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Giallo come il fiore dello zolfo. Nuova ediz.
«Un romanzo in cui l'autentica protagonista è la Sicilia, con le sue strepitose bellezze, le sue innegabili risorse e le sue contraddizioni che, in parte, traggono origine proprio dall'annessione del 1860. Un romanzo con un finale assolutamente plausibile, crudele e ironico, in quanto la Storia - usiamo la maiuscola... - si prende la rivincita sulla immutabile cupidigia di certi uomini.» (dalla prefazione di Riccardo Parigi). Postfazione di Bruno Telleschi. -
Cose. Flash per un agile «manualetto» etico/esistenziale un po' naif
«Mi accingo qui a raccontare ""cose"""" e ad affrontare la sfida antica di parlare di bene e di male, di buono e di cattivo, di sano e di malato, di umano e di cinico. Premetto che il mio criterio di bene e di male è """"banalmente"""" etico e psicoterapico. È la vita contro la morte (antico libro di psicoanalisi). Scoprire in vecchiaia che quello che sei è dipeso dalle tue scelte, modi di essere, dalle cose positive e dagli errori che hai fatto, anche se oggi li capisci, non sono granché modificabili e quindi non lo è la tua vita di oggi con i suoi pregi e limiti. Spero di autocitarmi con sufficiente autoironia. E di avere consapevolezza, come si dice in siciliano, che è """"u pirocchiu chi avi a tussi"""" (essendo invisibile, deve farsi sentire). Ciò insieme alla realistica e malinconica scoperta di vecchiaia che del tanto che c'è nel mondo e io ho visto e capito solo qualche pezzetto.»"" -
Terremoto è per sempre
La Sicilia è terra di terremoti, si sa. La Storia racconta di terremoti distruttivi. Il terremoto del Belice (1968) fu una calamità che ancor oggi fa riflettere per alcuni sconvolgimenti del territorio e, soprattutto, per le dolorose conseguenze sulla vita della popolazione residente. Il terremoto, di fatto, ha cambiato la vita di una provincia dedita all'agricoltura e alla pastorizia, fortemente radicata nel territorio, con ben precisi riferimenti e simboli, come la chiesa e il campanile, le strade sonnolenti, i ritmi lenti dopo il lavoro, la ""campagna"""" terra - lavoro - villeggiatura, la casa, vera ricchezza di ogni persona. Ha turbato gli animi di tutti, ha scosso le esistenze di mezza Sicilia. E se il terremoto sconquassa la vita degli adulti, come può reagire un adolescente in pieno sviluppo, costretto ad abbandonare il suo paese e la vita regolare e tranquilla nella comunità dove è nato? Rimane l'amarezza per questa terra di Sicilia che sa offrire tutto il bello dell'Universo, sa regalare sensazioni magnifiche, fa sentire forti e quasi onnipotenti, ma non riesce a preparare un futuro ai giovani. Si nasce in paradiso e si vive in purgatorio. Speriamo non per sempre."" -
Di tanti sospirati sogni
Passato e presente, sogno e realtà, riflessioni esistenziali e scenografiche ambientazioni si intrecciano nei dieci racconti di questa raccolta nella quale l'elemento dominante è il ricordo che permette di recuperare il tempo perduto e renderlo ancora vivo e pulsante, seppur velato di malinconia. -
Latitudine palermitana
In questo diario di un'iniziazione - questo leggerete - c'è il dramma, l'allegria, il senso e il nonsenso dell'esistenza, dei suoi insondabili misteri. Tanto più che il luogo in cui il protagonista di questa storia è venuto al mondo e si è svezzato (ammesso ci si svezzi soltanto da bambini), è Palermo, città tra le più dure nello svezzamento degli esseri umani. Palermo: al narratore bastano pochi accenni per fotografarla in primo piano e sullo sfondo, per renderne il carattere di chi la abita, di chi a tutti i livelli la rappresenta, di chi giorno dopo giorno la violenta, la sfregia mentre la blandisce, e alla fine, come un inconsapevole Otello, da morta se ne gode la bellezza. -
Il ladro di storie e un cane di nome Dakota
Voi sapete chi è il professor Chebir? È l'uomo col codino, l'uomo più ricercato degli Stati Uniti. Ci ha raccontato di un software non troppo ortodosso e ci ha detto che sperava di non avere troppe noie, che al limite sarebbe stato disposto, piuttosto, a tornare a Marsiglia. E sarebbe stato un vero peccato, perché io ho avuto modo di leggere il suo romanzo ""Il ladro di storie e un cane di nome Dakota"""", è la storia di uno strano rapporto tra due persone, che si incontrano nella nostra città, che non si capisce come comincia né come andrà a finire, però a me è piaciuto."" -
La mia vita per il jazz (e altro...). Ediz. illustrata
Questa insolita autobiografia è in realtà una raccolta di fotografie: ed è un album che si sfoglia con l'esitante trepidazione che inevitabilmente possono suscitare luoghi, episodi e personaggi, alle numerose e illustri amicizie internazionali di cui negli anni l'autore è stato gratificato, alla sapidità di aneddoti che non mancano di sorprendere e affascinare. È inevitabile abbandonarsi al riaffiorare dei ricordi, rinvigorirli con le dettagliate descrizioni fornite dall'autore, scoprire con meraviglia i numerosi scorci inediti, rilevanti dal punto di vista storico e artistico. I fermenti pionieristici dell'Hot Club Palermo, primo jazz club cittadino, e del ""Gene Krupa's Jazz Fans"""" di Tony Carini o di quei pochi negozi del tempo che erano in grado di procurare dischi a 78 giri)di quella strana musica. Ma a dare profondità e movimento al racconto di questo cospicuo pezzo di storia e di musica è, soprattutto, la straordinaria galleria di figure che hanno intersecato i percorsi umani e artistici di Lo Cascio. Dalla generazione di Gianni Cavallaro ed Enzo Randisi, il cui commosso ricordo è posto significativamente a suggello delle pagine biografiche."" -
Dall'altra parte della strada
C'è chi si inventa tante vite dentro una vita, che di vita ce n'è una sola, ma solo per chi non sa osare, per gli altri basta anche solo un carretto di gelati e un tramonto ed è, ancora, un'altra vita. E poi ce n'è tante di storie impossibili che per magia o soltanto per fortuna o forse per coraggio o per codardia di vivere nel nulla, diventano possibili. Molte le ha soltanto immaginate, altre ancora fortemente desiderate ma adesso deve andare. -
Prendimi per mano
C'è chi decide di deporre le armi, rassegnandosi ad esistere e chi decide di combattere, prendendo il controllo della propria vita e inizia a vivere. C'è chi si rassegna a un'esistenza inconsistente e umiliante perdendo tempo a piangere sulle proprie disgrazie, vere o presunte, e chi invece allarga le braccia e corre incontro al mondo tentando di riscrivere il proprio destino. Un tragico evento può mettere in ombra tutto della vita trascorsa, oppure può diventare un sapiente maestro che, con grazia e pazienza, riesce ad insegnarti che vivere non è solo respirare ma vivere è soffrire, emozionarsi, combattere, rialzarsi e combattere ancora. Questo libro è un inno alla vita raccontato da chi è stato ferito - dentro e fuori - e che invece di sedersi ad aspettare gli eventi, ha deciso di aggrapparsi alla vita e forgiarla tirando fuori da essa le cose più belle, senza mai disperare. -
Santi a Mantova
Roberto Brunelli è conosciuto e apprezzato come esperto di storia e di arte: con questa sua opera, ci presenta un connubio tra arte e santità. I racconti delle vite dei Santi e dei Beati sono profondamente intrecciati con la storia della terra mantovana, proponendo l'abbinamento della santità con la bellezza. Un libro innovativo, esaustivo che, con l'accattivante forma narrativa e il corredo di immagini a colori fuori testo, cattura il lettore. Il volume presenta poi un'ampia e interessante sezione di apparati tra i quali si segnala “Il calendario liturgico mantovano”. -
L'arte di Roberto Pedrazzoli. Le interpretazioni della critica
La pubblicazione documenta con un ricco apparato fotografico la realizzazione della grande scultura di oltre cinque metri d'altezza che Eduard Habicher ha ideato per piazza Castello nel Palazzo Ducale di Mantova, dove è stata esposta per un anno prima di essere trasportata nella sede definitiva della Lubiam, azienda di moda mantovana nota in tutto il mondo, sponsor dell'iniziativa. “In quel contesto, così carico di storia e di memoria, ho cercato di realizzare un'opera che con la sua forma rotonda entrasse in relazione con l'architettura e diventasse essa stessa un passaggio, un invito a entrare a Palazzo. Mi ha interessato l'idea del luogo protetto, avvolgente e ambiguo. Un guscio scoperchiato, insomma” (Eduard Habicher). “È un lavoro fortemente emblematico della recente produzione dell'artista dove la scultura reagisce dialetticamente al luogo mantenendo una sua autonomia. Non è un oggetto, ma un'idea dello spazio che diventa luogo” (Alberto Fiz). Un libro che si pone tra un diario, un catalogo d'arte, un work in progress di immagini, arricchito dei testi che introducono la poetica e la storia stessa del lavoro dell'affermato artista. -
Closer to strange. Canan Dagdelen. Giuliana Natali. Ediz. illustrata
Il catalogo, composto da due volumetti racchiusi in una raffinata custodia, documenta l'esposizione-installazione dei due artisti nelle sale del prestigioso Palazzo Ducale di Mantova e con essenziali e puntuali saggi critici racconta il loro ricco percorso artistico. -
La casa di Giulio Romano
Avevano entrambi 24 anni quando si erano incontrati, Federico Gonzaga, Signore di Mantova, e Giulio Pippi, conteso pittore e architetto romano. Era il 22 ottobre 1524, e da quel giorno non si sarebbero lasciati un momento: esigente e geloso, il colto e grandioso figlio di Isabella d'Este; occupatissimo ad accontentare i suoi capricci, l'allievo prediletto di Raffaello. Un'avventura esaltante fra due giganti visionari e spregiudicati. Eccitante e spericolata sfida a chi dei due arrivava per primo a concepire palazzi, monumenti, feste, sfilate e banchetti: fino alla costruzione di Palazzo Te, il palazzo dei lucidi inganni, visionario e inquietante capolavoro di finzioni, figure, colori immersi in un esplicito, sfrenato, rutilante erotismo. Fino alla morte di Federico (1540), e anche oltre, Giulio progetterà anche chiese e monumenti funebri, e finalmente la sua ultima ricchissima casa nella contrada dell'Unicorno, scrigno delle preziose collezioni, di reperti antichi, dei progetti mai realizzati, degli audaci disegni di poderose divinità dei fulmini e i tuoni, della guerra e dell'amore, voluttuose e maliziose femmine, colori smaglianti, architetture vertiginose. Potenti, inarrestabili inni alla vita, costantemente velati dalla malinconia dell'inevitabile fine. Chi vuol esser lieto sia, era infatti il “fil rouge” che univa il rinascimentale Signore di Mantova e l'infaticabile, sicuro, prepotentissimo artista entrato nella storia dell'arte con il nome di Giulio Romano, morto a Mantova il primo novembre 1546. -
Le carte del te. Con Carte
Dedicato a bambini, ragazzi e adulti un libro-cofanetto e a una guida illustrata a colori che, oltre alle regole e alle istruzioni per il gioco, svela carta per carta, il significato e i rimandi ai miti greci e latini elaborati e reinventati da Giulio Romano nelle stanze di Palazzo Te. L'intento principale di questo curioso, singolare, fantasioso, coloratissimo didattico libro-oggetto è quello di raccontare storie, partendo dalle immagini e dai contenuti simbolici delle carte attraverso figure e particolari che si ritrovano rappresentati negli affreschi del capolavoro del Rinascimento italiano. Età di lettura: da 9 anni. -
Una tradizione architettonica. Maestri della Scuola di Milano. Ediz. illustrata
Dopo un'introduzione che inquadra il tema dell'insegnamento della storia dell'architettura, i testi sono dedicati ad alcuni maestri che hanno contribuito a definire, nel XX secolo, la tradizione architettonica della Scuola milanese e lombarda. Franco Albini (1905-1977), Ignazio Gardella (1905-1999), Ernesto Nathan Rogers (1909-1969), Carlo De Carli (1910-1999), Marco Zanuso (1916-2001), Guido Canella (1931-2009), Enrico Mantero (1934-2001) e Antonio Monestiroli (1940-2019), sono architetti che hanno lavorato o insegnato a Milano e che hanno espresso nei loro progetti, nei pensieri e nell'attività didattica una serie di caratteri comuni e ben riconoscibili, che partendo dalla conoscenza della realtà approdano a soluzioni di grande raffinatezza poetica. Il volume, illustrato dagli scatti di Marco Introini, è corredato da disegni originali e da foto d'archivio. -
Bandiera rossa a porto Catena
Segretario della sezione del Pci «Palmiro Togliatti» di piazza dei Mille nei primi anni Settanta, l'autore ha conosciuto alcuni dei protagonisti del racconto che, tra realtà e finzione, si snoda tra osterie, vicoli e piazzette dei quartieri mantovani Fiera e porto Catena. In quel microcosmo popolare, descritto con adesione affettuosa e indagato con sguardo sociologico, anarchici, socialisti e comunisti vivono i mesi, esaltanti e drammatici, del sogno rivoluzionario e della violenta reazione fascista. La fine della guerra ha portato con sé rancori, speranze e delusioni. L'aspirazione a «fare come in Russia» s'intreccia con il malessere di migliaia di ex combattenti che male si adattano alla vita civile e non trovano un'occupazione. Scioperi e agitazioni contrassegnano il «biennio rosso» (1919-1920) cui seguirà un biennio nero. Tra i socialisti regna la confusione e un'aspra lotta tra le correnti, mentre sull'onda della rivoluzione bolscevica nasce il partito comunista. Il popolo della sinistra assiste, quasi senza combattere, alla disgregazione dello stato liberale e alla vittoria del fascismo. -
Arte architettura ironia. Gilulio Romano e palazzo Te
Palazzo Te, capolavoro di Giulio Romano a Mantova, è uno dei più studiati edifici della storia dell'arte e dell'architettura e, dal Cinquecento di Vasari ai viaggiatori europei del Grand Tour sino agli storici del ventesimo secolo, ha incuriosito ed è stato ritratto e descritto. Attingendo dall'imponente letteratura sul Palazzo, il libro propone una selezione dei più importanti testi storico-critici che hanno offerto contributi inediti e originali per la sua comprensione, avendo l'obiettivo di metterli a disposizione di un vasto pubblico. Ogni autore ha affrontato argomenti e aspetti inesplorati, fornendo apporti insuperati ancora oggi per chiarezza e valore scientifico, imprescindibili per chi voglia avvicinarsi allo studio e all'analisi del monumento, e per chi si accinga a visitarlo. Ciascun brano ha il compito di raccontare e illustrare una sala, presentata al lettore attraverso il punto di vista di chi ne ha offerto un'interpretazione essenziale e rappresentativa. Preceduti da un denso e originale studio critico della curatrice Ludovica Cappelletti e da un illuminante testo di Charles Hope, emerito storico dell'arte già direttore del Warburg Institute, vengono proposti, tra gli altri, scritti di Ernst H. Gombrich, Frederick Hartt, John Shearman, Egon Verheyen -
La Grande guerra. Pagine e immagini. Ediz. illustrata
Cinema, fotografia, arte, propaganda e mass-media durante il conflitto della Grande Guerra. -
Il mito di Venere a Palazzo Te. Ediz. a colori
Palazzo Te è un luogo-scrigno che racconta miti e metamorfosi in ogni suo angolo, un labirinto visivo che chiede di essere non solo ammirato, ma anche decifrato, letto, ascoltato, vissuto. Nella cultura e nell'immaginario di Giulio Romano e della nobiltà rinascimentale che ha abitato e vissuto il palazzo nei momenti di festa, il mito greco, filtrato dalla letteratura latina, era vivo e capace di emozionare. Era una presenza che si animava di rimandi, di letture, di immagini e di sogni. Il mito parlava e cantava. Il mito di Venere, dea della bellezza che nasce dall'armonia, pacificatrice del cielo e della terra, per ben ventisei volte è riprodotta nelle sale del palazzo. La dea più rappresentata, più vista, più pensata. La dea di una bellezza che ci attende. -
Cavoli a merenda. Ricette intraprendenti per cuoche incompetenti
Dopo la sorprendente Autobiografia di una femminista distratta, ecco una nuova perla, un libro prezioso che nasce da un fallimento: dal non saper cucinare come tutte le amiche - e invitate - si aspettano. Un'edizione a cui Laura Lepetit teneva molto e che ha seguito amorevolmente (e con puntiglio) in ogni momento della sua realizzazione, senza purtroppo vederne la stampa. Di scrittrici come lei ne rimangono poche in giro, mentre fino a poco tempo fa, lo stile sobrio e affilato era più condiviso, soprattutto tra le autrici inglesi da Laura tanto ammirate e poi pubblicate dalla sua gloriosa casa editrice (La Tartaruga). Il distacco sapiente dall'ovvio e un indubbio talento per la scrittura tagliente ma divertita, servono in tavola un gustosissimo testo che compone una sorta di autobiografia, stavolta giocata tra un sé inadeguato e il mondo degli ortaggi conosciuti intimamente, uno per uno, nei loro tratti caratteriali e nelle loro singole vocazioni a diventare materia gastronomica. Abbiamo la fortuna di leggere 75 ricette di Daniela Casale, cuciniera più seduttiva di tanti chef primedonne, illustrate dai bellissimi disegni di Mercedes Cuman.