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Candido o l'ottimismo
Con ""Candido"""" pubblicato simultaneamente nel 1759 a Parigi, Londra e Amsterdam, Voltaire portava a perfezione il nuovo genere letterario da lui creato, quel 'conte philosophique' la cui caratteristica essenziale risiede nella tensione dialettica tra allusione ideologica e illusione narrativa. Le convulse e mirabolanti avventure di Candido offrono alla scintillante, ironica e incisiva penna di Voltaire l'opportunità di dimostrare la vanità dell'ottimismo razionalista leibniziano e della teoria del migliore dei mondi possibili. E il lettore di ieri, come quello di oggi, preso dal frenetico ritmo narrativo cede all'incantesimo e si rende partecipe del sottile e intelligente gioco con il quale la consumata maestria dell'""""ultimo degli scrittori felici"""" (Barthes) lo induce a passare velocemente dall'arbitrio narrativo alla meditazione filosofica. Introduzione di Giuseppe Galasso."" -
Il fantasma di Canterville e altri racconti
Un ricco ministro americano, Hiram B. Otis, si trasferisce in Inghilterra e sceglie di abitare nell'antico castello di Canterville. Non si fa certo impressionare dalla leggenda che vuole il castello infestato da un vecchio fantasma, l'antico proprietario, Sir Simon, che uccise la moglie Lady Eleonore e scomparve nel nulla... ""Il fantasma di Canterville"""" è una delle opere più conosciute e amate di Oscar Wilde, capolavoro di una scrittura al contempo raffinatissima e accessibile, intriso di ironia e di significati nascosti."" -
La signora Dalloway
Un mercoledì di metà giugno del 1923 Clarissa Dalloway, moglie di un deputato conservatore alla Camera dei Lords, esce per comprare dei fiori per la festa che la sera riunirà nella sua casa una variopinta galleria di personaggi. Tra gli altri: Peter Walsh, l'amante respinto, appena tornato dall'India, e l'amica tanto amata, più di ogni uomo, Sally Seton. Per le strade di Londra passeggia anche Septimus Warren Smith, il deuteragonista del romanzo. Nulla sembra legare i due, se non la città di Londra. Clarissa ha cinquant'anni, è ricca. Septimus ne ha appena trenta, è povero e traumatizzato dall'esperienza feroce e violenta della guerra, in cui ha perduto non solo l'amico Evans, ma ogni pace. Eppure i due, senza mai incontrarsi, semplicemente sfiorando gli stessi luoghi, comunicano. Con sapienza straordinaria Virginia Woolf, giunta con questo al suo quarto romanzo, tesse il filo sottile di corrispondenze, echi, emozioni che creano un'opera di grande intensità. Dove un uomo e una donna sconosciuti l'uno all'altra sono accomunati dallo stesso amore e terrore della vita, che li porterà, nell'accettazione (femminile) o nel rifiuto (maschile), ad affermarne comunque l'inestimabile valore. -
Una stanza tutta per sé
Nell'ottobre del 1928 Virginia Woolf viene invitata a tenere due conferenze sul tema ""Le donne e il romanzo"""". È l'occasione per elaborare in maniera sistematica le sue molte riflessioni su universo femminile e creatività letteraria. Il risultato è questo straordinario saggio, vero e proprio manifesto sulla condizione femminile dalle origini ai giorni nostri, che ripercorre il rapporto donna-scrittura dal punto di vista di una secolare esclusione, attraverso la doppia lente del rigore storico e della passione per la letteratura. Come poteva una donna, si chiede la scrittrice inglese, dedicarsi alla letteratura se non possedeva """"denaro e una stanza tutta per sé""""? Si snoda così un percorso attraverso la letteratura degli ultimi secoli che, seguendo la simbolica giornata di una scrittrice del nostro tempo, si fa lucida e asciutta riflessione sulla condizione femminile. Un classico della scrittura e del pensiero. Con uno scritto di Marisa Bulgheroni."" -
Delitto e castigo
"Ci sono romanzi che non avrebbero bisogno di introduzioni. Appena iniziamo a leggerli, sin dalle prime pagine ci proiettano in una vita per noi impensabile pochi istanti prima, nella quale tuttavia ci orientiamo a meraviglia. [...] Delitto e castigo è uno di questi romanzi, un'opera di bruciante attualità, nella quale Dostoevskij ha saputo cogliere a partire dalla sua epoca l'eco di voci remote nella nostra cultura e oggi più che mai vibranti. Leggendo questo romanzo ti viene subito in mente lo sguardo vuoto e spento di tanti 'eroi' della nostra cronaca nera, ti risuona nella testa la voce minacciosa del Dio della Genesi che grida a Caino: Caino, che hai fatto? Ora tu sei maledetto dalla terra, sarai errante e vagabondo. E ti chiedi: e se fossi stato io?"""" (dalla prefazione di Damiano Rebecchini). Un romanzo decisivo per la successiva narrativa novecentesca, per lo scavo psicologico dei personaggi e la ferocia dell'analisi emotiva. In una nuova traduzione, l'immortale storia di sofferenza e salvazione diventata uno dei classici più amati e influenti di tutti i tempi (e di tutte le letterature)." -
Ritratto di signora
"Più di 700 pagine che si leggono d'un fiato, portati dalla maestosità di una corrente che è quella stessa del Gange o del Volga (...). Quasi a contraddire il carattere atarassico di questa corrente, lo stile è vivace è animatissimo, ma anche molto sorvegliato. Henry James non è di quegli scrittori che lasciano andare i personaggi lungo la strada su cui loro stessi li hanno messi: egli interviene di continuo, a commentare quel che pensano dicono e fanno, a volte con lapidarie sassatine ironiche, a volte con lunghe introspezioni psicologiche, anche queste sempre interrotte o concluse da sorprendenti colpi di freno, minimizzanti e dissacratori: quasi l'autore avesse paura ad abbandonarsi al sentimento, a lasciar andare se stesso e i personaggi, distogliendoli - e distogliendosi - dal grande flusso di cui abbiamo fatto cenno. (...) 'Ritratto di signora' va letto con calma, con pazienza, come per una crociera su un grande fiume, durante la quale ogni tanto ci si ferma per ammirare un paesino, o una chiesa, o un antico convento. Oppure no: saltando subito alla fine, onde informarsi come va a finire, liberarsene del pensiero e tornare poi a concentrarsi sui suoi straordinari elzeviri."""" (dalla postfazione di Luigi Lunari)" -
La signora delle camelie
"È da una galoppata in senso stretto che ha origine la fortuna della Signora delle camelie e, successivamente, della Traviata di Giuseppe Verdi. Un giorno di settembre del 1844, infatti, di ritorno da una passeggiata a cavallo Alexandre Dumas figlio si recò al teatro parigino dei Variétés, frequentato soprattutto da 'un'aristocrazia della galanteria' composta perlopiù da giovani mantenute e dai loro ricchi protettori. In quel variegato ambiente, quella sera, Dumas figlio incontrò la donna che avrebbe segnato la sua vita e la sua fortuna di romanziere. 'Era alta e sottile, scura di capelli, il viso rosa e bianco. Aveva la faccia minuta, occhi allungati di smalto, come una giapponese, ma vividi e fieri, le labbra d'un rosso ciliegia, i più bei denti del mondo.' Si faceva chiamare Marie Duplessis, ed era conosciuta anche per la voracità con la quale dilapidava i patrimoni degli amanti, alcuni dei quali famosi, come ad esempio Franz Liszt"""" (dalla Postfazione di Cinzia Bigliosi). Alexandre si innamorò dal primo istante di quella giovane, che avrebbe ispirato la protagonista della Signora delle camelie: una grande storia d'amore senza tempo, un libro che sarebbe diventato in breve tempo un classico della letteratura romantica." -
Satire. Testo latino a fronte
Giovenale nei cinque libri delle ""Satire"""" (ritenute da Quintiliano il genere romano per eccellenza) lancia frecce infuocate contro i bersagli più disparati, di ogni ceto e di ogni sesso. Dipinge il quadro di una società romana senza speranza, persa nelle sue mollezze decadenti e corrotte. I rampolli debosciati dell'aristocrazia si abbandonano ai vizi, la plebe resta mansueta e imbelle e si accontenta di panem et circenses. Le donne emancipate vengono ridotte da Giovenale a ninfomani fuori controllo. Orientali, Graeculi, Egiziani occupano i gradini più bassi dell'umanità, restando di poco superiori alle bestie. Le """"Satire"""" contengono, in nuce, i semi di una rabbia civile sopravvissuta fino ai nostri tempi. E, al contempo, restano uno dei grandi capolavori della lirica classica."" -
Lettere alla cugina. Testo tedesco a fronte
Le vicissitudini della pubblicazione di queste lettere di Mozart sono state illustrate dalla moglie Constanze: ""Le lettere alla cugina, di gusto certo discutibile, ma molto spiritose, meritano una menzione, ma non devono essere pubblicate"""". Anche molti biografi e studiosi di Mozart rinunciarono a una pubblicazione delle """"Lettere"""" per ragioni di decoro. Per la """"pruderie"""" dell'Ottocento le """"audaci espressioni"""" di Mozart non erano ammissibili. Ancora nel 1914 la """"prima completa edizione critica"""" delle lettere di Mozart e dei suoi familiari espunge le parti incriminate per """"ragioni estetiche"""". Dietro il sorriso del genio Mozart, l'eterno fanciullino, si celava l'animo di un giocherellone che non smetteva di inventare scherzi e facezie, con cui intratteneva l'amata cuginetta. Le """"Lettere alla cugina"""" sono forse uno dei testi più emblematici e intimi per penetrare nella personalità del compositore austriaco, un vero e proprio cavallo di Troia nella sua psicologia, e rappresentano il lato più intimo, folle e trasgressivo della personalità del grande genio salisburghese. Postfazione e note di Juliane Vogel"" -
Fedro. Testo greco a fronte
"Il Fedro, uno dei capolavori assoluti della filosofia e della letteratura occidentali, è in Platone il dialogo dell'eros e della bellezza, della follia divina e della felicità che dona ai mortali, dell'anima e del suo destino oltremondano, della filosofia come persuasione dialettica, infine dell'enigma della scrittura. Forse la più complessa e la più bella tra le opere del filosofo, o se vogliamo dell'inventore stesso della filosofia, opera prediletta dagli iniziati ai misteri platonici lungo il corso dei secoli fino a oggi, il Fedro respira un'aria sorgiva, popolata di spiriti misteriosi, in cui riecheggia un canto melodioso: si sentono il profumo dell'erba del prato, lo scorrere limpido delle fonti, il frinire delle cicale. L'estate statica, immota, placidamente sopita, ospita e racchiude la conversazione di Socrate con il personaggio eponimo, l'adorabile Fedro, per la cui persuasione e conversione si strugge e disputa l'eros della filosofia."""" (Dall'Introduzione di Susanna Mati)" -
Faust e Urfaust. Testo tedesco a fronte
Scritto nell'arco di sessant'anni, iI ""Faust"""" rappresenta uno dei punti più alti della letteratura mondiale di ogni tempo. Ispirata dalla figura storica di un alchimista tedesco vissuto nel XVI secolo, la vicenda è incentrata sullo scellerato patto che un uomo sapientissimo, Faust, stipula con un rappresentante del Diavolo, Mefistofele, al fine di poter accedere ai segreti più arcani del mondo. In vita Mefistofele servirà Faust con le sue arti magiche, per poi ottenerne in punto di morte l'anima e consegnarla alla dannazione eterna. Diverse sono le scene rese immortali dalla penna di Goethe: la seduzione attraverso mille espedienti di Margherita, il sabba delle streghe nella notte di Valpurga, l'Imperatore tedesco alle prese con l'inflazione, la disperata difesa della propria casa di Filemone e Bauci... Nonostante i mille misfatti e l'accordo sottoscritto con il Maligno, nel momento finale Faust verrà salvato grazie alla forza creatrice che muove l'universo: il principio femminile dell'Amore."" -
Il padre Goriot
"Balzac è romanziere assoluto, è romanziere prima che realista: il processo di riproduzione della realtà o di sue parti è in lui sempre sottoposto alle esigenze e agli intenti del narratore; e per lui sarebbe più esatto parlare, non di realismo, ma di forzatura romanzesca della realtà; ciò vale sicuramente per le scene ad effetto, in cui è innegabile l'esasperazione di elementi della trama; ma un'altrettale esasperazione è anche nei caratteri, nei gesti, nelle fisionomie: non è necessario pensare alle """"fiamme d'inferno"""" riverberanti sul volto di Vautrin, basta prendere, proprio nella descrizione d'apertura del romanzo, le """"bocche vizze"""" e i """"denti avidi"""" dei pensionanti: dettagli feroci e deformanti, non realistici."""" (dall'Introduzione di Cesare De Marchi)" -
Le anime morte
"È stranissimo che un libro così, un libro dove i contadini diventano dei samovar, i ballerini delle mosche, i possidenti degli orsi, le possidenti delle scatolette, un libro dove le signore si dividono in signore semplicemente piacevoli e signore piacevoli da tutti i punti di vista, dove le carrozze diventano dei cocomeri e gli ufficiali arrivati da Rjazan' stanno svegli tutta la notte a decidere se comprare o non comprare un quinto paio di stivali, sia stato considerato un caposaldo del realismo russo. Ed è ancora più strano, e terribile, vedere come l'incanto e la grazia del primo volume diventano, nel secondo, crollo e rovina."""" (Paolo Nori)" -
Frankenstein
"Uno spettro si aggira per l'immaginario collettivo, e questo spettro si chiama Frankenstein. Mary Shelley ha indubbiamente creato un capolavoro, ma anche una sorta di icona pop, divenuta proverbiale e versatile, tale da essere evocata nelle situazioni più impensate. [...] Da un lato Frankenstein suscita interesse come ipotesi sulla possibilità di un mortale di sostituirsi a Dio, o alla Natura, mentre dall'altro riporta alla luce ogni sentimento di orrore e di repulsione radicato nei più profondi recessi dell'animo umano. Sotto questo punto di vista, l'impatto dell'opera sul lettore è duplice, stimolandone allo stesso modo l'interesse così come le più cupe emozioni; il ritmo serrato dell'inseguimento assieme ai crimini perpetrati dal mostro contribuiscono ulteriormente a tenere alta la tensione, mentre il pericolo della cosiddetta """"hideous progeny"""" - a cui la creatura potrebbe dare origine se dotata di una compagna della stessa specie - provoca le stesse paure generate dal dilagare di una pestilenza"""". (Dall'introduzione di Giorgio Borroni)" -
La metamorfosi e tutti racconti pubblicati in vita
«Kafka l'inventore di storie. L'inventore dell'insetto immondo della Metamorfosi, del 'singolare apparecchio' della Colonia penale, del messaggero che non arriva mai, della scimmia parlante. Queste 'versioni' sono rimaste nella memoria dei lettori e con esse una lingua che per concisione e freddezza le rende ancora più vivide ed efficaci.» - Klaus WagenbachQuesta edizione presenta tutti i racconti che Franz Kafka pubblicò in volume o in riviste durante la vita. Una rassegna minima rispetto alle migliaia di pagine - non dimentichiamo le lettere e i diari lasciati dallo scrittore -, minima e tuttavia utile per mostrare come Kafka sia divenuto autore universale non solo per merito delle figure dei signori K., eroi dei romanzi Il processo e Il castello, ma in misura uguale - se non probabilmente maggiore - come maestro nella forma breve. -
Le ultime lettere di Jacopo Ortis
Quando Ugo Foscolo è a Bologna, nel 1798, compie la prima parziale stesura del romanzo Ultime lettere di Jacopo Ortis, che viene poi pubblicato in quello stesso anno. L'opera, profondamente riveduta, viene ripubblicata a Milano nel 1802; ispiratore di questa seconda redazione è l'amore del poeta per Isabella Roncioni, conosciuta in Toscana. Ma le Lettere hanno un destino movimentato perché subiranno ulteriori aggiunte e correzioni a Zurigo (1816) e a Londra (1817). Il travaglio ""compositivo"""" dell'opera rispecchia la crisi, non solo politica, ma soprattutto filosofica ed esistenziale dell'autore, scaturita dal contrasto tra leggi meccanicistiche della natura e ansia di vita, tra razionalismo e nuove aspirazioni romantiche."" -
Macbeth. Testo inglese a fronte
Macbeth torna vittorioso dal campo di battaglia e tre streghe gli profetizzano un glorioso destino, ivi compresa la Corona di Scozia. La sete di potere, condivisa e stimolata anche dalla moglie Lady Macbeth, lo spinge al delitto e infine all'amaro disinganno, per cui l'esistenza non è che 'una favola raccontata da un idiota, piena di rumore e furore, che non significa nulla'. -
Jane Eyre
«Quell'uomo mi costringeva ad amarlo senza neppure guardarmi.»rnrn«Jane Eyre racconta la storia dell'educazione sentimentale di una giovane istitutrice inglese, orfana e di umili origini, che ottiene alla fine, dopo molte peripezie, la felicità in amore unendosi all'ardente, impetuoso Edward Rochester, suo padrone; con questa si intreccia una precedente e tragica storia d'amore e follia che ha avuto per protagonisti Edward e Bertha, la donna strappata alla sua terra caraibica e relegata come pazza in una soffitta nella grande magione di Rochester: Thornfield Hall. Il romanzo è stato accolto con grande favore dal pubblico e da buona parte dei critici. E il favore e la popolarità sono durati a lungo e durano tuttora: ne fanno fede le molte edizioni, le traduzioni in tutte le lingue e la serie di adattamenti cinematografici, televisivi, teatrali e musicali; basti qui ricordare i numerosi film e le serie televisive prodotte dalla BBC.» (Dalla Postfazione di Remo Ceserani) -
I fratelli Karamazov
"I fratelli Karamazov"""" si configura come la cronaca di una qualsiasi famiglia della provincia russa, contrassegnata dall'acerrimo contrasto tra la figura del padre, Fëdor, tirannico libertino, e i suoi quattro figli: Alesa, profondo conoscitore dell'animo umano, Dmitrij, un tenentino impulsivo, oscillante tra slanci di generosità e bassezze crudeli, Ivan, raffinato cultore dell'ateismo, e Smerdjakov, figlio epilettico e illegittimo e per questo condannato ai lavori più servili in casa. Quattro diverse personalità che trovano come punto di convergenza l'odio comune verso il padre." -
Il giro del mondo in ottanta giorni
"Il giro del mondo in ottanta giorni"""" è forse il più noto tra i romanzi di Jules Verne, fonte di numerosi adattamenti televisivi e cinematografici. Il protagonista è un inglese vittoriano di nome Phileas Fogg che, per scommessa con i soci del suo club londinese, si imbarca nell'avventura di fare il giro del mondo in non più di ottanta giorni. Alla base della sua certezza vi è la convinzione tipica dell'Europa del suo tempo di aver domato il mondo, tanto da poter programmare ogni tappa solo sulla base degli orari ferroviari e di navigazione ufficiali. Fogg non è un normale turista, non è interessato alle bellezze dei luoghi che attraversa, ma a raggiungere in modo efficiente il suo obiettivo. Ad affiancarlo nell'impresa il domestico Jean, detto Passepartout, che lo aiuterà a risolvere gli imprevisti che incontrerà nel suo tour. In una ridda di imprese, a volte tragiche a volte comiche, Fogg alla fine riuscirà a vincere la scommessa, nonostante gli ostacoli che gli verranno opposti di continuo da un pertinace poliziotto inglese che lo insegue per tutto il mondo, convinto che sia l'autore di un grosso furto in banca. Postfazione di David Bidussa."