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L' adolescente
La cronaca famigliare che Dostoevskij inventa ispirandosi alle rubriche dei giornali è molto diversa da quella cui ci aveva abituato Tolstoj, con la sua rappresentazione di un solido mondo patriarcale. Lacerata e divisa, la famiglia di Dostoevskij è lo specchio dei tempi nuovi, dei traffici di una società avida e iniqua che non esita a lanciarsi nelle imprese più spregiudicate, a perdersi in tormentosi conflitti con i demoni che la agitano. Confessione autobiografica di un giovane ventenne, ""L'adolescente"" snoda una sequenza vertiginosa di fatti, un turbine di avvenimenti incalzanti. Figlio naturale di un proprietario terriero, Arkadij coltiva sogni di potere e rivincita, ma non riuscirà a sottrarsi al giro di ricatti e intrighi. -
Cronaca di una morte annunciata
«Il giorno che l'avrebbero ucciso, Santiago Nasar si alzò alle 5,30 del mattino per andare ad aspettare il battello con cui arrivava il vescovo.»Come nella migliore tradizione dei thriller, García Márquez annuncia fin dalle prime righe chi sarà la vittima, per poi tenere il lettore legato alla narrazione delle indagini intorno alle circostanze, e alle ragioni, dell'assassinio. E anche la definizione di «cronaca» per questo lungo racconto – o romanzo breve – è esatta: è il documento minuzioso e sottile di un'investigazione che ci rimanda alla grande abilità giornalistica dell'autore, il quale però non dimentica quei lati misteriosi o magici – i sogni premonitori di Santiago – caratteristici della sua scrittura. E dunque, Santiago Nasar morirà. Ma perché i fratelli Vicario vogliono ucciderlo e perché nessuno, in paese, cercherà di fermarli? -
Tutti i banchi sono uguali. La scuola e l'uguaglianza che non c'è
U come Uguaglianza. L'uguaglianza che è fondamento di una democrazia. L'uguaglianza che deve essere tutelata nell'istruzione pubblica. Un libro per tutti quelli che hanno a cuore la scuolarnSpesso si dice che la scuola deve servire per immettere i ragazzi nella società. Non è cosí: serve invece a immaginare una società che ancora non conosciamo.rnSpesso si dice che i ragazzi devono imparare a essere se stessi; devono invece imparare a diventare se stessi. Non bisogna isolare ciò che avviene in classe da ciò che avviene fuori, o peggio, rendere funzionale il lavoro in classe alle ideologie del mondo non scolastico. Quattro sono i fuochi centrali del discorso sull'educazione oggi: valutazione, qualità della formazione, rapporto tra mondo della scuola e del lavoro e infine uguaglianza. Temi legati da una visione politica nel senso pieno del termine: non si può parlare di scuola senza pensare alla cittadinanza del futuro. Occorre recuperare la centralità della scuola: di fronte alla crisi delle altre agenzie educative è rimasta il luogo dove esercitare l'uguaglianza. Uguaglianza che è il baluardo capace di resistere alle ideologie individualiste e all'elogio della competizione. -
Il fumo della falena
Daru Shezad è un giovane banchiere che cerca rifugio dalle proprie frustrazioni nel dolce intorpidimento dell'hashish. Quando però viene licenziato, dopo aver litigato con un cliente importante, la sua vita precipita agli inferi. Daru perde il suo posto già precario nella nuova élite di Lahore, e nel calore soffocante di un'estate al quale non può sfuggire s'innamora della bellissima e inquieta moglie del suo migliore amico. Una passione travolgente che lo porterà alla rovina. Pubblicato per la prima volta nel 2002 con il titolo ""Nero Pakistan"", il romanzo d'esordio di Mohsin Hamid, ""Il fumo della falena"", è il racconto che non lascia scampo di un mondo spietato, che nemmeno l'amore sembra in grado di redimere. -
Bella mia
Bella mia è un romanzo di grande intensità che parla con un linguaggio scarno ed essenziale dell'amore e di ciò che proviamo nel perderlo. Ma soprattutto della speranza e della rinascita: la rinascita di una città squassata dal sisma e la rinascita ancora più faticosa della fiducia nella vita. Con una postfazione dell'autricernrnrnCome si possono ricomporre i cocci di una vita quando la terra trema e rimescola luoghi, prospettive, relazioni? Ritrovarsi alle prese con un adolescente taciturno e spigoloso che è quasi uno sconosciuto, inventarsi madre quando quell'idea era già stata abbandonata da tempo. È ciò che succede a Caterina, la protagonista di Bella mia, quando Olivia, la sorella gemella che sembrava predestinata alla fortuna, rimane vittima del terremoto dell'Aquila, nella lunga notte del 6 aprile 2009, lasciando il figlio Marco semiorfano. Il padre musicista vive a Roma e non sa come occuparsene, perciò tocca a Caterina e alla madre anziana prendersi cura del ragazzo, mentre ciascuno di loro cerca di dare forma a un lutto che li schiaccia. Ma è in questo adattamento reciproco, nella nostalgia dei ricordi, nella scoperta di piccole felicità estinte, nei gesti gentili di un uomo speciale che può nascondersi la forza di accettare che il destino, ancora una volta, ci sorprenda. Bella mia è un romanzo di grande intensità che parla con un linguaggio scarno ed essenziale dell'amore e di ciò che proviamo nel perderlo. Ma soprattutto della speranza e della rinascita: la rinascita di una città squassata dal sisma e la rinascita ancora piú faticosa della fiducia nella vita. Con una postfazione dell'autrice. -
Arte e architettura in Italia (1600-1750)
In questo saggio Wittkower percorre capillarmente la pittura, la scultura e l'architettura dei due secoli d'arte italiana che videro il nascere e l'affermarsi del barocco, lo sviluppo del rococò e i primi segni premonitori del neoclassicismo. Completa il volume il saggio Wittkower vent'anni dopo, di Liliana Barroero. rnrnSono l'ottica e il metodo del grande studioso, la sintesi ampia, chiara e puntuale in cui è organizzata la materia, la vastità del disegno, la compiutezza dell'analisi a rendere attuale ancora oggi questo libro, uscito per la prima volta nel 1958. Se il barocco romano - Caravaggio, Bernini, Borromini, ma anche Algardi, Rainaldi e Maratti - costituisce il nucleo del saggio, l'aspetto piú innovativo che lo caratterizza è l'attenzione costante rivolta alle aree culturali «periferiche». Invertendo la tendenza seguita dagli studi precedenti, il panorama qui si allarga a considerare quei centri, non meno vivi e ricchi di fermenti, che offrono altri aspetti decisivi a una considerazione completa del fenomeno barocco: Genova, Venezia, Napoli, la Sicilia, Torino e il Piemonte. -
I racconti di guerra
Dalle storie della Grande Guerra, scaturite dall'album di famiglia e dai bollettini ufficiali, a quelle della seconda guerra mondiale che ripercorrono la campagna di Francia, la tragica spedizione albanese, il drammatico fronte russo, la prigionia, il ritorno sull'Altipiano: pagina dopo pagina, attingendo alla sua memoria personale e a quella collettiva, ""il sergente"" Rigoni costruisce un quadro scarno e spietato di un tempo che non è il nostro ma che ci viene lasciato in eredità. Tutti i racconti che Rigoni Stern ha dedicato al tema della guerra nelle sue opere precedenti, oltre a numerosi altri testi sparsi in giornali e riviste, vengono qui pubblicati in un ordine storico-narrativo a cura dell'autore. -
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Paul Auster ha scritto una sinfonia maestosa suonando i tasti del destino e del caso: un libro che mette d'accordo Borges e Dickens, un'avventura vertiginosa e scatenata, unica e molteplice come la vita di ognuno.«La cosa migliore che abbia mai fatto Auster, e una delle migliori uscite negli ultimi tempi, non solo in America. Che audacia, quale inventiva, quanta profumata carne al fuoco!» – Alessandro Piperno«Un romanzo ponderoso, con una combinatoria non immediata, se non fosse per la cristallina scrittura di Auster che dà il suo meglio nel tratteggiare come i diversi personaggi reagiscono alle ordinarie catastrofi – incendi di negozi in cui si è investito tutto, fratelli che truffano fratelli, l’adorata fidanzata che bacia un altro: la vita, in poche parole – che si para loro davanti.» – Riccardo Staglianò, il venerdì - la RepubblicaCosa sarebbe successo se invece di quella scelta ne avessimo fatta un'altra? Che persone saremmo oggi se quel giorno non avessimo perso il treno, se avessimo risposto al saluto di quella ragazza, se ci fossimo iscritti a quell'altra scuola, se... A volte per raccontare una vita non basta una sola storia. Il 3 marzo 1947, a Newark, nasce il primo e unico figlio di Rose e Stanley: Archie Ferguson. Da questo punto si dipanano quattro sentieri, le quattro vite possibili, eppure reali, di Archie. Campione dello sport o inquieto giornalista, attivista o scrittore vagabondo, le sue traiettorie sono diverse ma tutte, misteriosamente, incrociano lei, Amy. Traduzione di Cristiana Mennella.COME COMINCIASecondo la leggenda di famiglia, il nonno di Ferguson partí a piedi da Minsk, sua città natale, con cento rubli cuciti nella fodera della giacca, viaggiò a ovest fino ad Amburgo passando per varsavia e Berlino, comprò il biglietto per una nave chiamata Empress of China che attraversò l'Atlantico in mezzo a violente tempeste invernali ed entrò nel porto di New York il primo giorno del ventesimo secolo. Mentre aspettava di essere interrogato da un funzionario dell'immigrazione a Ellis Island, il nonno di Ferguson attaccò un discorso con un altro ebreo russo. Quello gi disse: Scordati il nome Reznikoff. Qui non te ne fai niente. Per la tua nuova vita in America ti serve un nome americano, uno che suona bene in americano. Poiché nel 1900 l'inglese era ancora una lingua straniera per lui, Isaac Reznikoff chiese suggerimento al piú esperto e maturo compatriota. Di' che ti chiami Rockefeller, fece quello. Cosí vai sul sicuro. Passò un'ora, poi un'altra ora, e quando si accomodò per rispondere alle domande del funzionario, il diciannovenne Reznikoff aveva già dimenticato il nome che gli era stato suggerito da quell'uomo. Nome?, chiese il funzionario. Battendosi la fronte indispettito, lo stanco immigrato se ne uscí in yiddish, Ikh hob fargessen (Non me lo ricordo piú)! E fu cosí che Isaac Reznikoff cominciò la sua nuova vita in America come Ichabod Ferguson. -
Dalla cripta
Finalista Premio Dessì 2019 – sezione poesia.L'autore di Cento poesie d'amore a Ladyhawke torna a pubblicare un libro di poesia. Ma attenzione: il libro è completamente diverso.rnrn«Michele Mari dà sempre prova di grande versatilità. Questi endecasillabi riescono nell'impresa di rispondere a voci che non risuonano più» - La LetturarnrnPassati invece siamo di diritto, passanti un giorno e trapassati poi senza tensione, senza piú tragitto; frammenti di memoria, noi e voi, precipiti nel nulla a capofitto perché il passato è tutto, e siamo suoi. ?L'autore di Cento poesie d'amore a Ladyhawke torna a pubblicare un libro di poesia. Ma attenzione: il libro è completamente diverso. Ci sono sonetti amorosi, omaggi alla tradizione poetica italiana (Dante, Foscolo, Leopardi), poesie oscene secondo il modello comico-realistico, scherzi, versi d'occasione e perfino un poema incentrato su un giocatore del Milan degli anni Ottanta (Mark Hateley). Un libro manieristico, dunque: sapendo però che il cimento con la lingua e le forme della tradizione attraversa gran parte dell'opera di Mari anche in prosa (si pensi a Io venía pien d'angoscia a rimirarti ). Ed è proprio nel lavoro sulla lingua letteraria che Mari riesce a esprimere con maggior forza le vertigini dolorose o gioiose della propria interiorità. Dunque, «dalla cripta» dove giace la tradizione poetica italiana che oggi appare piú desueta, Mari trae materiali che gli permettono di scendere nella cripta di se stesso e trarne deliziosi scheletri.rn -
Il marchio ribelle
Nicolai Lilin torna a Fiume Basso, il quartiere di Bender in cui è nato e cresciuto. E ci racconta la sua storia con gli occhi di un ragazzino che per la fretta di diventare grande è disposto a buttarsi negli scontri più violenti. Ma anche a trascorrere le giornate al fiume insieme ai suoi amici, giocando a farsi trasportare dalla corrente. Kolima impara a schivare i colpi nelle risse, impara i codici della guerra fra bande, ma soprattutto impara a conoscere il mondo attraverso i tatuaggi. Leggendo le storie che gli uomini portano sulla pelle, Nicolai Lilin racconta l'apocalisse di una criminalità ancestrale con la scrittura spietata e selvatica di chi è stato tra quelle fiamme. -
Atlante occidentale. Con il Taccuino di Ginevra. Nuova ediz.
Un romanzo, uscito a metà degli anni Ottanta, che fece epoca misurandosi con le scoperte della fisica e anticipando alcune mutazioni radicali del nostro tempo. Viene riproposto in questa nuova edizione arricchito dal diario inedito che Del Giudice scrisse durante i giorni del sopralluogo al Cern di Ginevra prima di scrivere il romanzo. La prefazione è di un famoso fisico italiano che al Cern ha lavorato per molti anni e che, oltre ad amare il romanzo di Del Giudice, nelle pagine del diario ginevrino ha riconosciuto colleghi, situazioni e atmosfere a lui ben note.«""Atlante occidentale"" mi ha intrigato fin dal primo momento in cui l'ho avuto fra le mani, più di trent'anni fa» – Guido Tonelli«Eccolo qua il romanzo dell'incontro fra i due esploratori: lo scrittore che scandaglia gli angoli piú intimi e nascosti dell'animo umano e lo scienziato che indaga i componenti piú minuti della materia. Due mondi apparentemente distanti che nascondono in realtà insospettabili analogie. A prima vista il mondo di Pietro Brahe è quanto di piú solido e materiale si possa immaginare: acceleratori e apparati grandi come case, magneti, rivelatori, cavi e circuiti elettronici. Ma basta scavare appena al di sotto di questa superficie per scoprire che le strutture piú nascoste e recondite della materia sono elusive, hanno forme cangianti, talvolta inafferrabili. Non cosí dissimili quindi dalle impalpabili mutevolezze che rendono imprevedibile il comportamento intimo dei protagonisti dei romanzi di Ira Epstein. Fino al punto che i due punti di vista quasi si rovesciano: ""lui vedeva cose di cui non c'era immagine"" pensava di sé Pietro Brahe, mentre lo scrittore argomentava: ""Nel mio (lavoro), come le ho già spiegato, si vede parecchio. Si vede cosí tanto che resta ben poco da immaginare"". Il regno della concretezza e della realtà materiale che si rovescia, come in uno specchio, in quello dell'immaginazione e della finzione letteraria.» (dalla prefazione di Guido Tonelli) -
Guerra e pace
La più autentica epopea narrativa della letteratura moderna.rn«'Guerra' è il mondo storico, 'pace' il mondo umano. Il mondo umano interessa ed attrae particolarmente Tolstoj soprattutto perché egli è convinto che ogni uomo - di ieri, di oggi, di domani - valga un altro uomo...» - Leone Ginzburgrn«La nuova traduzione di Emanuela Guercetti è un evento editoriale. È di fronte a imprese del genere che comprendi quanto diceva Iosif Brodskij a proposito della traduzione: è la madre di ogni civiltà» - Alessandro Pipernorn«Ogni notte mi sveglio e leggo ""Guerra e pace"". Lo leggo con una tale curiosità e un tale ingenuo stupore, come se fosse la prima volta. È una cosa meravigliosa.» - Anton CechovrnSullo sfondo della crisi europea degli inizi dell'Ottocento, si intrecciano le vicende dei membri di due famiglie dell'alta nobiltà russa, i Bolkonskij e i Rostov, fra i quali emergono le figure di Natasa Rostova, Andrej Bolkonskij e Pierre Bezuchov. Tolstoj accompagna i tre protagonisti, simboli dell'armonia del mondo, attraverso balli, battaglie, matrimoni, morti, partecipando direttamente alle loro inquietudini e dando voce ai moti interiori del cuore. -
Racconti di mare e tempesta
Da Edgar Allan Poe a Emilio Salgari, da Jules Verne a Jack London, da Herman Melville a Joseph Conrad, i racconti dei piú grandi autori che hanno fatto la storia e il mito del mare: questo luogo dell'immaginario dove finiamo sempre per ritrovarci, sullo specchio dell'acqua, affacciati su noi stessi. A cura di Christian Delorenzo.?Viola come il vino o piatto come una tavola, da solcare in cerca di nuove terre o da scrutare fino all'orizzonte, popolato di squali, piovre e bucanieri o svuotato all'improvviso dalla potenza del mulinello: il mare. Dove la vita sa essere durissima ma anche piena d'avventure, tra vascelli fantasma e tempeste perfette, incendi sopra i flutti e ribellioni sotto coperta, con il rischio, sempre presente, di naufragare su isole deserte e di vedere emergere, da un momento all'altro, i mostri degli abissi. Senza dimenticare il mondo sommerso, quello in cui si possono trovare razziatori di uomini, divinità sedute al tavolo di lavoro e sirene che ingabbiano le anime. -
Il salto dell'acciuga
Usando il cibo, in particolare il sale e le acciughe, come filo conduttore e come sottofondo di tutto il testo, Orengo scrive un libro poetico e malinconico, coltissimo ed estremamente popolare, in cui personaggi presenti e passati si mescolano e si sovrappongono.rn«Si sente il profumo dell'aglio rosa, del salso del mare, delle valli nascoste e della Olga, la rossa che passa nelle pagine come una cometa tra i picchi delle montagne» - Mario Rigoni SternrnCon Il salto dell'acciuga , nel 1997, Nico Orengo usciva per la prima volta dai «suoi» territori dell'estremo Ponente ligure, dove aveva ambientato tutti i suoi romanzi, per spingersi verso il Piemonte seguendo una traccia antica e avventurosa: quella del commercio del sale e delle acciughe, un traffico che si perde oltre il Medioevo nella notte delle fiabe e dei miti. Orengo racconta, ricorda, intreccia notizie storiche e storie di paese, insegue mestieri perduti, odori e colori, accompagnandoci alla scoperta delle verità poetiche e umane che si nascondono nei viaggi millenari del sale e dell'acciuga. E insieme ai riti e ai canti che venivano fatti durante la preparazione della bagna caoda , ci dà del famoso piatto la «vera» ricetta. rnrnUsando il cibo, in particolare il sale e le acciughe, come filo conduttore e come sottofondo di tutto il testo, Orengo scrive un libro poetico e malinconico, coltissimo ed estremamente popolare, in cui personaggi presenti e passati si mescolano e si sovrappongono, in cui autobiografia e mito popolare vanno a braccetto ricostruendo lo spaccato di una civiltà meticcia il cui retaggio sopravvive soltanto, sbiadito, in minuscole borgate abbandonate di montagna o nei relitti di vecchie barche da pesca ormai buone solo per ornare spiagge senza piú pesci né pescatori. Orengo parla in primis di se stesso, ripesca nei propri ricordi mischiando passato e presente, seguendo tracce storiche e chiacchiere da bar, lasciandosi portare dal passo stanco degli ultimi pescatori ormai scomparsi o dai Saraceni che all'alba del Rinascimento riparano in montagna per sfuggire alle sconfitte militari subite sulle coste liguri e provenzali. Una storia di meticciato, di resilienza e di caparbietà, ma anche una storia che una volta in piú ci mostra con semplicità e linearità come confini e frontiere siano una cupa ossessione di chi detiene il potere e il denaro, mentre la storia di tutte le civiltà e di tutte le bellezze del mondo non può che risiedere nell'ibridazione e nella mescolanza. dalla prefazione di Carlo Petrini -
I grandi sognatori
Chicago, 1985. Al giovane Yale Tishman non manca niente: ha un lavoro gratificante, una relazione stabile, un gruppo affiatato di amici. Ma il mondo intorno a lui sta crollando. La nuova epidemia di Aids si diffonde rapidamente anche a Chicago, e Yale assiste inerme alla sofferenza della sua comunità, legandosi sempre di piú alla sorella di un amico, Fiona. Trent'anni dopo Fiona segue le tracce della figlia scomparsa. La ricerca l'ha condotta a Parigi: qui, tra le avversità del presente, un inatteso incontro con i ricordi le darà l'occasione per riconciliarsi con il passato.«Nella sua ampiezza e generosità, questo romanzo lascia intuire la portata del primo traumatico impatto con l'Aids, cosí come della rabbia e dell'amore che hanno fatto scudo contro di esso. I personaggi di Makkai sono prostrati ma non sconfitti e, anche dinanzi alla morte, rimangono fedeli ad amicizia, desiderio e alla travolgente, incontenibile vita. Ho molto amato questo libro» – Garth Greenwell«Un romanzo perfetto per chi voglia sprofondare nei disagi insoluti di sempre e nella fragilità del vivere. Un romanzo vivido, pulsante, onesto come ciò che racconta. Una storia che ci tende la mano per riportarci a oggi.» – Cristiana Saporito per MaremossoArte, amore, amici: nella vivace Chicago degli anni Ottanta Yale Tishman sta gettando le basi per un prospero futuro. Grazie al nuovo impiego alla galleria Brigg della Northwestern University, accarezza piccoli grandi progetti, come l'acquisto di una bella casa da condividere con l'amato Charlie. Ma intorno a lui il mondo sta crollando. L'epidemia di Aids dilaga e nel 1985 una diagnosi di positività al virus equivale a una sentenza di morte. Il contagio non ha risparmiato la comunità gay di Chicago: da tempo Yale assiste impotente alla sofferenza di tanti amici che, oltre a lottare contro una malattia logorante, devono fronteggiare il disprezzo delle famiglie, lo sdegno della società, l'indifferenza delle istituzioni. Anche Nico, a cui Yale era molto legato, ne è rimasto vittima. Dopo la sua morte, Yale si affeziona alla sorella del ragazzo, Fiona, che ha sempre sostenuto Nico nonostante il dissenso dei genitori. Quando a una a una le certezze di Yale si sgretolano, sarà proprio Fiona a restargli accanto e a tenergli saldamente la mano durante la tempesta. Parigi, 2015. Fiona è saltata su un aereo per l'Europa appena ha ricevuto un video girato nella capitale francese in cui sua figlia Claire compare di sfuggita: la ragazza ha troncato i rapporti con lei e quella traccia è la sola speranza di ritrovarla. Qui Fiona è ospite di Richard Campo, un vecchio amico che ha lasciato Chicago, ora fotografo di fama internazionale. Tra rimpatriate e ricordi, quel soggiorno improvvisato si trasforma per Fiona in un viaggio nel tempo, tra le cicatrici del cuore e le ferite rimaste aperte dopo quegli anni funestati dall'epidemia di Aids. Ma sono anche i giorni della strage del Bataclan: come era stato per Yale, anche Fiona deve farsi coraggio per resistere in un presente ostile. E questa volta l'unico modo per riuscirci è riconciliarsi con il passato. -
Le gratitudini
Un intenso romanzo a piú voci, scritto con quella grazia e quella delicatezza capaci di toccare le corde piú profonde del cuore.«Un inno all'affetto, alla riconoscenza, a tutti quei sentimenti che ci legano gli uni agli altri. E che ci rendono umani» – Le MondeMichka sta perdendo le parole. Ora che le lettere e i suoni si agitano nella sua testa in un turbinio incontrollabile, l'anziana signora deve arrendersi all'evidenza: ha bisogno di un nuovo inizio. Anche se questo significa scendere a patti con un'esistenza a metà. Nella casa di riposo in cui si trasferisce, a Michka rimangono le visite di Marie, un'ex vicina che da bambina passava molto tempo con lei, e le sedute settimanali con Jérôme, un giovane ortofonista che la aiuta a ritrovare le parole. Saranno proprio loro a permetterle di realizzare un ultimo, importante desiderio: dire «grazie» a chi, tanti anni prima, compí il gesto piú coraggioso. Quello che le salvò la vita. -
Ohio
Lancinante come un grido, nostalgico come una lettera d'amore, Ohio è il grande romanzo dei nostri anni.«Un romanzo epico che racconta con rispetto e compassione vite danneggiate e ostacolate» – The New York Times Book ReviewUn libro corale, una sinfonia smarrita sull'eterna giovinezza di un paese» – Marco Rossari, Tuttolibri - La Stampa«Quando si legge Ohio si muore dalla voglia di tornare là dentro, a sporcarsi le mani con quello schifo di cittadina» – Vanni Santoni, la Lettura - Corriere della SeraÈ un posto dimenticato da Dio, New Canaan. Dopo il diploma, dieci anni fa, se ne sono andati tutti. Bill, attivista disilluso con una passione per i guai; Stacey, una dottoranda che ha imparato ad accettare la propria omosessualità; Dan, reduce dall'Iraq segnato nel corpo e nella mente; Tina, ex cheerleader fragile e amareggiata. Ma la notte in cui le traiettorie dei quattro giovani si incrociano di nuovo, passato e presente, i giorni del liceo carichi di promesse e le delusioni dell'età adulta fanno contatto ed esplodono. Raccontando, ciascuno, un pezzo di verità, scopriranno prima dell'alba il segreto che ha segnato le loro vite. -
Nessuna scuola mi consola
Il caotico mondo della scuola visto attraverso lo sguardo di un'insegnante precaria, una Don Chisciotte che non si fa abbattere da burocrazie arrugginite e colleghi demotivati ma prova a cambiare prospettiva per denunciare e allo stesso tempo difendere un'istituzione bistrattata e abbandonata a sé stessa.Ad Alessandra Faggi, professoressa precaria di Matematica, sezioni B e L, non piace affatto la fredda burocrazia scolastica. E per questo, dopo aver scritto dettagliatamente l'incipit dei verbali dei suoi consigli di classe, passa a raccontare di sé, la storia della sua prima macchina, la sua prima sigaretta sulla spiaggia, o «come far fuori questo o quel singolo studente». Lo fa per divertirsi, ma anche per rendere piú umane e migliori le ore in classe. E alcuni professori, inaspettatamente, parteggiano per lei e per la scuola che vorrebbe. Cinque di loro, smarriti e spavaldi, si fanno addirittura coinvolgere in un gruppo di ascolto notturno, con tanto di candele a dare un tocco satanico. Per discutere, sfogarsi, sopravvivere, ingaggiando una lotta, silenziosa ma non troppo, alle montagne di scartoffie, alle supplenze indesiderate, ai genitori aggressivi, ai collegi dei docenti interminabili, alle comunicazioni del preside. Con una scrittura divertita e divertente, Chiara Valerio ha scritto un romanzo sovversivo e spietato, che ci consegna un ordine ideale raggiungibile solo con un patto: «Mai piú dare del professore a chicchessia. Professore è chi ci riesce». -
Checklist. Come fare andare meglio le cose
Atul Gawande ci fa conoscere uno strumento tanto umile quanto potente per «fare andare meglio le cose»: la checklist.Cosa permette a un'équipe medica di muoversi intorno al letto del paziente con la stessa coordinazione di un'orchestra durante la sinfonia? Qual è il dispositivo che impedisce a operazioni di routine di degenerare in tragedie fatali? E ancora: cosa trasforma quello che sembra un disastro annunciato – come l'ammaraggio di un aereo nell'Hudson nel 2009 – in una manovra perfettamente riuscita? A volte la distanza tra la vita e la morte può essere sottile letteralmente come un foglio di carta. Atul Gawande ci fa conoscere uno strumento tanto umile quanto potente per «fare andare meglio le cose»: la checklist. Non importa quanto tu sia esperto di una materia: l'errore è sempre possibile. Ma non per questo ci si deve rassegnare a commetterlo. -
Il Mago
Cresciuto tra le comodità e i privilegi borghesi della Lubecca di inizio Novecento, il giovane Thomas Mann si avvia, non senza difficoltà, a intraprendere la sua carriera letteraria. La famiglia, infatti, lo vorrebbe impiegato in una compagnia di assicurazioni, non ravvisando in lui il talento che invece viene riconosciuto al fratello Heinrich. Per giunta la sensibilità artistica di Thomas si accompagna a un modo intenso e appassionato di vivere i rapporti familiari e sociali, con slanci tuttavia non sempre compresi o corrisposti. Il matrimonio con Katia Pringsheim – rampolla di una facoltosa famiglia ebrea di Monaco nel cui salotto si incontra l'élite culturale del Paese, e gemella del conturbante Klaus – sembra capace di disciplinare le energie emotive e creative di Thomas, portandogli in dono la paternità di sei figli e una cornice di normalità entro cui poter esprimere la propria urgenza narrativa e scongiurare lo stigma che altrimenti la sua omosessualità gli attirerebbe. Intorno alla quotidianità di casa Mann si muovono familiari e conoscenti, figure tratteggiate per ciò che sono e per ciò che suscitano nella mente, nel corpo e nell'animo del Mago – come i figli si divertono a chiamarlo – e che spesso si traducono nei personaggi degli acclamati romanzi che Thomas continua a scrivere seguendo una metodica ed eremitica routine. Gli anni della fama letteraria di Mann, prima e dopo il premio Nobel per la Letteratura del '29, coincidono tuttavia con l'ascesa di Hitler al potere e con la sua trasformazione da potenziale minaccia a carnefice. L'anticamera della Seconda guerra mondiale e delle persecuzioni naziste è per la famiglia Mann l'inizio di un esilio che li porterà dalla Germania agli Stati Uniti, passando per Svizzera, Francia e Svezia. La loro vita intrinsecamente romanzesca – gioie e tragedie, nascite e morti, passione e disperazione – si intreccia con i grandi stravolgimenti e i grandi personaggi della storia del Novecento, da Mahler a Einstein, creando coincidenze e collegamenti che amplificano la biografia personale in una biografia «totale», mentre il protagonista continua a interrogarsi sulla natura, l'autenticità e l'adeguatezza delle proprie idee ed emozioni, anche quando – ricongiungendosi con la sua patria – la troverà sfigurata dall'irreparabile orrore della guerra.