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Diari dell'occupazione
Fare un picnic sotto lo sguardo sospettoso dei soldati israeliani, affrontare estenuanti posti di blocco per visitare un parente o per vedere i graffiti di Banksy sul Muro di Betlemme, sperare che la propria posta non venga intercettata, andare a lavoro sotto la minaccia costante delle aggressioni dei coloni. I diari di Raja Shehadeh, scrittore, avvocato e fondatore dell'associazione per la difesa dei diritti umani al-Haq, raccontano la vita quotidiana nei territori di Gaza e Cisgiordania dal 2009 al 2011. Sono gli anni in cui le condizioni di vita nelle aree occupate peggiorano drasticamente con l'inasprirsi del controllo israeliano, mentre l'Autorità nazionale palestinese lotta per ottenere riconoscimento come membro osservatore all'Onu e la Primavera araba inizia a scuotere gli equilibri del Medio Oriente. Con gli occhi aperti sulla realtà che lo circonda, l'autore passeggia per le strade di Ramallah, cura il proprio giardino, raccoglie le storie dei vicini, lotta ogni giorno con la sua frustrazione, costretto a confrontare le speranze pacifiste del padre, assassinato nel 1985, con l'assenza di ogni credibile prospettiva di cambiamento. In questo quotidiano intriso di dolore e di angoscia per il futuro, la scrittura di Shehadeh sa aprire squarci di luce, e testimonia l'ostinazione di uno sguardo che non vuole cedere alla rabbia e arrendersi alla disperazione. -
Le mie sere con Lacan
Il pensiero di Lacan è diventato negli ultimi anni punto di riferimento imprescindibile non solo per la clinica, ma per quanti si interrogano sui grandi temi della modernità: l’evaporazione del padre, la crisi dell’identità sessuata, le dipendenze come espressione di una società rivelatasi incapace di funzionare con una logica diversa da quella del discorso consumistico, la tendenza a una perversione generalizzata. Sei allievi, diretti e indiretti, ci restituiscono il ritratto di uno psichiatra di genio, un uomo dalla pietas commovente davanti alla tragedia dello psicotico; uno psicanalista che ha saputo avanzare come nessun altro nei territori sconosciuti della femminilità, svelare l’incommensurabilità radicale tra uomini e donne, senza cessare però d’inventare una risposta all’impossibile rapporto sessuale: un Lacan che non è indietreggiato davanti all’orrore del Reale, grazie al coraggio di un desiderio impetuoso, accettando di pagare il prezzo del suo rigore etico sino ad abbracciare la causa di una solitudine senza rimedi dinanzi alle impasses della psicanalisi di oggi. -
Mi hanno inoculato il vaccino sbagliato. L'insostenibile solitudi...
Un’anticipazione di cosa sarà la nostra vita futura. La scuola, gli autobus, gli aerei e i treni, i bar, i cinema e i teatri, i giovani, gli anziani, il Sud, il green-pass: con questi racconti brevi, Marco Mottolese restituisce una fotografia limpida della pandemia affinché non si debba mai dimenticare lo sconvolgimento che ha recato il virus nelle nostre vite. Tante storie per un unico punto di vista, la lettura a tappe di un romanzo distopico che però siamo noi, oggi. Prefazione di Silvestro Serra; Nota introduttiva di Davide Desario. -
Intelligenza artificiale e pensiero umano. Filosofia per un tempo...
Arricchito da un saggio della traduttrice e da un’intervista inedita con l’autore, il volume raccoglie sei saggi che, attraverso i temi del linguaggio, dell’intenzionalità e della coscienza, affrontano questioni di grande attualità, connesse allo scarto fra intelligenza artificiale e pensiero umano. La continuità fra il linguaggio e la nostra società permette, da un lato, di problematizzare l’attuale dibattito sull’intelligenza artificiale; dall’altro lato, porta a ricomporre un quadro omogeneo fra ciò che possiamo chiamare «pensiero europeo» e il pensiero sviluppatosi in area anglosassone. Il rapporto fra linguaggio, pensiero umano e intelligenza artificiale permette a John R. Searle di affermare che il linguaggio è anzitutto una forma di vita e mai un codice estraneo all’esperienza ed è, dunque, parte fondamentale del nostro “essere umani”. -
L'arte rotta
L’arte è rotta – o meglio, si è rotta la bellissima finzione in cui l’industria dell’arte amava specchiarsi. “Il migliore dei sistemi possibili” si basa su precariato, classismo e autoreferenzialità; ma quel che è peggio è che oggi l’arte appare senza vocazione. Un vestito intellettuale per grandi ego, da sfoggiare con opere educate, perbene, accondiscendenti, opere su «temi di attualità», opere di cui non si capisce nulla, opere fighette. Questi saggi di Christian Caliandro vanno oltre la critica d’arte per farsi critica del nostro tempo likeable, dove tutto è pianificato per piacere – e dunque anti-artistico. Ma sono anche un diario e un racconto di alcune esperienze autentiche, che pure esistono, e il punto di partenza per una visione differente. Quella di un’arte che si riallaccia al mondo reale, non retorica e non consolatoria, disponibile all’imprevisto; che entra nei palazzi, vive le strade e i quartieri. Un’arte che si mette in dubbio e discute con le persone, scavalcando il recinto in cui si è rinchiusa da sola. -
Il poema del grande inquisitore. Fra teodicea e modernità
Una nuova traduzione delle pagine di Dostoevskij più note e controverse: quelle del “Poema del Grande Inquisitore” narrato da Ivan all’interno dei “Fratelli Karamazov”. Racconto nel racconto, la leggenda è analizzata a partire da prospettive diverse che mettono in luce la drammatica dialettica fra teodicea e modernità nell’incontro tra Cristo e il Grande Inquisitore ai tempi dei roghi di Siviglia. Con saggi critici di Gaetano Lettieri, Antonina Nocera, Mario Reale e Stefano Maria Capilupi. -
Franco Antonicelli. L'inquietudine della libertà
Partigiano, letterato, poeta, giornalista, editore, senatore: tutto questo è stato Franco Antonicelli, una figura di spicco del Novecento italiano. Consapevole della parabola discendente della memoria della Resistenza, dai primi anni del dopoguerra, e per tutta la sua vita, Antonicelli ha fatto dell’antifascismo non mera testimonianza, ma un impegno da rinnovare di continuo per la trasformazione della società, un compito cui si è dedicato con inesausta energia nell’attività politico-culturale – fino ad approdare alla battaglia nelle istituzioni come indipendente nelle liste del Pci. In questa prima biografia documentata – intellettuale e politica – Monica Quirico ci restituisce il ritratto di un uomo che, a distanza di quasi cinquant’anni dalla morte, continua a impressionare per la vastità di interessi e la perenne lotta per la libertà e la giustizia che portava avanti animato dal costante bisogno di fare il proprio dovere. -
Filottete
Come ogni mito, anche quello di Filottete è così ricco e sfaccettato che molti autori del Novecento – da André Gide a Heiner Müller – vi hanno potuto attingere e trovare il paragone che mette alla prova diverse idee di umanità. Tra queste interpretazioni, emerge inedita quella di Benjamin Fondane, che di fronte al dolore dell’eroe – tradito ed emarginato dai suoi compagni –, al suo carattere misterioso e imperscrutabile, sembra volerci interrogare a proposito di un male che non può essere definito in termini etici, spiegato attraverso gli schemi del pensiero speculativo, ma è piuttosto un male assoluto, profondamente inciso nella coscienza dell’uomo moderno. Il dramma di Filottete, umano e filosofico insieme, diventa così il dramma dell’individuo che si scontra con l’assurdità della sofferenza e scopre in essa l’enigma dello stare al mondo: l’insondabilità del reale. -
Il conte di Cavour. Grandezza e solitudine
Un profilo storico-biografico sulla figura geniale e al contempo estremamente umana di Camillo Benso, conte di Cavour. Dal suo ruolo di protagonista nell’unità d’Italia, passando per il conflitto radicale con l’antiquato mondo degli aristocratici torinesi, fino all’introduzione nel panorama italiano di un liberalismo responsabile, Paolo Pinto presenta un’analisi trasversale delle rivoluzioni storiche introdotte e operate dal Conte, esplorandone anche – soprattutto – il lato umano: la generosità, lo spirito critico, il lavoro instancabile. Ne emerge un uomo amabile e solitario, innovativo e onesto. Una biografia che tratteggia con lucidità tutti i contorni di una delle personalità più importanti della storia d’Italia. -
Eden in fiamme
“Eden in fiamme” vede protagonisti tre amici romani che si arruolano nella Repubblica sociale italiana dopo l’8 settembre. Un’esperienza che li porta dalla Scuola allievi ufficiali della Guardia Nazionale Repubblicana al Reggimento Folgore, fino all’epilogo sul confine orientale, in Venezia Giulia, dove devono fronteggiare il IX Korpus titino per salvare due ragazze italiane, e concludersi nella Venezia liberata dagli Alleati. La storia è del 1979, con il narratore che racconta le vicende di quegli anni a due giovani ragazzi, immersi a loro volta nella tempesta degli Anni di Piombo. Gabriele Marconi affronta la “scelta d’amore” di quei ragazzi che, cresciuti nel mito della Patria e del coraggio, videro nell’Armistizio con gli angloamericani un tradimento inconcepibile della parola data e precipitarono loro malgrado negli orrori fratricidi della Guerra Civile, finendo per «scannarsi con altri italiani» ma sognando fino all’ultimo di andare in prima linea; le stesse scelte che, loro malgrado, si troveranno ad affrontare i ragazzi degli anni Settanta. -
Memorie dell'oblio
Pieno di lirismo ed emozione, Memorie dell’oblio è il racconto crudo della prigionia e delle torture subite da Flávio Tavares dopo il colpo di Stato militare in Brasile (1 aprile 1964), che instaurò una dittatura ventennale rimasta un trauma nella storia del Paese, nonché del periodo di prigionia in Uruguay. L’autore – all’epoca già piuttosto noto come giornalista – sposò la causa della lotta armata come unica possibilità di resistenza alla violenza cieca del potere fascista, che aveva occupato ogni spazio vitale della società brasiliana. Arrestato, fu portato due volte davanti al plotone d’esecuzione, e infine scambiato insieme ad altri 14 prigionieri politici per la liberazione dell’ambasciatore statunitense Charles Burke Elbrick, sequestrato il 4 settembre 1969 da un commando rivoluzionario a Rio de Janeiro. In seguito costretto a un lungo esilio che lo portò in Messico, Argentina e Portogallo, in queste memorie Tavares consegna ai posteri la sua testimonianza di quel tempo oscuro e tortuoso, dalla repressione alla resistenza, dal dolore alla speranza, per non dimenticare e per denunciare le dittature di tutto il mondo. -
Costa del sol
Ambientata in Andalusia nei primi anni Settanta, “Costa del Sol” è la storia di Chiara, trent’anni, romana, bella come una diva del cinema, e di suo marito Andrea, un funzionario dell’Ufficio del Turismo, che viene ingaggiato da Don Pedro, un geniaccio impudente e accattivante, come direttore generale della sua grande impresa di costruzioni in Spagna. Entrambi vengono così catapultati nel favoloso regno del “re della Costa del Sol” che per loro è un paradiso terrestre. Dopo una vita austera fatta di lavoro duro, provano per la prima volta i piaceri di un’esistenza lussuosa. Ma Don Pedro è ben altro che un imprenditore onesto e per Chiara il paradiso diventa presto un inferno. Dopo il fallimento della società, Chiara torna a Roma; amareggiata dal comportamento di Andrea, si separa da lui, e ricomincia una vita alla ricerca della felicità. -
La casa viola
Mr. Cleanskin è l’ultima vera rockstar ancora in vita; suo cugino, il Sorcio, è un uomo che non ha trovato il suo posto nel mondo. La storia della loro famiglia ruota attorno a una casa viola, il luogo dove nonno Enrico ha vissuto i suoi ultimi anni diventando il punto di riferimento di una comunità di outsider che ha dato vita a una società segreta ai margini della metropoli. Tra concerti rock, arte spontanea, scelte radicali e salti di generazione, gli uomini della famiglia Ancarani attraversano la fine del Ventesimo secolo e si ritrovano, molti anni dopo, ancora in fuga dalla nostalgia e alla ricerca di un senso e di corrispondenze: corrispondenze tra nonno e nipoti, tra ricordi e presente, tra una piccola casa viola in mezzo al bosco e il mondo esterno che si trasforma. -
Quasi niente
""Quasi niente"" ha il sapore antico delle storie narrate un tempo davanti al focolare. Storie che intrattenevano liberando sapienze semplici ed essenziali, di cui oggi si sente la mancanza. In quest'epoca frenetica dominata dai miti del successo, della vittoria a ogni costo e dell'arricchimento, Corona e Maieron portano un contributo diverso e spiazzante. Parlano di sconfitta, fragilità, desiderio, pace interiore, lealtà, radici, silenzio, senso del limite, rievocando personaggi leggendari come Anna, Silvio, Menin, Tituta, Tacus, Orlandin, Cecilia, Tin, il trio Pakai e molti altri. Uomini e donne che non hanno trovato spazio nei libri di storia ma hanno saputo lasciare un messaggio illuminante, che può trasformare le nostre vite. ""Filosofastri"" le cui minute sapienze tramandano la memoria di chi vive nelle piccole valli, dove non nevica firmato e ci si può chiamare da una costa all'altra. Questo libro ha un precedente nella voce. Nasce dall'incontro tra due grandi amici che, in una conversazione appassionata e godibile, alternano storie, aneddoti, riflessioni e citazioni. Una filosofia minima e pratica in cui l'etica del fare ha sempre la meglio sull'estetica dell'apparire. Una filosofia che proviene da un passato rievocato senza nostalgie. Un tempo in cui i valori erano vissuti concretamente non per moralismo ma perché aiutavano a stare meglio. -
I Buoni
I Buoni lottano per salvare il mondo. Le loro crociate si chiamano ""progetti"", il loro dio è la legalità. A guidarli c'è don Silvano. Lui è l'uomo santo con il maglione consumato e lo sguardo sofferente che predica sulla strada e nel palazzo, vicino agli ultimi e ai politici, alle rockstar, ai galeotti e ai magistrati. È nel suo tempio che approda Aza, ragazzina dei cunicoli, esile e fortissima, scampata a un passato di fogna e violenza con la forza dell'ambizione: a lei Silvano onnipotente ha concesso una lingua nuova, una casa, una carriera, persino un amore. Le ha dato la vita. Pazienza allora se il tempio è cartongesso, se la lotta è solo nei toni con cui si pronunciano parole di conciliazione: Aza dovrà tenere stretta la corda che la lega a don Silvano fino a scorticarsi le mani. Anche quando, attorno, ogni cosa comincia a precipitare. -
Il sogno di Achille. Il romanzo di Gigi Riva
Il romanzo della vita di Gigi Riva. Questo libro è pubblicato in occasione dei cinquant’anni dalla vittoria dello scudettorndel Cagliari e i cento dalla nascita del Cagliari Calcio. Oggi Gigi Riva è presidente onorario della società.rn“La prima cosa che capì da bambino fu che erano poveri.”rnComincia così il romanzo di un uomo e di un mito, Gigi Riva. Storia di riscatto e di liberazione, com’è sempre stato per i grandi del calcio, da Pelé a Maradona a Messi, a voler citare solo i mostri sacri: e Riva è uno di questi.rnStoria di successi e imprese memorabili, ma anche di cadute, ferite e delusioni. Corre Riva, e con lui corre la storia d’Italia, attraverso anni belli e drammatici, di conquiste civili e sociali (lo Statuto dei lavoratori, le leggi sulla parità dei coniugi, sul divorzio, sulla previdenza sociale) scandite dalle bombe delle stragi che inaugurarono gli anni di piombo. Storia incalzante, appassionata; romanzo di formazione e fotografia di come eravamo, un paese che provava a darsi un’identità, a diventare moderno. Storia di un popolo, anzi di una nazione, la Sardegna, immortalata nell’anno in cui nel calcio italiano accadde l’impensabile: il Cagliari di Riva e dei suoi compagni Albertosi e Reginato, Tampucci, Cera, Niccolai e Tomasini, Domenghini, Nené, Martiradonna e Mancin, Poli, Brugnera, Greatti e Zignoli, Gori e Nastasio, diventa una grande squadra e vince lo scudetto. Era il 1970.rnStoria che parte da Leggiuno, in provincia di Varese, e attraversa l’Italia seguendo le magie, le sfide sportive ma anche umane, le ombre del suo protagonista. L’avventura di Riva e del Cagliari è sogno e realtà. Da allora non ha mai smesso di essere tramandata, di generazione in generazione, da chi c’era e da chi l’ha sentita raccontare.rnUn fatto rivoluzionario, inimmaginabile, meraviglioso. Un manipolo di “figli della guerra”, diciassette calciatori tutti nati durante gli anni del secondo conflitto mondiale, e un allenatore, Manlio Scopigno, detto “il filosofo”, portano la fantasia al potere. È l’epopea di un gruppo di uomini prima ancora che di atleti, e dell’isola che li accolse e li plasmò. L’eterno poema di gioie e tragedie, poesia e sentimenti, coraggio e paure, miserabili debolezze e nobili slanci di cui è capace l’animo umano. -
La stagione delle prugne
Agosto 1940. Il mondo è sconvolto dalla Seconda guerra mondiale. La Francia ha appena capitolato di fronte all'invasione della Germania nazista e il generale de Gaulle cerca di organizzare la Resistenza. Ma che ne sanno a Edéa di guerre mondiali e di generali, lì la vera novità è il cenacolo poetico di Pouka. I suoi accoliti formano la compagine più disparata che si possa immaginare, dal balbuziente Philothée al giovanissimo Bilong, che insieme alla poesia imparerà anche le delizie dell'amore. Eppure il padre di Pouka, il veggente M'bangue, alla guerra ci pensa eccome, tanto da uscirsene con una profezia che lascia tutti a bocca aperta: Hitler si è suicidato. Ma siamo nel 1940! Nessuno crede alla predizione del Vecchio, neanche Pouka. E poi la guerra è lontana, un argomento che infiamma solo le discussioni tra amici. Fino al giorno in cui davanti al bar di Mininga non sbarca il colonello Leclerc e Edéa si trasforma in un vivaio di aspiranti fucilieri che andranno a combattere per la Francia inseguendo la chimera di una libertà di cui non godranno mai. ""La stagione delle prugne"" è un grande romanzo corale che canta le imprese degli eroi del Camerun ma anche dei tanti sconosciuti la cui memoria è stata inghiottita dalle sabbie del Sahara. -
Barracoon. L'ultimo schiavo
La testimonianza dell’ultimo superstite della tratta degli schiavi, raccolta da una delle più importanti voci afroamericane del Ventesimo secolo. Il manoscritto di Barracoon, rimasto a lungo inedito, è stato finalmente pubblicato nel 2018, entrando in tutte le «best list» dei libri americani e inglesi dell’anno.rnrn""In catene. Malati. Affamati. E ancora prima di essere venduti ai bianchi. Un libro che alza il velo sulle crudeltà degli africani sugli africani. E che gli stessi black per troppo tempo non hanno voluto vedere."" - Robinson«Una strordinario reportaqge rimasto a lungo inedito» - Il VenerdìrnrnNel 1927 Zora Neale Hurston si recò a Plateau, in Alabama, per intervistare Cudjo Lewis, un sopravvissuto della «Clotilda», l'ultima nave negriera sbarcata in America. Cudjo era l'unico testimone ancora in vita della «tratta atlantica» degli schiavi africani, una pagina fondamentale ma spesso rimossa della storia americana. Nel 1931, determinata a conoscere meglio le peripezie della «sua gente», la Hurston tornò a Plateau per raccogliere la storia completa di Lewis che, tra scorpacciate di pesche e cocomeri, le raccontò le circostanze della sua cattura per mano dei guerrieri del Dahomey, la prigionia nel «barracoon», la traversata dell'oceano, il lavoro nei campi fino allo scoppio della Guerra Civile, e la fondazione di Africatown. Il manoscritto di «Barracoon», rimasto a lungo inedito, è stato finalmente pubblicato nel 2018, entrando in tutte le «best list» dei libri americani e inglesi dell'anno. Questa è la prima traduzione mondiale. -
L' uomo che baciava le nuvole. Memorie e diario di guerra di Rola...
L'autobiografia di Roland Garros, il pioniere dell'aviazionernrn«Più che ancora che un'autobiografia, si tratta di un romanzo di formazione, ma non di un personaggio, ma dell'aereonautica stessa, dai primi sgraziati balzi nel tentativo di sollevarsi, ai voli su tutto il pianeta, fino alla morte di cui si fa strumento in guerra.» - TuttoLibrirnrnIn un tempo neppure troppo lontano uno sparuto manipolo di temerari decollava a bordo di improbabili macchine volanti per compiere voli radenti il suolo, spesso conclusi prima del previsto con atterraggi catastrofici, apparecchi distrutti e vite spezzate nel fiore degli anni. Di questa legione di «aviatori metà teatranti e metà rompicollo» Roland Garros è stato uno dei rappresentanti più valorosi, tanto che proprio a lui si devono alcune imprese entrate nella leggenda, fra cui tre record di altezza e la prima traversata senza scalo del Mediterraneo. Per non parlare dell'importanza che le sue innovazioni ebbero nella storia dell'aeronautica militare, come la messa a punto di un meccanismo che consentiva di sparare attraverso l'elica degli aeroplani, rendendo così possibili i primi duelli aerei già nel corso della Grande Guerra. Redatte tra il 1915 e il 1918, durante la lunga prigionia in Germania, queste sue memorie - definite da Philippe Forest un «formidabile romanzo d'appendice» - ci consegnano un ritratto sfavillante e spassoso di un mondo che non contempla l'attesa perché capace di guardare solo al futuro. E soprattutto quello di un genio impavido e a tratti schivo, afflitto da «una ripugnanza istintiva per il peso» e disposto a morire pur di ammirare lo spettacolo abbagliante del mare di nuvole e la «luce vergine nell'aria vergine». -
Un oceano, due mari, tre continenti
In questo romanzo intriso di compassione e umanità, N'Sondé fa rivivere un personaggio misconosciuto della Storia, un Candido africano portatore, nonostante le prove affrontate, di un messaggio intramontabile di uguaglianza, fraternità e speranza.rn«Ripercorrendo le atrocità della tratta degli schiavi, abusi e orrori di un'epoca segnata dall'oscurantismo, Wilfried N'Sondé ci mette davanti come in tuti i suoi romanzi, sempre in modo molto poetico, i temi attualissimi, oggi come ieri, dell'immigrazione e dell'incontro tra le culture» - RobinsonrnrnrnIl viaggio di Nsaku Ne Vunda ha inizio nel 1583 in una notte di tempesta, nel piccolo villaggio di Boko, «una contrada di misteri e magia, dove i morti a volte si aggiravano tra i vivi in una promiscuità mistica che sfidava le leggi della ragione». Cresciuto nel rispetto degli antenati e delle tradizioni del suo popolo, studia alla scuola dei missionari nella capitale del regno del Congo, dove viene ordinato prete con il nome di don Antonio Manuel. Tornato nel villaggio natale, si dedica alla costruzione di una cappella e percorre la provincia allo scopo di convincere donne e uomini a unirsi alla comunità dei cristiani. Un destino inaspettato però lo attende. Convocato da re Alvaro II, viene nominato ambasciatore presso la Santa Sede con una missione segreta: informare il papa della tratta degli schiavi che riduce i suoi connazionali in catene. Comincia così una grande avventura attraverso un oceano, due mari e tre continenti, che lo condurrà prima in Brasile, poi in Portogallo, in Spagna e infine a Roma, tra assalti di pirati, naufragi e persecuzioni della Santa Inquisizione. Scoprirà il valore dell'amicizia e anche quello dell'amore, senza mai arrendersi anche quando la sua fede vacillerà di fronte agli orrori di cui sarà testimone.