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Poesie. Testo francese a fronte
Questa antologia, curata da Elisa Donzelli, riprende in parte il volume Feltrinelli del 1962, Poesia e prosa, che costituí il piú organico ingresso del poeta francese in Italia e il piú completo panorama della sua poesia successiva al primo periodo surrealista. rnrnViolente l'épaule s'entrouvre; Muet apparaît le volcan. Terre sur quoi l'olivier brille, Tout s'évanouit en passage. Violenta si schiude la spalla; Muto appare il vulcano. Terra su cui brilla l'ulivo, Tutto passa e scompare. rnrnRené Char ha avuto in Italia due straordinari traduttori: Sereni e Caproni. Sul rapporto Char-Sereni, fatto di incontri assidui a partire dal 1960 e di un carteggio imponente (pubblicato nel 2010), si sa quasi tutto. Molto meno si è indagato il rapporto Char-Caproni. L'amicizia personale fra i due sboccia piú tardivamente, dopo il 1978, ma la sintonia poetica è forte fin dall'inizio. Se Sereni ama in Char un poeta che sente molto diverso da sé, Caproni traduce il poeta francese per affinità, a partire dalla vicenda esistenziale che aveva visto entrambi combattere nella Resistenza. Questa antologia, curata da Elisa Donzelli, riprende in parte il volume Feltrinelli del 1962, Poesia e prosa , che costituí il piú organico ingresso del poeta francese in Italia e il piú completo panorama della sua poesia successiva al primo periodo surrealista. L'introduzione e il commento della curatrice mostrano le vicende di singole poesie indicando qualcuna fra le piú significative varianti della traduzione; e mostrano l'influenza che queste traduzioni ebbero sulla successiva poesia di Caproni. -
Restare vive
Cinque amiche, una grande casa piena di ricordi e una speciale festa d'addio. Perché l'amicizia è il piú efficace antidoto agli sgambetti del destino.rnrn «Restare vive incanta, abbaglia, spezza il cuore e consolida una nuova, straordinaria voce nel panorama letterario internazionale. Grazie, Victoria Redel!» - Michael Cunningham rnrn«Alza la voce», disse Ming dalla cucina, dove stava preparando una minestra. «Non voglio perdermi nulla.»rnAnna seguiva il racconto. Quasi tutto. Rideva. E così Helen, con quella sua risata fragorosa, ottimista, Molly, cui venivano ancora le lacrime agli occhi mentre rideva in silenzio, a piccoli singhiozzi. E Caroline, esilarante con le sue sopracciglia mobili e le mani che calavano in picchiata affettando l’aria. Quante risate si sono fatte: ridendo insieme hanno superato momenti in cui da riede c’era ben pocornrnrnLe «Vecchie Amiche»: è cosí che in prima media Anna, Helen, Caroline, Molly e Ming hanno ribattezzato la loro alleanza. All'epoca quella definizione sembrava un ossimoro, il nome di un gruppo rock, il titolo di una serie poliziesca. Oggi, a diversi decenni di distanza, è la pura e semplice verità. Le cinque amiche hanno attraversato insieme una vita intera: figli, amori, sfide professionali. E quando Anna arriva all'ultima stagione di una malattia contro cui non vuole piú combattere, le altre le si stringono intorno per parlare, ridere e condividere scampoli di normalità sullo sfondo della sua casa tra le colline del Massachusetts. Consapevoli che anche dentro i finali piú tristi può celarsi una grazia inaspettata. Calibrando con maestria una scrittura precisa e vivissima, Victoria Redel prende le nostre paure piú grandi per trasformarle in speranza, consegnandoci, in forma di romanzo, un canto alla vita e al potere insondabile dell'amicizia. -
Dentro l'inverno
Un padre e un figlio. Il bisogno di una sfida e il desiderio di fuga li spingono a partire per un viaggio in canoa sulle tracce dei voyageurs. Se la dovranno vedere con le foreste selvagge del Minnesota e la ferocia dell'inverno. rnrnTroveranno fiumi in piena, crepacci, neve e animali selvatici. E vecchi avversari da affrontare a viso aperto, cosí come le loro paure e le loro debolezze, se vorranno tornare a casa vivi.rnrn«L'ultima di quelle notti, si svegliò di soprassalto. Il fuoco si era spento e lui batteva i denti per il freddo. Quando uscí dalla tenda per riattizzare il fuoco, vide i pini sulla riva di fronte illuminati in controluce dai loro fuochi celesti: l'arancio e il rosso dell'aurora boreale brillavano in un firmamento tempestato di stelle. Doveva esserci un modo, pensò, per bruciare con quello stesso ardore»rnrn«Il nuovo, potente romanzo di Peter Geye si muove tra i paesaggi ghiacciati dell'America e del cuore umano» - Publisher WeeklyrnrnGeye è un narratore di straordinario talento - New York Journal of Books rnrnIl vecchio Harry Eide scompare nelle regioni selvagge che circondano la cittadina di Gunflint, nel Minnesota. Non è la prima volta che si confronta con le foreste spazzate dal gelo invernale: trent'anni prima ci ha portato il figlio Gustav, allora diciottenne. Quando Harry viene dichiarato morto, è proprio Gustav a raccontare a Berit Lovig di quel lungo, estenuante inverno. Berit è la donna che amava suo padre e che, negli ultimi trent'anni, gli è stata vicina. Le racconta della paura, delle mappe imprecise, del freddo e della sensazione di non farcela. Soprattutto, le dice che quel viaggio era per Harry l'unico modo per mostrarsi degno di lei. Un tentativo disperato, per poco non finito in tragedia, ma che, come un'iniziazione, ha fatto del padre l'uomo che è stato e di Gus l'uomo che è. -
Selection day
Manju ha un cuore puro e complicato come tutti i quattordicenni. Ma ha anche un padre tirannico divorato da un'ossessione: fare dei suoi figli dei campioni di cricket cosí da fuggire dagli slum in cui vivonornrn«Il miglior romanzo che ho letto quest'anno. Uno straordinario affresco del nostro presente tra sport, avidità, vita mondana e celebrità» - The Atlanticrn«L'ennesima conferma che Adiga è uno dei più grandi narratori in circolazione» - San Francisco ChroniclernrnE intanto, tra procuratori senza scrupoli, allenatori fuori di testa, un fratello bellissimo e destinato al successo, il giorno dei provini si avvicina Con Selection Day Aravind Adiga ha scritto un romanzo rutilante, drammatico e divertentissimo allo stesso tempo, degno di un vincitore del Booker Prize. Manju ha quattordici anni ma sa già tante cose: ad esempio sa di essere bravo a cricket - anche se non bravo come suo fratello Radha (forse). Sa che deve avere paura e rispetto di suo padre, un venditore ambulante di chutney. Sa che suo padre è un uomo divorato da un'unica, bruciante ossessione: quella di fare dei suoi due figli dei campioni dello sport cosí forti da poter scappare dai bassifondi di Mumbai dove vivono. Sa che il padre non si fermerà di fronte a nulla, a nessun sacrificio (dei suoi figli), a nessuna privazione (dei suoi figli), per raggiungere il suo sogno (non necessariamente quello dei figli). Manju sa che sua madre se n'è andata tanti anni fa e sa anche che non tornerà piú. Eppure ci sono anche un mucchio di cose che Manju non sa su di sé e sul suo mondo, e che imparerà nel corso di questo romanzo tenero e forte, divertente e drammatico, come solo i quattordicenni sanno essere. Selection Day è un romanzo traboccante di vita e personaggi - dal vecchio talent scout che tutti chiamano Tommy Sir per il suo inglese ridicolmente forbito; ad Anand Mehta, l'investitore tanto ricco di denaro quanto di buffa grandeur ; a Sofia, la giovane amica e tifosa dei due fratelli -, un rutilante affresco sociale come non se ne leggeva da tempo: e se da una parte è un dettagliato spaccato dell'India di oggi, dall'altro, con la sua storia di padri e figli, ambizione e riscatto, ricorda certo cinema italiano dei decenni passati, come Rocco e i suoi fratelli o Ladri di biciclette . Di quei capolavori possiede la stessa vitalità, la medesima potenza visiva, un'uguale capacità di fare ricorso a tutte le tinte dello spettro emotivo, dalla comicità al dramma, dal sentimentale all'epico. Cosí quello che il lettore si ritrova tra le mani è un libro in cui, come scrive il «Washington Post», «ogni paragrafo rimbalza tutt'intorno vivace come una pallina ribattuta a tutta velocità durante una partita in una strada sporca: uno gli dà la direzione generale, ma la storia può cambiare in ogni momento, cosí come in ogni momento si trasformano i personaggi. Selection Day è una riflessione dolce-amara sui limiti delle nostre scelte. Però la... -
Full of life
"È la storia di un uomo e di sua moglie, di come diventano genitori di un bellissimo bambino"""": questa - per usare le parole di Fante in una lettera alla madre - l'idea portante di """"Full of life"""". Ma, come in tutti i romanzi del grande narratore americano, è molto difficile riassumere le invenzioni, l'ironia, le meraviglie della sua scrittura: si può solo goderne il divertimento e la forza che la ispirano. Pubblicato nel 1952 e qualche anno dopo adattato per il cinema (con tanto di nomination all'Oscar per la migliore sceneggiatura), è il libro più comico e autobiografico scritto da John Fante, il suo ultimo romanzo prima del lungo silenzio durato oltre venticinque anni. E dunque ecco John e sua moglie Joyce alle prese con l'arrivo del loro primo figlio, l'improvviso attacco di una schiera di voraci termiti alla loro casa di Los Angeles, il soccorso di papà Nick, il """"più grande muratore della California"""", e ancora una serie interminabile di piccole disavventure e litigate, tra lacrime, sorrisi, crisi mistiche e formidabili bevute di vino. Introduzione di Paolo Giordano." -
Sogni di Bunker Hill
Sotto le luci miserabili e iperboliche di Hollywood, Arturo Bandini sogna il successo di scrittore mentre con la mano sinistra scrive pessime sceneggiature che non vedranno mai la luce. Potrebbe essere la premessa di una tragedia, ma come sempre, in bocca a Bandini, tutte le tragedie finiscono in commedia. Anche in quest'ultimo capolavoro colpisce l'inconfondibile voce fantiana, quell'impasto di humour, candore e cattiveria che ne ha fatto uno degli scrittori più amati dei nostri anni. Introduzione di Gianni Amelio. -
Un eremo non è un guscio di lumaca
Adriana Zarri decise nel 1975 di imprimere una svolta ""radicale"""" alla sua vita monastica e di abbracciare l'eremitaggio. Intraprendendo una scelta di vita che privilegia la solitudine e il silenzio. Quello che con questo racconto di esperienze, ricordi e riflessioni di vita contemplativa, vuole offrirci è una particolare, concreta e umana idea di monachesimo. Una scelta di solitudine può essere infatti un luogo fecondo di incontro, il silenzio contemplativo può essere un modo di parlare più forte e meglio a tutti ed essere un luogo dove racconto e realtà convivono e si contaminano, dove """"lo studio e la riflessione sono impastati di vita"""". Nel libro, Adriana Zarri illustra via via diversi aspetti della sua vita: dalle circostanze che l'hanno spinta verso questa decisione, all'organizzazione pratica della casa e delle sue giornate, al rapporto con la natura e il ritmo delle stagioni, alla relazione con il mondo secolare e i mezzi di comunicazione, alle paure e pericoli che nascono da una vita simile, agli animali che le fanno compagnia. Agli incontri con amici, scrittori e intellettuali, che vengono a trovarla e a discutere con lei. Ma ogni argomento, anche il più umile e quotidiano, è trattato con bonaria e umanissima ironia (e autoironia). E soprattutto diventa lo spunto per una riflessione sulla meditazione e sul silenzio necessario affinchè ognuno possa trovare la sua voce: perché """"occorre avere del silenzio un concetto vitale e non formale""""."" -
Imparare democrazia
Un saggio di Gustavo Zagrebelsky - una riflessione - che poggia su convinzioni maturate in lunghi anni di dedizione all'argomento, in cui vengono descritti significati e storia di un modello politico che aspira all'uguaglianza, al dialogo e all'esercizio dei diritti di ciascuno e di tutti. Completa il volume una scelta di testi sul concetto di democrazia, significativi seppur non tutti canonici, di autori d'ogni tempo: Erodoto, Aristofane, Cicerone, Montesquieu, Tocqueville, Brecht, Orwell, Arendt, Bobbio e Carillo. -
Infinite jest
«Infinite Jest è un'opera davvero spettacolare, capace di intossicarvi con la sua comicità e la sua inesauribile inventiva, ma anche di disintossicarvi con pagine di profonda e lucida tristezza.» - Jonathan Franzen«Può darsi che vi giunga nuova, ma nella vita c'è di più che starsene seduti a stabilire contatti.»In un futuro non troppo remoto e che somiglia in modo preoccupante al nostro presente, la merce, l'intrattenimento e la pubblicità hanno ormai occupato anche gli interstizi della vita quotidiana. Il Canada e gli Stati Uniti sono una sola supernazione chiamata ONAN, il Quebec insegue l'indipendenza attraverso il terrorismo, ci si droga per non morire, di noia e disperazione. E un film perduto e misterioso, ""Infinite jest"""", dello scomparso regista James Incandenza, potrebbe diventare un'arma di distruzione di massa..."" -
Zohar. Il libro dello splendore
Fonte di antichissima sapienza o falso ben congegnato? Un'opera dall'intensissima forza contemplativa e letteraria che da più di sette secoli custodisce il proprio mistero. Frode di imbroglioni, lo definì l'Ottocento positivista. Libro santo e antichissimo lo credono, ancora oggi, gli ebrei ortodossi di tutto il mondo. Ai cabbalisti cristiani, dal Rinascimento al tardo Romanticismo, il Sefer ha-zohar (Il libro dello splendore) ha offerto materiale di propaganda missionaria, grazie alle profezie cristologiche che vi sarebbero adombrate. A storici del pensiero e antropologi appare come il prezioso documento di una rarefatta fenomenologia religiosa. A grandi scrittori come Proust e Borges è sembrato un'inesauribile fonte di racconti e scenografie cosmiche. In questo deposito di arcani ognuno ha trovato ciò che cercava, anche la ricetta della felicità. -
Walter Benjamin. Una biografia critica
Walter Benjamin è stato uno dei più importanti ed enigmatici intellettuali del ventesimo secolo. I suoi scritti, che sovrappongono filosofia, teoria letteraria, analisi marxiana della società e una sorta di sincretismo teologico, sfuggono a ogni tradizionale categorizzazione. E la sua esistenza randagia e spesso in fuga dal minaccioso incalzare degli eventi ha offerto terreno ideale a ogni forma di mitologizzazione. La sua parabola intellettuale muove dal brillante esoterismo dei primi scritti ai saggi che hanno fatto di Benjamin una voce centrale della cultura di Weimar, per arrivare agli anni dell'esilio con le pionieristiche teorie sui media moderni e la nascita del capitalismo di consumo nella Parigi del secondo Ottocento. Questo percorso ha avuto luogo nel corso dei più catastrofici decenni della moderna storia europea: l'orrore della prima guerra mondiale, la surreale instabilità della Repubblica di Weimar e l'incombente ombra del nazismo. Questa nuova biografia, a firma di due tra i più affermati studiosi dell'opera dell'intellettuale tedesco, getta, al di là dei miti e del carattere frammentario della sua opera, una nuova luce su uno straordinario protagonista della cultura contemporanea. Howard Eiland e Michael W. Jennings mettono a disposizione del lettore una ricca messe di informazioni che consentono di ricostruire in modo sorprendente una vita tragicamente straordinaria. -
Zero K
Zero K è il maestoso canto del cigno di DeLillo e del post-moderno. Impossibile eguagliare la perfezione stilistica di un romanzo che pare il testamento di un autore e di un intero movimento. In questo diciassettesimo romanzo lo scrittore di New York esplora l'illusione tutta umana di un'eventuale sconfitta della morte. Lo fa attraverso il gelido resoconto di un figlio in procinto di perdere i genitori, illusi che la criogenesi possa esonerarli dai limiti biologici di un'umanità alla deriva.rn«Tra centinaia di anni, ammesso che l'umanità non si sia estinta e continui a leggere libri, se qualcuno vorrà capire cos'era la vita in Occidente tra la fine del ventesimo secolo e l'inizio del nuovo millennio non avrà modo migliore per farlo che leggere i romanzi di Don DeLillo». - Jennifer Egan rn«""Zero K"""" è il romanzo più bello di DeLillo dai tempi di """"Underworld""""». - Michiko Kakutani, «The New York Times» rn«Jeffrey Lockhart scopre che il padre, un finanziere di sconfinata ricchezza, ha deciso di preservare criogenicamente il corpo della giovane moglie malata fino a che i progressi della medicina non potranno salvarla: DeLillo si immerge negli abissi di un tema estremo, resistendo a ogni cliché, e ne riemerge con qualcosa che è allo stesso tempo nuovo e universale». - The Huffington Postl padre di Jeffrey Lockhart, Ross, è un magnate della finanza sulla sessantina, con una moglie più giovane, Artis Martineau, gravemente malata. Ross è uno dei finanziatori di Convergence, un'azienda tecnologica con una futuristica sede ultrasegreta nel deserto del Kazakistan. Attraverso le ricerche biomediche e le nuove tecnologie informatiche, a Convergence possono conservare i corpi e le coscienze fino al giorno in cui la medicina potrà guarire ogni malattia. Decidono così di affidarsi a Convergence: prima Artis poi lo stesso Ross, incapace di continuare a vivere senza l'amata compagna. Così Jeff si riunisce con il padre e la moglie per quello che sembra un addio - o forse un arrivederci. Jeff è turbato: non capisce se a Ross è stato fatto il lavaggio del cervello dagli uomini di Convergence (un gruppo che ha non poco in comune con una setta religiosa o un manipolo di body artist) oppure se è la decisione consapevole e radicale di un uomo tanto ricco e potente che ha deciso di possedere anche la morte. Ma questa è anche l'occasione per ristabilire un rapporto - ammesso che non sia troppo tardi - con il padre: una relazione incrinata anni prima, quando il genitore decise di lasciare la madre di Jeff."" -
Io sono con te. Storia di Brigitte
Brigitte arriva alla stazione Termini un giorno di fine gennaio. Addosso ha dei vestiti leggeri, ha freddo, fame, non sa nemmeno bene in che Paese si trova. È fuggita precipitosamente dal Congo, scaricata poi come un pacco ingombrante. La stazione di Roma diventa il suo dormitorio, la spazzatura la sua cena. Eppure era un'infermiera, madre di quattro figli che ora non sa nemmeno se sono ancora vivi. Quando è ormai totalmente alla deriva l'avvicina un uomo, le rivolge la parola, le scarabocchia sul tovagliolo un indirizzo: è quello del Centro Astalli, lì troverà un pasto, calore umano e tutto l'aiuto che le serve. Di fatto è un nuovo inizio, ma è anche l'inizio di una nuova odissea. ""Io sono con te"""" è un libro raro e necessario per molte ragioni: è la storia di un incontro e di un riconoscimento, di un calvario e una rinascita, la descrizione di un'Italia insieme inospitale e accoglientissima, politicamente inadeguata e piena di realtà e persone miracolose. Melania Mazzucco si è messa in gioco a ogni pagina come essere umano e come scrittrice, scegliendo una forma flessibile e nuova, esatta, personale, carica di un'emozione trattenuta e dirompente. Se in """"Vita"""" aveva narrato l'epopea dell'emigrazione italiana, ora ribalta la prospettiva: guardando negli occhi questi uomini e queste donne, specchiandoci nelle loro storie, non potremo non riconoscere l'energia disperata che ci accomuna tutti, quando la vita ci ha travolti e tentiamo di rimetterci in piedi."" -
Un anno in giallo
Da gennaio a dicembre, da Capodanno a Natale, dodici gialli perfetti. Per un anno da leggere con il fiato sospeso. Ci sono gialli d'inverno, come la luce dei lampioni in una bufera, ma anche gialli d'estate, come la sabbia nelle scarpe dopo una giornata al mare. Ci sono gialli d'autunno, come le foglie sui viali alla vigilia di Ognissanti, ma anche gialli di primavera, come le primule ai bordi d'un bosco. Perché ogni delitto ha la sua stagione, e ogni stagione ha il suo delitto: omicidi da camino acceso o rapimenti in giardino, furti su una spiaggia affollata o aggressioni a mano armata d'ombrello. Non c'è occasione, non c'è momento in cui un criminale rinunci ad agire. Si inizia con Thomas Burke e il suo signor Ottermole, e si arriva agli inquietanti uccelli di Daphne Du Maurier portati al cinema da Hitchcock. Passando per Ellery Queen, Agatha Christie e Patricia Highsmith: un almanacco d'inquietudini appassionanti, un prezioso lunario del delitto da portarsi dietro in ogni stagione. -
Le voci delle cose. Progetto idea destino
La cultura moderna ha ridotto la fitta presenza degli oggetti d'uso nella nostra esistenza quotidiana a due figure principali, la funzione e la forma, il corpo tecnico e il design. Ma la definizione è incompleta. In realtà, l'oggetto è la risultante di una serie di forze disparate, che in esso convergono, interagendo in profondità con la nostra storia. Questo libro prende in esame la realtà multiforme dell'oggetto quotidiano, all'inizio evocato dal bisogno, e poi via via immaginato nel desiderio, definito nella funzione, disegnato nel progetto, realizzato nella produzione, distribuito come merce, classificato nel comportamento di consumo, vissuto nell'uso, apprezzato nel godimento estetico e infine, non di rado, esaltato come bene culturale. Ciò che a prima vista sembrava una «cosa» inerte, si rivela dunque un essere proteiforme, generatore di energie semantiche, simboliche, estetiche, tecniche, economiche, culturali, fra le quali il problema della forma acquista valenze sempre diverse. Non è un «oggetto» quello che appare in questa prospettiva: è un evento, che si dipana dinanzi ai nostri occhi in una trasformazione continua, e che pure resta sempre inflessibilmente uguale a se stesso. -
Portatile
Da dove cominciare a leggere un autore innovativo, geniale e inclassificabile come David Foster Wallace? rn«La mente migliore della sua generazione»The New York Times rnrnCurata da Bonnie Nadell, Karen Green e Michael Pietsch, questa antologia raccoglie una scelta delle opere piú celebri e straordinarie di David Foster Wallace: stralci di romanzi, pezzi di saggistica, racconti e materiali didattici. Uno spaccato dei personaggi, temi e paesaggi che hanno reso Wallace uno degli scrittori piú ammirati della scena contemporanea. Una raccolta pensata per chi fino ad ora si è lasciato intimorire dalla mole di alcune delle opere di Wallace e dal fatto che sia considerato un autore «difficile». Ma anche un breviario per chi è già adepto di un culto internazionale che non accenna a scemare. Introduzione all'edizione italiana di Stefano Bartezzaghi. «La mente migliore della sua generazione». rnrnIn questa antologia: ampi stralci tratti dai romanzi La scopa del sistema, Infinite Jest, Il re pallido; racconti tratti dalle raccolte Brevi interviste con uomini schifosi, La ragazza dai capelli strani, Oblio; saggi tratti da Considera l'aragosta, Di carne e di nulla, Il tennis come esperienza religiosa, Questa è l'acqua, Tennis, tv, trigonometria, tornado e i materiali didattici che David Foster Wallace usava nelle università dove insegnava. -
Il sentiero
Forse sopno un fantasma. Forse sono morto in un punto imprecisato in mezzo al mare. Qualcosa è successo. Lo so, lo sento. Qualcosa di spaventoso. Forse sono affogato. Forse il mare ha gettato sulla spaiggia solo il mio corpo. Mentre il mio spirito, separato dal corpo, si sollevava dalla sabbia. Forse è per questo che non trovo tracce di mernUn uomo fradicio e intirizzito si risveglia su una spiaggia sconosciuta. Non ricorda nulla, né di quel che è successo né di sé: ogni memoria è svanita. Aiutato da un'abitante del luogo, recupera qualche brandello della propria identitàrnVive in un cottage sull'isola di Harris nelle Ebridi, e sta conducendo delle ricerche sul mistero di tre guardiani scomparsi nel 1900 dal faro locale. Ma i file che dovrebbero contenere i capitoli del libro sono vuoti. L'unico indizio è una mappa su cui è tracciato un sentiero, la Via delle Bare, che attraversa l'isola. L'uomo non sa dove conduca, ma sa che seguirlo potrebbe essere il solo modo di ritrovare sé stesso e la verità. Con la consueta maestria, Peter May ci riporta fra i panorami incantati delle isole Ebridi in un romanzo che intreccia i colpi di scena di un thriller alle emozioni di un viaggio nell'anima, e nel futuro, dell'umanità. «Una storia meravigliosa, una scrittura tagliente e un messaggio importante». The Oxford Times «Un ecothriller brillante e ricco di colpi di scena». The Guardian -
Pericle. La democrazia ateniese alla prova di un grand'uomo
Per i manuali di storia Pericle è lo statista illuminato, l'amico dei filosofi, l'urbanista insigne, il principale artefice del «miracolo» greco e soprattutto l'inventore della democrazia. Ma quanto della sua leggenda regge alla prova della verità storica?rnrnDa Tucidide e Plutarco a Montaigne, Voltaire e Rousseau, da Hobbes ai farneticanti ideologi nazisti, a lungo Antichi e Moderni si sono interrogati sui rapporti tra Pericle e la comunità ateniese. Il grand'uomo fu dunque un leader onnipotente o un mero ventriloquo delle aspirazioni popolari? Ecco l'enigma che questa esemplare ricerca prova a risolvere.rnrn«Personaggio familiare dei libri di scuola e delle opere dedicate alla Grecia antica, Pericle ha il raro privilegio d'incarnare da solo un ""secolo intero"""", condensando intorno al suo nome l'apogeo di Atene e il fiorire della prima democrazia della storia. Rivelato da un busto di epoca romana, il suo volto impenetrabile sembra costituire una sfida lanciata allo storico. Come interpretare questa statua levigata, priva della minima asperità? Come proporre un nuovo sguardo su un soggetto già studiato così tante volte? Accingersi all'analisi di questo monumento della storia comporta chiaramente il rischio di perdersi nell'oceano di una storiografia pletorica senza mai raggiungere un porto sicuro... Se Pericle ha indubbiamente pesato sulle decisioni collettive della città, inversamente la vita del grand'uomo rivela in filigrana l'influenza del demos ateniese sui suoi dirigenti. Anche solo per esercitare il minimo potere, il grand'uomo doveva tener conto delle aspettative popolari, e in tal senso armonizzare, allineare e adattare il proprio comportamento. È proprio la complessa interazione tra il popolo e i suoi capi ciò che merita di venir posto al centro dell'indagine. Un progetto incentrato su Pericle dovrà quindi muoversi su uno stretto crinale: guardarsi dall'idealizzare Atene, senza per altro negare la rottura prodotta dall'invenzione della democrazia; evitare se possibile i paralleli ingannevoli senza rinunciare a lasciar affiorare alcuni anacronismi ben controllati, poiché la storia, anche quella di marca positivista, è sempre alimentata dai dibattiti di oggi; infine, non cedere né all'illusione del grand'uomo, né a quella dell'onnipotenza delle masse, per indagare piuttosto la tensione produttiva sussistente tra lo stratega e la comunità ateniese. È soltanto in vista di questa triplice condizione che si può sperare di accordare tutto il loro spessore storico a Pericle e alla città, sottolineando i profondi divari e le poche analogie con la vita democratica contemporanea»."" -
Non c'è più tempo. Come reagire agli allarmi ambientali
T come Tempo. Il tempo che inizia a mancare per comprendere che quella climatica e ambientale è un'emergenza di cui dobbiamo preoccuparci.rnrn Siamo un pezzo di natura, lo dice la scienza ecologica, e se la natura si degrada anche noi facciamo la stessa fine. Partiamo da dove posiamo i nostri piedi. Ogni secondo in Italia spariscono sotto cemento e asfalto 2 metri quadrati di suolo. Eppure il suolo è la nostra assicurazione sul futuro, per produrre cibo, per filtrare l'acqua, proteggerci dalle alluvioni, immagazzinare CO2. La sua perdita irreversibile è un grave danno per noi e per figli e nipoti. Tanto piú in epoca di riscaldamento globale che, inducendo fenomeni meteorologici estremi – alluvioni, siccità, ritiro dei ghiacciai e aumento dei livelli marini – minaccia il benessere dei nostri figli e nipoti. Eppure ci sono molti modi per risparmiare energia evitando di aggravare l'inquinamento atmosferico o per non sprecare inutilmente le risorse naturali che scarseggiano mettendo a rischio il futuro. Mercalli lo dice e lo scrive da oltre vent'anni, e propone qui un compendio di riflessioni, prendendo lezioni di metodo e di vita da Primo Levi. -
Imprevisti e altre catastrofi. Perché la storia è andata come è andata
Ci sono giorni nella storia che chiudono ogni progetto e ribaltano ogni prospettiva. Glauco Maria Cantarella ne racconta alcuni, cruciali, in un affascinante affresco che smonta molti luoghi comuni.rnrnAlarico muore all'improvviso, i Visigoti finiscono per andare in Spagna e la storia della Spagna sarà quella che conosciamo. Ottone III muore d'un tratto, il suo progetto di ridisegnare e circoscrivere il Patrimonium Beati Petri finisce con lui e la storia sarà, sul lungo periodo, quella dello Stato della Chiesa. Guglielmo II d'Altavilla muore di colpo e il Regno di Sicilia finisce a Enrico VI di Svevia; ma anche Enrico VI muore all'improvviso e il Regno passa sotto la tutela del papa prima di arrivare nelle mani di Federico II; che a sua volta morirà bruscamente proprio alla vigilia della sua vittoria sul papa. Quante aspettative sono finite nell'abisso perché qualche evento inaspettato ha impedito che prendessero la piega desiderata? Imprevisti e altre catastrofi tratta principalmente di storia medievale, ma con qualche scorribanda nella storia precedente e successiva, raccontando alcune circostanze che hanno impedito alla storia di essere diversa da come è stata. Che ci piaccia o non ci piaccia, la storia è andata e sta andando così come è andata e sta andando. Piaccia o non piaccia alla cosiddetta storia controfattuale.rnrnLa storia non si può scrivere per schemi: gli schemi possono essere utili per inquadrare, cogliere analogie, proporre paradigmi di interpretazione. Ma la storia è costituita di eventi, che sono concreti anche se non possono essere colti nella loro fattualità. Un paradosso solo apparente: questi fatti spesso sono «irrazionali », ma al tempo stesso sono razionali benché abbiano avuto un'origine irrazionale: cosa c'è di più razionale e prevedibile infatti della morte? E che cosa di più «irrazionale» che le morti improvvise, impreviste, che troncano qualunque possibilità di sviluppi − concreti − già programmati?