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Amore, morte e libri rari
È meglio leggerla, la vita, o viverla ogni giorno? Questa è la domanda che percorre tutta l'esistenza di Gabe, cresciuto tra gli scaffali della Chas. Johnson & Son, Ltd., Antiquarian Booksellers, rivendita di libri rari e di seconda mano fondata da nonno Chas. Qui, da ragazzo, ha scoperto i misteri della lettura insieme a quelli del sesso, ha perduto sua madre e ha vissuto l'amore: nulla gli è accaduto che non si specchiasse in un autore, in un manuale, in un libro antico o in un tascabile consumato dall'uso. E questo diventa ancora più vero quando, dopo suo nonno e suo padre, Gabe prende in mano la gestione dell'attività di famiglia fronteggiando un mercato del libro sconvolto da Internet. Niente è più come prima, e nemmeno Gabe è più quello di un tempo. Liquida i fondi librari e decide di cominciare una nuova vita sulle sponde del lago Michigan, là dove lo riportano i ricordi di tante vacanze estive e può trovare la calma necessaria per dedicarsi al suo amato Montaigne. Ma i suoi propositi saranno stravolti da un passato che non passa: l'amore e i libri continueranno a intrecciarsi fino al momento estremo, quando non ci sono più errori da commettere, scommesse da perdere o distanze da colmare; c'è solo il sole che sorge su un nuovo giorno. Almeno un altro giorno da vivere. -
Cattive ragazze
Fin dai primi miti, il mondo è stato raccontato dagli uomini, e il punto di vista maschile ha indicato alle donne un modello di purezza e docilità come premessa per l'accettazione sociale. Le altre, le ribelli, le irriducibili, le eterodosse erano duramente stigmatizzate, sia che fossero gorgoni vendicative, matrigne crudeli, fastidiose pandore, problematiche Elene o Eve ignare cui addossare la colpa del destino dell'umanità. Da qualche tempo si è aperto uno spiraglio per una narrazione diversa: scopriamo che streghe perverse, cattive madri, femmes fatales, pazze passionali fanno parte di noi, e possono essere più istruttive e ispiratrici delle loro edulcorate controparti. Il racconto di María Hesse ci induce così a specchiarci in un'altra versione della storia, che rappresenta in modo assai più complesso, sfaccettato e aggiornato ai tempi l'«eterno femminino». «Pretendiamo di poter creare le nostre storie e la nostra vita. E se quelle storie turbano e disturbano pazienza. È arrivato il momento di ascoltare, parlare e occupare gli spazi che ci sono sempre stati negati.» -
È quando sogni
Dalle carte di Walter Bonatti riemerge una singolare raccolta di citazioni da lui trascritte nel corso di una vita, riguardanti i temi che più gli stavano a cuore: l’avventura, la natura, la montagna, la dignità, la forza, l’amarezza, la solitudine… Perle estratte dai propri libri e da quelli degli autori più amati (e non solo), frasi colte al volo, descrizioni piene di poesia: gli spunti e le suggestioni che hanno ispirato la vita e la scrittura del grande alpinista. È quando sogni disegna un viaggio dentro lo studio e la biblioteca di Bonatti, alla scoperta di chi e che cosa seppe emozionarlo. Riusciamo così a intravedere il suo laboratorio, ma anche qualcosa di più, perché in filigrana vi si leggono scorci di intimità, quasi un richiamo a quel diario che Bonatti non tenne mai. I mille brani qui selezionati sono organizzati in un “dizionario” che alterna le parole di Bonatti e quelle degli altri autori. Ne risulta un dialogo a distanza, in cui frammenti che appartengono a personaggi e storie differenti si inanellano nel racconto di un’unica, straordinaria avventura del corpo e della mente. -
Il miglior nemico di Roma. Storia dei Goti: rivali e alleati dell...
Siamo abituati a leggere la storia dalla parte di Roma; qui per la prima volta il punto di vista è quello del popolo barbaro: dei suoi costumi, delle sue leggende, della sua cultura. Una storia affollata di protagonisti indimenticabili, dal «Piccolo lupo» che convertì i Goti al Cristianesimo, a Fritigern, prima alleato e poi nemesi dei Romani a Adrianopoli, per arrivare al loro grande capo, Alarico, che li porterà quasi per sbaglio a saccheggiare Roma. Quarant’anni di migrazioni all’interno dell’Impero trasformeranno i Goti: sempre sul filo del rasoio, finiranno per assomigliare ai loro vicini Romani, sviluppando al contempo una nuova civiltà romano-germanica. Un destino di grandezza sembra attenderli, ma un nuovo popolo si affaccerà alla storia con prepotenza per contenderne lo scettro. -
Shackleton. Una biografia
Nel 1915 il tentativo di Ernest Shackleton di attraversare il continente antartico fallì prima di cominciare: la sua nave, Endurance, finì intrappolata tra i ghiacci del Polo Sud, i suoi uomini furono costretti a combattere una strenua battaglia tra la vita e la morte in uno dei luoghi più inospitali del pianeta, lontanissimi da ogni possibilità di soccorso. La sopravvivenza in condizioni proibitive e il salvataggio finale saranno ricordati come una delle imprese più epiche e inimmaginabili mai realizzate, e Shackleton guadagnò una fama più duratura di quella che gli avrebbe consegnato l’effettiva conquista dell’Antartide. L’aura mitica che circonda quella sfortunata spedizione non ha mai smesso di essere d’ispirazione, per esploratori che ne hanno ricalcato le orme e narratori che l’hanno ricordata in tutte le forme: Ranulph Fiennes ne offre qui un racconto da un punto di vista personalissimo e privilegiato, data la sua esperienza diretta in inferni simili: «nessuno dei biografi di Shackleton ha mai trascinato una slitta stracolma tra i pendii costellati di crepacci del ghiacciaio Beard - more, né attraversato distese glaciali ignote all’uomo, né marciato con i piedi in cancrena per migliaia di chilometri, a enorme distanza dal mondo civilizzato». -
Gli ultimi giorni di Van Gogh. Il diario ritrovato
Come in un vero e proprio «diario ritrovato» Vincent van Gogh ci racconta, giorno per giorno, le ultime settimane della sua vita trascorse nel villaggio di Auvers-sur-Oise, a nord di Parigi. Un’autobiografia ideale e poetica, fatta anche di tanti ricordi, in cui Marco Goldin presta le sue parole al grande pittore olandese, con un passo narrativo coinvolgente e sempre fedele alle fonti storiche e all’epistolario. La scena si apre il 15 maggio 1890, quando Van Gogh lascia ancora fresco sul cavalletto l’ultimo quadro a Saint-Rémy, in Provenza, prima di andare a Parigi dal fratello Theo. E prima di prendere il suo ultimo treno per Auvers. Da lì in avanti il racconto si snoda avvincente, tra le strade strette di quel villaggio, la casa del dottor Gachet, le distese di erba medica su cui galleggia il rosso dei papaveri, il fiume che scorre lento, la chiesa con un cielo smaltato di azzurro come una vetrata gotica. E infine i campi di grano come un appuntamento con il destino. Van Gogh in mezzo al giallo di quel mare, con le presenze evocate non solo di Theo ma anche di molti altri personaggi. Un romanzo struggente e stretto alla vita fino al limite estremo. -
La vita in tasca
Mattia vive a Milano con la madre, divorziata. Non va bene a scuola e ha smesso di impegnarsi, anche perché è entrato in un brutto giro: Jonathan, uno dei suoi compagni meno raccomandabili, lo ha preso sotto la sua ala protettiva e Mattia non è più una vittima di bullismo ma in compenso rischia di perdersi. Anche Malik vive con la madre, vedova, in Ghana. Lui a scuola ha tutti dieci e un talento per la matematica. Anche per questo è stato deciso che emigrerà dallo zio Zuri a Nizza: in Europa avrà un futuro migliore. Mattia e Malik, con i loro tredici anni diversamente problematici, hanno entrambi un viaggio da affrontare: per Malik è un pericoloso tragitto attraverso il deserto e poi per mare, accompagnato dai trafficanti di uomini. Per Mattia è un percorso incerto che deve portarlo a trovare un suo posto nel gruppo dei coetanei, una sua più precisa e vincente identità. Ai due ragazzi, con le loro ambizioni e paure, con le vittorie e le ribellioni della loro età, la vita ha riservato opportunità e sfide molto diverse. -
Dante e la libertà
Qual è la «libertà» che Dante «va cercando» quando s’incammina nel suo viaggio ultraterreno, con la sapiente guida del «duca» Virgilio? E a quale libertà lo conduce Beatrice, al termine dell’avventuroso attraversamento dei tre regni? Da questa domanda si sviluppa la riflessione di Luciano Canfora intorno a questa «parola colossale»: le figure di Cesare, Catone e Ulisse articolano il suo ragionamento sulla libertà, il «problema dei problemi», per Dante e per noi, perché come nessun altro investe la natura dell’individuo e costruisce le ragioni e i valori del vivere sociale. È qui il motivo profondo per cui la Commedia continua a parlarci con voce potente attraverso i secoli. -
La foresta di perle. Come ritrovare il nostro contatto con la Mad...
Che parole sussurrerebbero gli alberi, se fossimo ancora in grado di decifrare il loro linguaggio? Quale visione unisce l'aquila reale e l'abete bianco? Cosa ci insegnano le formiche o i licheni? Che cosa possiamo imparare dai microbi? Per rispondere a queste domande occorre un'immersione nei regni di natura, alla scoperta delle connessioni segrete che permettono al pianeta di intonare il suo canto armonioso, a cui spesso l'essere umano è diventato sordo. Una visione profonda e alta del creato, che rivela le trame misteriose che compongono un'opera d'arte totale e continua, di cui l'essere umano è protagonista spesso inconsapevole. Un libro di poesia e di conoscenza, di bellezza e di denuncia, che ci apre gli occhi all'incanto e all'orrore. Quando l'uomo è inconsapevole può spingersi a compiere azioni brutali, fino a sabotare quella stessa Madre che gli ha donato la vita. Un libro rivelatore, alla fine del quale il lettore avrà conquistato la chiarezza ineluttabile dell'importanza di agire concretamente nella quotidianità a protezione della natura. Un libro che restituisce al lettore il suo più alto valore: quello di uomo custode del creato. -
I tendini di Zeus. Corpo, anima e immortalità nel mito greco
Queste pagine sono un viaggio: non in un luogo, ma in un tempo. Quello dell’antichità e dei suoi miti dal fascino immortale, così potenti da parlarci oggi come allora. E ci parlano di corpi, di un universo in cui la vita era soprattutto fisicità, concretezza, muscoli e sangue. La nostra storia ci porta nell’Aldilà, dove Odisseo versa sangue per le anime dei morti e incontra Achille, che rimpiange la sua vita terrena. Ricordiamo le battaglie, le armi e le ferite della guerra di Troia, le membra dilaniate di Ettore trascinato attorno alle mura. Osserviamo i corpi simili a clessidre rovesciate raffigurati sulle pitture vascolari e ne comprendiamo le simbologie. Incontriamo gli dei, immaginati con fattezze mortali eppure irrimediabilmente diversi da noi: Afrodite abbagliante nata dalla spuma del mare, Zeus che inganna con le sue metamorfosi. Azioni quotidiane come nutrirci, un destino ordinario come invecchiare, un concetto centrale come l’identità, una paura radicata come quella della morte, acquistano in questa riflessione una profondità nuova. Dall’immersione tra storie e archetipi usciamo rigenerati: più saggi, più capaci di bellezza. -
Nel nome del padre. Ciò che ho imparato dalla vita sul mestiere p...
Non abbiamo più adulti. Stiamo diventando vecchi ma non adulti, forse perché abbiamo dimenticato come si fa a diventarlo. E perché è importante dare la propria testimonianza in ogni tempo, in ogni luogo, in ogni situazione, anche quando le cose vanno male. Abbiamo sempre meno padri, capaci di interpretare e di vivere le difficoltà o di perdonare i figli. L’eclissi della figura paterna è un prodotto della società dei consumi, dove abbiamo messo il fare al posto dell’essere, il dire al posto del fare, il guadagnare al posto del vivere. Facendo così sparire l’idea di un futuro realizzabile soprattutto per i più giovani.rnLa paternità per Don Antonio Mazzi è un fatto storico e un fatto religioso, il padre è protagonista della seconda nascita. La prima nascita, quella materna, si ha con l’uscita dal corpo della donna. La seconda avviene nel modo più compiuto quando si alimenta della coscienza e della maturità del padre. Ma l’attenzione si concentra quasi solo sulle donne e sulle madri, spesso in modo comunque inadeguato, mentre oggi l’urgenza più grande è forse un’altra: dobbiamo recuperare la coscienza paterna. Lo spiega l’autore in queste pagine con dovizia di esempi tratti dalla vita vera e dai Vangeli, condensando la sua pedagogia sul tema in un libro di ispirazione e conforto per le famiglie e proponendo persino una sua «formula chimica» dell’educazione dei figli. -
Napoli stanca. 17 scrittori raccontano la città nascosta
Quasi come Boccaccio: in principio è un giardino. Un ombroso, seicentesco hortus conclusus in cui un gruppo di scrittori si incontra per ragionare su un tema antico e ogni giorno nuovo: Napoli. Città dai molti luoghi comuni, dai molti progetti interrotti, transitata dall’immagine oleografica delle cartoline all’estetica ormai manierista delle narrazioni criminali. Napoli agogna una normalità che le sfugge ma sembra destinata a una scomoda eccezionalità: di volta in volta è issata sugli altari della sua bellezza struggente e trascinata nella polvere dei titoli strillati sulle sue molte emergenze. Una sirena bellissima, la cui coda non riesce a trasformarsi in gambe solide su cui camminare verso il futuro. In queste pagine, 17 scrittori e una curatrice provano a immaginare queste gambe e questo futuro. Non negano quanto Napoli sia capace di affaticare chi ci vive, chi deve raccontarla, chi vorrebbe lavorarci e persino chi cerca di fuggirne, ma si cimentano nel superare questa stanchezza con lo slancio di narrazioni vive. Percorrono traiettorie oblique e originali, sperimentano forme diverse, dal racconto all’analisi al reportage narrativo. Affidano la loro interpretazione della città a storie gialle e storie di strada, amori mancati e ambizioni inseguite, palazzi e botteghe, radiografando luoghi oscuri e meno conosciuti, arricchendo il caleidoscopio dei punti di vista, costruendo una lettura avvincente, politica e coraggiosa di una delle città più enigmatiche e rappresentate d’Italia. E mostrano come e perché «Napoli sfavilla, a dispetto delle sue difficoltà». -
Io avrò cura di te. La chiamata per il bene comune
«Cosa comanda di fare Gesù ai discepoli? Di curare, guarire, alzare, liberare, cacciare via i demoni: questo è il programma semplice.» Che coincide, secondo Papa Francesco con «la missione della Chiesa: la Chiesa che guarisce, che cura». Non vi è nulla di impossibile quando si è mossi dall’amore per l’altro e dal senso di responsabilità verso la comunità che ci accoglie. L’impegno per il bene comune è sempre un modo di incontrare il prossimo. Ascoltandolo senza la presunzione che sia lo specchio di noi stessi, la prosecuzione egoista del nostro io. L’icona del volontariato cristiano è la giovane Maria della Visitazione. Ascolta, riflette, decide e agisce. Racchiude in sé tutte le qualità di un volontario. «Un modello dei giovani in movimento, non immobili davanti allo specchio, a contemplare la propria immagine o intrappolati nella Rete.» Il Pontefice nei numerosi viaggi e nei lunghi mesi della pandemia ha ammirato e promosso la mobilitazione in aiuto dei più fragili quando nelle città dominava il deserto e il silenzio, ha visto le tante associazioni mobilitate per l’accoglienza a chi fugge dalle guerre. Al punto che si può oggi comporre una sua catechesi sul tema attraverso i discorsi, i messaggi e le encicliche. Quella del Papa è la vera e propria riscoperta di un fenomeno il cui valore consiste nel contributo che una scelta libera e personale può dare alla tutela della dignità umana e alla costruzione di una società più giusta e solidale. Per essere «buoni samaritani che prendono su di sé il dolore dei fallimenti anziché alimentare odi e risentimenti». Prefazione di Ferruccio de Bortoli. -
La grande via. Manuale della longevità felice
L’essere umano è fatto di carne, possiede un corpo che lo accompagna lungo tutto il corso della sua esistenza, fino all’ultimo respiro. Il corpo non è il solo protagonista dell’avventura umana, però. È accompagnato in questo viaggio dalla mente e dall’anima, dal Sé interiore. Tutti elementi che lo rendono vivo, unico e insostituibile. Quando il tempo passa, gli anni segnano il passaggio dell’invecchiamento, il corpo può divenire uno strumento prezioso. E ognuna delle sue componenti può contribuire a una vita più ricca e feconda. Per questo è nato il progetto “La Via della longevità felice”, un sentiero verso la consapevolezza del dono prezioso di una lunga vita. E così è nato questo manuale che vede convergere le esperienze e le conoscenze di Franco Berrino, Nino Frustaglia e gli altri medici ed esperti della “Grande Via” in campi diversi come l’alimentazione, la psicologia, lo yoga, la botanica e la medicina tradizionale cinese. Per accompagnare un “corpo della lunga vita” in una visione olistica completa. Dove ogni parte di noi rispecchia e amplifica aspetti della nostra intera esistenza. -
Il nuovo spirito scientifico e le scienze dell'educazione
Il nuovo spirito scientifico non ha ancora conquistato compiutamente il settore delle scienze dell'educazione. Mialaret raccoglie questa sfida individuando le caratteristiche dei nuovi campi di ricerca (teoria della relatività, teoria dei quanti, le ""incertezze di IHeisenberg"") non semplicemente accostando i due settori della conoscenza ma evidenziandone le caratteristiche che mettono in discussione la questione dell'oggettività assoluta dell'osservatore e la validità della nostra conoscenza. Che dire della conoscenza che un insegnante può avere dei suoi studenti? Qual è il significato più profondo delle nostre attività e in base a quale sistema di riferimento possiamo giudicarle? Sono domande fondamentali alle quali questo volume propone nuove risposte per chi insegna e fa ricerca educativa e didattica. -
Manuale del FilmMaker. Scrivere, produrre, distribuire
«Per restare alla battuta di Woody Allen: da una parte c’è chi pensa che lo show business sia “show show” e dall’altra chi ritiene che si tratti di “business business”. Una riprova di questo principio sta in un fatto lampante: l’assenza sul mercato editoriale di un manuale di produzione leggibile sia da chi vuole realizzare film sia da chi li vuole produrre. Il libro che avete tra le mani intende colmare questa lacuna e superare alla radice questa divisione. E certo non è un caso che a realizzarlo sia una persona di provenienza umanistica, ma portato dai casi della vita a confrontarsi direttamente con meccanismi e dinamiche della produzione. L’idea di fondo del libro è dunque che i due mondi della creatività e della produzione debbano parlarsi. Ma attenzione: questo dialogo non deve essere “di facciata”; la sinergia tra i due aspetti deve innervare i processi realizzativi fin dai primi balbettii della ideazione cinematografica.» (Ruggero Eugeni) -
Pedagogia generale. Per l'insegnamento nel corso di laurea in Sci...
La Pedagogia generale introduce gli studenti all'interno di uno sguardo complessivo sul sapere pedagogico che si identifica anche come una prospettiva critica ed epistemologicamente ferrata. Il volume, attraverso l'articolazione in tre sezioni (Percorso storico, Percorso epistemologico e Percorso tematico), offre una introduzione articolata e sistematica, diretta agli studenti del Corso di Laurea in Scienze dell'educazione. Uno strumento essenziale, destinato ad accompagnare l’iter universitario e ad affiancare l’attività lavorativa. -
Livelli di crescita. Per una pedagogia dello sviluppo umano
Nel suo permanente alternarsi di linearità e irregolarità, la persona, percorrendo i vari livelli di crescita, può intrecciare relazioni autentiche con adulti di riferimento significativi per ricevere indicazioni, sostegni, orientamenti che la aiutino ad affrontare le situazioni di esperienza, a intervenire su di esse, a selezionarle e a governarle. La ""differenziazione"" - vera e propria legge pedagogica dello sviluppo personale - è resa possibile dall'instaurarsi tra educatore ed educando di un rapporto di comunicazione animato e orientato dal reciproco riconoscimento della propria alterità. Ogni livello di crescita si presenta con tratti peculiari, che esigono di essere rilevati, coltivati e portati a compimento. Questo volume si sofferma sulle prime età della vita e sulla necessità pedagogica di un approfondimento concettuale e operativo della nozione di compito educativo: la richiesta di perfezionamento personale rivolta al soggetto in via di accrescimento, sulla base dell'approfondita valutazione del periodo evolutivo che sta attraversando, dei suoi specifici tratti temperamentali, delle sue capacità d'azione. -
Pedagogia generale derivata dal fine dell’educazione
Con la sua Pedagogia generale Herbart vuole fornire in maniera sistematica e logicamente ordinata agli educatori in erba il complesso degli elementi pertinenti alla sfera dell’istruzione educativa, definendone i possibili collegamenti, intrecci e rapporti. Acquisire una piena dimestichezza e familiarità con quella peculiare «sfera dei pensieri» entro cui si iscrive il sapere pedagogico costitusce per Herbart un requisito indispensabile per un educatore competente e responsabile in grado di mediare tra riflessione teorica e applicazione pratica. «Ciò che è opportuno che l’educatore faccia, deve stargli dinanzi come una carta geografica o, possibilmente, come la pianta di una città ben edificata, dove le direzioni simili si incrociano l’un l’altra uniformemente e dove l’occhio si orienta da sé anche senza previ esercizi. Una carta geografica siffatta la presento qui per gli inesperti che desiderano sapere qual genere di esperienze essi debbono ricercare e approntare». -
Kant
Dopo Kant nulla è veramente più come prima. Si potrebbe dire che è come la scala di cui parla Wittgenstein: una volta che ci ha consentito di raggiungere un più alto livello di consapevolezza teorica, la si può forse anche gettare. Prima però bisogna salire gradino per gradino, faticosamente. E questo dovrebbe valere anche per chi ritiene che ormai il pensiero di Kant sia completamente superato. Un profilo completo dell'opera kantiana, arricchito da una essenziale storia delle sue interpretazioni successive, con una inedita esposizione della fortuna di Kant in Russia.