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Giuseppe Mazzini, un italiano. L'apostolo della Patria e del lavoro
Questo saggio su Mazzini (scritto nell'anniversario dei 150 anni dalla morte) ne vuole ripercorrere le idee con serietà e rigore, andando allo stesso tempo alla ricerca di granelli di pensiero e slanci ideali che sembrano ancora ""parlarci"". Si tratta di spunti che muovono verso il sacrificio, il senso di comunità, l'elevazione degli ultimi, il rifiuto del materialismo e dell'individualismo. Grandi passioni che Mazzini incarnò e pagò con l'esilio, gli arresti e le condanne a morte. Passioni grandi che portarono un contributo alla costruzione dell'Italia unita. Certo, il patrimonio del pensiero del genovese non può essere ""univoco"": sulla sua scia nacquero associazioni e partiti che fecero dell'Europa, dell'eguaglianza e dei diritti umani i loro capisaldi, mentre allo stesso tempo il sindacalismo rivoluzionario, il movimento corporativo, Gentile e il fascismo trovarono nella sua religiosità, nel suo interclassismo e nel suo patriottismo dei riferimenti fecondi. Recuperare il suo pensiero diventa non solo importante a livello storico, ma necessario a livello pratico, anche per trovare una spinta tesa alla valorizzazione dell'identità nazionale. -
CMA a partire da
In una giornata dello scorso maggio, abbiamo appreso, con profonda costernazione, della prematura scomparsa di Carlos Martí Arís. Un silenzio eloquente è stato l'inevitabile mesta reazione. Poi, superata la tristezza, ci è sembrato che, bisognasse parlare. Parlare del lavoro di Carlos. Certo, non avremo più il piacere di aprire un suo novo libro (o magari tra le sue carte c'è ancora materiale per pubblicazioni postume); non avremo più modo di sorprenderci dell'intelligenza degli indici dei suoi volumi, della costruzione reticolare dei suoi argomenti, della nettezza del punto di vista adottato. Qualità oggettive, del tutto indipendenti dalla condivisione. Ma queste amare considerazioni ci hanno indotto a chiederci: gli studenti sanno chi è stato CMA? Hanno letto qualcosa? Conoscono il suo contributo? -
Il mio super soffice gufetto. Amici per le coccole. Ediz. a color...
Un libro e un dudù a forma di gufo. Il morbido rivestimento in velluto e la pagina frusciante catturano l’attenzione del bebè e ne stimolano il tatto e la presa. Pensato appositamente per lo sviluppo sensoriale e cognitivo del neonato e per coccolarlo in ogni momento. Età di lettura: da 1 anno. -
Mo i tira a te. Racconti di guerra e di famiglia
«Ma sono storie vecchie di vent'anni...», così si scherniva Sergio, nostro padre, quando noi bambini insistevamo per farci raccontare le sue avventure di guerra. La sua capacità di affabulatore ci catturava, riusciva a rendere comica la guerra, non sempre, non tutte le storie, a volte trapelava il dolore per ciò che aveva vissuto, altre volte rideva con noi, ritrovando lo spirito dei vent'anni. A quei tempi il ricordo della guerra era ancora molto vivo nelle famiglie, e spesso la sera si finiva per parlarne. Era un tema su cui ci si trovava, ognuno aveva qualche aneddoto: in qualche modo la guerra aveva segnato tutti. Nel volume si susseguono racconti di mio padre Sergio, partigiano della leggendaria 28' Brigata Garibaldi comandata da Bulow, e i racconti di mio nonno materno Domenico. Due uomini molto diversi, accomunati dagli stessi ideali ma diversissimi per carattere, per approccio e, di conseguenza, per vissuto. Nessuno dei due, però, è riuscito a sottrarsi ai guai che la guerra ha portato alle loro generazioni. Entrambi ne sono usciti vivi, per caso, per fortuna, per abilità, ma la guerra la racconta chi sopravvive. Fiamét, il buffo esperto di esplosivi della Brigata, Martléna, che porta lo stesso nome con cui vezzeggiava la propria pistola, e tanti altri personaggi si raccontano in questo libro fatto di singoli episodi che, insieme, offrono uno spaccato di chi la guerra l'ha respirata, da combattente o da civile. La narrazione lascia spazio anche al dialetto romagnolo, la stessa lingua con cui questi eventi venivano raccontati, per preservarne la vivacità e la forza espressiva. Pur non volendo essere un romanzo storico, in appendice e lungo la narrazione sono presenti documenti provenienti dall'archivio di famiglia, con articoli e carteggi che Sergio scrisse durante il conflitto e nell'immediato Dopoguerra. Prefazione di Pietro Caruso. -
Irlanda-Normandia
Meridiani guarda al mondo con occhi curiosi. E più che descriverlo, lo interroga lasciando che siano i luoghi a raccontarsi attraverso la natura, i monumenti, i paesaggi urbani, i volti e le storie della gente, le espressioni artistiche e culturali, la moda e lo sport. Ogni numero è un viaggio non convenzionale in città e paesi che pagina dopo pagina, attraverso reportage giornalistici, servizi fotografici, racconti di famosi scrittori svelano la loro anima più profonda. -
Intermezzo. Testo inglese a fronte
I racconti presenti in questa raccolta sono incentrati su momenti di cambiamento, del valicare una soglia, passare oltre un cancello. Alcuni personaggi sperimentano la frammentazione che creare una casa in terra straniera comporta. Alcuni si innamorano o si disamorano. Altri crescono. Il testo a fronte ci ricorda che c'è sempre un altro modo per vedere il mondo e di raccontare una storia. -
Dopo «Holocaust» 1979
Nel gennaio 1979 un fremito di orrore e vergogna sconvolse venti milioni di tedeschi. A innescare un tale sussulto morale collettivo, di una radicalità mai registrata dalla fine della guerra, fu una miniserie televisiva di produzione americana, ""Holocaust"", con James Woods e Meryl Streep. Una narrazione cinematografica piuttosto convenzionale aveva trovato il varco emotivo per raggiungere una zona opaca della coscienza nazionale, rimasta inerte per decenni, inaccessibile nonostante la schiacciante massa documentale sulla Shoah. Tra le innumerevoli prese di posizione, gli interventi, le riflessioni che dilagarono nel discorso pubblico si segnalano come vere folgorazioni queste note diaristiche di Günther Anders. I suoi lampi di pensiero rischiarano ciò che allora nessuno realizzò con altrettanta acutezza: per entrare nel campo visivo di un intero popolo, la rappresentazione dello sterminio andò ""rimpicciolita"" a misura percettiva umana. Solo cosi, attraverso i protagonisti di un modesto film, riacquistarono fattezze di individui le vittime di un crimine oscurato dalla propria smisurata contabilità. E solo così per i tedeschi fu possibile spezzare quel paradigma della non-colpa che li aveva esonerati dal rimorso. -
Ostralia
Insieme all’età adulta (arrivata un po’ in ritardo) a bussare alla porta di Guido e dei suoi amici si è presentata la pandemia. La routine quotidiana del gruppo, fatta di uscite al bar, lavoretti più o meno precari, appuntamenti disastrosi e cazzeggio, ha già subito un duro colpo e diventa ancora più bizzarra quando uno di loro trova il libro di un sedicente guru che promette di svelare il segreto della felicità. Ma dove lo avrà nascosto? Per scoprirlo, prenderà il via una surreale caccia al tesoro… -
Il cacciatore di alisei
A caccia di alisei sui mari e sugli oceani di tutto il mondo. Una vita avventurosa, vissuta al di fuori delle consuetudini, una vita piena, appagante, ma soprattutto libera, trascorsa inseguendo gli alisei, gli occhi puntati verso il cielo a cercarne le tracce nelle nuvole. In queste pagine si sente prepotente la necessità di riappropriarsi della propria esistenza, di svincolarsi dalla routine lavorativa e dall'ordinarietà del quotidiano per dare spazio a una mai sopita sete di esperienze. Proprio nel vento l'autore finalmente si riconosce e si ritrova, dapprima sulle ali degli alianti, infine spinto dalle vele di Ipanema sui mari e sugli oceani: questo è il racconto del suo viaggio. -
I dannati del Priamar
Ottobre 1943. Il rimorchiatore Priamar lascia Pianosa, a bordo quattordici detenuti giudicati indesiderabili, sei membri dell'equipaggio e una scorta di militari tedeschi. Il viaggio dovrebbe durare solo poche ore, invece diventa un'odissea senza fine nelle acque dell'Arcipelago toscano: nessun carcere, infatti, è intenzionato ad accettare i rifiuti dell""isola del diavolo"". In mare, tra mille peripezie, l'umanità che si spartisce gli spazi angusti del Priamar comincia a stringere legami inaspettati, in grado di superare i ruoli, le storie personali e le gerarchie. Durante una sosta a Capraia per un'avaria la comunità navigante si confronta, non senza incomprensioni, con la popolazione locale, sperimentando nel contempo forme di convivenza più organizzate. Su questo sfondo inedito fiorisce una delicata storia d'amore. Il viaggio si conclude drammaticamente all'Elba, seguendo una logica perversa che il comandante del Priamar, tornato sull'isola vent'anni dopo, tenta di penetrare. Il romanzo storico ripercorre le tracce lasciate nella memoria popolare da un episodio realmente accaduto, rappresentativo di un'epoca: quella dell'Italia nell'incubo indotto dall'armistizio. -
Animali inventori. Alla scoperta delle creature che hanno ispirat...
Gli esseri umani credono di inventare tutto, ma in realtà hanno un bel po’ di cose da imparare da noi! Noi animali abbiamo inventato soluzioni per risolvere problemi, produrre materiali straordinari e riuscire a sopravvivere da soli per milioni di anni. In questo primo libro di biomimetica conoscerete gli animali inventori che hanno ispirato gli esseri umani a realizzare cose straordinarie. Età di lettura: da 6 anni. -
La danza nell'antichità. Etruschi, greci e romani
Questo testo vuole essere un primo tassello di un ampio progetto volto allo studio delle danze antiche. Pur partendo da un approccio accademico, lo scopo del libro è quello di permettere di ricostruire idealmente la ricchezza delle danze nell'antichità e, nel modo più semplice possibile, far capire ad un vasto pubblico l’importanza di questa arte. Un arricchimento sostanziale è dato dall'esperienza pratica di queste danze grazie alla collaborazione in qualità di danzatrice e coreografa con il gruppo di ricerca sulle musiche dell’antica Roma “Ludi Scaenici”. Vengono trattate nello specifico le danze degli etruschi, dei greci e dei romani, indagandone le influenze reciproche e gli sviluppi nei secoli. -
La demonologia di Dante
Il Trattato di demonologia dantesca comincia con una dichiarazione di impotenza: una trattazione organica e compiuta della materia in questione è impossibile. Le ragioni di questa impossibilità vanno in parte ricondotte alla natura dell'intuizione, potentissima e sorprendente, alla base di questo pregevole libello che lo studioso Arturo Graf, nato ad Atene nel 1848, compilò negli anni romani del suo singolare cursus accademico. Ora, la polisemia del testo dantesco non è risolvibile e vivaddio questo elementare assunto era già stato acquisito prima che Graf osasse mettere mano a questa materia. Ma egli vi aggiunge un contributo illuminante, in assoluto anticipo sull'ambiente scientifico e culturale a lui coevo. Il complesso di credenze demonologiche che Dante condivideva coi suoi contemporanei non è interamente riconducibile alla speculazione teologica che i padri della chiesa avevano prodotto sin dalle origini della cristianità. -
Sotto il segno di Hercle. Storia di un dono
Etruria, VI secolo a.C. Arath è un curioso ragazzino etrusco di dodici anni che vive con la madre Tanaquil, abile tessitrice, e la governante Pupaia nella Cittadella (attuale Castellina del Marangone nel territorio di Santa Marinella, Roma), importante caposaldo militare e commerciale del territorio dell’antica Caere, posto a difesa dei confini con la potente città-stato alleata e rivale, Tarquinia. Arath, con il suo inseparabile cane Vipli, ci farà scoprire la grande civiltà del popolo Rasna, trasportandoci in una serie di avventure, descrivendo e ricostruendo il paesaggio, l’ambiente, la società, i nomi e le principali vicende storiche del mondo etrusco. Uno scorcio della vita quotidiana vissuto dalla città di Cerveteri, proprio all’apogeo del suo potere economico e commerciale, fondato sullo sviluppo rapido e progressivo delle tecnologie agricole, tessili e di navigazione che coinvolgevano una vita di villaggio ancora arcaica e una natura incontaminata in grandi imprese militari e traffici commerciali che hanno segnato i secoli a venire. -
La tentazione della nostalgia. Appunti di quotidianità
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Storia di Marsala. Vol. 1
L’estremità occidentale della Sicilia è stata frequentata dall’uomo fin dal Paleolitico inferiore, ma è soltanto con l’arrivo dei fenici in quell’isola dello Stagnone, a cui essi danno il nome di Mozia, che nella loro lingua significa luogo dove si legano le barche, che sorge il primo centro urbano. Dalle rovine di Mozia, distrutta nel 397 a. C. da Dionisio di Siracusa, nasce Lilibeo, piazzaforte cartaginese inespugnabile, che passa nelle mani romane dopo la battaglia delle Egadi del 241 a. C. Sotto il governo di Roma, la splendidissima civitas Lilybitana, come la definì Cicerone, fiorisce e si sviluppa ulteriormente. Sede di uno dei più antichi vescovati siciliani, saccheggiata dai vandali di Genserico all'inizio del quinto secolo, Lilibeo passa poi in potere dei bizantini, sotto il cui governo cessa di esistere in un momento storico imprecisato. Marsala, porto grande, nasce al tempo della dominazione araba, ma si sviluppa grazie all’opera del conte Ruggero che la cinge di mura. Importante centro agricolo e pastorale e attivo porto commerciale, Marsala partecipa alle agitate vicende della guerra del Vespro che ne distruggono l’economia e ne decimano la popolazione. -
Storia di Marsala. Vol. 2
L 'arrivo di John Woodhouse e di altri imprenditori inglesi, tra la fine del ’700 e i primi decenni dell’800, incentiva la produzione vinicola locale e la valorizza inserendola nel commercio mondiale, di cui gli inglesi sono i signori. Finanziati dalle anticipazioni in denaro degli imprenditori vinicoli, gli agricoltori marsalesi abbandonano progressivamente l’allevamento e le altre colture per dedicarsi in maniera pressoché esclusiva alla viticoltura. Il relativo benessere assicurato dalla produzione vinicola e la frequentazione degli esponenti della colonia inglese stabilitasi in città inducono stili di vita più moderni e consapevoli che danno vivacità alla cultura locale e fanno della città uno dei centri industriali più importanti dell’Italia meridionale. Ed è proprio la presenza delle industrie vinicole inglesi che favorisce lo sbarco di Garibaldi e dei Mille l’11 maggio 1860. Nel nuovo Regno d’Italia Marsala continua a crescere fino a quando l'infezione della fillossera non distrugge la viticoltura e getta nella miseria migliaia di famiglie. -
È ancora
Nel frutto maturo, il ricordo del seme. nella rugiada, la brina, la pioggia e il gelo. -
L'invasione delle ballerine
È la strada lo scenario di questi racconti, come vuole ""Il copione"". La strada e la città. Più che un libro di pagine scritte, una tavola graffiata con segni e colori. Talvolta come uno spartito musicale da suonare, da cantare. Si aprono scenari a non finire, nelle strade. Gli “attori” si presentano emergendo da ""La folla"". Non è soltanto il filo conduttore del racconto ""Forse la luna"", ma si potrebbe dire il filo di tutte le storie. C’è un centro riconoscibile, qua e là: è la donna, nei suoi quartieri esclusivi e nelle sue ""Notti di luna"", ""Nel racconto 'Il libro'"", non a caso il narratore incide le parole sul corpo di una donna, per dare a quelle un sapore oltre il tempo. E ""L’invasione delle ballerine"" non è altro che un sogno di leggerezza in un mondo che talvolta dimentica anche la sua storia. Un mondo di ""Abitudini"", dove anche la scienza trova a fatica il senso alle ""Parole"". Non basta ""Il ritorno delle sirene in laguna"" per risvegliare le menti e levare il torpore dalle città. Forse c’è bisogno del racconto, per poter vedere anche dietro le quinte del potere, per non illudersi che tutto accada in un’isola felice che ad inganno si proclama società del benessere. -
Agenda 2023-2024 Legami, 16 mesi, giornaliera, small, foto - TRAVEL