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Eteroritratto. Vol. 2
Non bastano poche righe per descrivere la complessità di questo romanzo, un'opera che ha impiegato anni a venire alla luce, depredando l'autore del suo intimo più profondo. Al lettore che vorrà cimentarsi nella lettura di Eteroritratto, parrà di addentrarsi nella fitta vegetazione di una foresta, muoversi di ramo in ramo, passare per le cime frondose da un racconto a un altro, lo sguardo che spazia nel vasto orizzonte, cogliendo, grazie alla raffinata capacità descrittiva della mutevole voce narrante, i più minuziosi particolari della realtà che lo avvolge. Giovanni, Marco e Giulia, Diki, Quarantacinque, il vampiro icneumone, una moneta da 5 euro e tutti gli altri personaggi che popolano l'immaginario dell'autore entrano prepotentemente nel nostro immaginario, spalancando il nostro sguardo sugli abissi dell'anima, ove ricordi, promesse, rimorsi, sogni e impedimenti giacciono insieme. -
Eteroritratto. Vol. 3
Non bastano poche righe per descrivere la complessità di questo romanzo, un'opera che ha impiegato anni a venire alla luce, depredando l'autore del suo intimo più profondo. Al lettore che vorrà cimentarsi nella lettura di Eteroritratto, parrà di addentrarsi nella fitta vegetazione di una foresta, muoversi di ramo in ramo, passare per le cime frondose da un racconto a un altro, lo sguardo che spazia nel vasto orizzonte, cogliendo, grazie alla raffinata capacità descrittiva della mutevole voce narrante, i più minuziosi particolari della realtà che lo avvolge. Giovanni, Marco e Giulia, Diki, Quarantacinque, il vampiro icneumone, una moneta da 5 euro e tutti gli altri personaggi che popolano l'immaginario dell'autore entrano prepotentemente nel nostro immaginario, spalancando il nostro sguardo sugli abissi dell'anima, ove ricordi, promesse, rimorsi, sogni e impedimenti giacciono insieme. -
I seguaci delle tenebre
Robert Connor ha diciotto anni e da bravo fratello maggiore quando i suoi genitori sono fuori deve badare al suo fratellino Ryan. Ma con la sua banda di amici gira spesso per le strade di Crows Valley, Ohio, si diverte ad Elm Park e va ad assistere a vari concerti, visto che la musica e il canto in particolar modo sono le sue grandi passioni. Una notte, rientrato a casa dopo una nottata passata fuori, si addormenta come al solito, ma è costretto presto a svegliarsi perché un improvviso incendio sembra avvolgere tutto. Eppure gli altri, i nonni e suo fratello, sembrano tranquilli e beati. Al risveglio, dopo aver perso conoscenza, Robert trova una situazione ancora più assurda. Sembrano essersi tutti volatilizzati. Robert corre fuori ma il panorama intorno non è rassicurante. Non c'è nessuno a cui chiedere aiuto, i lampioni funzionano a malapena. È solo un brutto incubo o l'inizio di qualcosa che supererà ogni immaginazione? -
Il risveglio di un indaco
Ci sono momenti nella vita di tutti noi in cui le domande di carattere spirituale occupano più spazio nella nostra mente e nel cuore, sono avvertite come impellenti e devono trovare uno sbocco. Il risveglio non è tuttavia un evento isolato, improvviso, un colpo di fulmine, come in amore. È un processo, una fioritura continua, una costante ricerca. In questo testo dotato di spunti e di riferimenti ai testi sacri, l'autore descrive il suo percorso di avvicinamento a una spiritualità diversa da quella legata ai dogmi di fede e all'osservanza dei precetti della Chiesa cattolica. Il bisogno di sperimentare, di vivere in prima persona alcune esperienze e di costruirsi da sé un puzzle per il miglioramento rendono la spiritualità un qualcosa di più complesso e affascinante. ""Il risveglio di un indaco"""" è la testimonianza a cuore aperto di un uomo che non senza difficoltà ha intrapreso un percorso di vita nuovo, cercando di liberarsi dalle inquietudini e dai tormenti e di raggiungere un livello di coscienza colmo di amore, compassione e verità."" -
Il prezzo delle stelle
Rebecca è una ragazza brillante, saldamente ancorata ai tradizionali valori della vita. Coltiva un sogno che insegue fin da bambina, ma un bel giorno, il destino gliene presenta un altro, più potente del suo, che la metterà di fronte a una scelta: l'amore o la felicità. -
Il vedente non vedente
Florence K. presenta la storia di immigrazione di Sahle, immigrato eritreo. La narrazione ci porta a scoprire la realtà complessa dell'e-migrazione. Si svela la descrizione genuina e disincantata con bozzetti di realismo tragicomico che mostrano una qualità di vita che trae la propria forza da un abile uso equivoco di parole e di situazioni. L'autore non si ferma al puro racconto, ma chiede al lettore di condividere la storia di Sahle. Questo rende la narrazione aperta, attuale, interattiva, adattabile, con le dovute differenze ad ogni sin-gola esperienza di vita, di ogni lettore che è aiutato a vedere al di là del proprio vissuto. Gioie e dolori di una storia di immigrazione è la storia che l'autore propone di condividere. -
Occhio della giungla
"Florence K. ci fa capire quanto possiamo essere superficiali nei rapporti umani con persone che lottano per la propria dignità e per il diritto all'autonomia. Un passato difficile e il coraggio di cambiare completamente il proprio ambiente familiare, abitudini e lingua madre, mettersi a studiare o a lavorare, cercare una casa è difficile e comporta dei rischi gravi e inattesi. Tutti viviamo in """"giungle"""" e la sopravvivenza non sempre dipende da noi stessi. Riconoscere i """"predatori"""" cioè quelli che Dante riteneva tra i peggiori peccatori ovvero chi approfittava della sincera amicizia per i propri fini è ancora più difficile per chi è stato costretto ad abbandonare la propria terra per emigrare. A tutto questo si aggiunge il processo mentale responsabile dei tanti pregiudizi cioè una sorta di """"economia cognitiva"""": è più facile stereotipare una persona che ascoltarla per capirla. Chi ritiene di sapere chi siamo, cosa desideriamo, perché soffriamo solo guardando come siamo fatti o vestiti fa tra le peggiori """"economie cognitive"""" ed è """"ricco"""" di pericolosi """"stereotipi"""". Limitare una possibilità di dialogo all'epidermica curiosità sull'accento o sulla geografia di provenienza è cosa diffusa e crea conseguenze. Nessuno, secondo me, ha un merito per essere nato da una parte o l'altra: è solo un dono o una sofferenza che delimita le possibilità. Solo il contatto reale e il confrontarsi con dialoghi e occasioni di incontro ripetute possono farci conoscere e riconoscere come esseri umani e anche questo libro è utile!"""" (Marco Ferraro, scrittore)" -
Umani o disumani. La casa di Aurora
Florence K. racconta la storia di Anna Rose haitiana che vive in Italia ma in realtà è Spagnola di origine paterne. Del suo vissuto e suo matrimonio in Italia, ne escono due culture: ciò che è valore base come condivisione umana, e ciò che ha per valore base il denaro. La famiglia allargata ad Haiti è organizzata su basi umani mentre il mondo della famiglia europea si organizza sui canoni di ruoli e di rispetto delle regole morali e sociali. Ne deriva che, l'individuo nella società si trasferisce in modo illusorio negli altri creandosi delle ""icone"""", i nostri specchi, ed è il motivo del vuoto nelle aspettative. C'è una tensione continua tra la società e l'individuo che lotta per conseguire una propria identità ed un posto nel gruppo già realizzato, perciò, ha bisogno di valori e di esperienze."" -
Gli occhi di nonna Liliana
«Hanno visto tante cose gli occhi di nonna Liliana, così tante, anzi troppe per due soli occhi». Età di lettura: da 5 anni. -
L' ultima luna di dicembre
"E poi lì a discutere dei farò, dei farai, in un mondo dissimile eppure uguale a se stesso da troppe generazioni. Sono abituato a vedere l'ultima luna di dicembre, il suo pallore, i suoi raggi irreali che sembrano procurare l'ultimo anelito di vita del satellite. Ma il suo è un arrivederci, perché sorgerà una nuova luna con il nuovo anno. È questo un po' il sunto del romanzo, morire per poi rinascere, in un conflitto interno all'anima, un conflitto che non lascia tregua e spazio, e in un'unica dimensione abbraccia quello che è corporeo ed effimero e quello che è dell'anima ed eterno"""". Ritorna Massimiliano Ferrante. In quest'opera riflette sul potere della scrittura: la banalità del vivere, la mediocrità imperante e, insieme, l'emergere, il sorgere di una luce capace di rompere le catene che inchiodano a terra. Immagine di una epifania illuminante che travolge l'ordinarietà del quotidiano è il genio letterario di Jane Austen, la cui poetica viene qui puntualmente analizzata sin dalle sue origini. In un intreccio, romanzo e saggio delineano i profili di un genere nuovo e necessario in cui lettore si ritrova parte attiva, immerso in riflessioni profonde, involandosi in orbite ancora inesplorate." -
Per amore o per forza
Gabriele ripensa ai suoi amici guardando una foto di quando erano tutti in vacanza. Gianluca, Luigi, Alex, e altri ancora. Tutti loro hanno lasciato un segno indelebile nella sua vita, un'impronta che lo accompagna giorno dopo giorno, anche ora mentre è un promotore finanziario di successo ma nasconde dentro di sé una serie di turbamenti e di ansie, eredità di un passato difficile. Anche Gianluca non se la passa così bene. La musica è il suo rifugio, l'amore per i bei ragazzi la sua passione, ma una vita così quanto può durare senza scontrarsi con sogni e desideri più alti? Luigi è invece amante anche delle belle donne ma la sua vita lavoro-ospedale-lavoro non riserva mai delle sorprese, e alla lunga la noia può essere un nemico insidioso. Alex infine si dedica anima e corpo allo studio, alla politica, all'attività sindacale. Un uomo di testa e di azione che rischia però di non accorgersi di dove vada a finire il proprio io. Il romanzo di Nina Gagliardi racconta in modo intenso le solitudini, le passioni tormentate, l'entusiasmo e le delusioni di quattro uomini le cui anime non trovano pace, perché colme di sentimenti e di emozioni che sono ostaggio del passato o di un futuro incerto. Eppure uno spiraglio verso la felicità c'è sempre, basta coglierlo nell'attimo in cui si presenta... -
Lo specchio di Alfa Centauri
Un giorno nella Biblioteca Marciana di Venezia il giovane Ivan Kupfergold trova un volume intitolato ""Lo specchio di Alfa Centauri"""" di un certo Athanasius Socraticus, con una data piuttosto fantasiosa: 4023. Tra le pagine una serie infinita di formule e simboli che richiamano l'astronomia. Per Ivan, filosofo appassionato di misteri, la ricerca è il suo pane quotidiano, finché non giunge a una conclusione sconvolgente: quel libro parla di viaggi nel tempo. La sua vita da quel momento inizia a cambiare. Non sono solo i sogni di parti del libro a inquietarlo, ma strani accadimenti tra le vie della sua città. Finché un giorno si ritrova nella casa di un libraio che dice di essere il generale di un pianeta non lontano dalla stella Alfa Centauri. Non è un caso che Ivan sia lì, è lui il prescelto per delle missioni speciali. Il romanzo di Alessio Del Zotto, ricco di metafore e di suggestioni, accompagna il lettore in un viaggio verso un pianeta lontano nello spazio e nel tempo, dove le leggi terrestri sono superate da forme di saggezza e di coscienza superiori. Riuscirà Ivan con la sua intelligenza umana a imparare in fretta ciò che conta davvero in un mondo totalmente nuovo e a lui estraneo?"" -
L' essenza della mia vita
Un marito, due figli, un lavoro. Una vita normale, come tante, fatta di casa e lavoro, lavoro e casa e di tanti sacrifici. Ma un giorno, un pomeriggio... in cinque minuti... improvvisamente tutto cambia... Un susseguirsi di eventi dolorosi... la drammatica e improvvisa scomparsa dell'amato padre e poi del marito suo compagno di vita. Il suo mondo in frantumi la costringe a rimettere insieme i pezzi della propria vita come in un puzzle... -
Mondo inverso
«In questa raccolta di Antonio Medaglia le sfumature di questa forza sono vive, vibranti: quella - importantissima - di portare avanti un pensiero critico, perché solo ponendoci domande, in continuazione, forse troveremo le risposte giuste; quella che si riflette nell'amore per la propria famiglia, quella importantissima per i propri figli, anche quelli adottivi (come gli studenti), quelli per un'umanità ampissima, il mondo stesso, sempre più stritolato tra le maglie di una globalità che ha accantonato le sue potenzialità per ignobili certezze individuali. Ma c'è molto di più: è auto-affermazione, non egoismo, quel desiderio inconscio di mostrarsi sicuri delle proprie espressioni ma senza schiacciare l'altro, con la voglia e il desiderio di portare alla luce la bellezza nascosta nel fango, anzi, sommersa dal fango.» (dalla Prefazione) -
I teatri di Pasolini
Pier Paolo Pasolini è stato studiato da molti punti di vista, mettendo in risalto ora la produzione poetica, ora la prosa e la saggistica, ora la cinematografia e l’impegno politico nel leggere il suo tempo. Ma il suo teatro è stato in genere ritenuto dalla critica qualcosa di minore. Stefano Casi si propone in questo volume di sradicare tale interpretazione, mettendo in evidenza la centralità del teatro nel pensiero e nell’opera dello scrittore, partendo dall’adolescenza friulana vissuta alla ricerca di una drammaturgia sperimentale e di una lingua nuova che la potesse reggere. Al di là dell’analisi minuziosa degli scritti, anche giovanili, destinati dallo scrittore alle scene e a un riesame minuzioso degli allestimenti, il volume mette in evidenza – attraverso una fitta serie di carteggi, appunti, note a margine e documenti autografi spesso inediti – l’autentica vocazione teatrale di Pasolini, rovesciando un luogo comune della critica. Introduzione di Luca Ronconi. -
Café-chantant. Personaggi e interpreti
Nell’ultimo ventennio dell’Ottocento numerosi caffè ospitano, su una piccola pedana e accompagnati al pianoforte, cantanti e attori. Ben presto caffè grandi e piccoli, ricchi e poveri, adottano quest’uso: si trasformano in caffè-concerto. Seguendo l’esempio francese, a partire dal 1890, nascono i primi cafè-chantant: si tratta di ampi e lussuosi locali con tavolini da caffè dove, senza alcun biglietto d’ingresso ma con consumazione obbligatoria dei migliori liquori internazionali, la sera si tiene spettacolo. Sono luoghi esotici con attrazioni, vedette e chanteuses. Se il teatro è sempre più la forma di spettacolo privilegiata dalla borghesia, vige il silenzio e le luci si spengono a inizio spettacolo per riaccendersi alla fine, il cafè-chantant ospita una folla chiassosa e rumorosa di spettatori e una varietà di artisti. Cantanti, attori, imitatori, numeri d’arte varia sono un richiamo per il pubblico, provengono da altri generi e si affermano qui, nei cafè-chantant. È il luogo dove tutto è spettacolo, gli artisti sul palco alla pari degli spettatori in sala. La scena del cafè-chantant sente e subisce, più di qualsiasi altro teatro, comportamenti, abitudini e mode del tempo, tanto da diventarne fedele specchio. -
Hollywood Stardom. Il commercio simbolico della fama nel cinema hollywoodiano
Integrando abilmente gli studi relativi alle star con quelli relativi all’industria cinematografica, ""Hollywood Stardom"""" svela il legame indissolubile tra cultura e commercio nel concetto contemporaneo di """"stardom"""" cinematografica. Lo studioso di cinema Paul McDonald esamina lo stardom nell’industria cinematografica moderna, attraverso le carriere delle star di maggior prestigio o successo: George Clooney, Mel Gibson, Tom Cruise e Daniel Dey-Lewis, Tom Hanks, Will Smith e Julia Roberts. Le star sono intese come brand. Costruito con precisione accademica, """"Hollywood Stardom"""" offre un importante contributo agli studi cinematografici contemporanei e rappresenta il ruolo mutevole dello """"stardom"""" nella moderna industria cinematografica hollywoodiana."" -
Il teatro del futuro
Intorno al volgere del Diciannovesimo secolo, il pubblicista, critico d'arte, teorico del teatro e drammaturgo tedesco Georg Fuchs iniziò a sviluppare una propria teoria del teatro, nota soprattutto per il titolo programmatico del suo libro più famoso, La rivoluzione del teatro. L'autore vi proponeva un teatro profondamente anti-naturalistico e rituale, debitore delle grandi rappresentazioni sacre e volto a eliminare la separazione tra il pubblico e la scena per tornare a essere, come il teatro antico, una celebrazione festosa e condivisa. Il teatro doveva essere luogo d'elevazione collettiva e non di mero intrattenimento, né tantomeno specchio verosimile della realtà. Fuchs progettò nei dettagli l'edificio teatrale e diede indicazioni specifiche per la dimensione e l'allestimento di scena e anfiteatro. Il teatro del futuro, pubblicato nel 1905, rappresenta la prima teoria teatrale complessiva di Georg Fuchs. Costituisce, pur con qualche modifica, la base per La rivoluzione del teatro, pubblicato nel 1909. La traduzione tiene traccia di entrambi i testi, evidenziando corrispondenze e differenze, così da fornire ""due testi in uno""""."" -
L'ottobre teatrale (1918-1939). Ediz. ampliata
L’attività di Mejerchol’d nel periodo prerivoluzionario si divise tra i piccoli teatri sperimentali, dove portò avanti le sue ricerche sul movimento e sulle tecniche della commedia dell’arte, e i grandi teatri imperiali, dove diresse spettacoli celeberrimi come Don Giovanni di Molière o Un ballo in maschera di Lermontov. Aderì tra i primi alla rivoluzione del 1917 e cominciò subito la sua nuova linea di teatro politico («L’Ottobre teatrale», come lui stesso la definì) con spettacoli come Albe di Verhaeren e Mistero buffo di Majakovskij. Continuò la sua opera di regista rivoluzionario nel teatro che portava il suo nome: mise in scena classici (La foresta di Ostrovskij, Che disgrazia l’ingegno! di Griboedov, Il revisore di Gogol’) e contemporanei (II mandato di Erdman, L’ultimo decisivo di Viànevskij), suscitando ad ogni ‘prima’ polemiche furiose, attacchi e difese appassionate. All’attività di regista affiancò costantemente quella di insegnante, lanciando fra l’altro la famosa formula della biomeccanica, che accanto alle scenografie costruttiviste segnò un’epoca nel teatro immediatamente post-rivoluzionario. La prima parte del volume raccoglie gli scritti teorici, suddivisi in sezioni tematiche: interventi politici e polemici dei primi anni dopo la rivoluzione, scritti sull’arte dell’attore, sulla formazione e i compiti del regista e infine sull'edificio teatrale e la sua nuova struttura secondo le esigenze di uno spettacolo rivoluzionario. Nella seconda parte sono raccolti i materiali sugli spettacoli più noti o più documentati. Da questa serie di scritti, spesso del tutto inediti in Occidente, viene fuori una emozionante cronaca dal vivo: vent’anni di vita di un uomo che ha avuto un ruolo leggendario nella storia del teatro europeo del Novecento. Edizione riveduta e ampliata. -
Le dive italiane del cinema muto
Il cinema italiano degli anni Dieci al femminile mostra la storia materiale di una professione ancora in cerca di legittimità culturale ma di elevate ambizioni artistiche: intorno al magistero di Eleonora Duse si muovono le dive Francesca Bertini, Lyda Borelli, Pina Menichelli, Diana Karenne e Daisy Sylvan che in una breve stagione indicarono percorsi inesplorati di affermazione del sé.