacciarsi sull'ignoto, sull'ingannevole limite della realtà, e a riconsegnare la voce di un regista che ha vissuto la vita e l'arte come un profondissimo scherzo. -
Acqua nera
In Acqua nera Joyce Carol Oates trasforma lo scandaloso caso di cronaca nera del '69 che coinvolse Ted Kennedy in un'inquietante allegoria romanzesca del potere e della politica, raccontandone la ferocia attraverso la parabola tragica di una ragazza idealista costretta a scontrarsi con una realtà ben più cupa dei suoi desideri.Un'auto sfreccia a tutta velocità nella notte, diretta verso un molo; una macchia d'ombra circondata da un buio ancora più nero. Il mondo avanza, accelera, romba nello specchietto retrovisore. Poi, d'improvviso, una curva, le ruote perdono aderenza, un burrone si spalanca vorace a inghiottire il veicolo, la superficie del lago esplode nell'impatto. Ora il mondo è sparito e l'oscurità è entrata dentro la macchina. L'acqua ha sfondato il parabrezza, invaso l'abitacolo, riempito i polmoni dei due atterriti passeggeri: un Senatore degli Stati Uniti ed Elizabeth Kelleher, sua ammiratrice ventiseienne. Ora il mondo è pece e, mentre la morte si avvicina, Elizabeth prova a ricostruire gli eventi che l'hanno portata lì, a nire così; a chiedersi perché e rispondersi «non so». In Acqua nera Joyce Carol Oates trasforma lo scandaloso caso di cronaca nera del '69 che coinvolse Ted Kennedy – di ritorno da una festa sull'isola di Chappaquiddick perse il controllo della macchina e la sua assistente morì annegata in un lago – in un'inquietante allegoria romanzesca del potere e della politica, raccontandone la ferocia attraverso la parabola tragica di una ragazza idealista costretta a scontrarsi con una realtà ben più cupa dei suoi desideri. Quella di Elizabeth è una storia di ambizione e disincanto, una discesa nel profondo dell'anima umana che, dalle aule dei campus universitari gonfi e di entusiasmo, la conduce alle feste dei comitati elettorali sulla East Coast, a un arrivismo spregiudicato appena coperto da un velo di lustrini, fino al crudele epilogo. Con la maestria che l'ha resa una delle voci più importanti della letteratura americana, Joyce Carol Oates modella un'opera ipnotica angosciante. Un gorgo di pensieri, ricordi ed emozioni nel quale affonda, insieme al lettore, il relitto della morale novecentesca.