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Jaspers
«Per Jaspers l'uomo è inseparabile dalla sua situazione. Non che egli prima sia e che vi si immetta poi. L'uomo è una libertà che si costituisce nel prendere su di sé la necessità, nel far propria la materia situazionale. D'altra parte la presa di coscienza della situazione o l'assunzione pre-conoscitiva di essa entra nella situazione come un fattore che intrinsecamente la qualifica. Perciò non sarà a rigore possibile parlare di una situazione puramente esterna; la situazione è sempre esterna e interna, si pone al di là o al di qua della vecchia opposizione tra interiore ed esteriore: opposizione che certamente potrà ricostituirsi e ritornare in gioco, ma su altri piani e in sensi diversi e rinnovati.» -
Su Camus. Il mondo del condannato a morte
«Avremmo torto a considerare l'evoluzione di Camus come un'ascensione rettilinea che va dall'indifferenza alla rivolta, dall'accettazione ribelle alla santità. Si tratta invece di una dialettica che è ricerca sofferta dell'equilibrio. Quanta attenzione e fatica per mantenere questa sfumatura che separa il sacrificio dalla mistica, l'energia dalla violenza, la forza dalla crudeltà.» Pagine scritte con il fuoco, quelle che seguono sono anche le ultime che Rachel Bespaloff abbia scritto prima di levare la mano su di sé. Sono dedicate ad Albert Camus, la cui intera riflessione appare come un intensissimo corpo a corpo con la questione della mortalità, ovvero con la consegna della sorgività vitale della cosa umana al destino cieco e vuoto dell'assurdo. Come in una fuga di specchi, l'autore francese e la pensatrice ucraina si rincorrono in una corsa tanto inebriante da provocare a volte le vertigini. Le parole dell'uno divampano nell'interpretazione dell'altra. -
Roma
«Nessuno ha mai eguagliato i Romani nell'abile utilizzo della crudeltà. Quando la crudeltà è figlia di un capriccio, di una sensibilità malata, della collera, dell'odio, spesso ha delle conseguenze fatali per chi soccombe. La crudeltà fredda, calcolata e metodica; la crudeltà che non può essere mitigata da alcuna considerazione di prudenza, di rispetto o di pietà, alla quale non puoi sperare di sottrarti né attraverso il coraggio, né attraverso la dignità, la resistenza, né tramite la sottomissione, le suppliche, le lacrime, ebbene una crudeltà di questo tipo è uno strumento di dominio incomparabile.» Contiene i saggi: Riflessioni sulla barbarie; Abbozzi di lettere; Hitler e la politica estera della Roma antica; Roma e l'Albania. -
La filosofia del piacere
«Io possiedo, ma non sono posseduto; perché la cosa migliore che si possa fare è vincere e non essere resi schiavi dai piaceri, senza però evitare di goderne». Aristippo concordava con Diogene di Sinope su un punto decisivo: il massimo bene per l'uomo è costituito dalla libertà. Questa gioiosa indipendenza non era però - come invece avviene nel cinismo - fondata sulla rinuncia, sulla liquidazione di ogni bene superfluo e su una vita ostinatamente frugale e leggera. Aristippo amava ripetere che il possesso di beni - così come un'esistenza agiata e comoda - moltiplicava le possibilità di godere dell'attimo e delle gioie del corpo. Si trattava però di mantenere un difficile equilibrio e di non cadere mai nella dipendenza: bisognava possedere dei beni ma mai esserne posseduti. -
Dopo «La cosa umana». Appunti su Sartre
«Come diceva di sé Cristina Campo, Fergnani ha scritto poco e avrebbe voluto avere scritto ancora meno. Tuttavia il qualcosa che resta apre ancora squarci di sole nella bruma della critica filosofica contemporanea. I malati di perfezione - si sa - sono rari, ma chi li abbia incontrati non può dimenticarli, scolpiti di stupore nel libro d'oro dei ricordi». -
Le ragioni per tollerare i cattolici romani. Testo inglese a fronte
Il pregio più vistoso di questo breve manoscritto è proprio quello di costituire una sorta di finestra privilegiata sul modo di pensare di Locke. Evidentemente non redatto per essere pubblicato, il manoscritto sembra quasi un tentativo di fermare le idee su carta, di mettere per iscritto degli spunti pro e contro la tolleranza del cattolicesimo romano, di appuntarsi i capisaldi di uno schema dialettico-antitetico per verificare in seguito il portato persuasivo di ciascuna opzione. -
Utopie. Marx, Lukács, Bloch, Sartre, Althusser
Franco Fergnani pubblica sulla rivista ""Utopia"""", fra l'aprile del 1971 e il dicembre 1973, una serie di densissimi articoli, o per meglio dire pregevoli saggi di filosofia della storia, teoretica e morale, in cui vengono sviluppati gli aspetti salienti di un umanesimo critico a confronto con le principali prospettive utopistiche. Fergnani rivela anche in questa occasione il suo stile inconfondibile e la sua penetrante capacità critica."" -
La sfida di Sisifo. 60 anni dopo. Scritti su Albert Camus
Il presente volume raccoglie gli interventi redatti in occasione della giornata di studio ""La sfida di Sisifo. 60 anni dopo"""", promossa dall'I.I.S. """"G. Cardano"""" di Milano. Il convegno è stato organizzato con la precisa intenzione di ricordare Albert Camus (1913-1960) a sessant'anni dalla scomparsa e di tramandare i punti nodali del suo pensiero agli studenti di tale istituto. Saggi di Manuela Alborelli, Piercarlo Necchi, Antonio Panzera e Mauro Trentadue"" -
Iliade. Il poema della forza-Antigone, Elettra
«Sottomettersi alla forza per soggezione ai propri ideali costituisce un atto folle. Parlarne serve; serve a scoprire che ogni guerra è la figlia sciagurata del miraggio di Achille. Serve a pensare in quell'istante decisivo in cui altre soluzioni sono ancora all'orizzonte. Il ritardo, in casi come questi, è solo l'inizio del rimorso.» -
Antigone, Elettra
«La vita è talmente più comoda quando sappiamo piegarci alle peggiori ingiustizie, dimenticandoci che sono ingiustizie!» -
Contro il paternalismo. Brevi note di filosofia politica
«Il paternalismo di Stato non si accontenta del consenso, lo esige, lo coltiva, lo agogna. Infonde tranquillità spacciando le proprie decisioni come il frutto più prezioso della ragione del meglio, sollevando il cittadino dalla fastidiosa responsabilità del pensare; mostra di fondare i propri decreti sui preziosi risultati della scienza, provando a farci dimenticare che non esiste legge che non sia proposta da un politico; prova a suggerire di non avere altra scelta e in questo certamente si tradisce, perché chi non rinuncia a pensare ne vede invece una infinità. È successo con le leggi di Norimberga, con i decreti di Stalin, con lo Stato fascista, con le dittature di Franco, Salazar, Pinochet. E il solo elenco dei presunti padri della patria riempirebbe per intero una enciclopedia.» -
Tra Sartre e Dilthey. Appunti dalle lezioni
«Il corso di quest'anno verterà su due argomenti alternativi ai fini dell'esame, ma con più punti di aggancio, di intersezione, che vanno messi in evidenza. 1) Dialettica, materialismo, teoria degli insiemi pratici nella problematica dell'ultimo Sartre; 2) Il problema della distinzione tra scienze storico-sociali e scienze della natura nello storicismo tedesco e in alcuni momenti della riflessione contemporanea.» Quando abbiamo saputo che si stava lavorando alla costituzione di un archivio Fergnani e alla pubblicazione dei suoi inediti, abbiamo preso gli opportuni contatti. Ci siamo chieste, allora, se poteva avere un senso proporre all'attenzione proprio gli appunti relativi alla presentazione dei due argomenti in cui si sarebbe articolato il corso dell'anno accademico 1974-'75 e all'introduzione dell'argomento Dilthey, che costituì un contributo corposo e significativo. Rivisitandoli per l'occasione a distanza di molti anni, è così che ci sono apparsi: una vera e propria miniera. Luisa Benzoni e Gabriella Cavallo -
Altre utopie. Kant, Adorno, Gramsci
La presente pubblicazione viene proposta come seconda parte del testo di Franco Fergnani ""Utopie. Marx, Lukács, Bloch, Sartre, Althusser"""" (Farina Editore, 2020). Alcuni di quegli Autori, sui quali è focalizzata la prima parte, ricompaiono in questa: si pensi ad esempio a Sartre, Marx e Lukács. E tuttavia altri ne emergono in primo piano, così da divenire oggetto di specifiche trattazioni. È il caso di Kant, di Gramsci e di Adorno, dei quali vengono qui posti in luce, come è ovvio, i nodi tematici afferenti all'utopia."" -
Femminile, plurale. Simone de Beauvoir, Hannah Arendt, Simone Weil, Rachel Bespaloff, Etty Hillesum, Cristina Campo
«Clandestine in un mondo di soli uomini, esiliate per zelo maschilista, bandite perché dichiaratamente asistematiche, queste pensatrici si trasformano in veri casi letterari: i loro libri vendono centinaia di migliaia di copie in tutte le lingue del mondo e trasformano problemi squisitamente filosofici in argomenti di attuale e pubblica discussione: dalla banalità del male all'origine della subordinazione femminile, passando attraverso il ripudio assoluto della forza, della guerra e di un certo presunto eroismo. Profonde e sapienti in un mondo che se le aspettava piacenti, distratte, modeste e soddisfatte di ricevere briciole di successo accademico, queste pensatrici si sono prese gioco di una tradizione che le voleva ancelle, rubando spesso la scena al primo sesso.» -
Libertà, obbedienza, rivoluzione
Uno degli enigmi più apparentemente impenetrabili della storia è quello rappresentato dall'obbedienza della massa ad un piccolo numero di potenti. L'occhio critico di Simone Weil indaga in questa direzione con la consueta lucidità e mette capo ad una fenomenologia dell'obbedienza in grado di disarmare permanentemente qualsiasi pulsione rivoluzionaria. La maggioranza - numericamente traboccante - viene additata dalla storia come in una condizione di scacco perpetuo, tenuta sempre in ostaggio da una esigua minoranza. La prima lezione derivante dalla lettura critica del nostro passato è, dunque, che il numero, di per sé, non costituisca un fattore decisivo entro la dinamica del potere. -
Dante e la «caligine del mondo»
«Alla fine del Canto XII del Purgatorio il lieve sorriso affettuoso, l'autorevolezza e la dolcezza di Virgilio rincuorano e incoraggiano il viandante, gli infondono fiducia e serenità nel suo lungo e variegato percorso. Queste e altre consimili caratteristiche e doti sono ciò di cui tutti abbiamo bisogno anche nel nostro tempo per contrastare la ""caligine del mondo"""", la potenza dei tanti mali che ci riguardano, per ritrovare fiducia in noi stessi, negli altri, nelle qualità, capacità ed energie umane, nelle ragioni della convivenza, di una nuova etica e civiltà planetarie.»."" -
Per la soppressione dei partiti politici
Se la macchina del partito appare alla nostra pensatrice come una formidabile trappola per la libertà di pensiero, la consegna alla volontà dello Stato le appare invece un errore madornale. L'unica strada possibile è allora quella rappresentata dal gesto anarchico dell'uomo che pensa, che ha il coraggio di alzare la voce e dire no. Simone Weil, che nella vita amava l'incendio, dimostra che la via del pensiero è spesso traversa, ellittica, divergente. Ai più può sembrare indugio indebito o addirittura perdita di tempo, ma nel futuro immancabilmente ci si avvede di come portasse dritta al traguardo. -
Quanti filosofi. Circumnavigando Helgoland
Lo scritto di Patrizia de Capua appartiene a una specie drammaticamente in via di estinzione: si tratta di un libro che fa venire voglia di leggere un altro libro - cui costantemente si richiama - e che, nel farlo, costeggia le dorsali di un continente perduto, entro il quale filosofia e scienza erano ancora sorelle, figlie predilette di stupore e curiosità. Patrizia de Capua circumnaviga Helgoland, fortunato volume del fisico Carlo Rovelli, ma, con un gesto che splende di sapienza antica, dialoga con il testo, senza alcuna presunzione veritativa, lasciandone respirare le pagine, attraversandole con leggiadria e, ad ogni riga, spalancando mondi (Mauro Trentadue). -
Rosa Luxemburg
La pensatrice francese dedica una appassionata nota di lettura alle ""Lettere dalla prigione"""" di Rosa Luxemburg, nella quale traspare una simpatia umana inossidabile e una vicinanza emotiva molto rara nell'intera opera weiliana. Mettendo a fuoco i tempi evocati dall'epistolario della filosofa polacca, Simone Weil osserva l'incredibile dono di pulsare allo stesso ritmo del mondo, la vertiginosa capacità di stupirsi della bellezza di essere vivi, di gioire di un tramonto, del canto di un'allodola, del concerto solista di un usignolo perfetto."" -
Esistenzialismi
In questo scritto si rintraccia un'elaborazione che può costituire ancora una risorsa preziosa per chi oggi vuole avvicinarsi alla filosofia esistenzialistica o per chi, già conoscendola, ha particolari esigenze di chiarificazione teorica o, più semplicemente, intende ripercorrerla. È vero che ora possiamo disporre in merito di più studi critici idonei allo scopo e di traduzioni che facilitano la lettura, ma ciò non rende inattuale la riflessione filosofica di Franco Fergnani, tutt'altro. È altrettanto vero, infatti, che il suo approccio problematizzante e sempre aperto a nuove direzioni di ricerca prepara in un certo senso il terreno anche all'ampliamento della prospettiva critica proprio perché rifugge da conclusioni con pretesa di assolutezza date una volta per tutte.