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L' uomo invaso
I racconti de L'uomo invaso appartengono al Bufalino più ""classico"""", sebbene risentano di un'impronta particolare. Le storie che vi sono raccontate sembrano apparentemente lontane tra loro per luogo, epoca, umore ma in realtà sono unite da un filo comune, in un disegno coerente e unitario che le fa assomigliare a tanti capitoli di un unico romanzo. L'uomo invaso è infatti il racconto dell'uomo solo che nell'imminenza della morte fa appello alla memoria (privata, storica, culturale) per conquistarsi un'identità definitiva, e finalmente essere in grado di capire. Gli eroi di queste fiabe o racconti sono colti in bilico tra passione, cabala e realtà."" -
Fughe da fermo
Un amore lancinante, quello di Federico per Cristina l'indifferente, un amore la cui vanità è insieme motivo e risultato del suo essere sentimento ossessivo, puro e irrinunciabile. La risposta, che non trova in lei, la cerca allora in un simulacro di vendetta fatto di azione pura, scadente e umanissima: travestiti, filmetti porno, sbronze di mescal, risse in discoteca, donne migliori di lei, ma peggiori perché disponibili. E poi l'odio per il sistema, i piani per aggredirlo, colpirlo, ferirlo; ma anche qui ogni tensione è innescata solo dall'ansia di farsi prendere in considerazione e di qualificare l'attualità, e quindi destinata a esiti impacciati e ridicoli. Da questo romanzo il film diretto da Edoardo Nesi. -
Apocalittici e integrati
Quando questo libro è uscito in prima edizione, nel 1964, ''Apocalittici e integrati'' era solo un titolo. Da allora è diventata una espressione di uso corrente, una opposizione quasi proverbiale. Quando il libro è apparso, applicare strumenti di indagine rigorosa ad argomenti come il fumetto, la canzone di consumo, la narrativa popolare, suonava alle orecchie di molti quasi oltraggioso: oggi nessuno potrebbe avanzare alcun dubbio sul fatto che l'enorme diffusione dei mezzi di comunicazione di massa abbia trasformato il cuore della nostra società, ne abbia permeato l'ideologia, e fornisca a tutti strumenti che fanno ormai parte del modo di parlare e di pensare quotidiano. Molti di questi saggi sono entrati nelle bibliografie internazionali sull'argomento, anche se alcuni risentono del clima e della problematica di quegli anni. -
Zio Petros e la congettura di Goldbach
Nel 1742 il matematico Christian Goldbach, tutore del figlio dello Zar, formulò una congettura secondo la quale ogni numero pari maggiore di due sarebbe la somma di due numeri primi. Ma nel corso della sua vita Goldbach non potè trovare una dimostrazione efficace della sua intuizione. Così, per oltre 250 anni, la sua congettura è rimasta tale. Fino a che zio Petros si è messo in testa che proprio lui sarebbe riuscito a dimostrare che Goldbach aveva ragione. Solo suo nipote, come lui appassionato di matematica, è incuriosito dalla figura di quello zio strano, solitario, silenzioso, sommerso dalle sue carte. E sarà proprio il nipote a condividere l'ossessione per la soluzione della congettura e a scoprire il mistero della vita dello zio. -
Diario. Vol. 1: 1931-1934
Il Diario è ""il"""" libro di Anaïs Nin. È la sua vita creata, il filtro attraverso il quale setaccia la sua esperienza in un disegno significativo. È anche il suo guscio e il suo confessionale.Il Diario di Anaïs Nin, reso pubblico nel 1966, fu per decenni oggetto di pettegolezzi e congetture. Solo qualche amico ne aveva potuto leggere qualche pagina; Henry Miller diceva che questo diario avrebbe trovato posto accanti ai grandi capitoli dell'autobiografismo occidentale: Sant'Agostino, Rousseau, Proust. Il Diario è """"il"""" libro di Anaïs Nin. È la sua vita creata, il filtro attraverso il quale setaccia la sua esperienza in un disegno significativo. È anche il suo guscio e il suo confessionale: «Ho un ritmo naturale nel diario... quello che produco fuori di esso è una distillazione, è il mito, il poema.»Questo primo volume inizia nel 1931, nell'epoca in cui Anaïs Nin sta per pubblicare il suo primo libro, D. H. Lawrence, che le conferì il riconoscimento pubblico come scrittrice. Termina nell'inverno del 1934, quando Anaïs lascia Parigi per raggiungere New York. Anaïs scrive sui treni, ai tavolini dei caffè, mentre aspetta per un appuntamento: come un talismano, porta il diario sempre con sé. «Questo diario è il mio kief, il mio hashish, la mia pipa d'oppio. È la mia droga e il mio vizio. Invece di scrivere un romanzo, mi sdraio con questo libro e una penna, e indulgo in rifrazioni e diffrazioni.»"" -
Diario. Vol. 2: 1934-1939
Questo secondo volume del diario di Anais Nin comincia con l'arrivo a New York, dove Otto Rank l'ha chiamata per aiutarlo nel suo lavoro di psicoanalista. È il successo, con Rank e con i pazienti; è la vita varia, pulsante, brutale della città nuova; è la riconferma della propria vocazione di scrittrice. Ritorno in Francia, nuove amicizie, nuovi incontri, dubbi e messe a fuoco sempre più precise delle proprie scelte umane e artistiche. Ma lo scoppio della guerra civile spagnola e poi della Seconda guerra mondiale mette fine a tutto un modo di vivere costruito con fatica e amore. Il volume si chiude con una seconda partenza per New York, non più all'insegna dell'avventura e della scoperta, ma in fuga, con smarrimento. Prefazione di Antonio Debenedetti. -
Diario. Vol. 3: 1939-1944
Per Anaïs Nin saranno anni difficili, questi primi anni Quaranta a New York, anni di frustrazione e di isolamento, ma anche di maggior consapevolezza di sé e quando il terzo volume del diario si chiude, sull'anno 1944, la Nin è ormai una scrittrice nota e ammirata negli Stati Uniti. In Europa e nel mondo infuria la guerra e nel diario ne arrivano continui gli echi, a suscitare reazioni smarrite e impotenti. Contro la distruzione e l'orrore della guerra, come contro orrori più vicini e domestici - la situazione dei neri, le malattie o il bisogno di denaro da parte dei suoi protetti - Anaïs Nin tenta di costruire un suo mondo ""vivibile"""", fatto di amicizia e di amore, di cure sollecite per le persone che le sono più care. Prefazione di Antonio Debenedetti."" -
Diario. Vol. 4: 1944-1947
1944: sono anni, ormai, che Anaïs Nin vive a New York, eppure la costante di estraneità e disagio è sempre viva in lei. Rifiuta l'integrazione in un mondo unidimensionale e cristallizzato, lotta contro l'ottusità, il grigiore delle persone che incontra, che non sanno cosa sia la gioia, la serenità, la musica, che ""sono o fatte d'acciaio e cemento o ridotte a cavallo da soma"""". L'unica via da seguire, l'unica risposta a un modo di vivere autentico, è sempre la stessa: concentrazione sul rapporto di ogni di ogni singolo con i suoi singoli e con le cose. Il mondo di Anaïs Nin esclude ogni forma di snobismo, ogni essere umano è unico e irripetibile ed è per questo che nel suo diario troviamo lo stesso interesse per sconosciuti e personaggi celebri. Prefazione di Antonio Debenedetti."" -
Diario. Vol. 5: 1947-1955
Inverno 1947: Anaïs Nin è in Messico e si sente invasa di gioia, in armonia con la natura e con ""il ritmo dei nativi"""". Il suo ritorno negli Stati Uniti costituisce un duro impatto con la realtà, realtà che, affrontata sul piano dell'arte, non costituisce un rifiuto di responsabilità, ma un'ossigenazione psicofisica per sopravvivere. La Nin si sente spezzata: arte e vita sono due momenti diversi e inconciliabili, solo la natura le dà sollievo, solo il suo essere nella natura costituisce per lei un momento di coesione e sintesi. È un periodo di ribellione e di ripensamento per la donna e per la scrittrice. Dopo quattro anni di analisi, la Nin ha superato la crisi, ha debellato la nevrosi, è libera, piena di voglia di vivere e di dedicarsi alla scrittura. Prefazione di Antonio Debenedetti."" -
Diario. Vol. 6: 1955-1966
Si ritrova ""nel presente"""" e vuole trasmettere agli altri il frutto di anni di esperienza come donna e come scrittrice: la felicità sta nelle piccole cose, non nelle vette dell'estasi. Nel sesto volume del suo diario Anaïs Nin non è più la protagonista: questo sarà """"il diario degli altri"""". Anaïs realizza ritratti acuti, vivi e severi. Ammira Simenon; ama Bergman; giudica Beckett troppo intellettuale, Simone de Beauvoir oggettiva e disperante; capisce Ginsberg e Corso, il loro surrealismo e la loro ironia selvaggia; rimpiange di non aver potuto incontrare la grande e altera Djuna Barnes; si abbandona a riflessioni su fenomeni letterari e no (il commercialismo nell'arte e nella vita americane; la validità della musica elettronica; la forza del jazz come espressione di vita, ritmo ed emozione; l'intellettualismo di Huxley; la profondità di Ionesco). Anaïs Nin vive scrivendo; e la vita è il movimento verso la rivelazione, il passaggio dal mistero alla chiarezza. Il suo Diario """"è un campo d'azione che copre tutte le strade oscure dell'anima e del corpo alla ricerca della verità ... Registra mille anni di femminilità, mille donne"""" Prefazione di Antonio Debenedetti."" -
Fanny
Da quando la piccola Fanny viene trovata sulla soglia della ricca dimora di Lord Bellars, è tutto un susseguirsi di colpi di scena, di avventure di terra, di mare e di letto, di ritrovamenti e di scherzi del destino. Fanny è una donna ""liberata"""" del XVIII secolo, un'eroina bellissima e intrepida che impara, nel corso di lunghi anni, tutto quanto c'è da sapere per sopravvivere e prosperare, essendo donna, in un mondo fatto a misura d'uomo."" -
Un giorno di felicità
È con il suo diario da ragazzo, non ancora scrittore che Singer scopre la sua vocazione a narrare, a reinventarsi la favola della vita nella miseria e nell'angustia del ghetto di Varsavia. Singer, emigrato negli Stati Uniti nel 1935, quando in Europa cominciava a soffiare la tempesta hitleriana, rivive con dolcezza, arguzia e forza una lontana stagione della sua vita. -
Fuochi
Con una prosa tesa e ornata, Fuochi è un'opera «assolutamente ardente», un libro sulla passione d'amore, sulla sua esorcizzazione, glorificazione e trascendenza.«Nato da una crisi passionale, Fuochi si presenta come una raccolta di poesie d'amore, o, se si preferisce, come una serie di prose liriche collegate fra di loro sulla base di una certa nozione dell'amore. Come tale, l'opera non ha bisogno di commenti, in quanto l'amore totale, imponendosi alla vittima come malattia e insieme come vocazione, è da sempre una realtà dell'esperienza e un tema tra i più visitati della letteratura. Si può tutt'al più ricordare che ogni amore vissuto, come quello che ha dato origine al libro, si fa e poi si disfa all'interno di una determinata situazione, grazie a un complesso miscuglio di sentimenti e di circostanze che in un romanzo formerebbero la trama stessa della vicenda mentre in una poesia sono il punto di partenza del canto.» (dalla Prefazione dell'autrice) -
Le parole per dirlo
Incubi, angosce, paura della morte e della vita. E' un male che paralizza, inibisce, confonde, fa perdere coscienza di sé, annulla il senso delle proprie azioni. La famiglia, i ruoli, la condizione di donna, la società, la morale. E a monte un'infanzia tradita, presupposti sbagliati, pregiudizi, ossessioni arcaiche... E' la storia tutta al femminile di un'analisi, di un graduale recupero di sé, di una nuova nascita nella consapevolezza. Una storia che, tradotta nella pagina, ha sconvolto, commosso, convinto. Marie Cardinal è ormai il simbolo di una certa scrittura, di un modo intimo, caldo e vero di affrontare il problema femminile dalla parte del linguaggio. Titolo originale: ''Les mots pour le dire'' (1975). -
Maledetti architetti. Dal Bauhaus a casa nostra
Tom Wolfe, padre del ""giornalismo d'opinione"""", tratta qui della """"perdita della qualità della vita"""" sotto il profilo dell'architettura. Lo scatolone di vetro è il comune risultato delle diverse tendenze che hanno animato quest'arte negli ultimi cinquant'anni: sull'impronta di Gropius, il celebre fondatore del Bauhaus, e Le Corbusier, massimo teorico del razionalismo, gli architetti europei sbarcati in America negli anni Trenta esercitarono un vero e proprio colonialismo intellettuale. Nacque così l'International Style, che ispirò palazzi di vetro, cemento e ferro, pressoché identici: privi di colore e linee curve. Ora la gente in quegli edifici tristi e scomodi non vuole più abitare, ma le soluzioni proposte dall'architettura postmoderna si limitano a riflettere e deformare i fantasmi del passato. """"Nuovi scatoloni di cristallo rivestiti di lastre specchianti in modo da riflettere gli edifici vicini, anch'essi scatoloni di cristallo, e distorcere così quelle noiose linee rette, facendole sembrare curve""""."" -
La volontà di potenza
Quest'opera ha offerto materia di riflessione ai maggiori filosofi del XX secolo; il Nietzsche di Heidegger sarebbe inconcepibile senza ''La volontà di potenza''. Apparsa in italiano nel 1927, viene qui proposta in una traduzione interamente rivista, munita di una tavola di concordanza con i frammenti postumi nell'edizione Colli-Montinari e di una storia del testo e delle sue interpretazioni. -
Mezzanotte tutto il giorno
I protagonisti dei racconti di Kureishi sono malinconici e sensibili, frustrati e indifesi, capaci di profonde crudeltà e di interrogativi disarmanti, uomini e donne che hanno conosciuto l'amore, lo hanno perduto, desiderano e temono di incontrarlo di nuovo sulla propria strada. Padri di famiglia divorziati, madri separate che lottano tra quotidianità e ansia espressiva, giovani uomini segnati dalla vita e ragazze troppo cresciute che combattono per i sogni di sempre, gli impulsi e le passioni mai realizzate. La forza dei racconti di Kureishi sta nella sofferta e vitale capacità dei personaggi. -
Pensieri spettinati
"Pensieri spettinati"""" è una raccolta di aforismi di sferzante ironia. Bersaglio non è questo o quel sistema politico, ma il meccanismo di ogni sistema autoritario, non questa morale, ma ogni morale eretta a sistema, non questa o quella assurdità, ma la stessa assurdità del reale. Nulla si salva dalla impietosa raffica di sentenze di Lec." -
E le stelle stanno a guardare
«Ripresero i picconi. Ripresero a sudare. Centosettanta metri sotto terra, a oltre tre chilometri dal pozzo principale.»Sullo sfondo delle miniere del Galles, una storia umanissima di grandi, fondamentali conflitti sociali, civili e sentimentali. Nel cuore dei protagonisti divampa la lotta per ottenere più giustizia, libertà e realizzare finalmente un ideale e un progetto di vita più felice. Molti sono i contrasti e i conflitti che Cronin ritrae con sottile e attenta psicologia, dando ai personaggi una profondità autentica, che si può riscontrare solo nei ritratti dei grandi e affermati romanzieri. Il soffio della vita vissuta è presente in tutto il libro ed è la caratteristica che ha fatto conoscere Cronin a milioni di lettori di tutte le età e in tutto il mondo. Per questo E le stelle stanno a guardare è considerato un capolavoro non soggetto alle mode e all'usura del tempo. -
Dinner party
"E' una commedia borghese, di conversazione, in cui un gruppo di personaggi si riunisce per una cena la sera dell'11 luglio 1982, quando l'Italia vince il Mundial di Spagna. Parallelamente agli echi della partita, anche sulla terrazza di casa Oldofredi si consuma un gioco crudele fatto di colpi di scena, tradimenti, rivelazione e ambiguità"""": così Tondelli ha descritto, nel 1984, la commedia teatrale che aveva appena finito di scrivere e che sarà premiata nel 1985 al Premio Riccione-Ater per il Teatro. Con un linguaggio secco e ironico nel contempo, in """"Dinner Party"""" Tondelli racconta i vezzi, le mode, le """"squizierie"""", i malumori e le tensioni che hanno caratterizzato gli effervescenti anni Ottanta."