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Le poesie
"Dopo aver scritto poesie giovanili, come fanno più o meno tutti i ragazzi, questa attività divenne per me un aiuto durante la stesura delle mie opere teatrali. Mi succedeva, a volte, riscrivendo una commedia, d'impuntarmi su una situazione da sviluppare, in modo da poterla agganciare più avanti a un'altra, e allora, messo da parte il copione, per non alzarmi dal tavolino con un problema irrisolto, il che avrebbe significato non aver più voglia di riprendere il lavoro per chissà quanto tempo, mi mettevo davanti un foglio bianco e buttavo giù versi che avessero attinenza con l'argomento e i personaggi del lavoro interrotto. Questo mi portava sempre più vicino all'essenza del mio pensiero e mi permetteva di superare gli ostacoli. Per esempio, 'A gatta d' 'o palazzo e Tre ppiccerille mi aiutarono ad andare avanti con Filumena Marturano. Come la gatta lascia il biglietto da mille lire e mangia il cibo, cosí Filumena non mira al danaro di Domenico Soriano ma alla pace e alla serenità dei suoi figli. I quali figli sono poi i tre bambini sotto un ombrello che vidi davvero una mattina in un vicolo di Napoli, uniti nella poesia, separati nella vicenda teatrale fino al momento della rivelazione di Filumena... A poco a poco ci ho preso gusto e ora scrivo poesie anche indipendentemente dalle commedie""""." -
Il giardino segreto
Protagonista del Giardino segreto è la piccola Mary Lennox, una bambina di nove anni che, orfana di entrambi i genitori, viene affidata a uno zio, il nobile gobbo lord Archibald Craven che vive in un tetro castello sperduto nella brughiera. Qui Mary scopre che la natura malinconica dello zio è dovuta alla morte della moglie Lilias avvenuta nel loro giardino personale. A causa della disperazione, lo zio Archibald aveva chiuso quel giardino e fatto sotterrare la chiave, così che nessuno potesse mettere piede in quel luogo ""sacro"""". Mary, con l'aiuto del pettirosso del giardiniere, trova la chiave che le occorre per aprire quel misterioso giardino e riesce a penetrarvi. Ma ben presto la piccola orfana si troverà alle prese con un altro insospettato segreto. Con una particolare attenzione al mondo interiore dei personaggi e ai rapporti con la natura Frances Hodgson Burnett, nonostante abbia scritto una tenera e appassionata favola, ha lasciato che la vita vera e reale emergesse da ogni pagina."" -
Galateo
Il ""Galateo ovvero de' costumi"""", trattato nel quale, sotto la persona di un vecchio idiota ammaestrante un suo giovanetto, si ragiona de' modi che si debbono tenere o schifare nella comune conversazione, così precisa il sottotitolo, fu pubblicato nel 1558 da monsignor Della Casa, nunzio pontificio a Venezia, temperamento mondano, autore di quello che sarà poi l'""""Indice dei libri proibiti"""". Vengono esposte norme sul modo di vestirsi, enumerati tutti i gesti e le cose spiacevoli da evitarsi; è riprovato lo scherno, la beffa, la parola che morde e offende; si suggeriscono i modi del parlare, si consigliano i vocaboli da usare e quelli da evitare. Insomma, biasimando ogni eccesso, l'autore incarna il culto della proporzione proprio del Rinascimento."" -
Le mie amiche streghe
Le tragicomiche avventure di Alice sul confine tra scienza e stregoneria. Finalista al Premio Letterario Chianti 31ma edizione 2017/2018rnrn""Essere felici è molto più divertente che essere perfette""""rnrnAlice ha quasi quarant'anni, non beve caffè, ha paura dei gabbiani, cura la gastrite con le banane, e sul mondo si concede di avere piú domande che risposte. Capire le cose difficili è la sua passione, e dopo che le ha capite ha il dono di saperle spiegare agli altri. Tecnicamente è un medico, in realtà fa la giornalista scientifica, è rigorosa fino all'impossibile, adora gli aperitivi e ha le stesse amiche dalle elementari. Amiche che la considerano una clamorosa rompiscatole. Perché Alice ultimamente le ascolta parlare e non le riconosce piú. Erano lucide e ragionevoli, adesso credono alle pozioni miracolose, alle terapie alternative, ai magici benefici del cetriolo e agli spaventosi malefici di generiche multinazionali del male. Ma forse sono i suoi occhi testardi a voler negare il potere inesauribile dell'irrazionalità.rnrnAlice detesta le cose semplici, soprattutto se sono anche sbagliate. Fa la giornalista scientifica, perciò il mondo è abituata a interrogarlo e poi a raccontarlo. Anche alle sue amiche, che intrattiene per ore con le sue storie bislacche di scienziati. D'un tratto però le sue amiche sono diventate tutte streghe. Cioè, sono ancora le stesse di sempre, eppure sono diventate incomprensibili. Credono alle pozioni magiche, ai piani astrali, ai complotti, ai rimedi della medicina non ufficiale. Valeria, per esempio, spera di far girare il feto podalico che ha in grembo facendo le capriole in acqua. Vuole evitare il cesareo a tutti i costi perché ha letto su internet che non è il modo migliore per iniziare il rapporto con suo figlio. E dire che la nonna di Alice, ai suoi tempi, un parto podalico se l'è fatto per via naturale aiutata solo da una bottiglia di brandy, e a distanza di settant'anni non è affatto certa che sia stato un bel modo per iniziare alcunché. E poi c'è Lucia, fissata con l'alimentazione sana e i prodotti bio. E Arianna, medico anestesista, che si scopre fautrice dell'omeopatia. E ancora quella che non vuole vaccinare i figli, quella che segue l'ultima dieta del momento, quella che legge il futuro negli oroscopi. Alice si arrabbia, cerca di farle ragionare, e a volte pontifica, perché sembra incapace di vedere anche lei una semplice realtà, cioè che le emozioni possono tradire. Un romanzo d'esordio brillante e originale sulle nostre superstizioni ma soprattutto sulle nostre fragilità, che ha il coraggio di affrontare ironicamente temi molto dibattuti conquistandoci con la voce irresistibile della sua autrice."" -
Il presepio. Antropologia e storia della cultura
Bettini ricostruisce questo avventuroso percorso antropologico con la cura del filologo e la passione del narratore, mostrandoci tutta l'affascinante complessità meticcia che si nasconde sempre dietro la tradizione.rn Il presepio è una finzione fragile e incantevole. Nel suo puntuale ritorno, a ogni 25 dicembre, si cela qualcosa di magico che riguarda ognuno di noi: credenti, atei o indifferenti. Una nostalgia che riporta ai Natali dell'infanzia, quando aprivamo lo scatolone preso in soffitta, o in cantina, e con gli occhi pieni di stupore tiravamo fuori una dopo l'altra le piccole statuinernrnQuella del presepio è una storia che conosciamo tutti: la nascita di Gesù. Ci sono la Sacra Famiglia, una grotta, una capanna, la stella cometa, una mangiatoia, il bue, l'asinello e i Re Magi. La sua iconografia sembra essere tanto luminosa quanto immutabile. Ma, come spesso avviene con i racconti forniti di un forte significato culturale - quelli che hanno valore fondativo per una comunità o per un gruppo -, anche la narrazione della Natività è frutto di centinaia di anni di riscritture, di racconti che nel tempo si sono sedimentati su una base originariamente povera di dettagli. Nei Vangeli di Luca e Matteo molti degli elementi che popolano i nostri ricordi di bambini, infatti, non sono presenti. Non si parla né di una capanna né di una grotta, e nemmeno di due bestie che avrebbero tenuto al caldo il corpo del neonato. Queste pagine descrivono dunque il processo che ha condotto alla formazione di una vera e propria scenografia culturale della Natività, in base alla quale Gesù, che secondo Matteo era nato in una casa, passo dopo passo è arrivato a vedere la luce in una grotta, vegliato da animali soccorrevoli: come tanti eroi mitici dell'antichità destinati a cambiare il destino dei popoli. Quanto ai personaggi più fiabeschi del presepio - il bue, l'asino, i Re Magi -, scopriamo con sorpresa che la loro creazione, e la loro definizione, è stata prodotta non dalle invenzioni del folclore, ma da dotte speculazioni teologiche. Infine, l'autore disegna una vera e propria antropologia del presepio, mettendo in luce la trama di relazioni che da un lato lega fra loro la Sacra Famiglia, i pastori e coloro che «fanno il presepio », simbolicamente rappresentati da queste figurine; dall'altro ristabilisce il contatto con le statuette utilizzate nelle pratiche votive di epoca classica, per testimoniare, ora come allora, fedeltà, memoria e gratitudine alla divinità. -
Crocevia
«In ""Crocevia"""" confluiscono i cinque assi portanti della vita letteraria di Vargas Llosa: l'analisi del giornalismo, il Perú, il potere, l'ipocrisia e l'erotismo. Al centro e intorno a tutto, sempre, lei: la libertà». - El Paìs«L'idea di questo romanzo nacque con l'immagine di due amiche che all'improvviso una notte, in un modo del tutto inatteso, vivono un'avventura erotica. Poi si andò trasformando in una storia poliziesca, quasi un thriller, e il thriller pian piano divenne un affresco della società peruviana negli ultimi mesi della dittatura.» - Mario Vargas LlosaLima, anni Novanta: nel paese infuriano gli attentati terroristici di Sendero Luminoso e del Mrta (Movimiento Revolucionario Túpac Amaru) mentre il regime del presidente Fujimori diventa sempre più autoritario. Ma tutto questo sembra non impensierire troppo Marisa e Chabela, amiche da una vita e amanti dalla notte in cui il coprifuoco le costrinse a dormire insieme. Anche i loro mariti, Enrique e Luciano, sono amici di infanzia: il primo è un benestante ingegnere minerario che un giorno riceve la visita di un inquietante personaggio. È Rolando Garro, direttore della rivista scandalistica """"Destapes"""", che lo ricatta minacciando di pubblicare le foto che lo ritraggono durante un'orgia a base di escort e cocaina. Luciano, che è anche avvocato, consiglia a Enrique di rivolgersi al """"Doctor"""" (Vladimiro Montesinos, responsabile dell'intelligence del presidente Fujimori), presunto manovratore alle campagne denigratorie condotte da """"Destapes"""", che oltre a infangare la reputazione dei personaggi, più o meno famosi, del mondo dello spettacolo, decreta la rovina degli avversari politici di Fujimori. Ma coinvolgere """"l'intelligenza grigia"""" del regime vuol dire avvicinarsi al cuore di tenebra che sta avvolgendo nell'oscurità tutto un paese: una scelta che avrà inaspettate e drammatiche conseguenze."" -
L' Arminuta
Vincitore Premio Campiello 2017rnVincitore Premio Napoli 2017. Sezione Narrativa.rnPer raccontare gli strappi della vita occorrono parole scabre, schiette. Di quelle parole Donatella Di Pietrantonio conosce il raro incanto. La sua scrittura ha un timbro unico, una grana spigolosa ma piena di luce, capace di governare con delicatezza una storia incandescente.rnrnrn«Ero l'Arminuta, la ritornata. Parlavo un'altra lingua e non sapevo piú a chi appartenere. La parola mamma si era annidata nella mia gola come un rospo. Oggi davvero ignoro che luogo sia una madre. Mi manca come può mancare la salute, un riparo, una certezza»rnrnrnCi sono romanzi che toccano corde cosí profonde, originarie, che sembrano chiamarci per nome. È quello che accade con L'Arminuta fin dalla prima pagina, quando la protagonista, con una valigia in mano e una sacca di scarpe nell'altra, suona a una porta sconosciuta. Ad aprirle, sua sorella Adriana, gli occhi stropicciati, le trecce sfatte: non si sono mai viste prima. Inizia cosí questa storia dirompente e ammaliatrice: con una ragazzina che da un giorno all'altro perde tutto - una casa confortevole, le amiche piú care, l'affetto incondizionato dei genitori. O meglio, di quelli che credeva i suoi genitori. Per «l'Arminuta» (la ritornata), come la chiamano i compagni, comincia una nuova e diversissima vita. La casa è piccola, buia, ci sono fratelli dappertutto e poco cibo sul tavolo. -
La donna dai capelli rossi
Con la storia di Cem, personale e universale allo stesso tempo, Orhan Pamuk interroga i fondamenti letterari della civiltà occidentale e orientale, intrecciando l'Edipo Re di Sofocle con il Rostam e Sohrab di Ferdowsi per scrivere il suo romanzo più sorprendente e fulminante, capace, con i suoi colpi di scena, di togliere il fiato a ogni lettorePamuk fa con Istanbul quello che Joyce ha fatto con Dublino - The Washington PostCem era un liceale nella Istanbul di metà anni Ottanta come tanti altri quando suo padre farmacista viene arrestato dal governo e torturato dalla polizia a causa delle sue frequentazioni politiche. Non farà mai più ritorno a casa. Per aiutare la madre Cem andrà a lavorare in una libreria: è qui, tra i romanzi e gli scrittori che vengono a trovare il padrone della libreria, che Cem inizierà a sognare di diventare uno scrittore. Rimarrà sempre con questo desiderio, con questa fame di storie, anche se la vita ha in serbo altro per lui: quando la libreria chiude, Cem diventa l'apprendista di mastro Mahmut, un costruttore di pozzi. Tra maestro e allievo si stabilisce un legame profondo, e il ragazzo sente di aver trovato in Mahmut quel padre che da lungo tempo ha perso. Mahmut e la sua ditta hanno un nuovo incarico: scavare un pozzo in un paese nei dintorni di Istanbul. Ed è li che Cem incontrerà l'attrice dai capelli rossi. Inizierà a spiarla mentre è in scena, indifferente alla tragedia a cui sta assistendo, concentrato solo su di lei, e poi nella casa dove vive col marito, per strada. Fino a quando l'ossessione erotica per questa donna più grande di lui si trasformerà in un'unica, folle, indimenticabile notte di sesso. Cem non potrebbe essere più felice: non sa che la sua vita cambierà per sempre e che il destino ha già iniziato a tessere la sua complicata, crudelissima, imprevedibile trama. -
La donna dai capelli rossi
Cem è solo un umile apprendista costruttore di pozzi quando incontra la donna che cambierà il corso della sua esistenza. È bellissima, ha i capelli rossi come le fiamme e il fascino irresistibile dell'attrice che sul palco sa trasformarsi nell'eroina sensuale e perduta dei poemi. Inizierà a spiarla mentre è in scena, nella casa dove vive col marito, per strada. Fino a quando l'ossessione erotica per questa donna più grande di lui si trasformerà in un'unica, folle, indimenticabile notte di sesso. Non sa che da quel giorno anche la sua vita seguirà la traiettoria fatale e misteriosa delle tragedie cantate dai poeti. -
Istanbul. Ediz. illustrata
Istanbul è Orhan Pamuk, che negli anni ne è diventato il cantore piú amato e conosciuto.rnrn«Pamuk scende, come Victor Hugo, nei pozzi e negli abissi d'Istanbul, alla caccia di quei misteri ch'egli solo conosce. Non si potrebbe essere piú fedeli alla propria capitale, di cui Pamuk conosce ""ogni piega sinuosa"""", come Baudelaire conosceva tutte le pieghe sinuose di Parigi. Istanbul è uno dei libri piú belli e stravaganti che abbia letto negli ultimi tempi» - Pietro Citati, la Repubblicarnrn«Enciclopedico, onnivoro, inesauribile, questo libro guarda Istanbul come un meteorologo osserva il tempo: senza sosta e registrando ogni minima variazione. È un barometro dell'anima» - L'Indice dei libri del mesernrn«È uno dei libri di memorie piú emozionanti che abbia mai letto. Ogni sua riga, piú di qualsiasi dépliant turistico, mi fa desiderare di essere a Istanbul» - The Sunday TelegraphrnrnIstanbul è una malinconia condivisa. Un gioco di specchi. Un labirinto di strade osservate dalla finestra in una sera d'inverno. Istanbul è un sogno dentro un sogno popolato di viaggiatori, poeti, mercanti, gatti, pittori, venditori ambulanti. Istanbul è Orhan Pamuk, che negli anni ne è diventato il cantore piú amato e conosciuto. Istanbul è un libro, ora arricchito da piú di duecento nuove fotografie, che Pamuk ha scritto per raccontare i luoghi in cui è nato e vissuto: un «autoritratto in forma di città» che possiede la bellezza irresistibile delle lettere d'amore."" -
Il mestiere dello scrittore
Come si impara a scrivere? Esistono dei veri e propri esercizi per l'aspirante romanziere? Cosa determina l'originalità di un libro? Qual è l'importanza della forma fisica per un romanziere? E soprattutto: per chi si scrive?rnrnrnCon Il mestiere dello scrittore Murakami Haruki compie un gesto straordinario e inaspettato: fa entrare i suoi lettori nell'intimità del suo laboratorio creativo, li fa accomodare al tavolo di lavoro e dispiega davanti a loro i segreti della sua scrittura. Sono «chiacchiere di bottega», confidenze, suggerimenti, che presto però si aprono a qualcosa di piú: una riflessione sull'immaginazione, sul tempo e l'identità, sul conflitto creativo tra forma e libertà. In questo senso Il mestiere dello scrittore è anche un'autentica autobiografia letteraria di uno degli autori piú schivi del pianeta. È un libro pieno di curiosità e rivelazioni sul mondo di Murakami: dal fatto che la sua prima e piú importante editor è la moglie, che legge tutto quello che scrive e di cui lui ascolta tutti i consigli. -
Io ti controllo
Conosce tutto di te. Vede ogni tuo gesto. Quello che non sai è se vuole proteggerti o farti del male.rnDue assassini si muovono per i corridoi vuoti di un albergo di lusso, tra stanze impeccabili e sale silenziose e sfolgoranti, dove tutto è pronto per un'inaugurazione che non avverrà mai. Perché, a uno a uno, i membri dello staff vengono isolati e uccisi. E prima che la notte finisca, mentre i superstiti lottano per la vita, si farà strada una verità inquietante: al Manderley Resort c'è sempre qualcuno che guarda.rnrnMancano solo quattro giorni alla serata di apertura del Manderley, l'hotel piú esclusivo del mondo. Il prestigioso resort sul mare offrirà ai suoi fortunati clienti il massimo in termini di lusso e sicurezza. Tessa è la persona incaricata dell'organizzazione e, nonostante l'arrivo inaspettato e spiazzante di Brian, il suo amico d'infanzia, ogni cosa sembra andare per il meglio. Ma due killer con il volto coperto iniziano a eliminare in maniera sistematica i membri del personale sotto gli occhi impassibili di centinaia di telecamere. Chi li manda? Cosa vogliono? E perché la Security non interviene? Tessa e Brian dovranno usare tutta la loro intelligenza e il loro coraggio per uscire vivi da quel luogo di sogno che si è trasformato in una trappola. -
L' arte della guerra
Composto in Cina nel IV secolo a.C., ""L'arte della guerra"""" è il più antico trattato di strategia militare, che ha influenzato le tecniche di guerra cinesi per oltre due millenni, per essere poi adottato dagli eserciti di tutto il mondo. Ma non solo. Negli ultimi decenni, la politica e l'economia hanno prestato sempre maggiore attenzione ai principî dell'""""Arte della guerra"""". Perché Sun Tzu non si limita a fornirci indicazioni su come sconfiggere i nemici sul campo di battaglia. Sun Tzu ci insegna anche e soprattutto la lucida razionalità con cui esaminare i mezzi e i fini della strategia; la lungimiranza con cui adottare le decisioni; la gestione dei conflitti in modo profondo e non distruttivo, perché """"la cosa migliore è costringere alla resa senza combattere""""."" -
Io sono Dot
Una ragazzina che proprio non ce la fa a tenere la lingua a freno. E affronta il mondo nel solo modo che conosce: a rotta di collo.rnrn«Potreste pensare che questa non sia una storia vera, perché una parte di essa contiene cose a cui è difficile credere, ma vi assicuro che non c'è niente di inventato, dall'inizio alla fine. Vi dirò la pura verità, dal principio alla fine. Vi dirò che i miei amici mi chiamano Dot, e che preferisco che i miei nemici non mi chiamino affatto. Si tratta di una grande avventura? Be', nessuno andrà sulla luna o scalerà una montagna altissima. Ma per me è un'avventura. È la mia vita quotidiana».rnrnNiente è stato facile per Dorothy «Dot» Sherman. Ma se mai c'è stata una ragazzina capace di prendere la vita e rivoltarla, be', è lei. A diciassette anni, quando hai un padre uscito a comprare le sigarette e mai tornato, una madre buona a nulla, un fratellino re delle caccole e una sorella regolarmente gonfiata di botte dal marito, non sono molte le persone su cui puoi contare. Così Dot fa la cameriera sui pattini e si difende come può, anche menando le mani. Finché, un giorno, un tizio di nome Elbert, che dichiara di essere uno zio, si installa nella roulotte di famiglia. Per quel che ne sa Dot, Elbert potrebbe essere un serial killer - del resto qualche piccolo trascorso criminale ce l'ha - ma alla fine l'uomo si rivelerà il più sensato della famiglia. E, dopo anni di frustrazioni e delusioni, forse anche per Dot la ruota potrebbe girare. -
L' ospite più atteso. Vivere e rivivere le emozioni della maternità
Negli stati crepuscolari della mente, intermedi tra il sonno e la veglia, affiorano le fantasie materne. Là dove, incontrando il bambino che nascerà, lo conducono nel mondo che l'attende.In questo libro l'autrice narra e commenta, con profonda sensibilità, una storia di maternità con l'intento di valorizzare una esperienza fondamentale, che non sempre occupa il posto che merita nella vita delle donne. Già i mesi dell'attesa costituiscono, se non vengono prevaricati da altre richieste, un periodo di straordinaria intensità emotiva. Ma, nell'epoca della fretta, molte giovani donne si trovano sole e smarrite al momento di realizzare il desiderio di un figlio. Per aiutarle è allora opportuno riallacciare un dialogo tra le generazioni ove alcune troveranno la possibilità di rievocare situazioni ed emozioni che credevano dimenticate, altre di sentirsi motivate e preparate ad accogliere «l'ospite più atteso», il figlio che nascerà. -
Essere amici
La vita nell'amicizia è adesso, lo sentiamo senza dovercelo dire. Vale la pena di vivere per questo, perché c'è l'amicizia. Essa libera la quotidianità dal suo carattere di «compito» e l'esistenza da qualunque sospetto di «doversela meritare». «Un saggio bellissimo e sorprendente. Da regalare a chi ci è amico davvero» - SetternÈ la ricompensa dei viventi, che non bisogna aspettare anni o in un'altra vita. In questo senso, proprio oggi, per noi contemporanei è una delle piú assurde e anacronistiche manifestazioni. Ricorda a una società che ne ha completamente smarrito il senso che non c'è un oltre, ma che esso è già qui, che c'è qualcosa che non corrisponde a nessuno scambio equo, è uno spazio della «ingiusta gratuità», ingiusta perché questa non è offerta a tutti. L'amicizia presuppone la sua revoca, non è né un diritto né un dovere. È un fenomeno singolare: una società basa il legame tra i suoi componenti su una vicinanza dovuta a qualcosa di impalpabile, come la simpatia e l'affinità. Essa è la condizione del legame libero tra cittadini. -
Architettura e democrazia. Paesaggio, città, diritti civili
Città e paesaggio incarnano valori collettivi essenziali per la democrazia. Formano un orizzonte di diritti a cui deve rispondere la responsabilità dell'architetto, perché il suo lavoro incide sull'ambiente e sul tessuto urbano, determina la qualità della vita quotidiana, modifica le dinamiche della società.rnrnDove corre il confine fra «paesaggio» e «città»? E come giudicare o indirizzare gli interventi sull'uno e sull'altra, o la continua crescita delle periferie? Devono prevalere i valori estetici (un paesaggio da guardare) o quelli etici (un paesaggio da vivere)? L'architetto è il mero esecutore dei voleri del committente, anche quando vadano contro l'interesse della collettività, o deve mostrarsi attento al bene comune? Sfidare i confini difficili fra città e paesaggio, decostruire i feticci di un neomodernismo conformista (il grattacielo e la megalopoli) e le sue conseguenze (i nuovi ghetti urbani) vuol dire tentare il recupero della dimensione sociale e comunitaria dell'architettura. In un paesaggio inteso come teatro della democrazia, l'impegno etico dell'architetto può contribuire al pieno esercizio dei diritti civili. Diritto alla città, diritto alla natura, diritto alla cultura meritano questa scommessa sul nostro futuro. -
Dall'oblio più lontano
Patrick Modiano aggiunge un altro prezioso tassello alla sua indagine sulla memoria: ancora una volta, racconta le tracce luminose e enigmatiche lasciate dagli uomini e dalle donne attraverso il tempo, e la necessità della letteratura di seguire quelle sciernrnrnUn ragazzo senza nome conduce una vita provvisoria vendendo vecchi libri nel cuore della rive gauche. Quando incontra Jacqueline riconosce in lei il suo stesso desiderio: fuggire, fuggire da tutto e tutti, forse anche da se stessi. Innamorati, scapperanno nella Londra elettrica dei primi anni Sessanta, finché una notte la donna scompare senza lasciare traccia. Come la protagonista di un sogno ricorrente, Jacqueline ricomparirà solo quindici anni dopo, con un altro nome, un'altra vita… Tra città invernali e remote, abitate da personaggi sfuggenti come la giovinezza, una storia su ciò che abbiamo di piú prezioso: quello che sopravvive al tempo distruttore, e che ci giunge, intatto e misterioso, dall'oblio piú lontano.rnrnParigi, primi anni Sessanta. Un ragazzo senza nome conduce una vita provvisoria, vendendo vecchi libri e alloggiando negli alberghi del quartiere latino. Un giorno, in place Saint-Michel, incontra per puro caso un uomo e una donna, Gérard Van Bever e Jacqueline, apparentemente venuti dal nulla come lui, che vivono di giocate vincenti nei casinò di provincia e di affari poco chiari, risparmiando per il miraggio di una fuga a Maiorca. Il narratore resta subito irretito da Jacqueline, creatura stregata e indifferente, drogata di etere e chiusa in un segreto inaccessibile. Cosí si accompagna alla coppia per qualche tempo, lasciandosi trascinare senza opporre resistenza e sfiorando altri personaggi di quell'orbita misteriosa e malinconica. Poi, dopo che Jacqueline l'ha convinto a rubare del denaro a uno di questi conoscenti, decidono di scappare insieme a Londra, loro due soli. Ma una notte, nella città variopinta e eccitante dove hanno vissuto insieme e lui ha cominciato a scrivere, lei non torna a casa. Di passaggio a Parigi, quindici anni dopo, il narratore diventato scrittore riconosce il suo viso in quello di una donna che ora si chiama Thérèse... Chi era Jacqueline, e chi è diventata? Chi era lui stesso? Che significato ha avuto il loro incontro? Quali meccanismi incomprensibili muovono il ricordo e l'oblio degli umani, isolando in un bagliore senza spiegazione solo alcuni istanti delle nostre vite? -
I tabù del mondo. Figure e miti del senso del limite e della sua violazione
Un libro ricco di pensiero e di vita dove uno psicoanalista legge senza facili conformismi la cifra antropologica del nostro tempornIn un'analisi lucida e appassionata, Recalcati ci dice che dobbiamo distinguere due versioni del tabú: «da una parte la sua forma semplicemente ideologico-superstiziosa; il tabú come luogo di restringimento e oppressione della vita. Dall'altra una forma del tabú come ammonimento e indice simbolico - memoria della Legge della parola -, segno che la vita non ci appartiene mai come una semplice presenza di cui siamo proprietari, ma è qualcosa che porta con sé la cifra - trascendente e impossibile da svelare - del mistero». Il nostro tempo sembra aver dissolto ogni confine, compresi quelli stabiliti dai tabú. Non esiste piú un limite che non sia possibile valicare. La trasgressione è divenuta un obbligo che non implica alcun sentimento di violazione. La disinibizione diffusa ha preso il posto della reverenza passiva e sacrificale di fronte alle nostre vecchie credenze. Ma i tabú devono semplicemente essere smantellati dalla nuova ragione libertina che caratterizza il nostro tempo oppure conviene provare a ripensarli criticamente senza nutrire alcuna nostalgia per il passato? Ci sono parole chiave come preghiera, lavoro, desiderio, colpa, eutanasia, famiglia, che sono state in modi diversi associate ai tabú e che esigono oggi di essere riattraversate criticamente. Vi sono anche figure mitologiche, storiche o letterarie che sono divenute crocevia essenziali della nostra storia individuale e collettiva e che ci spingono a incontrare in modo nuovo lo spigolo duro del tabú: Ulisse, Antigone, Edipo, Medea, Amleto, Isacco, Don Giovanni, Caino. Dal riferimento a grandi autori dell'Occidente - da Platone a Hegel, da Dostoevskij a Sartre, da Freud a Lacan, da Marx a Calvino, da Molière a Beckett - cosí come nelle miserie della nostra vita quotidiana, Recalcati rintraccia la sparizione del tabú e l'apparizione delle sue nuove maschere. -
Storia d'Italia. Il cammino tormentato di una nazione 1861-2016
Una nuova, importante, storia d'Italia: la storia di un Paese bloccato.rnrnrnDall'evoluzione dell'Italia unita dalle origini fino ai primi anni Novanta del XX secolo emergono tre principali caratteristiche reciprocamente correlate in un contesto che ha visto il succedersi di tipi di Stato e di regimi politici (il liberale, il fascista, entrambi monarchici, e il democratico-repubblicano) opposti per le loro caratteristiche politiche e istituzionali. La prima è che la contrapposizione delle forme di governo ha impresso alla storia dello Stato un segno di profonda discontinuità. La seconda è che in ciascuno dei tre tipi di Stato le forze di opposizione d'impronta radicale sono state costantemente considerate dalle forze di governo come pericolosi soggetti «anti-sistema», ai quali occorreva sbarrare la strada al potere; e che le forze escluse dall'area del potere hanno individuato in quelle dominanti gli strumenti di classi dirigenti oppressive. Conseguenza è stata che per oltre centotrent'anni i sistemi politici hanno protratto la propria esistenza in una condizione di «eccezionalità»: l'impossibilità per l'opposizione di accedere alla guida del Paese. La terza caratteristica è che le classi politiche di governo e i ceti piú elevati hanno sistematicamente reagito arroccandosi in blocchi di potere oligopolistici (nei casi del regime liberale monarchico e di quello democratico-repubblicano) o monopolistici (nel caso del regime fascista) contro le forze ritenute non legittimate a governare. Il venir meno dei blocchi di potere agli inizi degli anni Novanta e il formarsi di schieramenti in competizione non ha prodotto né stabilità né la necessaria innovazione istituzionale.