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Pavia 1525. Al culmine delle Guerre d'Italia
Gli Stati dell'Italia rinascimentale erano già da tempo politicamente in difficoltà quando, dopo Carlo VIII, Luigi XII e la Guerra delia Lega di Cambrai, la Francia di Francesco I mirò ancora una volta alla conquista del ducato di Milano, trovando alleati o oppositori nei singoli Stati italiani o nelle loro coalizioni. Tutte le parti in causa ricorsero al servizio di mercenari svizzeri, tedeschi o italiani. I più fieri avversari di Parigi in queste campagne furono gli spagnoli, e l'unione dei troni di Spagna e Austria, avvenuta nel 1519, ebbe profonde ripercussioni sulle Guerre d'Italia. Una narrazione completa e particolareggiata dello scontro titanico che ebbe luogo a Pavia il 24 febbraio 1525, quando l'esercito francese fu distrutto da quello del Sacro Romano Impero, il re Francesco I catturato e la crema della nobiltà transalpina massacrata sul campo di battaglia. -
Dall'Isonzo al Piave. Lettere clandestine di un corrispondente di...
Primo giornalista del Regno d'Italia a sbarcare nella Trieste redenta dal cacciatorpediniere Audace il 3 novembre 1918, Rino Alessi (già direttore del ""Giornale del mattino"" di Bologna) si arruolò volontario nel genio allo scoppio della guerra nel 1915, inviando una serie di articoli dal fronte a ""Il Secolo"" di Milano, diretto da Giuseppe Pontremoli. Su proposta del generale Porro Della Bicocca, sottocapo di Stato Maggiore con Cadorna, Alessi fu chiamato nell'aprile 1916 all'ufficio stampa accreditato presso il Comando Supremo. Mentre le sue lettere continuavano ad apparire sul ""Secolo"", sul ""Messaggero"" di Roma e sul ""Giornale del mattino"" di Bologna, dall'aprile 1916 alla fine della guerra avviò con il direttore Pontremoli una corrispondenza riservata, nella quale venivano fornite informazioni non note all'opinione pubblica su molti aspetti delle battaglie dell'Isonzo e di Caporetto, sul Comando Supremo e sulle polemiche interne. Queste lettere, che vanno dall'ottobre 1916 al maggio 1918, furono pubblicate per la prima volta nel 1966, contribuendo a gettare nuova luce su una delle fasi più ardue della Grande Guerra. A tutt'oggi, quando oltre un secolo è trascorso dalla stesura, l'epistolario è un'eccezionale fonte di analisi per la Grande Guerra, soprattutto perché consente di conoscere da vicino il Comando Supremo dell'esercito italiano, e di comprenderne punti di forza e debolezze, tattiche e preoccupazioni anche rispetto all'opinione pubblica, a lungo tenuta all'oscuro riguardo a molti elementi. Dall'""Isonzo al Piave"" testimonia una pagina dolorosa e cruciale di storia, grazie alla penna elegante e all'occhio critico di un maestro del giornalismo italiano. In questa rinnovata edizione, le lettere sono arricchite da un apparato fotografico in gran parte inedito. -
I vichinghi
All'incirca tra 793 e 1066 si svolge la cosiddetta “Età dei Vichinghi”, presentata dalle cronache del tempo e dai successivi libri di storia come un periodo di grande drammaticità, paura e violenza. I barbari del nord sono stati dipinti a tinte fosche, ma la verità è ovviamente più complessa ed è oggi a portata degli storici anche grazie all'archeologia moderna e ad altre discipline scientifiche e letterarie. Oltre agli aspetti bellici meritano grande attenzione il commercio, la produzione artistica e poetica, le capacità tecnologiche e le pratiche religiose. Ecco quindi un testo che si propone di illustrare con efficacia chi fossero i vichinghi e quale fu realmente il loro ruolo nel medioevo europeo. -
I colori della storia. Scopri come i colori hanno dipinto il mond...
Perché gli antichi romani indossavano indumenti viola? Quale pigmento è ottenuto da insetti macinati? Perché il fiume Chicago è verde? Dal vermiglione al verdigris, ogni tonalità ha una storia da raccontare. Scopri in questo viaggio intorno al mondo il ruolo che ogni colore ha avuto nella storia. Età di lettura: da 8 anni. -
La storia dei Medici
Diversamente da altri centri italiani Firenze, incarnazione della città ""libera"" e centro di fioritura della cultura e delle arti rinascimentali, non si mise mai nelle mani di un condottiero, finendo invece in quelle di una famiglia di semplici cittadini. A lungo nell'oscurità, sufficientemente abili per sopravvivere alle convulsioni di una città in preda a pericolosi disordini, i Medici unirono il loro destino a quello di Firenze, esercitando il potere con raffinatezza e violenza. Conflitti tra fazioni, corruzione, tumulti, assassinii, sentenze d'esilio politico e manipolazione del popolo: sono alcune dinamiche politiche nella Firenze medicea, tratteggiate con sapienza e rigore dall'autore, che ricostruisce una società complessa e affascinante, muovendo dal Duecento per giungere sino alla fine del XV secolo. -
Elisabetta II. La regina
Rispettata, e spesso adulata, Elisabetta II regna attraverso il tempo. E la sovrana più conosciuta al mondo, tuttavia molto di lei rimane ancora segreto e poco noto. Dal 1952 non ha smesso di stupire i contemporanei, adeguandosi al proprio tempo, pur rimanendo sempre la stessa, per preservare la monarchia di cui è erede e garante. La sua figura incarna un universo che sarebbe inimmaginabile senza di lei, senza i suoi immancabili cappelli, il suo sorriso rigoroso e il suo modo discreto di battere il piede destro quando, durante una parata, la banda sfila davanti ai suoi occhi. All'età di novantaquattro anni, sebbene nessuno avesse mai previsto la sua ascesa al trono, Elisabetta II è ancora alla guida del regno più longevo della monarchia britannica. Avvalendosi delle migliori fonti in materia, Jean des Cars ci proietta nella vita di Elisabetta II, dalla sua infanzia all'ascesa al trono, passando per tutti gli episodi piccoli e grandi che hanno segnato la sua vita: la Seconda guerra mondiale, la perdita del padre, i gossip sul marito, la vita dissoluta della sorella, i problemi coniugali dei figli, la relazione con lo zio ""maledetto"", senza dimenticare la passione per i suoi corgi e i suoi cavalli. -
1918. La caduta degli imperi
Al principio del 1917, i tre imperi in lotta sul fronte orientale erano vicini al punto di rottura, e tra i tre il più vicino alla crisi era senz'altro la Russia. Dopo la rivoluzione di febbraio, la capacità dei russi di sostenere lo sforzo bellico era crollata, e l'ultima disperata offensiva di Kerenskij vide il collasso definitivo delle forze armate. Questo aiutò la successiva rivoluzione bolscevica e una pace zoppicante, mentre le potenze centrali non riuscirono ad approfittare della situazione e, nel 1918, sia l'impero austro-ungarico che quello germanico si arresero e si dissolsero. L'autore segue non solo gli eventi più noti dell'ultima fase della Grande Guerra sul fronte orientale, ma continua a indagare le guerre tra gli Stati successivi all'armistizio del 1918, notando in particolare gli aspetti più critici per gli equilibri dell'area e le devastanti premesse per la terribile guerra che di lì a vent'anni sarebbe nuovamente scoppiata. -
Arrivano i Vichinghi
Età di lettura: da 6 anni. -
Il segreto di Tom Ossobuco
Età di lettura: da 8 anni. -
Le vacanze di Babbo Natale. Ediz. a colori
Nel villaggio di Babbo Natale, vicino al Polo Nord, le vacanze natalizie iniziano dopo aver consegnato tutti i regali ai bambini, e durano dodici divertentissimi giorni. In questo periodo, gli abitanti di Korvatunturi dimenticano gli impegni lavorativi e si dedicano al riposo e al divertimento. Babbo Natale e gli gnomi hanno le loro tradizioni natalizie: si scambiano regali, mangiano prelibatezze, fanno gite in slitta, organizzano tornei, giocano con la neve, si fanno scherzi, cantano e ballano. Che allegra compagnia! Età di lettura: da 4 anni. -
Il gioco dei bugiardi. Come sopravvivere a Wall Street
Al ventiquattrenne Michael Lewis basta un giorno alla Salomon Brothers per capire l'aria che tira. È il 1984 e, sulla strada più famosa della finanza internazionale, una classe di ventenni con stipendi favolosi è convinta di essere in cima al mondo. Ma non è solo oro quello che luccica: feroce avidità e spietata competizione sono i mostri sotto al letto del sogno del capitalismo americano che, nel volgere di pochi anni, avrebbe vissuto la spaventosa crisi che ha portato il mondo sull'orlo del baratro. A tratti esilarante, a volte terrificante, ma travolgente dalla prima pagina all'ultima, questo libro è il romanzo di formazione di un giovane trader, il memoir che ha segnato l'esordio di Michael Lewis, diventato scrittore proprio dopo aver abbandonato la finanza. ""Il gioco dei bugiardi"" è il ritratto del capitalista da giovane, il libro che prima di tutti ha raccontato l'epopea di Wall Street, la strada che, secondo una vecchia battuta newyorkese, ha ""un fiume a un estremo e un cimitero all'altro"", e - aggiunge Lewis ""una scuola materna a metà strada"". -
Il mondo rinnovabile. Come l'energia pulita può cambiare l'econom...
Il capitalismo non vive senza crescere. Nella crescita tumultuosa seguita alla rivoluzione industriale si è scontrato, tra gli altri, con i limiti naturali del pianeta. Ma l'esito atteso e la soluzione non sono in una ""decrescita felice"" come propongono molti teorici. La dinamica dell'innovazione procede, mossa dalla curiosità dell'uomo, dalla spinta al profitto, dalla ricerca continua di soluzioni ai problemi che crea; la freccia della traiettoria industriale riesce ancora una volta a rinnovarsi. La storia non si ferma. E tra mille contraddizioni il mondo dell'energia pulita avanza, supportato dalla rivoluzione digitale. Il processo, globale, è irreversibile, come è mostrato in questo testo col rigore dell'economista politica e la chiarezza della spiegazione che rende comprensibili a tutti dinamiche complesse. Gli interrogativi da sciogliere sono nei tempi e nelle conseguenze che questo cambiamento epocale porta con sé: quando prenderà piede il trasporto elettrico di massa? Quando le batterie risolveranno per tutti, in modo esteso e economicamente sostenibile, il problema delle leggi della fisica, consentendo l'accumulo dell'elettricità nel tempo? Come si diffonderà il nuovo mondo dell'energia auto-prodotta dai cittadini? Contribuirà a debellare la povertà energetica, in Africa e non solo? Il volume avanza e sostanzia un'ipotesi corroborata dall'analisi economica, dallo studio attento dei dati e da uno sguardo vigile all'evoluzione delle istituzioni, in particolare in Europa dove il processo è partito, e in Africa dove finalmente l'energia pulita sarà fonte di sviluppo. Nell'arco di trent'anni il grande cambiamento sarà compiuto; le dinamiche economiche e l'adattamento sociale porteranno a un mondo rinnovabile. Prefazione di Romano Prodi. -
Antisemitismo. Una storia di oggi e di domani
Il fuoco nero dell'antisemitismo, l'odio irrazionale verso il popolo ebraico accusato di cospirare ai danni del resto dell'umanità, non ha mai smesso di bruciare nonostante alla Shoah, il suo orrendo apice, siano seguiti decenni di appelli affinché simili tragedie non si ripetessero mai più. Negli ultimi anni, tuttavia, l'insofferenza e il disprezzo per gli ebrei sembrano aver ripreso vigore in tutto il mondo, prendendo di volta in volta le sembianze dell'antagonismo religioso, dell'opposizione al sionismo, delle rivendicazioni di movimenti neonazisti e neofascisti e altre ancora. Ma da dove viene tutto quest'odio e perché sembra impossibile sconfiggerlo? Cosa lo rende così trasversale e condiviso? Siamo così sicuri che ci troviamo di fronte a un residuato della storia e non a un fenomeno molto più pericoloso, che appartiene piuttosto all'attualità e al futuro? Attraverso una serie di lettere tra l'autrice e due personaggi da lei creati, ispirati a studenti e colleghi incontrati nei suoi anni di studio e insegnamento, ""Antisemitismo"" tenta di dare una risposta a queste domande e a porne di nuove. L'ultimo lavoro di Deborah Lipstadt, acclamata storica che si è battuta in prima persona contro il negazionismo, è un libro personale e doloroso, capace di guardare negli occhi la terribile realtà che stiamo vivendo. Il nemico, tuttavia, è spietato ma non invincibile: lo studio, la conoscenza reciproca e il rispetto degli altri sono ancora oggi potenti armi in grado di sconfiggerlo. Postfazione di Anna Foa. -
Il codice del capitale. Come il diritto crea ricchezza e disuguag...
La profonda disuguaglianza diffusa a livello globale, che vede la maggior parte delle ricchezze mondiali concentrate nelle mani di pochissimi, costituisce uno dei temi più urgenti sui quali si concentrano studiosi e policy makers. Tuttavia, benché non manchino analisi e proposte di soluzione, sembra stranamente sfuggire una risposta precisa a una semplice domanda: come è stata creata inizialmente la ricchezza? E perché il capitale spesso sopravvive a scosse e cicli economici che lasciano tutti gli altri alla deriva, senza i guadagni accumulati in precedenza? La risposta, secondo Katharina Pistor, è nel diritto, uno strumento potente per garantire l'ordine sociale, ma anche un mezzo pericoloso, se utilizzato con altri fini. Pistor sostiene che, contrariamente a quanto spesso si ritiene vero, il diritto è tutt'altro che un attore secondario nel grande processo che porta semplici oggetti, capacità o idee a trasformarsi in risorse. È proprio negli studi legali, anzi, che avviene la codifica del capitale, l'elaborazione, cioè, di quegli strumenti e istituzioni capaci di rendere un pezzo di terra, un edificio, l'idea per un nuovo farmaco o una stringa di codice digitale asset capaci di generare ricchezza per chi li detiene. Ma chi, e per il bene di chi, determina quali risorse sono codificate in capitale, controllando di fatto la distribuzione della ricchezza e gli enormi privilegi che ne derivano? Il codice del capitale fa luce sui meccanismi consolidati, eppure silenziosi e poco visibili, per mezzo dei quali i detentori di capitale e i loro legali creano ricchezza e disuguaglianza, generando il rischio concreto che venga erosa sempre di più la legittimità degli Stati e delle loro leggi. Un meccanismo temibile, che può essere combattuto tramite la codifica di nuovi diritti, una strada lunga e difficile ma grazie alla quale la società democratica potrà riprendere la strada del proprio destino. -
La scoperta dello spirito. La cultura greca e le origini del pens...
""La scoperta dello spirito sono capitoli-saggio che vanno da Omero al periodo ellenistico e indagano come dalla naturalità indifferenziata della poesia epica si giunge attraverso la nascita della tragedia al problema di cos'è l'uomo, e come, dall'immagine-metafora, nasce il problema della scienza, e come la civiltà greca finisce con l'invenzione (Ellenisti, Virgilio) di un mondo arcadico, di arte pura: la letteratura. Indagine ricchissima di idee geniali, sorprendenti, di punti di vista illuminanti, su materia nota e vivace. Unico difetto: non è libro per il popolo. Io sono favorevole."" (Cesare Pavese, giudizio editoriale sul libro di Bruno Snell, 3 settembre 1947). ""Il volume che avete tra le mani non è un libro nuovo, ma un nuovo libro. È un invito a leggere o rileggere il capolavoro di Bruno Snell in modo più consapevole, nella sua versione completa, esemplata su quella definitiva tedesca. Dopo aver profondamente fecondato la cultura europea del dopoguerra, La scoperta dello spirito si è progressivamente eclissata: del resto la sua visione 'olistica' - oggi del tutto inattuale - fu concepita nella ormai remota Germania degli anni Trenta e Quaranta. Come possiamo, allora, tornare a leggerla con profitto? Si tratterà, anzitutto, di collocarla alla giusta distanza culturale, avvalendosi di una messa a fuoco mobile, come se si inforcassero delle lenti bifocali. Sarà impossibile fare un'esperienza di lettura 'vergine' o solo retrospettiva, riportando indietro le lancette della storia come in un racconto filmico: dovremo cercare perciò di tenere presenti sul nostro schermo i diversi piani culturali, facendo attenzione a non farci risucchiare - attratti dalla prosa elegante e incantatoria di Snell - in quella 'meravigliosa' Grecia dove tutto avrebbe avuto inizio e sviluppo, secondo una linea idealizzante, con sintesi storica nella famosa Aufhebung hegeliana."" (Dalla prefazione di Roberto Andreotti) -
Diario di volo. Come guidare la trasformazione digitale tra innov...
Gli obiettivi dell'Agenda Onu e dei target climatici Ue caratterizzano lo scenario mondiale e guidano le azioni, le scelte e gli investimenti quotidiani, orientandoli verso la tutela del pianeta. Le finalità sono chiare: ridurre, fino a neutralizzare completamente, l'impronta di carbonio connessa all'attività dell'uomo, tagliare le emissioni climalteranti abbandonando progressivamente le fonti fossili più inquinanti; favorire una maggiore produzione di energie rinnovabili e il loro impiego anche differito nel tempo e nello spazio; garantire i consumi riducendo il dispendio energetico attraverso interventi di efficienza. In questo percorso l'innovazione tecnologica rappresenta il principale alleato di governi, imprese e singoli cittadini. La parte più difficile per intraprendere questa rotta è rivoluzionare il nostro modo di pensare il tema energia. Il cambiamento va guidato, stimolato e accompagnato. Paolo Gallo racconta la transizione energetica e digitale partendo dall'esperienza di Italgas alla ricerca della neutralità climatica, un percorso che poggia su pilastri quali l'innovazione, la sostenibilità, la formazione continua e la capacità di leadership, di anticipazione e di messa a terra del cambiamento. La mappa di questa lunga navigazione è fatta di parole e azioni concrete. Ma la meta non è un punto d'arrivo, bensì un viaggio in continuo divenire. -
Mangiare la terra. Consumo del pianeta, pianeti del consumo
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Il coltello che ricorda
Hilde Domin è una delle voci poetiche più significative della seconda metà del Novecento e, negli anni Settanta-Ottanta, una figura centrale nella discussione letteraria tedesca. Nel 1987, in occasione del suo settantacinquesimo compleanno, Fischer dà alle stampe la raccolta ""Gesammelte Gedichte"" (""Poesie in raccolta""). La selezione, curata dalla Domin stessa, comprende una nutrita scelta di poesie scritte tra il 1951 e il 1985, tratte dalle raccolte già pubblicate con l'aggiunta di alcuni testi inediti o comunque fino ad allora difficilmente reperibili. ""Gesammelte Gedichte"" viene pubblicata in concomitanza con il ciclo di lezioni di Francoforte tenute da Hilde Domin (1987/88), a cui dà il titolo ""La poesia come momento di verità"". In seguito, la poetessa darà alle stampe la raccolta ""Eppure l'albero fiorisce"", ultima delle sue antologie poetiche e una versione rivista di ""Ti voglio"", nel 1995. In questo volume, il terzo della serie che Del Vecchio Editore dedica alla poetessa, si dà conto degli sviluppi letterari di Hilde Domin negli ultimi anni della sua attività poetica, presentando al pubblico italiano un compatto insieme di testi autobiografici, teorici e lirici, che si commentano e presentano gli uni con gli altri rendendo evidente la compatta organizzazione del pensiero creativo e filosofico di Hilde Domin. -
Andreas o i ritrovati
Nella sua perfettamente chiusa incompiutezza Andreas o I ritrovati diviene un romanzo simbolo dell’intera produzione di uno dei più significativi scrittori del ‘900.rn«Una nuova edizione lodevole sotto ogni aspetto» – La LetturarnNelle intenzioni stesse dell’autore espresse in una lettera all’amico Herman Bahr, il romanzo Andreas o i ritrovati avrebbe dovuto essere il racconto di “gioventù e crisi di un giovane austriaco in viaggio per Venezia, nell’anno della morte di Maria Teresa”. In questa telegrafica descrizione troviamo il riflesso del costante richiamo alla maschera e alla mistificazione che permea il romanzo e che apre a infinite possibilità senza renderne assoluta e reale alcuna. Andreas lascia in effetti Vienna alla volta di Venezia e non è un caso che giunto nella terra delle maschere si ritrovi invischiato in intrighi e messe in scena dal sapore grottesco e inquietante. Tutto della città e dei suoi abitanti lo disorienta e allo stesso tempo lo lega a quella terra in modo pressoché indissolubile. Il viaggio si trasforma come nella migliore delle tradizioni, in un percorso di formazione ma nelle mani di Hofmannsthal questo percorso assume le tinte fosche di un rito iniziatico. -
Nel centro di ogni cosa. Testo tedesco a fronte
Celebrata al suo apparire nella Vienna di fine Ottocento come una vera e propria epifania che in Austria, in Germania e nel resto dell'Europa avrebbe impresso una cesura definitiva allo sviluppo delle lettere, ancora oggi la lirica del giovane Hugo von Hofmannsthal appare come uno di quei rari fenomeni in cui si concentra, al massimo grado di limpidezza ed efficacia, la cifra di un'intera epoca e di un intero mondo. A cinquant'anni dall'ultima raccolta di poesie pubblicata in Italia (la silloge einaudiana curata da Elena Croce nel 1971), questa edizione propone per la prima volta una scelta molto ampia della lirica di Hofmannsthal, orientata tuttavia sui soli componimenti che videro la luce su decisione e impulso dello stesso autore. Così, se nella prima delle tre sezioni di cui si compone il volume trovano accoglienza tutte le poesie che lo stesso Hofmannsthal selezionò e pubblicò nell'ultima edizione delle proprie opere da lui curata (1924), nella seconda figurano una ventina di liriche scelte dal curatore tra quante furono comunque ""pubblicate in vita su riviste e periodici""; la terza sezione, infine, ospita il Prologo alla Antigone di Sofocle (1900), un testo che, quasi sconosciuto in Italia, oltre che per l'intrinseco valore poetico si segnala come un vero e proprio manifesto di poetica, in nulla inferiore alla tanto più nota e celebrata Lettera di Lord Chandos.