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Proleterka
Una traversata che diventa un viaggio nella terra dei morti. Una prosa che sa penetrare come una lama nella zona segreta dove si nasconde l'emozineProleterka è il nome di una nave. Attraccata a Venezia, aspetta di portare in Grecia un gruppo di rispettabili turisti di lingua tedesca. Gli ultimi a salire sono un signore che zoppica lievemente e sua figlia non ancora sedicenne, appena arrivata dal collegio. Tra padre e figlia c'è un'estraneità totale, e insieme un legame che risale a un tempo remoto oscuro, che sembra precedere le loro esistenze. In quel viaggio, la figlia vorrebbe conoscere qualcosa di più di quella persona inverosimilmente ignota dagli ""occhi chiari e gelidi, innaturali"". Ma soprattutto desidera scoprire quell'altra cosa ignota che è la vita stessa, sino allora favoleggiata dal recinto di un collegio. -
La gran bevuta. Nuova ediz.
La stesura della Gran Bevuta, più volte interrotta e ripresa, occupò Daumal fra il 1932 e il 1938. In principio Daumal si proponeva di mettere satiricamente in scena le esperienze con il gruppo del «Grand Jeu», ma in seguito lo scopo del libro andò modificandosi per diventare l'itinerario della sua ricerca dell'essenziale. Ispirato alla metafora rabelaisiana del bere, il racconto offre un aiuto per evitare i rischi di un falso pensare, quello che si paga con la perdita di tempo o con l'autoinganno. Sapersi ubriachi, sia pure di discorsi e di gesti inutili, e volerlo essere ancora di più è infatti il primo passo verso il raggiungimento di quella sobria ebrietas che porta alla lucidità e permette di intravedere il proprio cammino. La narrazione, dove «ogni frase ha un senso pieno», procede con humor implacabile e in modo che il lettore abbia l'impressione «di non sapere su quale piede danzare». Nel risolvere l'imbarazzo, le ultime pagine indicano quella che può essere la porta per uscire dal circolo vizioso dell'esistenza e cogliere un'«ordinaria luce del giorno». -
Animali non umani. Famiglia, bellezza e pace nelle culture animali
Secondo un pregiudizio diffuso, la «cultura» sarebbe un tratto distintivo ed esclusivo di Homo sapiens. Proseguendo il lavoro innovativo avviato con Al di là delle parole, Carl Safina evidenzia l'infondatezza di quel luogo comune e mostra come, al contrario, il rapporto tra «innato» e «appreso» coinvolga le intelligenze e le competenze di molti «animali non umani». Safina demitizza infatti l'«unicità» di tante nostre facoltà o comportamenti paragonandoli a quelli di specie nascoste nelle profondità delle foreste pluviali o degli abissi oceanici: il che vale per gli strumenti tecnologici, per le capacità linguistico-musicali o per le cure e gli insegnamenti parentali, come riassume la lezione esemplare di certe scimmie antropomorfe o dei capodogli, presso i quali una neonata (in attesa di cibo nelle acque tiepide di superficie) e la madre (a caccia di calamari nei fondali gelidi) sono legate dal filo invisibile dei click dei sonar. Oppure, di fronte a uno stormo di are macao - vistosi pappagalli dalle code ondeggianti «simili a comete infuocate» -, riflette sul ruolo della bellezza quale motore segreto dell'evoluzione. In questa visione complessa e ramificata le varie specie da lui prese in esame non sono più dunque tessere intercambiabili del mosaico della vita, ma dimostrano la loro individualità irriducibile e insieme la loro contiguità rispetto all'uomo. Un'alterità/prossimità che Safina esplora in ogni sfumatura, cogliendone i punti di contatto e affrontando le vertiginose domande che ne scaturiscono. Senza però mai distogliere troppo il lettore da uno stato di perpetua meraviglia. -
Non si fruga nella polvere
Una volta, alla domanda se leggesse romanzi gialli, Faulkner replicò sornione: «Quando sono buoni come I fratelli Karamazov». Al pari di Dostoevskij, amava infatti trasfigurare e usare ai suoi fini la struttura del poliziesco - quasi che la letteratura non fosse altro che un polveroso tribunale, nascosto tra le quinte del profondo Sud americano. Questo romanzo del 1948 ne è l'ennesima riprova. Nella mitica contea di Yoknapatawpha - dove Faulkner ambientò molti dei suoi romanzi e racconti più celebri -, il vecchio nero Lucas Beauchamp è accusato di aver ucciso un bianco, e rischia il linciaggio. Il solo disposto ad aiutarlo è un ragazzo bianco, Chick, che non esita - accompagnato dall'amico nero Aleck Sander e da una vecchia zitella forse leggermente tocca - a riesumare il corpo della vittima come Lucas gli ha chiesto. Li attende una scoperta sconvolgente, che cela una torbida realtà. Ma a catturare e trascinare il lettore, assai più del ricorso al murder mystery, sarà il mirabolante «flusso di coscienza» di Chick, intramezzato da descrizioni di una natura bella e crudele, da brani risentiti sulla Guerra Civile, da brevi, convulse scene d'azione: una «rappresentazione a massimo potenziale», per usare le parole di Emilio Cecchi, che sigilla sulla pagina lo stile folgorante, unico di Faulkner. -
La strega
Tre dei racconti qui riuniti hanno come protagoniste quelle creaturine infide, pericolose, enigmatiche che Shirley Jackson conosceva molto bene per aver cresciuto quattro «demoni», come chiamava – scherzosamente ma non troppo – i figli. Un bambino che, viaggiando in treno, vede streghe ovunque, e non è detto che non abbia ragione. Una ragazza che, sotto gli occhi di un presunto adulto un po’ alticcio, sfoggia un sapere e una saggezza apocalittici, mentre nella stanza accanto gli invitati a una festa sproloquiano sul futuro del mondo: «Non credo proprio che abbia molto futuro,» sentenzia con placido e inquietante distacco «almeno per com’è adesso ... Se quando lei era giovane la gente si fosse spaventata davvero, oggi non saremmo messi così male». E uno scolaretto che ne combina di tutti i colori, forse invisibile ma non per questo assente, come diceva sant’Agostino dei defunti, benché il marmocchio in questione sia vivo e vegeto. Tre boîtes à surprise con le quali Shirley Jackson suscita, a partire dal candore arcano dei ragazzi, sorrisi e brividi glaciali in egual misura. Senza rinunciare a condurci, al seguito di una donna che deve farsi estrarre un molare, nel suo territorio d’elezione: quella zona d’ombra ai confini della follia dove le cose note perdono i loro connotati familiari e appaiono estranee e perturbanti, dove un luciferino sconosciuto, materializzatosi dal nulla al nostro fianco, può prenderci per mano e, in un battito di ciglia, portarci a correre sulla sabbia calda, mentre le onde «tintinnano come campanelli sulla spiaggia» e «i flauti suonano tutta la notte». -
Portella della Ginestra. Microstoria di una strage di Stato
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C'era una volta. Il metodo narrativo in terapia sistemica
Questo libro presenta un metodo di lavoro psicoterapeutico che utilizza il linguaggio immaginativo e metaforico del racconto fiabesco. Ma come si passa dalla fiaba tradizionale al racconto specificatamente inventato per i pazienti e le loro famiglie, in modo da raccoglierne la sofferenza e da restituirle senso? Queste ed altre questioni sono affrontate nel libro, partendo dal presupposto che i membri di una famiglia concorrono inconsciamente a costruire e a condividere un sistema di credenze e di valori, che gli autori chiamano ""modello fondatore"" che può ostacolare gravemente lo sviluppo degli individui e l'evoluzione della famiglia. -
Addomesticare i pensieri selvatici
Il volume riunisce lavori inediti di Bion, scritti in due differenti periodi della vita, che sono legati, come Parthenope Bion Talamo scrive nella sua introduzione, dall'intento di classificare e concettualizzare i pensieri. Il primo lavoro, ""La griglia"", è una discussione intorno a uno degli strumenti concettuali più usati da Bion. La seconda parte del libro consiste nella trascrizione di due registrazioni di Bion del 1977. -
Dalla teoria generale dei sistemi alla teoria dell'attaccamento. ...
Questo libro si propone di condurre e guidare il lettore nel vasto universo della psicoterapia sistemico-relazionale. Adottando un approccio organico e sistematico, vengono presentate in successione, in base all'epoca della loro integrazione nella pratica clinica, le varie teorie dalle quali hanno tratto linfa sia l'orientamento sistemico-relazionale che anche altri orientamenti psicoterapeutici. -
Attaccamento e inserimento. Stili e storie delle relazioni al nido
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Colloquio in corso
Perché ""Colloquio in corso"" e non il più semplice, più lineare, più usuale ""Corso sul colloquio""? Perché è più accattivante un titolo non consumato, ma specialmente perché mi piace evocare qualche cosa che rimandi ai ""lavori in corso"". Colloquio in corso è legato al desiderio di proporre uno stimolo che richiami il movimento, la ricostruzione, il cantiere, il restauro, il rifacimento. In corso propone un pensiero non definitivo sul ""colloquio"". -
Contributi di psicologia sociale in contesti socio-educativi
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Relazioni in armonia. Sviluppare l'intelligenza emotiva e le abil...
Avere buone relazioni con gli altri è oggi sempre più importante e sono molti gli ambiti lavorativi in cui vengono richieste conoscenze e competenze a riguardo. Il libro è corredato di una vasta gamma di esercizi e tecniche per sviluppare la consapevolezza di sé e dell'altro; affinare l'ascolto e l'empatia; migliorare le capacità espressive; risvegliare la spontaneità; gestire i conflitti; trasformare i vissuti emozionali; comunicare in modo assertivo. Il volume è qui proposto in un'edizione aggiornata ed ampliata. -
Packaging design. Storia, linguaggi, progetto
Obiettivo di questo studio è la stesura di uno strumento analitico che si inserisca nella teoria del progetto. L'imballaggio viene raccontato attraverso una retrospettiva che ne inquadra le coordinate storiche e i passaggi evolutivi più rilevanti, le tipologie archetipiche, le strutture, per spostare poi l'attenzione verso i linguaggi, le tendenze, le forme espressive. Il lavoro esplora settori merceologici differenti, da quello alimentare a quello dei prodotti culturali, indaga il portato comunicativo di forme espressive, da quelle ludiche a quelle del lusso, così come si concentra sulle funzioni massmediali del packaging che lo vedono protagonista dell'advertising e che danno luogo a forme di contaminazione tali da trasformarlo in metaimballaggio. -
Capire gli alunni in difficoltà. Piccolo manuale per gli insegnanti
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Il knowledge management
Ancora oggi si assiste ad un'ambigua interpretazione di questo termine, spesso usato solo con un valore meramente economico, e non con quello più vasto di gestione delle risorse finalizzate al raggiungimento di obiettivi. Si parte dalla scuola, per proseguire attraverso l'università e i centri di studio e ricerca, la pubblica amministrazione, l'azienda, gli scenari europei. Un cerchio interattivo del mondo informativo/produttivo che, grazie alla metodologia della ricerca punta sui metodi e sulle procedure e non solo sulle professioni, in uno scenario sempre più dilatato e mutevole che fa leva proprio sulla flessibilità e sulle competenze, trasversali ai diversi settori operativi. -
Le qualità autentiche. Ispirazione e creatività nelle organizzazioni
In un settore ancora ampiamente dominato da un approccio tecnocratico, quale è quello del management, Daniel Ofman si è imposto anni fa all'attenzione degli studiosi e degli operatori di tutto il mondo, focalizzando tra i primi l'analisi dei processi di sviluppo delle organizzazioni sulla centralità e l'importanza dei valori. Si deve infatti soprattutto al suo pionieristico lavoro se oggi ispirazione e anima di un'azienda sono state riconosciute elementi essenziali per la crescita e lo sviluppo, al pari di componenti quali la massimizzazione del profitto e la creazione di valore per gli azionisti. Questo libro rappresenta una tappa importante del percorso di ricerca di Ofman, che qui presenta e sviluppa un originale strumento-guida all'universo dei valori più profondi, il Quadrante delle Qualità Autentiche (Core Quadrant), grazie al quale si aprono nuove, ancora inesplorate possibilità di esame e di comprensione dei punti di forza e di debolezza di persone e organizzazioni. Ofman sostiene con forza l'idea che a muovere lo sviluppo sia il potere creativo delle persone all'interno delle organizzazioni, e considera le organizzazioni stesse come veri e propri organismi viventi, in grado di influenzare il proprio mondo interno e la realtà esterna. -
La marca, una come noi. La personalità di marca nell'era post spot
La comunicazione commerciale ha oggi un nuovo paradigma: dai meccanismi di interruzione e ripetizione degli anni dell'egemonia televisiva si passa all'attuale engagement, ovvero il sapere suscitare interesse e stimolare un'azione (seppur emozionale e spesso inconscia) su un'idea di marca, attraverso un ampio contesto di media nuovi. Le copy strategy del secolo scorso si concentravano su una promessa (meglio se con una reason why razionale) e assegnavano alla personalità un ruolo secondario: nel nuovo millennio post spot, la brand personality è il cuore della strategia di comunicazione. Ma come individuarla, studiarla con attenzione e tenerla sotto controllo, evitando turbe di personalità e pensando che, in fondo, la marca è ""una come noi""? L'autore offre una risposta esponendo due decenni di esperienze empiriche derivate dalla banca dati sulle marche più vasta al mondo (il Brand Asset Valuator-BAV) e dall'elaborazione di un modello facilmente replicabile basato sulla teoria degli archetipi di Jung. Ha inoltre chiamato a commento e arricchimento un gruppo di studiosi e professionisti: Mauro Ferraresi, Laura Minestroni, Joe Plummer, Mario Scolari, Gianfranco Siri. Ne emerge un moderno manuale sulla personalità di marca con principi, modelli, tecniche, casi di aiuto e aggiornamento per il professionista e lo studente. -
Discussioni intorno al senso della verità
Nel nostro tempo è sempre più dominante la convinzione che la verità, qualsiasi forma di verità, abbia un carattere storico e pragmatico. Ne deriva una concezione della filosofia, oggi oltremodo diffusa, che nega ogni verità e riconosce la propria stessa controvertibilità, storicità, pragmaticità. A partire da questo sfondo Emanuele Severino discute le posizioni di alcuni filosofi italiani che hanno rivolto critiche e obiezioni al suo pensiero: da Massimo Cacciari a Vincenzo Vitiello, da Carlo Arata a Umberto Galimberti, da Massimo Dona a Vero Parca, solo per citarne alcuni. Per Severino non solo c'è una dimensione comune sia alla concezione tradizionale della verità, sia alla distruzione di tale concezione - quella operata appunto dal pensiero filosofico del nostro tempo. Ben oltre questa dimensione, anzi, la verità stessa è destinata a un senso che non appartiene alla storia dell'Occidente. E come tale già da sempre appare in ciò che vi è di più profondo in ciascuno di noi. -
L'orto della salute. Il valore nutraceutico di frutta e ortaggi
Autorevoli medici affermano che la dieta è il vero toccasana per la nostra salute, ricordando le parole di Ippocrate: ""lascia che il cibo sia la tua medicina e la medicina il tuo cibo"". Studi epidemiologici hanno mostrato che diete ricche di alimenti vegetali possono prevenire diverse patologie, dalle malattie cardiovascolari al cancro, grazie al contenuto in sostanze che combattono i radicali liberi, o che hanno azione anti-invecchiamento. In questo volume sono raccolte conoscenze ed esperienze di molti scienziati italiani che offrono risposte scientificamente rigorose alle domande sul ruolo del cibo nella protezione della nostra salute.