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Calcio liquido. L'evoluzione tattica della serie A
Una storia che sembra percorrere un circuito ad anello, in cui successo e declino si rincorrono continuamente: in ogni fase in cui il movimento calcistico italiano sembra arretrato, si intravede una speranza di rinnovamento e di successo futuro. Una speranza ben rappresentata dal trionfo degli Azzurri nell’Europeo.Secondo Vujadin Boškov, c’è una legge eterna nel calcio: i giocatori vincono, gli allenatori perdono. Eppure non si può pensare alla storia del calcio se non all’interno della storia della tattica e dei suoi principali strateghi: gli allenatori. Calcio liquido ripercorre gli ultimi trent’anni di evoluzione tattica della Serie A e più in generale del calcio italiano, partendo dal Big Bang di Arrigo Sacchi. Si va dall’avanguardia degli anni Novanta, in cui la Serie A è il paradigma globale e domina le coppe europee, alle moderne proposte tattiche, più aggressive e meno speculative, passando per la crisi successiva al Mondiale del 2006. Infine, si arriva alla nuova proposta di gioco della Nazionale di Mancini.rnCalcio liquido, con un linguaggio chiaro e accessibile, ripercorre tutti i momenti decisivi e gli allenatori importanti del nostro campionato, con uno sguardo anche ai tecnici stranieri più influenti per il calcio contemporaneo. Da Sacchi a Capello, da Zeman a Lippi, da Spalletti a Mourinho, da Ancelotti a Sarri, fino a Conte, Gasperini, Allegri e Mancini: modi diversi di pensare il calcio, tutti ugualmente validi, alcuni più vincenti di altri. rn -
Valentino Rossi, il tiranno gentile
Valentino Rossi è il Mick Jagger della moto, può invecchiare, scivolare, ripetersi, ma avrà sempre il passo, la presenza, i pensieri e le opere di chi, tradendo la compostezza del ruolo e la fedeltà all’inganno della gloria, conserverà l’euforia e l’ilarità lunatica del guerriero per caso, che cerca il comico dopo aver scritto l’epica.Valentino Rossi è un’espressione sincretica fatta di velocità, cambiamenti del corpo e traiettorie impossibili. Un tiranno gentile che ha dominato la storia delle corse in moto. Un ragazzo da bar, prestato alla popolarità, che ha riportato il fattore umano, il pilota, nel cuore delle gare. Partito imitando i giapponesi, ha creato un nuovo tipo d’italiano, dove l’antica magia degli etruschi si fonde con la cocciutaggine dei samurai delle motociclette, innestandosi sulle manie imperiali romane. Discende dai meccanici silenziosi di Giovannino Guareschi disseminati lungo l’Appennino, stando in bilico tra le storie di Pier Vittorio Tondelli e Andrea Pazienza. Tra riviera e pista, spiaggia e paddock, impegno e divertimento, ha segnato e segna il suo tempo. Nove volte campione del mondo, oltre vent’anni di duelli e sorpassi, di rivalità aspre e di scelte coraggiose, è ormai entrato in una dimensione d’attesa. Si è trasformato in un marchio, una scuderia, un’Academy, mantenendo sempre la dimensione artigianale, genuina, felliniana all’interno di un successo hollywoodiano. Ha attraversato la vittoria, la sconfitta, il dolore per la morte di Marco Simoncelli, allievo, amico, erede. Ora è solo in pista, un alieno: per età, comportamenti, lingua e carattere. Fa a sportellate con una nuova generazione di piloti, ritrovandosi davanti la sua versione aggiornata, Marc Márquez, e anche se non riesce a cannibalizzarli come un tempo, li spaventa rincorrendoli, per quanto lontano dal podio. Corre, corre, corre e questo gli basta, con il sorriso come maschera della cattiveria che il tiranno deve avere per il bene del regno. -
Andrés Iniesta, come una danza
Andrés «non tocca la palla, la accompagna». Pep Guardiola pronuncia questa frase assecondando il movimento con le mani. Lo spirito di questo libro di Gianni Montieri segue quel movimento. Al Barcellona e nella Nazionale spagnola Iniesta ha sempre ballato una danza tutta sua, fatta di intuizioni, scatti rapidi, improvvise frenate. Ha tenuto il pallone tra i piedi mai un secondo più del necessario, ha visto lo spazio dove passarlo quando nessun altro neppure lo immaginava. Ha sublimato le idee dei suoi allenatori, a cominciare proprio da Guardiola, e ha reso ancora più grandi i suoi compagni, Xavi e Messi in testa. Ha sentito gli avversari prima che gli arrivassero addosso, ha fatto sparire la palla e l'ha fatta ricomparire quando occorreva. L'ha spostata con la sua croqueta da un piede all'altro più veloce di un fulmine. Lo hanno chiamato «l'illusionista», non per caso. Iniesta ha vinto tutto quello che un calciatore può vincere e lo ha vinto sempre da protagonista, col Barça e con la Spagna. Andrés è anche l'uomo dei Mondiali del 2010, il suo gol nel secondo tempo supplementare ha regalato alle Furie Rosse il titolo tanto agognato. E quando ha capito di non poter più rendere al massimo ha convocato una conferenza stampa e ha detto, tra le lacrime e con semplicità, che sarebbe andato via dal suo mitico Barcellona. Anche per questa grazia nell'addio, Andrés Iniesta è stato un calciatore sublime e indimenticabile, uno dei più forti centrocampisti di sempre. -
Il comandante del fiume
C'è una leggenda in Somalia che si tramanda di generazione in generazione. Poiché il loro paese era privo di corsi d'acqua e non c'era da bere, gli abitanti affidarono a due saggi l'incarico di creare un fiume. I saggi esaudirono la richiesta, ma nel fiume nuotavano anche i coccodrilli, creature crudeli. Qualcuno doveva governarli per consentire l'accesso all'acqua, e il popolo elesse un comandante, che aveva il potere di annientare le bestie se non avessero ubbidito ai suoi ordini. Fin da piccolo Yabar ha ascoltato il racconto di zia Rosa e ha imparato che per conoscere il bene bisogna convivere con il male necessario. Diciotto anni, poca voglia di studiare e molta di provocare, Yabar vive a Roma con la madre, Zahra. Il padre li ha abbandonati tanti anni prima e di lui il ragazzo conserva una foto fatta di ritagli, in cui i contorni dell'uomo sono indistinguibili e mostruosi. Il dolore dell'abbandono non soffoca la curiosità di Yabar di sapere cosa ne sia stato di lui e la reticenza della madre lo ferisce. Spedito in punizione a casa della zia a Londra, Yabar si trova immerso in un microcosmo somalo inedito e scoprirà un terribile segreto di famiglia, che forse aveva voluto dimenticare. Ubah Cristina Ali Farah narra con delicata efficacia la storia di un giovane che, come tanti, è arrivato da bambino in Italia per sfuggire a un destino di guerra e morte. È un racconto in flashback composto di piccole storie memorabili, che ha sullo sfondo il melting pot di una Roma sconosciuta e più bella negli occhi di chi ha deciso di farne la propria patria elettiva. -
Gianluca Vialli, l'uomo nell'arena
Gianluca Vialli è stato una figura eccezionale, capace di unire anche in un mondo come quello del calcio che per natura è portato a creare divisioni. Pochi anni fa, quando lo abbiamo ritrovato dirigente sulla panchina della Nazionale, accanto al compagno di sempre Roberto Mancini, abbiamo riconosciuto subito il suo carisma, la sua fantastica capacità di motivare e stupire, come uomo e calciatore. In una Serie A che si stava rinnovando Gianluca Vialli è stato un atleta dall’impatto fisico devastante e dal grande profilo mediatico ma anche l’emblema di come l’etica del lavoro e il senso del sacrificio rendano ancora più significativo il percorso di un campione. La sua è stata una metamorfosi continua: ha superato le delusioni azzurre diventando uno dei re della Sampdoria più bella di sempre e, con la Juventus di Marcello Lippi, ha vinto quella Champions che per un soffio gli era sfuggita in blucerchiato. Poi il trasferimento in Inghilterra, a Londra, per conoscere un nuovo paese e porsi nuove sfide, i successi con il Chelsea, da giocatore e allenatore. Quindi le esperienze in televisione, la sua presenza mai banale. Infine, la straordinaria, generosa capacità di raccontare con le parole giuste, al tempo stesso misurate e toccanti, la sua malattia. rnFino all’epilogo più doloroso che ha mostrato, ancora una volta, quanto fosse amato. -
Estate caldissima
L’estate più calda degli ultimi duecento anni, la città stanca che soccombe sotto il peso dell’afa, il lavoro che non si può fermare e preme con le sue scadenze. Sette adulti, un bambino e una gatta si rifugiano in una casa di campagna, dove le temperature sono più clementi. Gli adulti non sono parenti né davvero amici, lavorano insieme da Bomba Agency, un’agenzia di comunicazione, e devono portare a termine una presentazione per un cliente. Una settimana sola. Tutti insieme. Lontani dal mondo. «Come il Decameron, ma senza la peste». Alla casa però ognuno di loro arriva con un carico pesante, fatto di ambizioni, ansie, speranze, paure. La lunga estate caldissima porta tutto all’estremo, potenzia ogni sensazione e sentimento, accrescendo l’incertezza di relazioni sul punto di andare a rotoli – quelle tra i fuggitivi così come, osservando la casa da un’altra distanza, quella tra gli esseri umani e il pianeta. -
Le Imperfette. Storie di donne nell'Inghilterra vittoriana e post...
Nel libro ""Le Imperfette. Storie di donne nell'Inghilterra vittoriana e post vittoriana"" Emanuela Chiriacò ripercorre e analizza periodo storico, storie e autori dell'Inghilterra vittoriana e post-vittoriana. Un quarantennio durante il quale si assiste al superamento dello stereotipo vittoriano femminile e all'affermazione della New Woman. In ambito letterario, un passaggio che coincide con la rottura dalla tradizione letteraria vittoriana e la nascita del modernismo. Inoltre l'autrice ha tradotto e riproposto nel testo dieci racconti inglesi, nove dei quali mai tradotti prima in italiano, pubblicati tra il 1880 e il 1923 degli autori George Moore, Ella D'Arcy, George Egerton, Netta Syrett, Arthur George Morrison, George Gissing, Virginia Woolf, May Sinclair, Elinor Mordaunt, L. Parry Truscott. Il titolo ""Le Imperfette"" si ispira al verso di apertura della poesia 'Edge' di Sylvia Plath (Collected Poem 1960): ""The woman is perfected"". Al culmine della vita, nella compiutezza raggiunta sull'orlo, si definisce la donna, la sua perfezione; e imperfette sono le donne confinate in ruoli o ambiti di irrilevanza, ritenute folli o moderatamente atte alla vita, inette o ripudiate, invisibili nei secoli, nei molti luoghi e nelle diverse culture. Con un saggio di Paola Del Zoppo. -
L' educazione incidentale
Famiglia e scuola sono sempre stati considerati i luoghi per eccellenza dove bambini e bambine, ragazzi e ragazze, acquisiscono un'educazione. Colin Ward decide invece di esplorare un particolare aspetto dell'educazione che prescinde da queste istituzioni: l'incidentalità. Ecco allora che le strade urbane, i prati, i boschi, gli spazi destinati al gioco, gli scuolabus, i bagni scolastici, i negozi e le botteghe artigiane si trasformano in luoghi vitali capaci di offrire opportunità educative straordinarie. Questa istruzione informale, volta alla creatività e all'intraprendenza, rappresenta pertanto una concreta alternativa a un apprendimento strutturato e programmato che risponde più alle esigenze dell'istituzione e del docente che alle necessità del cosiddetto discente. Si configura così un approccio al tempo stesso nuovo e antico alla trasmissione delle conoscenze in grado di fornire un'efficace risposta a quella curiosità, a quel naturale e spontaneo bisogno di apprendere, che sono alla base di un'educazione autenticamente libertaria. -
La variabile umana
Sempre più spesso si ricorre allo psichiatra come a un factotum in grado di risolvere problemi che non si sa bene chi altri potrebbe risolvere. Eppure c'è un enorme scollamento tra le classificazioni diagnostiche della psichiatria e il singolo essere umano con la sua peculiarissima storia. A partire dalla quotidiana esperienza in un day hospital, queste riflessioni danno conto di una nuova figura extra-terapeutica la cui finalità è dar voce all'umanità delle persone che transitano nei reparti psichiatrici. E il più delle volte è questo ciò di cui hanno bisogno i «pazienti»: esprimere un malessere interiore che non è sempre sinonimo di malattia psichiatrica e che anzi rimanda a ben precisi problemi sociali come la disoccupazione, le ristrettezze economiche, la solitudine, l'assenza di cure. Tutte questioni che la psichiatria non può in alcun modo risolvere, anche se continua a dispensare etichette diagnostiche e cure farmacologiche a chiunque metta piede in un reparto psichiatrico. Un approccio che si pretende scientifico e che nondimeno si rivela inadatto a maneggiare l'estrema - incomprimibile - variabilità umana. -
Il rifiuto di obbedire
Tolstoj, oltre a essere un celebre romanziere, è stato anche un acuto pensatore, come testimonia la sua sterminata produzione letteraria. Questa antologia propone una selezione di scritti sociali e politici nei quali emerge in modo netto la sua sensibilità libertaria. È infatti a partire da un totale rifiuto del potere e della sua intrinseca violenza che Tolstoj delinea un'originale visione anarchica della società, peraltro strettamente intrecciata a una religiosità cristiana molto lontana da quella delle Chiese istituzionalizzate. Di attualità risultano le sue riflessioni sulle pratiche educative antiautoritarie, sulla nonviolenza (alla quale si ispira lo stesso Gandhi) e su temi come il vegetarianesimo o il rapporto uomo-natura che ne fanno un animalista e un ecologista ante-litteram. In questi scritti «eretici», Tolstoj dà voce a quell'esigenza morale che a suo avviso deve portare il singolo a non obbedire ad alcun potere esterno alla sua coscienza, tracciando così un inedito cammino verso la libertà, profetico per i suoi tempi e di estrema attualità per i nostri. -
Pinelli una storia
La vita di Giuseppe Pinelli è strettamente intrecciata a quella di Milano, luogo dell'impegno politico e degli affetti più profondi. Pino è nato nel 1928 in uno dei quartieri più popolari e ricchi di storia, porta Ticinese, una successione di case di ringhiera, di ballatoi affacciati sulle rumorose discussioni tra vicini, di trattorie operaie e posti di ristoro per i barcaioli che trasportano la ghiaia lungo i Navigli. Da che parte stare lo ha già deciso quando, appena sedicenne, diventa staffetta partigiana in una brigata libertaria. Questa è la sua storia, che non è solo la storia della diciassettesima vittima della strage di piazza Fontana, ma quella di un uomo che amava la sua famiglia ed era orgoglioso del suo mestiere, che leggeva poesie e faceva volare gli aquiloni, un uomo che ha vissuto con passione la sua epoca lottando per un mondo migliore. Fino all'ultimo. La sua vicenda esistenziale viene «accidentalmente » interrotta nella notte tra il 15 e il 16 dicembre del 1969, nel pieno della strategia della tensione e delle trame più oscure, ma è proprio lì, sotto quella finestra spalancata, che la sua storia individuale è diventata collettiva. Una storia che ci riguarda tutti. Una storia che non si è mai chiusa. -
Lezioni di anarchia. Cronache di incontri realmente avvenuti in E...
L'anarchia è un sapere polifonico, plurale, ricco e soprattutto estremamente attuale. Così abbiamo pensato che questo fitto insieme di pratiche e teorie potesse contenere gli strumenti per affrontare (non certo per risolvere!) le urgenti questioni di un presente sempre più diffusamente avvertito come insoddisfacente. Viviamo un tempo ricco di licenze e povero di libertà, in cui tutto si può comprare, anche il diritto di ""essere contro"", purché si rinunci in partenza alla pretesa di riconsiderare il nostro modo di pensare e vivere con gli altri. Abbiamo immaginato che la nostra piazza (un bel giardino all'aperto di fronte a Edicola 518, con una deliziosa fontana) potesse essere il luogo giusto per sottrarsi ai ritmi accelerati della contemporaneità e fermarsi a dibattere sui grandi temi della vita che toccano ciascuno di noi, rinunciando a ogni sapere pregresso e provando a tornare alla radice dei nostri pensieri: per capire determinati processi storici e mettere tutto in discussione. Siamo partiti da quattro tematiche che più di tutte riguardano le nostre vite e tormentano la nostra quotidianità e abbiamo scelto di affidarne ciascuna a un ""modesto"" professore. Modesto perché privo di verità e carico di dubbi da condividere. Il lavoro a Stefano Boni, l'educazione a Francesco Codello, l'autogestione a Antonio Senta e la democrazia a Lorenzo Pezzica. Con loro abbiamo intrapreso quattro discorsi belli e articolati, proseguiti in dialoghi a cena, dopo cena e nei mesi successivi. Le sbobinature degli incontri hanno dato la base a questo testo, che si arricchisce di apparati, approfondimenti, bibliografie e annotazioni aggiunte lungo il percorso. Per più di un anno questo è stato il nostro quaderno. Ora lo condividiamo con voi perché possiate aggiungere i vostri appunti. -
Lessico minimo di pedagogia libertaria
Ogni rapporto educativo è una relazione di potere. Allora come si fa a educare qualcuno a essere libero senza imporre la propria autorità, ma anche senza perdersi in un permissivismo distratto? Le oltre quaranta voci che compongono questo lessico minimo ci accompagnano, nel tempo e nello spazio, attraverso le riflessioni e le sperimentazioni realizzate dalla pedagogia libertaria per educare alla libertà attraverso la libertà. E sono proprio le idee-forza di questo approccio basato sulla pluralità metodologica e sul dubbio come risorsa ad aver fatto da lievito negli ultimi decenni agli esperimenti pedagogici più avanzati. Il lessico si propone dunque come una «cassetta degli attrezzi» semplice e funzionale destinata a tutti coloro che intendono sperimentare in prima persona percorsi educativi (e auto-educativi) basati sulla libertà come mezzo e come fine. Prefazione di Francesco Codello. -
Clima, capitalismo verde e catastrofismo
Da alcuni decenni il «riscaldamento globale» ci viene presentato non solo come un dato di fatto, ma anche come una questione di vita o di morte. Ed è proprio questo timore di un collasso prossimo venturo che sembra mettere d'accordo i tanti sostenitori dell'origine antropica del cambiamento climatico, nonostante le profonde differenze che ci sono tra loro. Ma qual è l'effettiva evoluzione del clima? Quale la vera posta in gioco in ambito scientifico, geopolitico ed economico? Attento a non separare il sapere scientifico da una realtà sociale dominata da diseguaglianze, rivalità imperialiste e aspre competizioni fra il business degli idrocarburi e quello del nucleare, Pelletier smonta gli ingranaggi della macchina ideologica che sta dietro a quella che appare sempre più come una credenza religiosa: la collassologia. Se è vero che alcuni fenomeni sono inediti o inattesi nella forma attuale, il metodo per analizzarli rimane comunque lo stesso: attenersi alle osservazioni e diffidare delle narrazioni sensazionalistiche. Riscopriamo così che la scienza, e dunque anche l'ecologia e la climatologia, talvolta «non sanno», e magari sbagliano. Ma di certo non ammettono scorciatoie, soprattutto quando queste si discostano dal pensiero critico. -
La fabbrica della cura mentale. Nuova ediz.
Nonostante siano passati oltre quarant'anni dall'approvazione della legge che avrebbe dovuto sancire il superamento definitivo della barbarie manicomiale, Piero Cipriano – psichiatra riluttante, come si definisce – ci racconta in presa diretta cos'è oggi un Servizio Psichiatrico di Diagnosi e Cura. Grazie al suo sguardo impietoso, quei luoghi che avrebbero dovuto garantire una gestione umana ed efficace delle crisi psichiatriche ci appaiono invece come le nuove roccaforti di una rinata «cultura manicomiale» in cui il potere del sano sul malato è ancora gestito in modo arbitrario e burocratico. Con alcune notevoli differenze rispetto al passato: se il manicomio tradizionale ricordava un campo di concentramento, l'attuale spdc ricorda piuttosto una fabbrica, dove il primario è il direttore, lo psichiatra il tecnico specializzato addetto alla catena di montaggio umana e il malato la macchina biologica rotta da aggiustare. E quando il farmaco non basta, ecco che tornano le fasce: proprio come nei vecchi manicomi. -
Non ho bisogno di stare tranquillo
Roma, quartiere Trionfale, via Andrea Doria. È il 10 novembre del 1931. Costretto ai domiciliari - una bombola di ossigeno accanto al letto e due poliziotti sul pianerottolo - un vecchio ripensa, senza nostalgie e senza rimpianti, a una straordinaria esistenza di complotti, fughe, scioperi e insurrezioni. E i ricordi si fanno teatro della memoria, arma politica. Nell'arco di una giornata scandita dal battito di una pendola bugiarda, l'uomo acclamato come il «Lenin d'Italia» rivede l'intera sua vita e ancora se ne stupisce: i giorni della Banda del Matese e le carceri del regno, l'esilio a Londra e l'avventura in Argentina, il ritorno da clandestino e le occupazioni del «biennio rosso». Sessant'anni di anarchia, rivolte, rivoluzioni, si intrecciano con la storia d'Italia e con le battaglie del movimento operaio in tutto il mondo. Stremato dalla vecchiaia, e dai fascisti, il vecchio ricorda e resta sereno. Non ha mai vinto, ma non si sente sconfitto. E non ha voglia di stare tranquillo. -
Doctor Who. Dodicesimo dottore special. Le avventure del guardiano
Quando abbiamo incontrato Grant, Lucy e Jennifer per l'ultima volta nel corso dello speciale ""Il Ritorno del Dottor Mysterio"", Grant aveva deciso di appendere al chiodo il suo costume da supereroe e di iniziare una nuova vita con la sua famiglia. Le avventure di questo trio, però, non sono finite! Il Dottore sta per fare nuovamente irruzione nelle loro vite, dato che la gemma magica che ha donato a Grant i suoi poteri ha delle controparti dislocate in vari punti nell'universo. Il Dottore, il Guardiano, Lucy e Jennifer dovranno darsi da fare per rintracciare queste pietre portentose e prevenire la distruzione totale del cosmo! Contiene i numeri 1-4 della miniserie ""Doctor Who: Ghost stories"". -
Speranza (dal 1685 ai giorni nostri). Il prato alto. Vol. 3
La tempesta continua, con le guerre incessanti, con la brutale invasione napoleonica, col dilagare del nazionalismo che mina, e finisce per distruggere, fin le estreme tracce di quella tradizione del Sacro Romano Impero di cui l'Austria era l'ultima erede. Ridotta ormai ad una piccola nazione in balìa dei prepotenti, violentata dalla Germania nazista, ""liberata"" da ""liberatori"" interessati e tutt'altro che amichevoli, non resta che la speranza quale solo la Fede può dare, ed è così, grazie alla novena di preghiera di Padre Pavlicek, che l'Austria riguadagna l'indipendenza con il ritiro delle truppe occupanti. Frattanto la vita continua, arriva il ""progresso"", la valle si trasforma, nuove occasioni di esilio si presentano e le famiglie non sono più compatte come una volta, ma le nonne restano costantemente il cuore di quanto resta della vita familiare, le depositarie della memoria, consigliere e consolatrici, segno che, anche nelle peggiori avversità, la speranza non può morire. -
La scienza può spiegare tutto?
Fede e scienza sono nemici? In un mondo scientificamente avanzato la Bibbia ha senso? I miracoli sono possibili? Che differenza c'è tra religione e fede? Spesso può sembrare che, nel ventunesimo secolo, non ci sia più bisogno della fede perché la scienza ha già provveduto a svelare gran parte dei misteri dell'universo. Molti affermano che la concezione stessa di Dio sia una mera illusione, e la ricerca scientifica sia ormai capace di spiegare e dare senso a tutto. Ma è davvero così? In questo libro il Professor John Lennox sintetizza le sue esperienze di scienziato e di cristiano evangelico, sviluppate in decenni di insegnamento e dibattito: ci fa comprendere come, in realtà, fede e scienza non siano nemici ma buoni amici che possono aiutarsi a vicenda. Che tu sia un esperto o uno studente, uno scettico o un credente, questo piccolo e agevole volume ti mostrerà come la storia, la missione e il significato stesso della scienza possano connettersi alla Bibbia, a Gesù, e perfino ai miracoli. -
Il letterato e il pittore. Per una storia dell'amicizia tra Casti...
Nell'anno delle celebrazioni del quinto centenario della morte di Raffaello (1483-1520) le mostre e gli studi hanno ampiamente illustrato anche la rete delle sue relazioni culturali, in particolare negli anni romani. In questo contesto ha assunto grande importanza l'amicizia con Baldassarre Castiglione, sia per il ritratto ora al Louvre che ne è supremo documento, sia per la Lettera a Leone X, che sempre più gli studi storico-artistici tendono ad attribuire a Raffaello. Questo libro, dopo avere ricostruito tempi e modi del lungo e intenso rapporto di amicizia tra il letterato e il pittore, propone una serrata indagine filologica e documentaria, fondata sul primo manoscritto della Lettera, tutto di mano del solo Castiglione. Dimostra che l'autore fu unicamente il letterato, che la elaborò e scrisse, come allora era in uso, ""in persona"" di Raffaello (cioè, a suo nome e per suo conto), e ovviamente con la sua diretta collaborazione soprattutto per le notizie sugli aspetti propriamente tecnici del grande progetto che il pittore aveva sperimentalmente avviato, interrotto però dalla sua prematura morte.