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Trilogia della città di K. Il grande quaderno-La prova-La terza m...
Storia di formazione, la Trilogia della città di K ritrae un'epoca che sembra produrre soltanto la deformazione del mondo e degli uomini, e ci costringe a interrogarci su responsabilità storiche ancora oscure.«Una prosa di perfetta, innaturale secchezza, una prosa che ha l'andatura di una marionetta omicida» – Giorgio ManganelliQuando Il grande quaderno apparve in Francia a metà degli anni Ottanta, fu una sorpresa. La sconosciuta autrice ungherese rivela un temperamento raro in Occidente: duro, capace di guardare alle tragedie con quieta disperazione. In un Paese occupato dalle armate straniere, due gemelli, Lucas e Klaus, scelgono due destini diversi: Lucas resta in patria, Klaus fugge nel mondo cosiddetto libero. E quando si ritroveranno, dovranno affrontare un Paese di macerie morali. Storia di formazione, la Trilogia della città di K ritrae un'epoca che sembra produrre soltanto la deformazione del mondo e degli uomini, e ci costringe a interrogarci su responsabilità storiche ancora oscure.«Tutto ha inizio con due gemelli che una madre disperata è costretta ad affidare alla nonna, lontano da una grande città dove cadono le bombe e manca il cibo. Siamo in un paese dell'Est, ma né l'Ungheria né alcun luogo preciso vengono mai nominati. Un inizio folgorante che ci immette di colpo nel tempo atroce dell'ultima guerra raccontandolo come una metafora. La nonna è una “vecchia strega” sporca, avara e senza cuore e i due gemelli, indivisibili e intercambiabili quasi avessero un'anima sola, sono due piccoli maghi dalla prodigiosa intelligenza. Intorno a loro ruotano personaggi disegnati con pochi tratti scarni su uno sfondo di fame e di morte. Favola nera dove tutto è reso veloce ed essenziale da una scrittura limpida e asciutta che non lascia spazio alle divagazioni. Un avvenimento tira l'altro come se una mano misteriosa e ricca di sensualità li cavasse fuori dal cilindro di un prestigiatore crudele.» (Rosetta Loy) -
Avventure della ragazza cattiva
Una vita trasformata in un inferno. Ma un inferno in cui c'è tutto: passione, gioia, amicizia, follia, disperazione, sesso, delirio.Nel 1950 il giovane Ricardo scopre di essere innamorato di una ragazza cattiva, una niña mala che lo fa impazzire con il suo charme ma gli dice sempre di no. Quando le loro strade si separano, Ricardo si trasferisce a Parigi. Ma anche qui la niña mala riappare, in una nuova versione: una militante del Mir in partenza per Cuba, dove verrà addestrata alla guerriglia. Da allora, nella vita di Ricardo, si alternano il lavoro di interprete e i tormenti che la ragazza cattiva gli infligge, in un crescendo che porterà il protagonista ad affrontare il suo vero sogno: scrivere. Un ritratto palpitante del mondo europeo e latinoamericano, dagli anni Sessanta agli anni Ottanta, un'ispirata rievocazione condotta senza nostalgie ma con lucida intensità, sostenuta da una scrittura che si fa sempre piú limpida e rarefatta. Con protagonisti ed eventi reali e altri di fantasia, che insieme congiurano a creare l'affresco illuminante di un'intera stagione. -
Il Maestro e Margherita
«Un miracolo che ognuno deve salutare con commozione.» Così Eugenio Montale accoglieva nel 1967 il romanzo postumo che consacrava di colpo Bulgakov, fino ad allora sconosciuto, tra i grandi scrittori russi del Novecento, e forniva un quadro indimenticabile della Russia di Stalin. Nella Mosca degli anni '30 arriva Satana in persona e sotto le spoglie di un esperto di magia nera, accende una girandola di eventi tragicomici.«Che cosa farebbe il tuo bene, se non esistesse il male? E come apparirebbe la terra, se ne sparissero le ombre?»«Il Diavolo è il più appariscente personaggio del grande romanzo postumo di Bulgakov. Appare un mattino dinanzi a due cittadini, uno dei quali sta enumerando le prove dell'esistenza di Dio. Il neovenuto non è di questo parere... Ma c'è ben altro: era anche presente al secondo interrogatorio di Gesù da parte di Ponzio Pilato e ne dà ampia relazione in un capitolo che è forse il più stupefacente del libro... Poco dopo, il demonio si esibisce al Teatro di varietà di fronte a un pubblico enorme... Un romanzo-poema, o se volete, uno show in cui intervengono moltissimi personaggi, un libro in cui un realismo quasi crudele si fonde o si mescola col più alto dei possibili temi: quello della Passione». (Eugenio Montale) -
Domani nella battaglia pensa a me
Un viaggio di esplorazione nei misteri del cuore umano, ricco di sorprese, drammi, colpi di scena.«Ciò che commuove di piú, in un romanzo, è riconoscere situazioni ed emozioni vere che sapevi ma non sapevi di sapere» – Javier MaríasTutto comincia all'improvviso. In un appartamento di Madrid, Marta invita a cena Víctor. Il marito Eduardo è a Londra per lavoro, il figlio finalmente dorme. I due, che si conoscono appena, si baciano, hanno davanti un'intera notte. Ma a un tratto, Marta si sente male. Muore in pochi minuti. Cosa fare? Nulla potrebbe essere piú paurosamente casuale di quell'evento. Victor rimane impigliato nei fili misteriosi della vita della sua non-amante e ne insegue come in un labirinto i segreti, fino a scoprire a poco a poco situazioni incredibili e personaggi sfuggenti. Nessuno è quello che sembra, fantasmi e chimere hanno piú consistenza delle persone in carne e ossa (il titolo del libro è tratto dal Riccardo III di Shakespeare). Marías è bravo a disseminare la vicenda di indizi e dettagli come in un giallo e mostrarci l'altra metà della vita, quella nascosta e dissimulata. Raccontandoci l'inganno e svelandone la macchina che esso mette inevitabilmente in moto, Domani nella battaglia pensa a me racconta l'illusoria realtà in cui siamo sprofondati. -
La porta
È un rapporto molto conflittuale, fatto di continue rotture e difficili riconciliazioni, a legare la narratrice a Emerenc Szeredàs, la donna che la aiuta nelle faccende domestiche. La padrona di casa, una scrittrice inadatta ad affrontare i problemi della vita quotidiana, fatica a capire il rigido moralismo di Emerenc, ne subisce le spesso indecifrabili decisioni, non sa cosa pensare dell'alone di mistero che ne circonda l'esistenza e soprattutto la casa, con quella porta che nessuno può varcare. In un crescendo di rivelazioni scopre che le scelte spesso bizzarre e crudeli, ma sempre assolutamente coerenti dell'anziana donna, affondano in un destino segnato dagli avvenimenti più drammatici del Novecento. -
L' autoritratto. Una storia culturale
L'autoritratto è il genere artistico che meglio di altri contraddistingue la nostra epoca; ma gli artisti moderni sono ben lontani dall'averne esaurito forza e potenzialità. Questo libro offre un'ampia panoramica storico-culturale dell'autoritratto a partire dall'antico mito di Narciso e dai cosiddetti ""autoritratti di Cristo"" fino al proliferare di autoritratti di artisti contemporanei. In questo racconto James Hall dimostra come l'atto di ritrarsi faccia parte di una tradizione lunga secoli, e molti sono gli aspetti che l'autore prende in considerazione: l'importanza dell'""ossessione per gli specchi"" in epoca medievale; il diffondersi del genere durante il Rinascimento; l'intensità degli autoritratti-confessione di Tiziano e Michelangelo; gli autoritratti comico-caricaturali e quelli ""inventati"" o immaginari; la mistica dello studio d'artista da Vermeer a Velàzquez; il ruolo svolto dalla biografia e dalla geografia nei ritratti seriali di Courbet e van Gogh; la tematica sessuale e la figura del genio nelle opere di Munch, Bonnard e Modersohn-Becker; le identità multiple di artisti quali Ensor e Cahun; fino a toccare gli ultimi sviluppi del genere nell'era della globalizzazione. Lungo tutto il libro, Hall non smette mai di interrogarsi sui motivi che inducono gli artisti alla pratica dell'autoritratto, e trova risposte scavando nel loro mondo e nella loro mentalità. -
Storia della pittura bizantina
Viktor Lazarev ha consegnato alla storia dell'arte un'opera di riferimento sulla pittura bizantina, contribuendo sostanzialmente a definirne un quadro complessivo e coerente. Il termine ""bizantino"", applicato talvolta come etichetta alle opere di altri contesti, era stato spesso sminuito e alterato nel suo valore storico-artistico. Lazarev ha cercato di restituire all'arte di Bisanzio e delle province bizantine i loro caratteri essenziali, ricostruendo le fasi del loro sviluppo: dai monumenti del VI secolo alla dissoluzione di un impero e di una cultura sopravvissuti alle ragioni che ne avevano reso possibile la nascita. L'opera non è la semplice traduzione dell'originale russo apparso nel 1947-1948: essa venne radicalmente riveduta e ampliata dall'autore in vista della prima edizione einaudiana apparsa nel 1967, divenendo cosi uno dei punti di riferimento classici per la storia dell'arte e della bizantinistica. Per queste ragioni, dopo la seconda edizione nel 1981 (BSA), l'opera viene ora riproposta. -
Geologia di un padre
Negli ultimi dieci anni Valerio Magrelli ha raccolto, su foglietti sparsi, appunti riguardanti il padre. Quando quest'ultimo muore, quei documenti diventano un materiale prezioso, ""il bandolo canoro di un'infinita matassa di storie"": i viaggi in auto d'estate in giro per l'Italia; le avventure d'amore e morte durante la guerra; i desolati pomeriggi che l'uomo ormai maturo trascorre spingendo il genitore sul girello; il giorno in cui il figlio, armato di forbici, libera l'anziano febbricitante dal bozzolo del maglione; lo stupore di riconoscere, davanti allo specchio, un'espressione del viso che gli restituisce la ferrea legge dei vincoli genetici; gli abbracci, le risse, l'amore per Borromini o i folli scatti di rabbia. Diviso in 83 capitoli (numero che corrisponde agli anni vissuti dal protagonista), il libro scava fra ricordi e storia patria, mentre la biografia sfuma nella paleontologia, se non nella geologia... L'enigmaticità di questo iroso anti-eroe, e insieme la sua lontananza, suggeriscono infatti una possibile identificazione con i resti umani di origine preistorica trovati in Ciociaria, a Pofi, suo paese d'origine. Cosi narrando, Magrelli, orfano ad honorem e padre a sua volta, procrastina il congedo definitivo grazie al racconto, e non desiste, ma si maschera, fugge, scegliendo la digressione per scendere ancora più in profondità nella vita del capostipite, e mostrarne, oltre alle virtù, anche quei difetti che lo rendevano ""un vecchio esacerbato e vulnerabile"". -
Everyman
La storia di un uomo qualunque che, lasciato solo dopo la cerimonia funebre, ripercorre le tappe della sua vita. Quando ormai la speranza di immortalità è svanita e a farci compagnia c'è un passato pesante, fatto di fallimenti, passioni e rimorsi.rnrnIl destino dell'""Everyman"" di Roth si delinea dal primo sconvolgente incontro con la morte sulle spiagge idilliache delle sue estati di bambino, attraverso le prove familiari e i successi professionali della vigorosa maturità, fino alla vecchiaia, straziata dall'osservazione del deterioramento patito dai suoi coetanei e funestata dai suoi stessi tormenti fisici. Pubblicitario di successo presso un'agenzia newyorkese, è padre di due figli di primo letto, che lo disprezzano, e di una figlia nata dal secondo matrimonio, che invece lo adora. È l'amatissimo fratello di un uomo buono la cui prestanza fisica giunge a suscitare la sua più aspra invidia, ed è l'ex marito di tre donne diversissime tra loro, con ciascuna delle quali ha mandato a monte un matrimonio. In definitiva, è un uomo che è diventato ciò che non vuole essere. -
La rivoluzione incompiuta di Einstein. La ricerca di ciò che c'è ...
Con questo libro, Lee Smolin ci fa avanzare di un passo verso la soluzione di una delle piú grandi controversie scientifiche della nostra epoca. rnrn«La miglior spiegazione di ciò che dev'essere ancora spiegato» - George Dysonrnrn«Questo libro racconta cosa significhi affrontare la vita come un'inflessibile ricerca della natura della realtà. Si occupa di fisica, ma anche del periodo storico in cui viviamo. Conosciamo l'essenza di ogni cosa? Stiamo solo rifinendo i dettagli e consolidando i nostri poteri, o l'umanità è ancora in gran parte ignorante? Smolin inizia raccontando con scrupolo imparziale le idee recenti della fisica per poi accelerare verso una visione del futuro della disciplina. Il ragionamento conclusivo è composto di frasi il piú possibile semplici, come particelle elementari. Leggetele lentamente. Colpiscono in profondità» - Jaron Lanierrnrn«Lee Smolin ha scritto un libro eccellente e di ampia portata. L'autore ci fa avvicinare a Bohr, Bohm ed Everett e ben oltre con un'analisi magistrale, e poi allo sforzo per superare la meccanica quantistica giungendo alla gravità quantistica. La rivoluzione incompiuta di Einstein è davvero un ottimo libro» - Stuart KauffmanrnrnrnLa fisica quantistica è la punta di diamante della scienza moderna, la base della nostra comprensione degli atomi, della radiazione e di molto altro, dalle particelle elementari alle forze fondamentali e al comportamento della materia. Da ormai un secolo, tuttavia, è anche una teoria estremamente problematica, attraversata da profondi disaccordi interni, strani paradossi e implicazioni spesso fantasiose. Che si tratti del gatto di Schrödinger, una creatura al tempo stesso viva e morta, o della credenza che il mondo non esista indipendentemente dalle nostre osservazioni, la teoria quantistica mette in dubbio i nostri assunti fondamentali sulla realtà. Ne La rivoluzione incompiuta di Einstein , il fisico teorico Lee Smolin sostiene provocatoriamente che i problemi che hanno tormentato sin dall'inizio la disciplina sono irrisolvibili per la semplice ragione che la teoria è incompleta. Vi è molto altro che attende di essere scoperto. Il nostro compito – se vogliamo avere risposte semplici alle domande semplici che ci poniamo sull'universo in cui viviamo – deve essere quello di andare al di là della meccanica quantistica arrivando a una descrizione sensata del mondo su scala atomica. ln questo libro vivace e accessibile, Smolin ci guida in un viaggio tra gli elementi essenziali della fisica quantistica, come tra le storie degli esperimenti e dei protagonisti che hanno trasformato la nostra comprensione dell'universo, affrontando enigmi e dilemmi forte di una visione improntata a una buona dose di realistico buon senso. Se vogliamo avere qualche speranza di completare la rivoluzione che Einstein iniziò quasi un secolo fa, abbiamo bisogno di una teoria che offra una descrizione completa della natura. -
La metamorfosi
«Era steso sul dorso, duro come una corazza... ""Cosa mi è successo?"" pensò. Non era un sogno.»Gregor Samsa, commesso viaggiatore, si sveglia un mattino dopo sogni inquieti e si ritrova trasformato in un enorme insetto. La speranza di recuperare la condizione perduta, i tentativi di adattarsi al nuovo stato, i comportamenti famigliari e sociali, l'oppressione della situazione, lo svanire del tempo sono gli ingredienti con i quali l'autore elabora la trama dell'uomo contemporaneo, un essere condannato al silenzio, alla solitudine e all'insignificanza. Perché, come scrive Luigi Forte: «Dietro l'icona dell'insetto si nasconde l'abnegazione del figlio disposto a sacrificarsi, ma soprattutto la sua implacabile denuncia: essere costretto a denigrarsi, rimpicciolirsi, scomparire di fronte al potere illimitato». -
Dall'interno della specie
Andrea De Alberti è sostanzialmente un poeta lirico. Scrive di sé, delle sue esperienze, della morte del padre, del rapporto con il figlio... Però lo fa con un taglio disassato rispetto ai canoni della poesia lirica. Questi temi entrano come di straforo in discorsi di altro tipo. Da quello paleoantropologico ed etologico che dà il titolo al libro, a quello che guarda ai fenomeni sociali della contemporaneità, siano l'Ikea o gli eroi della Marvel. Ne esce un viaggio antropologico-sentimentale lungo un percorso di poesie stranianti che catturano subito l'attenzione del lettore e lo coinvolgono in fecondi cortocircuiti mentali. E una poesia che provoca stupore perché nasce da una condizione di stupore e da quel po' di confusione mentale necessaria per cogliere i legami fra le cose. Dall'altro lato quella di De Alberti è anche poesia saldamente legata alla tradizione novecentesca, quella più profondamente colloquiale, quella di Sereni e di Raboni. E con i due maestri lombardi De Alberti condivide il tema della comunità tra morti e viventi, che diventa soprattutto comunità di padri e figli dai ruoli intercambiabili: «quel che saremo o che diventeremo, forse ero io, forse eri tu prima di nascere, un'andata e un ritorno, un arrivare nel silenzio». -
Tempi difficili
La triste vicenda di Louisa Grandgrin e di suo padre è una delle più belle storie raccontate da Dickens. Thomas Grandgrin, come molti suoi contemporanei, ha commesso il tremendo errore di fare della Filosofia dei Dati di Fatto, cioè la filosofia utilitaristica, la teoria guida della propria vita. E solo quando la figlia Louisa, intrappolata in un matrimonio senza amore, diventa preda di un ozioso seduttore, il padre si vede costretto a prendere le distanze dalle proprie convinzioni. ""Tempi difficili"" è uno dei grandi romanzi della maturità di Dickens, una macchina travolgente in cui ricorrono gli ingredienti consueti della sua scrittura, ma con in piú un tono di favola che stempera gli eventi in chiave comica. -
Una donna spezzata
Una crisi coniugale o familiare costringe tre donne a mettere in discussione la propria vita e il proprio ruolo di madri e di mogli: da questa confessione a piú voci nasce una riflessione lucida e disincantata sull'universo femminile.Monique ha sempre creduto nel suo matrimonio e nel suo ruolo di moglie: gestire la vita familiare, provvedere agli altri con la certezza di essere necessaria. Ma è bastata una frase a far crollare ogni illusione: «C'è una donna». E se Monique è tradita dal marito, la madre di Philippe lo è dal figlio, che al progressismo materno preferisce lo spirito pratico e conservatore della moglie. Infine, Murielle: due matrimoni falliti e il suicidio della figlia la condannano a una vita disperante che la rende astiosa verso il mondo e verso un Dio che forse non esiste. Tre racconti, tre donne, tre crisi. E un tema comune: la solitudine che si deve affrontare quando ogni certezza crolla ma che può anche essere il punto di partenza per trovare la forza di ricominciare: «La porta si aprirà lentamente, e vedrò che cosa c'è dietro. C'è l'avvenire». -
La civiltà maya
Mentre l'Europa, nei secoli che vanno dal 300 al 900 d.C., era dilaniata da guerre sanguinose, nel Nuovo Mondo si stava sviluppando in tutto il suo splendore l'antica civiltà dei Maya. Furono i secoli dei grandi monumenti, della crescita delle città, e della costruzione di piramidi e di templi, molti dei quali sono ancora oggi conservati. In questo libro, il maggiore studioso di quel mondo ne ricostruisce la storia sulla scorta di anni di studio e di ricerche sul campo: le strutture politiche e sociali, le arti plastiche e la scrittura, le conoscenze astronomiche, gli usi e i modi della vita di ogni giorno, i culti religiosi. Thompson riesce a comunicare al lettore tutto il fascino di un popolo pacifico che fu tragicamente annientato dall'invasione spagnola nel corso del XVII secolo e il cui sistema di vita rappresentò, con quello degli Aztechi e degli Incas, una delle forme più sviluppate della civiltà precolombiana. -
Umanisti italiani. Pensiero e destino
Umanesimo come scuola di retorica, culto dei latini e dei greci, nascita della filologia? Cacciari ci fa capire come le cose sono più complesse e meno schematiche, e come la stessa filologia umanistica vada in realtà inserita in un progetto culturale più ampio nel quale l'attenzione al passato è complementare alla riflessione sul futuro, mondano e ultramondano. Dunque una filologia che è intimamente filosofia e teologia. E i nodi filosofici affrontati dagli umanisti (che in quest'ottica non iniziano con Petrarca o con i padovani, ma con lo stesso Dante) sono difficilmente ascrivibili a sistemi armonici o pacificanti, secondo una visione tradizionale del Rinascimento. C'è un nucleo tragico del pensiero umanistico, fortemente ""anti-dialettico"", in cui le polarità opposte non si armonizzano né vengono sintetizzate... Tra gli autori antologizzati: Petrarca, Leonardo Bruni, Poggio Bracciolini, Lorenzo Valla, Leon Battista Alberti, Marsilio Ficino, Cristoforo Landino, Pico della Mirandola, Poliziano, Savonarola, Leonardo da Vinci, Machiavelli. Con un saggio di Massimo Cacciari. -
L' impresa responsabile. Un'intervista su Adriano Olivetti
Un'impresa capace di creare profitto non solo per gratificare gli azionisti, ma anche per produrre benessere, sicurezza e bellezza, per chi vi lavora come per la comunità che la ospita: Olivetti è stato un imprenditore e un uomo di cultura in straordinario anticipo sui propri tempi. A più di cinquant'anni dalla sua morte, le idee di Olivetti - sul ruolo dell'industria, sulle funzioni dello stato sociale, sul rapporto tra impresa e territorio -, continuano a sembrare in aperto contrasto con quanto si pratica e si scrive. Per cercare di comprendere (e di colmare) questa discrepanza, Luciano Gallino, che a Ivrea ha lavorato diversi anni come ricercatore, torna a riflettere su quell'idea di ""impresa responsabile"" che Olivetti cercava, giorno per giorno, di mettere in pratica nei suoi stabilimenti e uffici. Gallino è stato assunto da Olivetti nel 1955 e ha potuto cosí conoscere da vicino, a Ivrea, come questi pensava e operava nel quotidiano impegno di capo d'industria, e al tempo stesso, di pensatore politico, editore, promotore di piani territoriali. Questa intervista, pubblicata da Edizioni Comunità nel 2001, viene presentata qui riveduta, e con l'aggiunta di una nuova Prefazione. Gallino, sollecitato da Paolo Ceri, ricostruisce, senza alcun intento agiografico, la storia di un percorso umano, filosofico ed economico che continua a sfidare, per modernità e lungimiranza, il nostro presente. -
Memorie d'una ragazza perbene
Il primo «tempo» dell'autobiografia di una donna che voleva prima di tutto essere libera.Le tappe obbligate di un'educazione sentimentale, l'inevitabile scontro con la famiglia e l'ambiente sociale dell'alta borghesia francese conservatrice e bigotta, i meschini pregiudizi d'un mondo in declino insieme con i primi dubbi, i contrasti sentimentali, le tensioni, accompagnano il lungo viaggio verso la conquista di sé, fino agli anni dell'università e l'incontro con alcune tra le piú note figure della cultura francese, da Simone Weil a Raymond Aron, da Merleau-Ponty a Roger Vailland e Jean-Paul Sartre. -
Sorgo rosso
La storia epica, grandiosa di questo capolavoro della letteratura cinese contemporanea, si staglia sullo sfondo degli sconfinati campi di sorgo «che in autunno scintillano come un mare di sangue». Dal banditismo degli anni Venti, alla cruenta invasione giapponese degli anni Trenta e Quaranta, fino al periodo che precedette la Rivoluzione culturale, Sorgo rosso racconta le avventure e gli amori del bandito Yu Zhan'ao e della sua famiglia, in un affresco che ritrae un intero popolo, tutto un Paese. Un Paese dalle campagne brulicanti di anime sperdute - contadini, soldati, monaci buddisti, maghi taoisti - in cui «un vento maschio spazza una terra femmina» e il sangue versato è «morbido e liscio come piume d'uccelli». -
Ogni giorno è per il ladro
Le città si aprono intorno a chi le attraversa come un paesaggio e si chiudono come una stanza, diceva Benjamin. Ed è cosi per il narratore di questo libro, un nigeriano che torna nel suo paese dopo quindici anni vissuti a New York. È fuggito da Lagos quasi di nascosto, per motivi misteriosi forse anche per lui: certo c'entrano la morte del padre e un risentimento mai elaborato per la madre. Ecco, rabbia e amore sono la coppia che definisce il rapporto con la sua città: una metropoli enorme, brulicante di vite e di storie in una quantità che stordisce, avamposto della modernizzazione globale e allo stesso tempo calviniana città invisibile. Il testo è accompagnato da diciannove fotografie dell'autore, diciannove immagini che fanno da controcanto ai capitoli come una storia parallela, diversa eppure puntata verso la stessa direzione: sia le parole sia le immagini, in fondo, si interrogano sugli ostacoli della visione. Lagos è una città difficile da vedere, nelle foto di Cole appare spesso sfocata, nascosta dalla griglia di un recinto, da una tenda, da un finestrino offuscato dalla pioggia, dalla ragnatela di un vetro rotto. Allo stesso tempo le parole del narratore (studente di medicina e aspirante scrittore come il protagonista di ""Città aperta"") sono, è vero, di una lucidità che confina con la spietatezza, ma anche segretamente fessurate dalla malinconia, dall'irrequietezza, dal rancore di chi è stato tradito. Un appannamento dello sguardo che è quello proprio dell'amore.