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Enza Bono Parrino. Una donna, una storia. Conversazioni con Dario Cocchiara
La vita non mi ha concesso gioie prive di nubi: afferma Enza Bono Parrino. E in questo libro ripercorre con la memoria le une e le altre, rievocando soprattutto un'epopea politica (forse) irripetibile per Alcamo, sua città e teatro principale della narrazione. Ma c'è molto di più, ci sono trame di un percorso privato e pubblico che si lega a doppio filo alla storia italiana. La protagonista consegna quindi alle pagine il romanzo per certi versi corale di un'esistenza vissuta all'insegna della passione genuina e sincera... per la scuola, per la socialdemocrazia, per l'impegno civile. -
Il mistero e l'inganno. Pensare, narrare e creare la Sicilia
Una raccolta di saggi accurata e approfondita, che analizza e decostruisce le narrazioni stereotipate sulla Sicilia e i siciliani. Gli autori analizzano con precisione scientifica una serie di materiali eterogenei, che comprende brani di letteratura ufficiale (Sciascia, Bufalino, Consolo), pubblicità, cinema, ma anche testimonianze autobiografiche. Il fine è uno solo: quello di restituire al lettore una rappresentazione nuova e più obiettiva dell'isola e della sua identità. Autori: Flaviana Astone, Giulia Bitto, Irene Falconeri, Mauro Geraci, Marcello Mollica, Roberta Pandolfino, Angela Princiotto. -
La scuola incantata dei bimbi in vestaglia
La storia di Alice, una bambina che si trova ad affrontare la malattia e la sofferenza per uscirne più forte e matura, diventa in questa favola moderna l'emblema dei piccoli alle prese con il periodo faticoso dell'emergenza Covid-19 e della famigerata DAD. Nato nel periodo di quarantena per il Covid-19 e sviluppato nelle classi virtuali della didattica a distanza, ""La scuola incantata dei bimbi in vestaglia"""" non è solo un libro, ma un progetto didattico, pensato per supportare docenti e genitori nel parlare con i più piccoli di temi dolorosi come la morte e la malattia. Il racconto è corredato da una preziosa appendice, con disegni e testimonianze degli alunni di una scuola media di Palermo, per attualizzare ed """"elaborare"""" i temi trattati. Età di lettura: da 9 anni."" -
Agatina senza pensieri
9 luglio 2006, la nazionale italiana sta per giocarsi la finale del campionato mondiale di calcio. In questo clima di leggerezza si consuma l'ultima ora di Saro Lo Trovato. Dopo decenni, torna in famiglia Agatina per dare l'ultimo saluto al fratello morente. La donna ripercorrerà col filo della memoria il tragico vissuto della sua famiglia, trovando una risposta alle ragioni dei travagli patiti da lei, dai genitori e dai fratelli. Un'affascinante saga familiare che va dall'inizio del '900 al 2000, concentrandosi sull'infanzia di Agatina e il secondo dopoguerra, e affronta il mostro dell'alcolismo. -
Un sogno di libertà. Fiabe e racconti
Cosa c'è di più affascinante e misterioso di un sogno? È con questo suggerimento che sono chiamati a misurarsi i 25 autori scelti e coordinati da Licia A. Callari. Nei micro-racconti che compongono la raccolta, personaggi fantasiosi animano regni immaginari e città fantastiche, vivono realtà irreali, affrontano situazioni bizzarre: niente è proibito nel magico mondo dell'onirico. 25 personalità di spicco della cultura siciliana in una delicata antologia di ""storie immaginate"""" i cui ricavati andranno a Libera contro le mafie."" -
La chiamavano maternità
"La maternità è il più bel punto di non ritorno"""": in queste parole le autrici Maristella Panepinto, giornalista, e Laura Ruoppolo, storica dell'arte, amiche e fondatrici del progetto web """"A tutta Mamma!"""", condensano il loro punto di vista sulla maternità. Un'esperienza forte, un caleidoscopio di sentimenti, una pietra miliare nella vita di moltissime donne: essere mamma è tutto questo e anche molto altro, è bellezza e dolore, entusiasmo e stanchezza cronica, desiderio di stare """"appiccicati"""" al proprio pargoletto ma anche voglia di approdare su un'isola deserta. Il libro parla con autenticità, dolcezza e ironia della maternità, sfuggendo agli stereotipi melensi e venendo a patti con l'inevitabile somma di sentimenti, che a volte non si allineano tra loro, che ogni madre affronta. Un libro per mamme che non pretendono di essere perfette, ma che accettano con serenità la propria umanissima e fisiologica imperfezione: perché, per le autrici, se c'è una certezza nella maternità, è proprio l'imperfezione, che rende unica ciascuna madre." -
Suca. Storia e usi di una parola
L'origine della parola siciliana suca è rintracciabile nel verbo sucari 'succhiare', con un valore originariamente triviale. Ma, nel tempo, ""l'imperativo palermitano"""" ha sviluppato una miriade di significati e usi figurati che si sono via via affermati in ambiti comunicativi diversi dal dialetto: nell'italiano colloquiale come nell'italiano giovanile, nelle scritture esposte come nei social, nei mass media come nel linguaggio delle tifoserie calcistiche. E, piano piano, ha perfino cambiato forma passando da SUCA a 800A e dimostrandosi capace di trasformarsi ancora, fino a diventare 751A. Oggi, suca e le varie espressioni in cui ricorre si usano per negare qualcosa o per esprimere una certa contrarietà nei confronti di una richiesta, una situazione, una """"verità"""", ma questa contrarietà procede per gradi: può essere più forte o più attenuata a seconda che con essa si voglia comunicare rabbia o sfida, un sentimento di scherno oppure di dispetto. A Palermo, dove l'imperativo è nato, continua a reinventarsi, con nuove soluzioni grafiche e nuovi sensi figurati, trovando anche applicazioni nell'arte e nell'ambito di un costituendo Made in Sicily. Con un glossario di Kevin De Vecchis. Foto dell'opera di Giuseppe Mazzola."" -
Scrivere di mafia
Nato al termine della residenza letteraria ""Scrivere di mafie"""", in cui sei scrittori e giornalisti under 35 da tutta Italia - Vincenzo Cascone, Sophie Fiesoli, Davide Guarcello, Francesca Maruccia, Lorenzo Ongaro, Giulia Eleonora Zeno - hanno trascorso due settimane in Sicilia visitando i luoghi-cardine della lotta alla mafia e confrontandosi con chi ha dedicato la propria vita ad opporsi alla violenza mafiosa, il libro è una raccolta in cui gli autori, con toni diversi e scegliendo modalità narrative proprie, si confrontano con la dura realtà della mafia."" -
Un uomo, un medico
L'autobiografia del medico siciliano Giuseppe Iacono, (scritta a quattro mani con la giornalista Maristella Panepinta),che da un piccolo paese dell'agrigentino e da una famiglia di umilissime condizioni è diventato uno dei più grandi specialisti di gastroenterologia pediatrica in Italia e all'estero. Uno spaccato di vita che restituisce 50 anni di storia siciliana e italiana. Un esempio illuminante di ascensore sociale. Prefazione di Rossano Bartoli. -
Mafia: singolare, femminile
In un contemporaneo inferno di Sicilia le voci di un tragicomico matriarcato si sovrappongono senza genesi, senza salvezza, senza perdono. Donne di mafia, altra metà del cielo di Cosa nostra che, pur non portando nomi tristemente noti, escono dalle carte processuali con l'urgenza di narrare, mediante spontanea teatralità, una condizione esistenziale in rapporto con il lutto dell'assenza. Echi di una costellazione violenta confessano, nell'arida prateria della scena, l'irreversibile scacco della loro anima. Monologhi intensi che portano in scena storie al femminile, poco conosciute che, tuttavia, per la loro intensità e, soprattutto, per la loro ""normalità"""", finiscono per descrivere i prototipi delle donne di mafia. Il filo rosso che unisce i monologhi è costituito dalla voce del magistrato donna, la quale, per il suo lavoro le """"ha conosciute"""", incontrandole nei verbali, nelle aule di udienza, nelle sale colloquio dei penitenziari, nelle intercettazioni. Prefazione di Rosy Bindi."" -
La terrazza della noce. Ricordi di vita con Leonardo Sciascia
A trent'anni dalla scomparsa di Leonardo Sciascia, il grande scrittore viene qui ricordato in maniera intima e personale da Gaspare Agnello, ""allora un giovane tutto preso da ideali di giustizia, libertà e progresso"""" che fu tra i fondatori del Premio letterario Racalmare Città di Grotte, presieduto dallo stesso Sciascia. """"La terrazza della Noce"""" racconta il grande scrittore agrigentino di un punto di vista personalissimo, ancorché privilegiato. Su quella terrazza - quella della grande casa in campagna di Sciascia - Agnello ha trascorso molti pomeriggi d'estate, condividendo con lui momenti d'intimità, intense discussioni letterarie e politiche, e il privilegio di sedergli accanto. Prefazione di Matteo Collura."" -
E tornarono a volare le mignole
Questa è la storia di mio padre Ruggero e di mia madre Rosalia. ...lo e Virginia abbiamo avuto due papà e due mamme e io racconto la loro vita senza mai riuscire a spiegarmi per quale prodigio i riflessi che illuminano i fili del destino degli uomini che hanno strade labirintiche uniche e inesplicabili, finiscano a volte con il connettersi fra loro, a farsi carico di significanza preziosa in sorprendente stupore. -
I carnefici di Sicilia. Chi erano e come vivevano i boia nell'Ottocento
Il mondo visto con gli occhi dei carnefici siciliani dell'Ottocento: questo è lo straordinario spaccato storico, sociale, culturale che Salvatore Mugno offre ai lettori; una prospettiva totalmente inedita, sia nella storiografia che nell'aneddotica sulla Sicilia. Un'analisi precisa e attenta, che si rivolge a tutto ciò che caratterizzava la vita di coloro che per lavoro eseguivano le condanne a morte: dall'identità dei boia alle modalità di reclutamento, dal tenore di vita alle normative che regolavano la loro attività, passando per abbigliamento, contesto familiare, disagi e aspirazioni, pietà e orgoglio, orrore e ripugnanza. -
Io, Felicia. Conversazioni con la madre di Peppino Impastato
Nell'estate del 2002 Felicia Bartolotta, la madre di Peppino Impastato, si racconta a due giovani attivisti, Angelo Sicilia e Mari Albanese, tra gli animatori del primo Forum Sociale Antimafia di Cinisi. Sono conversazioni intime e toccanti: ""Mamma Felicia"""" racconta del suo passato, del rapporto conflittuale col marito, del grande amore per suo figlio Peppino, della sua scelta, alla morte violenta di quest'ultimo, di aprire le porte della sua casa a tutti i giovani, per coltivare la memoria e spargere semi di consapevolezza per il futuro. Nelle parole di Felicia, che appoggiò e sostenne suo figlio nel suo opporsi alla mafia, trovano posto la voglia di giustizia di una donna indomita e insieme la tenerezza di una madre che ricorda aneddoti dell'infanzia di Peppino, della sua giovinezza dedita alla militanza politica, della sua tragica fine. Felicia racconta la sua paura, i suoi timori, il suo dolore, ma con lo sguardo al futuro e alle nuove generazioni: le sue parole diventano prassi, agire quotidiano, dialogo incessante, ma soprattutto un messaggio attualissimo di speranza per il futuro."" -
I martiri dell'America Latina difensori della Terra
La crisi ambientale e climatica minaccia la Terra; ogni giorno, attivisti in tutto il mondo si battono per proteggerla, scontrandosi con gli interessi economici legati allo sfruttamento delle risorse e con la corruzione, e mettendo a rischio la propria vita. Nel 2019, più di 200 persone sono state assassinate perché si dedicavano alla difesa della Terra e della natura: la maggior parte di questi omicidi è avvenuta in America Latina. A Colombia, Brasile, Messico, Honduras, Guatemala, Venezuela e Nicaragua spetta infatti un triste primato: quello di Stati in cui si sono sacrificate più vite nella difesa del nostro pianeta. Salvatore Inguì racconta l'esperienza di ventitrè ""martiri"""", donne e uomini semplici che non hanno esitato a combattere in prima linea per il bene collettivo. Non storie di morte, ma colme di vita, di impegno, sprone ed esempio per ognuno di noi. Le narrazioni sono state raccolte attraverso l'incontro con le persone e le organizzazioni che fanno parte di ALAS - América Latina Alternativa Social, la rete transnazionale promossa da Libera."" -
Le mie afriche
"In Italia come in Congo, in Sicilia come nel Likouala, a Palermo come a Enyellé. È così che, nonostante tutto, continuo a sentirmi cittadino di questo immenso e straordinario pianeta."""" In poche righe e con il consueto, e autentico, trasporto Sergio Infuso racchiude il senso e il contenuto di questo volume, Le mie Afriche: """"grandi contraddizioni, comunità in lotta contro soprusi e sofferenze, umanità che non si arrende-. E ancora una volta le sue parole sono la via più breve per raggiungere il lettore, che tra queste pagine vedrà l'Autore attraversare l'Italia dal nord al sud, e da lì spingersi ancora più a sud, fino a lambire le rive del fiume Congo, insieme al gruppo di medici, antropologi e religiosi con i quali ha condiviso l'esperienza di una delle missioni umanitarie di """"Ali per Volare"""" Onlus. L'esperienza africana scorre tra le pagine come una pellicola cinematografica a colori accesi, tutto è intenso: il lavoro con l'ambulatorio medico da un villaggio all'altro, l'impatto con la natura, gli occhi di bambine e bambini che ha visto sorridere o piangere. Sono trascorsi quasi dieci anni, e Sergio ha continuato a salire e scendere da un aereo o da un'auto per raggiungere donne e uomini di tutte le età con cui ha tessuto progetti di impegno sociale e civile, anche attraverso la narrazione della sua storia personale." -
Né luna né santi
Innocenzo Misseri, meglio noto come padre Nuccenzio, arciprete di Torrebruna, provincia di Palermo, viene ucciso davanti a casa sua, una sera primaverile del 1920. Tra lo sgomento dei parrocchiani emerge che il religioso, nelle sue ultime ore di vita, avrebbe riconosciuto come esecutore il giovane bracciante Stefano Piscopo. Ma la comunità stenta a credere che possa trattarsi del vero assassino. A interessarsi al caso anche il ferroviere Francesco Marretta, impiegato nella stazione locale, che conosce molto bene sia Stefano che il territorio in cui sono cresciuti. Torrebruna non è nuova ai misfatti né alle perdite, lo scopriamo man mano che Francesco sgrana le pagine del suo diario, che si aprono come scene in teatro: la sala del barbiere, l'interno giorno tra sarta e apprendista, i nudi scalini sotto casa sono tutte occasioni di passaparola che alimentano le ipotesi sul ""chi"""" e sul """"perché"""" che gravano sulla morte dell'arciprete. A chi potrebbe avere """"dato fastidio""""? L'ago non può che oscillare tra la vendetta personale e la """"nuova mafia"""". Francesco delinea così la fisionomia di una società dominata dal latifondo, falcidiata dall'emigrazione oceanica, dall'epidemia di spagnola e dalla Grande guerra, in un momento storico in cui - per dirla con Tommaso Bordonaro - """"la genti moriva accatastrofi"""". Compresi i preti. Prefazione di Nicola Grato. Postfazione di Bernardo Puleio."" -
Raccontare Sciascia
Con ""Il giorno della civetta"""", Leonardo Sciascia è stato il primo autore a parlare di mafia in un romanzo; ma lo scrittore di Racalmuto fu molto più di questo; nelle sue opere trovano spazio i temi chiave della sicilianità e le questioni universali dell'uomo: l'essere, la morte, la memoria, l'oltre. Il suo sguardo lucido sul mondo offre ancora oggi, a cento anni dalla sua nascita, interessanti spunti per la lettura del Contemporaneo. Gli autori analizzano gli aspetti salienti, meno conosciuti, curiosi che riguardano la vita di Sciascia e la sua vasta produzione. Il testo è articolato su grandi temi - la scuola, la mafia, la fede, il cinema, il teatro, la giustizia, le feste, i viaggi, la religiosità, la pittura, la fotografia, le speranze e i sogni dei siciliani - per fornire a tutti coloro che non lo conoscono, a cominciare dai ragazzi delle scuole, una chiave d'accesso all'opera dello scrittore, e insieme per offrire una grande quantità di spunti, aneddoti e rarità che ingolosiranno gli appassionati di Sciascia. Il testo contiene un QR Code per scaricare il """"Tema di Regalpetra"""", brano inedito di Giuseppe Maurizio Piscopo che costituisce la colonna sonora del libro."" -
Non posso salvarmi da solo. Jacon, storia di un partigiano
"Non posso salvarmi da solo"""". Con queste parole il partigiano ventenne originario di Isnello Giovanni Ortoleva, nome di battaglia Jacon, rifiutò l'aiuto di un comandante fascista che, in nome della provenienza dallo stesso paese, gli proponeva di indossare la camicia di nera e sfuggire alla fucilazione. Non ebbe dubbi: preferì scegliere la coerenza, l'istinto di onore e di solidarietà umana e morì, dopo una notte di torture, insieme ad altri diciannove partigiani, nell'eccidio di Salussola in provincia di Biella. Era il 9 marzo 1945. La storia del giovane partigiano diventa l'emblema di quella di tutti coloro che, da ogni parte d'Italia, scelsero con fermezza di stare dalla parte della giustizia sociale. Nel ricostruire il contesto e narrare della Resistenza Italiana, viene data voce anche a vicende e personaggi che rimasero ai margini della Storia, come la rivolta anti-tedesca sull'Etna, il professore guerrigliero Antonio Canepa e il Patto della montagna sulle Prealpi biellesi, che aprì le porte ai diritti sul lavoro delle donne in piena guerra e la cui firma sarà poi estesa in tutta Italia. Prefazione di Enrico Pagano." -
Marineide al cubo
L'abigeato, uno dei reati più antichi, è l'attore principale del primo dei tre racconti di questa raccolta che vede come protagonisti l'ispettore Marineo e i suoi scalcagnati compagni d'avventure. Un'ambientazione bucolica, quasi primitiva, fa da sfondo alle vicende. Situazioni surreali e trovate sapide ma spesso indigeste sono il condimento alla portata principale, ovvero un espediente geniale quanto semplice ed efficace che metterà alla prova l'acume del nostro eroe. Il secondo episodio è un racconto breve ambientato durante la Seconda guerra mondiale. Il nostro baldo ispettore sarà chiamato a dipanare l'ultimo mistero del conflitto, celato in un pizzino in possesso dell'intelligence americana. E gli enigmi continuano nel terzo racconto, dove gli strani fenomeni che si verificano in un paesino siciliano di poche anime attirano l'attenzione del mondo intero. Riuscirà il nostro eroe a svelare l'arcano, laddove commissioni intergovernative hanno fallito?