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Il tallone di ferro
«L'orso ha detto che ci schiaccerà... E se schiacciassimo noi l'orso?»rnrnPubblicato nel 1907, questo romanzo di Jack London rappresenta un esempio insuperato di ""fantascienza verista"""": impeccabile e profetico nella sua analisi sociale e politica ma, al contempo, senza freni nell'invenzione di una realtà distopica eppure sinistramente familiare. Testo di autentica chiaroveggenza sui destini della società capitalistica, """"Il tallone di ferro"""" è uno dei più allucinati e veridici affreschi della società dominata dal profitto, dipinta nella sua durezza senza scampo, nella sua oppressione generalizzata, nei suoi impliciti e inevitabili sbocchi di violenza e massacro. Il profeta lucido e impavido dello scarto tra le speranze dell'umanità e le condizioni in cui gli uomini si trovano a vivere è Ernest Everhard, l'eroe, il combattente per la libertà (un personaggio memorabile cui Ernesto Che Guevara deve il nome di battesimo). Il racconto della sua vita e del suo pensiero è affidato al diario dell'amata Avis, figlia viziata di una ricca famiglia borghese che apre gli occhi, attraverso l'amore per Ernest, sull'intollerabile oppressione attuata dalla classe sociale cui appartiene, fino alle estreme conseguenze. Un feroce, visionario capolavoro. Prefazione di Goffredo Fofi."" -
Mandragola-Clizia
Mandragola (1518) e Clizia (1525) sono le due massime opere teatrali del Machiavelli. ""Mandragola"""" è un """"passatempo burlesco"""" nato dal dispettoso cruccio di esser costretto da """"questi signori Medici"""" all'ozio e al confino a San Casciano. La storia è quella di una coppia (Messer Nicia e Lucrezia) che, non potendo avere figli, si fa ingannare da Callimaco, innamorato di Lucrezia, che riuscirà a intrufolarsi nel suo letto e a conquistare il suo cuore. """"Clizia"""" è invece una commedia """"riposata ed edificante"""" che ha per protagonista Cleandro al quale i genitori hanno vietato di sposarsi con la trovatella Clizia. Dietro al divieto c'è il fatto che il padre del giovane si è invaghito di Clizia. Apre il volume una prefazione di Riccardo Bacchelli."" -
Canzoniere
Ecco un classico della poesia italiana ed europea studiato e commentato da altri due poeti che hanno ormai un loro posto indiscutibile nel panorama della nostra letteratura. Foscolo si occupò del Petrarca nel 1823 e di Leopardi tra il 1825 e il 1826. E proprio nell'età di un grande risveglio culturale dove, accanto allo sbocciare della sensibilità romantica, prendeva il via il sentire estetico moderno. Il ""Saggio sopra la poesia del Petrarca"""" di Ugo Foscolo non segna soltanto un punto fermo nella stessa storia della critica della poesia petrarchesca: è anche la testimonianza di come un grande poeta sappia """"far critica"""", riuscendo a cogliere, dietro il cristallo apparentemente immobile dello """"stile"""" petrarchesco, i grandi e problematici destini dell'uomo di sempre. Il commento del Leopardi alle """"Rime"""" del Petrarca è esemplare sia perché può considerarsi una acuta guida alla loro lettura sia perché, al contempo, è lo strumento per comprendere la poetica dello stesso autore dei """"Canti""""."" -
Il fu Mattia Pascal
«Una delle poche cose, anzi forse la sola ch'io sapessi di certo era questa: che mi chiamavo Mattia Pascal.» È l'incipit del romanzo più noto di Luigi Pirandello: Il fu Mattia Pascal (1904). In esso è contenuta la cellula generativa dell'intero libro. Quando lo scrisse, lo scrittore siciliano ne sapeva quanto chi, scorse queste prime righe, si predispone alla lettura. Scelti nome e cognome, cominciano le peripezie del personaggio, il quale presto si trova in una situazione simile a quella dell'autore: deve lui stesso dare vita a ""un uomo inventato"""". Durante questa vera e propria avventura dei nomi, il libro assume la sua forma pienamente novecentesca, nella quale autobiografia e biografia immaginaria si confondono. Consanguineo di quelli che saranno i sei personaggi in cerca d'autore, Mattia Pascal sembra a tratti lanciare messaggi al lettore perché lo liberi dal vincolo cartaceo e dunque dalla sua muta solitudine."" -
Uno, nessuno e centomila
«Una realtà non ci fu data e non c'è, ma dobbiamo farcela noi, se vogliamo essere.»Uno, nessuno e centomila (1926) fu definito da Pirandello ""romanzo testamentario"""". Si tratta infatti del suo ultimo romanzo e segna il culmine della riflessione sulla disgregazione del soggetto iniziata con Il fu Mattia Pascal (1904). Attraverso la tragedia di Vitangelo Moscarda – che scopre di essere estraneo a se stesso, """"costruito"""" dagli altri a modo loro, molteplice quante sono le situazioni in cui si trova – Pirandello costruisce una delle rappresentazioni più efficaci dell'assurdità dell'uomo moderno, e delinea la sua filosofia. Alla base della sua visione del mondo, come mostra il filosofo Remo Bodei, c'è la sfiducia che l'uomo possa accrescere la sua coscienza in modo positivo attraverso la messa in luce e il superamento delle contraddizioni."" -
Simposio o sull'amore. Testo greco a fronte
Il ""Simposio"""" è la grande """"lezione d'amore"""" del pensiero occidentale. Nella polifonia di voci riunite nella giocosa atmosfera di un banchetto, Platone ci presenta, l'una dopo l'altra, le dottrine dell'eros esposte nell'orizzonte del mito, nella filosofia presocratica, nella scienza medica, nel sentire comune e in quello dei poeti. A questa vera e propria """"summa enciclopedica"""" del sapere erotico dell'antichità, la possente parola di Socrate contrappone una nuova visione dell'amore, che libera la forza demoniaca dell'eros al di là del vincolo dei corpi e degli individui, in una autentica ascesa conoscitiva verso l'idea del bene e del bello. Introduzione di Umberto Galimberti."" -
Origine della disuguaglianza
Nel 1745 l'Accademia di Digione propone un tema: ""quale sia l'origine della disuguaglianza fra gli uomini e se sia fondata sulla legge naturale"""". Rousseau presenta il suo """"Discorso sulle origini e i fondamenti della disuguaglianza fra gli uomini"""": """"Il primo che, avendo cintato un terreno, pensò di dire 'questo è mio' e trovò delle persone abbastanza stupide da credergli fu il vero fondatore della società civile. Quanti delitti, quante guerre, quanti assassini, quante miserie ed errori avrebbe risparmiato al genere umano chi, strappando i pioli o colmando il fossato, avesse gridato ai suoi simili: 'Guardatevi dal dare ascolto a questo impostore! Se dimenticate che i frutti sono di tutti e la terra non è di nessuno siete perduti!'"""". """"È questo il suo primo scritto importante di politica, dove viene posto il problema che poi verrà trattato nella sua opera maggiore, il Contratto sociale,"""" spiega Giulio Preti nella sua introduzione, """"e Rousseau ha il merito di aver formulato chiaramente, sia pure su di un piano astrattamente politico, l'idea della democrazia, e di avere mostrato come, con la proprietà privata, cominci l'infelicità umana."""""" -
Amleto
La vicenda che Shakespeare doveva mettere in scena era, senza mezzi termini, il rapporto di una mente umana con la vita, e il suo problema, allora, era quello di far muovere Amleto, con la sua ""prodigiosa consapevolezza"""" (Henry James), su un terreno adeguato al personaggio e alla sua ricerca. Poiché tutta la vita doveva essere messa in discussione, sottoposta all'analisi, al dubbio di un Amleto che è l'unico moderno, Shakespeare crea una struttura supremamente elastica e comprensiva, capace di abbracciare pianto e riso, ragione e follia, amore e odio; di passare da un universo domestico a un paesaggio sconfinato, da un salone di corte a un campo militare, da una fortezza a un cimitero. Se bene guardiamo l'Amleto, vediamo come ogni esperienza umana vi venga rappresentata. Tutta la vita; e più ancora: la vita vista come immagine di se medesima, come teatro."" -
Il mercante di Venezia. Testo originale a fronte
Nel ""Mercante di Venezia"""", opera composta tra il 1596 e il 1598 e qui presentato in nuova traduzione, il mondo sembra nettamente distinto tra buoni e malvagi, cristiani ed ebrei, innocenti e colpevoli: ma così non è. Di fatto noi lasciamo il teatro con il senso che tutti i personaggi partecipino a un medesimo destino, che il peccato non sia solo dell'ebreo, ma anche del cristiano, che la finale solitudine e il dolore di Shylock siano anche quelli del suo antagonista Antonio; che il regno della bellezza e della favola rappresentato da Belmonte sia, come il Giardino dell'Eden, fatalmente incrinato dalla dura realtà di una Venezia che è metafora dello stato moderno. L'immagine finale che il """"Mercante di Venezia"""" ci comunica è quella dell'umana fragilità e precarietà - non per Antonio soltanto, o per Shylock, si dovrà invocare la """"misericordia"""", esaltata da Porzia in un grande discorso, ma per chi, come loro, e noi, è chiuso nell'argilla della condizione umana."" -
Otello. Testo inglese a fronte
Nell'""Otello"""" la parola diventa destino e per questo, al di là dei molti temi di cui la tragedia è ricca (dallo studio della gelosia alla rappresentazione dell'operare del male, dall'analisi della follia alla percezione di quella grande crisi di trasformazione, di quel passaggio dal Medioevo all'età moderna che è alla base dell'arte shakespeariana), essa offre il suo più straordinario contributo nel proporre una nuova, moderna immagine di eroe tragico. Un eroe che cade perché non riesce a leggere il mondo e perciò a conoscerlo. Esso è per lui una sfinge, un enigma, e la parola è mistero e inganno, illusione e simulazione, apparenza che però incide sulla realtà e la distorce, rendendo la conoscenza impossibile e portando alla catastrofe. Il percorso tragico non è più determinato da un fato esterno all'uomo ma dall'incapacità dell'uomo (ormai solo, in un universo senza dei) di decifrare il testo-mondo."" -
Sogno di una notte di mezza estate. Testo originale a fronte
"Il 'Sogno' è il primo capolavoro comico di Shakespeare. Paragonato alle commedie che seguono [...], e soprattutto paragonato all'altra commedia in cui sono presenti elementi magici, 'La Tempesta' (prodotto dell'arte sua più matura, frutto dell'enorme saggezza e della sapienza tecnica accumulata negli anni di esperienza, se non altro teatrale), il 'Sogno' può sembrare un trastullo, una bazzecola, una quisquilia. Ma per minore che sia è perfetta. È un gioiello, un trionfo di tessitura, dove i fili più disparati e vari si combinano in un disegno unitario."""" (Dall'Introduzione di Nadia Fusini)" -
Sonetti
La grandezza del teatro di Shakespeare non ha messo in ombra i 154 splendidi Sonetti da lui composti a cavallo dei due secoli e rimasti inediti fino al 1609. Il tono intimo e intensamente sentito di questi componimenti li fece considerare a molti critici, se non sicuramente autobiografici, almeno una luce gettata sulla enigmatica personalità di Shakespeare. Ma il nostro tempo è maturo per leggerli come lo struggente romanzo di un amore senza speranza, che si nutre della propria ambiguità e si sublima nella dignità del dolore. Questa edizione riproduce la ormai classica traduzione in prosa di Lucifero Darchini, tra le migliori della nostra lingua: segue una breve antologia delle traduzioni italiane dei Sonetti dalle prime, ottocentesche, alle più recenti, dovute anche a poeti come Ungaretti e Montale. -
Edipo re. Testo greco a fronte
Fin dall'antichità l'""Edipo re"""" di Sofocle è stata considerata la tragedia per eccellenza. C'è in essa l'ansia della conoscenza e, al contempo, la coscienza di quanto difficile sia conoscere. Anche Edipo, che pure ha risolto l'enigma della Sfinge, deve spingersi oltre i limiti per poter dare un senso compiuto ai mille indizi che alludono al sapere, ma che ancora non sono conoscenza. Ed è proprio per aver sfidato questi limiti che egli incontra una sofferenza infinita, tanto che Nietzsche ha potuto scrivere di lui: """"Edipo è l'uomo che più ha sofferto, per questo egli ha svelato l'enigma dell'uomo"""". All'""""Edipo re"""" si sono rifatti via via Seneca, Stazio, Corneille, Voltaire, Hegel, Hòlderlin e, nel nostro secolo, Hofmannsthal, Gide, Cocteau, Pasolini. Ma la lettura più inquietante rimane quella di Freud, che ha fatto, ancora una volta, di Edipo il paradigma del destino umano. Introduzione di Franco Rella."" -
Il dottor Jekyll e mr. Hyde
Quando il dottor Jekyll inventa la pozione che lo trasforma nel doppio di se stesso, un essere deforme e capace di ogni misfatto chiamato Hyde, non sospetta ancora le conseguenze cui andrà incontro. Vittima della sua stessa creatura, Jekyll cade in una trappola autodistruttiva, fino a identificarsi spontaneamente con Hyde. Storia fra le più clamorose della letteratura moderna, entrata con forza nel nostro immaginario anche grazie alle numerose versioni cinematografiche che ha ispirato, ""Il dottor Jekyll e Mr. Hyde"""" (1886) a più di un secolo dalla pubblicazione stupisce ancora. Calata in un'avvincente trama giallo-poliziesca, la lotta impari che oppone Jekyll a Hyde mette in gioco temi di grande suggestione - la metamorfosi e il doppio, lo specchio e il sosia - fino a toccare le corde più segrete e inconfessate dell'animo umano."" -
La coscienza di Zeno
«L'amore sano è quello che abbraccia una donna sola e intera, compreso il suo carattere e la sua intelligenza.»La coscienza di Zeno (1923), uno dei capolavori della letteratura europea del Novecento, è la tragicomica vicenda di un ""inetto a vivere"""", che, su sollecitazione del proprio psicanalista, ripercorre le tappe della sua oscillante e inconcludente esistenza punteggiata dai ripetuti, e inutili, tentativi di smettere di fumare. Zeno Cosini è una specie di marionetta tirata da fili che, quanto più indaga, gli sfuggono. È schiacciato da un destino che sembra ineluttabile: desideroso dell'Ordine, è sommerso dal Caos; alla infantile ricerca di certezze, si ritrova compiaciuto funambolo sul filo oscillante della catastrofe personale e familiare. Introduzione di Franco Marcoaldi."" -
La confessione
"'La confessione' è l'opera che spezza esattamente in due la vita creativa di Lev NikolaevicTolstoj separando nettamente il 'primo' dal 'secondo' Tolstoj, ossia quello precedente e quello posteriore alla conversione. Composto tra il 1879 e il 1882, dopo 'Anna Karenina' e prima della 'Sonata a Kreutzer' e di 'Resurrezione', questo piccolo libro segna meglio di ogni altro il momento della conversione del grande scrittore. Anche se nelle posteriori opere religiose [...] Tolstoj si sforzerà di definire più esattamente l'essenza della propria fede, è senza dubbio nella 'Confessione' che le motivazioni del rivolgimento che divide così nettamente la vita dello scrittore sono esposte nel modo più preciso e anche più convincente. Nelle opere religiose successive si avverte, infatti, soprattutto lo sforzo di sistematizzare il pensiero, di trarre conclusioni, di convincere e fare opera di apostolato della nuova fede. Nella 'Confessione' invece, pur nella convinzione che il racconto delle proprie esperienze possa essere utile al lettore, Tolstoj si preoccupa soprattutto di rendere nel modo più autentico e immediato il corso dei suoi pensieri e dei suoi sentimenti, senza mai sacrificare la sincerità e l'immediatezza ad esigenze sistematiche o al desiderio di convincere."""" (Dalla Postfazione di Gianlorenzo Pacini)" -
Le avventure di Huckleberry Finn
"La storia di Huck e della sua fuga in zattera lungo il Mississippi con il negro Jim, fino al ricongiungimento col compagno di scorrerie Tom Sawyer negli ultimi capitoli di un libro che nacque come proseguimento del precedente Le avventure di Tom Sawyer, era tra le preferite di Ernest Hemingway, che citava sempre Mark Twain tra i suoi autori fondamentali: e non a caso, naturalmente, visto che fin dai suoi esordi anche l'autore di Fiesta lavorò molto duramente per riuscire a ricreare sulla pagina la lingua della strada, cosa per cui venne assai criticato. Molti, tra cui Joyce Carol Oates, considerano Le avventure di Huckleberry Finn 'Il Grande Romanzo Americano'. Altri, come T.S. Eliot, lo considerano l'unico vero capolavoro di Mark Twain. Di sicuro Le avventure di Huckleberry Finn è un romanzo-mondo, scritto superbamente, e divertentissimo. Huck Finn, in quanto ribelle adolescente refrattario a qualsiasi forma di autorità e di imposizione, sta all'origine di Holden Caulfield e di tutti i ribelli adolescenti della letteratura nordamericana. E il fiume Mississippi [...] è al tempo stesso uno dei protagonisti principali del libro e una metafora. Ma la storia di Huck Finn [...] è anche una grande satira sulla democrazia americana e sugli americani, in genere timorati di Dio ma sempre felici di impiccare un negro."""" (dall'Introduzione di Giuseppe Culicchia)" -
Il giornalino di Gian Burrasca
Tra le opere di Vamba, pseudonimo di Luigi Bertelli, quella che ha la disperata e sorridente perentorietà di un classico è ""Il Giornalino di Gian Burrasca"""". E il suo protagonista, Giannino Stoppani, mostra di avere ben chiara questa semplice verità: che un classico può permettersi tutto, meno che annoiare. Instancabile nell'inventare e mettere in atto """"birbonate"""", Giannino ha lo spessore del vero protagonista, rivelandosi un autentico provocatore. Proprio come Roberto Freak Antoni, fondatore del rock demenziale, che nella sua Prefazione sottolinea la totale insubordinazione di Giannino al mondo degli adulti, mondo cerimonioso e falso fino all'ipocrisia. L'edizione riproduce la versione che uscì in 55 puntate (1907-1908) sul """"Giornalino della Domenica"""" e che non è stata mai ripubblicata. La successiva edizione in volume, approntata in tutta fretta dall'autore nel 1912, contiene diverse, a volte curiose, varianti che vengono riportate nella Nota al testo."" -
I Malavoglia
«Chi ha roba in mare non ha nulla.»Nel suo capolavoro, I Malavoglia (1881), Verga racconta la sventurata storia di un gruppo di poveri pescatori siciliani, ponendosi ai vertici della letteratura italiana, senza incorrere nel folklore populista che caratterizzava, e caratterizzerà, molte opere ambientate tra le classi più umili. La vicenda dei Toscano, detti ""Malavoglia"""", di Acitrezza è emblematica della dissoluzione di un mondo che sta per essere cancellato dall'epoca moderna. Lo scrittore siciliano guarda con un velo di nostalgia e compassione all'affannoso dibattersi degli abitanti della """"casa del nespolo"""", ma descrive con estrema crudezza la violenza dei loro rapporti e la loro vulnerabilità di fronte alla Natura e alla Storia."" -
Le novelle
Questo volume comprende integralmente le prime, più celebri raccolte di Giovanni Verga, dagli esperimenti iniziali alle novelle siciliane (Vita dei campi e Novelle rusticane) e milanesi (Per le vie). Ogni racconto si regge sull'invenzione di situazioni e personaggi memorabili, scolpiti con uno stile teso e incisivo, in grado di cogliere la problematica sociale dell'ambiente contadino e cittadino, così come il fondo tragico della condizione umana. L'esauriente apparato di note mira non solo a corredare il testo delle necessarie esplicazioni storico-linguistiche, ma a porre in luce i passaggi cruciali dell'operazione narrativa, a suggerire le interpretazioni dei significati fondamentali. Va ad arricchire il volume una antologia della critica. Introduzione di Vincenzo Consolo.