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Canti dell'innocenza e dell'esperienza. Che mostrano i due contrari stati dell'anima umana
"Se si segue lo spirito di Blake nelle varie fasi del suo sviluppo poetico è impossibile considerarlo un naif, un selvaggio, il selvaggio prediletto degli ipercolti. Svaporata la stranezza, la sua peculiarità si dimostra quella di tutta la grande poesia: qualcosa che si trova (non sempre) in Omero, in Eschilo, in Dante e in Villon, e profondo e nascosto nell'opera di Shakespeare; e anche, sotto forma diversa, in Montaigne e in Spinoza. Si tratta, semplicemente, di una peculiare onestà, un'onestà che, in un mondo troppo timoroso di essere onesto, risulta particolarmente terrificante. È un'onestà contro cui cospira tutto il mondo, perché è sgradevole. La poesia di Blake ha la sgradevolezza della grande poesia. Niente che si possa dire morboso o anormale o perverso, niente di tutto ciò che testimonia la malattia di un'epoca o una moda, ha queste qualità; la possiedono solo quelle cose che, dopo uno straordinario travaglio di semplificazione, rivelano l'essenziale debolezza o la forza essenziale dell'animo umano."""" (Thomas Stearns Eliot)" -
La città del Sole
Nell'età della Controriforma, mentre da una parte maturavano le premesse storiche poste dall'Umanesimo e dal Rinascimento e dall'altra si stabilizzava la dominazione congiunta dell'Impero di Spagna e dell'Inquisizione, Campanella si assunse la missione di ""debellare tre mali estremi: tirannide, sofismi, ipocrisia"""". Ispirata dalle utopie politiche di Tommaso Moro e Platone, nella Città del Sole Campanella immagina una repubblica """"naturale"""", condotta da un re-sacerdote e da tre magistrati. Una repubblica in cui si pratica una religione """"naturale"""" e in cui non si crede all'esistenza dell'inferno o alla concreta possibilità di qualsivoglia punizione divina. Uno stato dove ogni proprietà (e donna) è messa in comune e in cui al lavoro sono destinate al massimo quattro ore giornaliere. La nascita dei figli è guidata da necessità astrologiche (come in Platone) e la loro educazione ispirata da principi basati sulla valorizzazione dell'esperienza e non sui libri, anticipando in questo molte delle valutazioni della moderna pedagogia. Un'opera visionaria quindi, che ispirerà in modo importante il pensiero utopistico dei secoli successivi."" -
Discorso sul metodo. Testo francese a fronte
La storia del pensiero occidentale si divide in un prima di Cartesio e un dopo Cartesio. Il ""Discorso sul metodo"""", pubblicato nel 1637, inaugura l'era della ragione. Attraverso un'esposizione biografica, Cartesio fonda una nuova metodologia da applicare alla ricerca filosofica e scientifica. Geniale matematico e brillante scienziato, memore della lectio agostiniana, Cartesio pone come punto di partenza la riflessione su di sé (il celebre cogito ergo sum) per arrivare alle prove dell'esistenza di Dio. Un miracolo di rigore e chiarezza. Un'opera diventata il nucleo del pensiero razionalista moderno. Con un saggio di Émile Faguet."" -
Racconti (1880-1884)
Inizia con questo libro la pubblicazione della raccolta, in otto volumi, di tutti i racconti, ordinati cronologicamente, dello scrittore russo Anton P. Cechov. Questi volumi propongono una lettura introduttiva di Lalla Romano. Il primo volume raccoglie i racconti giovanili di Cechov del periodo che va dal 1880 al 1884, tra cui alcuni capolavori come Fiori tardivi, Il fiammifero svedese, Trifon, Maschera, ma anche altri meno noti. -
Romanzi brevi e racconti (1885). Ediz. illustrata
Prosegue l'edizione dei racconti cechoviani, una produzione novellistica che permette di conoscere, seguendo l'ordine cronologico, la parabola dello scrittore dai primissimi raccontini pubblicati su giornali e riviste umoristiche, fino alle opere della maturità. Un percorso lungo il quale si incontrano i più diversi ambienti della Russia ottocentesca, i più differenti tipi umani, le più varie classi sociali. Un percorso vario in cui però la persistenza della tonalità, il ricorrere delle tematiche, la sicurezza dello stile sobrio ed essenziale danno unitarietà all'opera nel suo complesso. Introduzione di Claudio Piersanti. -
Pinocchio
"Fine di questa edizione e di questo commento è avvicinare il lettore a un testo affidabile di Pinocchio e insieme favorire la sua libera lettura con l'offrirgli chiarimenti e riferimenti su ogni fatto stilistico, linguistico, oggettuale, storico, strutturale, simbolico e allusivo, ad esclusione di quelli che intende e chiarisce da solo. Nel corso del commento una novità insistentemente indagata, e che alla fine si delinea come una realtà corposa e unitaria, è quel che abbiamo chiamato la """"cultura parlata"""", per distinguerla sia dalla cultura 'regolare' sia da quella folcloristica; e nella quale consiste il più e il meglio del 'segreto' del capolavoro collodiano. È in forza di un dato come questo, che proposto """"di prima mano"""" si affaccia ora al sapere, che la 'ragion poetica' di Pinocchio si illumina di nuova luce, che senza deprimerne il mistero ne aumenta di molto la felicità."""" Introduzione di Fernando Tempesti. Età di lettura: da 7 anni." -
Poesie. Ediz. illustrata
"Nella vita e nell'arte la Cvetaeva aspirò sempre, impetuosamente, avidamente, quasi rapacemente, alla finezza e alla perfezione: e nell'inseguirle si spinse molto in avanti, sorpassò tutti. Oltre al poco che ci è noto, essa ha scritto una quantità di cose che da noi sono ancora sconosciute: opere immense, tempestose... La loro pubblicazione segnerà un grande trionfo e una rivoluzione per la nostra poesia che, inaspettatamente, si arricchirà di un dono tardivo straordinario."""" Così scriveva, nel 1956, Boris Pasternak, preconizzando per la sua sfortunata amica grandi, e tardivi, riconoscimenti. Oggi la Cvetaeva è unanimemente considerata una delle più alte voci della poesia del secolo scorso." -
Elogio della follia
Capolavoro di uno dei più illustri rappresentanti dell'Umanesimo europeo, divertente e sferzante critica alla tracotanza umana, ""Elogio della Follia"""" è senza dubbio una delle opere centrali del canone filosofico e letterario mondiale. Ma non è un'opera irraggiungibile e criptica: al contrario, è amata proprio per la sua scrittura potente e corrosiva, per la forza drammatica che nasce dall'idea di far parlare la Follia in prima persona. Come una gran dama dall'intelligenza devastante, la Follia, tessendo un raffinato autoelogio, mette alla berlina uno per uno tutti i limiti, le meschinità e le bassezze dell'umanità. Non ci sono sconti per nessuno, a prescindere dallo stato sociale e dal prestigio accumulato. Gli esseri umani sono messi a nudo nella povera essenza che tutti li accomuna, costretti a rinunciare alle consuete pompose vesti di governanti, letterati, religiosi. Erasmo non procede però a una pura opera di demolizione: al cuore dell'""""Elogio"""" pulsa un accorato invito a considerare il messaggio di Cristo nella sua pienezza e a conformare le nostre vite alle sue parole, senza false interpretazioni."" -
Storie fantastiche delle vacanze
Quattro racconti per l'infanzia di un grande maestro dell'Ottocento. La sospensione dell'incredulità è il presupposto di un racconto introduttivo uscito dalla penna di un bambino di otto anni. Una lisca magica che, per una sola volta può esaudire qualunque desiderio viene donata da una Fata a una piccola Principessa. Un piccolo Capitano coraggioso di nome Boldheart combatte la sua guerra personale contro le angherie del Maestro di Grammatica Latina. Distinti ed educati piccoli signori accudiscono i grandi come fossero i loro bambini, in un paese incantato dove i grandi non devono mai far tardi, devono sempre ubbidire e per punizione sono messi nell'angolino... Prefazione di Maurizio Maggiani. -
Il conte di Montecristo
«Soltanto colui che provò le più grandi sventure è atto a godere le più grandi felicità.»Da capolavoro del romanzo popolare a capolavoro del romanzo: la storia della fortuna del «Conte di Montecristo» si potrebbe condensare nella lenta caduta di un aggettivo. Fin dal suo primo apparire, in quella Francia degli anni Quaranta dell'Ottocento che era il più fervido e convulso laboratorio delle rivoluzioni europee, la storia dell'eroe borghese Edmond Dantès, eponimo della sfortuna e dell'ingiustizia, che si trasforma in spietato giustiziere, fu accolta dalle migliaia di avidi lettori di feuilleton come la più iperbolica incarnazione dello spirito del tempo. Un successo fulmineo, sancito dall'immediato passaggio all'edizione in volume e da un incredibile numero di ristampe e traduzioni. Ma fin da subito, quell'aggettivo, ""popolare"""", suonò, in tutta una parte della critica colta, come una netta discriminazione, se non come una condanna. Al contrario, il «Montecristo» deve oggi essere situato nel posto che merita: all'apice della più felice stagione del romanzo europeo. Condotta sul testo francese meticolosamente stabilito da Claude Schopp, questa edizione comprende, oltre alla prefazione di Schopp, un apparato di note al testo, nonché un dizionario dei personaggi e delle persone storiche e un Indice dei luoghi."" -
La terra desolata-Quattro quartetti. Testo inglese a fronte
Tema de ""La terra desolata"""" è la città infernale, descritta prima da William Blake, poi da Baudelaire: città diabolica dove, con il passare del tempo, l'uomo si trova sempre peggio. È una tragedia grottesca che anticipa la poetica di Beckett e Fellini. Con la sua poesia, e in particolare con """"I quattro quartetti"""", Eliot tenta di dimostrare che l'immaginazione (quella che per lui si incarnava nella poesia religiosa) può, nello sfacelo del mondo odierno, riconquistare i suoi privilegi. Impresa pressoché disperata: costruire qualcosa dall'impossibilità, dalla mancanza, dalle rovine. Introduzione di Czeslaw Milosz"" -
I persiani. Testo greco a fronte. Ediz. illustrata
I ""Persiani"""" di Eschilo è la tragedia più antica che ci sia stata tramandata e l'unica fra le trentadue pervenuteci che abbia come trama un fatto storico: la battaglia di Salamina, in cui i Greci con pochissime navi sconfissero il potentissimo esercito di Serse nel 480 a.C. Ma la tragedia trasfigura i fatti della storia: Eschilo fa dello scontro con i Persiani un """"mito"""", rappresentabile in dramma alla stregua degli altri """"miti"""": il """"ciclo persiano"""" come il """"ciclo degli Atridi"""", o il """"ciclo troiano"""". Lo scontro con Serse diventa un capitolo dello scontro che da sempre oppone Oriente a Occidente: anche gli dei sono schierati, come a Troia, gli uni a fianco dell'Asia, gli altri degli Achei. La traduzione qui presentata rende i chiaroscuri, le scabrosità, gli scarti linguistici dell'originale; l'introduzione esalta la trascrizione tragica del fatto storico; infine, le ampie note di commento focalizzano la straordinaria ricchezza - linguistica, mitologica, letteraria, ritmica - del testo."" -
Bouvard e Pécuchet
"La bètise umana è un abisso senza fondo,"""" diceva Flaubert, ma Bouvard e Pécuchet sono tutt'altro che due idioti. I due copisti e amici investono la grossa eredità di Bouvard per ritirarsi in campagna e per dedicarsi a un accanito sperimentalismo. Mettono in pratica le scienze, le dottrine, le credenze del tempo, spaziando dall'agricoltura al magnetismo, dall'archeologia alla pedagogia ecc. Ma ogni esperienza si risolve immancabilmente in un fallimento. E la delusione è tale da persuaderli che l'unica soluzione sia farla finita; ma proprio allora rinvengono una possibilità alternativa: ritornare al vecchio e umile lavoro di copisti. I due protagonisti del romanzo - iniziato nel 1872 e pubblicato incompiuto un anno dopo la morte dello scrittore - prendono sul serio scienze, filosofia, religione, politica, tecniche, tanto da spingerle alla loro verità ultima, ovvero l'incapacità di dare risposte al mistero del mondo e di modificarne l'assetto. Destrutturano il sapere del secolo, e forse, nella decisione finale di copiare qualsiasi cosa, svelano l'insignificanza anche dell'ultima illusione flaubertiana, la scrittura quale mezzo per dare un senso alle cose." -
Pensieri sulla vita
Gandhi non è stato solo l'eroe della non violenza. Formatosi a contatto con culture religiose diverse (indù, cristiana, ebraica, musulmana), non rinunciò mai, anche in virtù della sua decisiva permanenza in Europa e in Sudafrica, a una visione umanistica ed ecumenica della religione, sempre improntata all'assoluto rispetto delle diversità. Così come non rinunciò mai ad applicare alla vita quotidiana la stessa saggezza che gli consentiva di opporre la non violenza alla violenza colonizzatrice. Eccolo quindi riflettere sull'amore, sull'economia sostenibile, sull'impegno civile, sulla morte. Questo volume raccoglie i suoi pensieri più incisivi sul mistero della vita umana e sull'altro mistero, non meno profondo, che è la convivenza civile, religiosa e culturale. Con un saggio di Goffredo Fofi. -
Il cappotto
Akakij Akakievic Basmackin è un mite impiegato, deriso dai colleghi, copiatore di lettere ad un ministero, così povero da dover risparmiare un intero anno per potersi far fare un nuovo cappotto dal sarto. La felicità di sfoggiarlo dura un solo giorno: la sera stessa viene assalito e derubato del suo bene prezioso. La polizia lo tratta malamente e non riesce neppure una colletta tra i colleghi. Dopo pochi giorni Akakij Akakievuc muore di disperazione e di freddo. Con una nota di Paolo Giovannetti. -
Oblomov
La vita passa davanti al giovane, ricco Ilia Ilyic Oblomov. Gli passa davanti il benessere, garantito dalla tenuta di Oblomovka, gli passa davanti la quotidianità sempre uguale, spesa spostandosi da un comodo divano all'altro in preda a sterili pensieri astratti. Gli passa davanti la possibilità di dar corpo ai sogni idealistici della gioventù, su sollecitazione del vitalissimo amico Stolz. E gli passa davanti l'amore, incarnato dalla bella e sensibile Olga. In un linguaggio che nulla ha da invidiare alla perfezione di Puskin o al feroce realismo di Gogol', Goncarov dà forma a un universo apparentemente immobile ma in realtà freneticamente vivo di osservazioni, pensieri e annotazioni, sostanziando uno dei massimi capolavori della letteratura russa. -
Notre Dame de Paris
«Che fosse un'accozzaglia di folli, ladri, mendicanti, che importa! Era pur sempre un popolo, e lui un sovrano.»rnrnUn classico senza tempo. Un classico popolare. La grandiosa rivisitazione di una Parigi tardomedievale in cui si mescolano lo spettrale profilo della basilica di Notre-Dame, abitata dal gobbo Quasimodo, e la notturna Corte dei Miracoli, dove risplende la bellezza di Esmeralda. Come in un grande melodramma, forze del bene e del male si scontrano facendo fulcro intorno all'attrazione, alla sensualità, all'innocenza della bella zingara. Romanzo del diverso, del perverso e dell'amore contrastato, «Notre-Dame de Paris» non ha mai smesso di sedurre l'immaginazione di registi (memorabile il film del 1939 di William Dieterle, con Charles Laughton nelle vesti di Quasimodo), musicisti (recentissimo è il musical di grande successo di Riccardo Cocciante) e, naturalmente, lettori. «Hugo, non dimentichiamolo, scrive ""Notre-Dame"""" a ventott'anni, nel 1830, e lo dà alle stampe l'anno dopo: """"Notre-Dame"""" ha della gioventù o della prima maturità gli entusiasmi della scoperta, la foga dei messaggi.» (Goffredo Fofi)"" -
Kohèlet/Ecclesiaste
"L'Ecclesiaste"""" parla, in termini di una saggezza non filosofica, recettiva e disposta all'ascolto, della pena che incalza e perseguita l'uomo: l'assurdo spreco della propria condizione. L'uomo sta sotto il sole, la massima manifestazione di potenza della natura, esposto senza ombra e riparo alle leggi di Dio dalle origini, vertice del creato e delle sue forze. E deve guardare in basso e specchiarsi nella terra che soggiace al suo medesimo destino." -
Operette morali
«I fanciulli trovano il tutto anche nel niente, gli uomini il niente nel tutto.»Libro poetico e, per questo, morale, le Operette leopardiane sono, insieme, teatro filosofico e narrazione fantastica, trattato sull'infelicità dei viventi, ma anche rappresentazione di quella leggerezza, e ironia, e persino letizia, che la storia della civiltà – tra violenza e astrazione – ha disperso o negato. Sui modi del comico – dallo straniamento all'antifrasi, dal burlesco al fiabesco – trascorre l'onda di un pensiero tragico. Come nel riso c'è il riverbero di una saggezza fatta esperta degli inganni del mondo, del vanire delle cose. La critica della restaurazione, di ogni forma di restaurazione e di conformismo, l'indagine sulla natura, sulla sua prossimità e indifferenza, lo sguardo sulla materia, sul suo circuito perpetuo di produzione e distruzione, il pensiero della finitudine, dell'irreversibile, del limite, si fanno, in questo libro, affabulazione e dialogo, racconto e finzione teorica: ma il ""deserto della vita"""", il silenzio della speranza, le ombre stesse del nulla hanno qui un fremito, una loro irripetibile lingua, e passione."" -
Padrone e cane e altri racconti
Tra le opere minori di Thomas Mann, ha un posto a sé il romanzo breve ""Padrone e cane"""", un'operetta unica per leggerezza di disegno, in cui l'acuta intelligenza dello scrittore si rivolge a illuminare il piccolo mondo e i segreti tormenti di un cane, Bauschan. Raccolto per compassione dallo scrittore quando era un cuccioletto macilento e avvilito, Bauschan sviluppa un attaccamento tenace ed esclusivo per il padrone dal quale rifiuta di allontanarsi anche per un momento. """"Padrone e cane"""" è la storia dell'amicizia tra questi due esseri diversi e così lontani, un'amicizia messa in pericolo dalle contrastanti abitudini di vita e continuamente cementata dalle gioie comuni, strappate alle insidie del """"mondo"""". Oltre a """"Padrone e cane"""", questo volume contiene una serie di racconti giovanili (""""Delusione"""", """"II piccolo signor Friedemann"""", """"Il pagliaccio"""", """"Tobia Mindernickel"""", """"L'armadio"""", """"Luisella"""", """"La strada del cimitero"""", """"Gladius Dei"""", """"Gli affamati"""", """"Il bimbo prodigio"""", """"Un po' di felicità"""", """"In casa del Profeta"""", """"Un'ora difficile"""") ma importanti per chi voglia conseguire una visione completa e obiettiva del Mann narratore e della sua evoluzione artistica. Introduzione di Roberto Fertonani.""